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Autore: Anown    12/10/2018    1 recensioni
I genitori di Courtney, nonostante tutto, vogliono molto bene alla figlia, ma proprio non capiscono i suoi gusti in fatto di uomini... fortunatamente si è lasciata con Duncan e in seguito con Scott... o almeno così credevano...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Nuovo Personaggio, Scott
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Quella mattina Alberta fu costretta a portare una camicia a maniche lunghe e ad evitare i pantaloncini. Li aveva portati fino al giorno prima, ma in poche ore l'aria era diventata notevolmente più fredda. “Purtroppo l'autunno è già arrivato!” pensò godendosi l'aria che passava dalle narici senza intoppi a cui avrebbe presto detto addio, era abbastanza sicura che avrebbe preso uno dei suoi lunghi raffreddori! Non le importava quanto decantassero la bellezza dei colori autunnali e la gradevolezza dei suoi frutti, per lei l'inizio del freddo non portava assolutamente nulla di buono!
La ragazza vide il fratello uscire dalla sua stanza sbadigliando e con una coperta appresso con cui si avvolse sedendosi sulla sedia dietro il tavolo. Sembrava ancora assonnato avvicinò a se una scatola di biscotti mentre la sorella si avvicinava. -Allora fratellino, quand'è che ci farai conoscere la tua Courtney?- domandò Alberta con una specie di ghigno. Scott rischiò di strozzarsi con un biscotto, ci mancava poco e sarebbe morto soffocato, il suo corpo sarebbe caduto miseramente sul pavimento, che morte ridicola... sicuramente in paese ne avrebbero parlato per anni!
Ma Alberta gli diede una manata ben assestata facendogli sputare il piccolo omicida mancato.
Scott fece ancora qualche colpo di tosse.
-Pensavo che ti avesse fatto antipatie le volte che l'hai vista in tv.-
-Ovviamente! Ma se siete fidanzati rischia di entrare a far parte della famiglia.- disse dando un leggero colpo di gomito al fratello. -Dovrai pure presentarcela, no?- rise la giovane donna, il fratello la guardò pensieroso.
-Eh... già...- l'idea lo innervosiva, però sì, prima o poi sarebbe capitato. Grazie ad A tutto reality la cattiva reputazione Courtney la precedeva in quella casa. I suoi parenti sembravano già averla presa in antipatia e lo rendevano più o meno esplicito davanti a Scott e il non aver mai presentato nessuna delle sue ragazze alla sua famiglia con la giustificazione che non si era mai trattato di nulla di serio poi non migliorava le cose. Perchè sì, la versione ufficiale era che Scott ci sapesse fare... che poi i familiari ci avessero mai creduto e ci credessero ancora, sopratutto dopo la dimostrazione che aveva dato con Courtney durante il reality, era un altro paio di maniche.
-Tu, i suoi genitori li hai già conosciuti?-
-No.-
-Che strano... lei è una tipa così precisina...- Scott si sentì a disagio.
-Che vorresti dire?- domandò cercando di mantenere un tono freddo.
-Magari questo fidanzamento non è realmente importante per lei o forse si vergogna di te.- lo punzecchiò con un sorrisetto.
-D-Dici sul serio?- Alberta scoppiò a ridere.
-Scherzavo! Ma come puoi essere così ingenuo!?- era troppo occupata a ridere per notare lo sguardo di disappunto del fratello. Scott sbuffò e si allontanò.
-Aspetta!- lo bloccò la sorella che non aveva ancora smesso di ridacchiare.
-Che vuoi ora?- domandò scontroso.
-Scenderesti in città?-
-Ma certo... è proprio un attimo!-
-Daaaai... c'è una pasticceria molto buona e vorrei un vassoietto di dolci!-
-Prendilo da te.-
-Non posso, devo lavorare... ti prego, ti preeego... è per consolarmi per l'arrivo del grande freddo!- disse utilizzando appositamente un tono molto infantile.
-Okey!- si arrese dopo che le lamentele della sorella continuarono per un po'. -Ma solamente perchè avevo già voglia di scendere per incontrare la mia fidanzata... e i soldi me li dai tu... sia per i tuoi che per i miei dolci!-
-Grazie mille, Scott!- rise Alberta.

Mentre era in macchina Scott telefonò a Courtney, la conversazione non era cominciata particolarmente bene con la ragazza che lo riprendeva perchè stava utilizzando il cellulare mentre guidava, ma Scott aveva continuato a camminare comunque tentando di mettersi d'accordo con la fidanzata per vedersi. -Quindi ci vediamo quando esci dalla biblioteca, quindi? Comunque che ci fai là? È sabato...-
-Forse devo studiare?- rispose con leggero disappunto. -Sai, farebbe bene anche a te, so che non hai intenzione di continuare gli studi dopo la scuola, ma intanto devi essere promosso per avere almeno il diploma, no?- lo stuzzicò.
-Ma no, è tutto a posto. Fidati di me.- rispose completamente rilassato. Courtney era abbastanza scettica, ma non c'era molto che potesse fare per lui.
-Potresti raggiungermi in biblioteca visto che sei già qua.- provò a proporre consapevole che fosse tempo perso.
-Non posso.- “Probabilmente non l'avrei fatto neanche se fossi stato libero però...” non aveva mai messo piede in biblioteca da quando era nato, sarebbe stato strano cominciare quel giorno. -Devo prendere dei dolci per quella bambina viziata di mia sorella maggiore...- rispose un po' nervoso ripensando a quella mattina.
-Qualcosa che non va?- domandò puntualmente la ragazza, un po' sospettosa.
-Uno di questi giorni mi farai conoscere i tuoi genitori?- chiese fingendo un tono scanzonato.
-Cos... come mai così all'improvviso?-
-Nessun motivo in particolare...- disse sminuendo il suo interesse. -Non è che i tuoi non sanno nemmeno che ci siamo rimessi insieme, vero Courtney?- domandò apparentemente divertito. -Courtney?- la sua agrodolce metà ci stava mettendo un po' a rispondere.
-Scusa, non si sentiva bene... cos'è che hai detto?- per Scott era un po' sospetto, ma glielo ripetè.
-Ah... ma certo che lo sanno, perchè non dovrebbero?- questa volta fu Scott a rimanere in silenzio, c'era qualcosa nel modo in cui gli aveva risposto che non gli tornava... -Comunque ti saluto, adesso dovrei continuare a studiare. Ciao, ciao!-

Courtney tirò un sospiro di sollievo, certo, l'idea continuava a stare nella testa di Scott, ma era sicura che se avesse temporeggiato avrebbe trovato un modo per sistemare le cose.
Lei non aveva omesso con i genitori di essersi rimessa con Scott perchè se ne vergognava o qualcosa del genere... il problema era proprio che i genitori non sapevano neanche che l'aveva cominciata una relazione, non sapevano proprio che c'era stata una quinta stagione di A tutto reality a cui lei aveva partecipato.

Non le andava che sapessero che avrebbe provato per l'ennesima volta a vincere quel reality... perchè ovviamente l'unica motivazione erano i soldi... non c'era nessun istinto masochistico che l'aveva spinta a voler rivedere Gwen e Duncan... o forse sì?
Così un bel giorno diede un calcio alla vecchia tv a tubo catodico che ancora possedevano e la ruppe, ai genitori mentì dicendo che era inciampata. Tanto era abbastanza sicura che non l'avrebbero rimpianta e ricomprata. Tanto lei non la utilizzava più da un po', la madre aveva scoperto di poter guardare soap opere in streaming su internet e al padre faceva comodo guardare le partite di ragby a casa degli amici per evitare le tediose cene in famiglia. Alla fine era andata come aveva previsto e considerando che i suoi non avevano reso disponibili informazioni in grado di rintracciarli per interviste si sentiva relativamente al sicuro. Trovare una scusa per stare via il mese e mezzo che le serviva non sarebbe stato difficile, era l'estate prima del suo ultimo anno di scuola, era ancora più plausibile che chiedesse ai genitori di potersi fare una vacanza in solitario per stemperare la pressione... invece sarebbe andata ad accumulare stress sull'isola...
“Considerando che non ho nemmeno vinto avrei fatto meglio a farmela sul serio la vacanza, se non fosse per Scott sarebbe stato tutto un inutile spreco del mio tempo...”
Sì, quello che aveva attuato non era un piano perfetto, ma in fondo più che una questione di vita o di morte era un tentativo di evitarsi una seccatura.
Tornata dalla sua disastrosa eliminazione, dopo essersi presa qualche giorno prima di tornare a casa per riprendersi, aveva potuto notare che il piano aveva funzionato. I suoi genitori sembravano non aver scoperto nulla... almeno si era risparmiata un ulteriore umiliazione davanti a loro.

Scott, tornò in macchina e telefonò alla sorella. -Alberta, guarda che la pasticceria è chiusa.- le disse  Scott con sospetto.
-Ah... che peccato...- rispose la sorella fintamente delusa. -Beh, puoi sempre incontrare la tua ragazza in anticipo, no?-
-No... per ora è in biblioteca.-
-E allora potresti farle una sorpresa e aspettarla direttamente a casa.- Scott sospirò, temeva di sapere dove volesse andare a parare... -Così conoscerai anche i suoi genitori, visto che non c'è alcun problema nel farlo, giusto?-
-Perchè oggi hai deciso di distruggermi?- voleva molto bene alla sorella, ma c'erano delle volte in cui si sentiva preso in giro da lei... come quando l'aveva aiutato a prepararsi per il compito d'inglese in cui aveva miseramente fallito. Si chiedeva ancora se gli avesse spiegato le cose male a posta per vedere se era tanto ingenuo da crederle o se se ricordasse molto male anche lei alcune regole... gli era rimasto questo dubbio dalle elementari...
-Guarda che lo faccio per te...- sospirò la ragazza. Forse era diventata un'ottima attrice col tempo, ma a Scott sembrò seria. -Devi farti forza e affrontare questo problema di petto! Prima li conoscerai e prima ti toglierai questo pensiero, non ti mangeranno mica!- Scott rise percependo la positività della sorella.
-Lo terrò a mente per quando verrà il momento.-
-Okey...- rispose delusa. -Ma in caso dovessi ripensarci e andare ad incontrarli ricordati di mostrarti convinto e sicuro di te, d'accordo? Non devi fargli sentire l'odore delle paura...-
-Va bene. Lo terrò a mente...- “Odore della paura? Non sono dei segugi...” pensò mentre qualche brutta idea cominciava a farsi strada nella sua testa...

Il signor Trevis posò il giornale e andò al tavolo, la moglie aveva apparecchiato solo per due.
-Dov'è Courtney?- domandò a Camille, sua consorte.
-Credo sia uscita col suo ragazzo o qualcosa del genere.- rispose con un sorrisetto la biondina dagli occhi castani e la pelle chiara. L'uomo inarcò le sopracciglia. -In realtà ha detto che andava in biblioteca, ma il mio sesto senso mi suggerisce un'altra cosa.- notò infastidita l'espressione scettica del marito. -L'avrai notato anche tu lo strano comportamento della nostra figlioletta, no? A volte sembra nervosa come se ci stesse nascondendo qualcosa, altre molto felice senza un apparente motivo... inequivocabile, no?-
-Si... come dici tu... ora mangiamo prima che si freddi.-
-Se avessi il mio intuito capiresti.- sospirò la donna sedendosi.
L'uomo posò la forchetta con fare nervoso.
-In caso speriamo che non sia come quel delinquente, buono a nulla di Duncan...- Camille sorrise vedendo che in fondo il marito aveva fiducia nelle sue capacità deduttive. -Speravo che quel tipo fosse solo un caso e invece dopo è finita con quell'imbecille di Scott. Quel reality è stato proprio una disgrazia, speriamo si disintossichi...-  
-Disintossicarsi? Non esageriamo, non è mica caduta in una dipendenza.- sospirò la donna osservando il fare infastidito di Trevis. -Era solo una fase, molte ragazze in adolescenza hanno una fase di ribellione e una specie di fascinazione per i cattivi ragazzi. Poi l'inesperienza aiuta a passare sopra i problemi pratici di una relazione con un tipo del genere.-
Trevis ripensò alla prima volta che la figlia aveva portato la prima volta Duncan a casa...

Era allibito, aveva dato per scontato che quella che aveva visto in televisione fosse una sceneggiata per il pubblico, invece...
-Tranquillo papà, ho tutto sotto controllo, gli farò mettere la testa al posto.- gli aveva spiegato dopo, molto sicura di sé. Era la prima volta che l'uomo si rendeva conto che in fondo la figlia aveva probabilmente un lato ingenuo, l'aveva sempre considerata superiore e adulta rispetto alle altre...
-Ma Courtney... cercare qualcuno che non devi cambiare invece? No?-
-Tu non puoi capire papà!- gli aveva risposto dura.
-Verissimo, non capisco! Perchè ti sei fissata con quel macaco?!- disse alzando il tono. Non ricevette nessuna risposta, lei aveva un'espressione ferita, ma durò solo qualche frazione di secondo, in seguito riprese uno sguardo di sfida e se ne andò come se volesse punirlo con il silenzio. -Non credere che insista nel cercare di farti ragionare, sei abbastanza grande per imparare a gestire le tue relazioni da sola.- “Tranne che non trovi qualcosa per far spedire definitivamente in prigione questo babbuino... Avere un compagno di liceo diventato detective privato mi tornerà finalmente utile!”
Alla fine non era uscito niente che non si sapesse già.
Ma nonostante tutto non si sentì felice quando la ragazza venne mollata da Duncan. Nè lui né Camille avevano detto nulla di particolare alla figlia al suo ritorno dallo show, ma Trevis, Duncan lo l'avrebbe voluto ammazzare. Era una buona cosa che si fossero lasciati, ma nessuno poteva permettersi di umiliare sua figlia in quel modo!

-E va bene Camille... probabilmente hai ragione...-”Speriamo.” sentì il campanello suonare “Bene... ora si scorda pure le chiavi, è proprio distratta di questi tempi.”
Ma quella che si ritrovò davanti non era la figlia, ma un'altra persona...
-Salve! Sei il padre di Courtney, vero?- l'uomo rimase a guardare quel ragazzo alto e fulvo, con un mazzo di fiori, con gli occhi sbarrati. -Oppure... ho sbagliato casa?- aggiunse osservando l'espressione stralunata dell'uomo. -Però vi somigliate...- Su per giù, padre e figlia avevano la stessa carnagione e lo stesso colore di capelli, anche se la ragazza era un po' più chiara.
Camille si avvicinò incuriosita dalla voce familiare, inizialmente non ebbe una reazione diversa da quella del marito. Scott entrò e le offrì uno dei fiori.
-Per lei, bella signora.- disse con un sorriso nascondendo il suo umore nervoso.
-G... grazie...- rispose diffidente con un sorriso falso. -Cosa ti porta qui?-
-Ero nei paraggi, così ho pensato di fare una sorpresa alla mia fidanzata e visto che c'ero di conoscere i miei suoceri.-
-Suoceri, eh?- commentò la donna inarcando un sopracciglio.
-...Futuri suoceri.- si corresse, era molto teso, ma decise di non arrendersi.
-Comunque Courtney non c'è per ora, quindi...-
-Perfetto, la aspetterò qua!- rispose con apparente esuberanza e si inoltrò oltre l'ingresso per prendere posto su una poltrona.
-Ignoralo e fa finta che non sia qui... tanto non ce lo ritroveremo come genero, quella che sta affrontando Courtney è solo una fase... solo una fase...- ripetè la donna quasi come se fosse una cantilena.
-A me sembri infastidita anche tu.- puntualizzò Trevis, le labbra di Camille si assottigliarono in una smorfia. -E comunque... ma non si erano lasciati?- bisbigliò l'uomo.
-Boh... forse si sono rimessi insieme...-
-O forse questo orango non capisce quando qualcuno gli dice di no.-
-Ma per te sono tutti delle scimmie?- commentò la donna. -Comunque, suppongo che lo scopriremo quando Courtney sarà tornata, per ora evitiamo di fare mosse azzardate.-
-Questa volta mi deve delle spiegazioni...- sospirò l'uomo massaggiandosi le tempie. All'inizio dell'estate, mentre la figlia era via, un figlio di un suo collega aveva fatto un commento sul programma dicendo che era peggiorato, ma contemporaneamente le sfide si erano fatte più sadiche e gli aveva chiesto cosa ne pensasse visto che sua figlia a quanto pareva stava partecipando. Ciò nonostante, lui e Camille, avevano fatto finta di non aver scoperto che la figlia aveva partecipato a loro insaputa alla quinta stagione di A tutto reality per evitare discussioni imbarazzanti sulla sua condotta e la sua reputazione. Ai genitori era parso che avesse pagato a sufficienza, ma quella visita imprevista di Scott stava mettendo seriamente alla prova i suoi nervi.
I coniugi raggiunsero il ragazzo che li osservava nervosamente dall'altra stanza.
“Forza, dimostrati calmo e sicuro di te, altrimenti con cavolo che farai colpo su di loro!” disse cercando di mettersi comodo. “Ma dovevo per forza venire qui? Dannazione, Alberta!” cominciò a pentirsi di aver dato ascolto al tarlo nella testa che glielo aveva suggerito, motivato dalla sua amorevole sorellina da quella mattina.
-Tutto bene? Mi sembri un po' pallido.- domandò la donna cercando di essere cortese.
-Eh, no... signora io sono pallido normalmente...-
-Sì, sì lo so che sei molto chiaro di carnagione... quello che intendevo è che hai un aspetto orribile, come se...-
-Sono sicurissimo di essermi pettinato e lavato prima di venire qui!- rispose abbastanza risentito.
-No... quello che intendevo... va beh, lasciamo perdere!- si arrese la donna mentre il marito si manteneva a distanza di sicurezza e fissava Scott sotto quelle folte e minacciose sopracciglia scure.
-Ah!- si agitò improvvisamente il ragazzo. -S-sì, sì, sto bene... pallido nel senso non in salute, sì...- rise nervoso. -Beh... in effetti me lo avevi anche chiesto, è che... che...- cercò di ignorare quei quattro occhi, due neri, due castani, che sembravano non perdere neanche il suo più piccolo movimento. “Che ansia!” -Mi sentivo un po' sotto pressione e non ho afferrato subito...- “Che ansia!”
-Vuoi un po' d'acqua?- gli propose rigido il signor Trevis. Scott in quel momento si rese conto che probabilmente non doveva apparire tanto diverso dal ragazzetto che sembrava stare per svenire durante gli esami universitari che aveva visto accompagnando la sorella quando ancora frequentava l'università... e dire che l'aveva pure preso in giro...
“Questo è deprimente!”-Ma non c'è bisogno, sto benissimo. È stato solo un attimo.- annuì Scott cercando di riprendere un tono sicuro di sé. -Poteva andare molto peggio, già vi immaginavo mentre mi puntavate addosso un fucile!- scherzò. Il signor Trevis non sembrava avere un grande senso dell'umorismo.
-Non sono mica un bifolco...- commentò con voce ferma.
“...Sono io il problema o questo è un uomo dall'offesa facile?” -Ok...-
Scott si guardò intorno infastidito, non gli piaceva il silenzio imbarazzante che si era creato.
-Allora... che cosa fa di bello lunedì prossimo? Le previsioni dicono che ci sarà il sole...- disse rivolgendosi al padre della fidanzata. “Sto davvero parlando del meteo... davvero?”
-Lavoro.- rispose l'uomo sedendosi sulla poltrona davanti il posto che era stato della tv e sfogliando il giornale. Decise di non finire il pranzo, tanto ormai era di pessimo umore e quando gli capitava gli si chiudeva lo stomaco...
-E lei, signora? Lavora pure?-
-Sì, io e mio marito lavoriamo entrambi all'ospedale...-
-Ah, quindi la vostra è stata tipo la tipica storia del medico e dell'infermiera?- commentò sorridendo.
-No.- rispose la donna infastidita. -Siamo un primario e un otorino... il primario sono io...- Scott sentì l'atmosfera raggelarsi.
-Ah però... non me lo aspettavo.- la situazione sembrò peggiorare. “Oggi non ne azzecco davvero una...” -Non che creda che le donne debbano fare solo lavori leggeri o di poca importanza, ma pensavo fosse una cosa vista come più normale dalle nuove generazioni e non dalle...- vide l'espressione truce della donna e rettificò. -Non voglio darle della vecchia Befana!- per un attimo gli sembrò di udire una risata soffocata.
-Però stai dicendo che il lavoro svolto da infermiere e infermieri è leggero e di poca importanza.- disse Trevis incapace di togliersi un sorriso divertito dal viso.
“Meglio che mi sto zitto...”
Fortunatamente i coniugi non sembravano sentire il bisogno di non ignorarlo se non era lui a cercare di fare conversazione.
“Forse dovrei trovare una scusa per andarmene...” poi pensò a ciò che avrebbero detto i genitori a Courtney se se ne fosse scappato con la cosa fra le gambe. “Devo cercare di sopportare questa situazione per lei e poi sono certo che tornerà a momenti! Cosa vuoi che sia questa atmosfera ostile in confronto alla situazione di panico che può provare un pollo con due volpi fuori dal recinto?” poi osservò l'indifferenza che ostentavano i genitori della sua ragazza. “Delle volpi che ignorano il pollo perchè lo trovano decisamente poco appetitoso...” pensò sempre più infastidito.
-Senti... tanto per sapere...- gli disse calmo il signor Trevis mettendolo sull'attenti. -Quand'è che tu e Courtney vi sareste rimessi assieme? Mi era sembrato di capire che vi foste lasciati.- la moglie lo guardò storto, l'uomo scosse leggermente le spalle. Voleva capire se la figlia si era veramente rimessa con quello scemunito e com'era possibile, per quanto rispetto a Duncan quello fosse già un miglioramento per lui... Scott appariva spaesato.
-...Cosa?- si sentì qualcuno girare le chiavi e l'attenzione dei tre presenti si spostò sulla porta.
-Sono a casa...- disse Courtney con tono stanco, ma sembrò riattivarsi vedendo Scott. -Ma cosa ci fai qui?!- esclamò. Scott si alzò e le andò incontro con atteggiamento scontroso.
-Gli avevi detto che ci siamo rimessi insieme, eh?-
-Eh... Scott, posso spiegarti...- Camille sospirò e diede una leggera gomitata al marito.
-Ma certo che Courtney lo aveva detto, ricordi caro? Quella serata in cui eri particolarmente assonnato...- gli diede un'altra gomitata. -Ora ricordi caro?- Trevis  diede un occhiata all'espressione agitata della figlioletta.
-Ah, certo. Errore mio...-
-Ed ora vi lasciamo soli, avrete sicuramente molto di cui parlare.- disse la donna ansiosa di tagliare la corda, trascinando con sé anche il marito.
-...Credo che stiano cercando di fregarmi.- commentò Scott.
-Già...- sospirò Courtney. -Senti, dico sul serio... non ho evitato di dirlo ai miei genitori perchè mi vergogno di te, è che non sapevo come spiegargli come ci siamo messi insieme, non gli ho detto nemmeno di aver partecipato ad All stars!- Scott era molto perplesso.
-E come glielo avresti nascosto scusa?-
-Lascia perdere... è complicato...-
-Comunque non credo che abbia funzionato molto bene, a giudicare da ciò che ha detto tuo padre sapeva che c'eravamo messi insieme una volta quindi credo che l'abbia visto All stars... o comunque l'avranno informato...-
-Cosa?!- esclamò stupita poi si calmò. -Per ora lasciamo perdere... che hai da sorridere?- domando con le braccia conserte.
-Niente... sono solo stupito che una come te non si vergogni di me, in fondo veniamo da ambienti molto diversi quindi sarebbe stato anche normale se...- Courtney lo interruppe impaziente.
-E allora perchè eri arrabbiato?-
-Beh, più per il fatto che mentissi sul vergognarti... o almeno credevo così...- non era del tutto la verità, l'idea che si vergognasse di lui non gli faceva fare i salti di gioia ovviamente. -Però fammi capire, pensavi di non rivelarglielo mai per evitare di spiegargli di aver partecipato ad All stars di nascosto?-
-No, ovviamente prima o poi glielo avrei detto, il tempo di trovare una scusa credibile... Comunque è andata meglio di quanto pensassi, credo che tu possa piacergli.- disse sorridendogli.
-E... cosa te lo fa pensare?- in teoria era intelligente, avrebbe dovuto avere un motivo valido. “E se c'è sono anche io molto curioso di conoscerlo...”
-Beh, hanno provato a reggermi il gioco, no?-
-Non mi è sembrato che lo facessero perchè muoiono dalla voglia di avermi come genero e padre dei loro nipotini...-
-Lo so, lo so... ma è già un buon inizio.- sembrava abbastanza fiduciosa. Scott sospirò e si rimise seduto.
-Credo di sì.- in teoria sarebbe dovuta essere un'affermazione per quanto non lo sembrasse. -Sono curioso, come hanno reagito quando hai portato a casa Duncan?- domandò accennando un ghigno divertito.
Le sopracciglia di Courtney apparvero più tese.”Ma che tenerezza avere un ragazzo così inesperto, non sa neanche che è meglio non nominare gli ex....” -Visto che sei tu a chiedermelo non credo che ci siano problemi.- sospirò.
-Problemi?- “Da queste parti sembrano strani, un po' più di praticità non sarebbe male...”
-In realtà andò molto male...- le sue labbra si distesero in un piccolo sorriso malinconico. -Ma inizialmente trovai divertente il modo in cui i miei genitori rimasero sconvolti dalla visita. Duncan non fece nulla per cercare di piacergli, ma io neanche glielo chiesi. Avevo trovato insopportabile il modo in cui avevano reagito a quel fidanzamento così facendoglielo conoscere di persona era come se volessi punirli... sì, lo so. Non era un comportamento particolarmente maturo da parte mia...- Scott rise.
-Allora che aspettavi a farmeli conoscere? Volendo potrei sconvolgerli anche più di Duncan! Sapessi le figure che ho fatto in tua assenza...- c'erano tracce di fastidio nell'ironia del ragazzo.
-Voglio che ti accettino e siano felici per me, non che ti trovino ridicolo, terribilmente inappropriato o che ti credano poco raccomandabile...- si accomodò sulle gambe del ragazzo e si poggiò con la testa sulla sua spalla. Era stanca, aveva studiato ininterrottamente per ore quella mattina ed ormai era arrivato l'autunno, ricercare un po' di calore era legittimo. Il ragazzo sorrise e la avvolse delicatamente con le braccia. “Anche quando ho presentato Duncan ai miei sono rimasta soddisfatta del risultato solo per poco...” ripensò la ragazza. “Io invece ai genitori di Duncan piacevo?” si chiese scavando nella memoria. “Sì... credo che suo padre sperasse che lo raddrizzassi in qualche modo. Che ingenuo, come se fosse possibile! Duncan comunque non sembrava molto contento che mi compiacessi delle fiducia che suo padre aveva riposto in me per quel compito... Quell'uomo sembrava trattarlo come un criminale ed anche se ero un po' dispiaciuta per lui io come genitore mi sarei comportata diversamente?” per un attimo il pensiero di essersi comportata anche lei in modo immaturo la attraversò. “Forse avrei dovuto prendere le sue difese e dire al padre che in fondo suo figlio non era così male come credeva...” ripensò più perchè pensava che sarebbe stato un comportamento più corretto che per rimasugli di sentimento che avrebbe potuto provare per l'ex “Io ci credevo in qualche modo?” si domandò. “E il tatuaggio che avevo fatto sul braccio era per amor suo o per ribellarmi ai miei? Ormai non lo ricordo più...” pensò accucciandosi contro il corpo del fidanzato. “Ecco cosa mi rimane di relazioni che in adolescenza ti apparivano fortissime e indissolubili.” pensò cinica. “Ma ormai sono cresciuta.” pensò fermamente una parte più superficiale di lei, ma una più interna e nascosta era di un altro avviso. “Sono realmente cresciuta?” improvvisamente le tornò in mente il motivo per cui i suoi genitori, o almeno questo era quello che pensava poco prima, non sapevano nulla di Scott. Non era stato un comportamento chissà quanto maturo...
-Preparati perchè presto arriverà il tuo turno di essere presentata alla mia famiglia.- l'avvertì il ragazzo con tono disteso.
-Perfetto...- sussurrò sarcastica.
-Tranquilla, ti proteggerò io da quella tana di serpi.- provò a rassicurarla Scott a modo suo. -Così se mai avrai bisogno di scappare di casa e con due genitori simili potrebbe anche succedere...- scherzò il ragazzo, ma Courtney lo guardò ugualmente contrariata. -...Avrai già la mia casa pronta!-
-Eh... senza offesa ma no, grazie!- la ragazza si alzò e tornò ai suoi pensieri. -Com'è possibile che i miei genitori sapessero di All stars...- domandò ad alta voce più a se stessa che a Scott, in realtà non era così strano, lei per prima sapeva quanto quel piano fosse fallace fin dall'inizio.
-Forse qualche fan ti ha spedito una lettera o l'ha spedita direttamente ai tuoi, mentre eri via per il reality, in cui chiedevano commenti su quello che stava accadendo nello show...- suggerì Scott.
-Una lettera? Nell'era dell'informatica?- domandò cercando di non risultare troppo pesante. -Inoltre non ho messo a disposizione informazioni riguardanti il mio domicilio...-
-Non l'avevo fatto neppure io, eppure delle lettere dai fan mi sono arrivate... non dovresti sottovalutarli, sanno essere inquietantemente testardi...-
-Davvero?- disse incuriosita. -Lettere minatorie o qualcosa del genere?- domandò mostrando un po' di apprensione, considerando il ruolo che aveva avuto Scott nella quarta stagione lo riteneva probabile e ancora ricordava di aver ricevuto e-mail molto pesanti dopo la terza stagione “Ironico visto che ero io ad aver ricevuto un torto!” ripensò con rabbia...
-Anche...- rispose tranquillo il ragazzo -C'è ne erano anche diverse che parlavano di Dawn, sai, il pubblico era convinto che ci dovessimo mettere insieme!- rise Scott, Courtney invece si irrigidì. -Ne ho ricevuta anche una da Dawn...-
-E che diceva?!- esclamò Courtney fulminea, Scott sorrise.
-Niente di che... tipo che era dispiaciuta per aver riso in quel modo vedendo come ero ridotto alla fine della stagione... e meno male che era una santarellina!- si prese una pausa per sghignazzare, la fidanzata sembrava impaziente. -E che era molto stupita del mio comportamento nella quinta stagione, ha detto che la mia aura sembrava più positiva o qualcosa del genere e che non le era chiaro se la mia relazione con te potesse influenzarla positivamente o negativamente quindi dovevo stare attento... insomma, i soliti scleri da squilibrata, non hai motivo di essere gelosa. Non mi piace quella ragazza-spettro inquietante.- disse sorridendole, lei evitò il suo sguardo per un attimo.
-Ma non lo sono, perchè dovrei?- domandò orgogliosa.
-Ho ricevuto anche un'altra lettera da un'ammiratrice... una certa Amy...-
-Okey, ho capito...- aveva un volto arrabbiato pur non avendo chiaro in mente neanche il volto dell'oggetto della sua rabbia. “E chi diamine è 'sta Amy? Io di lettere da spasimanti sconosciuti non ne ho ricevuta neanche mezza, com'è questa storia?”
-Ma puoi stare tranquilla perchè ho già una splendida fidanzata...- per quanto fosse un'uscita scontata Courtney sorrise comunque. -Una splendida fidanzata che domenica prossima verrà sicuramente a pranzare dalla mia famiglia!- il sorriso di Courtney si rovesciò immediatamente. -Emh... prima o poi dovrai conoscerli, no?- le ricordò Scott, in qualche modo vederla più nervosa di lui lo divertiva e lo faceva sentire più tranquillo. -Mia madre ti preparerà il tuo dolce preferito, gelatina verde!- la ragazza per un attimo parve atterrita poi lo incenerì con lo sguardo. -Scherzavo, ricordo che ti spaventa.- precisò.
-Non mi spaventa, mi fa impressione, è diverso.- specificò la ragazza.
-Sì... ma perchè?- domandò curioso, la ragazza sbuffò. -Dai, sono curioso.- disse toccandole la spalla -Prometto che anche se dovesse essere imbarazzante non mi metterò a ridere.- la rassicurò.
-E' che non è chissà che grande trauma...- cominciò a spiegare infastidita. -Semplicemente quando ero all'asilo o alle elementari un bambino starnutì sopra la sua gelatina verde e la mangiò, tutto qui, mi fa schifo per questo.- Courtney diede un'occhiata a Scott. -Deluso?-
-No... Ma non è che da bambini si stia particolarmente attenti all'igiene, sono sicuro di aver visto e forse anche fatto di peggio.- Courtney si allontanò ancora schifata dall'immagine che aveva ricordato.
-No, io sono sempre stata una bambina pulitissima.- commentò sicura.
-Sì...- concordò riflettendoci su. -Immagino che tu sia sempre stata una piccola regina anche lattante.- si era categoricamente vietato di usare la parola principessa, nei fatti non sapeva se le avrebbe dato fastidio o no, ma per sicurezza preferiva non usarla.
“Regina suona molto meglio di principessa.” Courtney sorrise, il ragazzo la guardò incuriosito. -Niente, non farci caso... Gelatine o no, visite fuori programma o no, mi sento di buon umore ora.-   


Angolo dell'autrice:
Ci ho messo molti giorni per terminare questa one-shot(e ne ho lasciate anche altre in sospeso...) nonostante anche la mia gatta volesse dare il suo contributo salendo sulla tastiera e pigiando tasti a casaccio... Credevo di potermi rilassare e approfittarne per scrivere un po' dopo aver dato un'altra materia e invece non ho avuto un attimo di pace...
Comunque spero davvero che la storia vi piaccia e accoglierò volentieri il vostro parere. Sinceramente una possibile interazione dei genitori di Courtney con uno dei suoi fidanzati mi incuriosisce abbastanza.
Non riesco a vedere bene insieme Dawn e Scott invece, sorry! Ma credo che prima o poi potrebbe capitarmi di provare a scrivere qualcosa su di loro visto che le coppie crack pairing e il provare a farle funzionare mi interessa abbastanza.
A presto!
  
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