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Autore: Manto    23/10/2018    2 recensioni
L'intera raccolta partecipa al contest "Un fiume di soulmate!AU" indetto da rhys89 sul forum di EFP.
L'amore, l'umanità e il futuro non guardano all'aspetto, alle dicerie e alla reputazione di nessuno: appena scorgono un cuore capace di provare qualcosa che non sia solo rabbia o solitudine, vi entrano per germogliare e creare qualcosa di nuovo, cambiando così una sorte già decisa.
Una storia di sentimenti e memoria, di lontananza che non è mai veramente tale, di dolce fragilità e forte connessione.
Possibili riferimenti a Infinity War.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: AU, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: I personaggi sotto trattati non mi appartengono.
Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

* Soulmate scelto: Ogni volta che perdi un oggetto (come un calzino), quello finisce in qualche modo in possesso del tuo soulmate.


Anche I Mostri Possono Amare



1# La Luce in Ogni Crepa




Dapprima è un paio di occhiali: strumenti semplici, anonimi, qualcosa che ti trovi sotto le dita senza alcuna ragione né grande interesse. Banali, vero; ma caldi, addirittura bollenti tra le insensibili mura che ti circondano, fragili e quasi palpitanti sotto i polpastrelli che improvvisamente si fanno più attenti, e puri: questo il curioso aggettivo che ti attraversa la mente quando li prendi in mano, quando esiti a lasciarli andare.
In seguito, in una mattina di neve e grida,
è la volta di un portachiavi: una scimmietta dagli occhi enormi che ti scivola lungo la gamba, come precipitata dal soffitto, e che per poco non ti distrae dal tuo quotidiano allenamento. Il pupazzetto cade nellennesimo sangue che hai appena sparso e rimane a fissarti con sguardo vitreo, ma di certo più vivo del tuo; e quando ti chini per prenderlo in mano, il tepore della stoffa inviolata ti quasi i brividi.
Una camicia, una penna, una spazzola
più la Stanza Rossa chiude gli artigli intorno al tuo capo, più gli oggetti improbabili si moltiplicano; quasi come a sussurrarti di resistere e, chissà da quale realtà e con tutte le sensazioni che ti fanno provare, che non sei perduta, se puoi ancora sentire.
E
nelle notti intessute dinsonnia e illusioni le tue braccia stringono quei tesori, appigliandosi alle tracce dumanità — le uniche che il luogo abbia mai visto — che hanno portato da un altro mondo e che nemmeno odio e violenza riescono a macchiare; e per ogni volta che dimentichi la pietà, tanto più li tieni vicini al cuore per tentare di perdonarti.
Tutto ciò non
può salvarti dalla tua sorte, tuttavia: alla fine il corpo viene piegato e domato per lultima prova, e le crepe che presenta sono ignorate. Inutile allungare una mano verso gli impotenti compagni di silenzio e tristezza; doloroso allontanarsi con il pensiero di andarsene, e poi ritornare senza più nemmeno la menzogna della scelta.
Ma nemmeno in quell
istante i doni dellaltrove ti abbandonano: perché, qualche attimo prima della sconfitta, sulle dita ancora tese piove un fiore rosso come i tuoi capelli. E il tocco di questi è lenitivo come un bacio o una carezza, dolce come un sorriso sincero; ti intride il palmo quando lo serri, rimane con te anche davanti alla fine, finisce per diventare il tuo estremo pensiero e, come ogni altra cosa, entra nella tua anima per trovarvi casa.
Un giorno, quando una qualche pace ti avrà trovato, lo vedrai da te quale frutto sta già generando.








NOTE


Il titolo riprende Hemingway: “Siamo tutti spezzati; è così la luce che riesce a entrare”.
Nei film ho letteralmente amato il volto meno sicuro e più intimistico, colmo di rimorsi, di Natasha: qualcosa che rende il personaggio molto verosimile e che mi ha fatto entrare in sintonia spesso e volentieri con lei, tanto che proprio a queste sue “falle” ho voluto dedicare tale flashfic, soffermandomi su quella debolezza che si mostra solo in relazione agli oggetti che trova.
Quel suo essere “spezzata”, memore di ciò che vorrebbe e non vorrebbe, è anche la chiave per poter essere una persona migliore; e così lo è permettersi di abbassare la maschera e rivelare la parte più profonda del proprio cuore, una qui condannata fragilità che invece è grande forza, e quindi luce.


   
 
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