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Autore: FlyChick    20/10/2018    1 recensioni
"Nat, rispondi sinceramente a quello che sto per chiederti."
"Oh, sentiamo. Cosa c'è questa volta Evelyn?"
"Nat, è stata la cazzata più grande della mia vita innamorarmi di Shannon Leto, buttarmi in una relazione del genere vedendoci quando capita e fare due figli con lui senza neanche pensarci un attimo??" chiese tutto d'un fiato continuando a guidare per le trafficate vie di Los Angeles.
Natalia sospirò. "Eve, mi hai già fatto questa domanda almeno altre cento volte, in cento forme diverse. Ti ho già detto mille volte come la penso, ed è quello che già sai. No, non è stata una cazzata. Perché ogni tanto ti viene in mente una cosa simile?"
"Nat, temo che il coperchio del mio portarimorsi stia per esplodere, liberandoli tutti, per farli fluttuare nella mia testa allo scopo di assillarmi continuamente."
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3.Closer To My Dreams
- Do You Believe You Could Walk On Water? -

Closer To My Dreams
9 Maggio 2018,
Studio City, L.A.

Goapele - Closer To My Dreams

I tatuaggi di Evelyn erano diventati undici. Gli eventi e le emozioni vissute negli ultimi anni avevano fatto sì che sentisse l'esigenza di fissare alcune cose sulla propria pelle. Voleva sempre con sé qualcosa che simboleggiasse, nel bene e nel male, le vittorie e le sconfitte della sua vita. O meglio, della sua rinnovata vita.
Una piccola triade all'angolo del polso sinistro. Un piccolo diamante sul polso opposto. Due tatuaggi legati l'uno all'altro da un significato chiaro, posti in modo esattamente simmetrico.
I nomi di Jeremy e Harper all'interno del braccio destro, in un corsivo talmente calligrafico e personale da sembrare quasi illeggibile. E... l'undicesimo.
Anche Shannon aveva voluto fare lo stesso. I nomi dei suoi figli erano ora indelebili, in caratteri greci, all'interno del suo braccio sinistro. Quelle dodici lettere erano stati uno dei tatuaggi più ricercati e immortalati dai fotografi, sin dal primo momento in cui quelle poche linee furono notate da qualche Echelon molto attenta ai dettagli mentre Shannon alzava le braccia per battere le bacchette sulla sua batteria ai concerti, mentre indossava gli occhiali da sole all'uscita dagli studi di registrazione a Studio City o mentre si infilava nei locali più esclusivi di Beverly Hills, e poi da loro postate sui social. Ma sin dall'inizio della loro avventura, Evelyn e Shannon avevano deciso che le glyphics rosse e blu non sarebbero state l'unico tatuaggio ad accomunarli. Col tempo si erano aggiunte alla lista la triade e i nomi di Jeremy e Harper. Ma ancor prima di questi, i due decisero di scrivere sulla propria pelle qualcosa che li avrebbe legati e fatti sentire vicini anche quando erano esattamente da parti opposte del pianeta.
Una linea.
Una semplicissima e sottile linea nera.
La linea è l'estensione di un punto, è ciò che lo collega indissolubilmente ad un altro.
Ha un inizio e una fine, e tutto ciò che sta al suo interno è un viaggio, un cammino continuo, una metamorfosi.
Una semplice e sottile linea nera.
Attorno all'anulare sinistro, per Evelyn. Attorno invece all'avambraccio sinistro, per Shannon.
Quel braccio che lei adorava sentire attorno a sé quando finalmente potevano stare insieme, passare la notte insieme, dormire insieme, vivere... insieme.
Evelyn ascoltava attentamente, cercando di studiare i movimenti dei bambini. Harper sembrava non gridare più dal piano di sotto. Anche Jeremy taceva.
"Oh, avranno sicuramente trovato il telecomando che ho nascosto e staranno guardando la tv. Quando c'è questo silenzio è perché sono concentrati ad ascoltare Bugs Bunny, Spongebob o Topolino che parlano a volume 2."
Shannon sorrise.
"Si, sono due vecchie volpi. Esattamente come te. E non c'è niente da ridere, Shannon Leto." scherzò lei, dandogli un bacio.
Dalla grande vetrata che dava sul balcone, ancora aperta dalla sera precedente, entrava una luce leggera accompagnata dalla fresca brezza mattutina. Los Angeles non si era ancora svegliata del tutto.
Evelyn sospirò guardando fuori, "Non possiamo stare qui per sempre?" e strinse Shannon cercando il più possibile il contatto con la sua pelle.
Shannon non rispose, sapeva che Evelyn era già ben cosciente del fatto che non sarebbe mai stato possibile. La strinse di conseguenza, dandole un altro bacio. Evelyn si girò su un fianco, appoggiando il gomito sul cuscino e la testa spettinata sulle nocche della mano destra. Shannon fece lo stesso, girandosi verso di lei, convinto che avesse qualcosa da dirgli.
Evelyn lo guardò dritto negli occhi acennando un lieve sorriso sulle labbra, cercando sempre più a fondo in essi.
"Quanti giorni," disse, "quante notti a chiedermi sempre le stesse cose, Shannon. Sognando continuamente la nostra vita e chiedendomi se fossi davvero abbastanza. Se fossi abbastanza per te."
Shannon non capiva.
"Pensavo continuamente a quello che mi dicevi, pensavo a tutte le tue parole. Me le ricordo tutte quante, una ad una, sin dal giorno in cui hai scoperto ciò che ti nascondevo. Pensavo continuamente a quanta ragione c'era nelle tue parole."
Shannon non disse nulla, voleva sentire tutto ciò che aveva da dirgli.
"No, forse non ero grande abbastanza. Chissà, o forse non ero pronta o semplicemente avevo solo paura. Non ero pronta per quello che la vita mi stava dando. Perché avevo troppa paura. Avevo paura di perderti prima ancora di averti."
Avrebbe voluto dirle che era stato un errore, era stato tutto un grandissimo errore, ma non lo fece. Lo aveva già fatto a suo tempo. Restò zitto, guardandola sempre dritto negli occhi.
"Volevo solo essere libera, spensierata, o avere qualcuno che avesse bisogno di me. Perché io volevo che tutti pensassero che io, io non avessi bisogno di nessuno."
Evelyn guardò il soffitto.
"Ogni giorno mi sentivo come se non riuscissi a respirare. Non riuscivo più a dormire, mi sembrava di avere il peso del mondo intero tutto quanto su di me, addosso a me a annientarmi piano piano... Ma andava bene. Andava bene così. Dopo un pò di tempo tutto questo non era più una brutta sorpresa, mi ci ero abituata. O forse mi ero rassegnata al fatto di abituarmici."
Evelyn guardo in basse verso le lenzuola, aspettando di vedere la macchia scura delle sue lacrime cadere sulla stoffa. Shannon non esitò nemmeno un attimo. Allungò il braccio e la strinse, lasciando che continuasse.
"Invece di amare i miei problemi fossilizzandomi in essi, avrei dovuto amare me stessa, e scoprire cosa c'era oltre la paura. Ma era troppo pesante portare il mio stesso peso, era un peso troppo grande per me, era qualcosa da chiudere nel silenzio e tentare di dimenticare."
Evelyn si interruppe, chiudendo gli occhi facendo uscire le lacrime. Shannon le sentiva scorrere sulla sua pelle.
"Non volevo uscirne. Non meritavo niente. Tu eri davvero ciò di cui avevo bisogno, eri il rimedio a tutto quanto. Lo sei sempre stato. E io ti devo tutto."
"Non mi devi niente." disse lui asciugandole le lacrime e dandole un bacio sulla fronte, "Ti ho detto mille volte che non devi più pensare a quello che è stato. Mai più. Ok?"
"Ora sento che sto andando sempre più in alto, sempre più vicino ai miei sogni. Su, sempre più su..."
Evelyn scosse la testa.
"A volte ti sembra di non riuscire ad oltrepassare qualcosa, ogni ostacolo sembra insormontabile. A volte, ti sembra quasi di essere bloccato lì per sempre senza nessuna possibilià di cambiare. Ma poi... tutto ad un tratto posso quasi toccare il cielo con un dito. Sei tu. Mi fai davvero pensare che si dovrebbe soltanto lasciar perdere, mollare tutto, lasciare che i propri timori brucino per poterli radere finalmente al suolo. Spingendo via ogni paura in modo che io possa andare avanti, avvicinandomi sempre di più a quello che voglio veramente essere. E ti sento... dentro di me, nella mia mente, in ogni momento, tutti i giorni. A ripetermi tutte queste cose e a darmi la carica per poterlo fare realmente. Chiudo gli occhi e vedo ciò in cui credo veramente. Vedo voi, e sento tutta quest'energia scorrere nelle mie vene. Quando Jeremy e Harper sono nati, anche io sono rinata con loro. So che non ce l'avrei mai fatta da sola, tu mi hai fatto andare oltre ciò che potevo vedere e che non volevo vedere. Ora posso finalmente chiudere gli occhi, aprire i polmoni e respirare. E ci sono così tanto vicina ai miei sogni che sembra..." Evelyn scosse di nuovo la testa, "...quasi strano. Posso sentirli, toccarli, uno ad uno."
Shannon accennò un lieve sorriso. Quelle parole erano talmente spontanee e perfette da sembrare quasi il testo di una canzone. Una canzone di rivincita, di speranza. La canzone che ogni artista sogna di scrivere, prima o poi.
"A volte ti sembra quasi di non riuscire a cambiare mai. Sei convinto che non cambierai mai. Ma in realtà, sei tu che non scegli mai di andartene da ciò che sei. Non scegli mai di cambiare strada e andare via..."
"E' perché qualcuno doveva semplicemente darti una spinta." concluse Shannon alzandosi dal letto.
"Si."
"Ma ora non ne voglio più parlare. Ne abbiamo parlato abbastanza in questi anni, non credi?" sorrise Shannon raccogliendo i suoi vestiti.
"Si." disse Evelyn sedendosi sul letto "Si, hai ragione. Ma forse è solo un modo per ricordarmi di non tornare mai indietro. E di quanto sono stata fortunata a trovare te."
Si alzò indossando la sua vestaglietta bianca di raso.
"Il destino è pazzo, non è cieco. E' proprio pazzo." concluse Evelyn.
"Bisogna essere pazzi nella vita. Altrimenti, sai che noia?"
"Hai proprio ragione amore mio." rispose Evelyn mettendogli le braccia al collo, "Hai proprio ragione."
Grazie al fondamentale supporto di Shannon, non solo Evelyn aveva ricostruito la propria vita pezzo per pezzo, ma era riuscita a diventare un'imprenditrice. Shannon era sempre stato il suo trampolino di lancio, la miccia che accendeva il fuoco dell'entusiasmo, l'uragano in grado di trascinarla dentro il suo insolito mondo.

"Eve, ormai tutti sanno. Ormai tutti sanno chi sei. Fatti un profilo Instagram. Vedrai, avrai seguito. Stacci un pò, metti qualche foto... Nel frattempo, mentre i tuoi followers cresceranno, pensa a cosa vorresti fare."
"Beh, ho lavorato nella moda. Magari qualcosa di inerente. Però un brand di moda forse è troppo..."
"Perché?"
"Perché ci vuole un grande investimento. Sia economico che creativo."
"Non pensare ai soldi. Lo sai che non devi preoccuparti. Ti aiuterò io."
"Siamo in California. Le ragazze impazziscono per ogni nuovo brand di costumi da bagno, occhiali da sole o cose simili."
"Ok. Non devi far altro che scegliere e disegnare. Al resto ci penso io. Ti troverò chi sarà in grado di produrre le tue creazioni, chiederò a Terry di farti le foto. E se la cosa ha successo, e lo avrà, crea una pagina anche per il tuo brand, registralo, apri un negozio online e il gioco è fatto."
"Shan sembra tutto così facile per te..."
"Ci vorrà un pò di tempo, ma vedrai, fidati di me. Black Fuel mi ha insegnato tanto. E poi, sarai la modella di te stessa. Non è un pò il tuo sogno che si realizza?"

Evelyn era riuscita a conquistare i social media.
Anche Shannon aveva ora un altro business oltre a fare il musicista.
Black Fuel. Caffé. Caffè biologico.
Il caffé era una delle cose indispensabili per Shannon nella vita di tutti i giorni, fra un gate e l'altro, fra un concerto e l'altro, fra un tourbus e l'altro.
Il profilo Instagram di Evelyn brulicava di followers. Così come la pagina del suo brand. Le influencer di tutto il mondo e le ragazze californiane in particolare amavano molto le sue creazioni, mostrandole sui loro profili social come vere fotomodelle posando in spiagge esotiche e meravigliose. Evelyn stessa aveva ormai imparato i trucchi del mestiere. Terry l'aveva istruita bene. Ogni volta che le faceva un servizio fotografico all'uscita delle nuove collezioni aveva sempre qualche dritta da darle, e lei come una spugna assorbiva tutte quelle informazioni preziose che sempre davano i loro frutti.
Evelyn però si era data una regola fondamentale. Non condivideva mai particolarti sui suoi figli o sulla sua vita privata sulle piattaforme social. Raramente condivideva loro foto, soltanto quando queste erano particolarmente belle o significative.
"Finalmente caffé!" disse Shannon sedendosi su uno sgabello in cucina.
"Sono soltanto le 8.30 Shan."
"Già, ma mi aspetta una lunga giornata."
Evelyn prese la sua tazza e si sedette accanto a lui, mentre Harper e Jeremy giocavano nel soggiorno. Harper, travestita da Elsa, cantava la sua canzone preferita, storpiando tutte quelle parole che ancora non conosceva o che erano troppo complicate da dire così velocemente. Jeremy si tappava le orecchie, cercando di disegnare la Justice League con i suoi pennarelli in santa pace.
"Let it goooo, let it goooo!" cantava Harper imitando il balletto di Elsa.
"Tua figlia è una cantante." ridacchiò Evelyn.
Shannon sorrise, "In realtà dice di essere indecisa. Se fare la cantante, la ballerina o la principessa."
"Però, ambiziosa."
Jeremy nel frattempo aveva sbagliato di nuovo i colori della divisa di Flash, distratto dalla frenetica coreografia della sorella.
"Basta Harper! Sei stonata! E mi fai sbagliare!"
Lei, imperterrita, terminò la canzone con un grande inchino verso i genitori.
"Shan," cominciò Evelyn, "ti ricordi quell'intervista che avevamo fatto per Rolling Stone? Quando ero incinta?"
"Si, perché?"
"Perché mi hanno chiesto di farne un'altra. Visto il successo del brand, la vita da mamma e da fidanzata di una rockstar... forse sono un soggetto interessante per loro. Che ne pensi?"
"Direi che è un'ottima opportunità. Questa volta però sarai da sola, per cui è probabile che ti facciano qualche domanda 'di troppo'. Dovrai essere preparata."
"Si, certo. Cercherò di non farmi cogliere di sorpresa e di essere pronta a tutto."
"Quando sarebbe?"
"Domani."
"Domani??"
"Si."
"Bene, allora vorrà dire che io, Jeremy e Harper staremo in piscina tutto il giorno. Non è vero ragazzi??"
I due iniziarono a saltare e a strillare di gioia.
"Va bene," li interruppe Evelyn, "Ma mi raccomando. Crema solare, niente piscina dopo i pasti e..."
"...e riposino all'ombra nelle ore calde." concluse Shannon. "Se un'ottima mamma. La più sexy di tutta l'America."
"Dio, Shannon smettila." si alzò lei prendendo le tazze vuote di entrambi e mettendole nella lavastoviglie, "Forse ero sexy prima di avere questi due diavoletti." sdrammatizzò, nonostante le due gravidanze non avessero cambiato di una virgola il suo corpo.
"Ma che stai dicendo? Ah, a proposito. Importantissimo. Domani non dire a Rolling Stone che le sei posizioni del Kamasutra che ci sono sulla copertina del nostro nuovo album sono quelle in cui abbiamo concepito Jeremy e Harper."
"Shannon! Ma che diavolo..." Evelyn si passò la mano sulla faccia scuotendo la testa sconcertata, mentre Shannon rideva.
"Oh, tu e le tue cazzate. Non riesco neanche a essere arrabbiata con te."
"Hahaha!"
Il telefono di Shannon tintinnò.
"Ah, c'è Jared."
"Ok."
"Vado io." e si alzò per aprire la porta.
Jared era vestito totalmente di bianco, Gucci da testa a piedi.
"E' arrivato Gesù Cristo." fece Shannon non appena lo vide.
"Chi è lo zio migliore di tutta l'America?" chiese Jared entrando, in attesa della risposta dei due nipoti.
"Zio Jared!" risposero i due in coro correndo da lui.
"Questa cosa che esci con Alessandro Michele ti sta un pò dando alla testa."
"Oh, Shannon cosa ne vuoi sapere." concluse Evelyn, "Jared non sarebbe Jared senza essere così 'extra'."
"Zio Jared, mettiti questi!" fece Harper allungandogli la corona e lo scettro di Elsa.
Jared non esitò un secondo, iniziando a cantare a squarciagola la stessa canzone che Harper ormai aveva cantato almeno dieci volte. Formavano un duetto perfetto, la corona e lo scettro di Elsa davano a Jared un tocco decisamente di classe, in perfetta sintonia col suo look total white.
Evelyn e Shannon avevano le lacrime agli occhi dalle risate. Jeremy invece non capiva proprio cosa ci fosse di così divertente, continuando a tapparsi le orecchie e preferendo disegnare ora gli animali della savana.
"Eve, io e Jared andiamo a strimpellare due note."
"Ok, io ora porto i ragazzi a fare un giro all'aria aperta. Magari passo a Rodeo Drive da Miranda. E' un pò che non ci vado. Ma prima," e si voltò verso il soggiorno, "devo rimettere a posto questo casino."

  
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