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Autore: ilcantastorie    20/10/2018    0 recensioni
Iniziativa: Questa storia partecipa a “Fairy Tale” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 740
Prompt/Traccia: Tema Libero + Torre + Mago + Principessa + Cavaliere + Incantesimo
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C’era una volta in una terra lontana, una terra così lontana da essere oltre i limiti imposti di Dio, un regno.

Quel regno era giovane e nonostante le difficoltà degli abitanti che vi risiedevano, ci si viveva una vita degna di essere vissuta, tra gioie e dolori che contraddistinguono la vita di tutti noi.

Fino all'arrivo di Telos, lo stregone della fine. Venne avvolto dalla tempesta, con un odore di bergamotto che nauseava chiunque gli stesse attorno.
Lo stregone era potente e potenti erano i suoi incantesimi: fu con quelli che sottomise tutto il regno e la volontà dei cavalieri… e della sua amata, la principessa Wealthow.

Ma un cavaliere aveva resistito: quel cavaliere possedeva una grinta mentale e una forza d’animo sconosciuta a tutti gli altri suoi compagni. Ma questa sua forza d’animo fu la sua condanna poiché fu visto come traditore da tutti gli altri cavalieri, ormai schiavi di Telos, che lo rinchiusero nella più buia delle prigioni.

E fu lì che passò anni della sua vita. Lesse tantissimo: Otello, Amleto e Tito Andronico furono le sole cose che lo tenerono sano di mente in quel lugubre posto dimenticato da Dio. I suoi adorati libri furono la sua salvezza perché gli diedero, infine, il coraggio di agire.
Che cosa posso fare si chiedeva l’ultimo cavaliere In un mondo ove sono odiato et ostracizzato e dove tutti sono sotto il controllo di quel folle stregone? Ove la mia amata non ha che sguardo per quel perfido fattucchiere?

Ma gli anni passarono, senza che lui trovasse risposta a quella domanda. Eppure la risposta era stata sempre davanti a lui: “Tutto che vive deve morire, passando dalla natura all'eternità”, così recitava la regina, del primo atto dell’Amleto.

Ebbene l’ultimo cavaliere aveva sempre considerato lo stregone come immortale e invincibile... ma così non era! Nonostante i suoi incantesimi fosseo di origine satanica, la sua carne poteva essere tagliata al pari di quella di un grasso maiale.

Scese quindi le scale, dopo essere sgusciato via dalla prigione grazie alla sua destrezza e agilità, fino ad arrivare per strada.
Lì si fece scudo di mantello e cappuccio e usò le ombre a suo favore affinché nessuno lo riconoscesse.

E, sempre grazie alla sua abilità, ce la fece: arrivò alla torre del mago della fine, Telos.
Aveva paura che il mago gli lanciasse uno dei suoi incantesimi, quindi continuò ad agire furtivo e aspettò fuori dalla porta, in silenzio.

“Arrivederci, cara, io esco”

“Divertiti, amore mio!”

Malnato che non sei altro pensò il cavaliere Non solo hai stregato la mia amata, ma l’hai pure costretta a diventare la tua amante!

E non appena Telos uscì dalla porta, il nobile cavaliere era proprio dietro di essa, con la spada sguainata… e BANG la spada colpì in testa il malcapitato, facendo uscire le cervella dal cranio, spargendole come tante e rosse conchiglie sulla soglia della casa.

Poi un urlo addolorato, lancinante e straziate fu lanciato, senza che il cavaliere ne capisse la provenienza. Era la principessa Wealthow, che con sguardo sconvolto, lo osservava attraverso il corridoio. Sembrava con credere ai propri occhi.
L’ultimo cavaliere le sorrise: “Cara ora…”

Ma non ebbe tempo di finire la frase, la sua amata si stava scagliando contro di lui con un coltello in mano, con gli occhi carichi d’odio.
E in quel momento il cavaliere capì che l’incantesimo non si sarebbe sciolto con la morte del mago. Lui, il cavaliere, non aveva risolto nulla.
BANG. La spada del cavaliere fu più veloce del coltello della demoniaca principessa. Il colpo arrivò proprio alla testa, come era successo allo stregone.

Le cervella della principessa si sparsero attorno e accanto a quelle già presenti, formando un ammasso di sangue, organi e rosso.
A quel punto il cavaliere cadde in ginocchio e iniziò a piangere. Le lacrime non si sarebbero fermate e lui lo sapeva c’era un solo modo per interromperle.
Quindi prese la sua spada, se la puntò in mezzo agli occhi e si fece saltare le cervella.
Per smettere di piangere.
Per poter finalmente reincontrare la sua amata nell’aldilà.
 
Il giornale The Register Star, il giorno dopo, nella sezione cronache raccontò della orribile vicenda di Sir Paul Grayson, nobile inglese caduto in disgrazia dopo l’indipendenza americana, che aveva teso un agguato al nuovo marito della sua ex moglie, per poi ucciderlo con un colpo di pistola dritto alla tempia. Avrebbe poi proceduto a fare lo stesso con la ex-moglie e infine con sé stesso.
  
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