Libri > Forgotten Realms
Segui la storia  |       
Autore: NPC_Stories    25/10/2018    1 recensioni
“Holly... come si dice in elfico?”
Holly sollevò un angolo della bocca in un lievissimo sorriso. Era quasi invisibile, ma era il primo sorriso sincero che vedevo da quando era morto.
“L'amicizia non genera debiti” si corresse, recitando la frase che gli avevamo attribuito nel corso della cerimonia in cui lo avevamo nominato Amico degli Elfi. Ogni Ruathar ha una sua frase personale in lingua elfica, intrisa di una nota magica che lo identifica infallibilmente come Ruathar davanti a qualunque elfo.

.
[Jolly Adventures, capitolo L'altra mia tomba è sempre un albero (Parte 3)]
.
***********************************************************
.
Quando Johel ha portato il suo strano amico (all'epoca vivo e vegeto) a conoscere la sua famiglia, inizialmente non è andata molto bene.
Questa non è la storia di come è cominciata, ma è la storia di come la più improbabile delle creature è diventata un Ruathar, aiutando un elfo che era stato rapito e preso prigioniero. È una storia di gesta eroiche, manipolazioni a fin di bene, gente morta e sensi di colpa, ma anche di amicizia e rapporti familiari, insomma come tutte le loro storie.
.
Warning: più avanti si parla di tortura, sesso e violenza non descrittivi; si sconsiglia la lettura ad un pubblico troppo giovane.
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Violenza
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

1316 DR: Epilogo, ovvero Un'altra missione, molti anni dopo



Nightal 1316, isola di Evermeet

L’elfo del sole camminava lentamente lungo le strade lastricate. Non aveva alcuna fretta e si stava godendo quella passeggiata lungo un percorso lineare, senza ostacoli. Un lusso che aveva quasi dimenticato, dopo la lunga missione nel sottosuolo da cui era tornato solo alcune settimane prima.
Aveva in mano un fascio di fogli per appunti, tenuti insieme da lacci di cuoio. Non si trattava di documenti ufficiali, quelli non potevano uscire dal suo studio, erano soltanto fogli bianchi. La perfetta rappresentazione dell’ignoranza, lui pensava. Ma era un’ignoranza positiva, consapevole, era l’ignoranza del ricercatore.
I suoi passi lo portarono fino ad una piccola bottega. La porta era aperta, nonostante fosse ormai pieno inverno, perché quella parte della città di Leuthilspar era protetta da incantesimi che mettevano al riparo dagli elementi. Era la bottega di un conciatore, in vetrina erano esposti lavori bellissimi, sembrava che quell'elfo dei boschi sapesse lavorare le pelli di qualsiasi animale o bestia magica.
Yalathanil Symbaern entrò nella bottega e si richiuse la porta alle spalle, attirandosi un'occhiata sorpresa da parte del proprietario. Un simile comportamento era quantomeno maleducato. Dopo un momento di stupore, il vecchio elfo dei boschi riconobbe le vesti del nobile elfo del sole. Si alzò dal suo sgabello, mettendo da parte il suo lavoro per servire il nuovo cliente.
“Benvenuto, lord…?”
“Symbaern. Sono lord Yalathanil Symbaern.” Si presentò lui, e l'altro elfo riconobbe il nome di un'importante Casata nobiliare.
“La vostra presenza è un onore, nobile Symbaern.” L'elfo dei boschi piegò il busto in un inchino, ma non era un inchino profondo. Un tempo, il vecchio conciatore era stato un capoclan, e le vecchie abitudini sono dure a morire.
Yalathanil si accorse della cosa e si concesse un sorriso soddisfatto. Adorava avere ragione. E gli succedeva spesso, quindi viveva in uno stato di costante beatitudine.
“Temo di non essere qui in veste di cliente, mio caro… lord Llaemryl.”
Il vecchio elfo dei boschi spalancò brevemente gli occhi, sorpreso. Aveva abbandonato il suo vecchio titolo ben prima di arrivare ad Evermeet.
“Non sono più un lord, era un titolo onorifico conferito ai capiclan. Non si tratta di nobiltà come la intendete qui, con titoli e possedimenti ereditati per discendenza di sangue” spiegò pacatamente, non per minimizzare la sua vecchia posizione ma per rifiutare il titolo di lord, che a suo parere non gli perteneva più.
“Ciò non di meno, eravate un capo, avevate delle responsabilità. Non voglio chiedervi per quale motivo avete lasciato la vostra foresta, ma… si trattava della foresta di Sarenestar, vero?”
“Lord Symbaern, cosa sta succedendo esattamente?”
Yalathanil non voleva mettere in allarme l’anziano elfo, che era venuto ad Evermeet per vivere tranquillo i suoi ultimi decenni.
“Non sta succedendo nulla di allarmante, ma desidero approfondire le mie ricerche su una persona con cui ho dovuto collaborare di recente. Voi conoscete un elfo di nome Johlariel? Dovrebbe provenire dalla vostra stessa foresta.”
“Johlariel Arnavel? Certo, tutti lo conoscono, è un buon ranger, nipote di lord Fisdril, e un giorno potrebbe perfino diventare capoclan.”
L’elfo del sole per un momento fu preso in contropiede da quella descrizione. Un buon ranger? Certo, lo era, e anche molto coraggioso. Ma un nobile? Non si era mai comportato come se lo fosse.
Gli elfi dei boschi erano strani.
“Sì, proprio lui. Ho avuto il… piacere di conoscerlo. Ma ora mi vorrei concentrare sulle sue amicizie. So che appartenevate a un diverso clan, ma sapete per caso se aveva un amico che… come posso dire, vi potrà sembrare strano, ma aveva un amico mezzo umano che non era originario della vostra foresta?”
Llaemryl guardò l’elfo del sole con sguardo vuoto. Guardò anche il suo blocchetto per appunti.
“Penso che vi aspettiate una storia molto interessante, su questo mezzo umano.” Commentò. “Ma io non ne so nulla. Sono passati più di vent’anni dall’ultima volta che l’ho visto, potrebbe aver conosciuto un mezzo umano dopo la mia partenza.”
“Potrebbe non essere un mezzo umano.” Azzardò Yalathanil, ricordando le ultime parole che quel guerriero gli aveva rivolto: “Solleva il tuo cuore, dunque. Non sono davvero un mezzelfo.”
L’ex-capoclan si strinse nelle spalle. “La vostra richiesta si fa sempre più criptica.”
“Non so con esattezza cosa sia.” Ammise Yalathanil, sempre più a corto di pazienza. “Ma potrebbe discendere, anche alla lontana, dal popolo degli elfi scuri.”
“Ah.” Mormorò il vecchio elfo dei boschi, irrigidendosi all’improvviso. “Be’, sì. Penso che vi stiate riferendo al suo amico drow.”
Il nobile elfo del sole sembrò congelarsi sul posto. La mano che reggeva una piuma magicamente inchiostrata, pronta per prendere appunti, rimase bloccata a mezz’aria. L’idea di aver camminato nel sottosuolo accanto ad un drow lo aveva paralizzato di terrore retroattivo.
Solo dopo un lungo momento, trovò di nuovo la voce.
“State scherzando.”
“Non mi permetterei mai.” Negò lord Llaemryl. “Non con voi, e non su un simile argomento. Ma, per quanto io stesso sia poco felice della cosa, il drow si è comportato come un amico sincero, chiunque nella foresta di Sarenestar ha dovuto riconoscerlo.”
Yalathanil abbassò lentamente la mano che reggeva la piuma.
“Mi piacerebbe approfondire la cosa.” Propose con cautela. “Avete un po’ di tempo da dedicarmi?”
Llaemryl gli fece cenno di precederlo nel retrobottega. “Certamente. Non sono la persona più informata sull'intera vicenda, ma sono al servizio di Evermeet.”


**************************
E così si conclude una storia che giudico una delle più importanti nel ciclo di questi personaggi. Mi sembrava giusto chiuderla con un cameo ad un'altra storia, Jolly Adventures; un mini epilogo come quelli nei film della Marvel dopo i titoli di coda, e con un formato nel titolo che ricorda i titoli di Jolly Adventures. Spero che L'Amicizia non genera debiti vi sia piaciuta.

     

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Forgotten Realms / Vai alla pagina dell'autore: NPC_Stories