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Autore: ChiiCat92    25/10/2018    0 recensioni
"« Cosa? » nel tono della voce c'era un leggero picco di isterismo.
Non dormiva da giorni, la stanchezza gli impediva di capire che direzione stesse prendendo la sua vita, e come se non bastasse doveva andare dal parrucchiere a rifarsi la tinta rossa: la ricrescita cominciava a farsi insistente.
« Ho detto che ti mancano tutte le slide, non hai frequentato il corso? » la ragazza lo guardò come se facesse schifo, e probabilmente, pensandoci, faceva schifo davvero."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Saix
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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24/10/2018

 

Notes



 

« Cosa? »  nel tono della voce c'era un leggero picco di isterismo.

Non dormiva da giorni, la stanchezza gli impediva di capire che direzione stesse prendendo la sua vita, e come se non bastasse doveva andare dal parrucchiere a rifarsi la tinta rossa: la ricrescita cominciava a farsi insistente.

« Ho detto che ti mancano tutte le slide, non hai frequentato il corso? »  la ragazza lo guardò come se facesse schifo, e probabilmente, pensandoci, faceva schifo davvero.

Aveva messo su una felpa a casaccio con jeans più o meno puliti, e anche se era sicuro di non puzzare (non puzzava, vero?) aveva comunque l'aria sciatta di chi non è abituato a vivere da solo, non sa gestire lo stress, sta per avere una crisi isterica.

« No… »  mormorò lui, battendo le palpebre. La ragazza aveva una serie di appunti tra le mani che teneva stretti fino a sgualcirli, non gli avrebbe fatto dare neanche un'occhiata. « Ho lavorato tutto il semestre, non ho avuto tempo. »

« Mi dispiace. »  disse la ragazza, con una scrollata di spalle, tornando con il naso nel libro di testo.

Oh, lui quel libro lo conosceva a memoria, perché forse non aveva avuto il tempo di frequentare le lezioni, ma si era preparato adeguatamente per quell'esame.

L'ultimo della sua carriera universitaria: giapponese III, orale, la materia che aveva avuto più problemi in assoluto a studiare.

Ma era pronto, era davvero pronto. Aveva fatto un meraviglioso esame scritto, ma zoppicava nell'orale, non solo perché parlare davanti alla professoressa Touka gli metteva ansia solo a pensare, ma anche perché il suo accento era pessimo e la sua memoria per i termini di uso quotidiano pessima.

Ci mancava solo questo: slide di cui non conosceva l'esistenza.

Con la coda dell'occhio provò a sbirciare quello che stava leggendo la ragazza, che passava così velocemente dal libro agli appunti da fargli girare la testa.

No, da lei non avrebbe ottenuto nulla.

Si sporse a vedere oltre la porta. Il ragazzo prima di lui balbettava qualcosa in giapponese riguardo qualcosa che non riuscì a capire.

Bene, cominciava già a perdere le facoltà cognitive.

Caffè, aveva bisogno di un caffè.

Rigido su gambe che sembravano diventate di marmo, Axel percorse il corridoio, tenendo sempre un occhio verso la porta.

Arrivato alle macchinette tirò fuori dalla tasca qualche spicciolo e cominciò a infilarli nella fessura...per poi rendersi con un mugolio triste che gli mancavano dieci centesimi per prendere il caffè. L'universo gli stava rivolgendo un enorme dito medio, e il display lampeggiava come a sfidarlo.

Sospirò, abbattuto, e stava già allontanandosi quando sentì il suono delle monete che scivolavano dentro la macchinetta e l'ugello che erogava il caffè.

Alzò gli occhi sul suo benefattore e si maledisse per essere così orribile oggi.

Il ragazzo aveva lunghi capelli azzurro zaffiro, legati in un elegante chignon, alla radice stimavano leggermente verso il violetto e il rosa; occhi brillanti giallo ambra che rendevano luminosa la sua espressione altrimenti seria; sarebbe potuto essere un assistente a giudicare dai suoi vestiti ordinati e dalla pila di libri sotto braccio.

« Grazie. »  riuscì solo a dire Axel, sull'orlo delle lacrime, mentre prendeva il caffè fumante tra le mani. Che stupido, aveva dello smalto consumato e unghie smangiucchiate, si vergognò quasi come se fosse nudo.

« Per così poco. »  rispose il ragazzo, che poi inserì altre monete per prendere una barretta ai cereali. « Esami? »  

Axel buttò in fuori il labbro inferiore e affondò il naso nel suo caffè. Faceva schifo, ma era il migliore che avesse bevuto in tanto tempo. Magari dipendeva dalla presenza del ragazzo. « Sì, l'ultimo. Il peggiore. E ho scoperto adesso che c'erano cose da studiare di cui non conoscevo l'esistenza perché non ho frequentato il corso. »

« È un classico. »  la barretta fece tonk sul fondo della macchinetta e il ragazzo si abbassò per prenderla. « Che materia è? »

« Giapponese. »  piagnucolò lui, come un bambino. « Ho studiato tantissimo, quel maledetto libro saprei ripeterlo a memoria! Come minimo mi bocciano, o mi rovino la media. »  poi alzò lo sguardo sul bel ragazzo compito che aveva davanti. Era facile sfogarsi con gli sconosciuti, soprattutto quando c'era da parlare di esami, e di come era facile essere bocciati. « Scusa, ti sto infastidendo. Grazie ancora per il caffè, adesso vado. »

Axel abbozzò un sorriso e gli mostrò il bicchierino marrone come a sottolineare il ringraziamento e, di nuovo, fece per andarsene.

Il ragazzo, però, prese un mazzetto di fogli scritti con una calligrafia fine ma chiara e glieli porse: appunti. Appunti in giapponese.

« Se può servirti, sei ancora in tempo per leggere qualcosa. »  

Axel sentì di stare per scoppiare a piangere mentre metteva le mani sull'unica possibilità di salvare il suo esame. « Io...non...oddio, se mi laureo è grazie a te. Non ti servono per ripassare? »

Il ragazzo si strinse nelle spalle, un vago sorriso sulle labbra. « Sono ultimo nell'elenco, ho ancora tempo. »

Avrebbe voluto...saltargli addosso, abbracciarlo, baciarlo ovunque, ma si limitò a dare una lettura alla prima pagina. Non aveva mai visto qualcuno prendere appunti così meravigliosi. « Io ti sposo. Gesù, c'è tutto quello di cui ho bisogno. Grazie! »

« Figurati. »  sbuffò, divertito, il ragazzo.

« Senti. »  Axel gli poggiò una mano sulla spalla. Oh. Aveva braccia inaspettatamente muscolose, per un attimo perse il filo dei pensieri. « Se passo l'esame, andiamo a prendere una birra e offro io. Va bene? »

« Per così poco? Sono solo appunti. »

« Appunti e caffè. »  sottolineò Axel. « Dai, una birra. »  

Il ragazzo arricciò le labbra in un sorriso. « D'accordo. Una sola però eh. »  

« Figo! »  strinse gli appunti al petto e mosse un passo verso la stanza dell'esame, poi si volse verso il ragazzo, ricordandosi una cosa importante. « Io sono Axel, comunque. »

« Saïx. »  rispose lui, indicandosi neanche fosse Jane con Tarzan.

« Saïx, okay, ti citerò nella tesi. »  

Gli rivolse il sorriso più ampio del suo repertorio, poi, arrivato davanti alla porta, cominciò a leggere furiosamente gli appunti.

Anche se la sua mente, per un qualche assurdo motivo, era concentrata su altro: Saïx, con i suoi capelli zaffiro e gli occhi d'ambra.

Strano.

 
   
 
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