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Autore: Cherish    13/10/2018    4 recensioni
"Senti..." Hank iniziò a tentennare. Non sapeva come diglielo, si vergognava al solo pensiero di dover dire quelle parole, ma non poteva evitarlo, anzi, non voleva. "Se vuoi, potresti...ecco insomma, dopo tutto quello che ci è successo...cioè, che ti è successo..."
"Mh?" Connor inclinò leggermente la testa è si avvicinò di più al tenente, quest'ultimo lo maledisse, possibile che ancora non capiva cosa stava per chiedergli?!
"Insomma, cazzo" Hank ormai era completamente spazientito quasi come se si stesse pentendo di quello che le sue labbra stavano per proferire "direi che potresti stare da me, a casa mia...sempre se ti va eh..."
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Connor/RK800, Hank Anderson
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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1 Gennaio 2039.

"E adesso dove andrai a vivere?" Hank sciolse l'abbraccio anche se con molta fatica e i suoi occhi si incontrarono con quelli di Connor. 

"Penso che chiederò a Markus, mi ha detto che lui e gli altri hanno già trovato un posto dove stare tutti insieme, diciamo un Jericho 2.0"

Hank fece una piccola smorfia di disappunto. Non gli andava tanto a genio l'idea che Connor dovesse stare in una sorta di "riserva" di androidi, proprio ora che erano diventati così legati. Si sentiva come se fosse in "dovere"di prendersi cura di lui, come se la sua devianza lo avesse fatto rinascere e dovesse imparare tutto proprio come un infante che ha appena imparato a stare in piedi. 

"Qualcosa non va, Hank?" gli chiese il giovane androide. Connor osservava Hank, con minuziosa attenzione come era solito fare e questo al tenente causava da sempre molta soggezione, tanto che raramente incrociava il suo sguardo. Sentiva come se quell'androide avesse la capacità di leggergli l'anima, e non riusciva ancora ad abituarsene.

"Senti..." Hank iniziò a tentennare. Non sapeva come diglielo, si vergognava al solo pensiero di dover dire quelle parole, ma non poteva evitarlo, anzi, non voleva. "Se vuoi, potresti...ecco insomma, dopo tutto quello che ci è successo...cioè, che ti è successo..."

"Mh?" Connor inclinò leggermente la testa è si avvicinò di più al tenente, quest'ultimo lo maledisse, possibile che ancora non capiva cosa stava per chiedergli?!

"Insomma, cazzo" Hank ormai era completamente spazientito quasi come se si stesse pentendo di quello che le sue labbra stavano per proferire "direi che potresti stare da me, a casa mia...sempre se ti va eh..." aveva quasi il fiatone. Quasi come se avesse paura di un possibile rifiuto. Non riusciva a credere che un androide, piombato dal nulla nella sua vita, potesse farlo sentire così vulnerabile, nonostante la sua età.

Hank quasi socchiuse gli occhi come a prepararsi per un imminente esplosione mentre ascoltò la risposta di Connor, tanto era in "ansia" per un possibile "rifiuto". In quel momento si sentì davvero un ragazzino.

Connor fece un breve e composto sorriso e rispose "Mi farebbe davvero tanto piacere"

Hank si sentì leggero come una piuma. Era così innaturalmente felice, almeno secondo i suoi parametri, che negli ultimi anni erano ormai crollati a picco. Ancora non riusciva a capire bene come mai riponesse così tanti sentimenti di affetto per Connor, ma sapeva con certezza che gli aveva dato modo di ricominciare a vivere, e quindi per lui, era come se dovesse ricambiare, anche se in verità (pur non volendo ammettere) sentiva solo un profondo bisogno di prendersi cura di quel giovane androide. 

"Allora andiamo, Sumo si starà già spazientendo da solo a casa." Hank scompigliò i capelli di Connor conducendolo verso l'auto parcheggiata poco più in là, quest'ultimo sorrise, ricordandosi del cane del tenente e pensò che non vedeva l'ora di arrivare a casa per accarezzarlo di nuovo, come aveva fatto tempo addietro. Non era passato molto, ma per Connor era come se fossero passati anni, secoli. Tutto intorno a lui sembrava avvolto da una luce diversa, e sapere che Hank sarebbe rimasto al suo fianco lo fece sentire infinitamente grato e al "sicuro" da un mondo che avrebbe di lì a poco imparato a capire e scoprire.
   
 
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