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Autore: Red Saintia    21/10/2018    14 recensioni
Halloween... una serata di eccessi e mistero, nella quale la realtà si confonde con la fantasia. Bisogna fare molta attenzione alle nuove conoscenze che si fanno in questo periodo, potrebbero rivelarsi tutt'altro che piacevoli.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa a “Una festa in zucca”- Challenge di Halloween – indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp


 
Era un autunno anomalo quello, le giornate insolitamente calde davano l’idea che l’estate non volesse lasciare il posto alla frescura autunnale.
I ragazzi avevano ripreso le attività scolastiche con non poca fatica, quelle temperature invogliavano a fare ben altro che stare chini sui libri per cominciare il consueto programma scolastico.
Eppure nonostante una palese insofferenza generale erano arrivati ad uno dei periodi dell’anno che maggiormente aspettavano, l’indomani infatti sarebbe stato il 31 Ottobre ovvero Halloween, la notte dell’eccesso delle maschere bizzarre e spaventose e soprattutto delle feste più particolari.

Tina guardava annoiata il ticchettio dell’orologio presente in aula mentre l’insegnante d’italiano si prodigava in un accurato riepilogo generale sulla Divina Commedia. Lo sguardo della ragazza si spostò su quello dei suoi amici che ormai conosceva da una vita e con i quali condivideva l’ultimo anno di liceo.
Matteo e Sonny perennemente distratti da altro, i loro argomenti preferiti erano sicuramente gli ultimi manga in uscita quel mese e le partite on line alla play. Dall’altro lato dell’aula si trovavano Lidia e Carla, due ragazze adorabili ma assolutamente agli antipodi. La prima molto spigliata, socievole e anche un po’ gatta morta; Carla invece timida e riservata spiccicava a stento due parole e sempre con un certo timore nella voce.

Finalmente il trillo della campanella pose fine a quella che si apprestava ad essere una spiegazione tremendamente pesante.

“Alleluia! Sia lodato il dio tempo Chronos.” esplose Matteo, chiudendo il libro in modo seccato.

Tina e gli altri sorrisero silenziosamente sperando che l’insegnante non lo avesse sentito.
“Shhh… sta zitto prima di farci prendere una sospensione.”

“Tranquilla dolcezza, non mi ha sentito.”

“Si… come se poi te ne fregasse qualcosa. Andiamo dai…” Sonny si alzò imbracciando lo zaino e dando un calcio sul sedere a Matteo.
Lidia e Carla si unirono a Tina e tutti uscirono dall’aula in direzione del cortile.

“Ragazzi parliamo di cose interessanti piuttosto. Allora avete deciso cosa fare? Domani ci sarete per la festa di Tamara?” chiese Lidia sventolando l’invito davanti a gli altri.

“Io vorrei andarci, pare che nessuno sia mai stato a casa sua da quando è cominciato l’anno scolastico.” disse Sonny

“Per forza… quella ragazza mette i brividi. Quando le sono vicino mi sento così a disagio.” Tina si fermò improvvisamente stringendosi le braccia intorno al corpo.

“Sciocchezze! E’ una gran figa invece e secondo me ha organizzato una festa da paura. Dicono che suo padre sia un imprenditore di origini rumene e che la loro casa sia immensa.”

“E bravo Matteo… allora oltre a leggere fumetti fai anche altro. Ti sei informato bene, ciò vuol dire che la straniera ti interessa?” la punta di sarcasmo di Lidia fu notata da tutti, e ciò avveniva puntualmente quando non era lei al centro della conversazione.

“E a te che ti frega, io ci vado perché mi ha invitato. Sarebbe scortese non integrarsi con una ragazza appena arrivata.”

“Che ragazzo premuroso…” rispose lei alzando il dito medio e mostrando il suo palese fastidio per quell’affermazione.

“Tu che farai Carla?” chiese Tina

La ragazza osservò i suoi compagni indecisa sulla risposta da dare.
“Veramente io non amo molto festeggiare Halloween…” i ragazzi la guardarono perplessi.

“Cioè? Hai paura, ti da fastidio o cosa?” disse Lidia

“No… è solo che per me dovrebbe essere una festa commemorativa e non dedita a bagordi.”

“Ma per favore, non essere sempre così bacchettona Carla, vivi con più leggerezza. Tu domani verrai con noi, ho un costume speciale che ti starà una meraviglia vedrai, e commemoreremo chi cavolo vuoi con un po’ di sano casino.” Lidia sapeva essere sempre molto convincente e d’altronde loro erano gli unici che cercavano sempre di coinvolgerla nelle uscite comuni o in qualsiasi altro progetto.

“Ragazzi ci si vede domani sera allora, andiamo con l’auto di mio padre.”

“Allora alla fine la paurosa Tina ha deciso di venire?” disse Sonny

“Per forza, sono l’unica che ha già la patente, se no andate tutti a piedi.”

“Se… col cavolo, lo sai che senza di te non c’è divertimento.”

“E’ inutile che fai il carino, ti conosco troppo bene so che hai puntato Tamara. Ma stavolta non ci metto una buona parola, te la cavi da solo mio caro latin lover.”

Matteo si sentì un po’ punto nell’orgoglio da quell’affermazione. Le ragazze invece si allontanarono tra risatine sommesse e commenti sotto voce.
“Le donne… hanno la lingua più velenosa dei serpenti.”
Sonny scrollò le spalle abbozzando un sorriso e pensando che il suo amico se l’era presa eccome…

 
 
Il giorno seguente non c’era scuola, l’istituto si era preso come prefestivo anche il 31 perché il primo e il due Novembre capitavano nel fine settimana. I ragazzi ebbero modo di poltrire nei loro letti e passare una tranquilla giornata di relax in attesa dei bagordi notturni.
La giornata era stata più calda del solito e anche in serata quell’afa non accennava a diminuire.  Alle otto di sera come d’accordo si ritrovarono tutti sotto il portico di Tina pronti a partire per la festa.

“Uh la la… ma quanti bei mostriciattoli alla mia porta.”

Vestiti e truccati alla perfezione erano pronti per quella che si presentava come una serata indimenticabile.
Matteo era mascherato da dottor Jekyll, Sonny da pagliaccio assassino, Lidia da infermiera psicopatica con tanto di divisa imbrattata di sangue e Carla da spettro con un trucco magistralmente realizzato da Lidia che aveva aggiunto al suo costume addirittura delle catene e in mano una vecchia lampada al cherosene.

In fine Tina, da amante della letteratura qual’era si era mascherata da Wilhelmina Harker la donna amata da Dracula.
“Cavoli Tina sei bellissima!”

“Grazie dottor Jekyll, sono contenta che apprezziate il mio costume.” rispose mostrando i denti da vampira.

I ragazzi salirono in auto tutti un po’ impacciati a causa dei loro abiti, soprattutto Tina e il suo ingombrante vestito del 1800.
Ovviamente per tutto il tragitto l’argomento della conversazione fu la misteriosa Tamara Anghel, arrivata in Italia dalla Romania a fine estate e iscritta nella loro scuola. Non che fosse una ragazza schiva o scontrosa, solo che chiunque le stesse vicino provava timore e un senso d’inquietudine che non sapeva spiegare.
Così quando i cinque amici ricevettero l’invito per quella festa diedero per scontato che anche il resto della classe fosse stato invitato.

“Tina hai letto bene l’indirizzo sull’invito?” il timore o l’impazienza di Matteo nel rivederla erano quasi snervanti.

“Certo che si, non sono ancora rintronata, e tra l’altro conosco la zona.”

Dopo circa venti minuti l’auto del padre di Tina imboccò un viale alberato e tetro che portava ad una magione su due livelli che terminava con un inquietante tetto in stile gotico illuminato da deboli luci.

“Secondo me siamo in anticipo io non vedo altre auto qui intorno.” disse Sonny

“Siamo in perfetto orario invece, magari sono già in casa, avanti non fate i soliti fifoni.” Lidia si sistemò la gonna del suo costume, notando lo sguardo al quanto interessato di Matteo in direzione delle sue gambe. La ragazza aprì il finestrino gettando un chewing-gum fuori, e un brivido improvviso la percosse.

“Ma che diavolo…” esclamò

“Cosa c’è?” chiese Carla

“C’è un aria gelida fuori com’è possibile? Fino a mezz’ora fa faceva un caldo assurdo.”

“Ti starai sbagliando Lidia è impressione. Ragazzi credo che qui l’auto vada bene, scendiamo adesso.”

Il parco che circondava la casa era addobbato in modo impeccabile. Zucche intagliate, ragnatele, spaventapasseri e lapidi in marmo così realistiche da sembrare fin troppo vere.
“Accidenti! Tamara ci sa davvero fare con gli addobbi. Mai visto niente del genere.”

“Ehi Sonny qui c’è scritto quando morirai guarda…” Matteo indicò una lapide con un dito

“Sei uno stronzo lo sai?” fu la sua risposta

“E dai… sei vestito da pagliaccio fatti una risata.”

Mentre i due continuavano a punzecchiarsi una musica dall’interno della casa fece sperare ai ragazzi che la festa fosse iniziata e i loro amici si trovassero già all’interno. Non ci misero molto a lasciare quello spettrale cortile dovendo confermare i timori di Lidia. L’aria in quel posto era davvero gelida, colpa forse della nebbia che lentamente stava scendendo su tutta la casa e che sembrava volesse avvolgerli.
Tina spinse la porta d’entrata, che come presumeva era aperta. Con la musica a tutto volume dubitava che Tamara o qualcun altro avrebbe sentito il campanello. Erano tutti e cinque uno accanto all’altro colti da chissà quale timore verso qualcosa nella quale si erano imbarcati volontariamente.

La porta si spalancò, e il buio li avvolse.

Luci intermittenti, risate e urla strazianti facevano da contorno ad un ampia sala addobbata con enormi candelabri, zucche sparse ovunque, volti orripilanti, manichini e pipistrelli veri che svolazzavano ovunque.
Gli occhi dei ragazzi dovettero abituarsi al buio fitto della stanza, ma dopo qualche secondo si accorsero che a parte lugubri fantocci che spuntavano da ogni angolo, a quella festa erano i soli presenti.

“Secondo me la ragazza prende questo giorno un po’ troppo sul serio. Sembra tutto così tremendamente reale.” disse Matteo

“Che storia è questa, dove sono gli altri?” chiese Sonny

“Non ne ho idea, io sapevo che tutta la classe era stata invitata.” rispose Tina.

“Già, ma nessuno ha mai dato conferma che sarebbe venuto.” specificò Carla

“Volete dire che siamo i soli qui dentro?” Matteo indietreggiò istintivamente

“State dicendo un mucchio di stronzate, siamo in anticipo ecco… gli altri arriveranno a momenti vedrete.” ma le parole di Lidia non erano rassicuranti come voleva far credere a tutti, e una voce proveniente da un punto preciso della stanza confermò i timori che ormai avevano tutti.

“Buonasera amici… felice Halloween, vi assicuro che non siete in anticipo e vi confermo che siete, e resterete, gli unici graditi ospiti di questa festa.”

“Tamara sei tu? Dove sei, fatti vedere?” urlò Tina

“Questa è matta io me ne vado…” Sonny provò ad aprire la porta ma ritrasse la mano dopo aver urlato per il dolore. “Cazzo! Ma cosa… mi sono bruciato. Ragazzi ho la mano completamente bruciata, questa cazzo di maniglia è rovente.”

I ragazzi constatarono che la mano del povero Sonny era piena di bolle e scottature, la pelle si stava lentamente corrodendo come fosse stata a contatto con dell’acido.

“Non è possibile, devi andare subito in ospedale.” Tina si guardava intorno in cerca di una seconda uscita ma con tutto quel fumo e le luci soffuse si vedeva davvero poco.

“Tamara se questo è uno scherzo ti assicuro che è di pessimo gusto, dove sono gli altri e facci uscire di qui, Sonny ha bisogno di un medico.” Le parole della ragazza ricevettero in risposta una sprezzante risata accompagnata dal palesarsi a pochi metri da loro di Tamara Anghel.

La ragazza era avvolta in una tunica nera, il suo volto era pallido quasi evanescente. Solo due occhi rossi come le braci dell’inferno davano una parvenza di vita ad una creatura che sembrava appartenere ad un altro mondo.
Nella mano destra aveva una falce affilata e nell’altra una clessidra, osservava quelli che fino al giorno prima chiamava compagni come un branco di agnelli pronti ad essere immolati.

“Ascolta bene brutta stronza. Hai fatto la figa e hai organizzato una festa con i contro cazzi ok, ma adesso hai rotto. Facci uscire di qui prima che ti infili quell’aggeggio che hai in mano dove non batte il sole.” Lidia si avvicinò di qualche passo ma Tamara fece oscillare la sua falce nell’aria provocandole dei profondi tagli su entrambe le braccia.

“Oh mio dio… oh mio dio. Aiuto! Fateci uscire di qui.” Carla urlò in preda ad un evidente crisi di panico, mentre Lidia si toccava tremante le ferite che perdevano sangue imbrattando il suo già logoro vestito.

“Questa è pazza ragazzi, dobbiamo andare via di qui subito!” Matteo provò a correre lungo la parte opposta della stanza sperando di trovare una via d’uscita ma qualcosa gli afferrò la caviglia facendolo cadere a terra.
“Cosa cavolo è? No… lasciami subito!” quello che credeva un semplice fantoccio gli morse letteralmente la caviglia strappandogli un lembo di pelle e ingurgitandolo poco dopo.

Il ragazzo teneva la mano stretta sulla ferita calciando con l’altra gamba quell’essere che sembrava volerlo assaggiare ancora.

“Matteo!!! Aiutiamolo forza, dobbiamo andare via di qui subito.” ripetè Tina rivolta ai suoi amici.

“Voi non andrete da nessuna parte. Questa casa sarà la vostra tomba, volevate compagnia? Eccovi accontentati …” Tamara sollevò la falce e improvvisamente la stanza si popolò di spettri, anime corrose e tormentate provenienti da un altro mondo che ambivano alla carne fresca che la loro padrona aveva fornito loro.
“Volevate festeggiare Halloween e allora ballate! Forza, danzerete con le anime dei morti fino all’alba, e quando la mezzanotte avrà scoccato il suo ultimo rintocco le vostre di anime apparterranno a me e a questa casa.”

Adesso il terrore si era impossessato dei cinque ragazzi, quella casa la festa erano una trappola e loro ci erano caduti inconsapevolmente e non sapevano come uscirne.

“Ma tu chi diavolo sei in realtà?” chiese Tina, mentre insieme a Carla provava a sollevare Matteo.

“Mi chiamano ‘la mietitrice’ e quelle che vedete fluttuare intorno a voi sono ciò che resta delle anime di chi va ha preceduto. Dovevate venire spontaneamente, solo così avrei potuto avere il vostro spirito dopo aver dilaniato i vostri corpi.”

“Tu sei fuori di testa!” le ragazze sollevarono l’amico e insieme a Sonny e Lidia, che ormai aveva il volto contratto dal terrore, presero a correre per l’intero salone cercando di sfuggire a quella macabra e spettrale danza.

“Non uscirete più da qui, ora mi appartenete… appartenete a loro e al tormento eterno che vi aspetta. Ballate, agitatevi, la vostra paura è il nutrimento dei miei non morti.”

Le anime dei dannati risvegliati da Tamara si muovevano in circolo come richiamati ad adempiere al loro ruolo di castigatori, non avevano più un corpo ma avevano la facoltà di ferire i vivi lacerare le loro carni, strappare le vesti che indossavano e costringerli ad arrendersi ad una fine inevitabile.
A nulla valsero i loro tentativi di fuga, i loro corpi martoriati da quegli esseri infernali non davano tregua alcuna.

“Perché… perché ci fai questo. Lasciaci andare ti supplico!” non aveva più lacrime Carla, malediceva se stessa per essersi lasciata coinvolgere in quella serata e si disperava per quella situazione così dannatamente assurda che stavano vivendo.

“Perchè questo è il mio compito, ogni anno ad Halloween vengo a riscuotere i frutti del mio raccolto… e voi siete un bottino molto invitante.”

La musica assordante copriva le loro urla, inermi e impotenti contro quell’orda di anime che li trascinavano nella loro mortale danza. A nulla serviva cercare di divincolarsi dal loro abbraccio fatale.
Nessuna supplica, nessuna preghiera smossero l’animo di Tamara e quando il pendolo che troneggiava al centro del salone suonò la mezzanotte cinque corpi straziati e mutilati caddero al suolo in quella stanza dissolvendosi pochi attimi dopo. Nuove anime adesso fluttuavano erranti e inquiete in quella casa.

“Bene… anche quest’anno il raccolto è stato fruttuoso, la danza delle anime è terminata ora è tempo di riposare.”

Un silenzio surreale troneggiava in tutta la casa, la festa era terminata. Tra poco sarebbe sorta l’alba del primo Novembre. L’inquietante magione sarebbe rimasta chiusa per un altro anno custodendo al suo interno cinque maschere nuove di zecca appartenenti ad altrettanti nuovi personaggi.



Eccomi per la challenge di Halloween. Spero di aver fatto un lavoro discreto, è la prima volta che partecipo quindi siate clementi. Il prompt da me scelto è il n. 1 ovvero la festa nella quale si danza con i morti. Grazie in anticipo a chi avrà piacere nel leggere questa storia.
   
 
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