Rating: Verde
Genere: AU (di qualche sorta xD)
Nr. parole: 332
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E.T.
"Dove vuoi che lo porti, signorino?" l'uomo dai capelli d'argento si sistemò i guanti, poggiando le labbra sulla fronte del ragazzino "Ovunque tu desideri..."
Il corvino chiuse gli occhi pieno di speranza: sarebbe stata quella la sua occasione per andarsene via da questo mondo?
"Portami sopra una stella..." spirò quelle poche parole, mentre una lacrima solcò il suo viso. L'uomo sorrise, sistemandosi il cappello a tuba: "Bene..." prese una bicicletta e si voltò verso il ragazzino. Puntò col dito una stella vicino alla luna piena, che torreggiava sopra la triste cittadina inglese.
"Allora partiamo..."
***
Yuuri non era mai appartenuto a questo mondo. Ogni volta gli dicevano che era strano, che di notte brillava di una luce strana che inquietava tutto il quartiere londinese.
Yuuri non era un ragazzino normale, non lo era mai stato...e non lo sarebbe mai stato. Perché lui era il figlio di una stella, partorito dal cielo più limpido e più oscuro. In quella notte senza luna e senza luce, solo una piccola stellina illuminò il cielo precipitando vicino al Tamigi.
Yuuri si sentiva strano: era umano, ma allo stesso tempo non lo era.
Chi era in realtà la "persona" Yuuri Katsuki?
Nessuno lo sapeva, ma quando il corvino lo incontrò capì che non aveva bisogno di essere qualcosa o qualcuno.
Sulla sella della sua bicicletta e con lo strascico scuro che si lasciava dietro, quell'uomo aveva dato un senso alla sua vita.
"Piacere, Yuuri Katsuki..." schioccò le dita e una goccia d'inchiostro scuro volteggiò sulle sue dita "Io sono Victor Nikiforov, ma..." si tolse i guanti e, al posto delle mani, una massa informe ricoprì il corpo del ragazzino in un battibaleno "...molti mi chiamano Oscurità"
In quell'unico bacio che si scambiarono, si sentì riversare dentro tutto quel miasma nero che, da anni, cercava con grande fervore.
Era stufo della luce, mentre Victor era stufo del buio.
Finalmente entrambi sapevano di aver incontrato il proprio opposto: da soli, avrebbero sicuramente sofferto.