Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Queen FalseHearth    20/10/2018    1 recensioni
Dal capitolo 2:
“C’era voluto un po’ di tempo, ma alla fine Gwen si riabituò alla sua routine. Era come se non avesse mai partecipato al reality: nessun riflettore l’accecava e le sfide che inseguiva riguardavano solo lo studio. Riaffrontò i pensieri di qualche mattina fa, le mancava il reality? Assolutamente no, ma non poté negare di essersi divertita un mondo e conosciuto emozioni e persone nuove. Per non parlare delle sensazionali avventure che aveva vissuto; negli ultimi giorni gli eventi più sbalorditivi furono la perdita momentanea del suo telefonino e l’aver trovato un dollaro per terra.
Vorresti vivere una nuova avventura, ma come?
Il telefono squillò. Una persona, guidato dal puro divertimento, aveva provveduto a sconvolgerle la vita senza permesso. La ricatterà per costringerla a lavorare nell’ultimo posto in cui una ragazza come Gwen vorrebbe lavorare, in un Maid Cafè.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Nuovo Personaggio | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



 

Speciale Maid Cafè



24 Dicembre 2013

Al solo pensiero del Natale, ogni bambino del mondo sorride. Per loro l’attesa era un gioco, a dimostrarlo erano i film e gli speciali dei cartoni animati a tema natalizio che venivano trasmessi settimane prima del grande giorno. I bambini, come consuetudine, penseranno che il vero eroe della festa più importante e magica dell’anno sia Babbo Natale, ma sono i grandi ad essere i veri protagonisti, solo che agiscono dietro le quinte. Essere partecipi della felicità dei propri figli offriva conforto, non c’era regalo più grande della loro gioia.
Ma il Natale non era solo per le famiglie: un piccolo intervento nelle vite altrui poteva rivelarsi un enorme regalo; bastava un piccolo gesto, il necessario per far nascere un sorriso.


In un piccolo quartiere canadese, i negozi si erano attrezzati per la grande festa: oltre alla vendita, i proprietari facevano concorrenza fra di loro per l’albero più grande e decorato. In altri locali della zona si concentravano sulla musica, poi c’erano quelli che mostravano le migliori decorazioni mai viste e in alcuni il punto forte erano le luci colorate.
Nel Princess Cafè l’atmosfera non si sprecava in alberi natalizi e scatole vuote rivestite con carta da regalo, bensì era l’intero staff la decorazione del locale. I costumi erano costati più del dovuto, ma ne è valsa la pena. Kitty e Anne Marie indossavano vestiti verdi e un cappello da elfo, i servitori più fedeli di Babbo Natale; Carrie e Sammy avevano il proprio costume di quest’ultimo al femminile e Serena interpretava una graziosa renna. Nel loro sito ci saranno sicuramente recensioni positive. Marta non si era presentata a lavoro, aveva detto che avrebbe dovuto festeggiare la vigilia con il ragazzo.
La novità non erano solo i costumi. Affinché bambini e adulti possano essere felici, bisognava rispettare ogni tenera tradizione che caratterizzava la festa.
E a Natale, si sa, si canta.
Seguendo le orme di Total Drama Tour, Courtney costrinse le sue dipendenti a sfruttare le loro corde vocali al massimo. Dovevano cantare per tutto il tempo: sia nelle ordinazioni che nelle loro battute. Tutto in rima, altrimenti si rischiava il licenziamento.
Serena la cuoca pensava di essere salva dalle grinfie della dittatura canora, invece fu obbligata esibirsi in una canzone natalizia per motivi a lei ignoti.
Ogni volta che Carrie improvvisava qualche strofa, il cliente chiedeva di essere servito da un’altra maid; colpa dell’insicurezza presente fin dalle recite scolastiche che invece di cantare mimava con le labbra. Anne Marie dimostrò la sua incapacità nel cantare rompendo il bicchiere con il frullato alla fragola dentro; fu mandata a casa prima.
-Qui si mangia bene tutto l'anno, noi lavoriamo senza affanno- Sammy se la cavò abbastanza bene, i fidanzati al tavolo 3 apprezzarono lo sforzo.
Nel Princess cafè vennero aggiunti almeno una dozzina di dolci a tema natalizio e frullati speciali soffici come la neve.
-I dolci arriveranno tutti insieme. Una valanga di torte, pasticcini e paste con le creme- cantò Kitty con il cuore colmo di felicità.

Tutto sommato l’atmosfera del Natale era ben presente, solo una persona aveva la nuvola nera sopra la testa.
Ovviamente, chi era quella che più detestava il suo lavoro e cantare?
Gwen credeva che non avrebbe mai odiato un abito più dell’uniforme del maid café, invece disprezzava ancora di più la sua nuova divisa natalizia: era cosparsa da vischi finti e da morbide palline di ovatta bianca, in tinta con la sua pelle. Le è stato detto che assomiglia a un pupazzo di neve femmina, ma lei spiegò che i pupazzi sono asessuati. Avrebbe dovuto prevedere che Courtney si sarebbe divertita a prendere alla lettera il suo nome da maid.
 Le fu affidato il compito di accogliere i clienti alla porta; avendo rubato le strofe su Internet adatte solo a bambini, dovette improvvisare quando si presentò una persona adulta.
-Ben ritrovato onorato padrone, le carte sporche le può buttare nel bidone!- detto ciò Gwen si girò imbarazzata dove fu fulminata dallo sguardo del suo capo; il suo nuovo vestito ricordava un abito nuziale con nastri colorati presi al negozio di cartoleria.
-Nel tour eri molto più brava- commentò l’ispanica dopo che il cliente entrò nel Princess Café. La gotica non poteva neanche sbuffare, regola del locale.
-Osserva Kitty e impara- all’interno l’unica che sembrava nata per il ruolo da cantante improvvisata era Kitty: svolazzava da una parte all’altra del locale non stancandosi mai. Aveva energia da vendere.  
-Che bello, che felicità: è tornato e mai più se ne andrà!- un uomo dai capelli neri e occhiali spalancò gli occhi in modo preoccupante per la strofa della cameriera. Gwen pensò Kitty come concorrente della terza stagione di Total Drama, avrebbe vinto sicuramente.
-Mi ripeti che cosa rappresenta quel vestito?- chiese Gwen non notando potenziali clienti in vista.
-Sono l’anima del Natale, ricorda che sono il tuo capo e che devi cantare!-
Per Courtney era naturale sorridere, solo che quell’azione nasceva da un sentimento di cattiveria. Per fortuna i clienti e maid non se ne accorsero. L’ispanica godeva nel vedere la sua ex migliore amica in quello stato; avrebbe voluto tenere il negozio aperto anche il 25 dicembre per regalarsi altra sofferenza di Gwen ma tutto il suo staff non era disponibile.
-Sta arrivando una famiglia, non farla scappare- raccomandò Courtney e si voltò, quel giorno si sentiva la regina del posto anche se aveva il comportamento altezzoso tutti i giorni dell’anno. 
-Benvenuti nel maid cafè...uff...ogni sorriso...ehm...è dolce come un bignè- Alla vista di una bambina che si nascondeva dietro la gamba del padre, Gwen si chinò e cercò di ricordare le parole della miglior filastrocca letta.
--E'' venuto un angioletto
E mi ha dato un biglietto
A carattere cubitale
C'era scritto Buon Natale
*-
La piccola sembrava soddisfatta per la piccola esibizione canora, invece di nascondersi si mise accanto al padre ed entrò con un docile sorriso che illuminava il suo viso, anche Gwen sorrise.
Non doveva dimenticarsi che il regalo principale che donavano le cameriere era la gentilezza, era la qualità più ricercata in questo mondo. Le maid incarnavano quel sentimento, in tutti i giorni dell’anno.

Sammy, sfuggita a quello che le sembrò un incubo, con la gola arrossata, passò un foglio a Gwen in cui erano scritte delle parole con l’inchiostro rosso.
-Tutto bene?-
-E’ il no…nostro programma. Dopo che Serena canterà l’inconfondibile “Silent night” do….dobbiamo distribuire le…torte- disse la bionda con un filo di voce quasi invisibile.
-Perché lei? E’ brava a cantare?-
-No particolarmente, ma non fai mai un cazzo all’esterno della cucina- a rispondere fu Courtney, l’unica autorizzata a dire parolacce e a intervenire nelle discussione senza aver bisogno di un motivo. Sammy s’inchinò difronte al suo capo, segno di rispetto o obbligo?
Dopodiché le tre ragazze entrarono nel locale per aiutare le altre a sistemare i dolci sui carrelli mentre Serena, con le finte corna di renna che le stavano per cadere, posizionò un microfono sul palco per suonare la chitarra e cantare contemporaneamente. C’era persino un riflettore blu solo per lei.
Gwen non era a conoscenza che sapesse suonare la chitarra, un altro punto di simpatia in suo favore.
La ragazza dai capelli rossi si schiarì la voce e, consapevole che il suo compito era di diffondere la magia del Natale, incominciò cambiando la sua tonalità di voce.

-Silent night, holy night!
All is calm, All is bright
Round yon Virgin, Mother and Child
Holy Infant so Tender and mild,
Sleep in heavenly peace,
Sleep in heavenly peace.

Silent night, holy night!
Shepherds quake at the sight!
Glories stream from heaven afar;
Heavenly hosts sing
Christ the Saviour is born!
Christ the Saviour is born!

Silent night, holy night!
Wondrous star, lend thy light!
With the angels let us sing
Sleep in heavenly peace,
Sleep in heavenly peace-


Le persone presenti applaudirono, quando vennero distribuite le torte. La luce artificiale tornò a occupare ogni angolo del locale. La ventenne si ritené soddisfatta.
Per Serena vedere i suoi piccoli capolavori lasciare la cucina fu un attimo di commozione; sul palco riconobbe le torte a due piani a base quadrata che ricordavano pacchi regalo con un fiocco di cioccolato plastico rosso, le deliziose red velvet, i tradizionali tronchetti di cioccolato, i panettoni a forma di stella e altri dolci con il pan di spagna al cacao.
Gli sguardi dei clienti erano attirati dalle maestose torte bianche a tema invernale abbellite con piccole sculture di isomalto che formavano graziosi fiocchi di neve. Sembravano piccoli diamanti. Le decorazioni cristalline erano così spettacolari che nessuno si sarebbe azzardato a mangiarle.
Quando tutti i tavoli furono ben riempiti, le cameriere (compresa Gwen) si armarono di sacca a posh per decorare i dolci - già pieni di dettagli artistici- con gli elementi natalizi richiesti dal cliente, ma nessuna di loro sapeva disegnare con perfezione una renna.
Gwen si trovava al tavolo 14 e si accorse che Courtney non aveva previsto un dettaglio importante nell’imporre la dittatura canora: un caos intonato.
-Che cosa…oh scusi volevo dire Che cosa vuole che disegni, padrone? Non ho bisogno di una lunga descrizione – sentì Carrie alla sua sinistra.
-Un fiocco di neve!-
-Il Natale è la mia festa preferita, chieda il disegno mi sono incuriosita! - intonò Kitty alla sua destra.
-Io voglio che scriva la frase “Merry Christmas”-
-Sono contenta che stia qua, disegnerò tutto quello che mi chiederà- tuonò Courtney con la sua voce da cantante esperta.
-Un albero di Natale, enorme!-
Se solo tutte le richieste dei clienti fossero semplici. Il bambino al tavolo 14 ci pensò su.
-Per favore disegna Babbo Natale!-
-Ehm...oh...bhe...- Gwen si considerava un’artista ma il suo disegno del simbolo della festa diceva il contrario, per fortuna il destinatario di quella torta era un bambino incapace di giudicare. Era davvero difficile disegnare con la glassa.

Le esibizioni canore non erano finite: Kitty, Sammy e Courtney raggiunsero il palco subito dopo aver finito di decorare le torte dei clienti. Avevano cambiato vestito, rispettivamente avevano maglietta e gonna verde, viola e rosa ricoperti da lustrini. Era un abbigliamento perfetto per l’occasione festaiola, ma la protagonista non si spiegò la coda di pelliccia e le orecchie da procione che indossavano.
-Che cos’hanno in mente di fare?- pensò ad alta voce Gwen, Carrie era nelle vicinanze e le si avvicinò.
-Sammy non ti aveva dato quel biglietto?- domandò Carrie mentre si tolse il suo cappello da Babbo Natale, la gotica lesse il foglietto avuto in precedenza e lo mostrò alla bionda.
-19:30 Chipette…che vuol dire?- chiese, pensò che si trattasse di una parola in codice o il titolo di una famosa canzone che le era sfuggita.
-Cosa? Non hai mai visto Alvin Superstar nel periodo di Natale?- domandò Carrie con accento di rimprovero. Gwen scosse la testa.
-Sul serio? Io lo guardavo sempre con il mio migliore amico Devin. Sappi che stanno imitando degli scoiattoli che sanno cantare, rispettivamente sono Eleanor, Jeanette e Brittany; quest’ultima è la leader delle Chipette-
“Courtney vuole essere sempre il capo, il rosa non le dona per niente” considerò Gwen nella sua mente.
-Credo che canteranno la canzone di Natale del primo film, anche se le Chipette non sono presenti- disse Carrie sorridendo per poi essere chiamata da un ragazzo per rendere il dolce della fidanzata più buono con la magia.
-Ed ecco che ritorna Babbo Natale, odio il mio lavoro- disse Carrie con vigorosa amarezza che Gwen condivise. Carrie si mise il cappello rosso celando il suo nervosismo, camminò rumorosamente mostrando un sorriso rilassato. Poteva sembrare un giorno diverso, ma le maid non cambiavano il loro atteggiamento gentile nei confronti dei clienti.
Kitty sul palco chiese un attimo d’attenzione a tutte le persone presenti del locale con la gioia che riempiva il suo cuore. Una Sammy imbarazzata e una Courtney sicura di sé raggiunsero l’asiatica con dei microfoni.

-E' natale a casa mia,
tra regali ed allegria,
farò il buono ancora un po',
Non so se resisterò.
Un aereo ho chiesto io,
L'Hula-Hop invece è mio,
Non possiamo più aspettar,
Natale non tardar.-


Di nuovo un applauso.
Quante esibizioni erano previste? Gwen né conto altre tre sul foglio, era certa che sarebbe tornata a cosa con un tremendo mal di testa. Resisti, si ripeté dieci volte.
Appena arrivò il sottofondo di una canzone al violino registrata, Gwen pensò subi -Nives, posso avere un tto a Lance: se lo immaginò a suonare il suo magico strumento nelle strade innevate per rallegrare la gente di passaggio. Forse avrebbe accompagnato qualche ballo, la sua musica era contagiosa.
ovagliolo per favore?- era arrivato il momento di indossare la sua maschera migliore, si rivolse al cliente con aria pacata e occhi dolci.
-Ma certo, più lei è qui e più mi diverto- avrebbe dovuto fare pratica allo specchio il giorno prima, sarebbe stato meno imbranata.
Per tutta la sera Gwen pensò che il suo sorriso fosse forzato, non si accorse che dopo un’oretta era diventato vero.

Era quasi mezzanotte. Gwen era rimasta a dare una mano alle ragazze più del dovuto, infondo era stata l’unica in grado di cantare senza mostrare sintomi di stanchezza. Non lo fece per soldi o per il ricatto: era raro ritrovarsi in un’atmosfera di festa e farne parte era una medicina contro la tristezza. Stava quasi per pensare che il ricatto non sia stata la cosa più brutta che le sia mai capitata, poi ricordò i merletti e l’ovatta della sua divisa che aveva ancora addosso e la stomachevole carineria; Gwen avrebbe trascorso il il senso di nausea ritornò. Gwen uscì dal Princess Cafè. Si era dimenticata di cambiarsi, ci avrebbe pensato il buio della notte a proteggerla, doveva solo evitare i lampioni.
Aveva smesso di nevicare, la strada era coperta da una scia di neve.
pranzo di Natale insieme a dei parenti della madre, non aveva motivo di tornare a casa per la fatidica mezzanotte: suo fratello non restava più sveglio per avere il permesso per scartare i suoi regali. Pensò a Zoey, Cameron e Mike e si chiese se fosse il caso di raggiungerli, sicuramento in questo momento staranno condividendo una torta preparata con impegno e affetto dalla rossa. Oppure doveva seguire la strada della casa di Dawn? Sky stava già dormendo?
La miglior soluzione, in quel momento, era di vagare nella tranquillità della città da sola.

I lampioni emanavano una semplice luce fioca, sufficiente per scrutare il volto della persona vegliata da quel debole bagliore.
Sotto il lampione distante un paio di metri, riconobbe il ragazzo più rozzo che abbia mai conosciuto. Pensava che fosse ancora nel cielo vagando all’interno di un palloncino che puzza di fagioli, invece eccolo lì. L’aveva visto per puro caso, oppure per desiderio del Destino.
Corse verso di lui come un razzo. Andandogli incontro le riservò un sacco di adrenalina, non negò di essere emozionata perché poteva rendere migliore la serata a qualcuno vicino a lei. Come nei film.
Magari il karma si sarebbe accorto del suo buon gesto e sarebbe intervenuto per levarle quel lavoro al Maid Cafè.
Gwen accelerò e, con un passo lesto, gli bloccò la strada.  Era davanti a Scott.
-Posso esserle d’aiuto?-
-Cosa? Non mi riconosci sono…-
-Ah si la ragazza scout. Scusa ma non sono interessato ai tuoi biscotti-
Scott sembrava convinto di quello che diceva; era vero che non era mai brillato d’intelligenza, però in quel momento a Gwen venne voglia di strangolarlo per non aver notato l’evidenza.
-Sono Gwen! Gwen degli avvoltoi malvagi, eravamo in squadra insieme in Total Drama e abbiamo fatto una nuotata nelle cascate del Niagara insieme! Ricordi?-
Lo stupore che si dipinse sul suo volto fu a dir poco memorabile, se Gwen avesse avuto una fotocamera non ci avrebbe pensato due volte a fargli una foto.
Un momento, urlò la sua coscienza. Si era completamente dimenticata di Dawn, giocare a fare Cupido le aveva dato alla testa. Era nei guai, aveva raggiunto il contadino per levarsi un peso dalla coscienza e fare qualcosa di carino per colei che aveva tradito, Courtney. Adesso rischiava di fare un errore imperdonabile: conosceva i sentimenti di Dawn ed erano accesi d’amore verso il contadino.
Scott attese in silenzio, comprendendo la confusione che avvolgeva l’animo dell’ex compagna di squadra; inoltre non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sua divisa da cameriera, quante altre volte gli capiterà di vedere una tipa come Gwen vestita da bambolina?
-Ascolta…-
Decise di fare la cosa che riteneva più giusta per Scott, non doveva vederlo come un regalo di Natale esposto in una vetrina.
-Tu sei ancora innamorato di Courtney?- se la risposta fosse stata no l’avrebbe condotto da Dawn, semplice.
Scott pensava a quel nome ogni mattina, gli metteva di buon umore. In tutta risposta, il ragazzo di campagna annuì timidamente
-E’ sempre rimasta al centro dei miei pensieri- ammise. Il cuore del rosso apparteneva già a qualcun altro, cercò di non pensare al docile sorriso di Dawn.
Gwen avrebbe voluto il potere del teletrasporto. Aveva camminato per dieci minuti, pensò che per ritornare al Maid cafè correndo ci avrebbe impiegato la metà del tempo.
-Allora seguimi-
-Sai dove si trova Courtney? Io che l’ho cercata per tutta la città lo devi sapere te che sei la ragazza che più odia?- non aveva tempo di spiegare la storia, Scott doveva accontentarsi della sua parola.
-Fidati e basta, credimi lo so-
Il viso di Scott si scurì all’improvviso, non dipendeva la fiducia che nutriva nei confronti della gotica vestita stile gothic lolita.
-Dove si trova? Lontano?-
-Al Princess Cafè, è qui vicino-
-Allora sbrighiamoci, devo prendere un treno-
Gwen non se lo fece ripetere due volte: ritornò sui suoi passi trascinando con sé Scott, nessuno era più veloce di lei sulla neve (tranne Sky). Non era sicura al cento per cento che Courtney fosse ancora lì, ma doveva perlomeno tentare.
Non potendo vedere il volto di Scott, immaginò il suo viso colmo di gioia e stupore; invece era preoccupato e macchiato dall’inquietudine.

Gwen si sentì quasi triste notando che la sua intuizione fosse giusta: Courtney era seduta a un tavolo da sola del Princess Cafè, l’unico luogo in cui si sentiva al sicuro. Le porte di vetro le permisero di vedere l’espressione persa nel vuoto, priva di vita.
La protagonista conosceva molto bene la solitudine: lei poteva conviverci senza problemi ma era certa che per una tipa come Courtney era tremenda. Non aveva famigliari con cui passare la serata? Lance non la stava a casa aspettando con un regalo incartato male?
Furtivamente gettò uno sguardo sul campagnolo, che stava lottando con la sua mente chiedendosi se fosse un sogno o un incubo.
Non ci poteva credere: Scott la vide dopo due mesi, fino a quel momento gli sembrò un’eternità. Non riusciva a capire perché si fosse innamorato di una ragazza così aggressiva ma che riusciva ad apparire con l’eleganza di una regina. Testarda, competitiva e bellissima: erano le caratteristiche della ragazza protagonista dei suoi sogni.
-Va da lei- disse Gwen in modo distaccato, non aveva motivo di fingersi entusiasta o fare il tifo. Scott la ringraziò sottovoce ed entrò. La porta era aperta, Courtney aveva dimenticato di chiuderla.
D’istinto l'ispanica, sentendo il rumore, si alzò frettolosa e riconobbe subito il ragazzo di campagna.
-S-Scott?- gli occhi s’illuminarono, il cuore riprese un ritmo frettoloso. Un sorriso si disegnò sulle labbra.
-Ehi-
Il suo vestito bianco gli tolse il fiato: sembrava un angelo. Scott si avvicinò con la stessa lentezza in cui cercava di catturare una gallina scappata dal recinto senza spaventarla.
L’ispanica non sopportò quei lunghi secondi, corse verso di lui e lo abbracciò. Voleva mormorare un dolce “mi sei mancato” ma ci pensarono le sue lacrime cristalline a liberare i suoi sentimenti.
Gwen, dietro le quinte, studiò la reazione di Courtney: sembrava…una persona normale. La diciasettenne spalancò gli occhi e capì: se Courtney avesse incontrato Scott nel reality, l’avrebbe pestato a sangue per averla eliminata e per dimostrare la sua autorità; tolte le odiose telecamere, i sentimenti si poteva esprimere senza problemi.
Conoscere Courtney prima del reality sarebbe stato davvero magnifico, pensò.

Gwen fece la stalker per almeno cinque minuti, per la prima volta scoprì un’utilità in quelle porte di vetro. Pensava che d’ora in poi il suo ruolo sarebbe stato quello di un impassibile spettatrice, invece provava solo felicità per loro. Dopo quel lungo abbraccio si erano scambiati qualche parola.
-Io devo andare piccola, per molto tempo- disse Scott accarezzandole i capelli, odiando quel momento: avrebbe potuto portarla con sé, ma non sarebbe riuscito ad assicurarle felicità. Courtney non approfondì il motivo, voleva sapere soltanto una cosa.
-Ti rivedrò?-
-Certo, nei tuoi sogni- quella frase da film romantico non era adatta a una persona irascibile come Courtney, Scott se ne accorse dal suo sguardo omicida.
-Scherzo! Giuro su Dio che mi rivedrai!-
I loro volti erano vicini, fu Courtney a togliere le distanze con un tenero bacio sulle labbra.
 “Era ora!” pensò la gotica, così presa dalla scena che non si accorse del freddo. Non ascoltò quella discussione, non aveva idea che quel bacio fosse d’addio. Guardò il cellulare: segnalava la mezzanotte.
La magia del Natale esisteva davvero?

 

31 Dicembre 2013

Quando Dawn ha invitato lei e un paio d’amici per la festa di Capodanno a casa sua, Gwen non sapeva cosa aspettarsi. Lettura delle foglie di thè? Parlare con scoiattoli?
Quando entrò nel salotto di casa Hope fu stupita, c’era tutto il necessario per una normale festa di fine anno: tavoli ricoperti da una tovaglia allegra con sopra patatine, bibite gassate e altro cibo spazzatura, c’erano anche uno stereo moderno e una tv al plasma. I primi dialoghi erano proprio riguardanti il televisore.
-Un televisore al plasma? Non pensavo che Dawn avesse un oggetto del genere in casa- commentò Zoey in abiti eleganti.
-Io pensavo che usasse una sfera per documentarsi sul mondo esterno- disse Sky con un bicchiere pieno di coca cola in mano, durante le feste si concedeva uno strappo alla regola alla sua rigida dieta. I ragazzi invitati (Cameron, Mike e uno che si vantava di essere il prescelto di una profezia) discutevano sulla Coppa del mondo per club FIFA in Marocco, argomento che non toccava l’interesse di Gwen.
L’unica che restava in un angolino della stanza accanto a una finestra era l’organizzatrice della festa. La gotica si sentì in dovere d’avvicinarsi, la sua solitudine le fece stringere il cuore.
-Dawn, festa grandiosa-  Raggio di Luna osservava il firmamento, senza concederle un piccolo sguardo.
-Grazie-
Rapita dal suo mondo, Dawn navigò in mondi sconosciuti per la gotica. Si chiese che cosa stesse pensando.
-Ascolta… perché ti piace Scott?- la ragazza dalla pelle chiara si voltò, i suoi occhi rispecchiavano il sentimento della tristezza.
-Perché me lo chiedi ora?-
“Perché avrei potuto rovinare l’unica occasione per fartelo incontrare quindi ti prego dimmi un motivo stupido“ pensò sperando che l’amica infranga la promessa e leggesse la sua aura. Si sarebbe sentita meno in colpa.
-Così…ho pensato che una festa del genere avrebbe potuto riavvicinarvi. Se ci avessimo pensato prima…forse…- la sua vigliaccheria raggiunse il limite, non sapeva di essere in grado di mentire alla sua migliore amica. Ma era per una giusta causa. Dawn accennò un sorriso.
-Durante il reality ho dato uno sguardo alla sua anima. Ha avuto un’infanzia difficile, ma nonostante tutto il suo animo è rimasto di ferro e mi ha colpito-
 “Ti prego continua dicendo che ti piace il colore dei suoi capelli”
-Quando Chef mi ha messo in quel sacco quando sono stata eliminata ho guardato tutta la storia di Scott per capire perché mi avesse incastrata. L’ha fatto…per la sua famiglia. Ha una bontà d’animo sorprendente.-
“Dimmi che ti piacciono i cattivi ragazzi”
-Sembra un ragazzo malvagio, ma per mantenere sua sorella e i suoi cugini lavora in miniera, anche durante le feste. Sono molto poveri in fattoria…non ho potuto nulla per lui e questo mi fa soffrire-
D’un tratto nel cervello di Gwen si accese una lampadina. La notte di Natale aveva trascurato un lampante dettaglio.
“Ecco perché!!”
Il viso di Scott si scurì all’improvviso -Dove si trova?-
-Al Princess Cafè, è qui vicino-
-Allora sbrighiamoci, devo prendere un treno-

Provò una smisurata compassione e rispetto per Scott; se l’avesse scoperto sei giorni fa avrebbe fatto di più per fargli passare una buona serata. Dopo un po’ di silenzio, Dawn ritornò a parlarle.
-Lo so che ci siamo parlati poco e mi ha ingannata ma…ma è successo. Spero di poterlo incontrare un giorno, purtroppo non so dove abita. Il mio cuore non mi ascolta quando penso a lui, l’amore non ammette spiegazioni, giusto?-
Fu un colpo difficile da digerire per Gwen. Dawn non meritava di essere triste. Aveva privato quella piccola ed eterna felicità alla sua migliore amica, e per chi? Per un’isterica ispanica che ha sempre provato odio nei suoi confronti. Scott era davvero felice di rincontrarla però.
Non poteva aiutarla. Ormai la sua scelta si era impadronita del passato, e si sarebbe ripresentata nel futuro.




* La filastrocca cantata da Gwen l’ho presa dal sito (http://maestramary.altervista.org/brevi-poesie-natale.htm)
👑💎 Angolo autrice 💎👑
Salveeeeeeee
La seconda strofa di Gwen (ben ritornato onorato padrone, le carte sporche lo può buttare nel bidone). è stata la prima cosa che ho scritto per questo capitolo, non pensavo che l’avrei utilizzata per il Natale. Auguri...in anticipo di mesi. Non sono una a cui piacere scrivere del Natale in un giorno che non sia il 25 dicembre, ma non posso farci nulla se questa storia è iniziata a Dicembre…
Scommetto che all’inizio non capitavate che cosa centrasse il concetto “chiunque può essere partecipe della felicità altrui“ con il capitolo; in effetti ho scritto l’introduzione senza pensare alla seconda parte, poi mi sono accorta che si collegava perfettamente.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Queen FalseHearth