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Autore: ninety nine    12/10/2018    1 recensioni
[ORIGINALE, Avventura, mini long]
Quando Beatrice e il suo fratellastro Jonas salgono nella vecchia soffitta della casa dei nonni, l'ultima cosa che si aspettano è che una polverosa poltrona nasconda un grande segreto. Un mondo lontano, una misteriosa doppia scomparsa, due pugnali e tanta avventura faranno vivere ai due ragazzi un'esperienza che porterà alla luce le loro paure più oscure, ma che allo stesso tempo rafforzerà il loro legame e insegnerà loro a guardare oltre le apparenze, perchè nulla è mai come sembra, e tutti hanno dei segreti da nascondere. Il passato, il presente e le vicende personali dei protagonisti si intrecceranno in una vicenda inaspettata e (spero!) appassionante, incentrata sul dualismo, l'avventura e la scoperta di sè e degli altri.
[Riscrittura della mia precedente storia "Two words" (che non vi consiglio di leggere)]
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Oltre

Capitolo 1




“Cameriere! Passa una buona estate!”

Nei corridoi del liceo risuonò la voce di un ragazzo dai capelli color del fuoco.                                                                                                                       
In risposta al grido, un giovane magrolino alzò il dito medio.

“Fottiti, Andrea!”

Dal tono ironico della conversazione si capiva che i due erano amici; infatti, in risposta, il ragazzo dai capelli rossi sventolò la mano in segno di saluto. L’altro giovane salutò a sua volta, poi si voltò di scatto, sentendosi toccare la spalla.

“Hai un amico cretino: tu non farai il cameriere quest’estate, Jonas.”

A parlare era stata una ragazza dai capelli scuri, lunghi ben oltre le spalle.

“Lo so, Bea.”

Il ragazzo sorrise malizioso.

“Ma vuoi dirglielo tu? Andrea! Mia sorella vuole dirt_”

“Zitto!”

Le guance della ragazza erano diventate immediatamente color porpora.

 “Lo sapevo. La mia sorellina timida!” ridacchiò il ragazzo, scompigliando i capelli dell’altra.

“Cretino.” Bofonchiò lei, guardandosi intorno, vergognandosi ancora una volta di quella timidezza che la accompagna fin dall’infanzia.

In risposta al suo sguardo imbarazzato, dalle pareti la osservarono i manifesti che denunciavano la scomparsa di una ragazza, avvenuta ormai sette mesi prima, ma il cui caso non si era mai veramente concluso. La giovane in questione, una selva di capelli ribelli tagliati in un caschetto disordinato e due magnetici occhi verdi, era scomparsa nel nulla insieme al fidanzato: per questo, la vicenda era stata etichettata come una fuga, ma in verità il caso aveva scosso la comunità più di quanto non lo si volesse ammettere. Ora, il fantasma della giovane scomparsa pareva nascondersi dietro ogni angolo, e con esso, la possibilità che un fatto simile potesse accadere di nuovo.

“Andiamo, Jonas, papà ci aspetta.”

Beatrice distolse in fretta gli occhi dai manifesti. La scomparsa della giovane aveva toccato il suo animo sensibile, ma ancora di più la inquietava lo strano comportamento degli adulti della cittadina, che parevano dare troppa, o troppo poca, importanza al fatto, a seconda dei momenti. Come se sapessero già come il caso si sarebbe sviluppato. Come se qualcosa di simile fosse già successo in passato.

 “Non dare ordini, sorellina, sono io il più grande dei due” ribatté Jonas, sottolineando, ancora una volta, come fosse lui il maggiore, anche se soltanto di pochi mesi.

Se Beatrice era rimasta scossa dal caso, Jonas trovava, almeno all’apparenza, l’intera questione incredibilmente eccitante. Insieme all’amico Andrea era addirittura andato, a detta sua, ad indagare nei dintorni del paese, e il fatto che non avesse trovato alcun indizio non aveva fatto altro che accendere maggiormente la sua curiosità, già acuta. La sorella era presto diventata bersaglio di congetture e ipotesi degne delle trame dei libri che tanto amava leggere: in verità, anche se lei si mostrava infastidita, era che in fondo il fatto che Jonas la tormentasse le faceva piacere, perché la faceva sentire normale. Non introversa e ignorata da tutti, per una volta.

“Cretino.”
 

                                                                                                          ***



Poco più tardi, nell’auto del padre, mentre osservava la cittadina scomparire all’orizzonte e le colline sfilare sotto ai suoi occhi, Beatrice pensò a quanto, nonostante gli stravolgimenti che la sua vita aveva avuto negli ultimi tempi, alcune cose continuassero a ripetersi uguali da tempo immemore.
Sua madre l’aveva lasciata l’estate dei suoi sedici anni, esattamente due anni prima. Il motivo ancora non era chiaro alla ragazza, ma ricordava bene gli occhi terrorizzati di sua madre la sera prima di andarsene, e i suoi disperati tentativi, sempre falliti, di portare Beatrice via con sé. Ricordava le parole che aveva detto al padre, ricordava quel “Non lasciare che succeda di nuovo” che non era riuscita a collocare e che ancora, anche a distanza di tempo, la lasciava stranita.
Dopo pochi mesi, suo padre era andato a convivere con una donna, anch’essa separata e con un figlio adolescente, di pochi mesi più grande di Beatrice: pensava che la convivenza con un ragazzo della sua età potesse aiutare la figlia, estremamente introversa, a trovare un amico diverso dai personaggi dei libri che tanto accanitamente leggeva. In effetti, aveva funzionato, e Jonas, così diverso da lei, così esuberante, dispettoso e disobbediente, era diventato il suo primo ed unico amico, nonché suo fratellastro.
E ancora, dopo poco meno di sei mesi c’era stata quella misteriosa doppia scomparsa che aveva scombussolato maggiormente la vita di Beatrice, nonostante non conoscesse, se non di vista, la ragazza bionda, né tantomeno il fidanzato, che preveniva da una città parecchio distante.
Eppure, nonostante tutto questo, anche quell’estate, come le diciassette precedenti, Beatrice l’avrebbe passata nella vecchia casa dei nonni, in campagna, lontano dalla cittadina che si riempiva di turisti nonostante il caldo atroce, lontano dalle solite facce note, facce che però continuavano a non esserle amiche.
Eppure, anche quell’anno, prima di salire in auto suo padre l’aveva guardata dritta negli occhi e le aveva vietato di salire in soffitta. La stessa raccomandazione era stata fatta a Jonas, che, ormai diciottenne, metteva per la seconda volta piede nella casa in campagna. In realtà, Beatrice sapeva che Jonas già l’anno prima aveva infranto il divieto, ed era pressoché certa che lo avrebbe fatto anche quell’anno. Infatti, aveva con chiarezza colto il guizzo che era passato nei suoi occhi mentre annuiva. Era il tipico guizzo che non prometteva nulla di buono.






Ciao a tutti!
A distanza di 4 anni, mi sono messa a riscrivere la mia vecchissima, nonchè prima, originale "Two words", con l'intento di renderla una storia vera e non la schifezza che- ora mi rendo conto- è.
Questo è il capitolo introduttivo, ho messo un po' di carne al fuoco!
Spero che possa piacere, come al solito, una recensione mi farebbe moltissimo piacere!
A presto!
99

 
  
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