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Autore: Nope1233    12/10/2018    1 recensioni
- Ricordo bene quel periodo. Quello dove eravamo bambini e giocavamo alle cose più disparate senza nemmeno pensarci troppo.
Nè io, né Kacchan e nemmeno Izuku avevamo ancora sviluppato i nostri quirk e vivevamo ancora spensierati immaginando quello che saremmo potuti essere una volta cresciuti. Tutti e tre volevamo diventare eroi di alto livello.
Ricordo anche la prima volta che Kacchan mi rivolse la parola. Eravamo nel cortile dell'asilo e con i suoi soliti toni stava minacciando un bambino di mandarlo all’ ospedale. Non conoscendo nè lui nè la vittima mi buttai in mezzo difendendo il malcapitato. Mi parai davanti a lui con le braccia aperte e fissavo Kacchan con aria di sfida. 
Quest'ultimo si avvicinò con aria di superiorità e cercò di colpirmi. Schivai il colpo e con uno sgambetto lo feci cadere a terra. Sembrava arrabbiato, ma a me non importava.
“così impari brutta testa gialla!” dissi quasi urlando.
Riuscii ad intravedere un sorriso beffardo sotto quei ciuffi biondi mentre si rialzava e poi si mise a ridere.-
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hitoshi Shinso, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Ricordo bene quel periodo. Quello dove eravamo bambini e giocavamo alle cose più disparate senza nemmeno pensarci troppo.

Nè io, né Kacchan e nemmeno Izuku avevamo ancora sviluppato i nostri quirk e vivevamo ancora spensierati immaginando quello che saremmo potuti essere una volta cresciuti. Tutti e tre volevamo diventare eroi di alto livello.

Ricordo anche la prima volta che Kacchan mi rivolse la parola. Eravamo nel cortile dell'asilo e con i suoi soliti toni stava minacciando un bambino di mandarlo all’ ospedale. Non conoscendo nè lui nè la vittima mi buttai in mezzo difendendo il malcapitato. Mi parai davanti a lui con le braccia aperte e fissavo Kacchan con aria di sfida. 

Quest'ultimo si avvicinò con aria di superiorità e cercò di colpirmi. Schivai il colpo e con uno sgambetto lo feci cadere a terra. Sembrava arrabbiato, ma a me non importava.

così impari brutta testa gialla!” dissi quasi urlando.

Riuscii ad intravedere un sorriso beffardo sotto quei ciuffi biondi mentre si rialzava e poi si mise a ridere.

Ahahah! Ehy, tu! Sembri forte! Ti andrebbe di entrare nella mia banda di eroi?”

Ero stupita, non mi aspettavo una reazione del genere. 

Tese la mano verso di me, come un segno di pace. Non riuscivo a capire dove volesse arrivare, ma poi sorrise di nuovo. Ci pensai per qualche secondo e poi accettai ricambiando la stretta di mano.-


 


 



 

Finalmente quelle 12 ore di volo erano terminate, non ne potevo davvero più.

Scesa dall’ aereo mi diressi verso l'area apposita per recuperare le mie valigie proseguendo poi ai gate.

Una volta fuori presi il primo taxi e mi diressi verso l'appartamento che i miei parenti in Italia avevano affittato.

-In un certo senso, mi mancherà l'Italia- pensai.  -sono cresciuta bene con i miei zii e mi sono fatta un sacco di amici. Spero che qui sia lo stesso.

-Erano anni che non tornavo in Giappone nonostante ci fossi nata. I miei genitori si trasferirono qui per cercare fortuna come eroi e ci riuscirono fino a quella notte. Già, fino a quella notte dove tutto crollò come un castello di carte e io fui costretta a scappare trascinata dai poliziotti e dagli eroi. Avevo solo 8 anni. Quei ricordi mi tormentavano ogni notte e facevo sempre fatica a dormire.

L'auto sfrecciava sulla strada e dal finestrino vidi gli stessi luoghi dove giocavo con Kacchan e Izuku fino ai miei 6 anni.

-Già…Kacchan e Izuku. Chissà come stanno. Conoscendoli si saranno iscritti alla UA proprio come me.-

Non ero più riuscita ad avere contatti con loro dopo quel giorno, ero dovuta sparire nel nulla. Ora invece mi ero decisa a riprendere in mano la mia vita e studiare nella miglior scuola per eroi.

“Siamo arrivati, signorina.” La voce dell'autista interruppe i miei pensieri.

“V-va bene, la ringrazio!”. Pagai e scesi.

Mi ritrovai davanti a una serie di palazzi tutti uguali con dei numeri enormi scritti su ognuno di essi. 

“Palazzo 2, appartamento 12” lessi sull’ appunto prontamente scritto sul telefono. La mia scarsa memoria non aiutava assolutamente per queste cose. 

Appesantita dalle mie due valigie arrivai all’ appartamento e aprii la porta. Davanti a me si presentava il solito gradino dove potermi togliere le scarpe e a seguire un corridoio che terminava sulla sala da pranzo annesso cucinino. La mia stanza era comunque grande con un bel letto matrimoniale mentre il bagno era molto angusto ma con tutto il necessario. La casa era appena stata ristrutturata e profumava ancora di vernice. Non vedevo l'ora di riempire quelle stanze con le mie cose, di rendere mia quella casa. Magari perché no, anche far risuonare tra le mura il vociare e le risate dei miei nuovi amici passati per studiare insieme o anche solo per divertirci. 

Passai l'intero pomeriggio a personalizzare e a buttare colore su quelle pareti troppo bianche per i miei gusti e una volta finito mi diressi verso un Lawson a comprare qualcosa da mettere sotto i denti. 

Dopo aver lasciato la cucina nel mio solito disordine mi spostai nella mia stanza e crollai sul letto esausta. -Il jetlag sicuramente non aiuta- pensai e mi addormentai senza riuscire nemmeno a ragionare su altro.

- - - - -

Il mattino dopo fui costretta a svegliarmi per via del fastidiosissimo raggio di sole che penetrava dalla finestra. Non riuscendo più a prender sonno decisi di alzarmi. 

Dato che il mio primo giorno alla UA sarebbe stato il seguente pensai che fosse una buona idea fare un giro nei dintorni, giusto per ambientarmi nuovamente. Mi feci una doccia e uscii di casa. 

Era una bella giornata sicuramente adatta ad una passeggiata esplorativa. Dopo aver indossato le mie cuffie ed essere arrivata in strada mi diressi verso la zona più commerciale.

Dopo una decina di minuti arrivai in una zona molto frequentata. I colori delle vetrine, il vociare dei passanti, gli odori squisiti che permeavano dai chioschi mi inebriavano. Mi ritrovai a essere felice senza alcun apparente motivo.

Quella zona la frequentavo da piccola insieme a Kacchan e Izuku. Ci fermavamo sempre nel combini di questa strada per scovare le figurine degli eroi e ricordo bene che una volta trovarono entrambi quella di All Might. Non li avevo mai visti così felici.

Esattamente quel combini quel giorno esponeva della frutta. La mitica frutta “giapponese” con prezzi da capogiro, non mi stupivo che venisse usata come regalo per gli eventi importanti.

Mentre contemplavo le forme particolari e i vivaci colori di quella frutta pensando se convenisse aprire un mutuo per poterla comprare, una mano mi toccò la spalla. Togliendo le cuffie mi voltai. 

Una signora formosa dai capelli biondi, corti e ribelli mi sorrise.

“Ma tu sei T/N, giusto ?”

“Ehm, si…”

Sondai la mia memoria alla ricerca di una corrispondenza e dopo un paio di secondi riuscii ad uscire dal mio silenzio imbarazzante.

“Oh miseria, lei è la signora Mitsuki Bakugo !”

“Ti ricordi di me! Mi fa molto piacere! Come stai? Dai farfugliamenti sconnessi di Katsuki ho capito che te ne eri andata molto tempo fa !”

“Beh…si. Purtroppo non ho potuto vedere nessuno quando me ne sono andata. Mi dispiace non essere potuta passare a salutarla.”

“Ooh ! Non scusarti ! Immagino che la situazione fosse importante !”

“Ecco..direi di si.”

“L'importante è che ora vada tutto per il meglio! Sono felice che tu sia tornata! Studierai alla UA come Katsuki ?”

“Esattamente! Domani sarà il mio primo giorno !”

“Che bella notizia! Sono certa diventerai una bravissima hero. Da piccola eri già una forza della natura, sono sicura che non avrai problemi !”

“La ringrazio per la fiducia.” dissi inchinandomi quasi imbarazzata.

“Ahaha ! Non inchinarti! Io, mio marito e quel testardo di mio figlio viviamo qui in zona, sempre nella stessa casa in cui venivi spesso quando eravate piccoli. Ti andrebbe di fare un salto ora a prendere un the ?”

“Ehm, la ringrazio signora Bakugo, ma devo rifiutare. Se le va bene potremmo fare un'altra volta.”

“Certamente, nessun problema. Sarai indaffarata con il trasferimento immagino.”

“Eheh, un po’.” dissi con un sorriso imbarazzato.

Non volevo rivedere Kacchan, non ancora almeno. Mi sentivo in colpa nei suoi confronti per essermene andata senza avergli detto nulla. Conoscendo il suo egocentrismo si doveva essere offeso, anche se la nostra ultima chiaccherata la sera stessa della mia scomparsa non era stata delle migliori. Gli avevo detto delle cose orrende.

“Posso dirti una cosa, T/N ?” riprese a parlare Mitsuki con tono serio.

“Certamente.”

“Forse non dovrei dirtelo, ma conoscendo mio figlio sono certa che difficilmente riuscirebbe a comunicarti i suoi sentimenti. Vedi, dopo la tua scomparsa Katsuki si è rinchiuso in camera sua per giorni. Lo sentivo piangere spesso e a malapena mangiava. Ha sofferto molto per via della tua assenza. Ho provato a spiegargli che purtroppo a volte le cause di forza maggiore si mettono in mezzo e non si può fare nulla al riguardo. Spero con tutto il mio cuore che lo abbia compreso.”

Sentivo il senso di colpa bruciarmi nel petto. 

(- Kacchan…aveva sofferto per colpa mia? Sul serio?-)

“Non voglio assolutamente farti star male per questo T/N, sai benissimo anche tu come è fatto Katsuki. Tutto questo per arrivare a dirti che lui non ti ha mai dimenticato.”

La guardai stranita, non riuscivo a comprendere.

“Ti ricordi tutti quei disegni e quei bigliettini che vi regalavate da piccoli ? Ecco, lui li ha ancora tutti quanti e ogni tanto lo scopro a riguardarli. Quello che vorrei comunicarti T/N, è che conoscendo mio figlio sicuramente quando lo vedrai domani si comporterà da emerita testa di cazzo ma nel suo profondo ti vuole ancora molto bene. Quindi, se ti interessa ancora essere amica di Katsuki, ti prego, non arrenderti con lui. La vostra amicizia lo aveva cambiato, stava diventando un bambino migliore e so che, anche se ora è ossessionato con l'idea di essere il numero uno, tu occupi ancora un posto molto importante nel suo cuore. Eri una bambina così dolce e vedervi così legati mi riempiva di gioia.”

Non sapevo cosa rispondere. Nel mio petto emozioni contrastanti se le stavano dando di santa ragione e da fuori con alta probabilità mostravo la mia migliore faccia da ebete.

“Ahaha ! Non cambio mai, non riesco proprio a farmi gli affari miei ! Gli affari dei giovani, sono dei giovani !” rise imbarazzata Mitsuko.

“N-non c'è problema.” risposi.

(-Kacchan, si ricorda di me.-)

“Allora ti lascio alle tue faccende ! Spero davvero di poterti rivedere presto T/N e ricordati che l'offerta per il the è sempre valida !”

“La ringrazio, signora Mitsuki.”

Ci salutammo e mi diressi verso casa.

 Non indossai neanche le cuffie da quanto quelle parole mi rimbombavano nella mente.

(- Kacchan…non mi odia per quello che gli ho detto.-)

Non riuscivo a pensare ad altro.

(- Lui…lui forse mi ha perdonato.-)

Aprii la porta di casa ed entrai. Il silenzio di quelle mura si fece assordante e delle lacrime mi rigarono il viso.

Mi lasciai scivolare contro il legno della porta e portai le ginocchia al petto.

Piansi.

Piansi tanto.

(- Kacchan mi vuole ancora bene.-)

.
.
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Ciao! :D
Fatemi sapere cosa ne pensate che sono curiosa! Forse come capitolo è un pò troppo romanzato e descrittivo, ma con i prossimi cominciamo sul serio!
Alla prossima!

   
 
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