Titolo:
Dipingerà per gli angeli
Prompt:
46. Se le cose fossero andate diversamente
Numero
parole:
458
Nota:
Sono tornata a infierire, sì. Tuttavia capitemi, come potevo affrontare
un’iniziativa angst senza pensare allo sfiga-personaggio più triste (secondo me)
di tutto Utapri?
Così
ho ripreso l’idea di Haruki pittore, che avevo già usato, immaginato una nuova
situazione AU che però fosse parallela a quella canon. Quindi abbiamo non solo
la sua morte per incidente stradale, ma anche Ryuuya pieno di sensi di colpa e
Ringo che piange.
Scusatemi
davvero ç_ç spero vi piaccia ugualmente!
Se
le cose fossero andate diversamente, Haruki sarebbe ancora lì insieme a loro, a
ridere, a scherzare, a vivere e a dipingere quadri suggestivi come solo
lui sapeva fare.
Dimenticare
un portafortuna prima di un importante colloquio di lavoro nella metropoli era
stata la cosa peggiore che Ryuuya potesse fare, proprio lui che solitamente
aveva tutto sotto controllo, testa e cuore.
Immediatamente,
il pittore, nonché suo amico d’infanzia, si era offerto con spontanea generosità
di risolvere questa sua mancanza e di andare di corsa a
recuperarlo.
“Non
ti preoccupare”, aveva affermato in tutta calma Haruki, “tieniti pronto
perché voglio vedere il mio amico assunto e voglio festeggiare insieme a voi, a
te e a Ringo-kun”.
E
per essere pronto il giovane uomo era pronto, con il suo abito formale, le
scarpe tirate a lucido, la camicia ben inamidata, la cravatta annodata
perfettamente e i capelli arancioni modellati col gel.
Se
solo l’avesse fermato... gli sarebbe bastato replicare che no, non gli serviva
la fortuna, che si accontentava della sua incoraggiante e serena presenza fuori
dalla porta dell’agenzia in cui puntava a essere assunto.
Ryuuya
non avrebbe mai potuto prevedere cosa sarebbe accaduto di lì a poco, soltanto
che al sopraggiungere della notizia lui voleva solamente scomparire,
sprofondare, struggersi. Aveva recepito con crescente orrore e incredulità le
seguenti parole: uomo pregiudicato, ubriaco alla guida, incidente d’auto, corsa
folle all’ospedale, tutto inutile per Haruki Mori, il suo cuore non ha
retto.
Il
cuore di Ryuuya, invece, aveva perso molti battiti, l’ambiente si era come
congelato: nessuno avrebbe potuto capire il suo dolore profondo, nessuno sarebbe
riuscito a vedere il pesante macigno chiamato senso di colpa sovrastarlo. Anche
le lacrime di sincera disperazione di Ringo, anche quelle erano tutta colpa sua.
Non si era mai sentito così fragile e sconfitto, Ryuuya, nemmeno negli sport che
aveva praticato durante l’adolescenza. Il colloquio di lavoro venne,
giustamente, rinviato.
Se
le cose fossero andate diversamente, Ryuuya e Ringo avrebbero continuato a
inseguire il sogno di Haruki di vedere i suoi originali, bellissimi e
sentimentali quadri esposti in una grande mostra, nonché di esibire anche i
ritratti dedicati a loro, ai suoi due amici di sempre. Tuttavia, senza di lui,
ammirare l’arte non avrebbe più avuto lo stesso significato. Tutto ciò che
potevano fare, dopo aver superato il periodo di forte depressione e nero
sconforto, era di continuare a vivere con la sua memoria, senza mai
dimenticarlo, facendo tesoro dei ricordi condivisi e della passione genuina che
Haruki metteva in ogni cosa che lo riguardava.
E
consolarsi pensando che il pittore avrebbe occupato sempre un posto speciale nei
loro cuori, mentre in cielo usava la sua tavolozza piena di colori per gli
angeli sorridendo serenamente e riferendo lodevoli parole riguardo ai suoi amici
tanto cari.
{Partecipa all’iniziativa
«4 DAYS - t e m a:
angst&noir - II° Edizione» indetta da Torre di
Carta}