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Autore: _Agata_    11/10/2018    1 recensioni
Sul forum EFP, MissChiara lancia "la challenge capricciosa". Questa storia è il contenitore per raccogliere i vari racconti che parteciperanno a questa challenge, e che saranno per l'appunto variazioni sul tema dell'ambientazione "Il Signore degli Anelli", e variazioni sui temi proposti da MissChiara.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta che Rosie si era trovata al capezzale del signor Frodo, era stato il 13 marzo 1420. Si sentiva male, aveva la febbre, a tratti era incosciente, a tratti delirava, a tratti era come immerso in un incubo angoscioso da cui non riusciva a svegliarsi. Era sola: suo padre era uscito, Sam in giro per la Contea. Non sapeva cosa fare. Aveva provato ad abbassargli la temperatura con impacchi freddi sulla fronte, a fargli bere almeno qualche sorso d’acqua. Era parso che nulla facesse effetto, ma improvvisa come era venuta, quella crisi se ne andò. Nel primo sguardo riconoscente che Frodo, ancora pallido e sudato, le rivolse, e nel suo sorriso tirato ma sincero, c’era qualcosa che fece arrossire Rosie fino alla punta dei capelli.
Non disse nulla a Sam. Non avrebbe saputo che cosa dirgli. Dopo tutto, il signor Frodo l’aveva solo guardata. In un modo da mettere l’anima a nudo, ma solo guardata. Seppe di aver fatto bene quando Sam chiese la sua mano, e pochi giorni dopo le chiese se le sarebbe dispiaciuto trasferirsi a Casa Baggins. Non sapeva se sarebbe stato facile dividere il tetto con il signor Frodo, ma non poteva certo costringere Sam a scegliere fra lei e il suo padrone (perché anche se lui si ostinava a chiamarlo così, in realtà era evidente che fosse il suo più caro amico).
 
Frodo si rendeva conto di mettere Rosie a disagio, eppure non poteva farci nulla. Raccoglieva le briciole di un amore che a lui era precluso. Si sentiva escluso dalla vita che stava rifiorendo nella Contea, come se non fosse per lui, come se a lui non toccasse. Osservava gli altri vivere felici senza riuscire a condividere la loro felicità. Come se fra lui e loro si ergesse una barriera. Aveva perduto troppo in quella cerca. Non voleva mancare di rispetto né a lei né a Sam, ma non riusciva a fare a meno di desiderarla. Di desiderare la normalità che lei rappresentava. Una moglie, una famiglia, un focolare.
E quando la guardava, così ridente e gioviale, provava uno struggimento talmente forte da diventare doloroso. Ma non osava rubarle un bacio, né azzardare una carezza fra i capelli o sulla mano. Sapeva di doversi aspettare un rifiuto, ma forse temeva anche di più la remota ipotesi di non incontrarlo. Che cosa avrebbe fatto, a quel punto? Con che cuore avrebbe tradito Sam, che era gli era stato leale fin nel cuore dell’Oscurità, così fedele da farsi carico del suo peso quando lui era troppo consumato per muovere un solo passo ancora? E allora si accontentava di sognarla, di guardarla, di spiare la sua felicità. E sapeva che quella felicità non gli sarebbe mai appartenuta.
 
Nonostante l’iniziale titubanza, si era abituata con straordinaria facilità alla vita a casa Baggins. Rispetto alla dimora in cui era cresciuta, era un palazzo. Non avrebbe mai pensato, sposando Sam, di trovarsi circondata da tutti quegli agi; non che le fosse importato, ma non poteva negare di essere tutt’altro che dispiaciuta. In brevissimo tempo si era scoperta profondamente riconoscente al signor Frodo: perché si spendeva affinché loro fossero felici anche se lui non riusciva ad esserlo, perché nonostante il suo volto tradisse le sofferenze che lo attraversavano, faceva finta di nulla. Assieme a Sam si prodigava per ricoprirlo di cure ed attenzioni, senza riuscire a rendergli nemmeno la parvenza della gioia di una pacifica vita hobbit. Lo vedeva staccarsi man mano da tutto ciò che aveva amato.
Solo a tratti, per brevi e fugaci istanti, vedeva una scintilla riaccendersi nel fondo degli occhi del signor Frodo. Accadeva se la vedeva correre ridendo, con i capelli sciolti nel vento, sul prato davanti a casa Baggins; se seduta sotto il mallorn elfico che Sam aveva piantato al posto del vecchio albero della festa, i loro sguardi si incontravano e lei gli sorrideva con affetto; se al suono di una musica lontana, lei si metteva a canticchiare e accennava un ballo da sola. Ma durava solo un istante, poi lui distoglieva lo sguardo e si allontanava. Forse avrebbe potuto chiedergli se voleva danzare con lei, ma non trovò mai il coraggio.
 
Quando Sam, l’autunno successivo, le chiese se pensava di poter fare a meno di lui per un po’, un paio di settimane al massimo, affinché lui potesse accompagnare il signor Frodo per un viaggio, Rosie intuì che per il padrone di casa Baggins sarebbe stato l’ultimo. Non avrebbe più rivisto la scintilla sul fondo dei suoi occhi, non sarebbe più arrossita per il sorriso accennato che appena lui osava rivolgerle. Con la sua piccola Elanor fra le braccia, rimase sulla soglia di casa a guardarli allontanarsi. Quando erano ormai giunti al termine del viale che percorreva la collina, portò le dita alle labbra ed osò scoccare un bacio in direzione dei viaggiatori. In quel momento, il signor Frodo si voltò. Non seppe se l’avesse vista, ma volle immaginare di sì. Non seppe se le sorrise o se i suoi occhi si accesero per un istante di quella scintilla che aveva imparato a riconoscere. Quella volta, non arrossì. Che al termine del viaggio tu possa trovare la pace e la felicità che non abbiamo potuto renderti da questo lato del mare, pensò mentre il fischio del bollitore la richiamava in casa.


Prompt fornito da MISSCHIARA per LA CHALLENGE CAPRICCIOSA: 
1) * Frodo / Rosie Cotton 
Questa è cattiva! Considerando tutto ciò che ha fatto Sam per Frodo, se al ritorno a Hobbiville quest’ultimo gli fregasse Rosie, sarebbe il massimo! Ma ho pensato anche che, proprio perché c’è di mezzo Sam, non è detto che Rosie accetti le avances di Frodo ^^ 
  
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