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Autore: Piccola_Luna    11/10/2018    0 recensioni
Allison, Daniel, James e Callie. ultimo anno di liceo, tutta la vita davanti, una forte amicizia. ma l'amicizia può dimostrarsi debole quando ci si mette anche l'amore?
-“Questo è il nostro ultimo anno e tutto andrà bene, me lo sento”
-“Stavo sperando che noi due potessimo chiarire speravo che tu capissi perché non te ne parlavo. Ma come hai detto tu sei la mia migliore amica, non sono tenuto a darti spiegazioni”
-“Comunque dovresti evitare di lasciarmi segni sai?"
-“Io ti amo, sono innamorato di te"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 4
 
James’s Pov

La lezione era già iniziata, ma lei non era ancora tornata. Se fosse stato per me li avrei seguiti, ma sia Dan che Allison mi avevano fermato. In fondo avevano ragione, erano fatti loro, dovevano sbrigarsela tra loro due. Ma ero preoccupato, non ero calmo. Non mi fidavo del tutto di Jason, era diventato imprevedibile negli ultimi tempi. Continuavo a stringere i pugni, mentre osservavo la porta “Smettila James, non è una cosa che può risolversi in qualche minuto” mi sussurrò Dan, mentre prendeva appunti. annuì, ma non l’avevo sentito veramente, perché lei doveva tornare, subito.
Guardai l’orologio, ed era già passata mezz’ora, fissai Allison ma lei sembrava tranquilla, maledizione, come faceva a esserlo. Potevo chiedere di andare in bagno e andare a cercarla, ma poi che figura avrei fatto? Insomma una volta trovati cosa potevo fare o dire? “Scusa, non mi fidavo di lui e poi voglio sapere cosa vi state dicendo”? no dai, avrei fatto proprio una figura. Il rumore della porta mi riporto alla realtà. “Prof, mi scusi, ma non stata bene, ed ero in bagno” Callie era più pallida rispetto a quando era uscita, e gli occhi erano lucidi. Sembrava che stesse veramente male. Cosa diavolo era successo, sicuramente aveva pianto. La prof non fece domande, molto probabilmente convinta dalla condizione della sua faccia. La guardai mentre prendeva posto. Neanche uno sguardo, né un sorriso. Stava cercando di evitarmi. Notai che Allison non aveva distolto la sua attenzione dalla lavagna, come se il rientro di Callie non la toccasse minimamente. Sembravo io l’unico a vedere in che condizioni fosse? La osservai ancora, le guance arrossate, gli occhi lucidi, i capelli un po’ scompigliati. Ma sempre bella, bella e semplice. Non ero calmo, ma averla lì, aveva sedato un po’ la mia agitazione, e così cerca di seguire gli ultimi momenti di lezione, almeno per capirci qualcosa.
Al suono della campanella, Callie era già sgusciata fuori dalla classe, seguita da Al, evidentemente aveva scelto di evitarmi. Molto probabilmente non aveva il coraggio di affrontare anche me, o aveva paura di come potevo reagire. Non sapevo cosa si fossero detti. Ma avevo un brutto presentimento, me lo sentivo che ci avrei rimesso di nuovo io. “Jam, non fare pensieri, non sa ancora cosa sia successo” la voce di Dan mi sembrava lontana, non dovevo pensare per lui. Certo, la faceva facile, lui, non aveva di questi problemi. “Infatti non stavo pensando a niente” “Ragazzi, ma Callie sta bene?” domandò Bill, girandosi a guardarci. “Si, non ti preoccupare sarà solo stanca” dissi. Era chiaro che anche Bill aveva capito che stavo mentendo. Ma evidentemente aveva deciso di restare fuori. Mi piaceva Bill, sapeva il fatto suo. Certo non ci avevo passato chissà quanto tempo insieme, però non era male. “E così, ti farai dare ripetizioni da Allison eh?” dissi, facendogli l’occhiolino. Ero certo che a Bill, Allison non era differente e dal rossore delle guance doveva essere così. “Si beh, ne ho proprio bisogno se non voglio partire già con un voto basso” “Aah ho capito. Quindi non hai scelto lei perché hai un piccolo interesse?” dissi, ridendo, ma la mia risata era stata sepolta da un colpo di tosse, irritato, di Daniel. “Beh è una bella ragazza, senza dubbio. Ma per ora non sono interessato” annuì semplicemente, un po’ imbarazzato “Ah, ho capito hai una ragazza allora” “Oh nono. Solo che sono appena arrivato e per ora voglio mettermi in pari con le lezioni. Magari più avanti un pensierino potrei farlo” rispose sorridendo. “Bravo ragazzo” affermai, “Magari su qualche altra ragazza no?” guardai il mio migliore amico, “Vabbè ma che c’è di strano, Allison è stata una delle prime ragazze che ha conosciuto, e poi è bella, è normale che ci possa fare un pensierino” mi guardò stralunato, come se avessi detto chissà che roba “Oh Dan, scusami, io non sapevo che tra te e Allison” “Tra me e lei non c’è proprio niente. Siamo migliori amici. E ora scusatemi” si alzò e lasciò l’aula scazzato. “Beh devo dire che oggi sono un po’ tutti nervosi. Scusalo Bill.” Il ragazzo semplicemente mi sorrise, per poi tornare a sedersi al suo banco. Non capivo la reazione di Dan, è vero era stato sempre un tipo geloso nei confronti di Allison, ma mai così esageratamente. Mancavano ancora due ore alla fine della scuola, e non avremmo poi avuto gli allenamenti. Poco prima dell’arrivo del professore, entrò Callie. Da sola. Non aveva più gli occhi lucidi, sembrava più tranquilla. Eppure non mi aveva ancora guardato. E in quel momento provai rabbia. Rabbia perché mi stava escludendo da una situazione in cui anche io c’entravo. Ero arrabbiato perché non mi guardava, ma soprattutto perché non sapevo cosa fosse successo. Il professore si accomodò, sembrò non notare l’assenza di Allison e di Dan che magicamente erano spariti nel nulla. Non fece manco l’appello, per essere sicuro che ci fossimo tutti, molto probabilmente se mi fossi alzato e uscito dalla classe neanche se ne sarebbe reso conto.
Continuavo a fissarla e lei niente, nessuno sguardo, niente. Strinsi i pugni, cercando di calmarmi. Perché si comportava così, cosa era successo?
 
 
 
Allison’s Pov

Osservai James, che restava in silenzio ad osservare Callie, studiando i suoi movimenti. Lei però non dava un cenno di risposta non lo guardava. in bagno non aveva parlato, si era sciugata gli occhi, sistemata la faccia, e mi aveva solo abbracciato. Ma non mi aveva parlato. Molto probabilmente lei e Jason si erano lasciati, ma chi avesse fatto cosa e le dinamiche non le sapevo. James era abbastanza agitato, ma non capiva che per oggi Callie era meglio lasciarla sola. Molto probabilmente aveva bisogno di metabolizzare. Dan invece non aveva mosso ciglio, non si era interessato a niente, aveva seguito solo le lezioni, mi persi a guardarlo, e dovevo ammetterlo, che capivo perché alcune non sapevano resistere al suo fisico. Da sotto la felpa potevi vedere i muscoli risaltare. Come se quei muscoli stessero urlando “Ehi. Siamo qua, ci vedi? Guardaci, toccaci” era un invito. Mi morsi il labbro, accorgendomi che Dan mi stava osservando. Gli occhi più scuri. Non riuscì a non guardarlo. Lo fissai, sapevo cosa stava pensando, sapevo che desiderava anche lui quello che stavo desiderando io, ma ne valeva la pena? Correre il rischio? Avevamo abbastanza problemi da gestire ci mancava solo un altro problema.  Distolsi lo sguardo, tornando a concentrarmi sulla lezione. Sentendomi i suoi occhi addosso.
Terminata la lezione, mi stiracchiai, Callie era rimasta in silenzio e zitta, inoltre notai Dan fermare James e dirgli qualcosa, poi li rividi sedersi ai loro posti. Dovevo parlare con Dan, mi alzai e mi avvicinai “Dan, ti va di accompagnarmi a prendere l’acqua?” lo vidi annuire. La macchinetta distava pochi passi dalla classe. “Secondo me si sono lasciati, ma non saprei dirti chi ha fatto cosa.. Callie non ha parlato è solo molto scioccata penso perché non se lo aspettava così velocemente” dissi abbassandomi a prendere l’acqua. “James darà fuori di matto se lei non gli parlerà. Ho già dovuto trattenerlo” “Si ho visto, ma anche lui deve capire che deve metabolizzare” affermai, mentre inserivo la moneta e selezionavo il numero. “Si beh, ma deve chiarire anche con lui” disse, portandosi una mano a sistemarsi i ciuffi “Ogni cosa a tempo debito. Prima risolvere con Jason, poi potrà affrontare anche James” mi abbassai a prendere l’acqua e quando mi rialzai, notai il suo sguardo. Lo guardai, un po’ confusa e poi mi ritrovai contro il muro, bloccata da lui e nascosta dietro la macchinetta. Inarcai la schiena a causa del colpo, e poi lo guardai. Dio sembrava famelico, mi morsi il labbro mentre lo guardavo. E il bacio che avevo agognato per tutta la mattinata arrivò, prima mi baciò delicatamente, come per chiedermi il permesso poi mi morse il labbro superiore, per poi sentire la sua lingua intrufolarsi. Non lo feci aspettare, gli diedi l’accesso, portando le mie mani, di cui una impegnata a tenere la bottiglia, dietro il suo collo. Le nostre lingue entrarono in contatto. Sentivo le sue mani spostarsi su di me, dalla vita alla schiena, fino al collo, una mi afferrò i capelli facendomi inclinare la testa. Mi feci scappare un gemito, e lui ricambiò stringendomi ancor di più a lui, spingendomi sempre di più contro il muro. Fu il rumore di una porta che sbatté a farci staccare, lo guardai con il fiatone. Aveva gli occhi lucidi e le labbra rosse per via del bacio, ci allontanammo. Non gli chiesi niente, neanche perché l’avesse fatto. Lo desiderava, come lo desideravo io.
Appena varcata la porta della classe, ci ritrovammo non solo la prof seduta alla cattedra, ma James sempre più scuro in volto, Bill girato verso Callie e Callie seduta al suo banco, con la testa china.
“Cosa è successo?” domandai, senza farmi sentire, una volta raggiunto il posto, a Bill. “Niente, lei ha abbassato di colpo la testa, e singhiozzava, James si è avvicinato, ma lei l’ha mandato via un po’ brusca” annuì al discorso, e lo ringraziai. Con la mano toccai dentro la spalla di Callie, “Non venire agli allenamenti oggi.” “No, ho bisogno di distrarmi” pigolò, annuì semplicemente. 
La pausa pranzo sembrò durare molto poco, Callie aveva mangiato solo sotto mia pressione, eravamo rimaste appartate vicine al campo, così nessuno sarebbe venuto a rompere. Pensavo che Callie si sarebbe lasciata andare, invece non parlava. Di Jason non avevamo avuto notizie, sembrava si fosse volatilizzato. “Callie, sei sicura che ce la fai?” dissi, mentre ci stavamo cambiando: gli allenamenti sarebbero stati di nuovo al campo di football, questo voleva dire che aveva più opportunità di vedere sia Jason che James. “Si, devo abituarmici no?” mi chiese, anche se in realtà non si aspettava una risposta, era più un’affermazione con sé stessa. Lo spogliatoio iniziò a riempirsi, e il chiacchiericcio a diffondersi. Uscì fuori, nel campo per iniziare a sistemare. Mentre aspettavo il resto della squadra osservai l’altro lato del campo occupato dai ragazzi, notai su una panchina Bill, mentre Dan stava parlando con un gruppo di ragazzi, di Jason ancora nessuna traccia. Mi domandai se si sarebbe presentato, in fondo nessuno ancora sapeva niente, cosa fosse successo quella mattina era ancora un mistero visto che Callie non ne parlava e Jason non si era più visto nei corridoi. “allora incominciamo capo?” mi domandò, annuì posizionandomi.
 

Dan’s Pov
Bill aveva deciso di fermarsi, per seguire gli allenamenti, e iniziare a vedere come funzionava il gioco e lo schema.  Durante il pranzo ero riuscito a parlare con James, chiedendogli cosa fosse successo, con Callie, mentre io ero fuori. Aveva risposto che semplicemente lei l’aveva allontanato. Fissai il telefono per vedere se c’erano messaggi di Jason, che magari l’avvertissero che se ne era andato. Quando intercettai Eric negli spogliatoi lo bloccai “Eric, sai che fine ha fatto mio fratello?” questo alzò le spalle “A lezione c’era, ma ha detto di non aspettarlo per venire in qua. Ma penso che stia arrivando. Perché?” “Così, non l’ho più visto in giro da stamattina” Eric annui, “Era un po’ strano, ma non mi ha detto niente” lo guardai, sembrava sul serio non sapere niente. Annuì e lo lasciai andare a cambiarsi.  Ci mancava pure mio fratello che spariva. Era inutile stare ad impazzire, se voleva sarebbe venuto.
Iniziammo gli allenamenti, eravamo a metà di un’azione quando mio fratello si palesò in campo, già cambiato e come se nulla fosse si posizionò nella sua postazione. Fischiai, per fermare tutti “Ti sei degnato di venire” lo fissai, aveva una faccia sciupata, occhi quasi spenti, non rispose, iniziò a riscaldarsi Lasciai perdere e fischiai per far riprendere l’allenamento.
Tutto il tempo del gioco, la passai ad osservare James e Jason, non si guardavano, non si sfioravano, stavano uno più lontano dall’altro, neanche la palla si passavano.  L’allenamento peggiore della mia carriera, soprattutto perché la tensione cera percepita da tutti. Insomma le azioni sembravano meccaniche, inoltre non erano fluide ma quasi spezzettate poiché due giocatori non riuscivano a giocare in sintonia. “Pausa!” urlai, lasciando i ragazzi liberi di recuperare. Osservai la metà di campo occupata dalla squadra di cheerleader, avevano ripreso da poco, e non mi sembrava il caso di andare da Allison e disturbarla. Rimasi imbambolato a guardarla, le gambe lunghe, il fisico asciutto. Dovevo smetterla, già oggi avevo ceduto, nel corridoio rischiando di farci vedere. Scossi la testa, “Dan, posso parlarti un attimo?” mi domandò Eric “Hai notato che tuo fratello ha qualcosa che non va? Sembra perso...” potevo capirlo, insomma Jason era il suo migliore amico e non sapere cosa avesse poteva preoccuparlo. “Lo so, inoltre è arrivato in ritardo… ma penso che gliene parlerò quando saremo a casa stasera.”
Il vapore delle docce aveva raggiunto lo spogliatoio, e già faceva caldo, eravamo rimasti in pochi, Jason era già uscito, mi stava aspettando alla macchina, almeno aveva deciso di aspettarmi. Sentì la porta aprirsi e dei fischi dei pochi rimasti “Signorina, cosa ci fa lei qua?” domandò un compagno. Mi voltai per capire con chi stesse parlando. Dietro d me c’era Allison, impassibile, nonostante fosse in mezzo a dei ragazzi, mezzi nudi e che la guardavano quasi famelici. “Aria Ragazzi” “Sisi, capitano lo sappiamo, solo tua.” Affermò ridendo guardandomi. Vidi Allison fare un mezzo sorrisetto. “Ero venuta per sapere se avevi il passaggio per venire a casa. “Si, Jason è fuori che mi aspetta, ti portiamo noi no?” “Jason? È venuto? Comunque no, ho chiamato mio padre, non sapevo se ci sarebbe stato,” “Okay, comunque è arrivato a metà degli allenamenti” sussurrai, evitando di far sentire agli ultimi rimasti “Ciao Al! Dan, ci vediamo domani” “Okay, James, fatti sentire dopo nel caso” dissi guardandolo. “Non ti dico gli allenamenti, una tensione, abbiamo giocato proprio male.” “Si, anche Cal era nel suo mondo...” disse Allison, guardandomi.  Stavo per parlare quando Mike, ci interruppe “Dan, non riusciamo a staccare tuo fratello da James. Lo sta riempiendo di botte.!” Vidi Allison girare a guardare il ragazzo, poi me. Sbattei un attimo le palpebre e registrai la frase. Mio fratello, James botte. Corsi subito fuori verso il parcheggio. Non sapevo se Allison mi stesse seguendo o meno. Quando raggiunsi il posto, vidi Jason tenere James a terra, mentre alzava la mano in un nuovo pugno. Mentre James restava fermo, sembrava non reagire. Eric era già su Jason, cercava di bloccarlo. “Jason! Smettila immediatamente” urlai mentre con l’aiuto di Eric cercavo di fermarlo. Ma niente Jason sembrava una macchina. La cosa che maggiormente mi stupiva era James, che restava fermo e immobile.

James’s Pov
Non mi capacitavo di come fossi finito a terra con Jason sopra. Non capivo neanche perché non stessi cercando di difendermi. Io avevo solo sonno, e mal di testa e non vedevo l’ora di arrivare a casa. Erano bastate poco per far scattare Jason. “Chi aspetti?” “Nessuno, sto raggiungendo la macchina” “E dovrei crederti?” “Credi quello che vuoi, e ora lasciami passare” mi fronteggiava, e pochi metri mi dividevano dalla macchina. “E se non volessi ‘” “Jason non so cosa ti prenda, davvero, ma non è giornata” e poi mi ero trovato per terra, un dolo alla guancia per il pugno che avevo appena ricevuto. “La tua non è giornata è. Io sono stato lasciato da Callie. E scommetto che la colpa è tua.” Mi disse, mentre stringeva il pugno con cui mi aveva colpito.  Cercai di rialzarmi, “Jason, non so di cosa parlai” fu inutile, alzarmi perché poi me lo trovai addosso. Era inutile tentare di reagire. Era arrabbiato, e i pugni si susseguivano. “Jas! Smettila, alzati subito” vidi qualcuno tentare di bloccare Jason, ma non capì chi fosse. “Jason, per favore fermati” balbettai, cercando di calmarlo. Poi qualcosa mi bagno la guancia, una lacrima. Guardai Jas in viso, nonostante fosse arrabbiato, stava piangendo, non copiosamente, ma qualche lacrima stava solcando la guancia. “Me l’hai portata via” sussurrò, e per la prima volta, vidi un ragazzo diverso. Era un ragazzo che stava soffrendo per aver perso il suo amore. Un ragazzo che era arrabbiato molto probabilmente, prima che con me, con sé stesso. Forse è stato quel momento, che decisi di non reagire, lo lasciai sfogare, e questo mi costò un altro pugno, e sentì il labbro spaccarsi.
“Jason! Smettila immediatamente” Dan, e poi vidi lui scaraventarsi sul fratello, per togliermelo di dosso. Tornai a respirare quando non sentì più il peso addosso, ma non mi alzai, non ne avevo le forze. Poi vidi il viso di Allison, “James, mi senti?” dalla confusione, dalle botte era tutto ovattato, ma annuì. La vidi prendere una bottiglietta d’acqua, e passarla su un fazzoletto, che poi sentì sul viso. Mi scappò una smorfia, il bruciore delle ferite si stava facendo sentire. Con la mano di Bill, riuscì almeno a portarmi a sedere, guardai per un attimo dove fosse Jason, “Cazzo pensavi di fare è? Ti rendi conto di cosa hai fatto? Cosa potevi rischiare se ti vedeva il coach?” vedevo Dan urlare e sbraitare, davanti a Jason, che però non replicava. “Ti pare un comportamento maturo?!” “SMETTILA! Cosa ne sai tu? Eh? Non sono neanche cose che ti riguardano.!” Questo era Jason, “No? Sei mio fratello, e quello che hai preso a pugni fino adesso è il mio migliore amico! Siete compagni di squadra! Lui neanche stava reagendo! Te ne sei accorto?!” Dan era furioso. Continuava a gesticolare. “Se non ha reagito evidentemente sa di essere una merda!”
Poi si sentì un tonfo, un rumore di sacca sbattere a terra. Il rumore attirò l’attenzione di tutti, e guardai da dove provenisse. Callie era in piedi, pallida, con la sacca davanti a sé. Alternava lo sguardo da Jason a me, gli occhi strabuzzati.  Poi abbassò la testa, “Callie” sussurrai. “Tu sei una merda Jason! Tu e solo tu! Te la sei presa con lui per niente, solo perché sei tu che lo ritieni la causa dei nostri problemi. Ma in realtà sei tu il problema! Tu e il tuo carattere!” aveva urlato, facendo sussultare tutti noi. Jason aveva riabbassato lo sguardo, e abbassato di colpo le spalle. “Tirami su Bill” chiesi, mentre mi feci aiutare. Un rincoglionito, riuscì a restare sulle mie gambe. Non volevo intromettermi, perché avevo visto il suo sguardo disperato. Non guardai nessuno, né Allison, né Callie, e neanche Dan. Mi allontanai e andai verso la macchina, aprì il baule, appoggiai il borsone, e poi salì in macchina. Restai un attimo seduto, e mi guardai nello specchietto. Avevo il labbro e il sopracciglio spaccato e l’occhio stava iniziando a gonfiarsi. Guardai un’ultima volta in direzione dei ragazzi. Allison ora era accanto a Callie, Dan mandava via gli altri rimasti, mentre Eric e Bill seguivano Jason probabilmente verso la macchina. Misi in moto e partì per arrivare a casa.
Non mangiai, feci una doccia, mille pensieri in testa. Che cavolo era successo. Perché io non sapevo niente, perché lei mi sta escludendo dalla sua vita. Maledizione. Sbattei un pugno sulla parete della doccia. Uscito mi guardai allo specchio, l’occhio si stava un po’ gonfiando, e il labbro spaccato faceva un po’ male, decisi di disinfettarlo, e poi andai in cucina a prendere del ghiaccio da mettere sopra l’occhio. Non feci niente, non chiamai nessuno, e non scrissi a nessuno. Sentivo il telefono vibrare, ma non lo guardai. Mi sdraiai sul divano, e poi cercai di riposare.
 
Allison’s Pov
“Callie andiamo, mio padre mi sta aspettando, ti do un passaggio io” dissi, guardandola, mentre era ancora scossa. Lo eravamo un po’ tutti. James si era allontanato senza dire niente, Dan stava mandando via gli ultimi rimasti. Mentre Jason stava raggiungendo la macchina, accompagnato da Bill e Eric. “Noi andiamo Dan.” dissi, mentre mi abbassai a prendere la borsa di Callie. Vidi Dan annuire, mentre guardava Callie, rimasta immobile, non aveva ancora alzato la testa. Mimai un - ci sentiamo dopo – e poi spinsi Callie verso l’uscita, restò in silenzio. “Di qua Callie, è lì mio padre.” La vidi annuire, e solo quando raggiungemmo la macchina, risentì la sua voce, per salutare mio padre.  “Papà, Callie resterà da noi, dici che ci sono problemi per la mamma?” domandai, mentre mi accomodavo davanti. “Nono, sai come è tua mamma, prepara sempre da mangiare in più.”
“Mamma, ciao. Callie si ferma qui stanotte va bene?” “Oh certo, ciao cara, volete farvi una doccia mentre finisco di preparare?” “Si andiamo su” Callie mi seguiva, “Adesso, puoi anche piangere, urlare o parlare, sono stufa di portarti in giro come una bambola” la vidi reagire, mentre lasciava cadere il borsone “Non sono un disturbo vero?” “Se lo fossi stato, non ti avrei portata qua.” Dissi, mentre mi scioglievo i capelli “fatti una doccia, penso che ti aiuterà a pensare e a calmarti” andai in bagno, prendendo un asciugamano, e uno più grande per il corpo. Tornai in camera porgendoglieli, per poi cercare della biancheria pulita e un pigiama da prestarle “Prendi, io ti aspetto qua” la vidi annuire e prendere la roba che le stavo porgendo, per poi dirigersi verso l’uscita e andare in bagno.
Mi diressi verso la finestra, e osservai la luce della camera di Dan accesa, poco dopo la sua figura si stagliava di fronte. – Come sta? - vibrò il telefono, risposi subito -Non parla. Jason? - -Idem- appoggiai il telefono e osservai Dan alla finestra, si appoggiò ad essa e rimase lì fermò. I suoi occhi sembravano preoccupati ma anche confusi. Ma l’unica cosa a cui pensavo era quel bacio dato in corridoio, avevo voglia di correre da lui e ricambiare. Ma era solo una voglia, dettata dagli ormoni che ormai da troppo erano assopiti. Mi allontanai e andai a sdraiarmi sul letto, sperando che la doccia potesse aiutare Callie a parlare.
“Tua madre ci sta chiamando” affermò Callie entrando in camera, ci aveva messo relativamente poco, sembrava un po’ più calma. “Bene, andiamo, io la farò dopo la doccia”. A tavola Callie chiacchierò con i miei, mi ero resa conto che entrambi non facevano domande su Jason, o James, come se loro sapessero qualcosa. Li ringraziai mentalmente. Però sia io che Callie sapevamo che più tardi avremmo dovuto affrontare il discorso. Serviva a me per capire, ma soprattutto a lei per sfogarsi.
Dopo essermi fatta la doccia, e averla lasciata davanti ad una tisana fumante entrai in camera. La vidi seduta a gambe incrociate sulla brandina posta da mia madre. “Callie, puoi dirmi cosa sta succedendo? Se non vuoi nei minimi dettagli, almeno una panoramica. non puoi tenerti tutto dentro, ti sei vista? Sei pallida, e sembri quasi un automa” affermai, decisa, posizionandomi davanti a lei. Poi iniziò a piangere, pianse tanto, non parlava, piangeva. Era un pianto disperato, sofferto e liberatorio.
“Io… e Jas..., noi, ci siamo lasciati.” Disse tra un pianto e l’altro, capì parole come “tradito” “James” “carattere” ma tutte molto incomprensibili, dato che le farfugliava tra le lacrime. L’abbracciai, mentre iniziava a calmarsi, a riprendere un respiro tranquillo. “Ha insinuato che l’avessi tradito, che con James c’era stato qualcosa. Io ho continuato a ripetere che non era vero, che non c’era stato niente tra di noi, che era lui e il suo carattere che stava mandando a rotoli tutto. Così l’ho lasciato. E ti giuro Al, non era pianificato, le parole sono uscite da sole” farfugliò, mentre si asciugava gli occhi. “Ha affermato che in realtà io provo qualcosa per James, ribadendo che lui per me qualcosa lo prova” “è per questo che non l’hai più guardato o non ci hai più parlato?” la vidi annuire, “Si, avevo paura di trovare conferma delle parole di Jason...” “Ti hanno messo dei dubbi?” domandai, mentre lei si bloccò. “Si” non feci più domande, avevo capito che era troppo per lei quella sera. L’abbracciai, e poi ci mettemmo a vedere un film comico, per tirarle su di morale. Callie fu la prima ad addormentarsi, evidentemente provata. Io la seguì poco dopo.
Fui svegliata dal rumore di una sveglia, aprì gli occhi, notando che Callie fosse ancora sotto le coperte, così mi alzai, mi diressi in bagno, a prepararmi, l’avrei svegliata con calma, visto che era ancora presto. Scesi di sotto e feci colazione, poi tornai in camera, era arrivato il momento di svegliarla, aprì le veneziane e la finestra per fare arieggiare. “Ehi... bella addormentata oggi c’è scuola. non vorrai arrivare tardi.” Bastarono quelle due paroline per vederla alzarsi di botto, ancora mezza addormentata, “Che ore sono” domandò, ancora confusa “Fai con calma, hai tempo di fare colazione e poi scegli qualcosa di mio. Ci porta mia mamma” dissi, mentre sistemavo i libri “Grazie” disse, per poi uscire. – a che ora uscirete? Perché non vorrei che si incontrino- scrissi a Dan – Noi usciamo tra poco- -Ok, noi allora quando vedo che siete usciti, andremo, ci vediamo in classe- inviai il messaggio e poco dopo arrivò Callie. “Sei pronta? Perché se non te la sentissi, restiamo a casa. Non succederà niente se non ci vai” dissi, facendo bloccare i movimenti di Callie nel vestirsi.  “Dimmelo, e non ci andiamo, restiamo a casa, guardiamo qualche cosa mangiamo gelato a non finire e poi ti riporto a casa” continuai, e poi le sue braccia mi avvolsero. “Io ce la farò, se tu sarai lì con me.” Sussurrò, tra le lacrime, la strinsi a me. “Io ci sarò sempre” “Non posso scappare infondo” disse allontanandosi, “Ma non scapperesti, spariresti solo per questa giornata” “No Al. Io devo farcela.” Disse alzando lo sguardo determinata. “è anche colpa mia se ieri Jason ha picchiato James, non posso non presentarmi. Farei un torto ad entrambi.” Disse, per poi riprendere a vestirsi e non guardarmi. Scesi di sotto, per aspettarla. “Ciao cara, Callie è già in piedi?” “Si mamma, si sta vestendo. Dici che papà riesce a portarci a scuola?” chiesi mentre la guardai prendere il giubbotto per uscire. “Penso di sì tesoro. Ma va tutto bene?” “Si, mamma. Tranquilla, buon lavoro” le diedi un bacio e poi mi andai a sedere in cucina. Dalla cucina osservai Dan e Jason uscire. “Allison, avete bisogno di un passaggio per andare a scuola?”  domandò mio padre, appena entrato in cucina, intento a prendersi una tazza di caffè, e stranamente era in tuta. “Non lavori oggi?” “No, giorno di riposo” mi disse. Non era mai di troppe parole, e sinceramente mi sembrava pure strano vederlo a casa. “Allison, devo chiederti un favore. Stasera, potresti restare da Dan?” lo guardai un po’ confusa “Se non è un disturbo per loro sì. Ma perché?” domandai scrutandolo. “Voglio fare una sorpresa alla mamma” mi disse, tranquillo. Sinceramente sarebbe stato anche molto dolce, ma fu lo sguardo che gli vidi. Lo sguardo che ogni uomo ha quando sta pensando ad una determinata cosa. Feci una faccia disgustata, “Dio papà. Va bene resto fuori”. “Al io sono pronta.” Guardai Callie, comparsa sulla soglia e guardai mio padre.
A scuola c’era tensione, era palpabile, solo che non era solo tra gli studenti, ma anche i professori sembravano sapere. E tutti osservavano Callie, e alcuni studenti bisbigliavano, odiosi, come se io non potessi sentirli. Mentre ci avvicinavamo vidi Dan e James vicino al portone “Sei ancora in tempo” dissi, fermandola. Lei mi guardò, prese un respiro profondo, guardò James e poi mi riguardò. “No, voglio farlo.”
 

Callie’s Pov
Mi sentivo fissata, lo sapevo che la notizia di un litigio tra Jason e James era già arrivata. Ma mi preoccupavo che anche i professori potessero sapere qualcosa, visto che anche alcune occhiate di loro erano arrivate. Non avevo sentito nessuno la sera prima. Ne Jason, ne James. Allison era stata così carina a lasciarmi il mio spazio, e a lasciarmi pensare. E forse aveva ragione lei, potevo starmene a casa a dormire. Ma quando fui arrivata al portone e guardai James, sentì di aver fatto la cosa giusta. James ricambiò il mio sguardo, per poco, per poi riabbassarlo.  “Jam. oh mio dio. James! che ti è successo?” la voce stridula di Jessica, e ancor più finta di come la ricordavo si intromise. La vidi avvicinarsi a James e toccarle il viso. Sentì una rabbia dentro di me, lei non poteva, non doveva toccarlo, chi era lei per farlo? “Questo è il risultato della tua bocca larga” rispose James, a denti stretti. La vidi allontanarsi “Ma di cosa parli?” “Lo sai benissimo. Ti sei intromessa in qualcosa che non c’entravi, hai raccontato tutti i particolari a Jason di quella notte. cosa pensavi che Jason ci sorvolasse sopra? Mm? Sei patetica lo sai?” disse guardandola, in effetti Jessica sembrava sul serio offesa, quasi triste per come James la stava trattando.  “E tu allora? Cosa sei? Cerchi ragazze che le assomigliano, e poi te le porti a letto, solo per immaginarti che sia lei quella che stai baciando o con la quale stai facendo l’amore.” Disse alzando la voce e avvicinandosi a James, che strabuzzò gli occhi. Rimasi impietrita, sentirlo dire così ad alta voce, e trovando conferma negli occhi di James era molto traumatico. Sentì poi la mano di Allison sfiorarmi il braccio.  “Cosa ne vuoi sapere tu eh?! Tu non sai niente.” E fece un passo in avanti, verso lei, Dan si mise in mezzo cercando di tenerlo fermo, molto probabilmente aveva paura che potesse fare qualche cavolata avventata. “Io te la ricordo, no? Per questo sei venuto a letto con me, non eri poi così ubriaco, hai preferito crederlo per giustificarti.” e lo sguardo di Jessica si riempì di rabbia“Infondo io assomiglio a Callie. Ma guardati... non hai neanche le palle di dirle che sei innamorato di lei.” Il tono era stato tagliente, come la lama di un coltello, era calato il silenzio. Io non sentivo più bisbigli, non sentivo più Allison sussurrarmi che andava tutto bene. “Sai Jessica, sei buona solo per una cosa. Anzi forse neanche per quella” l’occhiata di James, era chiara, tutti avevano capito di cosa parlasse. Io restavo immobile, ad osservare la scena che mi sembrava troppo sovrannaturale per crederla vera. James restava immobile, vidi che anche Bill si era avvicinato, come notai il fatto che molti studenti osservavano la scena. Jessica sembrava pronta a ribattere, ma fu bloccata sul nascere “Penso che tu ora possa andare. Hai parlato fin troppo per i miei gusti” la voce tagliente di Allison, aveva fatto girare Jessica verso di noi, sembrava pallida, e ancora arrabbiata per l’uscita di Jam. La mia migliore amica la osservava, impassibile, Jessica non parlò, non disse niente, ma non si mosse. Calò il silenzio, nessuno parlava, nessuno bisbigliava. Eppure sentivo gli sguardi curiosi su di noi.  “Non vedo cosa ci sia da guardare, riprendete quello che stavate facendo” pronunciò Allison e come se niente fosse, la folla intorno a noi si dileguò, in fretta, come se non fosse mai successo niente. Guardai James, trovando il suo sguardo, era arrabbiato, agitato, triste e imbarazzato. Cercai di fargli capire che io ero lì, che ci sarei sempre stata. Anche se negli ultimi giorni eravamo stati distanti.  “Sai, visto quanto ti piace parlare dei fatti degli altri, potrei iniziare a farlo anche io... Magari iniziando con tuo padre, che ne dici? Di un certo Tyler, che ne pensi?” il silenzio fu rotto da Allison, non capivo di cosa stesse parlando, e osservando gli altri capì che anche loro non sapevano.” No.… io... tu non.” Jessica era sbiancata, di qualsiasi cosa Allison parlasse l’aveva terrorizzata. “Ma come? Tu puoi rovinare la vita alle persone ed io no? Così non è giusto. Non mi lasci neanche un po’ di divertimento?” Fece una pausa, una pausa che fece lasciare Jessica senza respiro. “Se ti sento un’altra volta mettere zizzania tra i miei amici, Sai cosa farò.” Jessica annuì, poi mi guardò, non disse niente, se ne andò, seguita da alcune ragazze.  “Hai spaventato anche me, Alli.” disse Steve per smorzare la tensione, Allison sorrise, poi guardò James “Tu stai bene?” “Si... grazie. Qualcuno doveva farla star zitta. E grazie amico, non so cosa avrei fatto se non mi avessi bloccato” affermò, guardando Dan, che non aveva ancora fiatato e non si era nemmeno allontanato. “Abbiamo attirato un po’ di sguardi. Ma almeno abbiamo messo in chiaro le cose.” “Comunque io direi di entrare se no arriviamo in ritardo.” Continuò Bill, eppure io non avevo voglia di entrare, non sarei riuscita a concentrarmi. “Callie?” “Si, vengo” sussurrai, mentre mi incamminavo, e venni affiancata da James. Non mi parlò, ma neanche mi sfiorò, eravamo semplicemente vicino. Prima di attraversare il portone, guardai il giardino, di Jason non c’era nessuna traccia.
La lezione di due ore passò in fretta, o molto probabilmente così mi era sembrato, visto che non avevo seguito molto. Mi chiedevo dove fosse Jason, cosa avrei detto a James, che era stato osservato con occhio critico dal professore per via dell’occhio nero. Al cambio dell’ora, passando tra i corridoi gli studenti bisbigliavano su cosa fosse successo, sentivo i loro commenti, commenti stupidi, e alcuni anche cattivi, su Jason, James, su me. Arrivata al bagno mi chiusi dentro in un cubicolo. e mi appoggiai alla porta. “Hai sentito di stamattina?” sentì sussurrai da fuori “Si, hanno parlato di un confronto tra James e Jessica, e sembra che poi si sia intromessa anche Allison, e ovviamente la sconfitta. Insomma chi si metterebbe mai contro la regina.” “Beh, ma come mai?” ” Penso che c’entri la Grent, la fidanzata del maggiore dei Deil. O dovrei dire ex. Sembrano che si siano lasciati.” “Era sprecato per lei. Ma come mai?” “Ma scusa, tu frequenti sta scuola si o no? Lo sanno tutti. Per James” sentii una delle due sbuffare, mentre apriva il rubinetto dell’acqua “Madonna, tutti lei se li prende i più fighi? Fosse poi così bella. Insomma non è chissà che cosa. Ma ha tradito Jason con lui?”  “ah boh, può darsi, stava quasi sempre di più con Wood che con Jason.” Lasciai andare un sospiro, sentivo gli occhi pizzicare. Allora era questo che tutti pensavano di me, che magari avevo tradito Jason. Aspettai che le ragazze uscissero dal bagno, per uscire dal mio nascondiglio. Mi guardai allo specchio, mi passai un po’ di acqua fredda in fronte e poi mi diressi in classe.
Arrivata in classe, mi stupì di non vedervi né Dan, né Allison e neanche James, e dalla confusione che c’era, realizzai che mancava il professore. Mi alzai, e mi diressi in biblioteca, non avevo voglia di stare in mezzo alla confusione. Avevo voglia di silenzio.
 

Daniel’s Pov
“Jason non ha fiatato a casa, gli ho chiesto cosa gli fosse preso, ma non ha risposto” affermai sedendomi sulla panchina in cortile, “Si sono lasciati, sono riuscita a farmelo dire da Callie, a fatica, ma alla fine me l’ha detto.” Disse, mentre prendeva posto accanto a me. Avevamo deciso di uscire a prendere aria, dato l’ora buca.  “Mi chiedo come siamo arrivati a tutto questo. Insomma lo sapevamo che tra James e Callie c’era sempre stato qualcosa. Eppure non abbiamo fatto chissà che cosa per farglielo capire. E ora guarda. Rischiano di mandare a monte un’amicizia per cosa? Perché sono innamorati?” disse Allison, continuando a guardare davanti a lei. “Beh, non la rovinano, se si amano, la loro amicizia può solo solidarsi” dissi, convinto di quello che dicevo. Lei non rispose, ma era chiaro che non la pensava allo stesso modo. “Jason comunque dove è?” scossi la testa “Non lo so, dopo aver parcheggiato la macchina è sceso e si è allontanato. Credo che si senta un po’ in colpa per quello che è successo.” “Lo sai che Jason è istintivo e non sa trattenersi” disse “Speriamo almeno che Callie voglia parlare con James. Insomma lui non è ancora al corrente bene della situazione. Cioè si è preso le botte ma è l’unico che non sa niente.” Continuò Al, già James non sapeva, come me fino a quel momento, che Callie e Jason si erano lasciati, molto probabilmente lo pensava visto che ne aveva prese, ma non aveva avuto la conferma. Nel cortile era chiaro che Callie tentasse un avvicinamento a James e anche durante la discussione con Jessica, non lo lasciava con lo sguardo. Ma quando era successo? Quando Callie aveva iniziato ad amare James e non Jason? O forse eravamo stati troppo ciechi per accorgerci che infondo quei due si erano sempre voluti? “A cosa pensi?” “A quando è successo che quei due provassero qualcosa, Callie prova qualcosa per James, oppure è solo confusa?” “Sai meglio di me che James si è innamorato di Cal in prima superiore, come sai che ha messo da parte i suoi sentimenti perché ha pensato che con Jason, sarebbe stata meglio.” “Lui ha messo da parte i sentimenti per non perdere la sua amicizia, per non rischiare di perderla.” “Già, eppure ora, sono arrivati al punto che entrambi volevano evitare.” Sussurrò, appoggiando poi la testa sulla mia spalla. “eppure, sono convinta che se Callie avesse parlato prima con James, non sarebbe successo tutto questo.” Sospirai “Non sappiamo come poteva andare, ora dobbiamo solo aspettare” dissi, mentre le accarezzai i capelli. Sentì il suo naso passare sul mio collo, mentre si lasciava coccolare dalla mia mano. Era un gesto che facevo sempre, senza malizia, eppure ora mi sembrava di impazzire. “Dan” sussurrò sul mio collo, “si?” “Te l’ho detto che adoro quando lo fai?” disse, mentre si spingeva ancor più addosso a me. “non è la prima volta che me lo dici”. Restammo immobili poi, immersi nel silenzio fino al suono della campanella. E per tutto il tempo io pensai a quanto sarebbe stato semplice baciarla.
 

Callie’s Pov
“Sono passato nella tua classe, ma ho notato che tu non c’eri. E così ho immaginato di trovarti qui”
Sussultai sul posto, non mi ero neanche accorta che fosse entrato qualcuno. Chi mi conosceva sapeva che la biblioteca era il mio rifugio, il posto dove trovare la calma e la pace di cui avevo bisogno. E lui mi conosceva bene.  “Callie, io ti amo. E tu lo sai. Sono innamorato di te. Ti ho amato da quel giorno che mi hai sorriso raccogliendo la palla e ridandomela, ti ho amato quando sei arrossita la prima volta che ti ho baciata, e tutte le volte che arrossivi ad ogni nostra prima volta. Ti amo, e ti amerò per sempre. Però so anche che ti ho fatto stare male. Non sono la persona matura che pensavo di essere diventata grazie a te, non ho mantenuto il controllo. Non ho saputo accettare una situazione che io stesso avevo creato. Ma credimi che mi dispiace” “Jas...” “No fammi finire, mi dispiace averti offeso e averti detto cose che non pensavo. E ti ho già chiesto scusa. Ma non ti chiederò scusa per i pugni di James. Non lo farò perché io tutt’ora penso che lui sia la principale motivazione della nostra rottura, ma sono stufo di continuare a litigare. Tu la tua decisione l’hai già presa ieri, e io non posso non accettarla. Quindi, te lo ripeto io ti amo. Ma ora ti lascio andare.” Continuavo ad aprire la bocca ma non riuscivo a parlare. Guardavo Jason stupefatta e sentivo le lacrime pronte ad uscire. Mi stava lasciando andare, lui che non aveva mai lasciato perdere niente, che portava avanti una cosa fino a quando non otteneva i risultati da lui sperati. Lui che mi amava tanto da allontanarsi.
Lo guardavo, e non sapevo cosa rispondere, perché se avessi aperto bocca sarei scoppiata a piangere. Eppure lui sembrava quasi tranquillo, molto probabilmente il discorso se l’era preparato. “Io, Jason ti chiedo scusa per le parole di ieri” Ma non riuscì a continuare, perché non sapevo cosa dire. Non potevo dirgli che si sbagliava, e di restare, perché anche io lo avevo amato, ma ora non sapevo più niente. “Lascia stare okay?  Dei due sei sempre stata tu quella che parlava di più, per una volta va bene anche che non dici niente.” Mi sentì poi avvolgere dalle sue braccia, quelle braccia che mi avevano sostenuto, amato, abbracciato, le stesse braccia che ora mi stavano dicendo addio.
Al termine dell’ora buca, rientrai in classe, c’era ancora confusione perché gli altri stavano rientrando tutti insieme, e non volevano arrivare tardi visto che ora avremmo avuto Burgh, quella metteva note di ritardi di qualche secondo. Mi sedetti, e subito notai James, che però manteneva lo sguardo basso. In realtà avrei voluto parlargli, ma in quel momento davanti a tutti non mi sembrava il caso. Dan e Allison furono tra gli ultimi ad accomodarsi in classe. Nonostante fossi più leggera e calma di quella mattina, non riuscì lo stesso. Adesso il mio pensiero fisso era di parlare con James. Ma cosa gli avrei detto? Come gli avrei spiegato cosa provavo, cosa stava succedendo, mi avrebbe ritenuto la causa dei pugni di Jason? Mi girai a guardarlo, stava guardando la lavagna, eppure non prendeva appunti. sembrava turbato e pensieroso. Mi imbambolai a guardarlo, e poi lo vidi girarsi, molto probabilmente si sentiva osservato, mi guardò, sorrisi, un po’ imbarazzata per essere stata beccata. Ma lui non ricambiò mi guardò solamente, per poi tornare alla lavagna. Rimasi spiazzata dal suo comportamento, mi sentì toccare il braccio “Callie?” guardai Allison, annuì, come per farle capire che andava tutto bene, anche se non era così.
Terminata la lezione, restai ferma al mio posto, ora mancavano solo due ore, e poi saremmo potuti andare a casa. E forse io sarei riuscita a parlare con James, e chiarire. Il ragazzo in questione si alzò dal posto e lo vidi uscire, guardai Dan cercando risposte, ma in cambio alzò semplicemente le spalle, non sapendo spiegare dove stesse andando Jam. “Stai tranquilla, è confuso anche lui, è normale.”  “Lo so, però non capisco perché non riesce neanche a guardarmi” “Devi solo aspettare, anche lui ieri sta aspettando chiarimenti da te, e non li ha ancora avuto.” Mi rispose Allison, e se devo essere sincera mi diede abbastanza fastidio il tono che usò. Ma non risposi, non dissi niente. Volevo solo che quella giornata terminasse. Per fortuna che questa è l’ultima ora della mattinata, stare chiusa in quell’aula, non poter parlare con James mi stava facendo impazzire.
Suonata la campanella, l’aula si svuotò in fretta, vidi James afferrare lo zaino e uscire. Non salutai neanche Allison, presa dalla foga di seguirlo. Trovai difficoltà nei corridoi, per via della massa di studenti che stava spostando. “James!” urlai, ma oltre ad attirare l’attenzione di qualcuno non funzionò.
Arrivati nel cortile lo individuai, gli afferrai il braccio. Si immobilizzò, e si girò a guardarmi “James, finalmente, volevo parlarti” però con uno strappo, allontanò il braccio dalla mia mano. “Ora vuoi parlare? Dopo due giorni hai voglia di parlarmi?” restai immobilizzata, era cattivo, aveva uno sguardo freddo, uno sguardo che non avevo mai visto in lui.  “Però va bene, dai parliamo” “In realtà vorrei parlare solo noi due, non qua.” Abbassai lo sguardo, e mi guardai le scarpe. “Ora non ho né tempo ne voglia. Torna pure dal tuo ragazzo prima che mi prenda un altro pugno per i vostri problemi” “James, ma che stai dicendo?” ma non mi ascoltò, si allontanò e lo vidi sparire tra la folla. E mentre gli altri mi passavano accanto, io restai ferma, e mi venne da piangere. Sentì la guancia bagnarsi, mi affrettai ad asciugarla per non farmi notare da nessuno. Non volevo aspettare Allison, non volevo mi vedesse così, raggiunsi la fermata e mi augurai che il bus arrivasse subito. Perché cavolo James si era comportato così, io volevo solo parlargli e spiegargli tutto, ora che anche con Jason era stata messa una pietra sopra.
Iniziai a piangere solo quando varcai la porta di camera mia, mi buttai sul letto e piansi. Mi sentivo in colpa, aveva ragione Allison, l’avevo fatto aspettare. Si era beccato un pugno perché io non gli avevo parlato di quello che stava succedendo e ora mi stupivo se non aveva voglia di ascoltarmi? Era normale. Chi l’avrebbe fatto. Eppure, eppure doveva ascoltarmi, non poteva evitarmi per sempre. Mi alzai, andai in bagno, mi sciacquai la faccia, non potevo andare da lui con il trucco sbavato, afferrai le chiavi, il telefono e una felpa e uscì di casa. L’avrei costretto ad ascoltarmi.
Davanti alla sua porta suonai due, tre volte. Poi mi sedetti sulle scale, molto probabilmente non era a casa, magari era fuori oppure in palestra. Guardai il cellulare, che avevo messo in silenzioso perché continuavano ad arrivarmi chiamate e messaggi.  Decisi di fare un tentativo, feci uno squillo al telefono di James, dopo un po’ sentì una suoneria in fondo al vialetto. Alzai lo sguardo e lo vidi li, con in mano il cellulare, lo lasciò squillare e lo ripose in tasca. E poi mi vide. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime, e poco dopo qualche goccia mi cadde sulla guancia, ma non ero io, aveva iniziato a piovere, così all’improvviso. E man mano le gocce aumentavano, e noi restavamo lì a guardarci. Poi lo vidi iniziare a muoversi, ad avvicinarsi, i suoi capelli iniziavano ad appiccicarsi e molto probabilmente anche i miei, dovevo essere uno straccio.  Mi sorpassò e si avvicinò alla porta, lo sentì armeggiare con le chiavi.  “Entri o hai intenzione di restare lì e prendere tutta la pioggia?” affermò, e io sorrisi, mentre mi alzavo e lo raggiungevo per entrare in casa.

Note d’autrice
Lo so, lo so, lo so. Non ho scuse. Perdonatemi davvero! Un ritardo mostruoso.  Però sono qui, con un capitolo nuovo. Allora, abbiamo diversi avvenimenti. Diversi sviluppi. Una storia è appena terminata, cosa ne pensate di Jason? Della sua decisione? Avrebbe dovuto lottare per Callie?  E James? Cosa farà? Cosa succederà tra questi due? Chiariranno? Sono aperte le scommesse. Mi piacerebbe anche sapere i vostri pensieri, quello che vorreste vedere, chi vorreste vedere maggiormente o “sentire” di più. Ovviamente cerco di essere equilibrata tra i diversi punti di vista, e di non dare maggiore spazio a qualche personaggio rispetto ad un altro, anche se a volte è difficile. Abbiamo anche un nuovo personaggio da tenere in considerazione Bill, che per ora è l’ultimo arrivato. Bill rimane molto sulle sue, non vuole immischiarsi nei problemi, ma non si accorge che per -QUALCUNO- inizia ad essere un problema.
Detto ciò lascio a voi le considerazioni, come sempre mi fa piacere sapere quello che pensate. Perciò attendo le vostre recensioni.
Un bacione,
alla prossima!
Piccola_Luna
 
 
 
  
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