Fandom: Bates Motel
Titolo: A boy's best friend is his mother
Titolo capitolo: Their own prisoh
Personaggi: Dylan masset, Norma Bates, Norman Bates
Rating: NC15
Note: scritta per il cow-t di landedifandom,
Note2: Il titolo principale è una citazione del film, che racchiude anche l'essenza stessa di Norman
Note3: mental instability, implied incest,
Dylan Masset aveva sempre considerato la sua famiglia una prigione, da
cui era riuscito a fuggire.
Norma Bates aveva sempre desiderato il bene dei suoi figli,
specialmente di Norman.
Norman Bates aveva vissuto in una sua prigione per almeno tre anni.
Fin da bambino aveva avuto l’impressione che sua madre
preferisse Norman, non nei grandi gesti ma c’erano dei
piccoli dettagli che gli avevano reso palese come sua madre non
riuscisse pienamente a volergli bene. Quando se n’era andato
di casa sua madre non aveva detto nulla, non aveva cercato di
trattenerlo o chiedergli se aveva mai sognato di andare al college,
come se lo volesse lontano, in quanto a Bates …
quell’uomo non era suo padre e Norma aveva fatto uno sbaglio
a sposarlo lasciando suo padre, Dylan comprendeva che aver sposato il
fidanzatino del liceo perché era rimasta incinta era roba
d’altri tempi ma Norma … era particolare.
Quando aveva raggiunto Norman e Norma, dopo aver giurato a
sé stesso che sarebbe rimasto il minimo indispensabile,
aveva scoperto la verità sulle sue origini e …
forse era riuscito a capire un po’ meglio Norma, lui non era
un errore adolescenziale ma il frutto di una violenza incestuosa ed era
ammirevole che sua madre lo avesse fatto nascere invece di abortire e
che avesse mentito facendogli credere fino ad allora che lui fosse come
tutti. Aveva trovato un lavoro, non propriamente legale ma lui e la
legalità non erano mai andati d’accordo, e cosa
più importante aveva cominciato ad avere un rapporto
discretamente amichevole con Caleb, quell’uomo che era allo
stesso tempo suo padre e suo zio e quella non gli era più
sembrata una prigione.
Si era solamente illuso aveva compreso, motivo per cui era fuggito una
seconda volta ma con Emma questa volta, Emma non meritava di rimanere
schiacciata nei casini della famiglia Bates e lui meritava una seconda
opportunità dalla vita.
Eppure … alla fine era tornato e si era nuovamente trovato
ad osservare tutto, muto spettatore di una tragedia che nessuno si
sarebbe aspettato, aveva salvato Norman dalla prigione ma solo quando
aveva visto la mummia di Norma aveva compreso di aver fatto un errore,
Norman sarebbe stato sempre prigioniero della prigione che si era
costruito da solo.
Aveva sempre saputo che Norman fosse diverso, speciale e soprattutto
quanto avesse bisogno di lui a differenza di Dylan che poteva farcela
da solo. Norman non era così, Norman era fragile, bisognoso
del suo aiuto e incapace di vivere nel mondo reale. Ma soprattutto
Norman era pericoloso durante i suoi black out.
Non sapeva da cosa fossero dati e sebbene le fossero stati
d’aiuto sarebbero stati sufficienti a mandarlo in prigione o
peggio ancora in un ospedale psichiatrico e lei non avrebbe mai
permesso che suo figlio finisse in uno di quei luoghi.
Le aveva provate tutte inutilmente, solo per quello alla fine aveva
ceduto ad Alex pur sapendo che suo figlio non avrebbe mai accettato un
altro uomo nella sua vita, Norman e Dylan si tolleravano
perché fratelli ma quello che lei e Norman era diverso,
speciale e soprattutto non gli aveva mai dato un nome; meglio che quel
sentimento aleggiasse tra loro invece di prendere vita e distruggere
tutto.Norman doveva capire che non lo aveva abbandonato, che non lo
avrebbe lasciato all’istituto per sempre e soprattutto che
non l’avrebbe sostituito con Romero, come poteva sostituire
un figlio con un marito?
Eppure suo figlio non aveva voluto capire, i suoi occhi
l’avevano silenziosamente accusata per tutto il tempo ma se
ne sarebbe occupata a suo tempo; non avrebbe permesso che suo figlio
andasse in prigione ma Norman doveva accettare che lei avesse un uomo
nella sua vita, era stupida e infantile quella reazione aveva pensato
prima di addormentarsi ma sarebbe riuscita a sistemare tutto.
La morte di Norma era stata troppo per lui, sua madre non poteva
andarsene in quel modo, non dopo quello che avevano fatto insieme e
potevano ancora fare, era tutta colpa di Romero che si era intromesso,
senza di lui sarebbero rimasti insieme.
La sua mente gli aveva concesso un conforto, sua madre non era morta:
Norma era viva e vegeta in casa, avevano inscenato tutto per salvarsi e
nessuno doveva saperlo, per questo era lui ad occuparsi del motel
mentre lei viveva ritirata in casa. Quando apriva la porta la sera
c’era lei ad accoglierlo con il sorriso, l’odore
che sentiva era quello della cena e casa risplendeva, tutto era
perfetto come in un sogno. Erano insieme, felici, madre e figlio,
complici, migliori amici, compagni, erano tutto e persino quello che
non aveva mai avuto nemmeno il coraggio di pensare. In quegli istanti
lei era sua madre e la sua amante, il suo corpo era così
bello e invitante, era come se fossero nati per quello, come se amarsi
nella maniera più completa fosse naturale in loro,
l’amore di sua madre era totale e lui la ricambiava, avrebbe
fatto di tutto per renderla felice, essere insieme in quella maniera
era il minimo che potesse fare.
Poi c’erano dei giorni in cui sognava che Norma Bates in
realtà era morta, che la sua mummia era conservata in
cantina ma erano solo incubi, la realtà era
un’altra. La stessa che Romero aveva cercato nuovamente di
rovinare ma glielo aveva impedito e per sempre, che finisse pure in
carcere per l’omicidio di Alex Romero, non avevano prove e
Dylan non l’avrebbe permesso, non ora che potevano davvero
essere una famiglia, tutti e tre.