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Autore: LatazzadiTea    25/10/2018    24 recensioni
Era accaduto anche l'anno precedente. In presenza di Orlaith, il tempo e lo spazio si contraevano, e il ricordo della vita al di fuori dal bosco delle panfilie, sbiadiva. In quel preciso istante, lontano dai dubbi e dalle incertezze, il cuore di Nudiak si riempì di gioia: un intero sciame di luminose farfalle vermiglie li avvolse, avvicinandoli l'uno all'altra.
‘Partecipante al contest “Fammi battere il cuore" indetto da Iamamorgenstern sul forum di EFP'
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Una brezza gentile attraversava le fronde ricolme di nuovi e teneri germogli, portando con se le note soavi e dolci della natura che si risvegliava. Delicati sentori di fiori appena sbocciati si mescolavano agli odori speziati delle erbe aromatiche che crescevano spontanee nei prati, colmando di profumo l'aria vicino al villaggio dove Nudiak viveva. Chiuse gli occhi, respirando il ricordo di quei momenti pieni di luce e felicità come non fossero mai passati. Lo scorso anno, nel dì di quello stesso giorno, Nudiak ricordava il viso sorridente di Orlaith, che si rifletteva nelle acque gelide e tormentate del torrente vicino al quale si erano incontrati per la prima volta. Non sapeva dove fosse finito il suo volto, ma la creazione, ora come allora, sorrideva di nuovo alla primavera.

"Orlaith!" chiamò più volte il suo nome Nudiak.

Anziché udire la sua voce, in risposta sentì le sue sorelle chiamarlo da lontano. Quel tono gioioso gli arrivò più vivido e cristallino alle orecchie, quando finalmente lo raggiunsero nel fitto della vegetazione da cui era nascosto. Alle donne della sua tribù era proibito entrare nel bosco a raccogliere i piccoli e dolcissimi frutti che crescevano fra i rovi e nei cespugli, al di sotto degli alberi di farnia, frassino e salice bianco. Ogni anno, in occasione della festa della rinascita, quelle primizie venivano usate per preparare pani fragranti e deliziosi dolcetti.

"Orlaith è una ninfa della foresta Nudiak, una Panfilia ! Non può concedere il proprio cuore a un essere umano, fattene una ragione fratello... " l'ammonì preoccupata una delle due.

"Ha promesso che ci saremmo rivisti oggi, qui, fra i grappoli di sambuco e uva spina... " replicò il giovane, assaggiando quelle squisitezze direttamente dal ramo da cui pendevano.

Sapeva che quelle parole erano vere, ma nel suo cuore Nudiak continuava a sognare e sperare di incontrarla ancora. Gli bastava gettare uno sguardo in quell'oscuro fittume per scorgerne la sagoma, e gli parve di vederla davvero mentre si faceva strada fra quelle chiome ricolme e grondanti di nuova vita. All'improvviso vide una figura, capelli lunghissimi e bruni ondeggiavano al vento, svelavano a tratti i segreti di un corpo bellissimo e ancora acerbo. La stessa brezza che sembrava accompagnarla gli sfiorò la pelle, facendolo rabbrividire. Si voltò in cerca della sorella che pochi istanti prima era accanto a lui, ma non la vide. Poi, ancora confuso, chiamò la seconda, ma non ne udì la voce.

"Hai chiamato mio amore? È molto che attendi? " esordì Orlaith, inclinando dolcemente il capo da un lato.

"No, amore mio... Fosse stata anche un eternità, non mi sarei accorto del tempo passato a farlo! " rispose il giovane, iniziando a dimenticare la reale ragione della sua preoccupazione.

"Le tue sorelle sono al sicuro per ora, non angustiarti per loro... " lo rassicurò la fanciulla.

"Le mie sorelle?" si domandò il ragazzo.

Era accaduto anche l'anno precedente. In presenza di Orlaith il tempo e lo spazio si contraevano, e il ricordo della vita al di fuori dal bosco delle panfilie sbiadiva. In quel preciso istante, lontano dai dubbi e dalle incertezze, il cuore di Nudiak si riempì di gioia: un intero sciame di luminose farfalle vermiglie li avvolse, avvicinandoli l'uno all'altra. Ali traslucide e vibranti si dispiegarono davanti a lui, rivelando nuovamente al giovane la reale natura della fanciulla che lo abbracciava. Orlaith era una fata dei boschi, una creatura nata dalla natura a sua protezione. Essa racchiudeva tutta la forza e la bellezza che la madre le aveva donato, tranne che per la libertà di separarsene, come invece accadeva per gli uomini quando venivano al mondo. Il bosco ne era la culla e l'eterna prigione, il suo amore per Nudiak la fugace illusione di un giorno che già volgeva al termine.

"Una vita per una vita, è questo il tributo che dovresti pagare per avermi Nudiak, non potrei mai chiederti un simile sacrificio!" gli rivelò la fata.

"Ma allora, per quanto riusciremo ad accontentarci di questi fuggevoli istanti insieme?" le domandò il ragazzo,
sospirando.

"Pur di averti ancora fra le braccia, anche per sempre!" affermò con convinzione Orlaith.

La distanza che li separava si annientò nell'appassionato bacio che i due amanti si scambiarono sotto i penduli tralci di un salice piangente. Così, protetti da quella verdeggiante cortina, Nudiak e Orlaith tornarono ad amarsi ancora. Sentirla concedersi in un modo così completo e seducente, fece scattare qualcosa in lui ; un'improvvisa consapevolezza lo colse. Per quasi un anno, dopo averla incontrata, Nudiak aveva creduto di aver sognato. Di aver vissuto uno momento splendido, ma irreale, fra le braccia di quell'affascinante e misteriosa creatura incontrata nel bosco. Ora invece sapeva che non era stato un sogno, Orlaith era vera, come vero era il suo amore per lei. Di qualunque sostanza fosse fatta, quella sensazione di piacere e calore l'aveva già sperimentata con altre donne. Ciò nonostante, malgrado entrambi godessero l'uno della carne dell'altra, Nudiak sentì che quel sentimento donava completezza e godimento non solo ai loro corpi, ma anche alle loro anime. L'amore pacificava il cuore e la mente, annientava la rabbia, donava senza pretendere nulla in cambio, dando senso ad ogni palpito e respiro.

" Ti porterò via di qui Orlaith, ho deciso, donerò al bosco una vita per la tua! " disse all'improvviso Nudiak, mentre le riposava accanto.

"Sul serio? Allora prima di farlo, permettimi di raccontarti una storia... " disse Orlaith accarezzandogli il viso.

Nudiak annuì, intuendone già l'intenzione.

"In una tiepida alba di inizio autunno, quando i primi raggi di luce iniziavano ad illuminare il bosco al mattino, una goccia di rugiada si svegliò sul petalo di una margherita. Era bella tonda e brillante, e sulla sua superficie si specchiavano alberi, fiori, e uno squarcio di cielo. La gocciolina si gonfiava orgogliosa della sua grandezza! Era giovane e ingenua, tanto da pensare che tutto quello che si specchiava sulla sua superficie fosse in realtà dentro di lei. Pensava, poverina, di essere così grande da contenere tutto il mondo! Mentre si gongolava in questa ingannevole certezza, illudendosi che niente potesse essere più grande di lei, il sole continuava il suo eterno cammino arrampicandosi nel cielo. I suoi raggi, piano piano filtrarono tra i rami degli alberi scaldando la terra, e la gocciolina di rugiada divenne ancora più brillante. “Che meraviglioso tepore!” pensò! Mentre però godeva di quel dolce calore, si accorse di diventare sempre più piccola, sempre di più, fino a scomparire. In poco tempo si trasformò in vapore, ed il vento la portò in alto nel cielo. “Cosa mi sta succedendo? Dove sono? Dove sono i fiori e gli alberi che erano dentro di me? ” si chiedeva smarrita la goccia di rugiada, che senza accorgersene, era entrata in una grande nuvola bianca. La nuvola volò lontana e la gocciolina si addormentò infreddolita, fino a quando un bel giorno si accorse che stava precipitando assieme a milioni di altre goccioline d’acqua come lei. Un mondo blu e sconosciuto l'aveva inghiottita. Non era più una goccia di rugiada, era diventata mare! Il mare era dentro di lei, e lei era il mare. Il mare, la piccola goccia di rugiada non lo aveva mai visto, non sapeva che esistesse, ma in quel momento capì che era quello il suo destino … Era lì che da sempre voleva arrivare, voleva diventare mare! E allora divenne onda e attraversò i continenti, e andò a sfiorare la sabbia di spiagge incantate e cullò pesci meravigliosi nel loro instancabile nuotare. Accarezzò i lunghi capelli di una sirena e baciò le labbra di un pescatore di perle. Ogni giorno scopriva paesaggi nuovi, ogni giorno provava emozioni fantastiche, fin quando una notte, il vento si sollevò potente e rabbioso. Le onde del mare si infrangevano violentemente sugli scogli: era un gioco entusiasmante essere scagliati sulle rocce e tornare ad essere il mare. In questo gioco pericoloso però, ella volle spingersi oltre il limite, e cavalcò un’onda gigantesca che la fece volare lontano sulla scogliera. Cadde nella minuscola fessura di una roccia, e subito si sentì prigioniera. Sentiva l’urlo del mare che la chiamava, ma non poteva più raggiungerlo! Venne mattina ed il sole instancabile si alzò alto nel cielo. La gocciolina d’acqua sentì di nuovo il tepore dei suoi raggi, e poco dopo tornò leggera come l’aria, e di nuovo iniziò a volare. Non incontrò però nuove nubi, ma come vapore rimase sospesa, fin quando in una tiepida mattina di primavera si svegliò su un tenero filo d’erba. Si accorse di esser tornata all’inizio del suo viaggio. Era di nuovo una bella e brillante goccia di rugiada, ma non una goccia di rugiada come le altre! No!! Lei aveva visto il mare. Lei era stata il mare e il mare continuava ad essere dentro di lei, perché quando una goccia d’acqua è stata il mare sarà mare per sempre, e il mare sarà sempre lei." terminò di raccontare Orlaith.

"Stai dicendo che sono giovane e ingenuo come quella goccia di rugiada?" domandò Nudiak scurendosi.

"No amore mio, sto dicendo che tu sei il mare. Non potrò mai lasciare il bosco, non a costo di un altra vita per la mia. Ma io sono tua, Nudiak... E lo sarò per sempre finchè sarò colma di te..." gli rispose Orlaith.

A quella frase Nudiak cambiò espressione e finalmente sorrise, comprendendo sino in fondo il profondo significato di ciò che Orlaith aveva voluto dire.

Quando la bruma iniziò poi a salire, il ragazzo capì che il suo tempo con lei era giunto al termine. Avrebbe lasciato il cuore della foresta per raggiungere le sue sorelle e riportarle al villaggio, e così fece.

"Fratello, guarda! È stato un ricco bottino!" esclamò felice la più giovane, tenendo stretto come un tesoro il pesante cesto colmo di bacche e frutti.

"Nudiak, il tuo volto è cambiato! È così allegro e sereno adesso, come se fossi davvero felice ora. Che è mai accaduto in quel bosco?" domandò la più vecchia e saggia delle due.

“Ognuno di noi sa qual è il segreto che l'ha cambiato per sempre, e probabilmente, è lo stesso segreto che non racconterà mai a nessuno” rispose sorridente Nudiak.

Indispettite, entrambe le sue sorelle iniziarono a rincorrerlo fra i prati fioriti, facendo ridondare schiamazzi e allegre risate là dove il bosco delle Panfilie lasciava il passo alla pianura. Era felice, e non avrebbe pianto, né si sarebbe disperato. Anche in quel caso, le parole di Orlaith erano vere, l'eternità poteva essere contenuta in una sola goccia di rugiada finché essa avesse avuto dentro di se anche il mare.


 
   
 
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