Vorrei scomparire per un po’.
Scomparire non nel senso morire; l’ho pensato tante volte nella mia vita in realtà, ma mi sono resa conto che solo il pensiero della mia vita che finisce mi terrorizza.
Sono appesa ad un filo, sempre.
Come tutti d’altronde. Ma io non voglio morire.
Solo a volte, vorrei dissolvermi un attimo, lasciare che la vita non mi imprigioni anche solo per dieci secondi.
Mi ricorderò sempre delle parole di una mia amica, mi ha definito in uno stato di solitudine continua da cui non riesco a liberarmi.
Prima cercavo di riempirli quei vuoti, vuoti laceranti che non ho mai capito come colmare e infatti è sempre andata male.
Nessun bacio, nessun abbraccio, mi ha mai aiutata a non sentirmi così pesante neanche una volta.
Eppure io me lo ripeto: non mi serve l’amore, d’altronde sono così abituata a stare da sola con me.
Io, me, me stessa e basta. Poi le vedo per strada quelle persone innamorate, le vedo anche nei film e mi immedesimo così tanto che per un istante mi sento anche io innamorata come loro.
La mia empatia, un’arma. La uso bene con gli altri, per leggerli, interpretarli.
Per quanto riguarda me? A volte mi sembra di soffrire più per le tristezze degli altri, che per le mie.
È così che mi metto da parte, piano piano, per sentire i miei "demoni" lontani da me. Ma chi ci riesce?
Probabilmente se qualcuno leggesse tutti i miei pensieri penserebbe che sono fuori di me, forse anche un po’ depressa, chi non lo è infondo? Mentiamo così tanto a noi stessi, eppure nonostante li odi, io i miei demoni li accolgo.
Sono qua ormai, fanno parte di ciò che sono oggi, di quello che sarò domani, sono cresciuti piano piano con me.
Mi è sempre piaciuto scrivere, un po’ meno quello che esce fuori ogni volta, perché io non so scrivere ciò che non sento.
Scrivo al posto di vomitare.
Vomito parole.