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Autore: _Akimi    17/10/2018    1 recensioni
[RinGou - Writober]
"E Rin è ritornato a casa.
Non lo pensa subito, né quando arriva nel primo aeroporto pieno di indimenticabili kanji e ballate J-pop nelle sale d’attesa, né nell’attimo in cui sua madre lo stringe in un soffocante abbraccio appena sceso dal treno.
Si rende conto di essere realmente a casa quando vede lei, sua sorella, Gou.
Non è la stessa - è diversa - o forse sono entrambi ad essere cambiati; non è la bambina che si è lasciato alla spalle, ma guardandola, forse più di quanto gli sia concesso, non è ancora la donna che vuole così tanto sembrare.
La trova in una complicata via di mezzo: un tentativo di essere notata, ma, al contempo, anche un desiderio di nascondersi da un giudizio troppo sarcastico del fratello.
E Rin non bisbiglia parola, la lascia parlare di tutte quelle cose di cui non gli interessa nulla, ma mentre discute non può smettere di osservarla - come se si rendesse conto che sì, è davvero ritornato a casa.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gou Matsuoka, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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One last promise
 


Dicono che allontanarsi da casa sia difficile: vivere in un posto diverso da straniero, imparare una lingua differente e conoscere persone che, per quanto gentili possano essere, seguiranno sempre un ritmo diverso da ciò a cui ci si abitua nella propria patria.
Dicono che allontanarsi da casa sia difficile, sì, è vero, ma pochi raccontano quello che succede dopo, nel momento - più o meno magico - quando si fa ritorno, incontrando i profumi dell’infanzia, i familiari gesti e i volti dei cari che per anni si sono intravisti solo attraverso uno schermo di un PC.

E Rin è ritornato a casa.
Non lo pensa subito, né quando arriva nel primo aeroporto pieno di indimenticabili kanji e ballate J-pop nelle sale d’attesa, né nell’attimo in cui sua madre lo stringe in un soffocante abbraccio appena sceso dal treno.
Si rende conto di essere realmente a casa quando vede lei, sua sorella, Gou.
Non è la stessa - è diversa - o forse sono entrambi ad essere cambiati; non è la bambina che si è lasciato alla spalle, ma guardandola, forse più di quanto gli sia concesso, non è ancora la donna che vuole così tanto sembrare.
La trova in una complicata via di mezzo: un tentativo di essere notata, ma, al contempo, anche un desiderio di nascondersi da un giudizio troppo sarcastico del fratello.

E Rin non bisbiglia parola, la lascia parlare di tutte quelle cose di cui non gli interessa nulla, ma mentre discute non può smettere di osservarla - come se si rendesse conto che sì, è davvero ritornato a casa.

Se ne stanno sdraiati sul letto e provano un po’ di ingenua malinconia perché la camera è rimasta come Rin l’ha lasciata anni fa: ci sono ancora i suoi vecchi costumi da bagno, quaderni delle elementari e Steve - il gatto - che se ne sta appallottolato su dei pigiami ormai logori, incurante che il suo padroncino sia ritornato dalla terra dei canguri.
«Sappi che non mi sei mancato.»
Gou lo mormora con la voce spezzata, ha ancora gli occhi arrossati per aver pianto poco prima - vizio di famiglia -, ma ora sì è moralmente ricomposta e sembra essere ritornata la solita puntigliosa sorellina di sempre.
«Mamma mi diceva il contrario quando stavamo venendo a casa.»
Gonfia ancora le guance quando sa di essere stata scoperta e Rin, come anni prima, la trova buffa nella sua testardaggine; anzi, forse lo è ancora di più perché non è più una bambina e i suoi tentativi per rimanere seria dimostrano solamente la sua indole sentimentale.
«Mamma non capisce mai niente.»
Dovrebbe sembrare un modo innocuo per dire che i figli, alla fine, trovano sempre qualcosa da nascondere ai propri genitori; invece, pur cercando di essere sinceri con la loro madre, il peso di quelle parole fa riaffiorare ricordi che entrambi avevano tentato di dimenticare.
Rin eviterebbe di parlarne appena tornato, o meglio, non ne parlerebbe proprio; si erano ripromessi di chiudere la storia dopo una serie di scabrose video-chiamate, ma Gou inizia a guardarlo in cerca di risposte.
Non sa cosa dirle, se non che è sbagliato superare certi limiti, ma la porta è chiusa a chiave e, sebbene appaia poco minacciosa ai suoi occhi, non sembra intenzionata a lasciare perdere.
Vuole una discussione, un imbarazzante confronto che Rin sperava inutilmente di rimandare a data non definita.

«Avevamo promesso.»
Lo esclama con un’aggressività inaspettata, è un difetto nato oltre mare - quello di cercare di intimorire le persone quando è messo alle strette -, e Gou si offende, ma ormai deve essere troppo abituata ai suoi cambi di umore.
«Sai quante cose ci siamo promessi e alla fine non abbiamo rispettato.»
Ha ragione, si era rifiutato tante volte di giocare con lei nonostante la parola data, aveva infranto accordi per chi dovesse buttare la spazzatura e altri stupidi patti per essere camerieri dell’altro per settimane.
Rin ha conservato tutti i bigliettini che affermavano i non-così-inviolabili giuramenti tra di loro, ma il contesto in cui si trovano ora non riguarda nulla di così sciocco.
Non ci sono carte ufficiali, timbri colorati o adesivi ad accertarlo e, in ogni caso, non servirebbero per capire che alcune faccende è meglio lasciarsele alle spalle, in un passato neanche così lontano.
«Credo che dovresti trovarti un fidanzato, Gou.»
Sa che è un colpo basso, che non è ciò che Gou vuole sentirsi dire, ma ostacolare in qualche modo l’ossessione che li lega è l’unica soluzione che per ora gli balza alla mente.
Potrebbe cacciarla dalla camera, non parlarle, ma è troppo vigliacco per farlo e rischierebbe di esporre il problema alla luce del sole; una parte di lui sarebbe disposto ad accettare la realtà, ma sebbene sia ciò che desiderano entrambi, non è la scelta migliore. Per nessuno dei due.

E Rin sa anche di essere il fratello maggiore, ha delle responsabilità che pesano sulle sue spalle - ci è abituato -, ma non può e non vuole affrontare un potenziale litigio con sua madre.
Cosa potrebbe dirle? Che non si comportano come dovrebbero fare due fratelli?
Questo lo sanno anche loro, nonostante continuino a negarlo.
I segreti non hanno una lunga vita e neppure il loro rapporto dovrebbe, eppure Gou cerca un “ma” per allungare la loro scandalosa sofferenza.
«Io? Perché non tu; anche in Australia ci sono le ragazze.»
Rin ci aveva pensato qualche volta, all’idea di trovare qualcuno, ma il nuoto è sempre stato più importante; il problema è nato esattamente dalla comprensione che sua sorella gli riserva perché si conoscono talmente bene da non dover trovare giustificazioni alle loro scelte.
Gou gli direbbe di non allenarsi troppo, ma al contempo lo spronerebbe a fare del suo meglio; sopporta il suo caratteraccio, le sue cattive decisioni, ma se serve lo critica con sincerità.
Voleva ritornare in Giappone anche per lei, ma ora che è lì, non è più certo di averle reso giustizia.
«È diverso quando sei là.»
In tanti modi che non vorrebbe neppure spiegare; lontano dalla famiglia, in un posto straniero e con un supporto morale che si limita a quarti d’ora di conversazione attraverso uno schermo.
Non poteva certo immaginare che sarebbero arrivati a tanto - oltre alle semplici conversazioni - e la distanza deve aver fatto male alle loro aspettative.
«È stato diverso anche quando tu non eri qui.»
Le parole riecheggiano come una pessima battuta di una mediocre rom-com, Rin vorrebbe ridere apertamente, ma gli occhi di Gou gli suggeriscono di non farlo poiché non è in vena di scherzi.
È seria, crede di non averla mai vista così, e quando si accorge realmente di ciò che ha appena confessato, finisce con il nascondere il viso sotto il cuscino - convinta che sia sufficiente a cacciare l’imbarazzo che ora aleggia tra di loro.

«Un ultimo accordo.»
Rin lo mormora un po’ titubante, le sfiora la schiena e, solo per pochi attimi, ha l’impressione di stare commettendo un grosso sbaglio.
Ne ha già fatti tanti nella vita: cose che ha omesso di dire, verità scomode che avrebbe dovuto trattenere e tanto, tanto risentimento; eppure, con Gou ha ancora la possibilità di commettere errori e ne avrà di tempo per pentirsene.
«Non lo dire a nessuno.»
Le porge il mignolo per ufficializzare il patto, il solo che ora possa valere; ci sarebbero novantanove e più motivi per evitare una relazione con sua sorella, Rin ne è consapevole, ma la singola soluzione che trova è di mantenere il segreto - almeno fin quando gli sarà possibile.
«Nessuno.»
Gou preferisce suggellarlo con un bacio, leggero e fugace, un gesto che nessuno dei due potrà mai dimenticare; uno sfiorarsi a cui bramavano da anni, un principio di un vizio dalla quale difficilmente si allontaneranno.


In futuro, probabilmente, questa sarà l’unica promessa che non infrangeranno.

 
  
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