Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Mary Raven    13/10/2018    2 recensioni
Daenerys è appena una bambina quando Robert Baratheon conquista i Sette Regni, e lei perde tutto. Perde la sua infanzia, i suoi cari e, in seguito a un trauma, anche i ricordi.
Per uno strano caso nessuno sospetterà che una Targaryen è ancora in vita e Dany vagherà a Westeros senza memoria. Un'esperienza che forgerà una nuova Daenerys, diversa da quella che abbiamo conosciuto, mentre ripercorre gli eventi alla scoperta della sua gente, ma soprattutto alla conoscenza di sé stessa.
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Daenerys/Jaime
Sansa/Jon, Arya/Gendry, Robb/Margaery
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Ultimo capitolo pubblicato:
7. Il Porcello Baratheon a Grande Inverno
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Io sono Nessuno

 

Il giorno seguente al ritrovamento della Principessa, e mentre questa risposava indisturbata, Theresa e Josef ne approfittarono per discutere della situazione. Ovviamente non potevano tenere Daenerys al villaggio o gli altri abitanti si sarebbero insospettiti; ma allo stesso tempo non potevano vivere come dei nomadi e spostarsi per i Sette Regni con una piccola dai capelli biondi e dagli occhi viola – entrambi tratti ricollegabili solo alla famiglia dei Targaryen.
Nascondendo Daenerys stavano commettendo il crimine di alto tradimento. In realtà non avevano impiegato tanto tempo a decidere: Josef si era battuto per i Targaryen, aveva visto Rhaegar morire alla battaglia del Tridente, e, come lui, anche Theresa non aveva dubbi sulla propria fedeltà. Per loro Robert Baratheon era un Usurpatore e sarebbe divenuto un pessimo regnante. Ci credevano fermamente. Come credevano che Rhaegar Targaryen non fosse un rapitore ma un uomo buono e nobile d’animo: insomma agli occhi dei due contadini non aveva rapito Lyanna Stark come tutti credevano. Doveva trattarsi di una macchinazione volta a macchiare la reputazione del principe ereditario. Rhaegar avrebbe meritato il Trono di Spade e sarebbe potuto diventare un Re migliore di suo padre o di un qualsiasi Baratheon. Purtroppo era morto per mano di Robert e tutto ciò che restava ai Sette Regni era sua sorella.

« Non dobbiamo decidere subito » ragionò Josef. « Teniamo Daenerys in casa fino a quando non avremmo trovato una soluzione. »

Theresa sospirò e si massaggiò i polsi doloranti. Ogni giorno i contadini della Terra dei Fiumi lavoravano tanto. Lei guardava suo marito e ricordava quanto fosse coraggioso e determinato: Josef aveva abbandonato i propri familiari, fedeli a Robert Baratheon, il proprio titolo nobiliare per servire i Targaryen e per vivere con lei nei campi, dove si faticava sotto il sole pur di mangiare un mero pasto.

« Allora, è il momento di parlarne. Sappiamo che una Targaryen è ancora in vita e, se è come credo, siamo gli unici a conoscenza di questo segreto. »

« Possiamo salire su una nave per andare a Essos. »

« Con quali soldi? Non credo che i tuoi genitori ti presterebbero denaro per aiutare una Targaryen dopo che li hai abbandonati per combattere con un Targaryen. E comunque Essos è troppo pericolosa, la tua spada e la mia lingua lunga non basterebbero a salvarci. Servirebbe un poco di fortuna ma, purtroppo per Daenerys, io e te ne siamo abbastanza sprovvisti. »

 

 

I giorni passarono e i due contadini non avevano ancora fatto uscire Daenerys. Anzi, furono costretti a lavorare a turno in modo che ci fosse sempre qualcuno in casa a tenere compagnia alla bambina. Le aveva raccontato ovviamente delle bugie: avevano detto che i suoi capelli erano di un colore insolito, il colore delle streghe e che dovevano nasconderla dagli occhi dei malpensanti. In effetti non era del tutto una bugia. Le donne del villaggio erano grandi pettegole e presto i vicini iniziarono a diventare sospettosi attorno ai due contadini.
Molti abitanti avevano sostenuto i Targaryen durante la ribellione di Robert Baratheon, ma ora non conveniva a nessuno stare dalla parte dei perdenti.
Quando i sospetti dei vicini, però, si fecero più forti arrivò il momento di prendere una decisione definitiva. La soluzione ai loro problemi si presentò inaspettatamente sotto forma di un viandante.
Josef stava vendendo al mercato del villaggio i prodotti che lui e sua moglie avevano coltivato, quando gli si avvicinò un signore molto ambiguo.
« Un uomo vende buoni prodotti » disse il viandante che indossava dei vestiti simili a stracci. Josef guardò il viaggiatore con curiosità e con stupore: che razza di accento aveva?

« Certo, verdure coltivate personalmente da me e mia moglie. »

« Un uomo e sua moglie sono dei bravi contadini. »

« Grazie mille, anche se non so come possiate farci simili complimenti senza conoscerci » osservò il contadino sospettoso. Lo straniero continuò a fissarlo in silenzio e con un sorrisino enigmatico. « Amico mio, o compri qualcosa o puoi anche andartene. »

« Di solito un uomo è gentile e disponibile, ma ultimamente è inasprito dalle preoccupazioni » disse il viandante. « Tenere un segreto non è mai facile. »

Josef rimase pietrificato ma cercò di non allarmarsi. Come sapeva certe cose, li aveva spiati o tirava a indovinare?  « Io non ho segreti. »

Il viandante sorrise, quasi divertito. « Parlo della bambina con il sangue di drago che nascondete in casa. » Il contadino sobbalzò, si guardò attorno e disse allo sconosciuto di abbassare i toni.

« Chi siete e come sapete della bambina? »

« Il mio nome è Jaqen H’ghar e il Dio dai Mille Volti mi manda. »

« Siete un Uomo senza Volto? » domandò il contadino pensieroso. Aveva letto delle storie sugli Uomini senza Volto. Si trattava di un Ordine antichissimo che rispondeva a un solo Dio, ovvero alla Morte. Non poteva crederci di trovarsi davanti a uno di loro.

« Quest’uomo senza volto ha una soluzione che risolve tutti i vostri problemi. Jaqen può aiutare Daenerys Targaryen a trasformarsi per assumere una nuova identità. »

« Cosa volete in cambio? »

« In cambio? Se il Dio mi manda non è per uno scambio » precisò Jaqen. « Noi insegniamo a mentire, a diventare Nessuno. Daenerys è già un Nessuno. Deve solo diventare qualcun altro. »

Josef ascoltò attentamente e storse il muso. « Quindi dovremmo lasciartela? So bene chi sono gli Uomini senza Volto, sono assassini. »

« Jaqen non uccide gli innocenti e non torcerà un capello alla bambina, se è questo che interessa a un uomo. Il Dio dei Mille Volti è interessato a lei. »

« Ma è un Dio di Morte, giusto? Perché un Dio della Morte sarebbe interessato a una bambina? »

« Prima della Morte c’è la Vita e quella bambina ha avuto tanto da entrambe. »

« Tu parli ma allo stesso tempo non dici nulla, Jaqen H’ghar » osservò il rosso.

« Tu sei un nobile del Nord ma allo stesso tempo un contadino delle Terre dei Fiumi, Josef Cerwyn » replicò Jaqen con un sorrisino sardonico.

Josef ignorò la provocazione e non si chiese come Jaqen sapesse tutte quelle cose. « Resterà per sempre con te? »

« No, non per sempre. Il Dio dei Mille Volti ha un piano per lei. »

« Devo pensarci. »

« Un uomo ha tutto il tempo per pensarci. Presto Daenerys compirà otto anni e proprio sotto quella luna, il giorno del suo ottavo compleanno e in riva alle acque dove l’avete trovata, io vi aspetterò. »

Josef si mise a sedere e si coprì il viso. Gli Uomini senza Volto erano degli assassini ma Jaqen non aveva motivo di mentirgli: avrebbe fatto prima a uccidere lui e sua moglie per poi prendersi Dany, invece aveva preferito parlargli e metterlo davanti a una scelta. Infondo che prospettiva potevano dare lui e Theresa alla bambina? Una vita segregata in casa o meglio una vita in fuga? Per cosa, per vivere senza gioie, senza fare nuove amicizie e senza potersi innamorare. Quella non era vita.

« La porterai a Braavos? » chiese alzando di nuovo il viso. Le parole gli morirono in gola quando vide di essere rimasto da solo. Jaqen H’ghar era sparito, come un fantasma, così come era arrivato.

 

 

Quando Josef tornò a casa raccontò tutto a Theresa. Inizialmente sua moglie si impuntò in negativo: non avrebbero mai affidato Daenerys a un estraneo, non a un assassino fanatico di un Dio della morte. Tuttavia né lei né suo marito si preclusero il diritto di decidere, e continuarono a pensarci.
Intanto i vicini continuarono a sospettare. Molti sostennero che Theresa fosse rimasta incinta, altri affermarono che lei era sterile e che ciò non sarebbe stato possibile. I contadini si sentivano con il fiato sul collo, costantemente giudicati e vittime di occhi indagatori. La casa stava sempre più stretta a Daenerys che chiedeva di uscire. Come se non bastasse, Josef cominciò a fare dei sogni molto strani, tutti che si concludevano con Dany diretta a Braavos.
Il giorno prima dell'ottavo compleanno di Daenerys i contadini presero una decisione. La bambina non poteva vivere reclusa fra quattro mura. Avevano bisogno dell'aiuto di Jaqen.
Quella notte coprirono Dany con un mantello e uscirono di casa in gran silenzio. I contadini e la bambina si mossero in mezzo alle tenebre e strisciarono nella notte come tre ombre, senza lasciare traccia. Non ci volle molto prima che raggiungessero il mare, in quel punto dove i coniugi avevano trovato Daenerys circa un mese prima.
A lei avevano detto che sarebbe  andata a vivere per un poco con un uomo potente che sapeva tante cose e Dany aveva provato una sorta di inspiegabile entusiasmo davanti a quella prospettiva: un uomo che sapeva tutto avrebbe potuto dirle chi era, da dove veniva e soprattutto se aveva dei familiari ancora in vita, informazioni che lei bramava come un uomo assetato brama acqua nel deserto. Non sapeva ancora di sbagliarsi. Jaqen non aveva alcuna intenzione di dirle la verità.
Come promesso, il braavosiano li attese in riva al mare e quando ci arrivarono si avvicinò alla bambina.

« Non hai bisogno di nasconderti con me » sussurrò e rimosse il mantello per guardarla negli occhi. Dany gli sorrise, credendo alle proprie sensazioni. Le stesse sensazioni che incitavano il suo cuore a fidarsi di Jaqen H’ghar. « Quest’uomo conosce bene il tuo viso. »

« Mi chiamo Dany. »

« Il nome che i contadini ti hanno dato non ha alcuna importanza finché per te sarà solo un nome » affermò il braavosiano con risolutezza. « Non ti avrebbero portata da me altrimenti. »

« Scusa, era solo un modo per rompere il ghiaccio » ammise Daenerys intimidita.

L’Uomo senza Volto sorrise comprensivo e scosse il capo. « Il mio nome è Jaqen, dolce fanciullina. »

« Quando ce la riporterete? » intervenne il contadino, estremamente apprensivo.

« Esattamente tra un anno » replicò Jaqen. « Vi aspetterò qui, allo scoccare del suo nono compleanno, e vi restituirò una bambina sana e salva, ma diversa da quella che vedete oggi. » Daenerys deglutì.

« La tratterete bene? » domandò Theresa con apprensione materna.

« Quest’uomo non ha intenzione di fare il contrario. »

I due contadini abbracciarono Daenerys; Josef quasi si commosse. Le ricordarono che si sarebbero visti presto, a distanza di un anno.

Daenerys appariva dispiaciuta ma, allo stesso tempo, tranquilla e decisa. « Grazie di tutto e scusatemi se sono stata un peso in questi giorni. »

« Non devi scusarti, ci scusiamo noi per non essere in grado di proteggerti. »

« Non fa niente. »

Infine Josef l’aiutò a salire sulla barca e poi i due contadini, tenendosi stretti, rimasero fermi a guardare lei e Jaqen che prendevano il largo. Presto si fecero sempre più lontani, sempre più piccoli fino a dissolversi nella vastità del mare come una visione, e Dany rimase sola con il suo nuovo compagno di viaggio.

 

 

Piccolo fiore, sarò io una carezza
il fuoco non brucia, il fuoco è amico
lascia che il suo potere cancelli ogni tua debolezza

senza farti paura
lascia che il mio canto ti desti
tenendoti sicura
da quando nascesti.

Daenerys sorrise, coccolata dalla solita voce maschile, mentre il sogno si dissolveva e lei si svegliava.

« In piedi bambina, siamo quasi a Braavos » annunciò una voce più dura e roca, eppure sempre tranquilla. Daenerys aprì gli occhi che furono colpiti dalla violenta luce del sole di mezzogiorno e si mise seduta stiracchiandosi. Dopo essersi allontanati in barca, erano saliti su una nave e su questa avevano trascorso i giorni precedenti. Dany però odiava dormire sottocoperta dove c’erano tanti uomini strani, preferiva stare con Jaqen a prua e proprio lì si era addormentata il giorno prima.

« Per quanto tempo abbiamo viaggiato? » domandò. « Ho perso il conto dopo il terzo giorno. »

« Il tempo non ha importanza bambina, è solo un argomento che si infila nei discorsi poveri. Invece io e te abbiamo tanto da dirci. »

« C’è qualcosa che importa per te? » chiese Dany stizzita, prima di scusarsi per il suo tono impertinente.

« Non devi scusarti, perché … »

« Perché scusarsi non ha importanza » scherzò Daenerys, ma il suo compagno di viaggio non rise, anzi sembrò assorto e pensieroso. Dany notò che era cambiato rispetto al loro primo incontro sulle coste della Terra dei Fiumi: era più scuro in viso, sfuggente. D’un tratto non si sentiva più così tranquilla e fiduciosa ma Jaqen aveva detto che non le avrebbe fatto del male. L’aveva detto e ripetuto quindi tanto valeva credergli e poi non si poteva più tornare indietro.

« Jaqen voleva dire che non devi ripetere sempre ‘grazie’e ‘scusa’ come se il mondo fosse perfetto e tu sbagliata » affermò guardandola negli occhi e Daenerys si sentì completamente nuda, esposta come se il suo ‘io’ fosse un libro aperto a Jaqen, « perché non è così e perché il mondo è un posto brutto e spietato. Se fosse fatto di rose tu non saresti qui con un estraneo di cui non sai se fidarti o meno, ma con i tuoi genitori nella tua casa a gustare un buon pasto. »

Dany fece un sorrisino triste e abbassò gli occhi. Jaqen aveva ragione in tutto e per tutto.  « Ti prometto che non ripeterò ‘scusa’ tanto spesso. »

« Neanche grazie. Impara a pretendere poco e sarai sempre soddisfatta, impara a non aspettarti troppo e rimarrai meno delusa. Non avrai sempre qualcuno a proteggerti quindi impara a cavartela da sola. »

« Non mi parlerai della mia famiglia, vero? Theresa e Josef mi hanno mentito ma hanno creduto che fossi troppo ingenua per rendermene conto. »

« Mai visto errore più grosso, una bambina è sorprendentemente sveglia e intelligente. So che imparerà in fretta e io non dirò bugie alla bambina. »

Quelle affermazioni fecero sorridere Dany. « Cosa imparerò? »

« Tutto ciò che ho detto poco fa e molto di più. Se i contadini ti hanno mentito c’era un motivo, se io ti addestrerò per diventare Nessuno si tratta dello stesso motivo. Sappi solo che non ti hanno mentito su una cosa: vogliono il tuo bene e tutto ciò che farò io sarà a fin di bene. »

« Tu cosa vuoi invece? » domandò furbamente lei. Jaqen non rispose, sorrise misterioso e scese dalla nave per inoltrarsi in città. Daenerys seguì il suo esempio e iniziò a guardarsi attorno. Braavos era una città di Essos, non che lei ricordasse Westeros, ma percepiva un cambiamento. Nella parte bassa della città era allestito un mercato circondato da pescatori e venditori. Nessuno prestava attenzione a lei o a Jaqen, tutti erano impegnati a fare qualcosa. Tanti mercenari combattevano per le strade, quasi a vantare la propria abilità, mentre i comuni braavosiani indossavano abiti dai colori sgargianti e le cortigiane apparivano come donne bellissime e affascinanti. Gli uomini ricchi, invece, indossavano molti gioielli e  portavano abiti grigi e blu, di un blu talmente scuro da ricordare una notte senza stelle.

La Casa del Bianco e del Nero sorgeva su un ripiano roccioso, appariva come un edificio enorme e senza finestre. Sulle porte in legno intagliato metà in bianco e metà in nero appariva simbolica una luna. Dany si fermò davanti alle porte principali, quasi intimorita, e obbedì in silenzio a Jaqen quando le fece segno di entrare. In mezzo alla stanza principale vi era una piscina, il pavimento appariva lastricato e vicino alle pareti della stanza erano posizionate varie statue di presunte divinità. Daenerys si guardò attorno affascinata, poi non sentì più i passi di Jaqen e si voltò per scoprire che si era fermato dietro di lei. La fissava con un’espressione impassibile e una faccia scura.

« Chi sei? »

Dany ci pensò un attimo e capì. « Nessuno. »

« Bene, da oggi in poi ti farò questa domanda ogni mattina al tuo risveglio e voglio che tu lo ripeta cento volte prima di andare a letto. Dovrò vederti sempre più convinta. Chi sei dunque? »

« Io sono Nessuno » asserì Daenerys con maggiore decisione. Infondo allo stato attuale delle cose era davvero Nessuno.

Jaqen sorrise e annuì. « Già meglio » disse. « A breve ti insegnerò a cambiare il tuo aspetto, a travestirti a tuo piacimento. I tuoi occhi e i tuoi capelli cambieranno colore e i tuoi vestiti saranno come i miei. Le nostre lezioni si divideranno in tre fasi: fuggi, nasconditi e difenditi. Domani inizieremo da ‘fuggi’, quella che renderà i tuoi riflessi più svelti. Terminata codesta, passeremo a ‘nasconditi’ che è divisa in due piani, uno fisico e uno mentale. Per ultima quella più difficile, ovvero ‘difenditi’ e lì ti chiederò di scegliere un’arma. Sei pronta? »

« Credo di sì » mormorò lei e Jaqen alzò un sopracciglio. « Volevo dire, certamente » si corresse, tuttavia ancora incerta.

« Per quanto riguarda i contadini sai che ti hanno mentito ma non sai su cosa. Sappi che Nessuno ha dei nemici a Westeros. I nemici di una bambina sono dei codardi assassini di bambini ma hanno cose che una bambina non ha. I nemici di Nessuno hanno sterminato i suoi cari e hanno rovinato la sua infanzia. » Daenerys trattenne il respiro. « Per questo una bambina ha dimenticato ma un giorno ricorderà senza bisogno di fare domande. Detto ciò, ogni fase di questo allenamento ti potrebbe tornare utile a Westeros. Sei pronta? »

Dany strinse i denti e guardò il suo nuovo amico dritto negli occhi. « Lo sono. »


Piccolo uccellino, sarò per te un aiuto
non sarai mai sola
finché ascolterai il mio canto

 

Quella mattina Daenerys fu svegliata da un rumore, un secco bussare alla porta. Non aprì gli occhi perché sapeva già di chi si trattasse. Non si mise in piedi, ma restò ferma e distesa in attesa.

« Chi è questa bambina che ancora riposa? »

« Sono Nessuno. »

« Bene » proruppe Jaqen, entrando nella stanza, « appari già più convinta di ieri. » Si avvicinò a lei e fissò pensieroso il suo viso.

« Ho fatto qualcosa di male? » domandò Dany a disagio. Gli occhi inquisitori di Jaqen sembrarono recepire qualcosa.

« Cosa sogni di notte? » La domanda lasciò di stucco Daenerys. Si chiese come facesse il suo nuovo amico a sapere cose tanto private e intime. Quasi si sentì violata.

« Niente. »

« Non sai mentire, il tuo corpo dice che è una menzogna. »

« Sogno una voce maschile » ammise Dany costernata. « Non so a chi appartenga. »

« Non è importante, tu sei Nessuno e il proprietario di quella voce che canta per quanto ne sappiamo è anche esso un Nessuno. Capisci cosa intendo? » chiese l’uomo guardandola attentamente. Dany annuì in silenzio e Jaqen riprese: « Seguimi, ti presento uno di noi. »
L’Uomo senza Volto scese numerosi gradini e condusse la bambina nella sala principale, completamente deserta se non fosse per un uomo fermo in mezzo alla stanza e un ragazzo, vicino alla piscina, che aiutava una donna a bere. Daenerys aveva visto una cosa simile il giorno precedente: un uomo anziano aveva bevuto acqua della piscina e poche ore dopo era morto. Jaqen aveva detto che chiunque soffrisse e, di conseguenza, volesse dire addio a quella vita, poteva ricevere il Dono dal Dio dai Mille Volti e morire in maniera indolore. Il Dono veniva concesso solo a chi chiedeva; gli Uomini senza Volto non potevano quindi donarlo di propria iniziativa. Tuttavia ancora un dubbio martellava nella mente della bambina.

« Diventerò una di voi? » chiese mentre scendeva gli ultimi gradini. Jaqen si fermò e lei per poco non gli andò a sbattere addosso.

« Non resterai con noi quindi non ti addestreremo per questo. »

« E allora per cosa mi addestrerete? »

« Una bambina è troppo curiosa » disse Jaqen e, insieme a Daenerys, raggiunse l'uomo coperto da una cappa metà nera e metà bianca che li attendeva in mezzo alla stanza. « Lui controllerà il tuo addestramento, io ti accompagnerò qui ogni mattina e ti riporterò in camera ogni sera. »

Detto ciò Jaqen si voltò e se ne andò. Dany lo guardò allontanarsi e restò sola con il nuovo Uomo senza Volto conosciuto, che appariva molto alto e magro sotto il suo mantello. La bambina si avvicinò timorosa e, sotto il cappuccio a faldoni, notò una cosa a primo impatto terrificante: l’uomo era in realtà un teschio ingiallito e dai lati della sua bocca pendevano dei pezzi di pelle. Dany sobbalzò e deglutì.

« Hai paura, bambina? Il mio aspetto ti spaventa? » chiese il signore con voce gentile. Quella voce tranquillizzò un poco Daenerys anche se non riuscì a placare il suo timore.

« Mi dispiace signore » sussurrò con un filo di voce.

« Vorresti essere più coraggiosa, vero? » domandò e vide Dany annuire. « Sappi che noi uccidiamo gli uomini, ma non abbiamo la presunzione di giudicarli quindi non ti giudicherò come tu non giudicherai me. »

« Vorrei diventare una persona più forte » ammise lei.

L’Uomo Gentile, come aveva scelto di chiamarlo Daenerys, annuì comprensivo. « Sei una bambina, non è già tanto che tu sia stata mandata qui? »

« Non avevo dove altro andare e i contadini che ho conosciuto non sapevano come tenermi. »

« Sai perché? »

Dany scosse il capo. « No » mormorò, « loro mi hanno mentito e Jaqen ha detto che non ha importanza. »

« Jaqen H’Ghar dice sempre il giusto. Qui non importa chi eri ma chi diventerai, e diventerai ciò che più ti piace e ciò che ti permetterà di sopravvivere. Sei stata molto fortunata bambina, lungo il tuo percorso hai incontrato persone che ti hanno protetta e si sono prese cura di te. Il Dio dai Mille volti ha voluto così. Ma non ci sarà sempre qualcuno a guardarti le spalle. Sappi che la morte non è la cosa peggiore, è un Dono che Lui ci fa, la fine delle nostre miserie terrene. »

Daenerys ascoltò in silenzio. Da troppo tempo sentiva parlare del Dio dai Mille Volti e sapeva cosa rappresentasse; però ancora non sapeva cosa volesse la Morte da lei secondo i suoi credenti, come facevano a comunicare con essa e in che maniera lavoravano. « Posso sapere cosa fate qui? »

« In questo tempio offriamo il Dono e pratichiamo il culto dei morti. Tuttavia tu non sei qui per diventare una di noi, tu sei qui per essere addestrata. Ragazzo! » chiamò alla fine. Il ragazzo che era nella stanza con loro, alto e molto più grande di Daenerys, si avvicinò e inclinò il capo in segno di rispetto verso l’Uomo Gentile. « La prima fase consiste nella fuga. Domani mattina ti manderemo a comprare qualcosa al mercato. Il ragazzo senza volto reciterà il ruolo del tuo inseguitore e spunterà quanto meno te lo aspetti. Il tuo compito è quello di seminarlo, con la velocità oppure con la furbizia. »

« Quindi appena vedo lui devo iniziare a correre? » chiese Dany dubbiosa. Si domandava quale fosse lo scopo di quella prova: sapeva di essere esile e quindi già agile e veloce, non aveva bisogno di fare pratica. Di astuzia ne aveva poca, ma, a suo parere, non era acquisibile in pochi mesi.

« No, tu non vedrai il ragazzo » disse l’Uomo Gentile e Daenerys corrugò la fronte, senza capire. « Lui utilizzerà un altro viso, tu non saprai mai da dove spunterà e con che faccia. Più tardi lui ti mostrerà i volti e capirai cosa facciamo qui. »

« Anche io utilizzerò un altro viso un giorno? »

L’Uomo Gentile negò. « Non sarà necessario, basterà modificare i capelli, gli occhi, il tono e il portamento. Senza questi sembrerai già un’altra persona. Durante quest’anno cambierai e chi ti conosceva prima non ti riconoscerà tanto sarai diversa. »

Quella sera il giovane mostrò a Daenerys un posto dove c’erano tante facce strappate dalle teste, tutte appartenenti a persone diverse. Dany rabbrividì in parte disgustata ma soprattutto incuriosita. Ora capiva in cosa consisteva il compito degli Uomini senza Volto: praticavano il culto dei morti, prelevavano i loro visi e li utilizzavano per essere i famosi assassini di cui si sentiva spesso parlare.

« Sei fortunata mocciosa » affermò il ragazzo con un tono poco cortese. « Io per diventare un ragazzo senza volto ho impiegato tanto tempo, prima di vedere questo posto ho dovuto aspettare settimane mentre tu arrivi e sai persino cosa facciamo qua dentro. »

« Io non sono fortunata, sono una bambina senza ricordi e senza famiglia. Se mi è capitata della fortuna non so che farmene a questo punto. »

« Credi di suscitare pena con queste lamentele? » Dany sospiro e pensò “io non voglio fare pena”. « Sei qui per imparare a cavartela da sola e da domani comincerai a farlo. Punto. »

 

Il giorno seguente Daenerys incontrò l’Uomo Gentile nella sala principale e questo le insegnò a travestirsi. La bambina fissò una massa di capelli neri e lunghi sulla propria testa. Era certa appartenessero alla donna che era morta il giorno prima. In seguito imparò a parlare in maniera più decisa, con un tono di voce maggiormente convinto e duro. L’Uomo Gentile le suggerì di stare meno dritta, più curva e rilassata, soprattutto quando si metteva a sedere.
Poi fece una lezione sulla lingua di Braavos, sottolineando che gli accenti erano utili per non far intuire il proprio luogo di nascita.
Infine Dany venne mandata al mercato di Braavos per comprare della frutta, in attesa di essere inseguita per quello che sarebbe stato il suo primo giorno di allenamento.

Inizialmente rimase in attesa, agitata e costantemente attenta. Ogni passo che faceva si guardava intorno, ogni volta che un venditore gridava, sobbalzava. Insomma non riuscì a stare tranquilla. Passò circa un’ora e il ragazzo ancora non si era visto, tanto che Dany cominciò a rilassarsi perdendo concentrazione. Continuò comunque a guardarsi attorno, senza prestare realmente attenzione. C’erano tante facce, visi arcigni, altri simpatici, altri ancora evasivi. Come faceva a capire chi se qualcuno volesse farle del male? D’un tratto intuì quanto fosse importante e utile quella fase di addestramento.
Provò a recuperare concentrazione quando un sacco di folla attirò la sua attenzione. Applaudivano, urlavano. Minuta com’era si infilò in mezzo alle persone e riuscì a sgusciare avanti a tutti. Sulla piazza c’era un enorme tendone e, a fare scena, degli attori. Lo spettacolo doveva trattare una guerra perché molti personaggi avevano delle spade finte, costumi simili ad armature e fingevano di combattere, in particolare due erano i protagonisti della scena: un uomo dai capelli biondi e l’altro con una barba scura. La loro parrucche non sembravano reali come quella che indossava lei, anzi erano visibilmente fittizie, sbiadite e rovinate. Tanto che il biondo di uno dei due protagonisti appariva quasi come il colore naturale di Dany. Che strana scelta di capigliatura, pensò Daenerys, forse a Essos era normale.
Il ragazzo dai capelli biondi si scontrò con il moro. La folla incitò i combattenti.

« Arrenditi Rhaegar, il tempo dei Targaryen è finito. »

« Non mi arrenderò mai. Io lotto per la mia ossessione, la bellissima Lyanna Stark. »

« Lei è mia, è promessa in sposa a me » gridò il moro e con un colpo di ascia fece cadere quello che doveva chiamarsi Rhaegar. Daenerys deglutì mentre il biondo cadeva a terra e fingeva di morire. Quella scena era palesemente finta, eppure così triste. O almeno lei percepiva tanta desolazione.
D’un tratto i suoi sensi si fecero vigili, si acuirono e Dany percepì qualcosa. Istintivamente guardò alla propria destra e vide un uomo inquietante che fissava. Senza aspettare una reazione della bambina il signore scattò, e Dany iniziò a correre facendosi spazio tra la folla.
Una volta lontana dalla gente corse in mezzo alle bancarelle, convinta di riuscire a seminare il suo inseguitore battendolo in velocità. Tuttavia questo era veloce, anche più veloce della bambina, e più agile. Daenerys, mentre correva, avvertì un senso di deja-vu*, come se quella fuga fosse già avvenuta in un luogo diverso e in un tempo passato.
Improvvisamente vide il termine della strada ma invece di rallentare aumentò in velocità e, con un lungo balzo, arrivò dalla parte opposta del pontile. Purtroppo inciampò a cadde a terra. Provò anche a rialzarsi ma il signore che aveva visto prima la sovrastò e le suonò un ceffone. Lo schiaffo rovesciò il corpo esile della bambina a terra, con una guancia rossa e bruciante. L’uomo si tolse il finto viso che indossava e rivelò, sotto di esso, il ragazzo Senza Volto.

« Sei veloce, ti faccio i miei complimenti, ma sei anche impacciata » disse. « Non ti avrei mai raggiunta se tu non fossi inciampata. Inoltre devi mangiare per diventare più resistente. »

« Non c’era bisogno di colpirmi. »

« Ti abituo alla crudeltà di questo mondo mocciosa, un giorno mi ringrazierai. »

« Hai altri appunti da farmi? » domandò con sarcasmo.

« Devi diventare più astuta, se ti fossi infilata da qualche parte invece di saltare forse non ti avrei presa » spiegò il ragazzo. « Astuzia, agilità e resistenza. Insomma, devi migliorare, hai ancora tanta strada da fare. »

« Una nota positiva? »

« Nessuna » asserì, poi ci ripensò. « Eri distratta a guardare uno spettacolo ma il tuo istinto è forte, ti ha indicato la mia presenza, quindi è un punto a tuo favore. »
Daenerys sorrise e lui l’aiutò a rimettersi in piedi. In fondo il ragazzo non era male, ma Dany sapeva che avrebbe continuato a colpirla ai fini dell’addestramento. Era necessario che lei imparasse.

I giorni trascorsero in fretta fra le sveglie di Jaqen, le lezioni con l’Uomo Gentile e l’addestramento con il Ragazzo. Una mattina Daenerys guardò il proprio riflesso specchiato nell’acqua e notò che stava davvero cambiando. La sua postura, i suoi modi di fare erano cambiati. Si sentiva più sicura, decisamente fortificata. Inoltre era diventata più resistente e agile.
Infine arrivò il fatidico giorno, dopo due mesi. Il giorno in cui concluse il suo primo addestramento. Ancora una volta percepì il pericolo prima che questo si palesasse, scattò verso un vicolo, attraversò un ponte e, con un gesto di furbizia, corse a zig zag fra alcune bancarelle di venditori, prima di infilarsi sotto una di queste e sbucare da tutt’altra parte. Scivolò sotto un carro, girò due angoli e prese una scorciatoia per giungere al Tempio del Bianco e del Nero. Corse a lungo ma una volta saliti i primi gradini percepì che il ragazzo gli stava alle calcagna. Tuttavia continuò a correre, spalancò il portone e raggiunse l’Uomo Gentile in mezzo alla sala principale.

« Ci sono riuscita » disse con il fiatone, poi sorrise vittoriosa. « L’ho seminato e ho vinto. Sono pronta a passare alla seconda fase. »

 









Angolo autrice:

Ciao, mi scuso per il ritardo ma ho avuto molti impegni in questo periodo. Finalmente ora sono più libera e ho terminato il capitolo.
Cosa ne pensate? Avevate immaginato questa soluzione per Daenerys e secondo voi può funzionare? Perché Jaqen l'ha presa con sé?
Nel prossimo capitolo vedremo l'addestramento di Daenerys in cosa consiste e che affetti avrà su di lei.
Un bacio e alla prossima!
 

   
 
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