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Autore: Nami93_Calypso    11/10/2018    0 recensioni
ATTENZIONE: la seguente fic contiene altissimi livelli di demenzialità.
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-Buona sera a tutti e grazie per essere venuti qui così numerosi- disse Sofia passando lo sguardo su ciascuno dei presenti seduti sulle sedie disposte a cerchio –Questo è il primo incontro del gruppo di supporto per protagonisti o personaggi di saghe, libri, anime o manga a cui non vengono rivelate molte informazioni che li riguardano e che, forse, avrebbero anche potuto essere fondamentali per la risoluzione della trama in tempi più brevi. Per abbreviare, il programma si chiama P.S.I.R che sta per Personaggi Senza Informazioni Rilevanti-
-Tutti voi- proseguì Davide, seduto accanto a lei –Siete qui perché vi siete sentiti presi in giro da questa mancanza di informazioni che avete subito, oppure siete qui come sostegno per i vostri amici- concluse con un sorriso.
-Per oggi sarebbe bello cominciare con un giro di nomi e una breve spiegazione del motivo per cui siete qui-
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OPERE E PERSONAGGI
- Divergent: Tris, Quattro
- Maze Runner: Thomas, Newt
- Attacco dei Giganti: Eren, Armin, Mikasa (SPOILER per chi non legge il manga)
- Fullmetal Alchemist: Edward, Aphonse
- Percy Jackson: Percy, Jason
- Shadowhunters: Clary, Jace
- Code Geass: Lelouche, Nunally
- Harry Potter: Harry, Hermione
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: Cross-over, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Angolo di Calypso
*si fa avanti un po' intimorita*
Buona sera a tutti!
Dato che non pubblico mai su questo fandom immagino nessuno mi conosca, perciò è giusto fare una utile premessa: io sono demenziale, amo le cose demenziali, scrivo cose demenziali e purtroppo per voi le pubblico pure. Perciò se questo non è il vostro genere vi consiglio di chiudere qui se non volete farvi del male ulteriormente.
Allora, questa storia è nata durante il cow-t evidenemtente in un moemnto di delirio particolarmente intenso, probabilmente dovevamo tirare su parole per battere qualche squadra tipo gli opal. In pratica in questa storia ci ritroviamo alla prima seduta di un gruppo di supporto per i protagonisti e i personaggi di varie opere che vivono per l'intera trama senza sapere un accidenti delle cose fondamentali (esempio perfetto Harry Potter che fino alla fine non sa una beata cippa dei piani che Silente aveva da anni per lui). Perciò questo è un concentrato di personaggi vari che si sfogano e delirano tutti insieme.
Ci tengo a sottolineare che questa è tutta ironia, sarcasmo, non intendo offendere nessun personaggio e nessun fan. Anzi, per molti dei personaggi qui presenti ho provato feels dolorosissimi, ahimè.
E nulla, ho sprloquiato a sufficienza.
Buona lettura, se volete farmi sapere qualcosa sapete dove si trova la sezione per le recensioni :)
Alla prossima!





 

Personaggi Senza Informazioni Rilevanti
(P.S.I.R.)

-Buona sera a tutti e grazie per essere venuti qui così numerosi- disse Sofia passando lo sguardo su ciascuno dei presenti seduti sulle sedie disposte a cerchio –Questo è il primo incontro del gruppo di supporto per protagonisti o personaggi di saghe, libri, anime o manga a cui non vengono rivelate molte informazioni che li riguardano e che, forse, avrebbero anche potuto essere fondamentali per la risoluzione della trama in tempi più brevi. Per abbreviare, il programma si chiama P.S.I.R che sta per Personaggi Senza Informazioni Rilevanti-
-Tutti voi- proseguì Davide, seduto accanto a lei –Siete qui perché vi siete sentiti presi in giro da questa mancanza di informazioni che avete subito, oppure siete qui come sostegno per i vostri amici- concluse con un sorriso.
-Per oggi sarebbe bello cominciare con un giro di nomi e una breve spiegazione del motivo per cui siete qui-
Le parole della ragazza furono seguite da un silenzio teso. Evidentemente nessuno voleva rompere il ghiaccio e parlare per primo.
Fu una ragazza bionda a prendere coraggio. Alzò la mano e a un cenno di Sofia si schiarì la voce per parlare.
-Ciao a tutti. Io mi chiamo Beatrice ma preferisco essere chiamata Tris- si presentò –E nessuno mi ha mai rivelato, fino al terzo libro, che la città in cui sono nata e cresciuta e che era divisa in cinque fazione altri non era che un esperimento del governo statunitense per ottenere individui con il patrimonio genetico puro e non danneggiato-
-Esperimenti- mormorò un ragazzo dai capelli castani seduto dall’altra parte del cerchio di sedie tenendosi la testa tra le mani e dondolando sul posto –Mi manca già l’aria-
-E dai, calmati- gli disse il ragazzo biondo seduto vicino a lui con le braccia incrociate al petto.
-Calmarmi?! Tu non hai dei ricordi in stile flashback di guerra del Vietnam?!-
-E io sono Quattro- si presentò il ragazzo moro seduto accanto a Tris ignorando i mormorii degli altri due e facendo un cenno di saluto col capo a tutti i presenti -e nessuno mi ha mai detto che la protagonista di un libro raccontato in prima persona dal suo punto di vista può morire-
Tris roteò gli occhi al cielo, evidentemente esasperata.
-Ancora con questa storia?- protestò –Dovevo farlo, dovevo sacrificarmi per essere un’eroina!-
-No, no aspettate, fermi- si intromise il ragazzo dai capelli chiari che aveva parlato prima -Tris e Quattro? Tre e quattro, come i numeri? Davvero?! E io che pensavo fossimo noi quelli coi nomi strani- disse dando una gomitata all’amico seduto accanto a lui.
-Perché ora non ci dite qualcosa di voi- li invitò Davide, uno dei due moderatori del gruppo, nel tentativo di dare un senso ai loro continui interventi.
I due si scambiarono uno sguardo, poi il castano sospirò e iniziò a parlare.
-Io sono Thomas e, bhè, non mi hanno detto praticamente nulla dato che mi hanno cancellato la memoria. Non sapevo chi ero, dove mi trovassi e perché. Non so nemmeno quale sia il mi vero nome, quelli che usiamo sono stati inventati dalla WICKED-
-Hanno preso spunto dai più grandi scienziati della storia- si intromise il biondo –Thomas come Thomas Edison e Newt- disse indicandosi il petto –Da Newton-
-Esatto. E dato che non ricordavo nulla non sapevo nemmeno che ero stato io stesso a costruire il Labirinto in cui mi avevano mandato e che avevo contribuito a mandarci lì i miei amici sottoponendoli a prove spaventose che mettevano a rischio la loro vita-
-Che cosa orribile…- commento una ragazza dai capelli crespi e castani.
-Hai mandato i tuoi amici senza memoria a soffrire in un postaccio?-
-Bhè non è stata tutta colpa sua- Newt prese le difese dell’amico che si stava deprimendo sentendo quelle parole di accusa che, a suo avviso, erano più che meritate –Credeva davvero che fosse per una buona causa, per trovare una cura alla malattia che stava devastando il mondo, e anche quando ha cambiato idea l’hanno raggirato. Una persona davvero colpevole è Teresa- disse, lanciando un’occhiata di striscio a Thomas che si voltò dalla parte opposta per evitare il suo sguardo.
-Ma non ho capito- prese parola un ragazzo che aveva una voce flebile a malapena udibile –In che posto vi hanno mandato?-
-Era una radura circondata da alte mura che nascondevano un Labirinto senza uscita infestato da mostri biomeccanici- spiegò Thomas.
-Ah, mura- disse l’altro facendo spallucce –Ne so qualcosa-
-E tu come ti chiami?- gli domandò Sofia, la moderatrice, accavallando le gambe.
-Io sono Eren- rispose quello sollevando il mento con sguardo fiero.
-E perché sei senza voce?- gli domando una ragazza dai capelli rossi prima che quello potesse aggiungere altro.
-Bhè- rispose il ragazzo biondo seduto vicino a lui, un po’ titubante –Perché urla sempre-
-Urla?- domandò la ragazza alzando un sopracciglio –Che cosa urla?-
-Io ucciderò tutti i giganti!- disse Eren battendosi la mano sul petto nel chiaro tentativo di urlare a squarciagola quella frase che però  risultò poco più di un sussurro rauco.
-Emh, Eren- gli bisbigliò all’orecchio l’amico biondo.
-Che c’è, Armin?-
-Anche tu sei un gigante…- fece quello.
Eren lo fissò per qualche istante con lo sguardo vuoto e perso.
-Ma io sono buono- rispose poi convinto –Ucciderò tutti i giganti tranne me-
-E..- fece di nuovo l’altro.
-Che altro c’è?- domandò il moro esasperato.
-Anche io poi divento un gigante- disse quello.
Eren alzò lo sguardo al cielo sospirando.
-Va bene, ti farò una lista dei giganti che non ucciderò, va bene?-
-E a te quali informazioni non hanno rivelato?- chiese Davide per rimandare la conversazione sui giusti binari ed evitare di uscire fuori tema.
-Mio padre non mi ha mai detto perché la nostra nazione fosse costretta a stare chiusa dentro delle mura ed essere attaccati e mangiati dai giganti, non mi ha mai detto che lui veniva dal mondo esterno e che tutti noi avevamo la capacità di trasformarci in giganti-
-A quanto pare non siamo gli unici ad avere un padre degenere- bisbigliò un ragazzo biondo ad un’armatura seduta accanto a lui.
-E la vostra amica come si chiama?- domandò Sofia osservando la ragazza coi capelli neri seduta alla sinistra di Eren.
-Eren- rispose quella con tono monocorde.
-Ah- fece Sofia grattandosi una guancia con l’indice –Anche tu ti chiami Eren?-
-No- rispose Armin, lievemente in imbarazzo –lei si chiama Mikasa. È che lei dice solo questo-
-Eren- ripetè la mora con tono più convinto guardando il biondo.
-Un po’ come Groot dei Guardiani della Galassia che dice solo “io sono Groot”- aggiunse Eren.
-Uh! Bello quel film!- commentò un ragazzo con gli occhi azzurrissimi e i capelli scuri.
-Ok…- commentò Davide, desideroso di cambiare argomento –E tu che ci dici?- fece poi indicando il ragazzo biondo che poco prima aveva fatto un commento sul padre.
-Io sono Edward Elric- rispose questo, anche lui con sguardo fiero, scandendo ogni parola –Sono l’Alchimista d’Acciaio. Mio padre non mi ha mai detto che era immortale, che è stato lui a trasmettere l’alchimia in tutto il mondo e che ha assistito alla creazione del primo homunculus, creature malvage e immortali che usano pietre filosofali create col sacrificio di numerosi esseri umani- spiegò –E poi, bhè, ci ha abbandonato da piccoli senza nessuna spiegazione, un grande classico, non poteva mancare-
-E dai fratellone- mormorò la grossa armatura seduta sulla sedia al suo fianco –Avrà sicuramente avuto le sue ragioni-
-Quell’armatura ha parlato!- strillò un ragazzo moro con gli occhiali da vista tondi sobbalzando sulla sedia.
-Calmati, Harry- sussurrò la ragazza dai capelli crespi seduta accanto a lui –Non farci fare brutte figure. Era evidente che ci fosse una persona dentro. E poi, dai, sei un mago e ti stupisci per una cosa simile?!-
-Si, più o meno- sussurrò l’armatura.
-Lui è mio fratello Alphonse- spiegò Edward –A causa di una trasmutazione umana proibita ha perso il suo corpo e ho legato la sua anima a questa armatura, quindi in realtà è vuota-
-Ma non vi preoccupate, alla fine riavrò il mio corpo- spiegò Al con tono rassicurante.
Il ragazzo dagli occhi azzurri prese la parola.
-Anche io come il piccoletto-
-CHI HAI CHIAMATO PICCOLO FAGIOLINO INSIGNIFICANTE?- lo interruppe Edward urlando, trattenuto dal fratello per evitare che corresse dal moro per dargli un pugno sul naso.
Il ragazzo lo guardò con la fronte aggrottata ma poi proseguì, come se nulla fosse accaduto.
-Anche io sono stato abbandonato da mio padre. Ma non è questa la cosa rilevante che non mi hanno mai detto. Non mi hanno mai rivelato che mio padre era un Dio greco, Poseidone. Mi chiamo Percy Jackson, piacere- disse sorridendo –Inoltre non mi hanno mai detto che esisteva un campo per i semidei come me, che in realtà non ero né dislessico né iperattivo ma semplicemente che il mio cervello era impostato sul greco antico e che i miei riflessi da battaglia erano sempre pronti a scattare-
-E il tuo amico come si chiama?- domandò Davide rivolgendosi al ragazzo biondo e con gli occhi azzurri seduto vicino a lui. Il moderatore non potè far altro che notare la somiglianza fisica tra sé e quel ragazzo.
-Io sono Jason Grace- rispose quello con un sorriso gentile –Sono un semidio figlio di Giove. Ho una storia simile a quelle già raccontate: memoria cancellata, genitori bugiardi che non sapevo nemmeno chi fossero, rapimenti. Solita routine insomma- concluse con un’alzata da spalle.
-Anche io ho avuto un genitore che non mi ha rivelato delle cose- disse la ragazza dai capelli rossi dopo l’intervento di Jason –Io sono Clarissa Fray, ma potete chiamarmi Clary, e mia madre non mi ha mai detto che sia io che lei siamo delle shadowhunters, cacciatrici di demoni, e non mi ha detto che mio padre era un uomo malvagio che è andato contro la nostra comunità, la sua stessa gente-
-Ah, di tutte le cose che non ti ha detto sono queste quelle che ti danno fastidio?- domandò con tono freddo il ragazzo biondo che le stava seduto accanto, le gambe allungate verso il centro del cerchio e le braccia incrociate al petto.
Clary lo guardò con sguardo interrogativo.
-Non ti da fastidio che non ti abbia detto che io e te siamo fratelli? Sarebbe stato carino saperlo prima che ci baciassimo, non trovi?- spiegò lui.
-Hai baciato tuo fratello?!- domandò Tris con sguardo disgustato.
-Hai baciato tua sorella?!- le fece eco Jason.
-Ehi! Non avevamo idea di essere imparentati! Non ci eravamo nemmeno mai visti prima!- si difese Clary con tono combattivo.
Un silenzio teso calò sul gruppo.
-Bhè- ruppe il ghiaccio Newt –A me non hanno nemmeno detto che ce l’avevo una sorella. E non mi hanno nemmeno detto che, al contrario di tutti gli altri, non ero immune al virus che aveva devastato il nostro mondo e che portava alla pazzia e poi alla morte-
-E come è andata a finire?- chiese Armin.
Newt fece spallucce.
-Mi hanno fatto morire come un cane. Ho tante fangirl, era prevedibile-
-Un classico- commentò Percy.
-Noi siamo fratelli e non ci siamo mai baciati, vero fratellone?- chiese una ragazzina cieca seduta su una sedia a rotelle voltandosi verso il ragazzo che le teneva la mano.
-E voi siete?- domandò Sofia.
-Io sono Nunnally-
-Io sono Lelouche. E il protagonista sarei io, così, per dire-
-A me non hanno mai detto che mio fratello era Zero, il capo dei terroristi che ha ucciso tante persone innocenti- disse lei con tono triste.
-Ma perché io non sono Zero! Lalalalala- rispose il ragazzo infilandosi due dita nelle orecchie in un gesto infantile.
-Comunque- disse, quando ebbe finito -A me non hanno mai detto che Suzaku, il mio migliore amico di infanzia, era ancora vivo-
-Bene- fece Sofia guardando il sottile orologio che portava al polso –Chi manca?- domandò guardandosi intorno e fermandosi con lo sguardo sugli unici due ragazzi che ancora non si erano presentati –Tocca a voi, siete gli ultimi-
Il ragazzo coi capelli scuri e gli occhiali si alzò in piedi con una lentezza solenne, estrasse una pergamena che srotolò lasciandola cadere a terrà e che rotolò fino ai piedi di Quattro che era seduto esattamente di fronte a lui.
Si schiarì la gola con un colpetto di tosse e prese ad elencare.
-Io sono Harry Potter e non mi hanno mai detto che: ero un mago, i miei genitori erano stati uccisi dal mago oscuro più potente della storia che io ho sconfitto quando ero solo un neonato, cosa che ovviamente non mi hanno mai detto. Quindi, ovviamente, non mi hanno mai detto nulla sul mondo magico e che io fossi famoso. Non mi hanno mai detto che Sirius Black, che tutti credevano avesse tradito facendo così morire i miei genitori, in realtà era il mio padrino e gli voleva tanto bene e in realtà non li aveva uccisi lui, non mi hanno mai detto che mio padre era un maiale, non mi hanno mai detto che avrei dovuto vivere per poi morire come carne da macello, non mi hanno mai detto che ero un horcrux accidentale del mio nemico, non mi hanno mai detto che il professore che più odiavo a scuola in realtà era un brav’uomo ed era innamorato di mia madre, non mi hanno mai detto dell’esistenza degli horcrux, non mi hanno mai-
-Ok Harry- lo interruppe la ragazza seduta vicino a lui posandogli una mano sul braccio –Credo che il concetto sia chiaro-
Il ragazzo la fulminò con lo sguardo.
-E lei- riprese con tono irritato –è Hermione e non mi ha mai sostenuto, è sempre stata tutta un “Harry, non c’è nessuna voce” o “Harry, nessuno ha gridato”, “Harry, niente tira le carrozze” o…-
-Ok, ok- s’intromise Sofia agitando le mani davanti al volto –Stiamo andando fuori tema-
-Perché non sono finita in Corvonero?!- borbottò tra sé Hermione voltandosi dall’altra parte con fare offeso e accavallando sia gambe che braccia –Devo fare un discorsetto al Cappello Parlante-
-Bene, per oggi il nostro tempo è scaduto- prese la parola Davide –Vi ringraziamo per essere venuti e per il vostro contributo, ci vediamo al prossimo incontro settimana prossima-
-Arrivederci e buona serata- aggiunse Sofia con un sorriso.
Mentre i due moderatori osservavano i partecipanti alzarsi dalle loro sedie e sfilare verso l’uscita parlottando tra loro, lei si chinò verso di lui.
-Ho bisogno di bere. Qualsiasi cosa purché sia forte-
-Andiamo-

 
   
 
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