Vicky aveva pianto tutte le lacrime
che
aveva e non in senso metaforico. Era solo colpa sua questa volta, non
poteva
incolpare nessun altro, si era illusa che buttare un anello in un
burrone
potesse far scomparire il passato, non era così facile! Si
era illusa che una
rockstar aliena potesse davvero risolvere i suoi problemi, invece era
solo una
pazza disfunzionale incapace di mantenere il controllo, nessuno si
meritava una
come lei, tantomeno quella creatura meravigliosa che era Matthew. Questa volta non ne aveva
fatto parola nemmeno
con la nonna, si vergognava troppo non poteva parlarne con nessuno, non
con
Sarah la supermodella, che con tutto il bene che le voleva, in cuor suo
l’avrebbe compatita e nemmeno con Jack anche se sicuramente
sapeva per filo e
per segno cos’era successo. Erano tutti bravi quando era ora
di dispensare
consigli…”dovresti dire, dovresti
fare”…ma toccava solo a lei lottare con i
mostri nella sua testa che le condizionavano la vita! La sera prima
avrebbe
preferito morire che lasciarlo da solo sulla spiaggia!
Non ne avrebbe parlato neppure con
la
sua terapista, che umiliazione! Sicuramente quella donna la considerava
il suo
più grosso fallimento o un caso irrecuperabile, ore e ore
perse a cercare di
rimediare, ragionare, vincere paure, guadagnare l’autostima,
provare a sentirsi
invincibile o solo normale, e
poi…si era
lasciata sconfiggere dalla sua testa tra le braccia dell’uomo
che più
desiderava al mondo! Probabilmente nemmeno Napoleone a Waterloo si
sentiva così
e lei era stanca di combattere con sé stessa…
Doveva essere una specie di castigo
divino perché
Matt, la Rockstar che non
deve chiedere mai, con lei aveva avuto davvero una pazienza infinita, era stato di una dolcezza
insospettabile
dietro ai riff “arrabbiati” della sua chitarra, e
lei aveva fatto di tutto per
cercare di rimettersi in gioco. Aveva
passato giorni a chiedersi come le sue ex potessero considerarlo
immaturo ed
egoista quando invece
era dolce, generoso
ed assolutamente speciale anche solo per il mix di sicurezza
dettata dall’età e dalla
professione, e di discorsi di un’ ingenuità quasi
infantile che esibiva
mischiati all’arroganza di un ego decisamente più
grande di lui.
Le lacrime erano scese
incontrollate
mentre buttava le sue cose nella
valigia
pensando a come era riuscita a rovinare tutto, lui non
l’aveva chiamata, non le
aveva scritto una parola ne la sera prima ne quella
mattina…era giusto così!
Faceva meno male sapere che era lui che lasciava perdere, che tornava
alla sua
vita, era logico, normale, accettabile come la logica conclusione di
una
vacanza …invece la consapevolezza di non essere
all’altezza di non saper gestire
la situazione la uccideva!
Non voleva scappare, non voleva
deluderlo
ne tanto meno ferirlo, eppure non aveva trovato nemmeno il coraggio di
dirgli
del concerto, come avrebbe potuto aprirgli la sua mente e il suo cuore
parlargli delle sue paure delle sue emozioni…
Aveva continuato a piangere
silenziosamente per tutto il viaggio col cuore pesante come piombo,
crogiolandosi nel ricordo di come era tutto perfetto tra le sue braccia
prima
che la sua mente impazzisse, disperandosi
perché non c’era modo di
recuperare, di rimediare, non poteva chiedere scusa, giustificarsi,
promettere
che non sarebbe più successo, non importa quanto importante
fosse Matt lei non
era in grado di garantirgli nulla
Poi aveva tirato fuori il violino
dalla
custodia e si era affidata all’unico motivo di vita che
aveva, la cosa che più
amava, “l’unica che non ti tradirà
mai” …la sua voce profonda a ricordarglielo in testa, ”la
musica”!
-Stasera è nata una
stella! – sentenziò
con enfasi il direttore d’orchestra abbracciandola
affettuosamente
-Grazie signore! –
Victoria si sentiva
stordita, come uscita da un sogno, se qualcuno le avesse chiesto di
raccontare
cos’era successo intorno a lei nelle ultime due ore non
sarebbe stata in grado
di farlo
-Quando ti ho dato la parte
confesso di
essere stato titubante, ho sempre pensato che sei più brava
col pianoforte, sapevo
che era una sfida sia per me che per te …ma ho scommesso e
ho vinto!.Il
pubblico era letteralmente incantato! –
L’autostima di Vicky
avrebbe dovuto fare
passi da gigante se non ci fosse stata di mezzo la devastante tempesta
interiore che le aveva fatto riversare fuori tutte le sue emozioni in
modo
quasi inconsapevole.
Nel Foyer del teatro a spettacolo finito una piccola folla di
amici e parenti
aspettava lei e gli altri musicisti. Aveva cercato di procrastinare il
più
possibile quel momento, meglio starsene chiusi ad accarezzare il
violino, non era
pronta per sorridere e fingersi
soddisfatta della serata, prendersi quel briciolo di gloria, aveva il cuore a pezzi e si
sentiva di pietra.
Eppure era uscita fuori ed aveva
sorriso, ringraziato, si era fatta abbracciare, sommersa da complimenti
e fiori.
C’erano tutti, proprio
tutti, i suoi
genitori, la nonna, Jacques, amici, colleghi, ex colleghi, forse
perché era la
prima volta dopo tanto tempo che aveva un concerto così
importate e lei stava
ancora piangendo e non per l’emozione, come pensavano tutti.
Sarah
l’aveva abbracciata forte, forte
piangendo più di lei di lei incurante del’abito da
sera e del trucco perfetto
-Vic, sorellina, sono
così felice questa
sera! – si erano strette come due sorelle e
non appena la bionda l’aveva lasciata andare
si era trovata stretta in un altro abbraccio, caldo, morbido e profumato
-In un modo o nell’altro
ti assicuro che
sarai nel nostro prossimo album, non me ne frega nulla di come la pensa
lui! –
l’ accenno di barba bionda e morbida le
aveva sfiorato la guancia e lei si era sentita persa
nell’abbraccio entusiasta,
dolce e sincero del batterista
-Dom ti prego…sai che
non è possibile! -
aveva sussurrato mentre il cuore si fermava e lo sguardo vagava in
cerca di due
occhi azzurri , in un misto di panico e speranza
-Vicky sei straordinaria, non lo
dico solo
per farti un complimento… anche se confesso di aver temuto
che la capacità di
giudizio di qualcun altro al momento fosse un tantino offuscata- il
batterista
aveva scherzato allegro come al solito facendole
l’occhiolino, Vic era ancora
tra le sue braccia
Lei avrebbe voluto chiedergli del
suo
compagno di band, la sola idea che Matt fosse stato tra il pubblico la
terrorizzava a morte, ma non c’era stato il tempo e
già la sua maestra di
pianoforte la stava rapendo. Dominic semplicemente le aveva mandato un bacio mimando con le labbra
“Non preoccuparti!” con
una strana espressione soddisfatta in viso. Il
cuore le era scappato via, aveva cercato
quel viso famigliare tra i presenti con un vuoto allo stomaco, non
voleva sperare…invece
si era trovata davanti al più grosso mazzo di rose rosse che
avesse mai visto
in vita sua
-Sapevo che ce l’avresti
fatta Vicky,
sei sempre stata troppo brava per stare in fila con gli
altri…-
Dietro c’era Robert e
Victoria era
riuscita solo a dire grazie mentre il mazzo di fiori scivolava tra le
sue
braccia.
-Perdonami, volevo esserci stasera,
ho
vissuto di persona ogni tuo sforzo ogni tuo successo e ogni tua
delusione in
questi due anni, non potevo mancare -
Aveva cercato di mascherare la
sorpresa,
la confusione che provava con un sorriso tirato, non capiva
perché il suo ex era
di nuovo lì, e l’aveva guardato per la prima volta
da mesi solo in quel
momento.
Non se lo ricordava così
bello, Robert
fisicamente non era paragonabile al musicista alieno, magari era in
buona fede
sul serio, magari preso dal panico in un momento particolare aveva
preso una
decisione affettata senza pensare, magari aveva avuto tutto il tempo
per
pentirsene e voleva recuperare seriamente. Lui sapeva esattamente come
erano
andate le cose, la conosceva bene come nessun altro, se lo avesse
reincontrato
in un momento diverso, se non fosse stata accecata dal miraggio di
Bellamy come
avrebbe reagito?
-Vicky scusami per
l’altro giorno a casa
di tua nonna, quello che sto cercando di dirti è solo che mi
farebbe piacere
parlare un po’ con te, con calma magari davanti ad una tazza
di caffè…-
Robert sembrava disperato e lei
aveva
buttato il suo anello in mare, avrebbe dovuto sentirsi in colpa? Non aveva voglia di
discutere di nuovo davanti
a tutta quella gente, non era ne il luogo ne il momento
-Ci penserò…-
aveva sussurrato con un
mezzo sorriso mentre i suoi occhi incontravano quelli grigi e pieni di
speranza
del calciatore, in quel momento non riusciva a pensare a nulla di
coerente,
figuriamoci valutare se poteva dargli una nuova chance…
Era stata solo una frazione di
secondo,
il tempo di avvertire una vibrazione senza rendersi conto se era
positiva o
negativa perché Jacques, che quella sera aveva fatto
elegantemente da padrone
di casa, le aveva messo una mano sulla spalla, sul viso
un’espressione di
allarmata disapprovazione
-Vicky scusatemi…ma una
persona ti
vorrebbe salutare! – occhi grigi fonte corrucciata non aveva
fatto nulla per
nascondere l’ostilità per Ronson
-Ma certo…ci vediamo
presto Vicky –
sussurrò il
calciatore facendosi
indietro educatamente, Jack non aveva aspettato neppure un secondo,
trascinando
via l’amica per il gomito
-Che ci fa qui quello???- la rabbia
che
aveva provato rivedendolo
era difficile
da dominare
-Io non ne ho idea! –
aveva sussurrato
lei confusa
-Tu stai bene? –
l’amico si era fermato
un attimo a studiarla seriamente preoccupato
-Ma si, si…-.Che poteva
succedere di
peggio dopo tutto - Chi devo salutare ancora? - aveva chiesto con un
sospiro
esasperato,cominciava ad essere stanca oltre che frastornata.
La risposta era lì, era
bastato alzare
gli occhi e seguire la direzione dello sguardo di Jacques, un
po’ in disparte
appoggiato ad una colonna c’era il principe delle stelle
infilato in un
elegantissimo abito scuro che lo faceva ancora più minuto. Si era confusa
nell’azzurro, mentre le mancava
il fiato e le gambe diventavano di pietra
Jack si era fatto indietro
soddisfatto
sfilandole il mazzo di rose dalle mani senza che quasi lei se ne
rendesse
conto. Improvvisamente era rimasta sola in mezzo ad una stanza che era
diventata enorme ! Zeus e tutti gli dei dell’Olimpo non
l’avebbero salvata stavolta!
Sapeva benissimo che Matt non avrebbe lasciato perdere senza una
spiegazione al
punto in cui erano arrivati, ma almeno sperava di avere il tempo di
tornare a
Nizza, di elaborare razionalmente le sue motivazioni, in quel momento
non era
lucida troppa adrenalina, troppa emozione…e lui e i suoi
maledetti occhi
azzurri lì davanti…
-Ciao..- non sorrideva, era serio,
forse
un po’ imbarazzato ma serio, l’imbarazzo tra di
loro sembrava stesse diventando
una fastidiosa costante.
Vicky fece qualche passo col cuore
che
le usciva dal petto e i piedi che non toccavano terra ancora agganciata
agli
occhi più azzurri dell’universo, pregando che le
gambe la sorreggessero
-Ciao – aveva risposto
semplicemente con
un filo di voce, forse era passato un secolo o magari solo qualche
secondo
scandito dal battito furibondo del cuore prima che il cantante si
inchinasse
brevemente a prenderle una mano portandosela alle labbra
-Non provare mai più a
tenermi lontano
da te o da quello che ho visto stasera! – il
tono era di rimprovero, duro, determinato,
non un briciolo di leggerezza o ironia e lei aveva deglutito a vuoto
sentendosi
persa, sotterrata improvvisamente oltre che dal senso di colpa da
quello di
essere assolutamente inadeguata.
Aveva annuito seria senza dire una
parola, la mente bianca come un lenzuolo, gli occhioni blu spalancati, la sola devastante
consapevolezza che lui era
tra il pubblico mentre lei suonava, che era lì per lei per
l’ennesima volta per
quanto surreale potesse essere e che probabilmente aveva assorbito
tutte le sue
emozioni. Avrebbe
dovuto chiedere scusa,spiegargli
che non avrebbe mai e poi mai voluto trattarlo così, che ci
era stata malissimo…
gettargli le braccia
al collo e sentirsi
stringere, aveva bisogno di essere rassicurata , invece
aveva annuito, sorriso leggermente
ricacciando indietro il nodo che aveva in gola, allungando una mano
verso
quella di lui sperando potesse bastare almeno come punto di partenza
-Vieni… se ti va ti
presento i miei
amici e i miei genitori. –
Era un gesto destabilizzante,
c’erano
dei momenti in cui Matt non sapeva davvero come comportarsi.
Il
cantante non se l’era passata meglio divorato dal senso di
impotenza che
provava, la
sicurezza di sé stesso
annientata dalle imprevedibili reazioni di lei. Ci aveva pensato tutta
la notte,
messo a parte l’egoismo non voleva assolutamente farle del
male, non voleva
mollare sapeva di aver qualcosa
di
speciale per le mani, ma aveva paura che andarla a riprendere,
presentarsi davanti
a lei quella sera non fosse la cosa giusta da fare, in fondo in fondo
temeva un
rifiuto davanti a tutti per sfiducia verso se stessa o verso di lui.
Non aveva
nessuna intenzione di perdersi la serata di Victoria, ma poteva
starsene tra il
pubblico in incognito, far finta di niente e rimandare di qualche
giorno quando
sarebbero stati tutti più lucidi e meno emozionati.
Invece aveva chiamato Jack e gli
aveva
detto “Ok io ci sono” divorato com’era
dall’urgenza di rivederla e provare a
chiarire la situazione
Aveva
afferrato quella mano lunga e sottile che poco prima
aveva ammirato accarezzare il violino e
l’aveva seguita ubbidiente, lo stomaco gli si era
aggrovigliato, le mani si
erano incrociate, strette, fuse, tra sguardi quasi timidi in un gesto
che era
riuscito a dire molto più di quello che erano riusciti a
fare loro a parole,
l’istinto di stringersela addosso e cancellare due giorni di
pena infinita in
un abbraccio.
-Matt...senti…-aveva
sussurrato lei con
gli occhi lucidi e in gola un milione di parole che non sarebbe mai
riuscita a
dire, ma non era il momento delle spiegazioni
-Scch….è
tutto ok …tranquilla…sono qui!-
invece il cantante aveva il dubbio che essere lì in quel
momento non bastasse
affatto, lo spazio di un sorriso, di uno sguardo infinito che li aveva
chiusi
per un secondo in quella bolla di sapone che
esclude il mondo intero quando un’energia
speciale scorre tra due persone, ed erano di nuovo circondati di gente
-Mamma,
papà…lui è Matthew … un
amico…
musicista….- era sicuro che la maggior parte dei presenti
sotto i quarant’anni
l’avesse ragionevolmente riconosciuto avendo la decenza di
non darlo troppo a
vedere
-Per me è un onore
essere qui questa
sera! –
aveva detto educato ed
ossequioso mentre la madre di Victoria lo stava vivisezionando con lo
sguardo
che era caduto sulle mani ancora incrociate provocandogli un certo
imbarazzo,
alla donna non era sfuggita sicuramente nemmeno l’emozione
dipinta sul viso e
nella voce della ragazza.
-Abbiamo organizzato una piccola
festa
in onore di Victoria, perché non si unisce a noi per cena
sono sicuro che a mia
figlia farebbe molto piacere-
Il padre di Vicky invece cordiale e
benevolo, aveva appena invitato il cantante a rimanere quasi si fosse
accorto a
prima vista di un legame tra i due
-Posso accompagnarla? –
Matt prese
sottobraccio la nonna di Victoria nel tragitto a piedi dal teatro al
ristorante,
la ragazza al momento era contesa da parenti ed amici e lui non aveva
la minima
intenzione di essere invadente, era la sua serata!
-Non deve accontentarsi della
compagnia
di una vecchia signora quando intorno ci sono così tante
belle ragazze ! –
aveva ribadito lei
-L’unica ragazza che mi
interessa è
impegnatissima stasera e la sua compagnia Claire è di gran
lunga più piacevole
di molte altre …sto solo dicendo quello che penso!
– la prevenne lui mentre la
donna alzava gli occhi al cielo. Francamente capiva benissimo come sua
nipote
si fosse fatta incantare da quel ragazzo, anche solo per quei modi di
fare così
educati, ma tutta’altro
che
convenzionali.
-Bella serata vero?!
–aveva buttato lì
lei con entusiasmo
-Bellissima serata e Victoria ha
talento!-
- Non so cosa devo fare con lei!
–
confessò il cantate a sorpresa dopo un attimo di silenzio
-Pensavo fosse adulto , vaccinato,
discretamente famoso e
padre di un
bellissimo bambino, non
credo di poterle
dare consigli! – gli aveva fatto eco lei sinceramente
sorpresa, provocando una
risatina imbarazzata
-Il fatto è
che…Vic…l’altra sera…mi ha
…detto cosa le è successo! Si creata una
situazione per cui… credo di averla
spaventata…è scappata , non volevo davvero e
io… non mi ha raccontato
nulla…diciamo che è stata una cosa che le
è scappata di bocca perché io… forzare
le cose era l’ultima cosa che volevo mi creda! Non farei mai
nulla che potesse
metterla in difficoltà! –
Matt era arrossito lievemente
imbarazzato guardandosi intorno come se qualcun altro potesse
sentirlo,la nonna
di Vicky lo guardava sorpresa, ancora un punto a favore di quel ragazzo
che
quando era in crisi aggrovigliava le frasi parlando troppo velocemente.
-Veramente.. lo sapevo
già – ammise
subito dopo- Jacques mi ha raccontato tutto tempo fa!Ho cercato di fare
del mio
meglio, ma non basta evidentemente
e
ora… non so cosa più devo fare con lei! Mi creda
Claire quando le dico che non
voglio rinunciarci perché Vic è …la
cosa più…più incredibile che mi sia
capitata ultimamente, quando sono con lei smetto di pensare a tutto
quello che
mi sta intorno …e quello che ho visto stasera è
straordinario…– Matt abbassò
gli occhi senza concludere la frase
La nonna di Vic corrugò
la fronte
pensierosa davanti
a quel diluvio
sconnesso di parole! Avrebbe dovuto immaginarsi che qualcosa non
andava, sua
nipote era partita alla svelta, senza travolgerla con il turbinio di
chiacchiere ansiose e rituali scaramantici pre
concerto.
Matt si era interrotto davanti allo
sguardo stupito dell’anziana
signora, la
pressione che si sentiva addosso in quel momento era completamente
diversa da
quella che provava con Kate, ciò non vuol dire che fosse disposto a prendere le cose
alla leggera
-Matthew sweetheart…-
tutta quella
schiettezza inaspettata l’aveva portata ad usare un tono
più confidenziale del
dovuto- Uno stupro non si dimentica e non si pedona! Sono sicura che
una persona
con un cuore che sa scrivere parole così belle
saprà trovare un modo! Hai mai considerato
l’idea di dirglielo molto chiaramente ? Perdonami se ti parlo
come fossi mio
figlio! – l’anziana signora era sempre
più stupita dall’uomo con gli occhi
azzurri che aveva di fronte, per certi versi le faceva quasi tenerezza,
non era
quello l’atteggiamento che ci si aspetta da una rockstar.
-Dille
quello che provi Matt, come ti senti in questo momento,di
cos’hai paura, cosa
vorresti …Victoria è solo una ragazza molto
fragile che ha paura di sé stessa e
dei suoi sentimenti, non dovrei essere io a dirtelo, ma credo tu abbia
aperto
uno spiraglio che
non si vedeva da
tempo…se solo avesse un motivo valido per uscire allo
scoperto…-
Il
moro aveva annuito silenzioso, aveva ancora
addosso l’energia e l’emozione con cui era stato
travolto durante il concerto,
sapeva per esperienza personale che a volte la rabbia e la frustrazione
possono
compiere prodigi agli occhi del pubblico e aprire fenditure grandi come
burroni
nell’anima dei diretti interessati . Rimandare spiegazioni e
discorsi
inevitabili a quel punto non era più un’opzione
-Vic..tua madre ha invitato Robert
a
cena- Sarah aveva preso l’amica sottobraccio raggiungendola
di corsa
-Cosa??? Stai scherzando spero?
– sua
madre doveva essere impazzita di colpo. Che avesse sempre avuto un
debole per
Rob si sapeva ma cosa stava cercando di fare?
-Putroppo no ….- Jack si
era unito alla
conversazione affiancandole
-Come può pensare di far
sedere Bellamy
e Robert allo stesso tavolo? – era la cronaca di una morte
annunciata, ormai
conosceva il musicista abbastanza per sapere che non sarebbe stato
facile
tenerlo a bada… -Come fa a pensare che io lo voglia qui! -
-Ti ricordo che tua madre non sa di
Bellamy! – Jack sembrava quasi ingenuo
-Si sono già incontrati?
Matt e Robert
voglio dire…– aveva chiesto allarmata
-No… ma Dom
l’ha visto e non credo se ne
sia stato zitto..- aveva replicato la modella
-Sarah ti prego di a Dom di tenere
a
freno il suo cantante se necessario …- Vic era
preoccupatissima non si
prospettava una serata facile per nessuno
Invece Matt a cena era stato
stranamente
tranquillo e discreto, lui e Vic non erano neppure seduti vicino,
eppure gli
sguardi si erano incrociati di continuo in modo più o meno
esplicito con
un’emozione difficile da gestire era come se quello che
provavano fosse lì, sul
tavolo, visibile agli occhi di tutti in modo imbarazzante.
La pressione da reggere per la
giovane musicista
era quasi insostenibile perché Robert invece non aveva perso
occasione per
lodarla pubblicamente, e lei infastidita
dalla situazione che le rendeva impossibile reagire era
arrossita
pregando segretamente che leader dei Muse fosse giudizioso abbastanza
da
ignorarlo. Dei del cielo perché non aveva la bacchetta
magica per far sparire
tutta quella gente? Aveva bisogno di tornare sulla spiaggia sotto le
stelle solo
lei e Matthew Fucking Bellamy a parlare di tutto ciò che la
tormentava glielo
aveva promesso, avrebbe dovuto farlo all’inizio…
-Quindi il prossimo concerto
sarà a
Parigi – aveva chiesto un’amica
-A Parigi ho passato uno dei week
end
più romantici della la mia vita con Vicky! –
puntualizzò Rob con
un sorriso nella sua direzione che voleva
escludere il resto del mondo
-Era in un’altra vita!
– aveva replicato
lei asciutta, evitando accuratamente gli occhi di Bellamy.
-Victoria ti sembra il modo di
rispondere! – l’aveva ripresa sua madre ottenendo
come unico risultato quello
di alimentare la sua rabbia
Era la vita dove lei era felice,
spensierata, era prima che Robert decidesse di rovinare tutto,
perché se lui
l’avesse difesa le fosse stato accanto se lei si fosse
sentita amata sarebbe
stato tutto più facile da sopportare-
-E tu quante volte hai suonato a
Parigi Matt?
– Forse
il calciatore si sentiva forte
del sostegno della madre di Victoria
Il
cantante invece si era pizzicato la punta del naso ridacchiando,
l’arroganza di
Ronson era incredibile era un po’ che lo osservava mordendosi
la lingua per
amor di pace, non
aveva nessuna
intenzione di farsi trascinare in qualche situazione imbarazzante per
lui o per
Victoria, non lì e non quella sera, aveva altre cose su cui
focalizzarsi.
- Dom tu… ricordi?
– cercò sostegno
ironicamente
-Francamente no! – il
batterista finse
di pensarci seriamente sorridendo tra il divertito e il preoccupato,
che
situazione assurda! Accanto a lui Sarah era vicina ad un attacco
ansioso
-Credo di aver perso il
conto,ma… se proprio
non riesci a dormire di notte puoi cercarlo su Musewiki! – fu
la risposta di
Bellamy, il sorrisino sghembo, lo sguardo affilato ed aggressivo,
alzando il
calice del rosso nella direzione
del bel
calciatore prima di prenderne una generosa sorsata. Non si era
scomposto
nemmeno per il calcio alle caviglie che gli aveva tirato il suo
batterista.
L’intero tavolo ridacchiava in una serie di commenti a mezza
voce
-Mr Bellamy ho
l’impressione che qui la
conoscano tutti! – la madre di Victoria lo guardava in modo
sempre più curioso,
e non solo lei…
-Mamma … per
favore…- La ragazza era
arrossita violentemente, se Matt aveva deciso di non esporsi lei non
voleva
sicuramente che qualcuno tanto meno i suoi genitori gli facessero
pressione
Lui l’aveva rassicurata
col sorriso di
chi è perfettamente padrone della situazione
-Oh…suono in una band
mediamente
famosa…- aveva detto con noncuranza, provocando una serie di
risatine un po’
perplesse
-Mr Bellamy … troppo
umile..ti facevo un
megalomane affetto da manie di protagonismo!- il calciatore
ricambiò il
brindisi nella sua direzione- Forse era
già ubriaco
La tensione stava salendo, ma
ancora una
volta il leader dei Muse aveva risposto con ironia disarmante cercando
con lo
sguardo il sostegno del suo compagno di band
-Non è per
me…voglio solo il meglio per
la band! -
-La band giusto! Victoria dava
lezione
alla figlia del bassista della sua band …- Spiegò
Robert alla madre della sua
ex - Immagino abbiate avuto modo di incontrarvi in quel periodo
– aveva
insinuato guardando il cantante direttamente negli occhi
La ragazza era letteralmente
saltata
sulla sedia! Cosa diavolo stava cercando di insinuare stava per
rispondere con
tutta l’indignazione che la stava rodendo invece al suo posto
aveva risposto un
Matt calmissimo dallo sguardo tagliente
-Per tua fortuna ho incontrato
Victoria
solo qualche settimana fa perché ti posso assicurare che ora
non saremmo qui a
discuterne! Se adesso volete scusarmi… - Quando era troppo
era troppo!!!
Si era alzato educato ma deciso
senza
voltarsi, la reazione di Ronson non gli interessava affatto, lasciando
il
tavolo nell’imbarazzo totale.
Matt non fumava, non aveva mai
fumato
seriamente, ma in quella situazione aveva bisogno di qualcosa con cui
scaricare
l’irritazione che gli girava per la pancia, aveva chiesto una
sigaretta al
portiere aspirando la prima boccata con avidità innaturale
… “lurido, schifoso,
verme, maiale…” sciorinando una litania di insulti
diretti al suo antagonista
sussurrati a mezza voce. La sigaretta era durata poco, solo due tiri
prima di
essere schiacciata con rabbia sotto le eleganti scarpe italiane.
Il tempo di girarsi e Dominic era lì in piedi
dietro di lui, la spalla
appoggiata al pilastrino di sostegno della calottina che accompagnava
verso
l’ingresso del locale, col tempismo perfetto che solo lui
poteva avere e il
silenzio di chi sa quando è ora di parlare
-Tu lo sai vero perché
quel bastardo è
ancora vivo? – il
gesto della mano era
plateale quanto quelli sul palco e i tic erano completamente fuori
controllo, i
capelli tutti in piedi, ma il batterista non sembrava minimamente
impressionato
-Ma chi pensa di essere quello!!!
Lo sai
vero che l’unico motivo per cui ho lasciato perdere
è perché non volevo mettere
in imbarazzo Victoria, non stasera…è la sua
serata!!!-
Dom aveva alzato gli occhi al cielo
riflettendo sul discutibile concetto di “non mettere in
imbarazzo” del suo
compagno di band
-Se lo uccidi piangeranno molti
più fans
di quelli che piangerebbero per te! – aveva sottolineato semi
serio beccandosi un’occhiata
torva, del resto aveva solo fatto notare che Ronson non era affatto uno
sconosciuto nel mondo calcistico
-Come diavolo ha fatto Vic a
mettersi
con uno così… ti giuro che quando penso che
l’avrebbe anche sposato divento
pazzo! – il moro si era passato le dita tra i capelli per
l’ennesima volta
-A vent’anni tutti
commettono errori di
valutazione! – Il biondo aveva fatto spallucce, ancora una
volta il cantante
aveva ammirato le sua logica semplicistica, si compensavano da sempre
uno era
complicato quanto l’altro era estremamente lineare, almeno
nell’approccio
generale alle cose.
-Pensi di poterlo sopportare per
quel
che resta della serata?- aveva chiesto il batterista paziente
-Non ho alternative credo!
– Un lungo
sospiro aveva lasciato il petto del leader dei Muse mentre si avviavano
verso
l’interno
Vichy era davvero esausta aveva
salutato
e ringraziato tutti ad uno ad uno, in quel finale di serata era il
minimo che
potesse fare, erano tutti lì per lei, non vedeva
l’ora di andarsene pur sapendo
che doveva ancora affrontare tutte le sue paure.
Quando
si era ritrovata inaspettatamente tra le braccia del suo ex senza che
lui
chiedesse il permesso era letteralmente congelata, inorridita da un
contatto
fisico indesiderato. Come aveva potuto pensare anche solo per un attimo
ci
fosse qualcosa che si poteva ricucire quando un abbraccio le provocava
un
disagio così grosso?
Non si era mossa rigida come un
palo, si
era lasciata abbracciare mentre lui, che oltretutto era visibilmente
alticcio
le sussurrava in un orecchio
-Grazie Vichy, se solo potessi
accompagnarti a casa? Ti prego…– Lei era
inorridita, ma Jack nei panni del suo
angelo custode ancora una volta l’aveva tolta
dall’imbarazzo di dare una
risposta
-Vic…abbiamo caricato
tutte le tue cose
sulla macchina di Matt! – Serio, severo e determinato, il
messaggio “stai alla
larga” forte e chiaro, fosse stato per lui avrebbe emesso
un’ordinanza
restrittiva al calciatore nell’avvicinare la sua amica.
Robert aveva annuito a denti
stretti
lasciandola libera come chi fa fatica ad incassare la sconfitta
Qualche passo indietro appoggiato
all’auto il musicista alieno aspettava paziente, le labbra
ridotte ad una riga
invisibile come unica testimonianza di quello che provava.
Aveva
dovuto far ricorso a tutte le tecniche di concentrazione acquisite nel
corso
degli anni per contenere l’aggressività nei
confronti di Ronson e per
completare il quadro era appena uscito da un confronto con la madre
della sua
bella musicista
-Matt, la chiamano tutti
così giusto?
Matt le do un consiglio, lasci perdere Victoria, non mi fraintenda non
ho alcun
pregiudizio verso di lei per il…lavoro …che fa o
per come vive, ma mia figlia è
una ragazza “complicata” . Si fidi di me!
–
Il moro aveva strizzato gli occhi,
lo
mandava in bestia il fatto che la madre di Vichy, la persona che
più avrebbe
dovuto essere solidale con lei le stesse giocando contro. Gli era
sempre più
chiaro come la biondina avesse perso completamente la fiducia in
sé stessa e
nelle sue possibilità emotive o lavorative che fossero.
Aveva annuito serio ed educato
-Io…io credo lei stia
sottovalutando sua
figlia! Mi creda farò tutto quello che posso per fare in
modo che quello che le
è successo diventi solo un brutto ricordo…
Buonasera Signora e grazie di tutto!
– aveva salutato la donna con un cenno del capo travolto da
un miscuglio di
emozioni contrastanti andando incontro a Vichy
-Scusa se sono venuto con la Mini,
il
traffico di Londra è un inferno e con questa è
molto più facile trovare
parcheggio…- Era bastata quell’affermazione fuori
luogo in quel momento per
farla sorridere mentre si domandava se avrebbe mai finito di stupirsi
di
quell’uomo.
Lui le aveva aperto la portiera con
quei
modi che aveva imparato ad apprezzare, Victoria si era sentita
sciogliere
dentro anche se sapeva benissimo che
stava per affrontare una delle situazioni più difficili
della sua vita. Quanto
le era mancato quel sorriso un po’ storto luminoso come
l’azzurro dei suoi
occhi che la faceva sentire l’unica donna sulla faccia della
terra! Stava per
perderlo ed era disperata, avrebbe voluto rimandare quel momento in
eterno…il
cuore stava affondando Da lì in poi erano soli e lei gli
doveva scuse e
spiegazioni che non le avrebbero affatto garantito che ci sarebbe stata
un’altra occasione
-Non sembra affatto scomoda!
– aveva
commentato ridendo cercando di tenere l’atmosfera leggera, ma
lui prima di
mettere in moto l’aveva scrutata con uno di quegli sguardi
con cui Vic era
convinta le leggesse nel pensiero, mandandole il cuore in gola
-Tutto bene? Sei stanca?
– Ce l’aveva
scritto in faccia? Bellamy sembrava seriamente preoccupato per lei dopo
tutto quello
che gli aveva fatto, le veniva da ridere, aveva annuito. Probabilmente poteva mettere
quella giornata
nella top ten delle più difficili di tutti i tempi
Il cantante non aveva smesso di
sorridere e si era allungato verso il sedile posteriore
-Una cosa per te! Tutti quei fiori
con
cui abbiamo riempito il baule appassiscono..-
In mano aveva un pacchettino
tubolare
avvolto in un foglio di carta dorata sul viso un’aria di
mistero, gli
brillavano gli occhi in modo indegno!
-Coraggio apri, ti giuro che non
esplode! – sembrava impaziente, la biondina invece era sempre
più incredula ed
imbarazzata
-Io…non so cosa
dire…Non dovevi,
seriamente…- Vichy
lo aveva scartato con
cautela, sotto l’attenta supervisione di lui, il cuore che
batteva di nuovo a
mille, come poteva non innamorarsi di quell’uomo indifferente
a tutte le comuni
logiche maschili? Non lo avrebbe mai ammesso ma il regalo
più bello era essere
lì con lui nonostante tutto. Da un tubo di cartone rigido
aveva estratto
delicatamente alcuni fogli
ingialliti…
-Stai scherzando spero!!!
– Matt avrebbe
potuto avere un orgasmo solo per il modo in cui lo stava guardando la
biondina in quel
momento… quei due occhioni blu pieni
di stupore…
-E’ originale? Sei
impazzito??! – era
uno spartito di Rachmaninov scritto a mano
-L’ho comprato tempo fa
in un mercatino
a San Pietroburgo…- non conosceva Victoria a fondo, ma
qualcosa nella sua testa
gli aveva suggerito che un regalo del genere l’avrebbe
impressionata
sicuramente più di qualche ninnolo costoso o un enorme mazzo
di fiori
-Non posso accettare
…varrà una
fortuna…- quell’uomo era completamente pazzo ormai
lo aveva abbondantemente
appurato…
-C’è una
condizione…- aveva buttato lì
il moro semiserio mentre lei lo guardava interrogativa
-Promettimi che imparerai quel
pezzo e
lo suonerai solo per me! – Vic aveva scosso il capo
sorridendo era “una
condizione” che le faceva scorrere i brividi per la schiena
solo a pensarci,
per non parlare del modo in cui la stava guardando lui…
-Io non suono per te Mr. Bellamy!
Lo sai!
– provare a tenergli testa in quel momento le sembrava
un’impresa titanica, il
sorrisetto impertinente che si era stampato in viso con la
consapevolezza di
chi sa di aver fatto centro era assolutamente irresistibile
-Lo hai fatto…questa
sera! – Il cantante
aveva una mano sul cuore e non
rideva più
Il
cuore di Victoria invece si era appena fermato, era la conferma di
tutte le sue
paure, aveva abbassato lo sguardo concentrandosi sullo spartito che
aveva in
mano incapace di
dire qualcosa di senso
compiuto. Matt sapeva per filo e per segno cosa provava lei..ecco
perché non lo
voleva lì!
-Non avevo idea tu fossi
lì ed è
presuntuoso da parte tua crederlo, c’erano altre 1000
persone…- lui aveva
ridacchiato sornione
-Vic...- la ragazza
cercò di rilassarsi
mentre il cantante guidava nel traffico lento della notte cullata da
una
tranquilla musica di sottofondo, non ne sarebbe uscita viva, sapeva che
prima o
poi avrebbe dovuto affrontare
“quell’argomento”, ma era terrorizzata,
non
importa quante volte poteva aver cercato di costruire un racconto
accettabile
nella sua mente…
-Perché non mi hai detto
nulla di
stasera? – era la domanda che gli tormentava il cervello da
quando Jacques
gliene aveva parlato, quel tenerlo immotivatamente a distanza non aveva
nulla a
che vedere con le paure della biondina, si sentiva di nuovo in bilico
- Se avessi saputo che eri tra il
pubblico non sarei riuscita a spiccicare una nota! – sembrava
una spiegazione
semplice, un modo scherzoso per dire la verità, ma lo
sguardo disorientato del
cantante l’aveva mandata nel panico
-STAI SCHERZANDO SPERO! Questa cosa
del
non suono davanti a te va bene come scherzo…Questo non ha
nulla a che fare con….Voglio
dire cosa non funziona tra me e te?
“Cosa non funziona tra me
e te?” Lei lo
guardava con gli occhi sbarrati incapace di processare
l’ultima frase
-Come???-
- Vichy tu non ti sei vista
lassù
stasera! Hai incantato l’intera sala!! Perché
pensavi non volessi essere lì
a guardarti?!-
Si era stretta le braccia addosso
imbronciata
come per difendersi, Il problema era proprio quello, aveva riversato
fuori
tutte le sue emozioni in ordine sparso, compreso quello che provava per
lui ed
ora si sentiva smascherata perché sapeva che Matt le aveva
colte una per una,
mentire o nascondersi era da ipocriti, sostenere una parte sempre
più difficile
-Io…io non avrei mai
voluto…- no non era
la parola giusta – non avrei mai pensato che tu arrivassi
fino a qui! – non
aveva avuto il coraggio di guardarlo era la cosa più sincera
che gli aveva mai
detto e nel silenzio attonito nella sua testa rimbombava solo il
battito del
suo cuore con la paura di perderlo inesorabilmente…
-Perché? –
solo un sussurro, ma avrebbe
potuto essere un urlo, il cantante aveva bisogno di sapere se era
l’ennesimo
mettere in dubbio da parte di una donna la sua affidabilità
personale, in
coscienza sapeva di essersi comportato in modo irreprensibile con Vichy
e la
cosa lo mandava in bestia
-Dei del Cielo Matt!!! Tu sei
completamente fuori di testa!! Io non capisco non capisco
davvero…tutto quello
che è successo da quando ci siamo incontrati, il fatto che
io non riesco a
gestire le mie emozioni, quello che è successo sulla
spiaggia l’altra sera…cosa
diavolo ti passa per la testa??? Perché diavolo pensi che le
cose possano
cambiare? Perché continui a corrermi
dietro…perché diavolo sei venuto qui
stasera? – la biondina era esplosa, non riusciva
più a reggere ne quell’uomo ne
la situazione. – Tu sei MATTHEW FUCKING BELLAMY hai il mondo
ai tuoi piedi e
continui a perdere il tuo tempo con me! -
Solo
qualche istante di silenzio gelido e poi la frenata brusca
l’aveva colta
totalmente impreparata, la cintura di sicurezza l’aveva
trattenuta dal finire
contro il parabrezza.
-SEI IMPAZZITO!!! – il
cuore in gola,
una mano sul petto, il respiro fuori controllo… se non fosse
stata tarda serata
qualcuno avrebbe anche potuto tamponarli.
Matt aveva le mani saldamente
aggrappate
al volante, la fronte appoggiata contro, doveva stare calmo, recuperare
il
controllo della situazione, quella ragazza riusciva sul serio a fargli
perdere
la testa. Il mondo ai suoi piedi??? Quanto poco lo conosceva Victoria?
Quanto
poco sapeva cosa vuol dire vivere come viveva lui diviso tra la fama e
la
ricerca della più semplice normalità, dei tour
devastanti, della necessità di
tenere i piedi per terra per non impazzire, del passare dal sentirsi
Dio a
giocare con un bimbo di quattro anni???
- Mi stai prendendo in giro??? SONO
INNAMORATO DI TE! Ti basta come motivazione ? E non fingere di non
saperlo… Sono
due fottute settimane che non riesco a pensare ad altro, che ho paura
di sbagliare
tutte le volte che mi avvicino a te! Che impazzisco tutte le volte che
ti
guardo, tutte le volte che mi sorridi, che mi baci… Smetti di scappare Vichy, ti ho vista e sentita
lassù questa sera e non
saprei ripeterti a parole cos’ho provato io, ma so cosa
provavi tu! L’altra
sera sulla spiaggia ho perso il controllo perché era tutto
stramaledettamente
perfetto… il tuo cuore batteva contro il mio…e tu
mi chiedi perché sono qui
stasera? Pensi avrei potuto lasciarti andare arrendermi
e fare finta di niente solo perché
dei bastardi ti hanno fatto del male??? -
Vic
non voleva guardarlo, si era coperta il viso, prima di premersi
entrambe le
mani al centro del petto per paura che il cuore scappasse via . La
parola
“innamorato” le era esplosa sui timpani con la
violenza di una testata
nucleare. Non riusciva a respirare…aveva annuito lentamente
-Io credo…
che… che…Potrei preparare una
tazza di te caldo..se ti va di venire a casa mia… - era solo
un sussurro un
filo di voce non erano argomenti di cui potevano parlare in macchina,
in mezzo
ad una strada, doveva trovare il coraggio, non c’era
più tempo e non ci sarebbe
stata un’altra possibilità .