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Autore: Shireith    21/10/2018    2 recensioni
Mentre il trio soggiorna per un periodo nella residenza invernale, Rayla scopre di essere molto interessata ad Amaya e chiede un favore a Callum.
Dal testo:
«Callum?»
«Sì, Rayla?»
«Non c’è bisogno che tu usi quel tono.»
«Quale tono?»
«Beh, quel tono.
Il tono. Come se fossi un professore» spiegò, cercando di non ferire i suoi sentimenti.
«Sembri un idiota, Callum» intervenne Ezran, approcciando il fratello in modo più diretto e schietto.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’importanza della comunicazione
  
 La zia di Ezran e Callum era, per usare un tecnicismo, una donna con le palle. Rayla avrebbe anche usato un’altra espressione per descriverla, ma riteneva che quella fosse la più adatta, perché la sua prima impressione circa la donna era stata proprio questa.
 Amaya era l’unico essere umano che era stato in grado non solo di combattere alla pari con lei, ma che era addirittura riuscito ad avere la meglio. Dunque, non c’era dubbio che le abilità fisiche di Amaya fossero superiori a quelle di Rayla. Questo, tuttavia, non le dava fastidio. Al contrario, Rayla considerava Amaya un esempio positivo da seguire, una persona da cui imparare, e da rispettare.
 Erano un paio di giorni che Rayla continuava a osservare Amaya in silenzio; e, sebbene lo facesse cercando di non dare nell’occhio, Amaya se n’era resa conto. Ed era sempre Amaya, a dire la verità, che ricambiava le attenzioni di Rayla, ma lo faceva sempre con aria più circospetta e accorta, come per controllare ogni suo movimento nel caso si fosse rivoltata contro di loro. Benché i suoi nipoti avessero un’alta opinione di Rayla, Amaya era diffidente – forse era perché era un’elfa dell’Ombra della Luna, forse perché continuava a fissarla da giorni, o, ancora più probabile, entrambe.
 Per quanto riguardava Gren, l’uomo aveva decisamente meno problemi a fidarsi di Rayla. Si era dimostrato amichevole nei suoi confronti sin dal giorno in cui Callum ed Ezran avevano garantito a lui e Amaya che Rayla non avrebbe mai e poi mai tentato di far loro del male. Sebbene Rayla fosse felice che almeno lui non avesse più riserve nei suoi confronti, adesso si poteva dire che forse avrebbe preferito il contrario.
 Gren era molto... particolare. Loquace. Sì, loquace era la parola ideale per descrivere un tipo come Gren. Era quasi impossibile odiarlo, perché odiare Gren sarebbe stato come odiare un cucciolo di panda. Tuttavia era innegabile che parlasse fin troppo. Considerata la sua lingua lunga e la tendenza di Runaan a odiare le lingue lunghe, era un miracolo che Runaan non fosse impazzito durante il periodo in cui Viren li aveva tenuti prigionieri.
 I cinque erano radunati nella casa invernale da un paio di giorni. Ezran era seduto su una poltrona a fianco al camino e stava raccontando a Rayla qualcosa cui la ragazza stava prestando poca attenzione. Buona parte della sua attenzione era rivolta a Callum e Amaya, cui occasionalmente scoccava delle occhiate furtive nel tentativo di capire di che cosa stessero conversando. Ma per quanto ci provasse, non c’era modo di riuscirci: i loro gesti erano del tutto incomprensibili, per lei.
 Circa cinque minuti dopo, Amaya e Callum smisero di parlare e si divisero.
 Rayla sorrise ad Ezran e con tono garbato lo interruppe chiedendo: «Ezran, mi daresti cinque minuti?»
 Il bambino annuì.
 Rayla s’alzò e si diresse in direzione di Callum. Costui era ora completamente immerso nella sua arte, ma alzò lo sguardo sull’amica quando la vide arrivare con la coda dell’occhio. «Perché mi guardi così?» domandò, inarcando un sopracciglio.
 «Come fai a capirla?» domandò Rayla, diretta, indicando con un cenno del capo la porta da cui Amaya era uscita appena un minuto prima.
 Benché non sapesse perché ne fosse così interessata, Callum capì subito a che cosa si riferisse Rayla. «Oh, quello. Be’, non è per niente difficile» replicò. «Anzi, è anche più facile di quanto non possa sembrare. Devi solo esercitarti un po’ e prenderci la mano.»
 L’interesse di Rayla crebbe ulteriormente. «Mi insegneresti?»
 Callum le indirizzò un’occhiata stupita e non rispose. Avendo l’impressione di avergli porto una domanda sciocca, Rayla cercò di rimangiarsi la parola. «Sai che c’è? Lascia stare. Era una domanda stupida.»
 «No, no!» Callum esclamò tutto d’un fiato. «Non era per niente una domanda stupida. Sono solo sorpreso che tu voglia imparare il lingua dei segni.»
 Rayla alzò le spalle con disinvoltura. «Perché non dovrei?»
«Nessuna ragione in particolare. È solo che alcune persone lo trovano, non so, stupido?»
 Rayla sorrise come se, di tutte le cose stupide, quella fosse la più stupida. «Io penso sia fantastico. È un modo in più per comunicare con le persone.»
 Callum annuì con enfasi. «Vero? È sempre quello che dico anch’io.»
 «E puoi insultare gli altri senza che se ne rendano nemmeno conto.»
 «Non è esattamente quello che…»
 «Credo che tua zia potrebbe farlo, ma poi Gren sarebbe troppo educato per insultare qualcuno e allora direbbe qualcosa di più gentile invece di tradurre alla lettera le sue parole.»
 «Dubito fortemente che una cosa del genere potrebbe mai succedere.»
 «Gren?» chiamò Rayla, ignorando completamente l’ultima affermazione di Callum come se non si trovasse neanche in quella stanza.
 Gren fece capolino da dietro la porta della cucina. «Sì, Rayla?»
 «Tu e Amaya avete mai usato la lingua dei segni per parlare male di qualche idiota che non poteva capirvi?»
 «Rayla! Non farebbero mai una cosa del genere!»
 «Vedi,» iniziò Gren, «c’era questa volta in cui Viren...»
Rayla scoccò a Callum un’occhiata che urlava a gran voce “Io ho ragione e tu no”. Callum s’imbronciò, ma non rispose.  Oh, Gren!
 
  
 Quello stesso giorno, Callum tenne fede alla sua promessa di insegnare a Rayla il lingua dei segni. Nessuno gliel’aveva mai chiesto prima d’ora, e dunque era per Callum la prima volta. Ci teneva a dare una buona impressione, perciò cercò di ricordarsi quando, da bambino, era stata Amaya stessa a insegnargli la lingua dei segni, cosicché potesse imitare il suo metodo.
 Prima di iniziare, Callum diede due colpi di tosse, e Rayla non capì se stesse cercando di sembrare più maturo o se fosse semplicemente nervoso. «Innanzitutto,» iniziò il ragazzo, il tono di voce stranamente saggio, «devi sapere che il lingua dei segni è una lingua completa e articolata come lo sono tutte le altre.»
 Dunque era la seconda.
 Rayla trattenne una risata e cercò di non far notare a Callum quanto suonasse ridicolo. «Callum?»
 «Sì, Rayla?»
 «Non c’è bisogno che tu usi quel tono.»
 «Quale tono?»
 «Beh, quel tono. Il tono. Come se fossi un professore» spiegò, cercando di non ferire i suoi sentimenti.
 «Sembri un idiota, Callum» intervenne Ezran, approcciando il fratello in modo più diretto e schietto.
 «Ecco... sì, quello.»
 «Oh» fece Callum, cercando di apparire disinvolto.  «Capisco.» Decise di non rivelare ai due di aver fatto pratica con il tono per tutta la mattinata e continuò la lezione.  «Come stavo dicendo, la lingua dei segni è una lingua completa. Tanto per dirne una, ha un alfabeto tutto suo, detto alfabeto manuale perché puoi riprodurre qualsiasi lettera tu voglia con il semplice utilizzo di una mano.»
 Rayla sollevò la propria mano e la esaminò con interesse, come se non ne avesse mai avuta una e gli fosse spuntata solo ora. «Tutte le lettere con una sola mano, dici?»
 «Sì» ribadì Callum. «Questa, per esempio, è la A» spiegò, chiudendo il pugno e portando il pollice a lato della mano.
 Rayla replicò i suoi movimenti con facilità.
 «Sì, proprio così. Ottimo lavoro. Questa invece è la B» continuò, e questa volta distese le dita verso l’alto facendole toccare tra di loro e piegò il pollice sul palmo.
 Callum continuò a istruire Rayla su tutte le lettere dell’alfabeto, ripetendo il processo nella sua interezza altre due volte.
Una volta che ebbero finito, Rayla sospirò. «Sono facili da imparare ma difficili da ricordare.»
 «È vero,» convenne Callum, «ed è proprio per questo che l’alfabeto manuale è usato principalmente per fare lo spelling di nomi di persone, luoghi, libri e così via. Ma dire un’intera frase lettera per lettera sarebbe molto più complicato, senza contare che ci metteresti un sacco di tempo. In questi casi, per comunicare in modo più pratico, ci si esprime con una serie di gesti.» Come primo esempio, Callum si portò una mano al lato della fronte e la protese verso l’esterno – un gesto che corrispondeva a un normale «Ciao», spiegò l’attimo dopo.
 

 Da quel giorno, esercitarsi nella lingua dei segni in compagnia di Callum – e ogni tanto anche Ezran – divenne parte della routine di Rayla.
 Poi, circa una settimana dopo, Amaya fece il suo ritorno. Rayla non sapeva dove fosse stata – si era dimenticata di domandarlo a Callum o Ezran – e si guardò bene dal chiederlo alla diretta interessata, poiché sapeva che Amaya non si fidava di lei e non voleva peggiorare la situazione dando l’impressione di essere invadente.
 Rayla fu la prima a vedere Amaya poiché gli altri stavano ancora dormendo. Solo lei era già sveglia, perché, essendo da sempre una persona mattiniera, raramente dormiva più dello stretto necessario. Si trovava all’esterno, seduta in veranda, quando vide Amaya arrivare.
 Amaya la notò all’incirca nello stesso istante e le indirizzò un’occhiata indecifrabile.
Dove sono gli altri? stava per chiedere, ma poi si ricordò che Rayla non poteva comprenderla. Perciò prese un pezzo di carta e vi trascrisse la domanda. Sarebbe riuscita a capire la risposta di Rayla leggendo il movimento delle sue labbra.
 Quello che non si aspettava era vederla rispondere adoperando la lingua dei segni.
Stanno ancora dormendo, rispose infatti Rayla l’istante dopo.
 Amaya la fissò senza muovere neanche un muscolo. Poi annuì, e le sue labbra si curvarono all’insù.
 Quella fu la primissima volta che Amaya sorrise a Rayla.
 



Amaya è un tipo di personaggio molto positivo e la adoro, così come adoro anche Gren. Credo che inizialmente sarebbe poco incline a fidarsi di Rayla, ma cambierebbe idea una volta capito che Rayla non è affatto pericolosa. Dal canto suo, credo che Rayla sia rimasta colpita dalle abilità di Amaya e che la rispetterebbe facilmente, se solo avessero l’occasione di conoscersi un po’ meglio. A questo punto, Rayla sarebbe interessata nell’imparare la lingua dei segni, perché  indubbiamente il metodo più efficace per comunicare con Amaya. Gren non può seguirla letteralmente ovunque, e immagino che tutte quelle persone che hanno a che fare più o meno quotidianamente con una persona sorda desidererebbero imparare la lingua dei segni. Io non ho mai incontrato persone sorde, però la lingua dei segni – che è davvero una lingua completa e complessa quanto le altre, come dice Callum – mi sembrava e sembra tuttora una conoscenza molto importante da acquisire. Tuttavia sono ancora alle basi, quindi, nel caso una persona con più esperienza di me in merito stesse leggendo queste note e avesse notato un errore nelle spiegazioni di Callum, si faccia pure avanti. Non mi faccio problemi, anzi…!  
Infine, se a qualcuno dovesse interessare, la lingua dei segni usata nella storia è la variante americana, che poi è anche quella che utilizza appunto Amaya, stando alla wiki inglese di The Dragon Prince.
   
 
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