Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: fotone    25/10/2018    2 recensioni
Il dolore è necessario per l'evoluzione, ci rende migliori di chi mai ha sofferto. I segni delle nostre ferite non dovrebbero essere nascosti, ma bensì esaltati, portati avanti con fierezza. Chi ha sofferto è più forte, può sopportare di più.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Parlo in veste di una vittima cronica del male, in veste di chi ha guardato Satana negli occhi ed è sprofondato nelle sue terribili pupille infuocate: vi posso assicurare che chi ha sofferto è più evoluto. Chi sente il bisogno di provocare dolore agli altri ha, di contro, una natura primordiale. Così come primordiale è la natura della rabbia, del sadismo, della violenza, della guerra. Primordiale è la negazione e la conseguente rimozione del dolore. Dolore e sofferenza dovrebbero essere esaltati, piuttosto che demonizzati. In fondo, chi antichi stessi vedevano le cicatrici di un uomo come un segno di forza. Perché non dovrebbe esserlo ancora? Una cicatrice è un segno di sopravvivenza, non di debolezza. Harry Potter non si è mai vergognato della sua cicatrice, ma è bensì stato idealizzato ed esaltato per essa; perché dunque una ragazzina che ha sofferto depressione ed autolesionismo dovrebbe sentirsi a disagio a mostrarle? Perché chi è stato ferito in un incidente o per malattia deve desiderare rimuoverle? Noi fragili e piccoli umani non dovremmo mai scordare che chi ha sofferto è più evoluto e che il dolore non dovrebbe dunque essere visto come un handicap ma come una prova che, più è difficile, meglio può mettere alla prova una persona e dimostrarne le capacità. Piuttosto che vedere le ferite come segno di debolezza, dobbiamo vederle come segno di potere. Sono un segno di potere che ci rende superiori ai nostri occhi e agli occhi degli altri. O, perlomeno, dovrebbe renderci tali. Ci rende potenti, forti, evoluti. Chi ha pianto per la causa più atterrente, è necessariamente la persona più potente. La persona più evoluta. Chi ha visto i meandri dell'inferno, può dire di conoscere l'universo. Chi ha parlato con il diavolo in persona, può dire di capire davvero le cose che lo circondano. Il dolore è come uno schiaffo che ci sveglia, che ci permette di vedere il mondo com'è in realtà, senza che il drappeggiante sipario da cui la realtà è coperta ci svii. La verità è che il dolore è ciò che porta l'uomo all'adattamento, e che l'adattamento è ciò che porta l'uomo all'evoluzione. Senza dolore, non può esistere cambiamento e, senza cambiamento, non può esistere avanzamento. Chi giudica i feriti, chi li degrada, chi non vede la loro grandezza, è il più piccolo tra tutti gli uomini, poiché sarà colui che, di fronte alle minacce, non saprà di poterle affrontare. Chi guarda le proprie cicatrici, potrà sempre pensare: "Se sono riuscito a sopravvivere a quello, posso sopravvivere a tutto". I veri angeli, in fondo, non sono coloro che hanno una veste immacolata, ma coloro che sono riusciti a camminare attraverso l'inferno senza venire bruciati.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: fotone