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Autore: Mezzo_E_Mezzo    12/10/2018    1 recensioni
[Fragorosa come il profumo del pane
e minuscola come il ricordo del sogno
lavato via dal diluvio della luce.]
Questa raccolta era una scarica di Uzi: pezzi brevi, concisi.
Ma ora è solo il manifesto della mia testardaggine.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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[Dedicato a S. Benaim, la sua poesia mi ha scossa e me ne sono lasciata contaminare,
solo per questa volta, solo per un po’.]



Intendo


Il mio cuore è un albero.
Un albero imponente, al centro di una foresta che non riesce a riconoscere,
e nella sua solitudine non sa
se sperare che, in fondo, gli altri alberi siano uguali a lui
o se essere terrorizzato dalla prospettiva.
E nella sua minacciosità non desidera altro
che qualcuno costruisca un’altalena su uno dei suoi rami contorti.

Ma quando dico ‘albero’, intendo
foglia, ogni singola foglia che si vivacizza al suo incancrenirsi;
ma quando dico ‘foglia’, intendo
nervatura, che si biforca e si assottiglia fino al punto che
anche il più pignolo degli studiosi si stancherebbe di seguirla;
ma quando dico ‘seguirla’, intendo
abbracciarla, ma quando dico ‘assottigliarsi’, intendo
cantare sottovoce.

E ‘sottovoce’ significa
con tutto il fiato che ho, fino a scorticarmi i polmoni per gridare,
ma quando dico ‘i polmoni’ intendo
le mani.
[Puoi chiedermi allora: ma perché ti ostini
a infilare le mani nel fuoco, non vedi che ti ustioni!?

Ma lo
so, solo che]
Ho veramente troppo FREDDO,
e quando dico ‘freddo’, intendo
fame, di uno che è stato nel deserto
e ora ruba biscotti
per ficcarseli in tasca,
ma quando dico ‘biscotti’ intendo
poesia e bellezza,
ma quando dico ‘ficcarseli in tasca’ intendo
ingozzarmene furiosamente fino a crepare soffocata,
ma quando dico ‘crepare’ intendo
essere salvata.

Il mio cuore è un albero, un albero, come ce ne sono tanti,
e le mie radici sono code di lucertola di cristallo fragilissimo,
che vorrebbero solo prendere un po’ di sole
ma devono crescere verso il basso,
e se si spezzano poi ricrescono
ma piene di zanne che mordono
dentro
e fuori.

Il mio cuore è un albero
ma è anche la corteccia,
ma è anche ogni singola incisione fatta sulla corteccia
da vandali o da innamorati,
anzi spesso è difficile riconoscere la differenza.

Ma quando dico ‘vandali’, intendo
altri cuori offensivamente identici al mio,
ma quando dico ‘identici’, intendo
alieni e mostruosi e irraggiungibili,
e quando dico ‘altri cuori’ intendo ovviamente sempre e comunque il mio.

Il mio cuore,
e quando dico ‘mio’, intendo
di tutti, è un albero.
Dovrebbe respirare anidride carbonica ed emettere ossigeno,
ma l’anidride non basta per tutta la foresta
e allora gli altri alberi la rubano
e anche lui la ruba quando può,
ma quando dico ‘foresta’, intendo
la chioma di questo singolo albero,
che soffoca se stesso per riuscire a respirare.
Ma quando dico ‘respirare’, intendo
sopravvivere. Ma quando dico ‘sopravvivere’, intendo
amare e essere amata.

Il mio cuore è un albero,
ma qualcuno lo ha già abbattuto
molto tempo fa,
ne ha fatto pagine di carta e io
speravo che fosse un libro di poesia,
ma
invece è la lista della spesa
per un’enorme festa di compleanno a cui non verrà nessuno.


  
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