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Autore: Blackvirgo    11/10/2018    3 recensioni
Ormai dovrei saperlo: quando Gentile vuole sapere qualcosa, la domanda arriva diretta come un montante nello stomaco. La cosa che ancora non ho capito è perché ho bisogno di dare a lui risposte che non ho mai voluto trovare per me stesso.
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Ambientata dopo "La tua Valencia"
partecipa al writober di fanwriter.it, prompt 10. POV prima persona
Serie 'What a Wonderful World'
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gino Hernandez, Salvatore Gentile
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'What a Wonderful World'
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“Perché il tuo matrimonio è finito?”
Ormai dovrei saperlo: quando Gentile vuole sapere qualcosa, la domanda arriva diretta come un montante nello stomaco. La cosa che ancora non ho capito è perché ho bisogno di dare a lui risposte che non ho mai voluto trovare per me stesso.
La silhouette delle Alpi che si staglia oltre la città non mi dà alcun suggerimento, ma rimane un panorama meraviglioso di cui riempirsi gli occhi e il cuore. È la mia anima che devo sondare ed è un lavoro sporco, che non prevede finezze come i guanti.
“Perché non l’amavo.”
È una verità talmente semplice da fare male e, nello stesso tempo, è una liberazione. Un po’ come togliere un dente: il dolore resta, ma il peggio è passato e da lì si può solo migliorare. Salvatore deve essersi stupito parecchio, dato che rimane in silenzio finché non sono io a parlare di nuovo.
“Credo che, a un certo punto, Lara lo abbia capito.”
Cerco il suo sguardo: ogni volta mi illudo di leggergli dentro, ma non sono mai riuscito a oltrepassare il grigio delle sue iridi. Nel dissimulare è un maestro indiscusso. Forse potrei chiedergli di insegnarmi, ma penso che mi liquiderebbe con una risata. Di quelle sfrontate e irrispettose che, a volte, mi fanno bruciare le mani.
La domanda che ho tanto temuto non arriva, al suo posto si fa strada un sorriso. Sembra averlo capito da solo, che non lo sapevo prima di sposarla. È stato dopo che ho compreso, quando ci siamo separati: dover ammettere che mi mancava più la routine che avevamo costruito insieme piuttosto che la sua presenza è stato un duro colpo. E ancora mi porto dentro il rimorso di averla delusa e la paura di ripetere lo stesso stupido errore per la mia sciagurata ingenuità.
“E dopo?”
La sua voce mi riscuote dai miei pensieri assieme a un dolore pungente al labbro: devo aver affondato i denti più del dovuto, ma almeno non sanguina. È un sapore che odio, quello del sangue.
Già, che ho fatto dopo? Ho arrancato. Non è facile rifarsi una vita dopo aver vissuto per anni in una menzogna. Ho provato più volte a crearmi una mia verità a cui potermi aggrappare, ma non ci sono mai riuscito. Era sempre troppo debole e ogni volta che mi succedeva qualcosa – un infortunio, una delusione – finiva per sfuggirmi di mano.
“E il salto della staccionata dove lo metti?” Beve un lungo sorso di succo d’arancia, quindi appoggia nuovamente il bicchiere sul tavolino, ma non mi stacca mai gli occhi di dosso.
Lascio andare un sospiro, il bordo dello schienale colpisce le mie scapole. Salvatore non mi fa le domande che temo, ma non per questo i quesiti che mi pone sono semplici. Tutt’altro: mi costringe a esplorare la mia anima e, mio malgrado, ho scoperto che non è un bel posto, anche se lui sostiene il contrario. Secondo quali criteri, non mi è concesso saperlo.
“Mi sono sempre piaciuti sia gli uomini che le donne. Da ragazzo pensavo che avrei avuto il doppio delle possibilità di trovare la persona giusta.” Ora mi chiedo se fosse vero: dopo Lara ci sono stati solo maschi. Pochi, a dire il vero, e solo quando il peso della solitudine diventava insopportabile.
Gli strappo una risata: pare soddisfatto della risposta che gli ho dato. Credo sia beatamente ignaro di tutti i dubbi che mi instilla ogni volta che si mette in testa di studiare i dettagli della mia vita. O forse no e continua a farlo perché è un benemerito bastardo. Ogni tanto mi chiedo se invece non sia io il vigliacco che si nasconde quando invece dovrebbe sciogliere quei nodi uno a uno per trovare la mia piccola, tenace verità.
“Sono curioso.” Lui mi scruta e io sento un brivido scendermi lungo la schiena. “Raccontami degli uomini che hai avuto dopo di lei.” Non dice e prima di me, ma io lo sento lo stesso.
“Delle donne non ti interessa?”
Sorride, sornione. “Ce ne sono state?”
Scuoto il capo: sono un illuso se penso di poter competere con lui al suo stesso gioco. “Avventure,” minimizzo senza mentire.
“Sei mai andato a letto con lui?”
“Lui chi?”
Ha gli occhi socchiusi, come se volesse cercare, nelle mie reazioni, una risposta che vada oltre le parole. Che faccia pure, tanto non sono mai stato bravo a nascondermi né l’ho mai trovato utile.
“Aoi.” Si lecca le labbra e la mia realtà si focalizza unicamente sulla punta della sua lingua che arriva fino all’angolo della bocca per poi sparire dietro ai denti.
“Certo che no!” Questa volta non riesco davvero a sopprimere una risata. Come può aver anche solo pensato una simile idiozia?
“Perché no?”
Il sentimento che mi unisce a Shingo è un legame fraterno, il solo pensiero di andare a letto con lui sa di incestuoso. “Non si rovina una bella amicizia per il sesso.”
Salvatore sorride, strafottente. Questa volta ha l’aria di volermi mettere alla prova.
“Non ti sei fatto tanti problemi a venire a letto con me.”
Touché. “Non mi sono fatto quei problemi.”
“Quali ti sei fatto allora?”
Sapevo che la domanda bastarda, presto o tardi, sarebbe arrivata. “Mi sono chiesto cosa avessi da perdere.”
Le sopracciglia di Salvatore saettano verso l’alto. “Per questo hai iniziato questa storia? Perché non avevi niente da perdere?”
Non riesco a sostenere il suo sguardo cupo. Le parole enunciano la verità nuda e cruda, ma il tono le fa sembrare terribilmente sbagliate. Giocherello con il bicchiere e mi verso un po’ di succo sulle dita. Divento maldestro quando le emozioni prendono il sopravvento.
“Il fatto che non ce l’avessi allora non significa che non ce l’abbia ora.”
Mi afferra la mano e se la porta alle labbra: tremano sulla mia pelle mentre la bacia. Sento tutto il suo sollievo in quel contatto e, per la prima volta da quando sto con lui, mi rendo conto di non essere l’unico ad avere paura.
 
***
 
 
Black-notes:
  • Altra sfida, altra fic. Neanche la prima persona fa per me.
 
   
 
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