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Autore: Io_amo_Freezer    13/10/2018    0 recensioni
Quattro ragazzi che non si sono mai conosciuti ma con un legame forte nel petto si incontreranno al college. Tra problemi, misteri e studio riusciranno a scoprire qual è la vera ragione di quel legame?
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ritardando, ritardando… Provando e riprovando più e più scuse, alla fine, le aveva finite, Mikey, oltre che aveva attirato solo troppi sguardi confusi da quel comportamento, su di sé: tra poco gli costringeva a fare il giro della città, anzi, dell’intero pianeta pur di non tornare a casa.
-Avanti, sono quasi le una… Perché ora vorresti andare in un museo? Museo per giunta! Cos’è? Ti sei rammollito come Donnie?- sbadigliò, il rosso, portando una mano davanti alla bocca e sfregandosi poi il naso infreddolito dal vento della notte.
-Ehi! Guarda che io sono d’accordo. Peccato sia chiuso a quest’ora…-
-Ammettilo, Raph. Non vuoi andarci perché poi capirebbero tutti quanto tu sia idiota.- stuzzicò, divertita, Gwen.
-E perché, tu…!-
-Basta così.- tappò la bocca, Leo, all’amico, sospirando poi sfinito e guardando il biondo che sembrava in cerca di un’altra idea, che però non arrivava alla testa. -Siamo tutti stanchi, abbiamo camminato molto e inizia a far freddo. Tranquillo, possiamo passare altre serata insieme. Abbiamo tutte le giornate del mondo, per continuare ad avventurarci in questa città.-
-Ohm… Okay, ma… Almeno, andiamo… Non so…-
-Mikey, ti prego… Non c’è la faccio più.- si lagnò, Cat, sbadigliando e continuando a reggersi contro la spalla del biondo, ad occhi chiusi, che le sorrise e annuì, nel vederla così stremata, come tutti, nonostante Raph e Gwen che, carichi, si saettavano in silenzio, dato che Leo non avesse rimosso l’arto dalla bocca del rosso.
-Va bene. Scusate.- ridacchiò dolce, sfregandosi la chioma con una mano mentre alcune ragazze tirarono un sospiro di sollievo per le loro gambe, a quelle parole, e Leo annuì, avvicinandoglisi per scompigliargli la chioma prima di mandare un’occhiata a Light che socchiuse le palpebre, assonnata, ma non per questo non cedette un pugno ben assestato sul naso del pattinatore, che finì a terra, di schiena e con le gambe all’aria, facendo ghignare, interiormente e non, il blu.
-Allora? Casa arriviamo!- pretese, alzando un braccio al cielo, Venus, fiera di poterlo dire finalmente, e iniziando poi, nel voltarsi indietro, a tornare ai dormitori.
-Volete restare da noi?-
-Pigiama party!- scattò Viola, con le pupille che brindarono di gioia a quelle sue stesse parole e unendo le mani forte tra loro, accanto al fidanzato; parole che però fecero sussultare energicamente Mikey, sul posto, costringendo così Cat a destarsi, che socchiuse gli occhi e scuoté il capo prima di sbadigliare e rimettersi eretta con il capo, senza però lasciare le braccia incrociate sulla spalla del biondo.
-Tutto okay?- mormorò cauta, con la nebbia a velargli la ragione e la lucidità mentre portò poi lo sguardo sugli altri.
-Oh, sì…- farfugliò, annuendo prima di sbrigarsi nel sorridere ancora, come meccanicamente pur di celare i suoi timori e i suoi ripensamenti, attirando però, con quel commento, gli occhi di Leo e Donnie su di lui. Ma se quelli stavano da loro, lui…
-Io fare un pigiama party con questo qui?- chiese acida, Gwen, indicando malamente e con un’occhiataccia il rosso che ringhiò, compiendo un passo avanti con irruenza, sul marciapiede.
-Beh, che c’è di male? Ormai si capisce che fate coppia.- alzò le spalle, con indifferenza, Venus, e lasciando trasalire e arrossire i due che boccheggiarono aria per brevi istanti prima che urlassero all’unisono:
-Sei pazza? Siamo a malapena amici!-
-Certo, certo…- ghignò con sufficienza, prima di incamminarsi con Viola, sorridendole e iniziando poi a commentare su come fosse evidente il contrario.
-Tu cosa ne pensi, Light?- sorrise benevolo, il blu, cordiale e avvicinandosi alla suddetta, in attesa di risposta che non tardò ad arrivare, con un’alzata di spalle:
-Per me va bene. Partecipo volentieri, se lo fanno anche loro.-
-Uff… Non so che dire, a me basta un posto dove posso dormire in santa pace. Peccato che domani c’è scuola.- sbadigliò, Cat, stringendosi nelle spalle prima di prendere per mano il biondo, che sbuffò silenziosamente, chinando il capo.
-In effetti è inutile, se poi dormiamo e basta e non ci divertiamo. Però intanto andiamo.-
-L’importante è non fare troppo casino, visto che c’è il padre di Leo.- annuì, Donnie, pensieroso, ma più per il calo di felicità del biondo, che squadrava il pavimento con attenzione, ignorando il resto e continuando a mugugnare nella mente. -A te non va?-
-Mhm? Certo che sì.- rialzò il capo prima di affermarlo con entusiasmo, portandosi poi in cima alla fila, come da guida, accanto sempre alla sua ragazza, e arrossì divertito per quell’aggettivo personale indicatole.
-Beh, in questo caso, non ci resta altra scelta che accettare.- borbottò risentita, e ancora in imbarazzo, Gwen, a braccia conserte mentre, più pensava alle parole dell’amica dalle ciocche arancioni, più si incamminava lontano dal rosso che non sembrava da meno.
-Ora che torniamo che faremo?- mormorò Mikey, incuriosito nonostante il sapore amaro di svanire sulle labbra, troppo forte da accecarlo.
-Dormiamo, ovvio. Uff, oggi sei troppo iperattivo…- si lagnò, Light, esausta come lo dimostravano i suoi occhi, verdi ma spenti, stropicciati e stremati.
-Mhm. Va bene. Ma almeno una partita a carte la facciamo?-
-Per me non c’è problema, e forse si unisce anche Klunk. È molto bravo in questo.- commentò pacata, Cat, seguendoli, ma non era certa di camminare, nemmeno sentiva le gambe, in quel momento, e Gwen la affiancò con un broncio, ancora risentita per ciò che sentiva per il rosso, e per le parole accusatorie ricevute.
 
 
Si distese, spirando aria dalla bocca ad occhi chiusi, di petto sul divano mentre qualcuno gli scompigliò la chioma dorata, e sorrise, mugugnando allegro nonostante la tristezza che gli attanagliava il cuore, e gli occhi, velati da un’amarezza di lacrime.
-A voi non sembra triste?- sospirò, crollando sulla sedia in cucina e distendendo il capo contro lo schienale, esausta.
-Chi?- si ridestò, Casey, roteando e facendo il giro del tavolo solo per affiancare Light con allegria, nonostante avesse il volto affondato nelle braccia, sopra al ripiano in legno.
-Mikey, no?- rispose con tono ovvio, Gwen, come se stesse dicendo: “A chi altri potesse riferirsi, Cat?”, sorseggiando un po’ di caffè nella tazza bianca, insieme a Donnie.
-A me è sembrato anche più felice del solito…- borbottò allora, Venus, prima di sbadigliare: -Però si è comportato in modo strano, diverso dal solito.-
-Forse.- concordò in silenzio, Leo, giungendo in quel momento dopo aver lasciato il diretto interessato in soggiorno, e avvicinandosi poi ai fornelli prima che Viola, sgranando gli occhi, gli finì davanti.
-Ehi, hai intenzione di compiere un genocidio?- lo bloccò, con una mano contro al petto e lasciandolo offeso e risentito, con una smorfia sul volto.
-Volevo solo preparare una cioccolata calda a Mikey, tutto qui.-
-Posso prepararmela io.- alzò le spalle, il biondo, con occhi stanchi e stropicciati; comparendo come un fantasma e facendo trasalire tutti, o meglio, eccetto Light e Cat che forse dormivano.
-S-sì, certo.- riprese fiato, la ragazza dai capelli castani, indietreggiando nel vedere la figura del ragazzo che sembrava crollare, pronto a perdere qualcosa. Sembrava pronto a distruggersi ancora.
-Tutto okay?- si affrettò, Raph, con sguardo serio e portandosi dietro la schiena del biondo, scompigliandogli i capelli e solo in quel modo, il giovane sbatté le palpebre, come a farsi consapevole di trovarsi nel mondo reale e non in un sogno.
-Oh… Sì. Sono stanco, ho voglia di dormire.- mugugnò, portando però la pentolina sopra al fornetto accesso.
-Beh, lo siamo tutti.- ridacchiò il rosso, senza però allontanarsi oltre.
-Dormiamo insieme, vi va?- sussurrò cupo, come gli occhi, sempre più vuoti e dentro un baratro infinito a freddo.
-Certo, intanto io porto a letto Light.- sorrise pacato, Leo.
-Ehi! Lo faccio io!- protestò, Casey, indicandosi il petto con il volto corrucciato.
-Penso che tu possa farla cadere, su quei pattini.- protestò con una smorfia, allora, il blu.
-Io sono agilissimo, e invece tu ci metteresti una vita per accompagnarla.- decretò allora, avvicinandosi al ragazzo per squadrarlo meglio e con fare geloso.
-Ci vado da sola, se proprio.- decretò allora, alzandosi e stiracchiandosi le braccia al cielo, la suddetta; strizzando gli occhi e mugugnando prima di avvicinarsi al biondo e dargli una pacca sulla schiena, per come guardasse la cioccolata dentro la ciottola come se fosse senza speranza, quest’ultima, pronta a morire. -Vedi di risollevarti ancora. La depressione può restarti dentro, ma puoi anche ignorarla ogni volta che ti si presenta davanti. Buona notte.- portò poi il saluto anche agli altri, con Leo che la osservò con fare grato per quelle parole, e lei sorrise di rimando prima di sbadigliare e tornare a camminare, con Venus che decise di raggiungerla dopo essersi lamentata di essere l’unica senza ragazzo, anche se volle sottolineare per poco, con l’amica che ribatté che era lo stesso per lei.
-Ehi! Cosa volete insinuare? Io non sto con quest’idiota!- tese il pugno al cielo, la ragazza dalle ciocche verde acqua che sventolarono al nulla per qualche attimo, con fare funesto come il suo tono che lasciò sussultare e destare un po’ tutti, con Raph che ringhiò.
-Lo stesso vale per me, non ti credere di essere…!-
-Perché non la finite e basta? Ormai abbiamo capito: vi piacete, anche se in un modo di litigi e boh… Bah, state insieme e punto. O almeno discutete di mattina, e non ora, che stavo dormendo.- si lagnò, Cat, tornando a poggiare il capo contro lo schienale, per quanto scomodo, e chiudere le palpebre con un sospiro.
-Mi avete fatto prendere un colpo…- si lagnò invece, Mikey, sottovoce, prima di stropicciarsi un occhio e versare il liquido marrone all’interno di una tazza, mugugnando e lasciando che ne riempisse anche una seconda, purtroppo non piena quanto la sua. Fece una smorfia, troppo assorto nel sonno da accorgersi di aver parlato troppo forte, invece, e che quindi era tornato a regnare il silenzio per volere del rosso, che lo scrutava assieme a tutti gli altri, e con il genio che lasciò il bicchiere, ormai vuoto, sul davanzale, terminato di bere il suo caffè deteinato come Gwen che si mise a pulire mentre il più piccolo aprì il tiretto e Casey scivolò sulle rotelle per andare a distendersi e dormire sul divano, stanco e triste di non aver salutato come voleva la sua donzella.
Mikey sbadigliò ancora, afferrando due cucchiaini e lasciandoli accanto alle rispettive tazze prima di portare le nocche a sfregargli una guancia, come un gattino impaurito o in vena di pulirsi dallo sporco che, lui non aveva. Sospirò, puntando poi gli occhi su delle lame, forse coltelli ma non ci diede molto caso a cosa appartenessero, si limitò ad ammirarle a capo rivolto verso quel tiretto semi aperto; osservandole come se fosse la prima volte e con le palpebre che sgranarono lentamente e sempre di più prima che andasse, quasi con paura, ad accarezzarne una con il dito, sentendone la consistenza fredda, liscia e affilata in un colpo solo; però qualcuno, dietro, sussultò, o forse fece un verso di un altro tipo, di certo misto tra sorpresa e spavento.
-Volete della cioccolata anche voi?- chiese invece lui, di rimando, lasciando stare quell’arma e puntando gli occhi su Raph che si era bloccato dal parlare, più perché Leo gli aveva sussurrato di aspettare con un gesto del capo. In fondo, poteva fare come detto da Light: ignorare la depressione, anche se c’era. -Però non so se mi viene bene, ho troppo sonno.-
-Va bene così, tranquillo. Io non ho fame.- annuì il rosso, contento di quel risvolto e di vedere il biondo chiudere il tiretto come se non gli importasse il suo contenuto o ciò che lasciava indietro.
-Okay, ma… C’è della panna da mettere nella cioccolata?- mormorò verso il genio che sorrise e si portò ad andare verso il frigorifero, con Gwen che andò ad afferrare la tazza mezza piena con curiosità.
-Questa per chi è? Cat non penso ne voglia, se ha sonno.-
-Ho… Ho pensato… Ecco, volevo ringraziare Splinter per quello che ha fatto oggi, ma forse è andato a dormire.- voleva terminare la giornata in modo sublime, quasi, pur di farli felici, pensò, puntando gli occhi in quelli verdi dell’amica che sorrise.
-Allora… andiamo da quel pigrone, no?-
-Sì.- ridacchiò per quel termine, seguendola poi con la propria tazza in meno e voltandosi nel vedere Leo andargli dietro, insieme agli altri due, solo che Donnie in aggiunta aveva la bottiglia di panna, mentre Raph portava in braccio Cat, forse per condurla a letto, e sorrise.
Arrivati, Gwen bussò un paio di volte, sentendosi anche lei sempre più sfinita, tanto che se non fosse per il calore eccessivo e piacevole della ceramica di quel bicchiere, sarebbe già svenuta nel sonno; in ogni caso, era decisa ad accompagnarli, poi sarebbe andata a dormire, dato che anche Cat era stata portata a letto e Viola l’aveva imitata, andando con Raph che però era tornato in fretta; di certo avrebbero usufruito delle stanze dei ragazzi come la scorsa volta, e loro sarebbero finiti in stanza con Mikey. Mai che fosse lei quella che portava in braccio quell’idiota, eh. Se dovevano essere fidanzati, le cose dovevano cambiare!, decretò risoluto come nello sguardo. Aprì la porta appena l’uomo lo concesse con un “Avanti.”, serio e tranquillo, ma divenne sorpreso nel vedere tutte quelle persone nella sua stanza, ma lei bloccò in tempo Raph prima che varcasse la soglia, affrettandosi a tirargli il volto verso di sé.
-Ohi, idiota. Ti amo.- decretò con fare risoluto, baciandolo a stampo sulle labbra e con fare corrucciato prima di lasciare la presa e cedergli il bicchiere. -Buona notte.- decretò sotto lo sguardo ancora perplesso del ragazzo ma che subito sghignazzò, e quasi ebbe la tentazione di tornare a litigare con lui, ma cedette solo per la stanchezza, così si avviò dopo aver udito sulla schiena il brivido della carezza che gli cedette il focoso.
-Notte, scema.-
-E alla fine manca solo Leo…- sorrise, Donnie, con il diretto interessato che arrossì e protestò in imbarazzo, dato la presenza del padre che, ancora serio, volse gli occhi sul biondo, preoccupato da come, in ginocchio davanti a lui, sul tappetto davanti al letto, sembrasse teso e impaurito.
-Ecco… Volevo… Volevo ringraziarla, per o-oggi… Così, le ho preparato della cioccolata…- mormorò da farsi sentire, e Raph si affrettò a raggiungerlo e lasciare il bicchiere a terra, accanto a quello del biondo, sedendosi poi anche lui.
-Ti ringrazio molto, figliolo.- sorrise, grato di quell’apprensione e portando ad allungare una mano fino a che giunse sulla testa del ragazzo, con Leo e Donnie che continuavano a discutere mentre Yoshi accarezzò la chioma del biondo, notando come incassò la testa tra le spalle, a occhi chiusi, sempre più spaventato prima che li riaprisse sotto lo sguardo perplesso di Raph; e poi che puntasse i propri occhi azzurri in quelli sicuri dell’uomo che continuava a sorridere. -Non avere paura, non intendo farti del male.-
-Ohm… E perché no?- farfugliò, tra sé e sé, confuso, prima di focalizzare meglio l’immagine del volto davanti a sé e forzare un sorriso: quello non era suo padre. Non tutti volevano picchiarlo, cercò di imprimersi bene, imbarazzato per la pessima figura fatta che lo fece sentire sbagliato, ma subito si corresse in fretta: -Cioè, sì, è vero.- ridacchiò, con il sapore di volti dispiaciuti addosso prima che si sbrigasse e tendere, con orgoglio, la tazza per offrirgliela, e sorrise con più fierezza nel vedere come l’accettasse sicuro.
-Grazie, signore.- gongolò, dondolando e arrossendo per la felicità di quella cordialità intanto che Donnie si sedette e gli offrisse la panna tra le mani, dandogli poi una carezza sulla schiena, con Leo che si unì, e Splinter che osservò con piacere quella scena e quell’unione.
 
 
 
Poteva andare, adesso. Aveva fatto tutto quello che si era prefissato di compiere, persino con Splinter. Era finalmente giunto il momento: tutti erano assopiti, dormivano, e lui era in piedi, davanti a loro, senza neanche vederli per bene per colpa del buio e delle lacrime. Lacrime che continuavano a scivolare nel silenzio e nel suo sguardo, spento e vuoto prima che si voltasse, prendendo fiato e recandosi, come da piano, in bagno, entrando e chiudendosi la porta alle spalle. Si accese la luce e si affrettò ad asciugarsi gli occhi, infastidito dal riflesso nello specchio, così triste e portò poi gli occhi sulla finestra, affrettandosi, raggiungendola e aprendola, ma cercando di farlo sempre con più silenzio possibile, per poi cominciare a scavalcarla, singhiozzando.
-Ehi, Mikey, tutto bene?-
Sussultò, irrigidendosi e andando a sbattere, di schiena, contro la seconda anta, ancora chiusa, di quella apertura, mordendosi il labbro come consapevole di essersi fatto scoprire con quel suono, tutto per colpa della voce seria di Raph.
-Ohm, sì, perché?- tentennò con la voce e con il corpo prima di portare, ormai deciso, l’altra gamba dalla parte opposta, ascoltando poi il ragazzo che tentava di entrare.
-Puoi aprire? Mikey, ci sei? Ehi!-
-Uffa, ma cosa succede, Raph? Perché fai questo casino?-
-Mikey non apre e non risponde più, Donnie!-
Dava così fastidio sentirlo urlare con voce così preoccupata… Di certo, presto, tutti sarebbero stati svegli… E pensare che voleva fare piano, e scomparire nel nulla…, trattenne il fiato, e ad occhi chiusi si diede la spinta fino a sentire la gravità schiacciarlo mentre il vento sembrava volerlo tirare su, finché non atterrò sulle ginocchia, e così si diede la scossa per correre, andando in fretta fino al marciapiede tra le urla di quei tre che lo chiamavano. Singhiozzò, ma non poteva fermarsi, doveva andarsene.
  
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