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Autore: crige    16/10/2018    3 recensioni
***Seguito di SAVE ME***
Tre anni dopo "Nobody said it was easy".
Vedremo come è andata avanti la vita di Feffe e tutti gli altri.
Cosa sarà cambiato? E cosa invece è rimasto invariato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La Disney è una brutta stronza bugiarda.
Fin dall' infanzia ci fa credere e sperare in quel "E vissero per sempre felici e contenti".
Ci convince che per essere davvero felici abbiamo bisogno di qualcuno accanto a noi.
Come se una persona non possa star bene da solo.

Cresciamo con l' idea che per sentirci realizzati dobbiamo trovare l' Amore.
Come se fosse l' unica cosa importante della vita.
Come se noi, alla fine, non contassimo davvero niente fino a quando non troviamo la nostra anima gemella.

Ma la verità è che non dovrebbe essere così.
Non  dovremmo aspettare di trovare l' amore per sentirci felici.
La verità è che dovremmo imparare a stare bene da soli.
A bastarci.

Dipendere da qualcuno è estremamente bellissimo.
Morire per ogni suo sorriso.
Gioire per ogni sua vittoria,
Perdersi dietro ogni suo bacio.
Sciogliersi in ogni suo "Ti Amo".

E' appagante.
Ci fa sentire bene.
Molto bene.
Ma è tutto così dannatamente sbagliato.

Non possiamo pretendere di far srar bene una persona, se noi per primi non stiamo bene.
Se noi per primi non ci sentiamo fieri e soddisfatti di ciò che siamo.
Se noi per primi non ci amiamo.

Dovremmo imparare a non dipendere da nessuno.
Perché si sa, ogni forma di dipendenza è nociva.
Perché quando quella sostanza ci viene a mancare, ci fa sentire inesorabilmente persi.
Senza più uno scopo o una prospettiva.

Dovrebbero insegnarci ad essere un po' egoisti.
A mettere noi stessi per primi, qualche volta.
Ad ascoltare le nostre esigenze, i nostri bisogni.
A realizzare i nostri sogni.

Cosìcché quando perderemo la nostra droga, non ci sentiremo sperduti.
Non staremo ore e ore nel letto al buio con canzoni deprimenti in sottofondo.
Non ci domanderemo miliardi di volte che cazzo faremo adesso.
No.

Ci alzeremo in piedi e rinizieremo da li.
Da noi stessi.
Da quello che abbiamo lottato per essere come siamo.
Senza farci buttare giù da nessuno.
Perché Nessuno è più importante di noi stessi.
Nessuno merita di vederci crollare in mille pezzi.

Perciò, sì, canta a squarciagola "Hakuna Matata".
Piangi come un bambino quando la vecchia abbandona Red.
Muori anche tu con Mufasa.
Disperati con la Contessa quando scopre i gattini sono spariti.
Ma poi alzati in piedi e vai con Mulan.
Và per la tua strada senza guardarti indietro.
Scoprirari così di essere potente come un vulcano attivo.
Ma da solo.
Senza alcun bisogno di nessuno.
Anche perché se ce l' ha fatta Mulan con una piccola lucertola che credeva di essere un drago, ce la possiamo fare benissimo anche noi.
E senza lucertole che ci mettono nei guai.







Entriamo in casa ancora ridendo.
Nene supera per ultima l' uscio, chiudendosi la porta dietro di sé.
Ilaria va in cucina a recuperare delle birre e poi ci raggiunge in sala sul divano.
Trova posto tra me e Ele.

-Beh, dai, alla fine non è stata una brutta serata!- esclamo, lasciandomi andare contro lo schienale.

-Biondona le hai proprio fatto il culo a strisce a quella stronzetta!- ride nuovamente Ilaria, richiedendo un cinque.

-Se lo è meritato- alza le spalle per tutta risposta -è insopportabile-

-Concordo- annuisco -ma dicci, dove sei sparita subito dopo aver cantato?- le chiedo, alzando un sopracciglio -sai, pure Erica è sparita!-

-Non credo siano affaracci vostri- si alza, dedicandoci una delle sue più brutte occhiatacce alla Santoro -e adesso me ne vado a letto- soffia, dandoci le spalle -buonanotte- alza il dito medio sparendo in camera, portandosi dietro la birra.

-Ti ho già detto che la amo?- 

-Piantala- sorrido divertita, spingendo Ilaria di lato.

Restiamo in silenzio ognuna persa nei propri pensieri.
Io sinceramente sono abbastanza nervosa.
Non ho idea di cosa voglia parlarmi.
E ho paura a chiederglielo.
Ho un brutto presentimento.

Lo vedo dalla sua espressione seria che è preoccupata.
Lo capisco dalle sue dita che non smettono di tamburellare sul bracciolo del divano, che è in ansia per qualcosa.
Mi sto scervellando per capire cosa potrebbe essere.

-Ok- dico, in fine -dimmelo e basta! Cosa c'è?-

-Francesca- inizia, voltandosi verso di me -ti devo dire una cosa e ho paura che tu ti arrabbierai con me-

-Così mi fai preoccupare- sospiro, recuperando il tabacco per farmi una sigaretta -quindi dillo! Ti ascolto-

Abbandona il divano con la birra in mano.
Si accende una sigaretta, continuando a camminare nervosamente.
Adesso so per certo che è qualcosa di veramente serio.
Dopo qualche minuto si blocca di fronte a me.

-Mi sono licenziata qualche giorno fa-

-Cosa?-

-Sì- annuisce -non mi dava più niente! Era terribilmente noioso e quindi l'ho lasciato-

-Vabbè, me ne potevi parlare, ma se è solo questo non vedo perché mi sarei dovuta arrabbiare- le sorrido -la vita è la tua-

-Non è solo questo- sospira, guardandomi colpevole -mia madre vuole recuperare il nostro rapporto, Lucia mi ha detto che mi ama e mio padre mi ha offerto un lavoro allettante e io...- sbuffa -io ho deciso di rimanere-

-Ma..-

-Tornerò a Londra qualche giorno solo per sistemare le cose, impacchettare tutto e tornare di qua perché il lavoro sarebbe qui a Firenze!  Ma tranquilla! Puoi continuare a stare lì senza problemi, pagando quello che paghi adesso! A Lucia non ho ancora detto nulla- m' interrompe, lasciandomi totalmente senza parole.

Scuoto la testa più volte cercando di assimilare quella notizia.
Continuo a fumare distrattamente il mio drum, senza smettere di guardarla negli occhi.
Conto fino a dieci mentalmente per tentare di frenare la rabbia che mi sta montando.
Non ci posso credere.

Non posso credere che abbia preso questa decisione senza prima parlarne con me.
Avrei voluto che me lo dicesse.
Avrei voluto che mi parlasse di questa possibilità.
Non credevo certo che me lo avrebbe sputato addosso ormai a cose fatte.

-Perché cazzo non me lo hai detto prima?- chiedo, cercando di tenere un tono calmo.

-Perché non è una cosa che riguardava te- risponde, dura -io dovevo decidere!-

-E a me non ci hai pensato?- mi alzo, fronteggiandola -come hai potuto farmi questo?-

-Farti cosa?- domanda, indietreggiando di un passo -qui non si tratta di te-

-Ah, ottimo!- ringhio, finendo in un sorso la mia birra -davvero ottimo!-

-Sei incredibile!- sbotta, alzando la voce -sei solamente un' ipocrita!-

-Ora sarei anche ipocrita?- 

-Sì, cazzo!- si avvicina puntellandomi l' indice della mano sul petto -tu lasci tutto e tutti trasferendoti a Londra senza dire niente a nessuno e pretendendo di essere capita, ma se lo faccio io chiedendoti la stessa cosa, tu ti arrabbi!-

-E' diverso!- le do una leggera botta sul braccio, facendoglielo abbassare -tu non sei quasi morta!-

-Perché non sono una completa idiota!- 

Rimango a fissarla incredula.
La vedo prendere un respiro profondo.
Finisce anche lei la sua birra, lasciando poi la bottiglia vuota sul tavolincino davanti al divano.
Si allontana ulteriormente andandosi ad appoggiare al pianoforte.

-Non volevo arrivare  a questo punto- mormora -speravo tu fossi felice per me! Felice del fatto che finalmente le cose mi stiano andando nel verso giusto-

-Io sono felice per te- ribatto, puntando i miei occhi nei suoi -speravo solo che tu sentissi il bisogno di parlarne prima con me-

-Pensi che non lo avessi?- domanda, retorica -non volevo gettarti addosso anche questa cosa! Tra Maria, i problemi con la biondona, Marta e questa cosa che hai con Alessia, io.. io avevo paura che tu potessi prendere decisioni affrettate!-

-Tipo quali?-

-Tipo quella di rimanere!- quasi urla, passandosi poi una mano tra i capelli -avanti!- ringhia -dimmi che non sei in crisi perché non sai quello che vuoi fare!-

-Io torno a Londra!- esclamo, con il suo stesso tono -io non resto!-

-Brava!- ride sarcastica -continua a ripetertelo!-

-Non rigirare la frittata!- sbuffo -non stiamo parlando di me! Ma di te e del fatto che mi hai totalmente escluso!-

-Escluso da cosa? Eh, Francesca?- fa un passo avanti -è la mia vita! E' una mia decisione!-

Accuso il colpo abbassando la testa.
Le do poi le spalle andando a spegnere il mozzicone nel posacenere.
Ignoro la sua occhiataccia quando mi vede rollare un altro drum.
Lo accendo subito con bisogno.
Chiudo gli occhi tirando qualche boccata.

So che ha ragione.
So che è una cosa che doveva decidere da sola.
Lo capisco perfettamente.
Io non ho forse fatto lo stesso?
Anzi, io ho fatto anche peggio.
Ma non è questo il punto.

-Mi avevi promesso che non mi avresti mai abbandonato- mormoro, senza guardarla -ti ricordi?-

-Certo che me lo ricordo, Francesca!- soffia, esasperata -mi sorprende che tu te lo ricorda! Quella sera era già tanto se ti ricordavi il tuo nome!-

-Invece me lo ricordo!- ribatto -e tu lo stai facendo-

-Non farmi sentire in colpa, Francesca!- mi ammonisce -non farmi questo-

Quella sera me la ricordo come se fosse ieri.
O almeno, gran parte.
Era il giorno del compleanno di Federica.
Il primo che passavo lontano da Nene.
Penso di aver iniziato a bere appena alzata dal letto.

Uscii di casa nel primo pomeriggio.
Vagai per il centro di Londra fino a tarda sera.
In fine mi rifugiai in un pub poco distante dalla mia casa di allora.
Avevo lasciato volutamente il telefono a casa, cosìcché nessuno potesse rompermi le palle.
Quello che non avevo previsto era di veder sbucare Ilaria.
Non stavamo ancora insieme in quel periodo.
Ma le cose cambiarono dopo quella notte.

Provò a farmi parlare, ma non ci riuscì.
Quindi si mise seduta accanto a me in silenzio.
Aspettò che fossi io a dirle qualcosa.
E così, per la prima volta nella mia vita, mi aprii con qualcuno di mia spontanea volontà.
Un qualcuno di praticamente estraneo.
Forse per quello lo feci.

Ricordo che lei non disse una parola.
Mi portò a casa con sé.
Mi fece dormire con lei e poco prima che mi addormentassi, lo disse.
Mi promise che qualunque cosa fosse successa, lei ci sarebbe sempre stata.
Che non mi avrebbe mai abbandonato.
Aveva capito perfettamente quale era il punto.

Quindi adesso?
Cosa comporta questa sua decisione di rimanere?
Cosa succederà tra di noi?
Perché finiscono sempre con l' andarsene tutti?

-Francesca- quasi mi supplica -ti prego, dimmi qualcosa-

-Che dovrei dirti?- finalmente mi volto a guardarla -ormai hai deciso, no?! Quindi cosa vuoi da me?-

-Vorrei solo che tu sia contenta per me-

-Lo sono!- esclamo, praticamente urlando -lo sono! Quindi fai un po' quel che cazzo ti pare!-

Ci ho provato.
Ci ho provato davvero a controllare la rabbia.
Ho fatto del mio meglio.
Ma non ce l'ho fatta.

Il pensiero di "perdere" Ilaria mi uccide.
In questi anni lei è diventata il mio porto sicuro a Londra.
Come farò senza averla lì?
Perché non me ne ha parlato prima?

-Vaffanculo!- urla a sua volta -io ti ho sempre appoggiato! Per una volta che ti chiedo di farlo tu, ti comporti come una stronza egoista!-

-Qui l' egoista sei tu!- mi porto ad un passo dal suo viso -me lo avevi promesso!-

-Il fatto che io non torni con te, non implica che non ci sarò quando avrai bisogno! Ma ti rendi conto che ti stai comportando esattamente nello stesso identico modo che incolpavi a Eleonora?-

-Sei solo un insieme di parole! E menomale che una volta dicevi di amarmi!-

-Io ti ho amato, Francesca!- mi ringhia addosso, diminuendo ulteriormente la distanza tra di noi -E lo sai benissimo! Come sai benissimo che tu non potevi amarmi perché eri ancora innamorata della tua ex! E come sai benissimo che nelle relazioni io faccio schifo! O almeno prima di Lucia! Ecco perché vorrei che tu capissi quanto questo per me sia importante!-

-Certo!- sorrido sarcastica -come no!-

-Io ti ho amato!- ripete, alzando ulteriormente la voce -Io ti amavo davvero! Eri tu a non amare me! Eri tu che ti sei appoggiata a me solo perché ti faceva comodo! E io non potevo continuare così, Francesca!- ormai ha le lacrime agli occhi -tu non mi amavi! E io mi stavo perdendo di nuovo in una cosa che mi avrebbe fatto solo star male! Ecco perché ti ho lasciato! Ecco perché le cose tra di noi sono andate così! Tu non potevi amarmi! Il tuo cuore apparteneva già a qualcun' altro!-

Accuso le sue parole una ad una.
Ci metto un po' ad assimilarle tutte.
Non ho mai creduto che lei mi amasse davvero.
Come poteva?

La nostra relazione si basava sull' andare a letto!
Certo, parlavamo un sacco e le ho raccontato quasi tutto di me.
Lei si è aperta con me completamente.
Ma credevo che fosse così solo perché eravamo molto in sintonia.
Non pensavo certo che lei provasse sul serio dei sentimenti per me.

-Che cazzo stai dicendo?-

-La verità!- torna a fronteggiarmi -io ero innamorata di te, cazzo! Ma tu eri sempre distante! Sempre persa tra il ricordo di Federica e Alessia e...-

-Non ti azzardare a nomianare Fede!- tuono, spingendola.

-E tu non ti azzardare a mettere in dubbio ciò che provavo!- mi spinge a sua volta -ti ho raccattato, ho rimesso insieme i tuoi pezzi, ti ho supportato e dato tutto l' appggio e l' affetto di cui avevi bisogno! Ma era una cosa a senso unico! E quando ho capito che non avresti mai ricambiato ho deciso di troncare tutto e tornarare a fare la lesbica troia che la da a tutte come se non fosse sua!- si asciuga prontamente una lacrima scappata al suo controllo -tanto per te è solo questo che sono, non è vero?-

-Non dire cazzate!- scrocchio le labbra -lo sai che non è così!-

-E allora lasciami andare!- urla, esasperata -non essere d' intralcio alla mia felicità, ti prego! Appoggiami! Ho bisogno che tu mi capisca!-

-E io ho bisogno di te!- soffio, sentendo le lacrime spingere contro i miei occhi -non lasciarmi!-

-Non posso- soffia  -questa volta sono io che ho bisogno di ritrovare me stessa- la vedo recuperare le sue cose e dirigersi verso la porta.

-Rum!- le corro dietro cercando di fermarla.

-No!- tuona, senza voltarsi -speravo che tu mi capissi. Invece hai saputo fare solamente la stronza come tuo solito quando vieni messa alle strette. Non voglio più starti a sentire-

-Ilaria..-

-Vaffanculo, Francesca- 

La vedo sospirare, prima di uscire di casa.
Sbatte rumorosamente il portone senza voltarsi indietro.
Ho combinato davvero un bel casino.
Ha proprio ragione.
Sono solamente una stronza.

-Cazzo!- 

Sto per tirare un pugno al muro in uno scatto d' ira, quando all' ultimo mi blocco.
Chiudo gli occhi prendendo un bel respiro.
In fine mi dirigo in cucina.
Apro il mobile dove tengo gli alcolici, recuperando una bottiglia di Montenegro.
A quanto pare affogare tutto nell' alcool è quello che mi riesce meglio.
Per sicurezza prendo pure l' altra bottiglia.

Recupero telefono, portafoglio e chiavi prima di uscire di casa.
Non voglio dover dare spiegazioni a Nene.
Non adesso.
Ecco perché sono uscita.
Ho bisogno di stare un po' da sola.



                                                                                                         **********



Apro gli occhi lentamente, stiracchiandomi silenziosamente.
Porto le braccia sopra la testa, sbadigliando.
La stanza è ancora avvolta dal buio.
Per fortuna che ieri mi sono ricordata di chiudere la tapparella.
C'è giusto un solo spiraglio di luce che mi permette di guardarmi intorno.

Un braccio di Feffe mi avvolge ancora il fianco.
Sento il suo respiro regolare tra i miei capelli.
Sorrido d' istinto mentre mi volto per scrutarla meglio, attenta a non svegliarla.

Ha un broncio adorabile sul volto.
La mano libera chiusa a pugno, abbandonata sotto il mento.
Un ciuffo ribelle di capelli che le ricade sul naso.
E' semplicemente bellissima.

La osservo per un altro po' e poi mi decido ad alzarmi.
Data la sua sbronza di ieri, credo che oggi avrà proprio un gran mal di testa.
Scuoto il capo, infilando le ciabatte.
Andrò a preparare la colazione.
Menomale che i miei sono già a lavoro, altrimenti avrei dovuto dar loro una spiegazione.
Di certo non potevo dirgli che Francesca ha dormito qui perché troppo ubriaca per tornare a casa.

Scendo al piano inferiore, andando in cucina.
Metto su una moka gigante di caffè.
Feffe non riesce a spiccicare mezza parola se la mattina non ne butta giù una tazza intera.
Io preferisco il té.

Preparo anche due toast con burro e marmellata.
Quando il caffé è pronto, metto tutto su un vassoio e torno in camera.
Francesca dorme ancora.
Da quant'è che è diventata così dormigliona?
Di solito si svegliava presto per andare a correre.

-Feffe- sussurro al suo orecchio, portandomi vicino a lei -ti ho portato la colazione-

-No- mugola -voglio dormire-

-Francesca- sorrido divertita da questa sua insolita reazione -c'è il caffè-

-Ok- sorride -mi hai convinto-

Apre gli occhi, cercando subito i miei.
Si sporge in avanti lasciandomi un bacio a fior di labbra.
Un sorriso prende posto sul suo viso, mentre si appoggia completamente al mio petto.
Non me la ricordavo così coccolosa e arrendevole.

-Tieni- rido divertita, allungandole la tazza piena di caffé.

-Grazie- soffia, lasciandosi accarezzare i capelli.

Mi appoggio alla testata del letto con la schiena.
Feffe si lascia andare all' indietro su di me, facendosi avvolgere con  le braccia.
La sento sospirare soddisfatta dopo la prima sorsata della sua droga bollente.
Non so come faccia a berlo amaro.

-Mi dispiace per ieri sera- mormora, all' improvviso -non dovevo presentarmi qui così-

-Su questo hai ragione- annuisco -ma a me fa piacere se vieni da me quando qualcosa non va-

Non risponde, si limita a lasciare andare un sospiro.
Chiude gli occhi beandosi delle mie carezze.
Adoro averla tra le braccia.

-Che intendi fare con Ilaria?-

-Ah, non posso farci molto- sbuffa -se ha deciso così c'è poco da fare. Sono solo arrabbiata perché non ne ha parlato con me-

-Feffe..-

-Lo so cosa stai per dire- m' interrompe -sono contenta per lei, ma l' idea di tornare a Londra senza Ilaria mi fa star male..- ammette, abbassando lo sguardo.

-Vedrai che andrà tutto per il meglio-

-Lo spero-

Continuo ad accarezzarle i capelli riflettendo su ciò che potrebbe essere.
Su quello che noi potremmo essere.
Se anche Francesca rimanesse qui.
Forse potremmo davvero cercare di ricominciare da capo.

Dopo quello che mi ha confessato, però, non sono sicura che rimanere sia la scelta migliore per lei.
Di certo ricevere pressioni da tutti noi al riguardo, non deve essere facile.
L' unica che può sapere cosa sia più giusto fare è soltanto lei.

-Non ho dimenticato cosa ti ho detto ieri- interrompe il silenzio che si era creato -ho bevuto il mio caffè e puoi iniziare a chiedere-

-Sicura?- domando, sorpresa -non voglio assillarti-

-Tranquilla- cerca il mio sguardo, sorridendo una volta averlo trovato -ho abbastanza caffeina in corpo-

-D' accordo- rido divertita -fammici pensare-

Ammetto che avere tutta questa possibilità di scelta mi destabilizza un po'.
Ho sempre avuto un sacco di domande che non hanno mai ricevuto risposta.
Quando stavamo insieme avrei voluto chiederle un sacco di cose.
Ma o non lo facevo, oppure lei si limitava a dire di non volerne parlare.
E io smettevo di insistere.

Finalmente adesso ho la possibilità di dar un po' di sfogo alla mia curiosità.
Mi sento una bambina la mattina di Natale.
Sono euforica.

-Voglio sapere di te e Eleonora- dico, convinta -quando hai capito che siete diventate davvero amiche?-

-Questa è facile- tira un sospiro di sollievo -abitavo da lei da circa un mese. Io e Federica non ci eravamo ancora rimesse insieme-

-Perché? Vi siete lasciate?- domando, sorpresa.

-Non te l'ho mai detto?- si volta, mettendosi con le gambe incrociate davanti a me -vabbé, dopo ti spiego- guarda in basso, giocherellando con le dita di una mia mano -insomma, ero appena tornata a casa da un giro di shopping con Maria. Aveva insistito per rifarmi il guardaroba e per prendermi qualcosa che mi piacesse per far diventare camera mia, effettivamente mia. Voleva che mi sentissi a casa- sorride dolcemente -scesi giù nella sala giochi a Villa Santoro perché sua madre mi aveva chiesto di controllare che fosse ancora viva. L' avevamo lasciata al pianoforte ad esercitarsi per l' esame del conservatorio e temeva che non si fosse staccata da lì per tutto il giorno-

-Che stacanovista!-

-Ah, era davvero una secchiona!- scoppia a ridere -comunque, la trovai lì con Federica. Appena entrai nella stanza piombò il silenzio. Fede non mi degnò di una parola, salutò in fretta Ele e si dileguò. Ci rimasi malissimo- soffia, tornando a guardarmi -Nene se ne accorse. Si avvicinò e mi disse "sto facendo il possibile, dammi tempo"  e mi sorrise per la prima volta-

-Tutto qui?-

-Tutto?!- esclama, scandalizzata -era la prima volta che non faceva o diceva qualcosa per farmi capire quanto non volesse che fossi lì! Per lei è stato un enorme passo avanti!-

-Scusami- porto le mani avanti -è che ancora non riesco a capire come siete passate dall' odiarvi a essere così chiuse-

-Eleonora mi ha salvato. Se quella sera non fosse venuta a cercarmi e non mi avesse costretto ad andare a casa sua, io non so dove sarei adesso-

-Lo so- porto una mano sulla sua guancia -è per questo che me la sono fatta andare a genio-

-Ah, ottimo- ride, buttandosi addosso a me.

-Ehi! Non è colpa mia se è una persona difficile!- ribatto, accogliendola nuovamente tra le mie braccia.

La sento ridere contro il mio petto.
Amo il fatto che cerchi in continuazione un contatto con me.
Adesso è tornata a farsi stringere.
La osservo mentre addenta uno dei due toast.

-Quindi? Perché vi eravate lasciate?-

-Ah, sì! Fede mi vide spacciare-

-Cosa?- 

-Non ti avevo mai detto nemmeno questo?- chiede, leggermente imbarazzata -vedi, i miei genitori non mi davano una lira. Spesso neanche da mangiare o soldi per comprare dei vestiti nuovi. Ho iniziato a spacciare per necessità. Con quello che guadagnavo compravo del cibo per me e Marta, dei vestiti per entrambe, le pagavo le gite scolastiche- scuote la testa, sospirando -Fede e Nene erano in giro e mi videro all' opera. F si arrabbiò moltissimo e disse che non voleva più vedermi. Quella sera Ele mi seguì, mi trovò su quella famosa panchina e mi costrinse ad andare con lei-

-Oh- è l' unica cosa che riesco a dire.

Non sapevo praticamente niente di tutto ciò.
Non mi ha mai raccontato davvero nulla di lei o del suo passato.
Dovevo sempre interpretare da sola quello che sentivo dagli altri.
Quindi adesso sono veramente felice che condivida qualcosa con me.

-Comunque poi Maria e Giovanni mi davano tutto ciò di cui avessi bisogno. Maria fù chiara il giorno dopo il mio arrivo a Villa Santoro quando mi accompagnò a scuola: scuola, casa e rugby. Niente droga o amici che lei non aveva personalmente approvato-

-Ce la vedo proprio- scoppio a ridere, immaginandomi la scena -immagino quanto tu fossi a disagio!-

-Moltissimo!- si unisce alle mie risate -passai il primo mese in quella casa a muovermi silenziosamente e in punta di piedi. Avevo paura di farli arrabbiare in qualche modo-

-Povera, Feffe- la sbeffeggio, guadagnandomi un' occhiataccia.

-Stronzetta- sospira, gettando la testa all' indietro sulla mia spalla.

Sorrido, lasciandole un bacio sulla guancia.
Le avvolgo le braccia intorno alla vita, stringendomela contro.
Ho già detto quanto amo averla così?

-Come siamo coccolosi di mattinata!- esclamo, sfiorandole il collo con il naso -da quant'è che siamo diventate così?-

-Smettila di prendermi in giro- sorride -comunque è colpa di Ilaria- scoppia a ridere -non c'era mai verso di alzarsi prima di mattina inoltrata!-

-Non voglio sapere di quando stavi con lei- m' imbroncio -non voglio immaginarti in certe situazioni con Ilaria!-

-Non sarai mica gelosa, eh?- si volta, sorridendo bastardamente -eh, Alessia?-

Quel suo movimento fa cadere le lenzuona di lato, scoprendo le sue gambe nude.
Facevo già fatica prima a concentrarmi, figuriamoci adesso!
Come si può restare impassibili ad un corpo così?
Non ce la posso fare.

-Non sono gelosa!- esclamo, riportando il lenzuolo sopra di noi -ma non mi fa di certo piacere pensare che hai fatto sesso con lei-

-Perché secondo te  a me fa piacere pensare a tutte quelle con cui sei andata a letto?- alza un sopracciglio -ho odiato Giulia!-

-Sì, beh, ma io non dormo ancora con lei!-

-Beh, ma io con Ilaria ci abito!- ribatte -o almeno ci ho abitato fino ad adesso- abbassa lo sguardo, sospirando.

-Scusa- mormoro -non volevo farti pensare a..-

-Tranquilla- m' interrompe -tanto dovrò affrontarla prima o poi-

Si sdraia su di me, accostando la guancia al mio petto.
La vedo sorridere mentre ascolta i battiti del mio cuore.
Immagino che stia battendo all' impazzata.
Chiude una mano a pugno, abbandonandola vicino al suo viso.
Con l' altra cerca la mia mano, stringendola.

-Avanti, ti concedo un' altra domanda prima di alzarci- 

Sorrido involontariamente a quell' affermazione.
Non avrei mai detto che Francesca si sarebbe davvero aperta così con me.
Mi sembrava una cosa impossibile.
Anche se qualche cambiamento in lei lo avevo già notato.

Da quando è tornata da Londra, è molto meno musona di quel che ricordavo.
Ride spesso e questo mi fa impazzire.
Ammette subito quando c'è qualcosa che non va e molte volte ne parla di sua spontanea volontà.
E stamattina ho notato che è pure diventata più coccolosa.
Come se avessi bisogno di altri motivi per rendermi conto di quanto io ancora sia innamorata di lei.

-Quando da piccola ti chiedevano cosa volessei fare, cosa rispondevi?-

-La barbona!- si apre in una risata contagiosa -e alla fine per un po' lo sono pure stata! Quindi l'ho realizzato!-

-idiota!- le mollo un colpo giocoso sulla spalla -quando vuoi sei davvero scema!-

-Beh, tu lo sei sempre!- 

-Cosa?- tuono, guardandola indignata.

-Te la sei cercata!- sogghigna, scivolando via da me -scema di una nana!-

-Questa poi!- rido, saltandole addosso e facendola cadere all' indietro sul materasso -ritira quello che hai detto!- esclamo ad un palmo dal suo viso.

-Non ci penso proprio!- continua a ridere senza ritegno.

-Brutta stronza!- le mordo una guancia -Cosa sono io?-

-Bellissima!- 

-Tu sei veramente..-

Appoggia le sue labbra sulle mie interrompendo qualsiasi mio tentativo di dire qualcosa.
Porta una sua mano dietro la mia nuca, intrecciandola ai capelli.
Lascio andare un sospiro quando sento la sua lingua sul mio labbro inferiore.
E' assurdo cosa scaturisce in me ogni suo bacio.

-Pace?- mormora, sfiorando il suo naso con il mio.

-Non vale- sorrido -sei scorretta-

-E tu perfetta- mi guarda dolcemente -lo sai vero?-

-Smettila- mi copro il volto imbarazzata.

-Va bene, va bene- ride -che ne dici se facciamo un giro al parco? Potremmo pranzare lì!-

-Ci sto!- 

-Ma dovrai prestarmi qualcosa di pulito perché ho davvero bisogno di una doccia- fa una faccia disgustata -mi sembra di puzzare ancora di alcool-

-E' così infatti- rido divertita della sua faccia -apri l' armadio e cerca. Qualcosa di tuo c'è-

-Perfetto-




                                                                                                 **********



-Cazzo!- sbotto, tirando un pugno sul pianoforte.

Ormai sto provando da ore e ancora non mi viene nulla.
Mi sto pentendo di aver scelto questa canzone.
Di aver deciso di farne una versione solo piano e voce.
Era già complicata di suo e così è ancora peggio.

-Ah, eccoti!-

Volto lo sguardo alla porta, trovandomi Federica davanti.
Scuote la testa divertita, venendomi incontro.
Riconosco quella espressione.
Sta per farmi una ramanzina.

-Che ci fai qui?- sbuffo, passandomi una mano tra i capelli.

-Mi ha chiamato Maria- si porta davanti a me appoggiandosi al piano -era preoccupata che tu fossi qui da stamattina. Hai mangiato?-

-No-

-E io lo sapevo!- sorride, mostrandomi una busta che aveva in mano -ecco perché ti ho preso il pranzo dal tuo cinese preferito!- incrocia le braccia -ma non so se te lo meriti visto il tono da stronza che hai usato prima-

-Scusa- soffio -sono incazzata perché credo di aver puntato troppo in alto e non so se ne sono all' altezza-

Lascia andare un sospiro al quanto sarcastico.
La osservo mentre scuote i capelli contrariata.
Porta le mani sui fianchi, alzando un sopracciglio.

-Sei la solita Testona!- si apre in un sorriso, avvicinandosi -spostati-

Le faccio posto sul panchetto.
Recupera il mio quaderno con lo spartito e i vari appunti.
Lo sfoglia un po' prima di rimetterlo al suo posto.

-Ok- annuisce -spiegami tutto-

-Ho deciso di riarrangiare "Lithium" degli Evanescence in una versione solo piano-

-Quindi canterai anche?-

-L' idea era quella- sospiro -pensavo fosse buona, ma è troppo difficile!- 

-E da quando hai iniziato ad arrenderti?-

-Non mi sto arrendendo- ribatto, risentita -mi sto solo lamentando!-

-Non è da te, infatti!- mi stringe una mano.

-Ma...-

-Niente ma!- m' interrompe -ci stai pensando troppo e da troppo! Suona e basta! Suona e canta! Vai avanti! Capirai da sola se qualcosa non funziona e la devi cambiare! Magari si tratta solo di qualche nota nel posto sbagliato!-

Chiudo gli occhi scuotendo la testa.
Ho controllato tutto una marea di volte.
Non è sbagliato niente.
Sono io che non funziono.

-Ok, ti devi distrarre!- esclama, all' improvviso -stacca un attimo!-

-Federica, l' esame è solo tra una settimana! Non posso perdere tempo!-

-Ma non sarà perdere tempo, perché sarà produttivo!-

-F..-

-Eddai! Fidati di me- mi mostra il suo più perfetto broncio -non ti fidi?-

-Sì che mi fido, scema- non posso non sorriderle -che avevi in mente?-

-Io suono, tu canti- mi fissa negli occhi, regalandomi un sorriso bellissimo -ma la canzone la decido io e tu mi vieni dietro-

-Va bene- non potrei mai negarle niente.

Batte le mani contenta.
Senza neanche pensarci, porta le mani sui tasti.
Mi guarda un' ultima volta, prima di iniziare a suonare.
Scuoto la testa, riconoscendo suito la canzone.
"You are my best friend" dei Queen.

Alla fine ci ritroviamo a cantare entrambe.
Mi tira qualche spallata amichevole, strappandomi una risata dietro l' altra.
Ho capito perfettamente il suo intento.
E come al solito, sta funzionando alla perfezione.
E' riuscita a farmi calmare in pochi minuti.

-Così ti voglio!- afferma, indicando il sorriso sul mio volto -sei sempre troppo seria!-

-E tu fantastica come al solito-

-Lo so, lo so- si allunga lasciandomi un bacio sulla guancia -fai una pausa e riprendi più tardi. Vedrai che sarai perfetta come ogni volta-

Sto per risponderle, quando la porta della stanza si apre.
Piomba un silenzio imbarazzante quando Francesca fa la sua comparsa.
Fisso alternativamente lei e Federica, incapace di trovare qualcosa da dire.

-Ciao- Feffe alza una mano, rivolgendo un mezzo sorriso alla mia amica.

-Bene io me ne vado- F si alza di scatto, recuperando le sue cose -vedi di mangiare!- si sporge verso di me, dandomi un altro rapido bacio sul viso -ci vediamo domani a scuola-

La osservo andarsene senza degnare Francesca di uno sguardo.
Posso vedere quanto questo abbia ferito la mia "coinquilina".
Il problema è che vedo quanto ci stia male anche Fede.
Sono due idiote.

Mi alzo andando incontro a Francesca.
Le metto una mano sulla sua spalla, richiamando i suoi occhi.
Le sorrido una volta che li punta nei miei.

-Sto facendo il possibile, dammi tempo-  mi allontano senza darle modo di rispondere -c'è del cinese se non hai ancora mangiato-

-Grazie- mormora un po' incredula -pensi...-

-Non ti ho detto che puoi parlare-

Il fatto che mi dispiaccia per lei non vuol dire che mi vada a genio.
Anche se la scusa che lo faccio  solo per la mia amica inizia a vacillare un po'.
Ma di certo non posso ammettere che sto iniziando ad abituarmi alla sua presenza.
Se non addirittura ad affezionarmici.
E' che è bello non dover passare tutto il giorno sola in casa.



-Eleonora?-

Scuoto la testa riemergendo dai miei pensieri.
Sollevo lo sguardo dal pianoforte puntandolo negli occhi della persona davanti a me.
Manco mi ero accorta della sua presenza.

-Ilaria-

-Allora parli- sorride -ti sto chiamando da almeno cinque minuti-

-Scusami- soffio -mi ero un attimo persa-

-Eh, ho notato-

Stamattina ho avuto una seduta con la mia psicologa.
Mi ha fatto parlare di Federica.
Ha voluto che le raccontassi pure del mio rapporto con Francesca.
Mi ha chiesto di un episodio che mi è rimasto particolarmente impresso e io le ho raccontato quello.

Ero in crisi perché non riuscivo a realizzare il mio progetto per l' esame del conservatorio.
Mi chiusi per tutto il giorno nella stanza dei giochi dove spostammo il pianoforte.
Approfittai del fatto che la casa fosse deserta.
Francesca era uscita con mia madre per delle compere.
Ricordo che la cosa mi infastidì molto.
Era raro che mia madre uscisse con me...

Comunque, dopo la visita di Federica e il pranzo che mi aveva portato, ci riuscii.
Capìì dove era il problema e lo risolsi.
Ne ero davvero molto soddisfatta.

-Volevi qualcosa?-

-Hai sentito Francesca?- domanda, sospirando -non risponde ai miei messaggi-

-Mi ha scritto che è da Alessia- 

-Almeno so che sta bene- mormora, sedendosi sul bracciolo del divano davanti a me -immagino tu ci abbia sentito ieri sera-

-Qualcosa- ammetto -ma non sono affari miei-

-Credi che riuscirà a perdonarmi?-

-Non ti deve perdonare niente- le sorrido -dalle tempo, vedrai che verrà a chiederti scusa-

-Io vorrei solo che mi capisse- sbuffa -lo sa che Londra iniziava a starmi stretta. Specialmente da quando mia madre è tornata ad interessarsi a me-

Francesca mi ha accennato qualcosa sul rapporto tra Ilaria e sua madre.
Mi ha detto che quest' ultima non accettava l' orientamente sessuale di sua figlia.
Questo fu la causa principale del suo trasferimento in Inghilterra.
Non deve essere stato per niente facile per lei.

-E lei lo sa- cerco di confortarla -vedrai che Alessia la farà ragionare-

-Non sono molto felice del loro riavvicinamento, in realtà- confessa -ci ho messo parecchio per rimetterla in piedi. Senza togliere nulla a te, ovviamente-

-Tranquilla- sospiro -sei stata molto più brava tu di me in quello-

-Era a terra- abbassa lo sguardo -la prima volta che l'ho vista ricordo di aver pensato che non avevo mai visto due occhi espressivi come i suoi. Si vedeva chiaramente quanto stesse soffrendo. Solo dopo qualche mese mi raccontò di Alessia-

-La Nana ha sbagliato, ma non lo farà più. Insomma, era appena andata all' università, si era trasferita in una nuova città dove non conosceva nessuno e di certo stare con Francesca non è una passeggiata- la vedo riportare gli occhi su di me -lo sai anche tu, no? A me e a lei non piace parlare delle nostre cose, preferiamo rimanere in silenzio. Tendiamo a tenerci tutto dentro fino a quando non esplodiamo. Quando qualcosa va male il nostro primo pensiero è quello di bere- scoppio a ridere, contagiandola -Francesca è migliorata tanto in questi ultimi anni e Alessia è maturata un sacco. Se entrambe lo vogliono davvero, penso proprio che questa volta funzionerà-

-Ma lei vuole tornare a Londra- ribatte con un sospiro -come pensi che starà là? E Alessia?-

-Ilaria, questi non sono affari nostri- alzo le spalle -non possiamo dire loro cosa fare o non fare. Devono deciderlo loro-

-Ma..-

-Tu pensa solo a parlare con Francesca, ok?- le sorrido -dalle tempo e poi vedrai che sarà lei a venire da te-

-D' accordo- 

-Tu come stai?- le chiedo, notando il suo sguardo.

-Non lo so- ammette, sospirando -mi ha detto delle cose cattive e so che erano dettate solo dalla rabbia, ma mi ha fatto star male-

-Mi spiace- sospiro -noi siamo fatte così- le sorrido -purtroppo quando ci sentiamo in difetto, attacchiamo senza renderci conto di quello che diciamo. Vedrai che capirà da sola di aver fatto una cazzata-

-Lo spero- sospira -adesso vado che devo cenare con Lucia- si avvicina, stampandomi un bacio sulla guancia -grazie per la chiacchierata-

-Quando vuoi!- esclamo, vedendola poi uscire di casa.

Mi dispiace per Ilaria.
Vorrei poter fare qualcosa, ma non spetta a me.
Non posso pressare Francesca e nemmeno voglio, in realtà.

Ovvio che vorrei che rimanesse qui, ma non possiamo costringerla.
Ha già un sacco di pensieri per conto suo, senza che noi le diamo il peso pure dei nostri.
Solo lei può sapere cosa la farebbe stare meglio.
Deve rimanere perché lo vuole davvero e non perché la maggior parte delle persone a cui tiene lo vorrebbe.

Scuoto la testa tornando a concentrarmi sulla musica.
Stavo provando a suonare di nuovo quella versione di "Lithium" che feci per l' esame.
Ho arrancato un po', ma alla fine ce l'ho fatta.
Mentre la suono è come se rivivessi quella giornata.

Ricordo che vennero a vedermi entrambi i miei genitori e pure Feffe.
Era la sua prima uscita ufficiale con i Santoro.
Ed era anche la prima volta che la vedevo sorridere così.
Mi fece davvero un immenso piacere averli tutti lì.

Il mio esame andò da Dio.
Il mio professore di pianoforte e qulla di canto erano euforici.
Lo passai a pieni voti.
Come Federica, del resto.
Lei suonò un pezzo magnifico e si meritò la standing ovation del pubblico.
Ero davvero orgogliosa di lei...

-Ele!-

Sobbalzo spaventata per la seconda volta nell' arco di un' ora.
Sbuffo contrariata quando vedo di chi si tratta.
E' in ritardo, come sempre.

-Marta!- tuono -ti aspettavo due ore fa!-

-E io so cosa vuoi dirmi, quindi ti ho evitato come la peste!- ribatte, passandosi una mano tra i capelli -fatti gli affaracci tuoi, Eleonora!-

-Intanto, occhio a come mi parli- mi alzo dal panchetto, andandole incontro -e secondo, siediti e ascoltami-

-No!-

-Siediti e ascoltami!- alzo il tono della voce, indicandole il divano.

La vedo degludire e annuire.
Fa il giro del tavolincino per poi prendere posto sul sofà.
Sono contenta che abbia ancora paura di me.
Mi avvantaggia assai.

-So che non dovevo esplodere così- si difende, prima che io possa dire qualsiasi cosa -ma prova tu come ci si sente a scoprire che tua sorella è quasi morta e che tu non ne sapevi niente!- sbatte una mano sul cuscino, guardandomi duramente -ha lasciato che ce l' avessi con lei! Poteva dirmelo! Poteva dirmi la verità! Avrei capito!-

-Se ce lo avesse detto, ce ne saremmo fatte una colpa- le sorrido dolce, prendendo posto accanto a lei -e poi è stata mia madre a dirle di non dire niente e Francesca non andrebbe mai contro mia madre-

-Ma..-

-Le deve troppo- la interrompo -mia madre si è presa cura di lei come non aveva mai fatto nessuno. L' ha fatta sentire amata e protetta, parte di una famiglia, l' ha trattata come una figlia. Come del resto ha fatto poi con te- allungo una mano, stringendole una coscia -Francesca farebbe di tutto per lei-

-E io lo capisco, perché per me è lo stesso- sospira -ma Francesca è mia sorella. Lei si è presa cura di me! Non mi ha mai fatto mancare niente! Pensavo che fosse ancora così e invece alla prima occasione mi lascia sempre indietro!-

-Ci ha lasciato indietro per noi. Lo ha fatto per noi, Marta- dico, cercando il suo sguardo -in quello stato non ci era di nessuno aiuto. Quando ha toccato il fondo ha capito di dover fare qualcosa, ma se ce ne avesse parlato le avremmo fatto di sicuro cambiare idea  e non sarebbe mai partita-

-Sì, questo l'ho capito, ma..-

-No, Marta- scuoto la testa, interrompendola di nuovo -non puoi andare con lei e non puoi neanche costringerla a rimanere qui. Dalle i suoi spazi, falle capire da sola cosa sia più giusto per lei in modo che poi non potrà pentirsene- le accarezzo una guancia -tu hai tutta la tua vita qui. I tuoi amici, la tua famiglia, Alessandro, il lavoro... vuoi davvero lasciar tutto?-

Abbassa la testa accusando il peso delle mie parole.
Sa che ha ragione e so che ha capito.
Sta solo assimilando il tutto.
Sta elaborando cosa comporta ciò.
Sospira, tornando a guardarmi.

Vorrei poterle promettere che andrà tutto bene.
Ma non posso farlo.
Non so cosa deciderà Francesca.
So solo che mi sembra molto intenzionata ad andarsene.

-Sono stata una stronza-

-L'hai preso da me, tranquilla- la spingo affettuosamente.

-Vorrei solo avere mia sorella nella mia vita- sbuffa -cioè, entrambe le mie sorelle- mi dedica un sorriso dolce -anche perché senza di lei sei abbastanza insopportabile!- mi fa una linguaccia, scoppiando a ridere subito dopo.

-Brutta insolente! Come ti permetti?-

Mi fiondo su di lei iniziando a farle il solletico.
Marta si dimena cercando di sfuggirmi, ma con scarsi risultati.
Sono troppo forte per lei.
E' una pappamolla.

-Dovresti iniziare ad andare in palestra, sai?- la sbeffeggio -sei proprio una femminuccia!-

-Sei una stronza!-

-Grazie! Lo so!- scoppio a ridere -e va bene, sei libera!- esclamo, mollando la presa.

Ci guardiamo per un momento, prima di aprirci in una risata sincera.
Mi erano mancati questi momenti tra di noi.
Ultimamente sono stata presa da troppe cose, dimenticandomi della più piccola delle Creatini.
Avrei dovuto parlare con lei molto prima.

Da quando Francesca se n'è andata il mio rapporto con Marta è cresciuto un sacco.
La sento davvero come una sorella minore e so quanto ciò le faccia piacere.
Amo che venga a cercarmi quando ha un problema. 
E io ci sarò sempre per lei.
A prescindere da tutto.

-Dov'è Francesca?-

-Da Alessia- la informo -dovrebbe tornare a dormire qui, però-

-Quindi escono di nuovo insieme?-  chiede, curiosa.

-A quanto pare- 

-Se la fa soffrire di nuovo è la volta buona che l' ammazzo!- chiude una mano a pugno con una faccia buffissima.

-Mettiti in fila!- sorrido divertita -ma non dovevi uscire a cena con Alessandro?- domando, indicandole l' orologio sulla parete.

-Cazzo!- esclama, scattando in piedi -è tardi! Scappo!- si abbassa lasciandomi un bacio su una guancia -grazie- mi dedica un ultimo sorriso prima di correre letteralmente fuori di casa.

Le sorelle Creatini mi manderanno al manicomio.
Scuoto la testa rassegnata a quel pensiero.
Il problema è che non potrei mai negar loro niente.
E in fondo neanche mi dispiace troppo.




                                                                                                            **********


Sospiro beata alzando gli occhi dal mio libro.
Oggi è una splendida giornata di sole e sono felice che Francesca abbia deciso di passarla con me al parco.
Abbiamo preso una piadina al chiosco all' entrata e poi ci siamo sedute all' ombra di un albero vicino al laghetto.

Mi passo una mano tra i capelli, poggiando di nuovo la schiena contro il tronco.
Ho deciso di portarmi dietro "Io prima di te".
Che dire? Amo le storie romantiche.
Anche se so già che mi toccherà piangere come una stronza.

Sorrido rivolgendo lo sguardo a Francesca,
E' intenta a disegnare non so che cosa.
Non l' ho mai vista all' opera.
Quando stavamo insieme aveva già abbandonato questa sua passione.
Sono felice che abbia riniziato.

E' totalmente concentrata sul foglio.
Ogni tanto mi guarda per poi tornare a tracciare righe con il suo lapis.
Sono veramente cusiosa di sapere cosa sta disegnando.

-Se mi guardi così, non riuscirò più a finire- sorride, facendomi perdere un battito.

-Scusa- soffio -voglio solo sapere cosa stai facendo-

-Vedrai- mi dedica un' occhiata smielata per poi tornare a concentrarsi sul suo lavoro.

Sospiro di nuovo arrendendomi al fatto che non me lo dirà fino a quando non avrà finito.
Siamo venute spesso qui quando stavamo ancora insieme.
Ho un sacco di bei ricordi legati a questo posto.

-Feffe-

-Dimmi- porta di nuovo i suoi occhi su di me- che c'è?-

-Mi domandavo se, ecco..- balbetto -sono stata la prima con cui sei venuta qui?-

-No- ammette, scuotendo la testa -Federica mi portò qui per la prima volta-

-Quando?-

-Ah, abbiamo riniziato con il gioco?- sorride, mettendo da parte il suo book da disegno.

-Sono solo curiosa!-

-Non c'è problema- alza le spalle -siamo venute qui alla nostra prima uscita ufficiale da amiche. Mi innamorai subito di questo posto-

-E..?-

-E ci tornai poi per ritrarre il paesaggio e regalarle il disegno- un sorriso bellissimo le anima il volto -fu davvero un bel pomeriggio-

Non aggunge altro e me lo faccio bastare.
Mi piace scoprire cose di lei.
Amo il fatto che mi stia raccontando pezzi del suo passato che ancora non so.
Che non ha mai osato rivelarmi.

-Francesca-

-Dimmi- sorride divertita.

-I tuoi genitori sono sempre stati così?-

Capisco di aver toccato un tasto ancora dolente, quando sposta lo sguardo dai miei occhi.
Fissa il laghetto per qualche minuto restando in silenzio.
In fine lascia andare un sospiro.
Si volta di nuovo verso di me.

-No- scuote la testa -cioè, mio padre sì. Era un alcolizzato violento e mia madre era succube di lui. Ma lei cercava di proteggerci. Le cose sono precipitate quando Marta ebbe l' incidente e mia madre perse il bambino che aveva in grembo. Penso che credette che assecondare mio padre fosse l' unico modo per uscirne- si passa una mano tra i capelli -quando mi cacciò di casa perché mi vide baciare Federica, mi disse che dovevo ritenermi fortunata perché se lo avesse saputo lui molto probabilmente mi avrebbe ucciso di botte. Credo che quello fu l' ultimo gesto da madre che fece nei miei confronti. O almeno nella sua testa-

-Scusami, io..-

-Tranquilla- m' interrompe con tono dolce -è passato, ormai-

Non posso credere a tutto quello che ha dovuto sopportare.
Non avevo idea che se le cose fossero andate diversamente ci sarebbe stato un altro Creatini.
E che molto probabilmente non ci saremmo mai incontrate.
Se sua madre non l' avesse cacciata di casa e Eleonora non l' avesse portata con sé, noi saremmo qui adesso?
Non lo so.
So solo che sono grata di averla nella mia vita.

-Francesca- richiamo la sua attenzione -quando tornerai a Londra, noi..-

-Alessia- soffia, interrompendomi di nuovo -non lo so- sospira -io...io non so cosa fare- ammette -non chiedermelo adesso, ti prego-

-D' accordo- sospiro, sconfitta.

-Ieri ho detto delle cose orribili a Ilaria- confessa -lei mi ha detto che mi ha amato davvero e io ho saputo solo fare la stronza. Come sempre-

-Cosa?- sbatto le palpebre incredula -credevo di aver capito che stavate insieme solo per sesso!-

-E lo credevo anche io!- mi rassicura -cioè, ovvio non solo per quello! Con lei stavo bene, parlavamo un sacco e andava tutto alla grande! Ma non credevo che mi amasse davvero! Mi lasciò dicendomi che una relazione non faceva per lei! Che voleva vedere altre ragazze e io la capìi! A quanto pare non ho mai capito un cazzo-

-Ma se ti amava allora perché ti ha lasciato?-

-Ha detto che aveva capito che io non avrei mai potuto ricambiarla-

-Perché?-

-Lo sai il perché- mormora, distogliendo lo sguardo.

Non le chiederò altro.
Mi faccio bastare quella risposta.
Mi faccio bastare cosa credo di aver capito.
Non voglio forzarla ulteriormente.
Anche perché se davvero lei se ne andrà, sarebbe solo peggio sentirmelo dire.

-Alessia-

-Sì?- riporto lo sguardo su di lei.

-Perché hai lasciato Milano?-

-Te l'ho detto il perché- ribatto, agitandomi un po'.

-Sì, ma io non ti credo- sorride -ti conosco. Non avresti mai lasciato tutto per un così futile motivo. Sei troppo orgogliosa-

-E invece è così-

-Non mentirmi! Se non vuoi dirmelo, va bene. Ma non mentirmi-

-Io..-

-Quando sarai pronta, ok?- si allunga sfiorandomi una guancia -tu hai aspettato cinque anni per avere qualcosa da me, penso di poter aspettare finché tu non te la senti-

-Grazie- mormoro, sporgendomi per lasciarle un bacio a fior di labbra.

-Vieni qui- allarga le braccia, facendomi cenno di mettermici in mezzo.

Faccio come dice.
Mi lancio in avanti lasciandomi avvolgere in un abbraccio.
Poggio la testa sul suo petto, lasciando che mi accarezzi i capelli.
Sospiro beata.
DIo, quanto mi era mancata.

-Dormi da me, stanotte?- 

-Perché no?!- domando, retorica -ma solo se cambi le lenzuola! Non voglio dormire dove hai fatto sesso con Ilaria!-

-Le ho già cambiate- scoppia  a ridere.

-Allora è vero che ci hai fatto sesso con lei!-

-Ops- ride di nuovo.

-Smettila di ridere!- m' imbroncio lasciandole un leggero colpo sulla spalla -non è divertente-

-Va bene, va bene- allunga le mani a mo' di resa.

-Ecco- annuisco, soddisfatta.

Pensare a lei a letto con un' altra mi fa impazzire.
Mi manda completamente fuor di cervello.
Non pensavo che avesse ancora tutto questo effetto su di me.
Ma del resto sapevo di essere fottuta già da tempo.

-Francesca-

-Dimmi-

-Quando pensi di parlare con Marta?-

-Domani- risponde, sospirando -voglio anche andare a parlare con i Santoro-

-Perchè?-

-Perché devono capire Eleonora- dice, giochicchiando con i miei ricci -hanno sempre dato troppe cose per scontato con lei-

-Non capisco-

-Vedi, quando mi trasferii da lei notai subito quanto fossero assenti- mormora -cioè, non fraintendermi, loro la amano da impazzire e farebbero qualsiasi cosa per lei. Solo che a causa del loro lavoro erano spesso fuori città e lei stava da sola in casa per la maggior parte del tempo. Molte volte si sono persi qualche suo avvenimento importante e le dicevano soltanto che doveva capirli perché si trattava di lavoro. Quando Federica morì stettero molto più dietro a me che a lei. Davano per scontato che si sarebbe ripresa, ma a quanto pare non lo ha mai fatto. E ora continuano a trattarla allo stesso modo. Ti rendi conto che Maria ha avuto un tumore e che non hanno detto niente a Ele? E ora pretendono che lei ci passi sopra! E' assurdo! Io stessa mi sono incazzata come una iena quando loro me lo hanno detto!-

-Non deve essere stato facile- dico, intrecciando una mano con la sua -mi dispiace per Eleonora-

-Anche a me- annuisce -domani andrò a Villa Santoro e vedrò cosa posso fare-

-Fai bene!- sorrido -io invece domani ho il corso di fotografia! Non vedo l'ora!-

-Che entusiarmo!- ricambia il mio sorriso -sono felcie che ti trovi bene!-

-Sì, è fantastico!-

-Bene!- esclama, lasciandomi un bacio su una guancia -che ne dici se andiamo? Passiamo al supermercato così posso cucinarti qualcosa per cena, va bene?-

-Solo se mi fai il tuo buonissimo sformato di cavalo!-

-Io pensavo più ad una bella tagliata di carne al sangue!- scoppia a ridere, riempendomi il cuore di gioia.

-Possiamo fare tutte e due!-

-Andata!- ride di  nuovo, facendomi segno di alzarmi -andiamo!-

Mi alzo, dandole poi la mano per aiutarla a fare lo stesso.
Sorride, intrecciando le nostre dita e tirandosi su.
Poi si piega sulle ginocchia per recuperare il suo kit da disegno.
Mi allunga un foglio, richiamando il mio sguardo.

-Che cos'è?-

-Quello che stavo facendo prima- risponde, semplicemente -lo avevo già finito, dovevo solo fare dei ritocchi-

Lo prendo, perdendomi ad osservarlo.
Non ci posso credere.
Ha fatto un mio ritratto.
Ed è semplicemente perfetto.
Mi sembra di guardarmi allo specchio.

-Feffe..-

-Ti piace?-

-Da morire!- mi butto addosso a lei -è bellissimo!-

-Ne sono contenta- mi stringe tra le sue braccia -dai, forza! Andiamo!-

-Agli ordini!- soffio, richiedendo poi un bacio che non mi nega.

Non so cosa sarà di noi.
Non so come andrà a finire questa cosa.
So solo che adesso mi fa stare troppo bene per rinunciarvi.
Voglio godermela finché posso.




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ANGOLO AUTRICE:

Buona sera ^^

Scusate il ritardo, ma ho avuto delle settimane caotiche.
Volevo aggiornare ieri, ma domenica alla partita mi hanno calpestato una mano e anche solo battere le dita sulla testiera era una tragedia.
Infatti ci ho messo parecchio tempo a rispondere alle recensioni all' altra one-shot che ho pubblicato.
Dopo vi lascio il link se volete farci un salto :)
Comunque adesso la mano si è sgonfiata quindi sono riuscita a finire il capitolo.

Che dire al riguardo?
Abbiamo ricevuto parecchie informazioni!
Ma partiamo dall' inizio!

Ilaria era davvero innamorata di Francesca.
Ma penso che si fosse capito, no?!
Ovviamente Feffe ha i paraocchi e non si era accorta di niente, ma vabbé.
Vedremo come risolveranno questa loro discussione.

Penso che sia la prima volta che abbiamo un ricordo di Federica dal punto di vista di Ele, vero?
Credo che forse ne avremo altri nel corso della storia.
Comunque, come vedete è tornata ad essere un po' l' angelo custode di Francesca.
Che ve ne pare del progresso del suo personaggio?
Sinceramente è il mio preferito.
Ma sono di parte.

Alessia e Francesca!
Finalmente sappiamo qualcosa in più sul passato di quest' ultima.
Cosa che la più piccola sta apprezzando molto.
Ma le sue paure sono ancora tutte lì.
Feffe tornerà a Londra o rimarrà?
Che ne sarà di loro?

Ma tanto so che voi avete in testa solo una domanda: "Che cazzo è successo davvero a Milano?"
Beh, lo scopriremo presto!

Spero che vogliate lasciarmi un vostro parere!
Grazie mille a tutti voi che continuate a seguire la mia storia!
Ve ne sono grata!

Un abbraccio,

Crige.


PS: ecco il link della one-shot che ho pubblicato qualche giorno fa.
Fateci un salto, se vi va :)
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3799162&i=1






















  
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