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Autore: LoneFox    18/10/2018    2 recensioni
"Per fortuna era abituato a camminare in casa al buio, anche perché ormai metà delle luci non si accendeva più."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fermo davanti la porta esitava.

Senza un particolare motivo, semplicemente non aveva voglia di entrare.

Ma era tardi e aveva sonno, si decise e ripesco le chiavi dalla tasca dei pantaloni.

Accese la luce ancor prima di chiudere la porta e, subito, quella cominciò a sfrigolare, accendendosi e spegnendosi per qualche secondo. Poi un secco pop e andata, si spense, fulminata.

Giornata nera, pensò, sospirando.

Per fortuna era abituato a camminare in casa al buio, anche perché ormai metà delle luci non si accendeva più. Posò, quindi, senza problemi la valigetta sul mobile all’ingresso, proseguendo spedito lungo il corridoio e passando dritto davanti il salone e la stanza degli ospiti, anche lì non c’era più luce, dirigendosi alla penultima stanza.

Lì, appena sfiorato l’interruttore, un bagliore, come un lampo, rischiarò la biblioteca, accecandolo momentaneamente e strappando via all’oscurità scaffali e scaffali di libri. Libri già letti, libri da leggere, e libri che forse non avrebbe mai letto. Non a loro, però, era diretto il suo sguardo.

Mentre avanzava, verso il fondo della sala, verso una teca impolverata simile agli altri scaffali, mise la mano nella tasca interna della giacca estraendone una foto.

 Le diede un ultimo sguardo veloce e ve la posò, di fianco ad altre cento o forse mille tra foto e album. Allentò un poco il nodo della cravatta fissandola e poi girandosi per andarsene, giunto sull’uscio della porta, però, non riuscì a non guardare indietro, cercando da lontano l’ultima tra le tante.

Un attimo di esitazione prima di spegnere nuovamente la luce.

Buio.

La situazione in camera da letto era decisamente diversa dal resto della casa, preferiva l’oscurità lì, dove il disordine regnava sovrano. Facendosi strada tra i montoni di vestiti buttati sul pavimento si tolse le scarpe, lanciandole al volo verso la scarpiera. Nello spogliarsi fissava il comodino. Il carillon che vi era sopra, con la sua flebile luce scarlatta, era l’unica fonte di illuminazione in quel momento.

Ne aveva passate tante quel carillon. Era un po' ammaccato da un lato, aveva qualche crepa e in un punto si era perfino spaccato, ma la sua musica… Ah la sua musica rimaneva sempre meravigliosa.

Cercò di ricordarne la melodia, mentre si sistemava sul letto.

Peccato non la sentisse più da tanto tempo.

Il sonno cominciava a calare sui suoi occhi.

 Da quanto non suonava più?

 Tanto tempo.

Eppure continuava a tenerlo acceso.

E se anche lì la lampadina si fosse fulminata? Avrebbe smesso di suonare probabilmente… Forse era meglio spegnerla, proteggerla.

Spegnere tutto.

Preservarla.

Si, spegnere tutto.

Spegnere tutto.

   
 
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