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Autore: aleale00    17/10/2018    3 recensioni
Rilassati, prendi un respiro, chiudi gli occhi e ti assicuro che non sentirai più nessuna disarmonia...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vicky aveva pianto tutte le lacrime che aveva e non in senso metaforico. Era solo colpa sua questa volta, non poteva incolpare nessun altro, si era illusa che buttare un anello in un burrone potesse far scomparire il passato, non era così facile! Si era illusa che una rockstar aliena potesse davvero risolvere i suoi problemi, invece era solo una pazza disfunzionale incapace di mantenere il controllo, nessuno si meritava una come lei, tantomeno quella creatura meravigliosa che era Matthew.  Questa volta non ne aveva fatto parola nemmeno con la nonna, si vergognava troppo non poteva parlarne con nessuno, non con Sarah la supermodella, che con tutto il bene che le voleva, in cuor suo l’avrebbe compatita e nemmeno con Jack anche se sicuramente sapeva per filo e per segno cos’era successo. Erano tutti bravi quando era ora di dispensare consigli…”dovresti dire, dovresti fare”…ma toccava solo a lei lottare con i mostri nella sua testa che le condizionavano la vita! La sera prima avrebbe preferito morire che lasciarlo da solo sulla spiaggia!

Non ne avrebbe parlato neppure con la sua terapista, che umiliazione! Sicuramente quella donna la considerava il suo più grosso fallimento o un caso irrecuperabile, ore e ore perse a cercare di rimediare, ragionare, vincere paure, guadagnare l’autostima, provare a sentirsi invincibile o solo normale,  e poi…si era lasciata sconfiggere dalla sua testa tra le braccia dell’uomo che più desiderava al mondo! Probabilmente nemmeno Napoleone a Waterloo si sentiva così e lei era stanca di combattere con sé stessa…

Doveva essere una specie di castigo divino  perché Matt, la Rockstar che non deve chiedere mai, con lei aveva avuto davvero una pazienza infinita,  era stato di una dolcezza insospettabile dietro ai riff “arrabbiati” della sua chitarra, e lei aveva fatto di tutto per cercare di rimettersi in gioco.  Aveva passato giorni a chiedersi come le sue ex potessero considerarlo immaturo ed egoista quando  invece era dolce, generoso ed assolutamente speciale anche solo per il mix di  sicurezza dettata dall’età e dalla professione, e di discorsi di un’ ingenuità quasi infantile che esibiva mischiati all’arroganza di un ego decisamente più grande di lui. 

Le lacrime erano scese incontrollate mentre buttava le sue cose  nella valigia pensando a come era riuscita a rovinare tutto, lui non l’aveva chiamata, non le aveva scritto una parola ne la sera prima ne quella mattina…era giusto così! Faceva meno male sapere che era lui che lasciava perdere, che tornava alla sua vita, era logico, normale, accettabile come la logica conclusione di una vacanza …invece la consapevolezza di non essere all’altezza di non saper  gestire la situazione la uccideva!

Non voleva scappare, non voleva deluderlo ne tanto meno ferirlo, eppure non aveva trovato nemmeno il coraggio di dirgli del concerto, come avrebbe potuto aprirgli la sua mente e il suo cuore parlargli delle sue paure delle sue emozioni…

Aveva continuato a piangere silenziosamente per tutto il viaggio col cuore pesante come piombo, crogiolandosi nel ricordo di come era tutto perfetto tra le sue braccia prima che la sua mente impazzisse,  disperandosi perché non c’era modo di recuperare, di rimediare, non poteva chiedere scusa, giustificarsi, promettere che non sarebbe più successo, non importa quanto importante fosse Matt lei non era in grado di garantirgli nulla

Poi aveva tirato fuori il violino dalla custodia e si era affidata all’unico motivo di vita che aveva, la cosa che più amava, “l’unica che non ti tradirà mai” …la sua voce profonda a ricordarglielo  in testa, ”la musica”!

 

-Stasera è nata una stella! – sentenziò con enfasi il direttore d’orchestra abbracciandola affettuosamente

-Grazie signore! – Victoria si sentiva stordita, come uscita da un sogno, se qualcuno le avesse chiesto di raccontare cos’era successo intorno a lei nelle ultime due ore non sarebbe stata in grado di farlo

-Quando ti ho dato la parte confesso di essere stato titubante, ho sempre pensato che sei più brava col pianoforte, sapevo che era una sfida sia per me che per te …ma ho scommesso e ho vinto!.Il pubblico era letteralmente incantato! –

L’autostima di Vicky avrebbe dovuto fare passi da gigante se non ci fosse stata di mezzo la devastante tempesta interiore che le aveva fatto riversare fuori tutte le sue emozioni in modo quasi inconsapevole.

Nel Foyer del teatro a spettacolo  finito una piccola folla di amici e parenti aspettava lei e gli altri musicisti. Aveva cercato di procrastinare il più possibile quel momento, meglio starsene chiusi ad accarezzare il violino,  non era pronta per sorridere e fingersi soddisfatta della serata, prendersi quel briciolo di gloria,  aveva il cuore a pezzi e si sentiva di pietra.

Eppure era uscita fuori ed aveva sorriso, ringraziato, si era fatta abbracciare, sommersa da complimenti e fiori.

C’erano tutti, proprio tutti, i suoi genitori, la nonna, Jacques, amici, colleghi, ex colleghi, forse perché era la prima volta dopo tanto tempo che aveva un concerto così importate e lei stava ancora piangendo e non per l’emozione, come pensavano tutti.

 Sarah l’aveva abbracciata forte, forte piangendo più di lei di lei incurante del’abito da sera e del trucco perfetto

-Vic, sorellina, sono così felice questa sera! – si erano strette come due sorelle  e non appena la bionda l’aveva lasciata andare si era trovata stretta in un altro abbraccio, caldo, morbido e profumato

-In un modo o nell’altro ti assicuro che sarai nel nostro prossimo album, non me ne frega nulla di come la pensa lui!  – l’ accenno di barba bionda e morbida le aveva sfiorato la guancia e lei si era sentita persa nell’abbraccio entusiasta, dolce e sincero del batterista

-Dom ti prego…sai che non è possibile! - aveva sussurrato mentre il cuore si fermava e lo sguardo vagava in cerca di due occhi azzurri , in un misto di panico e speranza

-Vicky sei straordinaria, non lo dico solo per farti un complimento… anche se confesso di aver temuto che la capacità di giudizio di qualcun altro al momento fosse un tantino offuscata- il batterista aveva scherzato allegro come al solito facendole l’occhiolino, Vic era ancora tra le sue braccia

Lei avrebbe voluto chiedergli del suo compagno di band, la sola idea che Matt fosse stato tra il pubblico la terrorizzava a morte, ma non c’era stato il tempo e già la sua maestra di pianoforte la stava rapendo. Dominic semplicemente le aveva  mandato un bacio  mimando con le labbra “Non preoccuparti!” con una strana espressione soddisfatta in viso.  Il cuore le era scappato via, aveva cercato quel viso famigliare tra i presenti con un vuoto allo stomaco, non voleva sperare…invece si era trovata davanti al più grosso mazzo di rose rosse che avesse mai visto in vita sua

-Sapevo che ce l’avresti fatta Vicky, sei sempre stata troppo brava per stare in fila con gli altri…-

Dietro c’era Robert e Victoria era riuscita solo a dire grazie mentre il mazzo di fiori scivolava tra le sue braccia.

-Perdonami, volevo esserci stasera, ho vissuto di persona ogni tuo sforzo ogni tuo successo e ogni tua delusione in questi due anni, non potevo mancare -

Aveva cercato di mascherare la sorpresa, la confusione che provava con un sorriso tirato, non capiva perché il suo ex era di nuovo lì, e l’aveva guardato per la prima volta da mesi solo in quel momento.

Non se lo ricordava così bello, Robert fisicamente non era paragonabile al musicista alieno, magari era in buona fede sul serio, magari preso dal panico in un momento particolare aveva preso una decisione affettata senza pensare, magari aveva avuto tutto il tempo per pentirsene e voleva recuperare seriamente. Lui sapeva esattamente come erano andate le cose, la conosceva bene come nessun altro, se lo avesse reincontrato in un momento diverso, se non fosse stata accecata dal miraggio di Bellamy come avrebbe reagito?

-Vicky scusami per l’altro giorno a casa di tua nonna, quello che sto cercando di dirti è solo che mi farebbe piacere parlare un po’ con te, con calma magari davanti ad una tazza di caffè…-

Robert sembrava disperato e lei aveva buttato il suo anello in mare, avrebbe dovuto sentirsi in colpa?  Non aveva voglia di discutere di nuovo davanti a tutta quella gente, non era ne il luogo ne il momento

-Ci penserò…- aveva sussurrato con un mezzo sorriso mentre i suoi occhi incontravano quelli grigi e pieni di speranza del calciatore, in quel momento non riusciva a pensare a nulla di coerente, figuriamoci valutare se poteva dargli una nuova chance…

Era stata solo una frazione di secondo, il tempo di avvertire una vibrazione senza rendersi conto se era positiva o negativa perché Jacques, che quella sera aveva fatto elegantemente da padrone di casa, le aveva messo una mano sulla spalla, sul viso un’espressione di allarmata disapprovazione

-Vicky scusatemi…ma una persona ti vorrebbe salutare! – occhi grigi fonte corrucciata non aveva fatto nulla per nascondere l’ostilità per Ronson

-Ma certo…ci vediamo presto Vicky – sussurrò  il calciatore facendosi indietro educatamente, Jack non aveva aspettato neppure un secondo, trascinando via l’amica per il gomito

-Che ci fa qui quello???- la rabbia che aveva provato  rivedendolo era difficile da dominare

-Io non ne ho idea! – aveva sussurrato lei confusa

-Tu stai bene? – l’amico si era fermato un attimo a studiarla seriamente preoccupato

-Ma si, si…-.Che poteva succedere di peggio dopo tutto - Chi devo salutare ancora? - aveva chiesto con un sospiro esasperato,cominciava ad essere stanca oltre che frastornata.

La risposta era lì, era bastato alzare gli occhi e seguire la direzione dello sguardo di Jacques, un po’ in disparte appoggiato ad una colonna c’era il principe delle stelle infilato in un elegantissimo abito scuro che lo faceva ancora più minuto.  Si era confusa nell’azzurro, mentre le mancava il fiato e le gambe diventavano di pietra

Jack si era fatto indietro soddisfatto sfilandole il mazzo di rose dalle mani senza che quasi lei se ne rendesse conto. Improvvisamente era rimasta sola in mezzo ad una stanza che era diventata enorme ! Zeus e tutti gli dei dell’Olimpo non l’avebbero salvata stavolta! Sapeva benissimo che Matt non avrebbe lasciato perdere senza una spiegazione al punto in cui erano arrivati, ma almeno sperava di avere il tempo di tornare a Nizza, di elaborare razionalmente le sue motivazioni, in quel momento non era lucida troppa adrenalina, troppa emozione…e lui e i suoi maledetti occhi azzurri lì davanti…

-Ciao..- non sorrideva, era serio, forse un po’ imbarazzato ma serio, l’imbarazzo tra di loro sembrava stesse diventando una fastidiosa costante.

Vicky fece qualche passo col cuore che le usciva dal petto e i piedi che non toccavano terra ancora agganciata agli occhi più azzurri dell’universo, pregando che le gambe la sorreggessero

-Ciao – aveva risposto semplicemente con un filo di voce, forse era passato un secolo o magari solo qualche secondo scandito dal battito furibondo del cuore prima che il cantante si inchinasse brevemente a prenderle una mano portandosela alle labbra

-Non provare mai più a tenermi lontano da te o da quello che ho visto stasera! –  il tono era di rimprovero, duro, determinato, non un briciolo di leggerezza o ironia e lei aveva deglutito a vuoto sentendosi persa, sotterrata improvvisamente oltre che dal senso di colpa da quello di essere assolutamente inadeguata.

Aveva annuito seria senza dire una parola, la mente bianca come un lenzuolo, gli occhioni blu spalancati,  la sola devastante consapevolezza che lui era tra il pubblico mentre lei suonava, che era lì per lei per l’ennesima volta per quanto surreale potesse essere e che probabilmente aveva assorbito tutte le sue emozioni.  Avrebbe dovuto chiedere scusa,spiegargli che non avrebbe mai e poi mai voluto trattarlo così, che ci era stata malissimo… gettargli le  braccia al collo e sentirsi stringere, aveva bisogno di essere rassicurata ,  invece aveva annuito, sorriso leggermente ricacciando indietro il nodo che aveva in gola, allungando una mano verso quella di lui sperando potesse bastare almeno come punto di partenza

-Vieni… se ti va ti presento i miei amici e i miei genitori. –

Era un gesto destabilizzante, c’erano dei momenti in cui Matt non sapeva davvero come comportarsi.

 Il cantante non se l’era passata meglio divorato dal senso di impotenza che provava,  la sicurezza di sé stesso annientata dalle imprevedibili reazioni di lei. Ci aveva pensato tutta la notte, messo a parte l’egoismo non voleva assolutamente farle del male, non voleva mollare sapeva di aver  qualcosa di speciale per le mani, ma aveva paura che andarla a riprendere, presentarsi davanti a lei quella sera non fosse la cosa giusta da fare, in fondo in fondo temeva un rifiuto davanti a tutti per sfiducia verso se stessa o verso di lui. Non aveva nessuna intenzione di perdersi la serata di Victoria, ma poteva starsene tra il pubblico in incognito, far finta di niente e rimandare di qualche giorno quando sarebbero stati tutti più lucidi e meno emozionati.

Invece aveva chiamato Jack e gli aveva detto “Ok io ci sono” divorato com’era dall’urgenza di rivederla e provare a chiarire la situazione

 Aveva afferrato quella mano lunga e sottile che poco  prima aveva ammirato accarezzare il violino e l’aveva seguita ubbidiente, lo stomaco gli si era aggrovigliato, le mani si erano incrociate, strette, fuse, tra sguardi quasi timidi in un gesto che era riuscito a dire molto più di quello che erano riusciti a fare loro a parole, l’istinto di stringersela addosso e cancellare due giorni di pena infinita in un abbraccio.

-Matt...senti…-aveva sussurrato lei con gli occhi lucidi e in gola un milione di parole che non sarebbe mai riuscita a dire, ma non era il momento delle spiegazioni

-Scch….è tutto ok …tranquilla…sono qui!- invece il cantante aveva il dubbio che essere lì in quel momento non bastasse affatto, lo spazio di un sorriso, di uno sguardo infinito che li aveva chiusi per un secondo in quella bolla di sapone  che esclude il mondo intero quando un’energia speciale scorre tra due persone, ed erano di nuovo circondati di gente

-Mamma, papà…lui è Matthew … un amico… musicista….- era sicuro che la maggior parte dei presenti sotto i quarant’anni l’avesse ragionevolmente riconosciuto avendo la decenza di non darlo troppo a vedere

-Per me è un onore essere qui questa sera!  – aveva detto educato ed ossequioso mentre la madre di Victoria lo stava vivisezionando con lo sguardo che era caduto sulle mani ancora incrociate provocandogli un certo imbarazzo, alla donna non era sfuggita sicuramente nemmeno l’emozione dipinta sul viso e nella voce della ragazza.

-Abbiamo organizzato una piccola festa in onore di Victoria, perché non si unisce a noi per cena sono sicuro che a mia figlia farebbe molto piacere-

Il padre di Vicky invece cordiale e benevolo, aveva appena invitato il cantante a rimanere quasi si fosse accorto a prima vista di un legame tra i due

 

-Posso accompagnarla? – Matt prese sottobraccio la nonna di Victoria nel tragitto a piedi dal teatro al ristorante, la ragazza al momento era contesa da parenti ed amici e lui non aveva la minima intenzione di essere invadente, era la sua serata!

-Non deve accontentarsi della compagnia di una vecchia signora quando intorno ci sono così tante belle ragazze ! – aveva ribadito lei

-L’unica ragazza che mi interessa è impegnatissima stasera e la sua compagnia Claire è di gran lunga più piacevole di molte altre …sto solo dicendo quello che penso! – la prevenne lui mentre la donna alzava gli occhi al cielo. Francamente capiva benissimo come sua nipote si fosse fatta incantare da quel ragazzo, anche solo per quei modi di fare così educati, ma  tutta’altro che convenzionali.

-Bella serata vero?! –aveva buttato lì lei con entusiasmo

-Bellissima serata e Victoria ha talento!-

- Non so cosa devo fare con lei! – confessò il cantate a sorpresa dopo un attimo di silenzio

-Pensavo fosse adulto , vaccinato, discretamente famoso  e padre di un bellissimo bambino,  non credo di poterle dare consigli! – gli aveva fatto eco lei sinceramente sorpresa, provocando una risatina imbarazzata

-Il fatto è che…Vic…l’altra sera…mi ha …detto cosa le è successo! Si creata una situazione per cui… credo di averla spaventata…è scappata , non volevo davvero e io… non mi ha raccontato nulla…diciamo che è stata una cosa che le è scappata di bocca perché io… forzare le cose era l’ultima cosa che volevo mi creda! Non farei mai nulla che potesse metterla in difficoltà! –

Matt era arrossito lievemente imbarazzato guardandosi intorno come se qualcun altro potesse sentirlo,la nonna di Vicky lo guardava sorpresa, ancora un punto a favore di quel ragazzo che quando era in crisi aggrovigliava le frasi parlando troppo velocemente.

-Veramente.. lo sapevo già – ammise subito dopo- Jacques mi ha raccontato tutto tempo fa!Ho cercato di fare del mio meglio, ma non basta evidentemente  e ora… non so cosa più devo fare con lei! Mi creda Claire quando le dico che non voglio rinunciarci perché Vic è …la cosa più…più incredibile che mi sia capitata ultimamente, quando sono con lei smetto di pensare a tutto quello che mi sta intorno …e quello che ho visto stasera è straordinario…– Matt abbassò gli occhi senza concludere la frase

La nonna di Vic corrugò la fronte pensierosa  davanti a quel diluvio sconnesso di parole! Avrebbe dovuto immaginarsi che qualcosa non andava, sua nipote era partita alla svelta, senza travolgerla con il turbinio di chiacchiere ansiose e rituali scaramantici  pre concerto.

Matt si era interrotto davanti allo sguardo stupito  dell’anziana signora, la pressione che si sentiva addosso in quel momento era completamente diversa da quella che provava con Kate, ciò non vuol dire che fosse  disposto a prendere le cose alla leggera

-Matthew sweetheart…- tutta quella schiettezza inaspettata l’aveva portata ad usare un tono più confidenziale del dovuto- Uno stupro non si dimentica e non si pedona! Sono sicura che una persona con un cuore che sa scrivere parole così belle saprà trovare un modo! Hai mai considerato l’idea di dirglielo molto chiaramente ? Perdonami se ti parlo come fossi mio figlio! – l’anziana signora era sempre più stupita dall’uomo con gli occhi azzurri che aveva di fronte, per certi versi le faceva quasi tenerezza, non era quello l’atteggiamento che ci si aspetta da una rockstar.

 -Dille quello che provi Matt, come ti senti in questo momento,di cos’hai paura, cosa vorresti …Victoria è solo una ragazza molto fragile che ha paura di sé stessa e dei suoi sentimenti, non dovrei essere io a dirtelo, ma credo tu abbia aperto uno spiraglio  che non si vedeva da tempo…se solo avesse un motivo valido per uscire allo scoperto…-

 Il moro aveva annuito silenzioso, aveva ancora addosso l’energia e l’emozione con cui era stato travolto durante il concerto, sapeva per esperienza personale che a volte la rabbia e la frustrazione possono compiere prodigi agli occhi del pubblico e aprire fenditure grandi come burroni nell’anima dei diretti interessati . Rimandare spiegazioni e discorsi inevitabili a quel punto non era più un’opzione

 

-Vic..tua madre ha invitato Robert a cena- Sarah aveva preso l’amica sottobraccio raggiungendola di corsa

-Cosa??? Stai scherzando spero? – sua madre doveva essere impazzita di colpo. Che avesse sempre avuto un debole per Rob si sapeva ma cosa stava cercando di fare?

-Putroppo no ….- Jack si era unito alla conversazione affiancandole

-Come può pensare di far sedere Bellamy e Robert allo stesso tavolo? – era la cronaca di una morte annunciata, ormai conosceva il musicista abbastanza per sapere che non sarebbe stato facile tenerlo a bada… -Come fa a pensare che io lo voglia qui! -

-Ti ricordo che tua madre non sa di Bellamy! – Jack sembrava quasi ingenuo

-Si sono già incontrati? Matt e Robert voglio dire…– aveva chiesto allarmata

-No… ma Dom l’ha visto e non credo se ne sia stato zitto..- aveva replicato la modella

-Sarah ti prego di a Dom di tenere a freno il suo cantante se necessario …- Vic era preoccupatissima non si prospettava una serata facile per nessuno

 

Invece Matt a cena era stato stranamente tranquillo e discreto, lui e Vic non erano neppure seduti vicino, eppure gli sguardi si erano incrociati di continuo in modo più o meno esplicito con un’emozione difficile da gestire era come se quello che provavano fosse lì, sul tavolo, visibile agli occhi di tutti in modo imbarazzante.

La pressione da reggere per la giovane musicista era quasi insostenibile perché Robert invece non aveva perso occasione per lodarla pubblicamente, e lei infastidita  dalla situazione che le rendeva impossibile reagire era arrossita pregando segretamente che leader dei Muse fosse giudizioso abbastanza da ignorarlo. Dei del cielo perché non aveva la bacchetta magica per far sparire tutta quella gente? Aveva bisogno di tornare sulla spiaggia sotto le stelle solo lei e Matthew Fucking Bellamy a parlare di tutto ciò che la tormentava glielo aveva promesso, avrebbe dovuto farlo all’inizio…

-Quindi il prossimo concerto sarà a Parigi – aveva chiesto un’amica

-A Parigi ho passato uno dei week end più romantici della la mia vita con Vicky! – puntualizzò Rob  con un sorriso nella sua direzione che voleva escludere il resto del mondo

-Era in un’altra vita! – aveva replicato lei asciutta, evitando accuratamente gli occhi di Bellamy.

-Victoria ti sembra il modo di rispondere! – l’aveva ripresa sua madre ottenendo come unico risultato quello di alimentare la sua rabbia

Era la vita dove lei era felice, spensierata, era prima che Robert decidesse di rovinare tutto, perché se lui l’avesse difesa le fosse stato accanto se lei si fosse sentita amata sarebbe stato tutto più facile da sopportare-

-E tu quante volte hai suonato a Parigi Matt? –  Forse il calciatore si sentiva forte del sostegno della madre di Victoria

 Il cantante invece si era pizzicato la punta del naso ridacchiando, l’arroganza di Ronson era incredibile era un po’ che lo osservava mordendosi la lingua per amor di pace,  non aveva nessuna intenzione di farsi trascinare in qualche situazione imbarazzante per lui o per Victoria, non lì e non quella sera, aveva altre cose su cui focalizzarsi.

- Dom tu… ricordi? – cercò sostegno ironicamente

-Francamente no! – il batterista finse di pensarci seriamente sorridendo tra il divertito e il preoccupato, che situazione assurda! Accanto a lui  Sarah  era vicina ad un attacco ansioso

-Credo di aver perso il conto,ma… se proprio non riesci a dormire di notte puoi cercarlo su Musewiki! – fu la risposta di Bellamy, il sorrisino sghembo, lo sguardo affilato ed aggressivo, alzando il calice del rosso nella  direzione del bel calciatore prima di prenderne una generosa sorsata. Non si era scomposto nemmeno per il calcio alle caviglie che gli aveva tirato il suo batterista. L’intero tavolo ridacchiava in una serie di commenti a mezza voce

-Mr Bellamy ho l’impressione che qui la conoscano tutti! – la madre di Victoria lo guardava in modo sempre più curioso, e non solo lei…

-Mamma … per favore…- La ragazza era arrossita violentemente, se Matt aveva deciso di non esporsi lei non voleva sicuramente che qualcuno tanto meno i suoi genitori gli facessero pressione

Lui l’aveva rassicurata col sorriso di chi è perfettamente padrone della situazione

-Oh…suono in una band mediamente famosa…- aveva detto con noncuranza, provocando una serie di risatine un po’ perplesse

-Mr Bellamy … troppo umile..ti facevo un megalomane affetto da manie di protagonismo!- il calciatore ricambiò  il brindisi nella sua direzione- Forse era già ubriaco

La tensione stava salendo, ma ancora una volta il leader dei Muse aveva risposto con ironia disarmante cercando con lo sguardo il sostegno del suo compagno di band

-Non è per me…voglio solo il meglio per la band! -

-La band giusto! Victoria dava lezione alla figlia del bassista della sua band …- Spiegò Robert alla madre della sua ex - Immagino abbiate avuto modo di incontrarvi in quel periodo – aveva insinuato guardando il cantante direttamente negli occhi

La ragazza era letteralmente saltata sulla sedia! Cosa diavolo stava cercando di insinuare stava per rispondere con tutta l’indignazione che la stava rodendo invece al suo posto aveva risposto un Matt calmissimo dallo sguardo tagliente

-Per tua fortuna ho incontrato Victoria solo qualche settimana fa perché ti posso assicurare che ora non saremmo qui a discuterne! Se adesso volete scusarmi… - Quando era troppo era troppo!!!

Si era alzato educato ma deciso senza voltarsi, la reazione di Ronson non gli interessava affatto, lasciando il tavolo nell’imbarazzo totale.

 

Matt non fumava, non aveva mai fumato seriamente, ma in quella situazione aveva bisogno di qualcosa con cui scaricare l’irritazione che gli girava per la pancia, aveva chiesto una sigaretta al portiere aspirando la prima boccata con avidità innaturale … “lurido, schifoso, verme, maiale…” sciorinando una litania di insulti diretti al suo antagonista sussurrati a mezza voce. La sigaretta era durata poco, solo due tiri prima di essere schiacciata con rabbia sotto le eleganti scarpe italiane.

Il tempo di girarsi e Dominic  era lì in piedi dietro di lui, la spalla appoggiata al pilastrino di sostegno della calottina che accompagnava verso l’ingresso del locale, col tempismo perfetto che solo lui poteva avere e il silenzio di chi sa quando è ora di parlare

-Tu lo sai vero perché quel bastardo è ancora vivo? –  il gesto della mano era plateale quanto quelli sul palco e i tic erano completamente fuori controllo, i capelli tutti in piedi, ma il batterista non sembrava minimamente impressionato

-Ma chi pensa di essere quello!!! Lo sai vero che l’unico motivo per cui ho lasciato perdere è perché non volevo mettere in imbarazzo Victoria, non stasera…è la sua serata!!!-

Dom aveva alzato gli occhi al cielo riflettendo sul discutibile concetto di “non mettere in imbarazzo” del suo compagno di band

-Se lo uccidi piangeranno molti più fans di quelli che piangerebbero per te! – aveva sottolineato semi serio beccandosi un’occhiata torva, del resto aveva solo fatto notare che Ronson non era affatto uno sconosciuto nel mondo calcistico

-Come diavolo ha fatto Vic a mettersi con uno così… ti giuro che quando penso che l’avrebbe anche sposato divento pazzo! – il moro si era passato le dita tra i capelli per l’ennesima volta

-A vent’anni tutti commettono errori di valutazione! – Il biondo aveva fatto spallucce, ancora una volta il cantante aveva ammirato le sua logica semplicistica, si compensavano da sempre uno era complicato quanto l’altro era estremamente lineare, almeno nell’approccio generale alle cose.

-Pensi di poterlo sopportare per quel che resta della serata?- aveva chiesto il batterista paziente

-Non ho alternative credo! – Un lungo sospiro aveva lasciato il petto del leader dei Muse mentre si avviavano verso l’interno

 

 

Vichy era davvero esausta aveva salutato e ringraziato tutti ad uno ad uno, in quel finale di serata era il minimo che potesse fare, erano tutti lì per lei, non vedeva l’ora di andarsene pur sapendo che doveva ancora affrontare tutte le sue paure.

 Quando si era ritrovata inaspettatamente tra le braccia del suo ex senza che lui chiedesse il permesso era letteralmente congelata, inorridita da un contatto fisico indesiderato. Come aveva potuto pensare anche solo per un attimo ci fosse qualcosa che si poteva ricucire quando un abbraccio le provocava un disagio così grosso?

Non si era mossa rigida come un palo, si era lasciata abbracciare mentre lui, che oltretutto era visibilmente alticcio le sussurrava in un orecchio

-Grazie Vichy, se solo potessi accompagnarti a casa? Ti prego…– Lei era inorridita, ma Jack nei panni del suo angelo custode ancora una volta l’aveva tolta dall’imbarazzo di dare una risposta

-Vic…abbiamo caricato tutte le tue cose sulla macchina di Matt! – Serio, severo e determinato, il messaggio “stai alla larga” forte e chiaro, fosse stato per lui avrebbe emesso un’ordinanza restrittiva al calciatore nell’avvicinare la sua amica.

Robert aveva annuito a denti stretti lasciandola libera come chi fa fatica ad incassare la sconfitta

 

Qualche passo indietro appoggiato all’auto il musicista alieno aspettava paziente, le labbra ridotte ad una riga invisibile come unica testimonianza di quello che provava.

 Aveva dovuto far ricorso a tutte le tecniche di concentrazione acquisite nel corso degli anni per contenere l’aggressività nei confronti di Ronson e per completare il quadro era appena uscito da un confronto con la madre della sua bella musicista

-Matt, la chiamano tutti così giusto? Matt le do un consiglio, lasci perdere Victoria, non mi fraintenda non ho alcun pregiudizio verso di lei per il…lavoro …che fa o per come vive, ma mia figlia è una ragazza “complicata” . Si fidi di me! –

Il moro aveva strizzato gli occhi, lo mandava in bestia il fatto che la madre di Vichy, la persona che più avrebbe dovuto essere solidale con lei le stesse giocando contro. Gli era sempre più chiaro come la biondina avesse perso completamente la fiducia in sé stessa e nelle sue possibilità emotive o lavorative che fossero.

Aveva annuito serio ed educato

-Io…io credo lei stia sottovalutando sua figlia! Mi creda farò tutto quello che posso per fare in modo che quello che le è successo diventi solo un brutto ricordo… Buonasera Signora e grazie di tutto! – aveva salutato la donna con un cenno del capo travolto da un miscuglio di emozioni contrastanti andando incontro a Vichy

-Scusa se sono venuto con la Mini, il traffico di Londra è un inferno e con questa è molto più facile trovare parcheggio…- Era bastata quell’affermazione fuori luogo in quel momento per farla sorridere mentre si domandava se avrebbe mai finito di stupirsi di quell’uomo.

Lui le aveva aperto la portiera con quei modi che aveva imparato ad apprezzare, Victoria si era sentita sciogliere dentro anche se sapeva benissimo  che stava per affrontare una delle situazioni più difficili della sua vita. Quanto le era mancato quel sorriso un po’ storto luminoso come l’azzurro dei suoi occhi che la faceva sentire l’unica donna sulla faccia della terra! Stava per perderlo ed era disperata, avrebbe voluto rimandare quel momento in eterno…il cuore stava affondando Da lì in poi erano soli e lei gli doveva scuse e spiegazioni che non le avrebbero affatto garantito che ci sarebbe stata un’altra occasione

-Non sembra affatto scomoda! – aveva commentato ridendo cercando di tenere l’atmosfera leggera, ma lui prima di mettere in moto l’aveva scrutata con uno di quegli sguardi con cui Vic era convinta le leggesse nel pensiero, mandandole il cuore in gola

-Tutto bene? Sei stanca? – Ce l’aveva scritto in faccia? Bellamy sembrava seriamente preoccupato per lei dopo tutto quello che gli aveva fatto, le veniva da ridere, aveva annuito.  Probabilmente poteva mettere quella giornata nella top ten delle più difficili di tutti i tempi

Il cantante non aveva smesso di sorridere e si era allungato verso il sedile posteriore

-Una cosa per te! Tutti quei fiori con cui abbiamo riempito il baule appassiscono..-

In mano aveva un pacchettino tubolare avvolto in un foglio di carta dorata sul viso un’aria di mistero, gli brillavano gli occhi in modo indegno!

-Coraggio apri, ti giuro che non esplode! – sembrava impaziente, la biondina invece era sempre più incredula ed imbarazzata

-Io…non so cosa dire…Non dovevi, seriamente…-  Vichy lo aveva scartato con cautela, sotto l’attenta supervisione di lui, il cuore che batteva di nuovo a mille, come poteva non innamorarsi di quell’uomo indifferente a tutte le comuni logiche maschili? Non lo avrebbe mai ammesso ma il regalo più bello era essere lì con lui nonostante tutto. Da un tubo di cartone rigido aveva estratto delicatamente alcuni  fogli ingialliti…

-Stai scherzando spero!!! – Matt avrebbe potuto avere un orgasmo solo per il modo in cui lo stava guardando la biondina  in quel momento… quei due occhioni blu pieni di stupore…

-E’ originale? Sei impazzito??! – era uno spartito di Rachmaninov scritto a mano

-L’ho comprato tempo fa in un mercatino a San Pietroburgo…- non conosceva Victoria a fondo, ma qualcosa nella sua testa gli aveva suggerito che un regalo del genere l’avrebbe impressionata sicuramente più di qualche ninnolo costoso o un enorme mazzo di fiori

-Non posso accettare …varrà una fortuna…- quell’uomo era completamente pazzo ormai lo aveva abbondantemente appurato…

-C’è una condizione…- aveva buttato lì il moro semiserio mentre lei lo guardava interrogativa

-Promettimi che imparerai quel pezzo e lo suonerai solo per me! – Vic aveva scosso il capo sorridendo era “una condizione” che le faceva scorrere i brividi per la schiena solo a pensarci, per non parlare del modo in cui la stava guardando lui…

-Io non suono per te Mr. Bellamy! Lo sai! – provare a tenergli testa in quel momento le sembrava un’impresa titanica, il sorrisetto impertinente che si era stampato in viso con la consapevolezza di chi sa di aver fatto centro era assolutamente irresistibile

-Lo hai fatto…questa sera! – Il  cantante aveva una mano sul cuore e non rideva più

 Il cuore di Victoria invece si era appena fermato, era la conferma di tutte le sue paure, aveva abbassato lo sguardo concentrandosi sullo spartito che aveva in mano incapace  di dire qualcosa di senso compiuto. Matt sapeva per filo e per segno cosa provava lei..ecco perché non lo voleva lì!

-Non avevo idea tu fossi lì ed è presuntuoso da parte tua crederlo, c’erano altre 1000 persone…- lui aveva ridacchiato sornione

-Vic...- la ragazza cercò di rilassarsi mentre il cantante guidava nel traffico lento della notte cullata da una tranquilla musica di sottofondo, non ne sarebbe uscita viva, sapeva che prima o poi avrebbe dovuto affrontare “quell’argomento”, ma era terrorizzata, non importa quante volte poteva aver cercato di costruire un racconto accettabile nella sua mente…

-Perché non mi hai detto nulla di stasera? – era la domanda che gli tormentava il cervello da quando Jacques gliene aveva parlato, quel tenerlo immotivatamente a distanza non aveva nulla a che vedere con le paure della biondina, si sentiva di nuovo in bilico

- Se avessi saputo che eri tra il pubblico non sarei riuscita a spiccicare una nota! – sembrava una spiegazione semplice, un modo scherzoso per dire la verità, ma lo sguardo disorientato del cantante l’aveva mandata nel panico

-STAI SCHERZANDO SPERO! Questa cosa del non suono davanti a te va bene come scherzo…Questo non ha nulla a che fare con….Voglio dire cosa non funziona tra me e te?

“Cosa non funziona tra me e te?” Lei lo guardava con gli occhi sbarrati incapace di processare l’ultima frase

-Come???-

- Vichy tu non ti sei vista lassù stasera! Hai incantato l’intera sala!! Perché pensavi non volessi essere lì a  guardarti?!-

Si era stretta le braccia addosso imbronciata come per difendersi, Il problema era proprio quello, aveva riversato fuori tutte le sue emozioni in ordine sparso, compreso quello che provava per lui ed ora si sentiva smascherata perché sapeva che Matt le aveva colte una per una, mentire o nascondersi era da ipocriti, sostenere una parte sempre più difficile

-Io…io non avrei mai voluto…- no non era la parola giusta – non avrei mai pensato che tu arrivassi fino a qui! – non aveva avuto il coraggio di guardarlo era la cosa più sincera che gli aveva mai detto e nel silenzio attonito nella sua testa rimbombava solo il battito del suo cuore con la paura di perderlo inesorabilmente…

-Perché? – solo un sussurro, ma avrebbe potuto essere un urlo, il cantante aveva bisogno di sapere se era l’ennesimo mettere in dubbio da parte di una donna la sua affidabilità personale, in coscienza sapeva di essersi comportato in modo irreprensibile con Vichy e la cosa lo mandava in bestia

-Dei del Cielo Matt!!! Tu sei completamente fuori di testa!! Io non capisco non capisco davvero…tutto quello che è successo da quando ci siamo incontrati, il fatto che io non riesco a gestire le mie emozioni, quello che è successo sulla spiaggia l’altra sera…cosa diavolo ti passa per la testa??? Perché diavolo pensi che le cose possano cambiare? Perché continui a corrermi dietro…perché diavolo sei venuto qui stasera? – la biondina era esplosa, non riusciva più a reggere ne quell’uomo ne la situazione. – Tu sei MATTHEW FUCKING BELLAMY hai il mondo ai tuoi piedi e continui a perdere il tuo tempo con me! -

 Solo qualche istante di silenzio gelido e poi la frenata brusca l’aveva colta totalmente impreparata, la cintura di sicurezza l’aveva trattenuta dal finire contro il parabrezza.

-SEI IMPAZZITO!!! – il cuore in gola, una mano sul petto, il respiro fuori controllo… se non fosse stata tarda serata qualcuno avrebbe anche potuto tamponarli.

Matt aveva le mani saldamente aggrappate al volante, la fronte appoggiata contro, doveva stare calmo, recuperare il controllo della situazione, quella ragazza riusciva sul serio a fargli perdere la testa. Il mondo ai suoi piedi??? Quanto poco lo conosceva Victoria? Quanto poco sapeva cosa vuol dire vivere come viveva lui diviso tra la fama e la ricerca della più semplice normalità, dei tour devastanti, della necessità di tenere i piedi per terra per non impazzire, del passare dal sentirsi Dio a giocare con un bimbo di quattro anni???

- Mi stai prendendo in giro??? SONO INNAMORATO DI TE! Ti basta come motivazione ? E non fingere di non saperlo… Sono due fottute settimane che non riesco a pensare ad altro, che ho paura di sbagliare tutte le volte che mi avvicino a te! Che impazzisco tutte le volte che ti guardo, tutte le volte che mi sorridi, che mi baci…  Smetti di scappare Vichy,  ti ho vista e sentita lassù questa sera e non saprei ripeterti a parole cos’ho provato io, ma so cosa provavi tu! L’altra sera sulla spiaggia ho perso il controllo perché era tutto stramaledettamente perfetto… il tuo cuore batteva contro il mio…e tu mi chiedi perché sono qui stasera? Pensi avrei potuto lasciarti andare  arrendermi e fare finta di niente solo perché dei bastardi ti hanno fatto del male??? -

 Vic non voleva guardarlo, si era coperta il viso, prima di premersi entrambe le mani al centro del petto per paura che il cuore scappasse via . La parola “innamorato” le era esplosa sui timpani con la violenza di una testata nucleare. Non riusciva a respirare…aveva annuito lentamente

-Io credo… che… che…Potrei preparare una tazza di te caldo..se ti va di venire a casa mia… - era solo un sussurro un filo di voce non erano argomenti di cui potevano parlare in macchina, in mezzo ad una strada, doveva trovare il coraggio, non c’era più tempo e non ci sarebbe stata un’altra possibilità .

 

   
 
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