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Autore: LauGelso    24/10/2018    0 recensioni
Mi sembrano passati secoli dall'ultima volta che ho pubblicato una storia su questo sito.
Tra lavoro, impegni vari e soprattutto a causa dell'ispirazione sparita, non sono più riuscita a scrivere nulla.
Ma ora eccomi qui: si tratta di una raccolta di One - Shot, per ora a tema Klaroline...in futuro chissà.
Momenti non raccontati, what if e simili.
Spero vi piaccia, buona permanenza e buona lettura!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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_ The Dress_




Alla vista dell’abito, Caroline si era illuminata.
 
Lo aveva poi preso con delicatezza tra le mani, come se temesse che il solo contatto con le dita potesse rovinarlo in qualche modo.
 
"È davvero bellissimo."
 
Aveva detto con evidente emozione mentre accarezzava la stoffa preziosa e candida
 
"Come l’hai avuto?"
"È una lunga storia che un giorno ti racconterò, ma non adesso. Ora vai o rischi di fare tardi al tuo ultimo ballo scolastico."
 
Caroline annuisce e si dirige verso la porta, ma si blocca sulla soglia e si gira verso Klaus
 
"Ti dispiace se lo provo qui?"
"Qui?"
 
Klaus non nasconde lo stupore nella voce e nemmeno l’espressione del viso resta neutra.
Caroline nota subito il cambiamento dell’ibrido, così si avvia verso le scale.
 
"Non importa. È stata una cosa stupida da dire. Lo provo a casa mia e.."
 
La mano di Klaus le afferra il polso prima che lei possa muovere un altro passo.
 
"Ti lascio un po’ di intimità."
 
Detto questo scende le scale in silenzio, lasciando una confusa Caroline al centro dell’enorme stanza da letto.
 
 
 
[…]
 

 
 
Non sa dire con certezza quanto tempo passi, sa solo che ad un tratto la sente sbuffare sonoramente e maledire il vestito, o meglio, la cerniera che si trova sulla schiena e che ne percorre tutta la lunghezza.
All’ennesima imprecazione della bionda, l’ibrido trattiene a stento una risata e si precipita di corsa al piano di sopra.
 
Lei è ancora al centro della stanza, ma la posizione è diversa rispetto a prima: dà le spalle allo specchio che occupa quasi tutta la parete opposta alla porta e ha i capelli biondi e mossi che le coprono quasi completamente il viso.
 
"È in corso la Terza Guerra Mondiale e non ne sono stato messo al corrente?"
 
Caroline alza il viso verso di lui e sposta una ciocca di capelli giusto il tempo di fulminarlo ed incenerirlo con lo sguardo, per poi tornare alla sua missione impossibile: allacciarsi quel maledetto vestito che proprio non vuole saperne di collaborare.
 
Klaus è visibilmente divertito da quella situazione bizzarra e si avvicina alla vampira con un’espressione beffarda dipinta sul volto.
Con le mani le divide i capelli in due metà perfette, come se stesse aprendo una tenda, rivelando così il viso paonazzo di lei.
 
"Sembra che qualcuno qui sia in notevole difficoltà e abbia bisogno di aiuto."
"Ce la faccio benissimo anche da sola."
 
Il tono secco e irritato di Caroline non fanno però demordere l’ibrido.
 
"A me sembra proprio il contrario. Ma se vuoi restare qui tutta la notte e perderti il tuo ballo…" fa ben attenzione a sottolineare la parola “tuo” "… allora fa pure. Buona fortuna. Non ho alcuna intenzione di mettermi in mezzo tra una donna ed il suo abito. Anche se l’abito in questione è forse il più bello e prezioso che io abbia mai visto."
 
In realtà quegli aggettivi probabilmente non sono veramente rivolti al vestito.
Probabilmente alludono a qualcosa di diverso, a qualcuno. A lei.
 
È bellissima.
Anche con il viso arrossato per la stizza e l’imbarazzo.
 
Resta a guardarla negli occhi per un altro istante, poi toglie le mani e lascia che i capelli di lei tornino a caderle a cascata sul volto; non appena si muove , la voce di Caroline piena di rassegnazione giunge alle sue orecchie.
 
 
"Aspetta. E va bene, hai vinto."
"E quale sarebbe il mio premio, di grazia?"
"Piantala di fare lo spiritoso o ti lancio la prima cosa che mi capita tra le mani, nella profonda speranza che sia fatta di Quercia Bianca!"
"Sarebbe una minaccia? Era piuttosto convincente sweetheart, sai?"
 
Klaus ride sommessamente
 
"Non è affatto divertente."
 
E così, ricordando la conversazione avuta con lei giusto qualche minuto prima, dopo un sorriso beffardo torna serio.
O almeno ci prova.
 
"Allora? Hai intenzione di stare lì impalato o vieni a darmi una mano?"
"Uhm…non credo di aver sentito una certa parolina."
 
Caroline si rimette perfettamente dritta e si volta verso di lui con uno scatto e finalmente Klaus può rivedere il suo viso
 
"Seriously, Klaus?"
 
Lo sta guardando con visibile disappunto; un sopracciglio inarcato e la fronte aggrottata.
 
"Sono serissimo."
 
La bionda alza gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente
 
"Per favore, mi aiuteresti con il vestito?"
"Se me lo chiedi con tutta questa gentilezza, non posso di certo rifiutare."
"Molto divertente, Klaus. Molto divertente."
 
 
  
 
[…]


Si posiziona dietro di lei e senza troppa fretta o senza sembrare inappropriato, posiziona le mani nel punto in cui la lampo si è incastrata.
Il lieve contatto delle dita di lui sul lembo di pelle scoperto le provoca un brivido lungo la schiena;
Klaus se ne accorge e non perde l’occasione per poter stuzzicare la giovane vampira.
 
"Non credevo di farti questo effetto, love."
"Taci e non sopravvalutarti, Klaus. Hai semplicemente le mani congelate."
 
Effettivamente, constata l’ibrido, la giovane donna che gli sta dando le spalle non sta affatto mentendo.
 
"Io dico che è la nostra connessione."
"Noi non abbiamo una connessione."
 
Klaus sorride furbo e si sporge appositamente in avanti, in modo che il suo mento ispido tocchi quasi la spalla nuda di Caroline e le sue labbra siano a pochi centimetri di distanza dal suo orecchio.
 
"Perché sei qui, allora?"
"Mi serviva un vestito."
 
L’ibrido è ben consapevole che presto oltrepasserà un limite e soprattutto un punto di non ritorno con la sua dolce Caroline, ma quando avrà di nuovo l’occasione, la fortuna ed il privilegio di vederla sola e soprattutto così indifesa e vulnerabile?
Sta giocando facile, e soprattutto sporco.
Ma quello è per ora l’unico modo per poter ottenere delle risposte da lei.
 
"E sei venuta proprio qui?"
"Si trattava di un’emergenza."
"Avresti potuto soggiogare qualcuno…"
 
Klaus si sta palesemente divertendo, ma lo stesso non si può dire di Caroline.
Anzi.
 
"Vuoi che me ne vada? Lo faccio. Con piacere. Credi che mi faccia piacere stare in compagnia dell’uomo che mi ha privata del mio fidanzato, eh? Dovrebbe esserci lui ad allacciarmi il vestito, a guardarmi, a farmi ballare. Invece non c’è! Ed è tutta colpa tua!"
 
Con rabbia e con le lacrime agli occhi, Caroline spinge con una vigorosa spallata l’ibrido lontano da lei, quanto basta per mettere sufficiente distanza tra loro.
 
Non  piangerà.
Non davanti a lui. Non gli darà mai una simile soddisfazione.
 
Cielo, è furiosa.
Soprattutto con sé stessa: non è solo il fatto che Tyler non sia lì, ma soprattutto è rimasta spiacevolmente sorpresa dalle domande e dal tono di Klaus.
Sembra lo infastidisca la sua presenza.
Sembra trovarla inappropriata, frivola e chissà cos’altro.
Vuole solo uscire da lì e lanciargli addosso quel maledetto vestito.
 
Klaus, dal canto suo, è scioccato dalla reazione di Caroline, ignorando la vera ragione che turbi e tocchi veramente la giovane.
 
"Caroline…"
"Penso che tu abbia decisamente detto abbastanza! Sparisci e lasciami sola il tempo di rivestirmi. Tieniti questo stupido vestito, non lo voglio. Dallo a una delle tue tante amanti e lascia in pace me!"
 
 
E sono le parole “una delle tue tante amanti” a rendere cristallina la situazione a Klaus.
È arrabbiata con lui. E gelosa.
Gelosa…forse.
Arrabbiata…sicuramente.
 
 
"Caroline…ascoltami.."
"No, vai al diavolo! S-sei un emerito idio.."
 
Prima che possa terminare la frase, Caroline si ritrova a specchiarsi negli occhi grigio-verdi e profondi di Klaus a causa della mano destra di lui che le tiene il mento alzato con due dita posizionate sotto esso.
 
"Non sono affatto infastidito dalla tua presenza."
 
La rabbia di Caroline svanisce e al suo posto si insinuano lo stupore e la paura.
La ragione? Klaus riesce sempre a leggerle dentro, a scavarla nel profondo.  A capirla con un semplice sguardo.
In quel momento non riesce a pronunciare una sola sillaba, così lascia che sia Klaus a parlare.
 
"E lo sai anche tu. Lo senti. Altrimenti non avresti sentito quel brivido poco fa. Come puoi anche solo pensare che io sia infastidito o abbia aggettivi e sensazioni negative nei tuoi confronti? Spiegamelo, Caroline..perchè onestamente non lo capisco."
 
"Perché così è più facile. Più giusto."
 
Caroline non stacca nemmeno un istante gli occhi da quelli di lui.
 
"È più facile se ho pensieri negativi. Se ti odio."
 
Klaus muove un passo verso di lei e porta l’altra mano sulla guancia di lei, accarezzandola con delicatezza con le nocche.
 
"Mi odi?"
 
Caroline prende un respiro profondo e distoglie lo sguardo, ma Klaus le afferra il mento e la costringe a far incontrare nuovamente i loro sguardi.
 
"Voglio che tu mi guardi negli occhi mentre me lo dici."
 
La voce di lui è calda, morbida, ma decisa.
Caroline si sente perduta. Non ha via di scampo e se provasse a scappare, lui riuscirebbe a prenderla senza troppa difficoltà, o peggio, rischierebbe di rimanere nuda davanti a lui.
Deglutisce e si sforza di non distogliere lo sguardo un’altra volta.
 
"No, non ti odio. Lo vorrei."
 
Il cuore di Klaus perde un battito.
 
"Lo vorresti?"
"Lo vorrei."
"Perché?"
"Credo che tu voglia sapere troppo. Stai oltrepassando un limite…e lo sai."
"Lo so. Ma.."
"Niente ma. Basta così. Per favore."
 
La voce di Caroline si ammorbidisce ed addolcisce sempre di più ad ogni frase pronunciata, ma in ogni caso non ammette repliche. Il discorso andava chiuso, punto.
 
"Girati. Tiriamo su questa maledetta lampo."
 
Sorride ed il suo sorriso viene ricambiato.
 
 
Con uno scatto secco, la zip si chiude alla perfezione, troppo in fretta secondo Klaus.
 
"Ecco fatto. Sei libera."
 
Quello che nessuno dei due si aspetta, è quanto accade dopo:
Caroline si volta all’improvviso e con enfasi, non conscia di quanto lei e Klaus siano vicini.
 
Questo movimento fa sì che si ritrovino non solo faccia a faccia, ma con i nasi a contatto.
Entrambi si gelano sul posto ed i loro cuori prendono a battere all’impazzata e all’unisono
 
"Hai proprio fretta di scappare, love."
 
La voce di lui è bassa, mentre gli occhi si dividono tra gli occhi e le labbra di lei.
Quelle labbra sembrano chiamarlo, invitarlo, tentarlo pericolosamete.
Il profumo inebriante e divino di lei di certo non aiuta affatto.
 
Potrebbe stringerla tra le braccia ed inspirare a fondo il suo profumo ed accarezzare quelle onde bionde e morbide.
Potrebbe fare sue quelle labbra e mostrarle un vero bacio, tanto da farle tremare le gambe.
Potrebbe e vorrebbe fare molte cose, ma non lo fa.
Accarezza ancora una volta il viso delicato e candido di lei, poi si avvicina e le posa un delicato e casto bacio sulla fronte.
 
Quel contatto scatena in Caroline pensieri che non ha mai avuto prima nei confronti di Klaus o di nessun altro, scatena in lei la voglia di afferrare il viso di lui e fare in modo che le loro labbra si incontrino, perché cielo, si rende conto di volere che accada.
Vuole che lui la stringa tra le sue braccia forti, vuole che lui la baci e che non la lasci più.
La verità è che quella loro maledetta connessione esiste eccome, e ogni volta che sono nella stessa stanza le sembra di poterla toccare e di impazzire per quanto è intensa.
Ma non fa nulla, non dice nulla; si maledice per i suoi pensieri e per i suoi desideri.
Quella situazione doveva decisamente essere stroncata sul nascere.
 
 
"Klaus…"
 
La mano di lei si posa con cautela sul petto di lui.
 
"Lo so."
"Devo andare."
"Lo so."
 
I loro occhi restano in contatto ancora per qualche istante e durante tutto quel tempo parlano al posto della voce e dei gesti. Si capiscono, leggono nell’uno gli stessi pensieri dell’altra e questo li turba; poi anche loro si separano e tornano distanti, inconsapevolmente desiderosi di incontrarsi e scontrarsi nuovamente.
 
Quella sera i due si separano con il cuore e la testa pesanti, ma soprattutto con la consapevolezza che quella connessione è perennemente nell’aria e li sta mettendo a dura prova.
 
 
  
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