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Autore: Kajiko TheMagical Sniper    28/10/2018    1 recensioni
Skull-centric
In questa storia Skull e gli Arcobaleno vanno d'accordo e si comportano come una vera famiglia.
La trama si può intuire dal titolo e si concentra sempre su Skull.
Questa storia è una traduzione autorizzata, quindi la storia non mi appartiene, l'ho solo tradotta dall'inglese all'italiano al meglio delle mie possibilità.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arcobaleno
Note: Traduzione | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Note dell'autrice:

Questa storia è stata scritta per una fan di Skull che mi ha consigliato di usare come base questo;
"Skull viene aggredito verbalmente/fisicamente da qualcuno e gli altri non la prendono bene. Skull inizia quindi a comportarsi in modo strano! Chi non rimarrebbe destabilizzato da una cosa come quella?"
Ho dovuto modificare alcuni punti rispetto alla richiesta originale, ma penso che sia andata abbastanza bene

Chapter Text

Skull rivolse un sorriso alla cameriera che si avvicinava a lui con il suo ordine in mano.“Grazie Emily,” disse vivacemente, “Come va l'università?”

“Sono riuscita a passarlo con eccellenza. Non ci sarei mai riuscita senza ti te Skull!”

“Sono sicuro che avresti trovato qualcun altro disposto ad aiutarti,” rispose la Nuvola con un velo di imbarazzo.

Emily negò con il capo, “Se non mi avessi consigliato quei siti, a quest'ora sarei stata bocciata.”

“È tutto grazie al tuo duro lavoro,”

La cameriera rinunciò a mostrare la sua gratitudine verso di lui e disse “È meglio che io torni a lavorare. Però prima di andartene mi saluti, vero?”

“Come sempre.” rispose bonariamente e osservò come la ragazza si allontanava.

Skull spostò subito dopo la sua attenzione alla torta che aveva deciso di ordinare quella settimana. Era una deliziosa cheesecake alla fragola e panna condita, con sopra pezzettini di fragole fresche e della panna montata di lato come ornamento. Bevve un sorso della cioccolata calda e tagliò un pezzo di torta. La torta era davvero ottima, doveva assolutamente riordinarla la prossima volta. Forse a Viper farebbe piacerebbe una fetta?

La cheesecake fu divorata dopo poche forchettate e Skull si appoggiò allo schienale della sedia con un sospiro soddisfatto. Sfortunatamente doveva incontrarsi con gli Arcobaleno fra meno di quaranta minuti e non poteva continuare a crogiolarsi nella calda luce del sole che lentamente si stava insinuando nel suo corpo. La Nuvola emise un gemito prima di alzarsi e dirigersi a pagare.

“Skull, te ne vai già?” Emily mise su un finto broncio mentre gli preparava lo scontrino.

Il ragazzo dai capelli viola alzò gli occhi affettuosamente, “Ho una riunione d'affari fra a meno di un'ora. Ci impiegherò una vita ad arrivarci, quindi si purtroppo devo andare, se no farò tardi.”

“E tu sei indispensabile per questa riunione, vero?” lo prese in giro la ragazza, “Dodici dollari e cinquanta centesimi.”

Un rapido tocco della sua carta di credito sullo schermo e Skull era già pronto per uscire dal bar. “Buona giornata Emily!”

“Anche a te Skull!” rispose Emily mentre si avviava verso un tavolo da servire.

 


 

La moto di Skull era parcheggiata a pochi isolati dal caffè a causa delle strade sempre intasate, per non parlare del fatto che adorava passeggiare per questa parte del quartiere. Era ormai primavera inoltrata, tutti i cespugli traboccavano di fiori di ogni tipo. Vi era una casa in particolare che vantava una serie di cespugli di rose rosse, rosa e bianche che fiorivano sotto l'attenzione attenta che ricevevano ogni giorno.

Skull respirò il dolce profumo delle rose, rivolgendo un sorriso al giardiniere che stava irrigando i fiori. Un sorriso luminoso era inciso sul viso della Nuvola mentre si godeva le cose più semplici della vita, come gli uccelli che giocavano nel cielo sopra di lui. Il sorriso raggiante si dissipò rapidamente, tuttavia, quando vide qualcuno aggirarsi intorno alla sua moto.

Normalmente non dava molta importanza alla gente si avvicinava alla sua moto per osservarla, ma c'era qualcosa di strano in quel ragazzo.

“Posso aiutarti amico?” chiese con diffidenza quando raggiunse l'uomo.

Il ragazzo bruno non alzò gli occhi dalla moto,“Stavo solo guardando questa moto. Mi chiedo chi possa essere il proprietario di questa bellezza. Comunque mi chiamo Alexander Simmons, tu?”

“Skull, e questa moto è mia.” rispose seccamente la Nuvola, osservando come l'uomo alzò di scatto gli occhi.

Alexander lo guardò dall'alto verso il basso, fermandosi ad osservare qualche secondo in più sul volto, per poi fare una smorfia di disgusto,“Stai dicendo che il proprietario di questo pezzo d'arte è un punk come te? Non farmi ridere.”

“Scusa?!” rispose Skull con uno sguardo sorpreso, mentre il bruno continuava con gli insulti.

“Cioè, ma ti sei visto?! Con quei piercings, capelli viola... anzi tutto viola! È un invito a farti menare?”

La rabbia della Nuvola si poteva facilmente leggere sul suo volto, “Con permesso, ma avrei una riunione importante. Non voglio fare tardi.”

Detto questo alzò una gamba sopra la sua moto, ma fu fermato dal pugno da parte del ragazzo e cadde indietro. Skull riuscì a stento a trattenere le sue fiamme dalla rabbia e rispose con un calcio alla rotula del bruno. Poté così udire un grido di dolore, che lo rese soddisfatto del suo operato. Si tolse dal volto un rivolo di sangue, constatando che il danno subito equivaleva ad un naso rotto e si alzò barcollando. Alexander però si riprese più velocemente e ne approfittò per serrare un altro pugno sul viso dello stuntman.

Se fosse successo in un qualsiasi altro momento, sarebbe stato in grado di schivare facilmente il pugno, tuttavia visto che stava trattenendo le sue fiamme, anche i suoi tempi di guarigione ne stavano risentendo. A causa della commozione cerebrale causata dalla caduta e del pugno, Skull non riuscì a muoversi in tempo per evitare il colpo.

L'ultima cosa che sentì Skull prima di perdere i sensi fu una risata beffarda e un duro colpo alle costole.

 


 

“Hai un nuovo messaggio~” esclamò una voce allegra nell'oscurità.

Skull gemette mentre apriva gli occhi e lentamente si sedette, appoggiando delicatamente una mano sulle sue costole doloranti. Iniziò a cercare il telefono, per poi scoprire di avere ricevuto diversi messaggi e chiamate dagli Arcobaleno. Nessuno si trovava nelle vicinanze, il che significava che non nessuno aveva chiamato dei soccorsi. Decise quindi di salire sulla moto, mentre sentiva le fiamme che iniziavano a curare le sue ferite, ed iniziò a guidare lentamente verso la villa.

“Che stronzo bastardo,” imprecò Skull quando le sue fiamme iniziarono a guarire le sue costole. Per poco non rischiò di finire sull'altra corsia a causa del dolore di una delle costole che tornava al suo posto. “Cazzo!”

La moto ruggì una volta entrata nel vialetto della villa, mentre delle fiamme familiari si avvicinavano a lui. Sospirò e si preparò alla lavata di capo che da lì a poco sarebbe arrivata.

“Dove diamine eri finito?!” urlò frenetica la Tempesta, mentre analizzava dai piedi alla testa Skull alla ricerca di eventuali ferite.

“Fon, sto bene,” gli rispose Skull, mentre cercava di liberarsi dalla presa di Fon. “Poi lasciarmi, per favore?” Fu solo per sua immensa sfortuna se la Tempesta finì col toccarlo proprio nella costola ancora in fase di guarigione. “Cazzo!” imprecò la Nuvola con le lacrime negli occhi.

“Reborn!” urlò Fon. Il suo tocco si fece più gentile, mentre iniziava a scoprire dei lembi di pelle per vedere le sue ferite.“Dove sei ferito? Cosa ti è successo?”

Skull con uno sforzo riucì a trattenere le lacrime, lasciandosi scivolare a terra, “Sono stato aggredito.” Non aveva nessuna intenzione di spiegare il vero motivo per cui era stato aggredito. Sarebbe stato da idioti. Si sarebbero sicuramente messi a ridere e lo avrebbero obbligato a vestirsi in modo normale.

“Come sei stato aggredito, kora?!” urlò Colonnello spuntando da dietro un angolo insieme a Reborn. “Perché non ti sei difeso?”

Skull arrossì e distolse lo sguardo dalla pioggia prima di rispondere, “Mi ha preso alla sprovvista. Non succederà mai più.”

“Ci puoi giurare,” ringhiò Reborn mentre si accucciava accanto a Skull con le sue fiamme che danzavano sulle sue mani. “Ti allenerai con me nel combattimento corpo a corpo per minimo due settimane.”

La Nuvola sussultò quando il sicario toccò con troppa forza una delle sue costole ferite,“Scusa.”

“Ho un kit di pronto soccorso,” annunciò Verde. “Avete intenzione di stare all'ingresso della villa tutto il giorno? Perché non vedo ragione per cui non possiamo entrare.”

“Non è così grave,” si lamentò lo stuntman. “Vi preoccupate troppo!”

Reborn a quelle parole gli rivolse uno sguardo glaciale, “Hai tre costole rotte e una commozione.”

“E allora? Non è che non sto guarendo.”

Fon mise una mano sulla spalla del suo amico, “Non è questo il punto Skull.”

“Allora qual'è?” urlò Skull, sentendo la rabbia crescere dentro di lui. “La smettete di continuare a farmi da babysitter?!” spinse via Fon e sorpassò a passo svelto gli altri, puntando come meta la sua stanza da letto. “Voglio stare da solo.”

Viper guardò in silenzio la scena, guardando la schiena del ragazzo mentre saliva le scale “Dev'essere successo qualcosa che non vuole dirci.”

“Direi che è l'unica possibilità, visto il suo comportamento,” le diede ragione Verde mentre sistemava il kit di pronto soccorso.

“Dev'essere successo nel bar in cui va sempre.” continuò Reborn

“Dovremmo seguirlo la prossima volta che ci va,” suggerì Fon con un sorriso forzato, “Sono sicuro che quella persona si rivelerà a noi lì.”

Viper annuì, “Posso nasconderci grazie alle mie illusione. Però in cambio dovrete offrirmi del latte alla fragola.”

“Allora siamo d'accordo,” concluse Reborn. “L'incontro di oggi è annullato; non riusciremmo comunque a concludere niente.”

Le fiamme degli Arcobaleno bruciavano più forti del normale mentre entravano nella villa. Nessuno poteva ferire la loro Nuvola senza pagarne le conseguenze.

 


 

Colonnello si accovacciò dietro ad un muro per osservare meglio Skull mentre usciva fischiettando con in mano le chiavi della moto. Si avvicinò la mano all'orecchio, “Lo vedo.”

“Anche noi,” rispose Reborn, “Non farti vedere.”

La Pioggia roteò gli occhi, maledicendo silenziosamente il sicario, non era mica un novellino. Osservò Skull mentre saliva sulla moto e lo guardò allontanarsi. “È uscito,” fece rapporto Colonnello. Accanto a lui vide dissiparsi della nebbia, da cui spuntarono Viper e gli altri membri.

“Ma siete seri?” urlò Colonnello. “Che senso aveva farmi fare tutto questo se eravate già qui?!”

Reborn sorrise, “È stato divertente”

“Ehi!” Colonnello si alzò pronto ad affrontare il sicario, ma fu fermato dalle fiamme della Tempesta. “Vi ricordo che abbiamo cose più importanti da fare.”

“Skull è quasi al bar,” riferì Verde, mentre guardava il localizzatore.

“Una volta finito qui, ti farò vedere, kora!”

“Provaci,” fu la risposta del Sole.

Viper ignorò i due e ampliò le sue fiamme per trasportarli in un vicolo vicino a dove si trovava Skull. “Ci siamo,” annunciò a quel punto.

“Magari la prossima volta sarebbe carino se ci avvertissi un po' prima,” gemette Verde, massaggiandosi lo stomaco in subbuglio.

Colonnello, a sua volta, non stava molto meglio, accovacciato in un angolo, intento ad evitare di vomitare la colazione. Non voleva dare a Reborn una nuova ragione per prenderlo in giro. Mentre si rialzava in piedi, un ragazzo bruno attirò la sua attenzione e lo vide attraversare il vicolo. Qualcosa gli diceva di dover tener d'occhio quel tizio. Vi era uno strano rigonfiamento sulla cintura; doveva trattarsi di un coltello di qualche tipo. “Dov'è Skull?” chiese.

“A poche centinaia di metri da noi,” disse Verde, indicando la direzione che il ragazzo di poco prima aveva preso.

Colonnello raddrizzò le spalle, e disse “Andiamo.”

“Aspetta,” lo fermò Viper, iniziando a creare un'illusione intorno a loro. “Non vogliamo che Skull ci veda.”

“Ora possiamo andare,” affermò Reborn, dirigendosi verso la Nuvola, seguito a ruota da Colonnello. Quest'ultimo socchiuse gli occhi quando vide il ragazzo di prima che affrontava litigava con Skull. “È lui,” disse con convinzione. Il resto del gruppo si girò a fissarlo.

“Cosa intendi?” chiese Fon.

“Il tizio con Skull,” iniziò a spiegare il cecchino, mentre osservava come la discussione si faceva sempre più accesa fra i due. “Posso garantire che è un piantagrane.”

Prima che qualcuno riuscisse ad elaborare la nuova informazione, il ragazzo bruno estrasse un coltello dalla cintura e pugnalò sulla coscia la loro Nuvola. “Oh merda,” ringhiò Reborn, estraendo la pistola.

Viper rimosse l'illusione e si avvicinò al compagno ferito, mentre il sicario sparò un colpo di avvertimento all'assalitore. “Che cazzo di problemi hai?!” urlò quando il proiettile gli sfiorò il volto.

“Il mio problema è che hai ferito un mio compagno,” sputò fuori il Sole con furia.

Il ragazzo alzò un sopracciglio prima di rispondere, “Questo finocchio? MA fammi il piacere, potresti aver compagni migliori di questo pezzo di merda.”

A quelle parole Skull distolse lo sguardo dai suoi compagni Arcobaleno.

Prima che Reborn potesse fermarlo, Colonnello intensificò al massimo le sue fiamme della Pioggia, scaraventandosi sul ragazzo, facendogli perdere i sensi. Reborn lo fermò rapidamente, allontanandolo dalla scena, sotto gli occhi spalancati di Skull.

“Devi darti una calmata Colonnello,” gli ordinò Reborn, “a Skull serve che tu stia calmo.”

Colonnello guardò verso Skull e fece una smorfia quando vide il pugnale ancora incastrato nella sua coscia. Prese diversi respiri profondi e fece tornare alla normalità le sue fiamme. “Andiamo a vedere come sta la nostra stupida Nuvola.”

Reborn lasciò la presa sulla Pioggia e si diresse verso Verde per aiutarlo con la ferita del suo lacchè. Il cecchino si sedette a gambe incrociate accanto a Skull e lo avvolse in un abbraccio. “Senpai?” squittii lo stuntman.

“Tu grandissimo idiota,” mormorò la Pioggia. “la prossima volta parlacene.”

“Pensavo che avreste riso,” ammise imbarazzato Skull.

Colonnello afferrò le spalle della Nuvola, “Quando io e Reborn ti prendiamo in giro, ti abbiamo mai detto cose del genere?”

“No,” rispose, girandosi verso Viper che aveva gentilmente appoggiato una mano sulla sua spalla.

“Abbiamo mai criticato il tuo stile?” Skull negò con la testa. “Allora perché pensavi che avremmo reagito così?”

Il ragazzo dai capelli viola lasciò che alcune lacrime gli scendessero sul volto, “Non siete arrabbiati?”

“Con quel tizio si,” ringhiò Colonello. “Ma non con te.”

Skull gli rivolse un triste sorriso, “Mi dispiace.”

“Lo so,” sospirò Colonnello. “Sei pronto per tornare a casa?”

Skull guardò la sua gamba sorpreso. Durante la loro conversazione, senza che se ne accorgesse, il coltello era stato rimosso e la ferita era stato bendata. “Si.”

“Andiamo Lacchè,” disse il sicario mentre aiutava la Nuvola ad alzarsi.

“Reborn?” disse Fon con voce preoccupata. “Non abbiamo preso la macchina.”

Tutti, fatta eccezione per la Nebbia, iniziarono a sudare freddo. Gli occhi di Viper iniziarono a brillare avidamente, “Porterò qui la macchina se mi pagherete tremila dollari."

“Affare fatto,” acconsentì Fon con un sorriso affettuoso.

 

 

Notes:

Spero non ci siano errori di traduzione, visto che a causa di diversi problemi nessuno è riuscito a revisionare questi capitoli 

  
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