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Autore: Will_Power    24/10/2018    1 recensioni
Dal principio: sappiamo che il loro amico, Will, non è rinato insieme a loro come avrebbe dovuto ( e come è anche accaduto nei secoli passati). E qui ci porta alla domanda: Perché? Cos’è successo? Come mai il suo luogo di rinascita è cambiato, sempre se sia rinato, non è insieme ai suoi amici e alla sua famiglia? Quando le speranze per loro furono perse, ecco che li dal finestrino di un autobus ( mentre loro sono in gita) notano una ragazza che sta aspettando di attraversare. Ma non è questo il fatto più eclatante, assomiglia a tutto e per tutto al loro amico, anzi sembra proprio il loro amico! Eppure c’è qualcosa di diverso. La ragazza si accorge di essere osservata e a sua volta porta gli occhi in quelli dei 5 ragazzi e 5 ragazze che la stanno guardando. Il semaforo scatta e lei passa come se nulla fosse. Destino? Karma? Può essere veramente lui rinato come una donna? Le speranze di questi ragazzi si riverseranno in questa storia che deve essere ancora scritta.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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“Com’è possibile?”

“Perchè non è insieme a noi?” 

“Calmatevi, probabilmente sarà qui da qualche parte”; 

“No! Non c’è! Ho cercato ovunque ma di William nessuna traccia!” 

“Eppure deve essere con noi, come le altre volte, COME TUTTE LE VOLTE!”

“Alzare la voce non lo farà apparire davanti a noi come se niente fosse”

“Esatto, ragazzi, stiamo calmi, se ci facciamo prendere dal panico non risolveremo la situazione”

“Forse è semplicemente rinato da un altra parte, forse è qui vicino e ci starà cercando”

“No, non credo che sia qui vicino”

“Come fai a saperlo?”

“Non sento la sua presenza, non sento più la presenza della sua anima!”

Così tutto cominciò, una storia triste, una storia allegra, una storia semplice, ma che di semplice non aveva niente. William, il loro leader, il loro capo, il loro più caro amico; ciò che li teneva uniti non era più insieme a loro, perché? Cosa era capitato di così tanto atroce e terribile da non farlo rinascere insieme ai suoi amici, insieme alla sua famiglia. Forse un cattivo presagio? Forse era morto definitivamente? Ma ciò che i suoi amici si stavano chiedendo era questo: lo avrebbero più rivisto Will? 

Questa domanda non può avere una risposta, perché la risposta si cela nelle parole di questa storia, una storia che sta iniziando e che parlerà di luce, ombra di ciò che va salvato e di ciò che va abbandonato. Ma partiamo dall’inizio…

CAPITOLO 1 - 

“Marion! Datti un contegno e alzati! Solo perché sei in vacanza non vuol dire che puoi dormire fino alle ore beate!”

“MMMMH “ rispose,“ sono sveglia già da un pezzo” 

“ Ma se sei ancora nel letto!” precisò sua madre

“non vuol dire che io dorma, semplicemente non ho voglia di alzarmi” replicò Marion;

“Mamma baderesti ad Al e Zena?, devo aprire il negozio e fare l’inventario”

“si tesoro vai pure!”

“ Io intanto vado a farmi un giro cara”

“Vedi di non metterti a bere troppo come tuo solito con i tuoi amici!, l’ultima volta non sei stato arrestato grazie alla sottoscritta!”

“Sisi non ti preoccupare, Marion vedi di alzarti”

“Ooh ma insomma sono sveglia come ve lo devo dire, con un telegramma?”

replicava sempre così a sua madre, da quando era in “vacanza” . Aveva da poco finito di dare una sessione di esami disastrosa, ma lei era tranquilla o così dava a vedere. Marion 22 anni iscritta al college di letteratura, scrivere libri è quello che voleva fare, scrivere storie fantastiche da poter affascinare le persone come i suoi autori preferiti hanno fatto con lei da piccola. Una ragazza dal carattere forte, determinata, testarda ed egoista, intelligente a volte, stupida quando non vuole riflettere, così è lei; non facile da capire, non che lei aiuti nell’impresa, semplicemente sta per conto suo, ma sua sorella non lo accetta; più che altro ha paura che la sua dolce sorellina rimanga sola senza amici e che abbia una vita triste! A sua discolpa è troppo protettiva. Felicity, sua sorella maggiore una donna di 30 anni sposata con due figli, una femmina e un maschio, suo marito è sempre in giro per lavoro, per un agenzia di comunicazione ben avviata. Felicity lavora al negozio sotto casa, un negozio di bricolage / cartoleria , insomma un fai da te di tutto conto! E lei ne è felice, sua madre l’ha aiuta volentieri a badare ai nipotini mentre il padre si gode la meritata pensione. È questo che sono una famiglia con alti / bassi , con niente di particolare, nessuno poteva sapere che da li a questa parte avrebbe perso ciò che amavano. 

Come ogni giorno Marion si alzava sempre tardi;  perché non approfittarne e continuare a leggere un buon libro fino a tardi? È ciò che pensava sempre lei; e così faceva sempre le stesse cose da un paio di mesi.

 

Intanto dall’altra parte del paese: 

“Dobbiamo per forza andare? A cosa ci serve visitare quella città più del dovuto, si va bene meglio controllare le cose due volte , ma ciò non vuol dire che dobbiamo per

forza conoscerla bene!” replicò Allan

“ Non ci andiamo per pura bellezza imbecille” disse Cassandra

“ Ci andiamo perché la Lady ha avvertito qualcosa”

“ E cosa avrebbe avvertito? Un temporale? Ahahahaha come sono simpatico” tutti lo guardarono male 

“ No, ci andiamo perché credo di aver finalmente avvertito la presenza di William in questo mondo”

Tutti quanti si girarono per vedere in faccia la persona che ha parlato, fu la Lady, la donna che aveva cresciuto quei ragazzi con amore, nonché la madre di William, quindi non è così strano che una madre senta il proprio figlio. 

“Ne è sicura Lady?”

“non è come le altre volte?”

“No, non lo è”

“Lo chiedo solo perché..”

“Si lo so perché me lo stai chiedendo Amanda, ma sento come se fosse diverso, come se fosse lui a dirci di andare”

“Quindi l’ha chiamata, l’ha chiamata!”

“ Finalmente lo ha fatto! ha usato il suo richiamo!”

“Piano con l’entusiasmo, può non essere così semplice come sembra”

“Che cosa vorresti dire?”

“Esattamente come ho detto”, “Perchè ha aspettato 22 anni per farsi sentire, per dirci finalmente che era vivo?”

“Non lo so ragazzi, a me sembra che ci sia qualcosa di losco sotto”

“MA NON DICIAMO STRONZATE! UN NOSTRO AMICO, UN CARO AMICO, CI STA CHIAMANDO E AVETE INTENZIONE DI IGNORARLO?”

“CALMATI ARTHUR”

“Calmatevi tutti quanti!” Urlò la Lady “ Non ho alcuna intenzione di abbandonare mio figlio, se ci sarà qualcosa di poco chiaro lo scopriremo, e scopriremo anche perché William ci abbia messo così tanto per farsi risentire” aggiunse poi dopo “ sentite… lo so che la situazione non è delle migliori, noi abbiamo una causa da portare avanti, ma sapete come me che lui è fondamentale per questa causa e…volenti o dolenti andremo da lui”

“Signora era ovvio che saremmo andati comunque da Will, lui è e resterà sempre nostro amico che sia nei guai o meno”

“ Bene allora Storybrooke ci aspetta” 

Storybrooke - città mediamente conosciuta, molto grande, insomma una metropoli di questi tempi, ed è qui che si ambienta la nostra storia, ed è dove riprenderemo con Marion…

“OH! Alla fine la madama regina c’è l’ha fatta a farsi vedere dai suoi sudditi”

“AH AH AH mamma mia come sei divertente mamma, no davvero dovresti fare uno show tutto tuo sai?”

“Sisi poche palle, vai ad aiutare tua sorella al negozio, i suoi cosiddetti aiutanti sono a quanto pare tutti ammalati con la febbre..”

“ E devo andare io a lavorare al posto loro? Stiamo scherzando? non mi pagate nemmeno!”

“ Parlane con tua sorella magari qualcosa ti potrà dare”

“ Certo come no, a stento quel negozio fa dei guadagni figurati se riesce a pagarmi un mini stipendio”

“Bene allora fallo semplicemente per dare una mano a tua sorella”

“ Ritenta mamma, sarai più fortunata”

“Marion, è da sola, deve badare ai figli e Jack è lontano per lavoro, per favore..”

Marion sospirò, quello che aveva detto sua madre era vero, Felicity tra il negozio che non rendeva abbastanza e il badare a due figli ancora piccoli aveva non poche preoccupazioni, e per quanto lei fosse egoista avrebbe fatto di tutto per sua sorella.

“D’accordo, ma se domani mi alzo di nuovo tardi guai ad urlarmi contro!”

“ Vedremo, adesso va da Felicity”

E così fece, scese dal condominio per recarsi dall’altre parte della strada dove sua sorella era riuscita insieme al marito Jack a prendere un piccolo negozio. Vi starete chiedendo perché Felicity lavora pur avendo il marito che lavora in un azienda di comunicazioni? Beh la risposta è più semplice di quel che crediate, non vuole essere la classica casalinga ma darsi da fare, insomma vuol essere come sua madre , una donna forte , indipendente che non ha paura di nulla. Però c’è da dire che per quanto Felicity assomigliasse a Faith il loro carattere era molto diverso, come l’acqua e il fuoco. 

Marion entrò nel negozio 

“Ciao sorellona allora come procede questo tuo negozio famosissimo?” cercò di essere simpatica sentì solo un lamento provenire dallo scantinato 

“ Ciao Mary come al solito sei sempre simpatica; cosa vuoi avrei da fare..” Felicity chiamava Marion Mary, non perché non le piacesse il suo nome ma semplicemente come dimostrazione di affetto e in questi tempi pure i loro genitori lo usavano molto.

“Ecco qui la parte forte: ho saputo che i tuoi buoni a nulla di dipendenti sono stranamente TUTTI QUANTI ammalati di raffreddore, poverini, così la mamma mi ha mandato a darti una mano, che carina eh?”

“Non sono dei buoni a nulla, quando sono qua si mettono a lavorare” questa è una delle caratteristiche belle di Felicity non riesce a non essere buona con le persone che non lo meritano, e lei è particolarmente buona, un raggio di sole, una boccata di aria fresca.

“ Già ma non mi sembra di vederli, qui adesso, a lavorare”

“Beh sono sicura che domani verrano ma adesso mi devo accontentare di te , quindi per favore non fare la polemica e mettimi in ordine gli scaffali…per favore”

“Wow vacci piano con gli ordini capo… comunque si signora!”

Il negozio non era male, anzi era un monolocale abbastanza ampio da avere due scaffali al centro e il resto alle pareti, il soffitto era ricoperto con delle lampadine che cambiavano colore, che Felicity accendeva di sera, ma solitamente usava dei lampadari a luce bianca da far apparire il negozio più solare, il colore delle pareti era di un bel giallo color pastello, il pavimento era di un bel parkè scuro e lucido, Jack e Felicity avevano pagato caro il pavimento perché quando acquistarono il negozio era l’unica parte messa peggio, per il resto non ci è voluto molto a metterlo su. Inoltre il negozio avete delle ampie vetrate così da fuori potevi vedere bene la merce e se c’erano saldi oppure guardare solo la merce. Che tu compravi o volevi solo farti un giro venivi sempre accolto dal “Buongiorno” a trentadue denti di Felicity con altrettanto “ Arrivederci e buona giornata” ecco che tipo di negozio aveva Felicity non a caso il negozio di chiamava “Good morning and Bye art&craft” 

“Allora, sei riuscita a sentire Jack?”

“Si stamattina, ha detto che forse per il fine settimana riusciva a venire a casa”

“OOH alleluia si è ricordato di avere una moglie e dei figli?”

“Marion ti prego, mi basta già la mamma che mi chiede come sto ogni cinque secondi, non ho voglia di sorbirmi anche il tuo sarcasmo..”

“Sbagli, non è sarcasmo, ma semplicemente realtà dei fatti..comunque qua ho finito”

“ Ti ringrazio, non capisco perché non abbiamo abbastanza clienti, eppure i prezzi non sono alti”

“Sarà perché in fondo alla strada c’è il grande magazzini con ogni negozio dentro? Oppure  la gente in questo momento non ha bisogno di niente”

“Davvero, non aiuti sai?”

“Ops scusa… comunque i volantini alla fine?”

“Quali volantini?”

“ I volantini che ho fatto e che ieri ti ha dato la mamma per fare più pubblicità?”

“ O MIO DIO ECCO COSA MI SONO DIMENTICATA DI FARE STAMATTINA!” Cominciò a muovere le braccia come una gallina impazzita. Già i volantini… Marion si era proposta di fare dei volantini con l’insegna del negozio e qualche offerta per prendere più clienti in più nel retro aveva messo anche una cartina con chiare indicazioni di dove si trovasse il negozio,  un buon modo per fare pubblicità al negozio!

“ E ADESSO COSA FACCIO?!?!? TRA POCO INIZIANO I SALDI E NESSUNO VERRà QUA, DOVRò CHIUDERE IL NEGOZIO E DIRE ALLA MAMMA CHE AVEVA RAGIONE”

“Ehi ehi ehi rilassati un attimo Felicity così ti verrà un infarto, calmati, i saldi non iniziano prima di qualche giorno”

“Si okey ma io non posso muovermi perché i miei dipendenti mi hanno dato il due di picche… e..e.. non so come fare..”

“ Ci sono io “ Marion non credeva a quello che aveva appena detto 

“Come scusa?”

“Hai capito benissimo non lo ripeterò due volte”

“ Vai tu? Mi prendi in giro? Non ti muovi nemmeno per comprare il latte quando serve, perché andresti in giro per la città ad appendere i miei volantini?”

“Sarò anche un orso che preferisce restare nella sua caverna, ma ciò non vuol dire che non possa dare una mano alla mia unica sorella quando è così in difficoltà, basta che te ne ricordi a Natale”

“Perchè natale?” 

“ Perché così posso chiederti non pochi regali ahahahahah” Marion si fece una grassa risata, prese i volanti e uscì dal negozio ancora ridendo, Felicity uscì fuori gridandole “TI VOGLIO BENE SORELLINA” tutto il quartiere l’aveva sentita.

Poco dopo all’entrata di Storybrooke:

“Eccoci di nuovo Storybrooke” fece la Lady

“Signora , sente qualcosa?” 

“ No nulla… ed è strano prima l’ho sentito così chiaramente”

“Magari si è sbagliata”

“ O abbiamo sbagliato città”

“ Quante Storybrooke conosci genio?” Cassandra e Allan ripresero di nuovo a insultarsi, erano quelli con il carattere più difficile del gruppo e l’unico a farli separare senza farlo apposta era William, che ora ovviamente non era li con loro.

“ Beh per essere le vacanze estive la città è ancora bella affollata, siamo praticamente bloccati nel traffico”

“ Per forza, la gente comincerà a ritornare per il lavoro”

“ Ma agosto non è mica finito”

“ A nessuno piace il caldo ma se bisogna fare il proprio lavoro allora…”  Anna smise di parlare all’improvviso e tutti i presenti : Lady, Cassandra , Allan, Alexander, Amanda e Arthur si voltarono verso di lei per capire il motivo del suo smettere di parlare .

“ Cosa c’è Anna” chiese Cassandra 

“ William..” Disse con un filo di voce 

Tutti allora cominciamo a guardarsi intorno alla ricerca del loro amico senza vederlo, scrutarono ogni persona che gli passava davanti, chi era in auto, chi sull’autobus vicino a loro, chi attraversava la strada e fu li, in quel preciso momento che la videro; Marion che attraversava la strada con in mano i volantini del negozio di sua sorella , ne dava uno a ogni passante che vedeva e alcuni li appese per strada.

“Ferma l’autobus Antonio! DOBBIAMO SCENDERE”

“Signorino non possiamo, siamo in mezzo al traffico e il semaforo è verde!”

“Allora accosta, non vedi che c’è William?” fece Cassandra irritata 

“ C’è qualcosa di diverso, sembra lui ma allora stesso tempo non lo è”

“ Cosa vuoi dire Anna?” Chiese la Lady 

“ Oh no l’ho perso di vista!”

“ Dove accidenti è andato?” 

“ Antonio per cortesia parcheggia l’autobus qua di fronte”

“ Si mia signora” tutti si apprestarono a scendere in fretta in furia per inseguire il loro amico, ovunque fosse andato…

 

Marion aveva finito di apprendere l’ultimo dei suoi voltanti “ Accidenti già le sei e mezza si sono fatte? Mi conviene ritornare al negozio, magari c’è la faccio per l’ora di chiusura” appena si voltò vide 8 persone con il fiatone che la guardavano intensamente, lei non ci fece molto caso e così chiese agli sconosciuti:

“ Vi serve qualcosa?”

“ Beh… ecco… noi stiamo cercando un nostro amico..” Parlò Arthur 

“ Capisco, se me lo descrivete posso dirvi se l’ho visto” 

“ È alto quanto te, capelli corti castani scuro come i tuoi, gli occhi sono di un azzurro come il cielo non come i tuoi, e per quanto riguarda come fosse vestito… beh l’ultima volta che lo abbiamo aveva addosso una tunica…” a parlare questa volta fu Alexander, il loro “Leader” provvisorio, la persona più cocciuta, coraggiosa, silenziosa, sincera, uno che non parlava quasi mai ma quando lo faceva , faceva sentire la sua presenza e questo non potevi ignorarlo.

“ Una tunica? Mmm… allora no, credo proprio di non averlo visto, di certo una persona del genere non passa inosservato ahaha” cercò di sdrammatizzare Marion.

“ Gia credo che tu abbia ragione” 

Eppure alla Lady qualcosa di familiare in quella ragazza c’era, poteva essere William? Il suo unico e caro figlio? Certo lei era una ragazza, ma il volto, lo sguardo, il modo di parlare, il suo portamento tutto gli ricordava il suo adorato figlio e voleva disperatamente ritrovarlo e averlo di nuovo vicino a lei.

“ William sei tu?” Chiede allora alla ragazza 

“ Signora cosa sta dicendo, non vede che è una ragazza?” Disse Antonio, il loro autista 

“ Lo so ma, lo sento è lui, anche se è una lei, William tesoro sono la mamma, sono io”

“ Signora mi scusi ma credo che mi stia confondendo con qualcun altro, io mi chiamo Marion non William”

“M-M-Marion?” Disse balbettando Lady

“Signora che succede?”

“ William è il nome che gli ho dato visto che era un maschio, ma se fosse stato femmina lo avrei chiamato…” fece una pausa mentre guardava con le lacrime agli occhi la ragazza 

“ Marion” 

Tutti si voltarono verso Marion a guardarla, a guardare ogni singolo dettaglio di lei, come per percepire William ed effettivamente poteva essere lui, era la sua copia sputata, se non fosse per gli occhi, William aveva gli occhi azzurri come il cielo, Marion di un marrone scuro quasi come il nero. Marion era confusa non sapeva come volessero questi conosciuti da lei, ne come mai quella donna sulla sedia a rotelle con le lacrime agli occhi la guardava come se fosse sua figlia.

“ Mi dispiace , ma davvero, non so chi voi siate e non conosco questo William che state cercando. Ora scusatemi ma avrei delle commissioni da fare” Marion si scusò con loro e fece per andarsene quando Anna la raggiunse e la abbracciò.

“ No ti prego non andartene! William sono Anna, mi sei mancato così tanto”

“ Ma che stai facendo? Lasciami non sono William!” 

Marion non aveva nulla contro Anna ma non le piaceva essere toccata, ne tantomeno abbracciata da persone che lei non conosceva.

“ Anna cosa fai! lasciala!” 

“ NO! lui è William, l’anima è la sua! Signora lo avete sentito anche voi, ve lo si legge in faccia, è William!”

“ Ancora con questa storia? Io sono Marion, devo mettermi addosso una targhetta con il nome perché voi lo capiate?”

Tutti ignorarono ciò che Marion aveva appena detto, tutti si voltarono verso la Lady e le chiesero “ E’ vero ciò che ha detto Anna? L’anima è quella di Will?

“ Forse si, forse no, non lo so ragazzi… dovrei controllare..” Disse ancora incredula 

“ Allora lo faccia! Cosa sta aspettando?” Si agitò Alexander, per quanto lui fosse la persona con il sangue freddo del gruppo; quando si trattava di William perde ogni singola goccia di pazienza che aveva in corpo. 

“ Calmati Alec! Disse Allan

“ NON CHIAMARMI ALEC, SOLO WILL Può FARLO!” 

“ Ehi ehi cosa avete da agitarvi tanto?” Chiese Marion, ma ancora una volta venne ignorata, tutti erano concentrati sulla risposta che avrebbe dato la Lady.

“ Aspettate ” la Lady chiuse gli occhi, fece un bel respiro e cominciò a pensare a William , suo figlio, il suo unico figlio, il frutto di un amore vero e sincero, incominciò a ricordare la prima volta che lo vide, a quando lo prese in braccio e gli disse “Sei bellissimo”  alla sua prima camminata, alla sua prima parola, al suo diventare un giovane uomo così buono e così gentile. Poi un bagliore improvviso scacciò via le immagini dI William per far posto a quelle di Marion, lei da piccola, lei che gioca con sua sorella, lei che legge i suoi adorati libri  e adesso lei da giovane donna. Aprì gli occhi di scatto come se avesse appena avuto una visione e riuscire a dire solo..

“ William… figlio mio, sei ritornato finalmente” il tutto lo disse con un filo di voce e le lacrime che non la smettevano di scendere. 

 
  
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