Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: jinkoria    18/10/2018    2 recensioni
[JotaKak Week prompt: Art | canonverse!what if?]
«Perché mi hai chiesto di posare?».
«Perché credo tu sia davvero bello, Jotaro-kun».
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jotaro Kujo, Noriaki Kakyoin
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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We’ll Be Together in this Shaking Paradise




#Day 1.
 Art



 



Io so che i picche sono le spade di un soldato
so che i fiori sono armi da guerra
so che i quadri significano denaro in questa arte
ma questa non è la forma del mio cuore

 

 

 

La camera di Noriaki aveva un che di confortevole, considerò.
Il leggero verde pastello delle pareti abbracciava l’ambiente circostante, reso caldo e luminoso dall’ampia vetrata, parallela all’ingresso, e occupato equamente da libri e videogiochi; respirando a fondo, Jotaro sentì un soffuso profumo di ciliegia. Si chiese, nel constatare l’assenza di candele aromatiche, se non provenisse da Kakyoin stesso.
Non si era mai nascosto ai propri pensieri, più che consapevole di aver notato svariate volte, nei mesi passati, quanto Noriaki riuscisse a essere fascinoso in quel suo intrigante repertorio di espressioni; lo sguardo ingentilito di Kakyoin equivaleva alle parole di un libro che Jotaro sentiva aver letto a malapena sino alla fine dell’introduzione.
Lo pensò anche allora, mentre lo osservava in silenzio intanto che l’altro, sedutogli di fronte, stava nascosto dietro un cavalletto per pittura, alternando l’attenzione dalla tela al portatore di Star Platinum.
Da quanto dipingeva?
Se il compagno si fosse accorto della sfumatura scrutatrice riflessa nei suoi occhi, non lo diede a vedere. Inoltre la visione del suo volto gli era limitata dalla tela stessa, celandone la parte inferiore.
«Perché mi hai chiesto di posare?».
Non vi era traccia di biasimo o fastidio nelle parole di Jotaro, solo una genuina curiosità che lo aveva punzecchiato da quando, al telefono, si era ritrovato soggetto di quella proposta – alla quale non aveva riservato esitazione nel dire di sì, tolto un brevissimo cenno smarrito poiché preso alla sprovvista.
Le dita di Kakyoin, leggere ma decise attorno al pennello, si contrassero per un istante, colte di sorpresa dall’improvvisa voce profonda del suo ospite.
Lasciò al silenzio qualche attimo frattanto che riponeva il pennello nella cassetta portacolori.
«Perché credo tu sia davvero bello, Jotaro-kun» rispose poi Noriaki, il tono ammorbidito da quella blandizia; il suo nome sfumò in uno sbuffo e Kujo immaginò stesse sorridendo della propria reazione – gli occhi solitamente impassibili si allargarono appena alla lusinga inaspettata. Un cambiamento quasi impercettibile ma evidente a sufficienza per chi, come Kakyoin, ne conosceva a menadito le espressioni. «E, beh, non potevo certo chiederlo a Polnareff in Francia» aggiunse, una risata a colorare le parole.
Quel divertimento durò poco, tuttavia, sostituito da un dispiacere che Jotaro, per qualche motivo, detestò riconoscere nel discorso di Kakyoin.
«Ti avevo già ritratto, quando ci siamo conosciuti. Solo...» esitò, chinando lievemente il capo, a fissare le tempere. «Non proprio per diletto. Non volevo che l’unica occasione in cui ti avessi dedicato un dipinto fosse riconducibile a un momento così… spiacevole, mentre non ero in me» concluse con rammarico, poi si volse all’orologio da parete. «Devi prendere tua madre, vero? Mi dispiace averti tenuto occupato, puoi-».
«Ho ancora un’ora» lo interruppe l’altro, quasi impertinente. «Ti basta?».
Gliene avrebbe concesse altre, di ore, se fosse servito, gradualmente, a estirpare quell’immeritato senso di colpa e qualsiasi reminiscenza dell’Egitto dai suoi pensieri.
Restituendo il giusto valore all’arte di Kakyoin.
Noriaki sbatté le palpebre, stupito dalla prontezza di quella replica. Dopodiché sorrise, mesto ma grato, e impugnò il pennello.
«Ho quasi finito».






 


Bonsoir! 
Prima o poi sarebbe toccato anche a me, questo approdo nel magiuico mondo Jojoesco *si sfrega le mani*.
Il titolo è un mix: We’ll Be Together è il titolo di una canzone di Sting, canonicamente l’artista preferito di Kakyoin, mentre Shaking Paradise viene da Shake it Paradise, il primo album di Toshinobu Kubota, l’artista altrettanto canonicamente preferito di Jotaro. Wikia docet, facciamo che ci fidiamo. L’ho modificato in questo modo perché la JotaKak, tra alti e bassi, sta proprio in questo paradiso traballante: stanno bene, insieme, ma hanno dei trascorsi pressoché impossibili da rimuovere (esclusa la morte di Kakyoin, da qui il what if: se fosse sopravvissuto). Mi sembrava carino unire le due cose, visto che sono entrambi protagonisti a parimerito. ^^
La canzone citata all’inizio è Shape of My Heart, sempre di Sting, essenzialmente perché la flashfic si snoda dal punto di vista di Jotaro ma proprio osservando Kakyoin, a cui è rivolta.
La dedico a 
Kyuukai, grazie alla quale sono venuta a conoscenza della JotaKak week (e non solo) 
♡ e ringrazio come sempre di cuore Elisa per il suo preziosissimo e immancabile parere. 
Della settimana dedicata seguirò solo i prompt, gli aggiornamenti saranno più disparati (anche perché già sarei in immenso ritardo, altrimenti). 
Spero la raccolta possa piacervi ed esservi di compagnia! 

Un bacio~


 
   
 
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