Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: SkyDream    17/10/2018    6 recensioni
Dopo essere stati ibernati per sette anni, Natsu e gli altri tornano a Magnolia venendo accolti con affetto e calore.
Hibiki della Blue Pegasus, rimasto colpito dal carattere di Lucy, decide di cogliere l'occasione per invitarla a cena fuori. Natsu ed Happy scoprono tutto credendo, erroneamente, che la ragazza possa andarsene da Fairy Tail e dando il via a delle vicende fatte di fraintendimenti, umorismo e un pizzico di romanticismo.
Ce la faranno i tre a capire cosa provano realmente e per chi?
.
-Dal testo-[..] sembrava tremendamente triste- e poi sei arrivata tu! Da quando ti sei unita abbiamo fatto molte più missioni, perfino Erza e Gray vogliono partire con noi e poi …» Natsu fu spontaneo, non ci pensò su. «Con te è più divertente, Lucy».
La ragazza [..] Si rese conto che Hibiki l’aveva guardata con lo sguardo rispettoso, gentile e innamorato. Lui invece la guardava con lo sguardo disperato di chi ha paura di perdere tutto.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Happy, Hibiki, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione!: La storia è abbastanza lunga, ma non avrebbe avuto senso dividerla in due parti perchè, appunto, è stata ideata come One Shot. Vi consiglio quindi, se sentite gli occhi affaticati, di fare una breve pausa a metà.
Grazie in anticipo a chi la leggerà tutta. Fatemi sapere, al solito, se trovate i personaggi IC. Mi sono impegnata moltissimo!
A presto <3
La notte dei bucaneve arcobaleno
 
Lucy aveva poggiato un gomito al tavolo e aveva cominciato a fissare uno per uno tutti i membri della gilda. Parecchi di loro erano rimasti tali e quali, non una ruga solcava i loro visi né i loro tratti si mostravano più maturi.
Sette anni? Tanto tempo della sua vita aveva perso dormendo sepolta dai detriti dell’isola di Mavis?
Non riusciva a capacitarsene, eppure vedere Romeo avvicinarsi a Wendy e arrossire le fece capire –con un sorriso – che qualcosa doveva per forza essere cambiato.
Non di certo lo spirito della Fairy Tail, quello era rimasto immutato e, anzi, sembrava rinnovato dopo gli anni statici che la gilda aveva passato.
I ragazzi continuavano a far baldoria, seppur in una baracca composta da quattro assi di legno mal tenute. Levy sembrava stuzzicare Gajil; Romeo e Wendy discutevano animatamente di qualcosa e tutti gli altri brindavano alla loro salute senza risparmiare urla e risate.
Qualche vampa di fuoco fendeva pericolosamente l’aria, ma Natsu e l’alcol non erano mai andati particolarmente d’accordo per cui, si disse, non c’era da preoccuparsi.
Lucy si perse un momento a guardare il viso del suo amico, così roseo e giovane. Come sarebbe sembrato sette anni più vecchio? Magari sarebbe stato un uomo in tutto e per tutto, avrebbe avuto un inizio di barba e anche il corpo si sarebbe scolpito in maniera diversa.
Si ritrovò a sperare che, col passare del tempo, quel sorriso che tanto l’aveva colpita non svanisse.
D’un tratto, dalla finestra alle sue spalle, qualcuno bussò delicatamente.
Era inverno e un leggero strato di neve stava circondando Magnolia imbiancandola. Lucy ci mise un po’ per focalizzare il volto amichevole che le sorrideva da fuori. Hibiki della Blue Pegasus?
Prese il cappotto dalla sedia e uscì, credendo che nessuno la stesse osservando.
«Lucy!» la chiamò il ragazzo salutandola con una mano. La fece avvicinare ad una delle torce di fuoco poste all’esterno della gilda per guardarla meglio.
«Non avrei mai creduto che ti saresti unito a noi per i festeggiamenti.» confessò Lucy con un sorriso genuino. Notò con gran stupore – ed un leggero imbarazzo- che Hibiki aveva invece risentito in positivo dei sette anni trascorsi. Era diventato qualche spanna più alto e il volto era molto più maturo di come lo ricordava.
Le sembravano passati solo pochi mesi dall’avventura del Nirvana. Sette anni.
Si sentì gelare il sangue.
«Non sono venuto qui per la vostra festa, anche se sono sinceramente felice del vostro ritorno. Soprattutto del tuo, Lucy.»  ammise senza abbandonare il rossore che gli colorava il volto. Infilò una mano dalla tasca del giubbotto e afferrò qualcosa in un pugno deciso. «Sono qui per darti questo, se vorrai accettarlo».
La ragazza aprì i palmi della mano e il ragazzo le posò un bigliettino ripiegato ed un calamaio intarsiato. Lucy sgranò gli occhi senza riuscire a parlare, era davvero un regalo per lei?
Aprì il bigliettino e vi trovò l’indirizzo di un ristorante di Magnolia, doveva essere nuovo perché proprio non lo ricordava.
«T- ti ringrazio, Hibiki. E’ stato un gesto molto carino da parte tua» disse arrossendo e abbassando lo sguardo.
Lucy si sentiva tremendamente imbarazzata e allo stesso tempo felice. Senza volerlo aveva conquistato il cuore di un ragazzo carino come Hibiki e, si stupì di non averci fatto caso subito, doveva averlo colpito parecchio se dopo così tanti anni lui aveva deciso di invitarla a cena.
«Non ti chiedo nulla, non sono il tipo. Mi andrebbe solo di chiacchierare con te e di raccontarti le ultime novità di Magnolia e di Fiore. Ad esempio, lo sapevi che hanno aperto un nuovo parco nelle vicinanze? Ci sono un sacco di fiori diversi, alcune specie rarissime e hanno dei colori mai visti prima!».
«Davvero?» chiese lei trasognata. Quante cose bellissime doveva aver perso, in quegli anni!
«Mi piacerebbe portartici, magari qualche giorno di questi. Comunque quello – indicò il biglietto- è per domani sera alle otto».
Hibiki fece spallucce e poi la invitò a tornare dentro per evitare di prendere freddo. Lei sorrise per quella premura, le gote le si infiammarono quando lui le diede un bacio sulla mano per salutarla e poi sparire.
Era decisamente meno strano quando non faceva i teatrini con gli altri tre del suo gruppo.
Lucy entrò alla gilda, non era cambiato nulla e Natsu e Gray avevano cominciato a suonarsele mentre tutti bevevano e mangiavano a volontà.
L’unica ad essersi accorta della sua scomparsa e successiva apparizione fu Levy, il suo sguardo attento non la tradì e si accorse del curioso regalo che la sua amica aveva ricevuto. Lei le fece segno che dopo le avrebbe raccontato tutto.
L’unica ad essersene accorta. O così credeva.
Un piccolo gattino, infatti, troppo preso a guardare Charle con sguardo ammaliato, si era invece accorto della piccola fuga della ragazza.
 
«Non ci vedo niente di male, lasciala stare!» esclamò Gray stendendosi su una brandina. Lui e Natsu avrebbero dovuto condividere la stanza finché le loro case non sarebbero tornate vivibili.
«Ma Gray! Se Hibiki fa capire a Lucy che gli pppiace, Lucy potrebbe andare da loro e abbandonare Fairy Tail!» rispose Happy avvicinandosi alla brandina di Natsu e cominciando a scuoterla fino a fargli venire la nausea.
«Ti prego, smettila! Ti ho già detto che Lucy non lascerà Fairy Tail. E’ stata lei a voler entrare, non te lo ricordi?» rispose Natsu mentre sentiva cambiare il colorito del viso, tutti quegli scossoni cominciavano a farsi sentire, soprattutto dopo la grande bevuta che si era fatto quella sera per festeggiare.
«Dobbiamo fare qualcosa e fermarlo finché siamo in tempo!» protestò l’altro continuando a scuotere la branda. Natsu rotolò per terra adorando il freddo pavimento immobile.
«Va bene, Happy, domani sera faremo qualcosa, ora puoi andare a dormire?!» disse tornando a sedersi e massaggiandosi la testa. Il suo amico lo guardò contrariato e si arrotolò alle coperte con fare risentito. Chi si credeva di essere Natsu per mettere in dubbio i suoi presentimenti?
Gray sorrise bonariamente. Possibile che tutta la gilda se ne fosse accorta tranne quei due pasticcioni? Eppure era chiaro come il ghiaccio che Natsu e Lucy avessero una sintonia che andava ben oltre la semplice amicizia.
Natsu si infilò sotto le coperte della brandina e portò la sciarpa bianca fin sopra il naso aspirandone il dolce profumo.
La brandina si affacciava ad una finestra, poteva chiaramente vedere le stelle che sgattaiolavano da dietro le nuvole nere cariche di piccoli fiocchi di neve.
Non riuscì a formulare una frase nemmeno nella sua mente, se per i fumi dell’alcol o perché non era per nulla bravo, non seppe dirlo. Sentiva solo che le parole di Happy si erano posate come un mattone sul suo stomaco.
D’un tratto si scoprì a riflettere su quei sette anni perduti. Aveva perso l’occasione di vedere Igneel? Di confrontarsi con qualche mago potente? Di dire qualcosa che gli avrebbe cambiato la vita?
E, soprattutto, avrebbe accettato di rimanere ibernato sette anni senza che lo fosse anche lei?
L’idea che in quei sette anni anche lei, se non avesse subito lo stesso destino, avrebbe potuto rifarsi una vita, lo gettò nel panico.
Si sedette di scatto facendo oscillare anche Happy.
Lucy era sua amica, non avrebbe accettato mai e poi mai un team Natsu senza di lei.
Anche perché, togliendo Happy, c’era solo lei. Lei e nessun altro.
 
«Siete bellissima- ebi!» affermò Cancer con un mezzo inchino. Lucy guardò il suo riflesso nello specchio dell’armadio e non poté che sostenere che il vestito azzurro che le aveva fornito Virgo era perfetto.
«Non so proprio come farei senza di voi.» disse sfiorandosi una ciocca di capelli acconciati, sorrise spontanea. Ringraziò lo Spirito e richiuse il portale. Sentiva le mani che le tremavano e cercò di darsi una calmata.
Era il suo primo appuntamento e si sentiva nervosa e felice allo stesso tempo.
«Proprio come nelle storie che scrivo!» esclamò girando su se stessa. Guardò l’orologio sulla parete, segnava le sette e mezza.
Non adorava farsi aspettare, così infilò le chiavi degli Spiriti dentro la borsa e uscì di casa chiudendo il portone. Si fermò sull’uscio: non perché nevicasse, bensì per quel gesto automatico.
Aveva portato con se gli Spiriti Stellari, come se ad un primo appuntamento potesse esserci bisogno di combattere. Che stesse diventando paranoica?
Guardò il portachiavi con il simbolo della gilda e lo soppesò sul palmo della mano. Che male c’era se camminava con loro? Erano suoi amici, oltre che le sue armi. Il solo pensiero di poterle lasciare incustodite le mise i brividi.
Richiuse la borsa e cominciò a camminare, il bigliettino ben saldo nelle mani.
 
«Non dai per nulla nell’occhio!» esclamò sarcastico Gray appoggiandosi al muro del piccolo vicolo dove Natsu ed Happy si erano appostati per seguirla.
Nel tentativo di fare cosa, poi, probabilmente non lo sapevano nemmeno loro.
«Vi siete vestiti con dei teli di juta. Davvero? Chi si veste così?» Gray continuava a ridere e non poté fare a meno di pensare a Lluvia. Sembrava proprio una delle sue trovate esilaranti.
«Sei mancato sette anni da Magnolia, che ne sai tu della moda di qui?» stuzzicò Natsu guardandolo truce. Gray rispose all’occhiata aggrottando le sopracciglia.
Quando Natsu si voltò, però, le distese concedendosi un sorriso. Era veramente un idiota a non accorgersi di nulla. Bastava guardarlo in quel momento negli occhi per capire cosa provava.
La sua espressione allegra e raggiante si stava lentamente tramutando in un’espressione di delusione. Lucy aveva appena incontrato Hibiki e lui le aveva baciato la mano.
«Che ti dicevo?» cominciò Happy punzecchiando Natsu con una zampa.
«Le ha baciato la mano, mica strappato via il simbolo della gilda!» esclamò Gray affacciandosi dal muro incuriosito.
«Fermo! Ci farai scoprire!» urlarono gli altri due finendo col farsi sentire da tutti i passanti.
Perfino Lucy si voltò incuriosita ma, quando cercò chi aveva urlato, i tre si erano già defilati.
«Andiamo?» Hibiki le porse un braccio che lei accettò molto volentieri. Non poteva fare a meno di sentirsi una principessa.
Forse era un bene non essere sempre Lucy la maga degli Spiriti di Fairy Tail. Ora era semplicemente Lucy, avevano cominciato a chiacchierare della neve che scendeva copiosa da giorni.
Hibiki le raccontò degli inverni che si era persa, descrisse tutti gli eventi accaduti non mancando di sottolineare come spesso lei si era intrufolata nei suoi pensieri.
«Mi sono pentito molte volte di non averti potuto conoscere meglio, così quando ho saputo che eravate tornati ho deciso di prendermi di coraggio.» spiegò mentre arrivavano al ristorante. Era una palafitta sul mare con grandi vetrate piene di piccole luci contrastanti.
La neve aveva ricoperto tutto rendendo l’atmosfera magica e romantica. Lucy ascoltò molto volentieri cosa era accaduto in quegli anni, si sorprese nello scoprire quanti dei loro amici fossero cresciuti e cambiati e quante nuove avventure avevano dovuto affrontare in loro assenza.
Hibiki non scarseggiò anche dall’aggiornarla a livello editoriale, raccontandole quanti nuovi romanzi fossero usciti e di come a lui sarebbe piaciuto leggere qualcosa di suo.
«Per questo mi hai regalato il calamaio?» chiese la ragazza che si stava godendo la squisita cena oltre alla compagnia.
«Sì. Ho scoperto della tua passione per caso. Un giorno stavo andando alla Fairy Tail a piedi e sono passato dal molo, la tua padrona di casa ha dato i numeri sbraitando dalla finestra perché avevi lasciato davvero troppi fogli rilegati per la stanza!».
Lucy rise di gusto spiegando che stava cercando di far ordine tra i vari capitoli. Se l’era proprio immaginata la signora a urlare dalla finestra, era tipico suo.
 
«Non vi aiuterò più in questa pagliacciata, appena finirà l’effetto dei poteri me ne tornerò a casa. Al diavolo tutti e due!» esclamò Gray mentre costruiva una scala di ghiaccio all’esterno della palafitta. Natsu ed Happy si arrampicarono rimanendo con gli occhi al livello del pavimento, attentissimi.
«Gray, come può non importarti di Lucy?!» chiese Happy con tono severo. Sentiva il piccolo cuore spezzarsi al pensiero che la sua amica potesse andarsene.
«Non mi importa della sua vita personale, vi ho già detto che non abbandonerà Fairy Tail!» esclamò cercando di farli ragionare. Diede loro dei cocciuti più di una volta.
Hibiki, intanto, aveva aiutato Lucy ad alzarsi e le aveva offerto di fare una passeggiata sulla strada del ritorno. Lei accettò di buon grado uscendo a braccetto con il ragazzo.
Natsu rimase a fissarli finchè non se ne andarono, constatò che Lucy sorrideva come sempre, ma stavolta era animata da qualcosa di diverso.
 
«Mi ha fatto davvero tanto piacere poter passare una serata con te, Lucy – cominciò Hibiki seppur con timidezza – non mi sono per niente pentito di aver colto l’occasione, seppur con sette anni di ritardo!».
Lucy diventò rossa in viso e notò che il ragazzo stava facendo scivolare il braccio dal suo finendo per sfiorarle la mano con le dita fredde. Si osservarono intensamente negli occhi e Lucy pensò che, prima di quel momento, nessuno l’aveva mai guardata così.
Era questo che significava essere innamorati di qualcuno? Tenersi mano nella mano, guardarsi con lo sguardo perso, ritrovarsi a sorridere insieme.
Salì il primo gradino della porta di casa e, a malincuore, dovette interrompere il contatto con il ragazzo.
«Grazie per la serata, Hibiki. – sussurrò portando una ciocca di capelli dietro l’orecchio- Era da tanto tempo che non uscivo con qualcuno di così simpatico!».
Hibiki sorrise di rimando e si avvicinò a lei ancora un po’. Lucy non provò l’impulso di resistere e, avendo già sprecato sette anni della sua vita, pensò che dare un bacio non potesse far torto a nessuno. Era un gesto innocente, dopotutto.
Le loro labbra si sfiorarono delicatamente, quasi di sfuggita, il ragazzo le carezzò il viso e poi si staccò salutandola con un timido «A presto!».
Lucy rimase sulla soglia a osservare la lunga figura allontanarsi verso la Blue Pegasus, quando un singhiozzo seguito da un pianto dirotto attirò la sua attenzione.
Poco dopo la sua casa adocchiò due barili di legno molto sospetti, ne aprì uno e vide Happy uscire come un razzo e piantarle le zampe sul collo scoperto in un abbraccio felino.
«Ecco! Hai fatto piangere Happy!» disse Natsu saltando fuori dal barile accanto. Era ancora infilato dentro una mantella di juta.
«Che diamine state facendo voi due qua?» esclamò Lucy staccando l’Exceed e portandoselo davanti agli occhi con sguardo arrabbiato «Mi stavate mica spiando?».
Happy continuava a piangere e a stirare le piccole zampe nella sua direzione.
«Perché stai piangendo?!» gli chiese presa dal panico e, inconsciamente, dai sensi di colpa.
«Perché quel ragazzo ti pppiace e a lui tu ppppiaci e ora ci abbandonerai e andrai via con lui!» rispose il gatto tornando a piangere più forte di prima. Lucy si mostrò inizialmente molto adirata nello scoprire di essere stata pedinata, ma guardando l’amico così dispiaciuto non potè fare a meno di intenerirsi e avvolgerlo lei in un tenero abbraccio.
«Happy, io non andrò da nessuna parte. Capito? Resterò alla Fairy Tail, non ho intenzione di cambiare squadra.» gli disse coccolandogli la testa. Il gatto sembrò tranquillizzarsi e i suoi occhioni smisero di lacrimare.
«Tu invece, - cominciò rivolta verso Natsu con gli occhi bassi su di lui – si può sapere cosa ci fai ancora dentro il barile?».
La verità era che Natsu non si era ancora ripreso da quello che aveva visto. Hibiki le aveva dato un bacio sulla bocca e, non sapendo bene cosa significasse, aveva chiesto ad Happy perché lo avesse fatto.
«Perché si sono innamorati!» aveva risposto lui cominciando a singhiozzare. Da quel momento il cervello di Natsu era andato, con molte probabilità, letteralmente a fuoco.
Non concepiva come un sentimento si potesse esprimere a gesti o parole, non aveva mai provato a baciare nessuno lui, né aveva mai detto smancerie. Alla gilda erano abituati ad esprimersi a scazzottate e colpi di magia, non aveva mai avuto bisogno di tenere la mano di nessuno.
Né di dargli un- come si chiamava?- un bacio!
 
***
 
«Che razza di domande sono queste?» esclamò Gray sedendosi di colpo sulla brandina dove stava riposando. Natsu ed Happy erano tornati in piena notte, senza dire dov’erano stati dopo aver pedinato la povera Lucy, e ora se ne uscivano con un’idiozia simile?
«Se non mi risponderai tu, allora lo chiederò ad Erza!» esclamò Natsu battendo un pugno su una mano, si sentiva folgorante.
«Per la tua incolumità, eviterei di chiedere ad Erza se ha mai baciato qualcuno. Potrebbe farti assaggiare le sue spade».
Gray si massaggiò le tempie imponendosi di calmarsi e di spiegare tutto al suo amico, seppur era stato considerato, più di una volta in pochi minuti, una Sconsiderata testa calda.
Natsu si sedette a terra incrociando le gambe e aspettando che il suo amico gli rispondesse. Non aveva affatto voglia di dormire e di aspettare il giorno dopo per dare una risposta a quel grattacapo.
«Okay, idiota, i baci si danno alle persone che per noi sono importanti. Non si può baciare chiunque ed è un passo importante che si deve compiere solo se tutte e due le persone si considerano importanti per l’altro. Hai capito?» spiegò Gray col tono che si utilizzerebbe per spiegare ad un bambino che il fuoco non si tocca perché ci si brucia.
Natsu parve pensarci un momento, teneva il gomito sul ginocchio e la testa poggiata alla mano, com’era solito fare quando pensava.
«Allora tu e Lluvia non vi siete mai baciati perché lei non è importante per te?» chiese ingenuamente senza muoversi dalla sua posizione. Gray arrossì e sentì qualcosa torcersi nello stomaco.
«Senti, Fiammifero, mi hai svegliato in piena notte per un’idiozia al solito tuo. Potresti evitare simili insinuazioni e andartene a letto?».
Detto ciò  si voltò verso il muro e fece finta di tornare a dormire.
Gray, con una sola frase schietta di Natsu, si rese conto di non aver mai fatto capire a Lluvia che lei era importante. O forse sì, d’altronde le era stato vicino durante lo scontro contro Ultear.
Chiuse gli occhi cercando di rilassarsi, ma dovette constatare che non ci riuscì.
Natsu, dal canto suo, era rimasto appoggiato al davanzale della finestra a guardare i piccoli fiocchi di neve che, come la pioggia, scendevano su Magnolia.
«Ho dormito per sette anni, non credo proprio che mi rimetterò a letto.» confessò più a sé stesso che ad Happy. Il suo amico, acciambellato sulle sue ginocchia, aveva già preso a russare.
 
Il pomeriggio la gilda era sommersa dai nuovi incarichi, Makarov aveva fatto la voce grossa e in poco tempo la Fairy Tail avrebbe ripreso il suo posto di prima gilda in tutta Magnolia.
I ragazzi si erano divisi in squadre e avevano scelto insieme gli incarichi: chi sarebbe partito per raccogliere una pianta rara, chi avrebbe fatto da custode a dei gioielli, chi avrebbe collaborato nella costruzione di una casa. Ognuno aveva il proprio compito.
Poi c’erano Natsu ed Happy, seduti al bancone con una birra e un succo d’arancia –meglio che Happy rimanesse astemio- che stringevano tra le dita un foglio spiegazzato.
“Cercasi gruppo di maghi per fare da custodi ad una biblioteca. Possibilità di consultarla durante l’incarico. 8.000 Jewel”.
Non era molto, ma sembrava esattamente l’incarico con cui riprendere e Lucy ne sarebbe stata entusiasta. Già, se solo si fosse presentata alla gilda quella mattina.
«Mirajane, dammene un altro!» sospirò Happy accasciato sul bancone con aria afflitta mentre tendeva il bicchiere alla sua amica. Mira lo riempì di succo guardando Happy con fare preoccupato, era insolito vederli così silenziosi e frustrati. Ma, d’altronde, Levy le aveva detto che ci sarebbero stati, molto presto, delle grosse novità su Lucy.
«Forse dovremmo andare a cercarla.» propose Natsu ripiegando il foglio e infilandolo nella tasca dei pantaloni.
«Aveva promesso che sarebbe venuta!» si lagnò Happy con gli occhi umidi. Natsu detestava vederlo così, lo avrebbe voluto pimpante e sorridente come sempre.
«Sarà impegnata, ragazzi, chissà in che condizioni avrà trovato la casa dopo tutto questo tempo. O magari stamattina si è addormentata e pomeriggio avrà avuto un imprevisto.» Mirajane completò la frase con un sorriso, avrebbe voluto rincuorare i due, ma non ci riuscì molto.
«Se stasera non viene per cena, andrò a cercarla!» esclamò Natsu che cominciava a sentirsi veramente arrabbiato.
Non con lei,- non ci sarebbe riuscito nemmeno volendo- ma con Hibiki. Non gli era mai stato antipatico, prima che uscisse con Lucy e la baciasse. L’immagine del loro bacio fuggente lo faceva stranamente ribollire. Non lo capiva.
«Mirajane, posso farti una domanda?» chiese avvicinandosi a lei con fare sospetto, si accostò al suo orecchio e sussurrò: «Perché un ragazzo dovrebbe baciare una ragazza?».
Mira sgranò gli occhi blu e sentì le gote arrossire. Avrebbe voluto ridere, ma aveva paura di urtare la sua sensibilità, d’altronde sembrava sincero.
«Vedi, Natsu, un ragazzo bacia una ragazza quando ci si vuole tanto bene, ci si ama, ed è una promessa che significa “staremo sempre insieme”. Ma un bacio è importante, non si dà a chiunque!» esclamò alzando un dito e sottolineando le ultime parole.
Lei aveva baciato Luxus una volta, e poi era scappata. Ma questo non lo avrebbe saputo mai nessuno e agli occhi di tutti sarebbe stata sempre l’angelica Mirajane.
«Grazie.» sussurrò Natsu mentre posava la faccia sulla mano e tornava a guardare il foglio dell’incarico. Aveva appena capito la triste realtà.
O così pensava.
 
Lucy non si presentò quel pomeriggio, e nemmeno per la cena che Mira aveva preparato. Macao aveva insistito per far bere un boccale di birra ad Happy, che era in un attimo crollato a dormire sul bancone della gilda. Aveva le piccole guance totalmente rosse.
Natsu invece non riusciva a rilassarsi, cominciava a sospettare che potesse essere successo qualcosa a Lucy. Prese Happy in braccio ed entrò nella stanza trovando Gray in mutande che giocava con il ghiaccio. Tentava di creare qualcosa di vagamente simile a un teru teru bozu*.
«Dove vai, Testa calda?» gli chiese senza alzare gli occhi dalla sua creazione.
«A cercare Lucy, non credo che Happy si sveglierà, ma nel caso succedesse digli di non venire. Potrebbe essere pericoloso».
Gray lasciò cadere il pupazzo di ghiaccio sul letto e si ritrovò a fissare il suo amico con un sopracciglio alzato.
«Pericoloso? L’hanno rapita?» chiese con tono sarcastico. Sapeva benissimo che Natsu si stava preoccupando per niente.
«Cosa ne posso sapere? E’ quello che voglio cercare di scoprire!» esclamò l’altro non cogliendo l’umorismo. Gray tornò a modellare il ghiaccio ignorandolo.
 
Natsu camminava nelle silenziose strade di Magnolia, la neve era caduta fino al giorno prima e ai bordi della strada poteva ancora vedersi del soffice bianco. Nella città non vi era anima viva, tutti sembravano già tra le braccia di Morfeo e lui, senza alcun timore, si arrampicò lungo il tubo di scarico della casa della sua amica.
Entrò dalla finestra semi aperta e trovò la stanza quasi al buio: l’unica luce proveniva da una lampada ad olio sulla scrivania. Lucy dormiva profondamente seduta sulla sedia, aveva poggiato la testa sul manoscritto e il pennino che le aveva regalato Hibiki aveva fatto gocciolare dell’inchiostro sulle sue mani. Il ragazzo si avvicinò all’orecchio dell’altra.
«Lucy? Ti sent-» Natsu non riuscì a finire che si ritrovò a gambe in aria. La ragazza si era svegliata di soprassalto sgranando gli occhi e assestandogli un pugno in faccia. Dopo un paio di secondi si rese conto di quello che aveva fatto, ma anziché soccorrerlo mise i pugni sui fianchi e lo guardò truce.
«Vuoi smetterla di pedinarmi?»
«Non ti ho pedinata! –sottolineò lui massaggiandosi la fronte e mettendosi seduto a terra – non ti sei fatta vedere tutto il giorno, ero preoccupato!» esclamò senza rendersi conto che, nell’impatto, qualcosa era scivolato giù dalla tasca. Lucy prese il volantino e fissò le parole scritte.
«Sembra bellissimo!» affermò eccitata guardando ancora l’incarico, sembrava si fosse dimenticata di quello che era successo.
In realtà stava cercando di ignorare il fatto che Natsu si fosse preoccupata per lei. Natsu.
«Vorrei partire domani, ma tu a quanto pare hai deciso di non venire più a far parte del mio team!» Il ragazzo incrociò le braccia indispettito e voltò il viso da un’altra parte, col risultato che riuscì a far seccare ancora di più la sua amica.
«Non ho bisogno di farmi vedere, visto che mi pedini!» esclamò lei afferrando qualcosa con le mani.
«Non ti ho pedinata!» ribatté lui prima di ritrovarsi Lucy addosso che tentava di soffocarlo con un cuscino. La sentiva ridere contro di sé e questo lo spinse a dare un colpo di reni e a ribaltare la situazione. Ora lei stava sotto e lui, a cavalcioni, cercava di difendersi dai colpi del cuscino concentrandosi per non incenerirlo.
La ragazza continuava a ridere fino a perdere il fiato e lui rincarò la dose aggiungendo del solletico sotto le braccia, dove lo soffriva di più.
Si stavano divertendo come due mocciosi. Finirono entrambi sdraiati l’uno accanto all’altra, stremati dalle risate e dai colpi di cuscino. L’atmosfera in breve tornò seria.
«Davvero, perché non sei venuta oggi?» chiese lui atono. Non si era accorto prima di quanto gli fosse mancata.
«Sette anni fa, prima della missione del mago di classe S, si era rotto il pennino con cui scrivevo. Avrei voluto comprarne un altro ma, non so perché qui a Magnolia i prezzi sono veramente alti e a stento riesco a pagarmi l’affitto. Hibiki mi ha fatto quel regalo senza saperlo, ma era quello di cui avevo bisogno. - aveva lo sguardo sognante- Ho scritto tutto il giorno, mi sono fermata solo per un breve spuntino e poi mi sono addormentata senza accorgermene».
Natsu si voltò verso di lei sentendo una punta di gelosia sullo stomaco. Il fatto che Hibiki le avesse fatto un regalo così speciale, proprio non gli scendeva.
Poi qualcosa scattò nel suo cervello e si sollevò da terra tendendo una mano verso la sua amica.
«Che cosa vuoi fare?» chiese lei accettando il suo aiuto.
«Ieri sera sono stato a fare un giro con Happy e ho visto una cosa che potrebbe piacerti. Andiamo!» Natsu la prese per il polso e la trascinò dalla porta senza darle il tempo di prendere il cappotto.
La presa di Natsu era salda e ferma, sicura ma non prepotente. Deciso a raggiungere il suo obiettivo.
«Dove mi stai portando?!» esclamò ancora lei non riuscendo a coprirsi dal freddo della notte. Come faceva quel ragazzo a non congelare? Che la sciarpa di Igneel fosse così calda?
«Quanto sei rumorosa! Ora lo vedi!» le rispose continuando a correre.
Lucy si ritrovò a pensare che quell’uscita era ben diversa da quella avuta con Hibiki. Lui era stato gentile, premuroso e molto delicato.
Natsu era piombato a casa sua, l’aveva trascinata fuori al freddo e si era messo a correre senza lasciarla.
Non riuscì a trattenere le risate e finì per seguirlo correndo ancora più veloce.
 
Lucy rimase a bocca aperta: davanti a lei si stendeva un parco di fiori colorati che, a causa del buio, erano appena visibili. Gli unici, cresciuti poco dopo la recinzione di legno, risplendevano invece di luce propria: bucaneve arcobaleno.
«Dicono che sia colpa dei ciliegi arcobaleno, col passare degli anni hanno contagiato anche questi fiori.» disse lui ammirandoli da più vicino. Mise un piede su una staccionata e si gettò dal lato interno del nuovo parco. Lucy lo seguì immediatamente senza smettere un momento di ammirare i fiori colorati.
Sembravano riflettere la luce argentea della luna, risplendevano di mille tonalità e si muovevano leggiadri scossi dall’aria come centinaia di piccoli campanelli.
Lucy si inginocchiò davanti uno di loro, era poco più piccolo ma aveva più tonalità di rosa e azzurro rispetto agli altri. Circondò la corolla con le mani e vide la sua pelle riflettere.
«Io ed Happy eravamo certi che ti sarebbe piaciuto. Devono averlo creato in nostra assenza». Natsu avvicinò le dita al fiore per sentirlo al tatto, ma sfiorò le mani gelate della sua amica.
«Senti freddo?» esclamò sinceramente sorpreso e notando che la ragazza batteva i denti.
«Sei tu quello strano che sente caldo! E poi non mi hai dato il tempo di prend-» Lucy si bloccò, sentì le guance andare in fiamme e per un momento temette che potesse essere letteralmente così.
Natsu si era, infatti, messo in ginocchio dietro di lei per cercare di scaldarla. Lucy scoprì così che non era la sciarpa a scaldarlo, ma il suo potere del fuoco ad alzare la temperatura.
Sentiva il suo petto caldo contro la schiena e le sue braccia attorno alle spalle che seguivano il suo corpo. Mise le mani sulle sue e rimase a fissare il fiore che dondolava tra i loro palmi.
«Credi che si possa mangiare?» chiese con quella punta di ingenuità che lo contraddistingueva sempre.
«Non credo tu possa mangiare un bucaneve, ma se mettiamo in conto che ingoi anche fulmini e fiamme!» rise lei. Non riusciva a far smettere il cuore di battere all’impazzata.
«Mi dispiace per ieri – cominciò lui facendosi serio e poggiando il mento su una sua spalla-, ma non sopporto quando non sono al centro della tua attenzione».
Lucy sgranò gli occhi e si girò verso di lui, erano veramente vicini.
«Se tu dovessi andar via, il team Natsu sarebbe formato di nuovo da me ed Happy. Per tanti anni abbiamo dovuto affrontare gli incarichi da soli perché tutti dicevano che eravamo inaffidabili – sembrava tremendamente triste, si accorse lei- e poi sei arrivata tu! Da quando ti sei unita abbiamo fatto molte più missioni, perfino Erza e Gray vogliono partire con noi e poi …» Natsu fu spontaneo, non ci pensò su. Sollevò gli occhi scuri dal bucaneve e li voltò su quelli castani di lei.
«Con te è più divertente, Lucy».
La ragazza sentì che stava per mettersi a piangere tanto era rimasta colpita da quelle parole. Si rese conto che Hibiki l’aveva guardata con lo sguardo rispettoso, gentile e innamorato. Lui invece la guardava con lo sguardo disperato di chi ha paura di perdere tutto.
Lui non era ponderato, si gettava in tutto ciò che faceva. Anche nelle relazioni con le persone. Metteva tutto se stesso.
«Natsu …» sussurrò lei timidamente. Sentiva davvero caldo in quel momento.
«Poi ho chiesto a tante persone, non sono bravo con queste cose» tornò a dire lui lamentandosi.
«Cosa hai chiesto?» disse Lucy, aveva il tono sorpreso e incuriosito.
«Perché due persone si baciano! Ieri tu e Hibiki lo avete fatto e non sapevo cosa significasse. Poi Gray e Mira mi hanno spiegato che due persone si baciano se sono importanti l’uno per l’altra. Quindi non vuoi bene me ed Happy!» Natsu aveva assunto la faccia da marmocchio frignone e Lucy non potè che constatare che l’atmosfera era stata irrimediabilmente compromessa.
«Scemo, chi ti ha messo queste cose in testa? Non significa che io non vi voglia bene!» esclamò lei nel tentativo di calmarlo. Davvero era così tonto in materia?
«Allora se vuoi bene anche me ed Happy, perché non ci hai mai baciato?» disse lui con l’intento di punzecchiarla e di farla sentire in colpa. Non gli piaceva non ricevere attenzioni.
«Non è una cosa che si fa con tutti! Non posso spiegartelo mica io!» Lucy era diventata totalmente rossa e stava per ribattere che quello, comunque, era un segno che lui l’aveva pedinata.
Ma non riuscì a dirlo.
Natsu infatti le aveva fermato il viso con entrambe le mani e aveva congiunto le loro labbra.
Lucy inizialmente sgranò gli occhi stupita, poi si lasciò andare e decise che, tutto sommato, poteva anche insegnargli a baciare.
Schiuse le labbra e tastò la morbidezza delle sue, così calde e dolci. Chissà se le sue erano fredde per lui.
Natsu si staccò per prendere fiato e finì per mescolare ancora i loro respiri.
«Sembra divertente!» constatò lui rompendo, per l’ennesima volta, l’atmosfera romantica che si era creata.
Lucy stava per rimproverarlo, non poteva mica andare in giro a baciare la gente!
Lui però, per la seconda volta, non le diede il tempo.
Stavolta il bacio fu più lungo e lui sembrò capire come funzionava. Lei d’istinto portò le mani dietro la sua nuca e si lasciò coccolare. Le piaceva quel contatto deciso e caldo, così diverso dal bacio freddo e sfuggente della sera prima.
Poi, mentre cominciava a perdere la testa per quel Natsu così lascivo e nascosto, si sentì … mordere?!
Lucy emise un gridolino e si portò entrambe le mani sulla bocca. Guardò Natsu con aria omicida.
«Si può sapere cosa ti è preso?» esclamò risentita.
«E’ divertente morderti le labbra, Lucy! – esclamò lui con quel sorriso che tanto l’aveva colpita – e poi adesso non puoi più andartene dal team Natsu! Mira mi ha detto che con un bacio si fa la promessa di restare sempre insieme!».
Lei non ci vide più dall’imbarazzo e non riuscì a rispondere. Propose di tornare a casa.
 
Quei fiori l’avevano colpita molto e, si sorprese a pensare, li avrebbe associati per sempre al bacio di Natsu. Al primo bacio, perché il secondo le aveva lasciato un solco sulle labbra.
Dannati canini da Dragon Slayer.
Lui, dal canto suo, si era dimenticato del freddo che provava lei e aveva insistito per farsi raccontare gli ultimi pettegolezzi sui maghi durante la strada di ritorno. Voleva sapere cos’era successo alla Fairy Tail e perché la Blue Pegasus non l’aveva sostituita come miglior gilda di Magnolia.
Camminarono a passo svelto, più perché Lucy non vedeva l’ora di mettersi al riparo, quando videro una nuvola nera avvicinarsi sempre più spedita. La temperatura calò sempre di più.
«Sarà meglio che ci sbrighiamo! – esclamò lei indicando la nuvola – ha tutta l’aria di essere una bufera di neve!».
I due ragazzi si rintanarono nella stanza di Lucy e chiusero ermeticamente tutte le porte e le finestre.
Natsu si sedette sul letto a fissare il cielo sempre più buio, Lucy invece era arrossita.
Aveva dormito innumerevoli volte con lui, ormai nemmeno le contava più, ma c’era qualcosa dopo quel bacio che le faceva sembrare tutto tremendamente sbagliato.
Si chiuse in bagno, sciacquò la faccia e mise il pigiama. Se si fosse fatta vedere nervosa, lui si sarebbe spaventato e avrebbe finito per rovinare tutto.
Eppure, si sfiorò il segno lasciato dai suoi denti, quei due baci non le erano dispiaciuti per nulla.
Si riscoprì a provare qualcosa di profondo per il ragazzo sdraiato sul suo letto a fissare le nuvole e non poté che constatare che quel bacio con Hibiki era stato sì un errore fatale, ma anche il galeotto che aveva scatenato tutto.
Si sdraiò sul letto e si infilò sotto le coperte tirandole fin sopra al naso, il tepore di Natsu le scaldò subito la pelle facendola sentire meglio.
Dormire con lui in inverno era decisamente confortevole. Chiuse gli occhi e gli diede la buonanotte, voltandosi su un fianco.
Dopo un paio di minuti, però, cominciò a sentirsi fissata. Aprì un occhio e notò che Natsu la stava guardando con sguardo basso.
«Che c’è?» chiese lei senza capire. Lui continuava a guardarla.
«Posso dartene un altro?» disse lui senza spostare la guancia dal cuscino e ottenendo, così, una frase impercettibile.
Lucy capì a cosa si stava riferendo, ma non riuscì ad annuire. Lui, dal canto suo, non aspettò la risposta.
Si avvicinò ancora e, stavolta Lucy lo capì chiaramente, non lo stava prendendo come un gioco.
Era evidente che Natsu era attratto da quella novità, che gli piaceva esplorare la sua bocca e sentire i fiati mescolarsi, ma Lucy avrebbe dovuto spiegargli cos’era l’amore e come esso era collegato ai baci.
Eppure, quella notte, le sembrò che tra i due fosse lui l’esperto. Magari non riusciva a dargli un nome, ma i sentimenti che provava erano sinceri e forti.
Come lui, d’altronde.
Lucy si permise di accarezzarlo e di godersi, per quella notte, quel contatto che mai aveva sognato ma che, probabilmente, aveva sempre desiderato.
Natsu si addormentò al suo fianco e quando il sole cominciò a sorgere, Lucy si scostò a malincuore da lui e cercò carta e penna.
Hibiki era stato fin troppo gentile con lei, non se la sentiva di mentirgli o di prenderlo in giro. Si meritava un risposta e anche abbastanza corposa, pensò lei.
Guardando il viso sereno di Natsu, che tante volte aveva visto sofferente in battaglia, le parole le scivolarono sole dalle mani, depositandosi direttamente sulla carta.
  
Caro Hibiki, grazie per avermi riportata con i piedi per terra dopo sette anni di vuoto.
I tuoi sentimenti sono sinceri, e non ci si sarebbe aspettato altro da te, hai il cuore gentile.
Non voglio mentirti però, né nasconderti che in questi giorni ho a lungo riflettuto su quella cena che ci siamo concessi. Mi ha fatto piacere la tua compagnia, e sono sincera quando ti dico di non aver mai conosciuto qualcuno di così gentile e ponderato.
Ma, seppur a malincuore, non posso che dirti che i miei sentimenti per te non vanno oltre quelli di una semplice e leale amicizia.
Spero che saprai perdonarmi se quella notte ti ho illuso, con un semplice bacio, che potesse esserci di più. Ma ti ringrazio per quel gesto, e non me ne pento, è stato grazie a questo che sono riuscita a far ordine nel mio cuore.
Con affetto …

 
«Lucy».
Hibiki richiuse il biglietto tra le sue mani, era rimasto colpito dalla fluente e ordinata calligrafia della ragazza. Poi, dopo aver letto, era rimasto incantato dalle buone parole che aveva scritto.
Era stata sincera ed era riuscita a dirgli la verità senza ferirlo.
D’altronde anche lui aveva supposto che l’affinità tra quei due fosse ben più marcata di quello che loro stessi credevano.
Rimase a guardare il foglietto, poi lo ripiegò e lo infilò nel cassetto della scrivania dove teneva le lettere che, ogni mese per sette anni, le aveva scritto senza mai spedirle.
Era stato un colpo di fulmine durante quella lotta contro gli Oracion Seis, ma non poteva che lasciar correre e continuare a nutrire quel sentimento da lontano.
Sorrise e tornò a cercare un incarico.
 
***
Era già arrivata la primavera a Magnolia. I fiori sbocciati erano molti di più di quelli che Lucy e Natsu avevano ammirato a Dicembre.
Proprio lei, durante una passeggiata con Plue, si era ritrovata a scoprire che di quei bucaneve arcobaleno c’era ancora traccia.
Erano molti di meno, ma resistevano ancora al vento tiepido che stava abbracciando la città.
La ragazza li guardò, sentì scorrere lungo la schiena tutti i dubbi e i timori che l’avevano colta quella sera. Se Natsu fosse sincero e, soprattutto, se si rendesse conto di quello che stava facendo.
La risposta era ovvia: no. Lo aveva preso come un gioco.
Ma, aveva capito nei giorni seguenti, Natsu aveva ben chiaro che un bacio non era una cosa da poco e che si condivideva solo con una persona speciale.
D’altronde se non lo avesse intuito sarebbe stato un bel problema.
Invece quel gesto di tenerezza e, si trovò a scoprire, passione che tanto amavano tutti e due, era diventato il loro piccolo segreto notturno.
Aveva notato che il suo comportamento era cambiato e forse, forse, le stava dimostrando i suoi sentimenti senza neppure accorgersene.

* I teru teru bozu - letteralmente "monaci del sole"- sono dei pupazzi a forma di fantasma che, nella cultura nipponica, si dica servano a riportare il bel tempo. Lluvia, in una delle puntate della prima stagione, fa vedere come lei abbia cercato di cucire dei Teru teru bozu per cercare di scacciare via la pioggia.

 
   
 
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