Serie TV > Prison Break
Segui la storia  |       
Autore: MackenziePhoenix94    20/10/2018    1 recensioni
"L'uomo che voleva divertirsi con me giace a terra con un profondo taglio alla gola. In piedi, davanti al suo corpo, c'è un altro detenuto che stringe nella mano destra un punteruolo affilato: ha il fiato ansante e la maglietta bianca che indossa è sporca di sangue.
E' T-Bag".
Tutto quello che Nicole Baker vuole, è ricominciare una nuova vita lontano dal luogo in cui è cresciuta, e sembra essere sulla strada giusta quando viene assunta come dottoressa a Fox River: un carcere maschile di massima sicurezza a Joliet, nell'Illinois.
Nicole non sa nulla del mondo che si snoda dietro le sbarre di una cella ma, come le raccomanda il direttore Henry Pope, tutto ciò che deve conoscere è racchiuso in una semplice regola: mai innamorarsi di un detenuto.
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, T-Bag, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una persona può percorrere quanta strada vuole nella propria vita, ma arriverà sempre il momento in cui farà ritorno nel luogo in cui è nata e cresciuta; è una legge della natura non scritta, con cui tutti noi prima o poi dobbiamo fare i conti.

Dopo aver parcheggiato scendo dalla macchina senza preoccuparmi di chiudere la portiera alle mie spalle e mi avvicino ad una vecchia abitazione senza riuscire a staccare gli occhi dalle assi di legno; la mia mano destra trema quando afferro la maniglia della porta d’ingresso, ma non esito neppure un istante a spingerla verso il basso e ad entrare.

In un battito di ciglia mi ritrovo catapultato nel passato, in un loop temporale infinito: non è cambiato nulla dall’ultima volta in cui sono stato in questo posto, ad eccezione delle scritte irripetibili che qualche vandalo ha impresso sulle pareti con una bomboletta spray; i mobili, la carta da parati e le vetrinette sono gli stessi, sono semplicemente impolverati o ammuffiti.

Nicole entra subito dopo di me: si toglie gli occhiali da sole che indossa e si avvicina ad un muro per leggere con più attenzione le scritte, poi si volta verso di me e mi guarda con un’espressione corrucciata.

“Che posto è questo, Teddy?”.

Non le risposto, in questo momento non sono neppure in grado di parlare, mi avvicino al divano e lo sposto senza preoccuparmi del rumore che provoca sfregando sulle assi di legno: m’inginocchio sul pavimento, mentre con la mano destra percorro la carta da parati, fino a quando non trovo una piccola porticina che nasconde un vano portaoggetti.

L’apro, e ciò che trovo mi lascia senza fiato.

Quello che ho tra le mani è un vecchissimo dizionario di sinonimi e contrari: la mia famiglia era così povera che non poteva permettersi né giochi né libri per bambini, così trascorrevo la maggior parte delle mie giornate a sfogliarne le pagine, cercando di memorizzare più parole possibili.

Nicole mi chiama per la seconda volta, ma ignoro nuovamente la sua voce e mi avvicino ad una porta socchiusa; l’apro con delicatezza e ciò che appare davanti ai miei occhi è una camera da letto spoglia, arredata in modo essenziale.

La mia camera da letto.

Sento una mano posarsi sul mio braccio sinistro e finalmente riesco a parlare.

“Questa, Nickie, è la casa in cui ho vissuto fino ai quattordici anni” spiego, guardandola negli occhi “noi due abbiamo un passato molto simile”

“Vuoi parlarmene?” mormora, avvicinandosi di più a me, la sua mano continua ad accarezzarmi il braccio per rilassarmi e per infondermi coraggio, ma non è mai semplice dare nuovamente vita ai brutti ricordi.

“La mia vita è stata complicata fin dal giorno in cui sono nato, Nicole. Io sono il frutto di un incesto: l’uomo che ha contribuito a mettermi al mondo ha stuprato sua sorella e dopo nove mesi sono nato io. Ti risparmio maggiori dettagli della mia infanzia e della mia prima adolescenza” dico, con un sorriso tirato, guardo ancora una volta la mia stanza e rivivo un ricordo che avevo rimosso completamente dalla mia mente; vedo me stesso, a otto anni, sdraiato sul materasso in compagnia di mio padre che mi accarezza il ginocchio destro prima di alzarsi per chiudere la porta a chiave.

“Teddy”

“No… No, non interrompermi!” esclamo, allontanandomi dalla ragazza che ho sposato da appena qualche giorno “Nicole, mio cugino e mio nipote non ci sono più ed io sono l’ultimo componente ancora in vita dei Bagwell. L’ultimo componente di una razza corrotta e fortunatamente resterò tale”

“Che cosa vuoi dire?” chiede Nicole; non capisce il senso delle ultime parole che ho pronunciato perché si tratta di un argomento che non abbiamo mai affrontato prima.
In realtà è una cosa che non ho mai confidato a nessuno, neppure a Susan.

“Io sono sterile. Non posso avere figli. Grazie a Dio il mondo non vedrà un altro Bagwell e forse questa è la giusta punizione per i crimini che ho commesso” torno da lei e la prendo per mano “mi dispiace averti taciuto una cosa così importante per così tanto tempo, ma non sapevo come dirtelo. Se adesso sei arrabbiata con me puoi dirmelo, puoi anche urlare o picchiarmi, lo capirei. Se resterai a mio fianco non potrai mai avere una vita ed una famiglia come quelle di tante altre ragazze. Non sarai mai madre. Però… Però ti prometto che riuscirò a renderti comunque felice se me ne darai la possibilità, Nicole. Voglio buttare giù questa casa e farne costruire una nuova. Potrai arredarla nel modo che preferisci, ti lascio carta bianca. Ti prometto che cambierò e che diventerò un uomo buono. Ti prego, dammi la possibilità di dimostrarti che non sto raccontando l’ennesima bugia e che le mie intenzioni sono sincere”.

Appena finisco di parlare Nickie passa le braccia attorno alle mie spalle e mi bacia.

“Non voglio sentire queste cose” sussurra poi, allontanandosi di pochi centimetri dalle mie labbra “noi due siamo marito e moglie, ricordi? Non m’importa se non riusciremo ad essere una famiglia come tutte le altre, ho accettato di sposarti perché voglio trascorrere il resto della mia vita a tuo fianco. Non puoi avere figli? D’accordo, significa che adotteremo un cucciolo”.

Questa volta sono io ad avventarmi sulla sua bocca: non merito di avere a mio fianco una persona così, eppure non sono intenzionato a lasciarmela scappare.
Sollevo Nickie senza la minima difficoltà e l’adagio con delicatezza sul mio vecchio letto; mi sdraio sopra di lei e riprendo a baciarla, accarezzandole con la mano destra la coscia sinistra, risalendo poi lungo il fianco.

Mi blocco quando sento una mano premuta con forza contro il mio petto.

“Ho esagerato?” domando, con il timore di avere risvegliato in lei altri spiacevoli ricordi del passato; ma mi rassicura subito scuotendo la chioma bionda.

“No, no… Non si tratta di questo. Credo di essere pronta, Teddy, voglio fare l’amore con te”

“Sei sicura?”

“Si, ne sono sicura” risponde con voce decisa, ma il suo corpo è percorso da un brivido.

Le accarezzo una guancia per rassicurarla.

“Andrà tutto bene. Puoi fermarmi in qualunque momento se non te la senti di proseguire”

“Si”.

Chiudo gli occhi, prendo un profondo respiro e poi mi chino nuovamente per baciare la donna della mia vita.

Ormai sono trascorsi diversi giorni dall’ultima volta in cui ho avuto un rapporto sessuale e sento subito l’impulso di farla mia senza sprecare un solo minuto in più; le vecchie abitudini sono dure da cambiare, ma questa volta riesco a trattenermi ed a reprimere la parte più animalesca che c’è in me e che mi ha spinto più volte a commettere atti irripetibili.

Sfilo lentamente la maglietta a Nicole e poi faccio lo stesso anche con la mia e con la felpa che indosso; osservo in silenzio il suo petto ed il reggiseno nero, lei arrossisce perché non è ancora abituata a ricevere tutte queste attenzioni da parte di un uomo.

“Se non ti piace quello che stai vedendo posso chiamare qualcun altro a sostituirmi. Magari Scofield… Lui ha un fisico invidiabile” commento, cercando di farla ridere, per allentare la tensione che si è creata.

“Credi davvero che a me interessi solo l’aspetto fisico?” risponde Nickie, difatti, con una risata prima di tornare seria “Teddy, ti prego, fammi dimenticare tutto quello che ho passato. Voglio che il tuo corpo cancelli ogni cicatrice impressa nel mio. Ti prego”.

Adesso sono io quello a rabbrividire: la sua voce, il tono supplichevole e la disperazione che traspare dai suoi occhi azzurri sono un grido d’aiuto che non posso ignorare e che voglio far sparire per sempre.

I nostri pantaloni raggiungono ben presto gli altri vestiti sul pavimento, ed io mi blocco una seconda volta per ammirare il corpo della mia compagna, di mia moglie, trovandolo perfetto in ogni singolo centimetro di pelle: è così bella e così fragile, proprio come una bambola di porcellana, che vorrei prendere una macchinetta fotografica per imprimere per sempre la sua figura su un foglio di cellulosa.

“Non ti preoccupare, ti farò dimenticare tutto. Lo sai che mantengo sempre le mie promesse” mormoro, sfiorando con le labbra il suo orecchio destro; la sento rabbrividire di nuovo, ma questa volta è per il piacere, non per la paura e l’ansia.

Invito Nicole a sedersi sul materasso e lentamente, accarezzandole le spalle, abbasso le spalline del reggiseno, passando poi al gancetto, liberandola così da un ingombrante peso; le sue guance diventano di un rosso acceso ed il suo primo istinto è quello di coprirsi con le braccia, ma io la blocco in tempo, dicendole che non deve farlo, perché non ha assolutamente nulla di cui vergognarsi.

Soprattutto con me.

Bacio la donna della mia vita ancora una volta, sulle labbra, mordendole di tanto in tanto; con le mani scendo lungo i fianchi, sfilandole gli slip neri che indossa.
Trattengo involontariamente il fiato davanti al suo corpo completamente nudo.

“Non ti piace quello che vedi? Se vuoi posso chiamare qualcun’altra… Magari la dottoressa Tancredi” sussurra, con un sorriso appena accennato, restituendomi la mia stessa battuta; prima che possa dire altro mi sorprende con una mossa che non avevo previsto in alcun modo: mi toglie i boxer, lanciandoli contro la porta della camera.

Scoppio a ridere perché trovo il gesto terribilmente buffo ed eccitante allo stesso tempo.

“Vieni qui…” ringhio a bassa voce: l’afferro per i fianchi e ribalto le posizioni, tornando ad assumere quella dominante.

Chiedo ancora una volta a Nickie se è davvero pronta e quando ricevo una risposta affermativa, sottoforma di un cenno del capo, chiudo gli occhi e la penetro.

Un gemito esce dalle mie labbra, sento le sue unghie conficcate nella carne della mia schiena, ed inizio a muovermi con gesti lenti e misurati: non voglio farle del male, non voglio provocarle sofferenza in alcun modo possibile, voglio solo proteggerla.

Voglio solo farla sentire protetta e amata.

Non riesco a trattenere un altro gemito quando sento di essere vicino all’orgasmo e so che lo stesso vale anche per lei; è strano da spiegare, ma sento che è così.

Forse perché in questo momento entrambi siamo fusi in un unico corpo.

Le sue unghie mi graffiano la schiena nello stesso momento in cui rilascio il mio seme dentro di lei, ma dalla sua bocca non esce alcun suono, tranne quello di alcuni respiri spezzati.

Mi lascio cadere sul materasso: sento i capelli e la pelle completamente zuppi di sudore, ma non m’importa minimamente perché per la prima volta, da troppo tempo, ho fatto l’amore e non del volgare sesso.

Nicole si accoccola contro il mio petto, come una bambina, trascorre ancora qualche minuto prima che parli, mormorando tre semplici parole.

“Ti amo, Theodore”.

“Anche io ti amo” rispondo, chiudendo gli occhi a causa della stanchezza.

Sollevo le palpebre qualche minuto più tardi e mi alzo dal letto senza fare rumore, per non svegliare mia moglie; indosso solo i boxer e la maglietta, frugo all’interno di una tasca della felpa ed esco dalla stanza dopo aver trovato ciò che cercavo.

Mi siedo sui gradini del portico, prendo una sigaretta dal pacchetto che ho in mano, me la porto alle labbra e dopo un paio di tentativi riesco finalmente ad accenderla.

Aspiro una profonda boccata e rivolgo lo sguardo al sole che sta per tramontare sui cieli dell’Alabama.

Cazzo, penso mentre butto fuori il fumo, sono proprio questi i momenti della vita che vanno assaporati appieno, fino all’ultimo boccone.

Fanculo Scofield ed il resto della squadra.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Prison Break / Vai alla pagina dell'autore: MackenziePhoenix94