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Autore: _BlueLady_    28/10/2018    1 recensioni
Comincia tutto con un caso. Un piccolo incidente sovrappensiero. Poi succede ancora. E ancora. E ancora. E allora Adrien comincia a pensare che non si tratti più di semplici coincidenze, ma che qualcosa di strano - di Miracoloso? - sta accadendo al suo corpo, qualcosa che va oltre il semplice prendersi troppo sul serio come supereroe. E quando il limite viene oltrepassato, poi diventa difficile tornare al punto di partenza. Forse.
[Raccolta di One-shots dedicate ad Adrien/Chat Noir, e al suo "felinizzarsi" a poco a poco]
Dodici proverbi dedicati ai gatti, per i gatti, sui gatti. Perché se vi siete mai chiesti come può essere la vita di un felino, beh, ora avrete modo di scoprirlo.
#1. Impasto - "Avere le zampe in pasta"
#2. Nastro - "Agli occhi dei gatti, tutto appartiene ai gatti"
#3. Penna - "Tetto che non piove, gatta ci cova"
#4. Farfalla - "Quando il gatto non c'è, i topi ballano"
#5. Fusa - "I gatti atterrano sempre sulle zampe"
#6. Soffio - "Il gatto che oggi lecca, domani graffia"
#7. Sacchetto - "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco"
#8. Piume - "Una bella gatta da pelare"
#9. ???
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pelo e Contropelo

1.
IMPASTO
*
“Avere le zampe in pasta”

 
Marinette era ormai da dieci minuti buoni che aveva stampata in volto la stessa espressione sognante. Sorrideva, le labbra distese a scoprire leggermente i candidi denti, e più si sforzava di non farlo, più sentiva le guance tirare, incapace di ignorare la felicità che sentiva imploderle dentro.
Adrien era a casa sua. Lui e lei. Soli.
Beh, tecnicamente, non erano proprio soli, poiché assieme a lui erano presenti anche Nino ed Alya, ma in quel momento la coppia di amici era uscita di casa per andare a comprare l’occorrente per preparare una glassa di zucchero con l’intento di decorare una torta di compleanno, lasciando lei ed Adrien ad occuparsi del resto. La corvina non poteva essere più felice di così.
- Allora, da dove cominciamo?-
Indirizzò lo sguardo verso il ragazzo, trattenendo a forza uno squittio di emozione nel realizzare quanto fosse bello. Sospirò estasiata. Una simile meraviglia doveva essere dichiarata illegale.
Adrien reclinò la testa di lato, passandole due volte una mano davanti agli occhi.
- Marinette?-
- Aehm, sì, g-giusto! Cominciamo!- esclamò quella, riscossasi improvvisamente dai suoi pensieri – Potremmo iniziare dall’impasto, che dici? Uova, latte, farina, zucchero – asserì, su di giri afferrando ad uno ad uno gli ingredienti man mano che li nominava e posandoli sul piano della cucina – Io preparo la crema, e tu fai la frolla. Quando Nino ed Alya saranno di ritorno non resterà che aspettare che la torta finisca di cuocere, per poi ultimarla con la glassa. Verrà un capolavoro!-
Adrien osservò l’amica armeggiare con utensili e ciotole varie, lasciandosi sfuggire un sorriso.
Non aveva mai preparato una torta, prima. In casa sua, a dire il vero, nemmeno lo facevano avvicinare ai fornelli. Quel momento, per lui, odorava di novità. Non aveva mai provato l’ebbrezza di creare qualcosa assieme al suo gruppo di amici, e aveva accolto la proposta che Mylène aveva fatto loro quella mattina, ovvero creare qualcosa di speciale per il compleanno di Ivan - una sorpresa – con molto entusiasmo. Stare in compagnia gli piaceva, e gli piaceva ancora di più farlo per un amico.
Come aveva odorato l’invitante occasione, Alya era subito entrata in azione, proponendo l’idea di preparare una torta mentre il resto della classe avrebbe pensato al resto, e chi meglio di Marinette poteva saperne, in fatto di dolci?
Detto fatto, le carte erano state messe in tavola. Peccato che Adrien fosse completamente all’oscuro del losco piano architettato dall’amica di Marinette per fargli passare quasi un pomeriggio intero da soli. Quanto a lei e Nino, avrebbero fatto in modo di perdersi accidentalmente per il supermercato più e più volte.
- Ahem… da dove si parte?- chiese titubante il biondo, osservando la marea di ingredienti che gli stava di fronte senza avere idea su come iniziare.
Marinette gli fu subito accanto, premurosa.
- Pesa la farina, poi aggiungi zucchero e uova. Amalgama prima con una forchetta, per evitare che l’uovo coli da tutte le parti, poi comincia ad impastare con le mani. Man mano che l’impasto si fa più sodo, aggiungi il burro un pezzo alla volta – gli spiegò, precisa, e lui registrò ogni singola indicazione per eseguire al meglio il tutto.
I due si misero al lavoro, concentrati ed in silenzio ognuno nelle proprie operazioni. Marinette ogni tanto lanciava sguardi di sottecchi al compagno di fornelli, non senza arrossire nel trovarlo assolutamente adorabile con le guance sporche di farina, ed il grembiule in vita.
Istintivamente, le sovvenne alla mente l’immagine di loro due, più adulti, in una casa che sarebbe potuta essere la loro, a preparare una cena che avrebbero condiviso, Adrien che la stringeva dolcemente afferrandola da dietro per la vita ed affondando il viso tra i suoi capelli, mentre lei era intenta a cucinare.
Quell’immagine si fece sempre più nitida nella sua mente, portandola ad arrossire, e rischiando quasi di rovesciare le chiare dell’uovo che aveva appena terminato di montare a neve.
Sbatté due volte le palpebre per riacquistare la concentrazione, e subito portò lo sguardo su Adrien, per verificare a che punto fosse con la sua preparazione.
Come lo vide tutto intento nella sua operazione, sorrise.
Era a dir poco bellissimo in tenuta da cuoco – per non dire altro che in quel momento l’avrebbe fatta deconcentrare dal suo ruolo da chef pâtissier – e decisamente tenero nel suo imbranato intento di mettere insieme quei pochi ingredienti che dovevano andare a comporre la frolla del dolce.
Adrien per un istante incrociò il suo sguardo, e sorrise imbarazzato della sua inesperienza.
- A vederlo, sembra così semplice. Invece è più complicato del previsto – asserì ridacchiando, e subito Marinette gli fu accanto, mossa da un’improvvisa voglia di aiutarlo e di stargli il più vicino possibile.
- Fai così – gli disse in un sussurro, guidando esperta le sue mani sul tagliere per raccogliere tutta la farina al centro – Crea un buco al centro dove rompere le uova, poi sbattile leggermente con la forchetta -
Al tocco ovattato delle sue mani con quelle di velluto di Marinette, il cuore di Adrien sussultò in petto.
Il biondo osservò l’amica armeggiare abilmente con la forchetta, per poi offrirgliela perché l’afferrasse e proseguisse come lei gli aveva mostrato.
Sorrise. Gli sembrò così sicura e intraprendente in quel momento, così diversa dalla ragazza timida ed impacciata che era solito conoscere. Scoprirla sotto quel lato autoritario, ma comunque docile e disponibile, gli riempì il petto di soddisfacente sorpresa. Adorava vederla per come era realmente: una ragazza affabile e generosa, sempre pronta a mettersi a disposizione per gli altri. Aveva l’atteggiamento di chi è portato per natura a fare del bene. Un po’ come la sua LadyBug.
Sussultò.
Ora l’impasto aveva cominciato ad assumere una forma più consistente, ed era il momento di lavorarlo di mano.
Marinette pigiò con forza sul tagliere per compattare la farina, per poi cedergli il posto.
- Prova tu – gli disse, e lui deglutì, stritolando impacciatamente il miscuglio di tuorli e polvere, che subito prese a colare da tutte le parti, sporcandolo.
Marinette si lasciò sfuggire una risata intenerita.
- Non così forte. Devi essere più dolce, più gentile. Stai componendo, non distruggendo. Lascia che la farina ti accarezzi il palmo delle mani, diventa un tutt’uno con ciò che crei – gli spiegò, sfiorandogli il dorso delle mani sporche di uovo con i palmi, e guidandolo nella procedura passo dopo passo.
Ancora una volta, il cuore di Adrien sobbalzò feroce in petto. Stare così a stretto contatto con lei, percepire le loro mani che si intrecciavano insieme sotto il tocco molle della frolla che pian piano stava prendendo forma, gli fece provare sensazioni che mai avrebbe creduto di vivere.
Impastare la frolla con Marinette aveva un che di sensuale, di erotico. Percepì improvvisamente il sangue ribollirgli nelle vene, mentre le sue pupille non riuscivano a staccarsi dalle labbra della ragazza.
- Adesso puoi aggiungere il burro. Un pezzo alla volta – gli ordinò lei, sempre guidandolo nei movimenti, leggera, delicata, un tocco ovattato come ali di farfalla.
- Bravo, così. Hai presente come fanno i gatti quando impastano?- sussurrò lei docile, soave, la frolla che man mano prendeva forma sotto le loro mani.
Adrien continuava imperterrito ad impastare, affondando pian piano le unghie nella frolla.
Uno, due, uno, due.
Sentiva un istinto montargli da dentro, sempre più prepotente, sempre più viscerale.
Continuò ad arpionare delicatamente la frolla con le dita, provando un inspiegabile piacere ad affondarci le unghie dentro, fin dove poteva.
Uno, due, uno, due.
Il piacere provocato da quella sensazione così confortante e soddisfacente al tempo stesso, gli montò in gola l’improvviso istinto di abbandonarsi ad un tenue brontolio gutturale, terribilmente gratificante.
Stava… facendo le fusa?
Continuò ad impastare anche dopo che la frolla ormai era stata composta. Ne avvertiva la necessità, il bisogno. Era come scivolato in uno stato di ipnosi. Aveva la sensazione che ciò che stava facendo fosse la cosa più bella del mondo.
Le sue mani si muovevano in autonomia, quasi mosse da un istinto primordiale. Sarebbe potuto andare avanti per ore.
- Direi che ci siamo. Non bisogna lavorarla troppo, altrimenti si smonta –
Uno, due, uno, due.
- Aehm, A-Adrien… così può bastare… –
Ancora uno, due, uno, due.
- A-Adrien!-
L’improvviso acuto che lanciò Marinette perforandogli i timpani, lo destò bruscamente dalla sua ipnosi.
Batté due volte le palpebre, cercando di orientarsi per capire cosa fosse successo. Poi realizzò.
Le sue mani. Marinette che teneva l’impasto che probabilmente gli aveva sottratto da sotto le unghie, e se lo stringeva al petto. Le sue mani sull’impasto che premeva contro il petto di Marinette. Le sue mani sul petto di Marinette.
Impallidì.
- Ah! Scu-scusami! I-io n-non me ne sono accorto – biascicò imbarazzato, alzando improvvisamente le mani al cielo, quasi avesse una pistola puntata alla testa.
Marinette abbassò lo sguardo, arrossendo.
- N-non fa niente…- mormorò con un filo di voce.
Si affrettò a posare l’impasto in frigo per farlo riposare, mentre un cigolio sordo in salotto annunciava il ritorno di Nino e Alya dal loro giro di compere.
Fu così che li trovarono gli amici: avvolti in un silenzioso imbarazzo, rossi come pomodori, senza il coraggio di guardarsi in faccia.
Nino non ci diede peso più di tanto, e subito verificò come procedevano i lavori per poter cominciare a preparare la glassa. Ad Alya, invece, non sfuggirono le macchie di burro e farina che spaziavano sulla maglietta dell’amica, proprio all’altezza del seno.
Assottigliò gli occhi a due fessure, prendendo Marinette da parte.
- Allora, sporcaccioni, cosa avete combinato mentre noi eravamo assenti?- alluse maliziosa, accennando alla maglietta unta di Marinette.
L’amica impallidì.
- A-Alya! – esclamò avvampando, lanciando un’occhiata truce all’amica che se la rideva divertita sotto i baffi.
Marinette lanciò un’occhiata di sfuggita ad Adrien, poco distante, scoprendolo intento ad osservarla.
Come incrociarono i loro sguardi, entrambi arrossirono mentre i loro cuori sobbalzavano in petto.
Adrien sospirò, imbarazzato. Davvero non capiva cosa gli fosse preso tutto ad un tratto. Sapeva solo che quello che aveva fatto, l’aveva fatto d’istinto, senza pensare. E la cosa lo preoccupava alquanto.
Marinette, d’altro canto, non poté fare a meno di morire di imbarazzo al solo ricordo di quel che era successo poco prima.
Le mani di Adrien, così calde ed accoglienti. Sul suo seno. Che la palpavano. Come i gatti quando impastano.
Arrossì.
Non lo avrebbe mai ammesso, né ad Alya né a se stessa, troppo pudica e pura per accettarlo, ma in fondo in fondo non le era poi tanto dispiaciuto. Molto in fondo.

Angolo Autrice:

Dato che ormai Come (non) Dirti "Ti Amo" sta giungendo al termine, e questa idea mi è balzata in testa all'improvviso, ho deciso di mettermi subito all'opera.
Una raccolta. Un'altra. Lo so, forse ormai sto diventando pesante, ma come posso ignorare l'ispirazione che ultimamente viene a bussare alla mia porta? 
L'idea di un Adrien/Chat Noir alle prese con i suoi istinti felini mi piaceva. Ed eccoci qui. Questa raccolta racconterà di come il nostro biondino preferito si ritroverà a fare i conti con sensazioni mai provate prima, e decisamente difficili da gestire - e soprattutto da spiegare. Che questo sia la chiave per farsi finalmente smascherare da Marinette? 
Se mi seguirete, vedrete fin dove vi porterò. Spero con queste one-shot di regalarvi un sorriso, e di farvi apprezzare i gatti ed i loro comportamenti bizzarri, che però sanno strappare un sorriso. Ad ogni capitolo sarà associato un comportamento dei nostri amati felini, associato ad un simpatico proverbio su di loro.
E niente, con la speranza che questo primo capitolo sia stato gradito, vi do appuntamento alla prossima.
Grazie a chiunque leggerà!
Stay Tuned per ulteriori aggiornamenti!
Baci sparsi

_BlueLady_
  
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