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Autore: SkyDream    27/10/2018    10 recensioni
Lucy non può fare a meno di sospirare di fronte alla sbadataggine del suo amico che ha lasciato la sciarpa impigliata al bordo di una finestra.
Ma, d'altronde, da Natsu non ci si può aspettare altro.
Lui, invece, sembra approfittare della compagnia della sua amica, sapendo già che non durerà ancora a lungo.
Dal testo:
Lucy sorrise con aria triste, chiuse un momento gli occhi per assaporare meglio quel piccolo contatto sulla guancia che lui le aveva donato.
«Non preoccuparti, Natsu, tornerò ogni volta che ne avrai bisogno.»
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When you need it

Era un pomeriggio soleggiato, faceva abbastanza caldo per essere primavera e un lieve vento portava con sé l’odore dei fiori di mandorlo. Chiunque avrebbe apprezzato l’atmosfera eterea che si era creata; chiunque tranne lui.
Natsu camminava con le braccia incrociate al petto e il volto corrucciato in una smorfia di disapprovazione. Moderava i passi, facendo sembrare il movimento dei piedi simile a quello di un soldato in marcia.
Lucy lo seguiva poco dietro sospirando, scuoteva la testa facendo oscillare i lunghi ciuffi biondi davanti gli occhi.
«Sei sempre sbadato e con la testa tra le nuvole! Sei cresciuto ormai, dovresti smetterla di essere così immaturo.» esclamò lei raggiungendolo e camminando al suo fianco velocizzando il passo.
«Neh, Lucy! Smettila di rimproverarmi, non l’ho fatto apposta e sono sicuro che c’è un complotto dietro tutto questo!»Natsu portò un pugno davanti al suo viso e cominciò a scuoterlo rivolto verso il cielo che cominciava a tingersi di arancio.
Lucy sospirò ancora, in modo molto rumoroso, e abbassò il capo sconsolata.
«Si può sapere come hai fatto a perdere la sciarpa? Era legata attorno al collo, come può essersi sciolta?!» chiese retorica indicando il collo scoperto del suo amico.
Natsu sentì il viso diventare rosso, non accettava quelle critiche da parte della ragazza, a maggior ragione se erano fondate.
Si voltò dall’altro lato col broncio finchè non si sentì chiamare a voce alta.
Hibiki della Blue Pegasus scuoteva la mano nella sua direzione, era totalmente vestito di nero e portava con sé un mazzo di fiori colorati. Natsu vide brillare alcuni petali, come se una magia li avesse cosparsi di porporina.
«Ehi, Natsu - cominciò lui avvicinandosi cauto – è da tanto tempo che non ci si vede. Sono tornato qualche giorno fa da una missione molto lunga, ho appena saputo della tua perdita. Mi dispiace tantissimo».
Hibiki si poggiò al tronco di un albero, un braccio lungo un fianco, l’altro a stringere i fiori brillanti.
«Nah! -rispose l’altro noncurante - non è così grave, la ritroverò facilmente. Deve essersi impigliata da qualche parte, stai tranquillo!».
Sorrise mostrando i denti, quel sorriso gioioso che lo aveva sempre distinto da chiunque altro.
Hibiki sollevò lo sguardo stupito e si perse un momento, confuso, nei grandi occhi lucidi dell’altro mago. Natsu non aveva smesso di sorridere e ora lo salutava con la mano, garantendogli che presto sarebbe andato a trovarlo per chiedere al suo trio di combattere ancora contro di lui.
Il mago della Blue Pegasus continuò il suo cammino, non smise nemmeno per un momento di pensare a quel sorriso così sincero.
«Sei proprio un bambino! - Lucy rideva camminando accanto al suo amico.- Lo hai lasciato totalmente sconvolto, potevi essere un po’ più delicato».
«E’ la sciarpa più importante sulla Terra, Lucy - cominciò lui aprendo le braccia per simulare la grandezza del pianeta - ma non esiste il rischio che la perda! Anzi, guarda, l’ho appena trovata».
Natsu corse lungo il pendio fino ad arrivare alla base della villa, la lunga sciarpa bianca svolazzava impigliata ad una finestra rotta. Il mago la tolse con cura dal vetro tagliente e la esaminò con occhi attenti, fissando il piccolo forellino che si era creato.
«Ti si era impigliata uscendo dalla finestra, così impari ad usare le porte come le persone normali.» Lucy soffocò una risata e passò un dito sulla stoffa danneggiata, si chiese se qualcuno alla gilda fosse capace di cucire e riparare il piccolo danno.
Natsu annuì, riferendole che Mirajane gli aveva sistemato parecchie volte gli abiti scuciti durante le lotte.
«Bene, direi che la missione è conclusa.» sospirò lei avvicinandosi al suo amico, Natsu aveva ancora la sciarpa tra le mani, ma ne allungò una per sfiorarle il viso.
«Te ne vai di già?» chiese tornando serio, lo aveva sussurrato quasi non dovesse sentirlo nessuno.
Il sole del tramonto si era fatto più deciso e aveva inondato la villa degli Heartphilia di un’ incontenibile luce color miele, facendo risplendere tutto attorno.
Lucy sorrise con aria triste, chiuse un momento gli occhi per assaporare meglio quel piccolo contatto sulla guancia che lui le aveva donato.
«Non preoccuparti, Natsu, tornerò ogni volta che ne avrai bisogno.» rispose in un sussurro lei, aveva avvicinato il viso al suo per sfiorargli le labbra con le proprie, come aveva fatto centinaia di volte quando lui dormiva nel suo letto, ignaro.
«Mi fido di te.» fu la risposta dell’altro, mentre chiudeva gli occhi beandosi di quel bacio fugace.
Quando riaprì le palpebre, davanti a lui si stendeva solo il giardino. Lunghe file di alberi, statue, sentieri si snodavano davanti a lui sotto l’ultimo tepore del sole.
Natsu prese la sciarpa e la avvolse attorno al collo, riprendendo silenzioso il suo cammino verso la gilda.
Era entrato di nascosto nella villa degli Heartphilia per cercare i vecchi quaderni di Lucy, aveva scoperto di amare il suo modo di scrivere e le storie che narrava. Ma aveva già finito tutti i manoscritti che lei aveva accuratamente conservato nel suo monolocale, così Natsu aveva deciso di andare a curiosare nella vecchia vita della sua amica.
Alzò una mano per spostare il ciuffo rosa dalla fronte, notò che la stella dell’elastico blu che portava al polso brillava con la luce del tramonto. Ripensò ai capelli della sua amica, che emanavano lo stesso profumo di quei mandorli in fiore.
Mentre camminava, passò davanti una lastra di pietra su cui erano incise delle parole. Ai piedi della lapide giacevano i fiori splendenti che Hibiki aveva portato poco prima.
Natsu si abbassò sulle ginocchia e scorse il nome di Lucy scritto in romanji.
Avrebbe voluto lasciare anche lui qualcosa, ma non c’era mai riuscito. Sperò che Lucy non ci rimanesse male e, preso dai sensi di colpa, si avvicinò all’albero più vicino e ne staccò un fiore rosa.
Lo annusò intensamente prima di posarlo accanto al mazzo vistoso ed elegante.
Era lì, un piccolo fiore strappato accanto alla bellezza accecante di un mazzo di rose colorate.
Natsu non aveva altro da offrirle in quel momento, si rese conto che con la sua magia avrebbe rischiato di mandare tutto letteralmente in fumo e preferì non creare nulla. Tornò verso casa, la sciarpa ben alta sul volto che svolazzava dietro la schiena come una scia. La stoffa gli lasciava scoperti solo gli occhi lucidi, umidi di lacrime che non era ancora riuscito a versare.
Sotto i primi raggi del buio, si rese conto di come il sentiero fosse ora terribilmente silenzioso.

   
 
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