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Autore: Ahiryn    28/10/2018    2 recensioni
"– Non lo approvi come persona, ti lamenti sempre di lui e non è nemmeno carino, perché lo frequenti?
Peter alzò una mano. – Non capisco cosa dovrebbe c’entrare “l’essere carino”, ma in ogni caso è complicato. E poi mi ha chiesto aiuto per cambiare.
– Se venisse Scorpion domani a chiederti aiuto, diventeresti il suo migliore amico?
– Wade è un pazzo imprevedibile, ma non è quel tipo di spazzatura. È più la spazzatura che puoi ancora recuperare e trasformare in un bel tavolino da salotto da tenere in casa… o regalare alle persone che non sopporti".
Spideypool per il Writober!
Genere: Avventura, Demenziale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deadpool, Mary Jane Watson, Peter Parker
Note: Lemon, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ciao a tutti! Questa è la prima SpideyPool che scrivo, quindi mi scuso molto se i personaggi sono ancora un po’ OOC, ma è la prima volta che scrivo di loro, dunque tutti i consigli sono super ben accetti!
Il mondo in cui si muovono è un misto di quello che volete, fumetti, videogioco, film. Non mi baso su un fumetto in particolare o su un film in particolare, ho preso quello che mi piaceva di più dalle varie versioni, di recente ho finito il videogioco e i fumetti di Spiderman e Deadpool, quindi ho preso un po’ da entrambi, ma anche per chi non ha mai letto niente e visto solo i film la storia è abbastanza chiara.
La storia era nata per il Writober e ogni capitolo segue un prompt della pagina Fanwriter, solo che naturalmente invece che all’inizio del mese ho cominciato dalla fine, logico xD.
Cercherò di essere rapida con le uscite dei capitoli. Per ora il rating è arancione, ma è molto probabile che salga. Grazie mille per l’attenzione!

 

Se esistono gli ipermercati, perché non possono esistere gli ipereroi? 


Invito
 
 
– Quando mi hai chiesto di uscire e divertirci, non avevo pensato a questo. E ammetto che avrei dovuto aspettarmelo.
Wade sorrise sornione attraverso la maschera, calciando amorevolmente uno dei criminali in terra. – Ah dai Spidey, non dirmi che non ti sei divertito.
Peter appollaiato su un’impalcatura guardò i nemici tramortiti o intrappolati dalle ragnatele all’interno del cantiere. Ci avevano messo una manciata di minuti a metterli tutti k.o., irrompendo nella vendita illegale di armi. Si erano divisi e riuniti solo adesso.
Scese con un balzo, controllando i corpi dei nemici che aveva affrontato Wade. – Che hai fatto? Sono vivi? – domandò ostile.
– Naturalmente, li ho picchiati con le else delle spade – disse fieramente, sollevando le proprie mani sanguinanti con le dita mozzate. – Solo che mi ha creato qualche problema brandire le katane dalle lame. Dovrei davvero trovarmi un’arma non letale, tipo una mazza chiodata.
Peter guardò le dita tranciate con una smorfia. – Una mazza chiodata? Ottima idea, ma perché non passi direttamente a un lanciarazzi? – si accorse di un nemico alle spalle e lo intrappolò nella ragnatela senza voltarsi. – Sono le armi meno letali del mondo.
– Non incoraggiarmi che ne ho sempre voluto uno.
Peter controllò il cellulare, sbattendo le palpebre. Aveva dieci chiamate perse da MJ. Guardò l’orario e si accorse che erano le sei passate.
– Oh no.
– Cosa? Il solito messaggio di buone feste della compagnia telefonica? Ti capisco, non rispondono mai ai miei selfie.
Si morse un labbro da sotto la maschera. – Devo scappare, alla prossima.
– Ehi, questo non è bello Spidey! Io ti invito per una romantica rissa con i criminali e tu mi pianti? Non è per niente figo. Non hai paura a lasciarli soli con me? – domandò, cercando di impugnare la katana che gli sfuggì a terra. – Sono così indifesi, guarda questo qui come tiene la bocca aperta, mi sta invitando.
– Gli hai sparato alle guance – commentò Peter, scuotendo la testa.
– Hai detto “non uccidere”, mica non mutilare. Che per un primo appuntamento è come portarmi a uno strip club bendato. Ma detto ad alta voce sembra una cosa sexy in realtà.
L’altro ormai si era già appeso a una ragnatela. – Non porterei mai qualcuno a uno strip club come primo appuntamento.
– Per questo sei noioso. Sei sicuro di volerli lasciare soli con me? Mi stai mandando in bianco, potrei dovermi sfogare su uno di loro, tipo quello lì che sembra Jakie Chan grasso.
Il criminale in questione iniziò a sudare freddo avvolto nella ragnatela.
Peter saltò sul bordo della finestra, accovacciato. – Questo non era un appuntamento. E comunque non hai le dita, quindi buona fortuna a tentare le tue nefandezze senza le mani.
– Figlio di… non c’è bisogno di rimarcarlo! Allora mi limiterò a molestarli con i piedi.
Spiderman era voltato via, ma la sua voce arrivò comunque da lontano. – Fallo e distruggerò la tua scorta di chimichanga. So dove vivi, Wade.
– Sa essere molto spaventoso quando vuole.
 
 
MJ era in piedi contro il muro di un palazzo e non sembrava di buon umore. I capelli rossi erano legati in uno chignon e il tailleur che indossava le dava un’aria più fredda del solito.
Peter era corso più velocemente possibile, urtando ogni persona sul suo cammino, blaterando scuse e sudando.
Si fermò di fronte a lei per riprendere fiato, si era cambiato frettolosamente, indossando la camicia a quadri al contrario. Sapeva di avere un’aria sconvolta e disordinata.
– S– scusa il ritardo.
La ragazza lo guardò con aria stanca. – Peter non è che devi scusarti con me, era una cosa per te.
– Hanno già chiuso?
– Se ne sono andati, tu che dici? Hai fatto un’ora di ritardo. Credevo ti servisse un lavoro.
Peter annuì freneticamente. – Mi serve infatti! Io…
Si interruppe, guardando in basso. Il grattacielo li adombrava e la fiumana di persone non accennava a diminuire, era una zona di uffici e società, dunque c’era un continuo via– vai di dipendenti in giacca e cravatta. Si poggiò contro un palo della luce, sospirando esausto.
Mary Jane addolcì lo sguardo. – C’era una minaccia da sventare?
Deglutì, tenendo la fibbia del borsone a tracolla. – Uhm una specie, Wade mi aveva chiesto di aiutarlo con dei criminali, ecco.
La ragazza si passò una mano sul viso, esasperata. – Ti trovo un colloquio per un lavoro come giornalista di articoli scientifici e tu non ti presenti per andartene in giro con Deadpool?
– C’era una vendita illegale di armi e lo sai com’è Wade, devo controllarlo per evitare che compia stragi.
– A– ha, certo, ma chi controlla te? Peter ti hanno sbattuto fuori casa, sei al verde e passi le giornate con uno squilibrato.
– Woo piano con tutto questo incoraggiamento che potrei montarmi la testa.
Mary Jane incrociò le braccia. – Lo dico per te. Questo era un lavoro perfetto, avresti dovuto solo scrivere articoli di scienza da casa ed era retribuito in modo decente. Capisco che ti piaccia passare il tempo con quel tipo…
– Ferma ferma, non è vero. Si tratta di una collaborazione.
La ragazza lo soppesò con lo sguardo, indecisa se infierire. – Ti si è seduto in faccia.
Peter arrossì. – Mi è CADUTO sulla faccia, è ben diverso, perché ogni volta che precipita o viene lanciato ha quelle maledette gambe aperte che ti si attorcigliano come tenaglie. Sono sicuro che lo abbia fatto apposta. E poi sei sleale a rivangarlo.
– Quella foto circola ancora per i social.
– Beh grazie tante per aver rievocato il trauma.
L’amica lo guardava sospettosa. – Beh visto che siete così uniti, perché non chiedi a lui di pagarti l’appartamento? È ricco, no?
Peter tirò fuori una sorta di broncio. – Non userò mai i soldi che ha ottenuto uccidendo e poi lo sai che lui non conosce la mia vera identità – rispose.
Mary Jane scosse la testa, il sole del crepuscolo illuminava le ciocche rosse dolcemente, distraendolo. Guardò l’ora sul telefono, per poi riporlo. – D’accordo, ma cerca di non dimenticarti di questa vita, okay? – gli domandò, sfoderando un sorriso incerto.
– Sì, grazie MJ, e… scusami, davvero.
Gli diede un buffetto. – Ma almeno Wade… è carino?
Peter socchiuse gli occhi, non sapendo neanche come rispondere a quella domanda. Anzi, un attimo, perché fare quella domanda a lui?
– Non lascerai mai la presa con questa storia, vero?
– Sei tu che hai fatto degli apprezzamenti su di lui.
– Ero ubriaco. Pure Fenomeno o Rhino mi sarebbero parsi sexy.
L’amica sorrise divertita. – Ma ora lo hai visto in faccia. È carino o no?
Beh se passi sopra alla pelle deturpata, alle voci con cui parla da solo ogni tanto, al fatto che sia un omicida incallito, volgare e privo di qualsivoglia rispetto… allora sì.
– No.
– Non lo approvi come persona, ti lamenti sempre di lui e non è nemmeno carino, perché lo frequenti?
Peter alzò una mano. – Non capisco cosa dovrebbe c’entrare “l’essere carino”, ma in ogni caso è complicato. E poi mi ha chiesto aiuto per cambiare.
– Se venisse Scorpion domani a chiederti aiuto, diventeresti il suo migliore amico?
– Wade è un pazzo imprevedibile, ma non è quel tipo di spazzatura. È più la spazzatura che puoi ancora recuperare e trasformare in un bel tavolino da salotto da tenere in casa… o regalare alle persone che non sopporti.
La ragazza rise. – Fino a qualche settimana fa eri pieno di dubbi a riguardo.
Peter non disse nulla, consapevole di come potesse sembrare. Non era stato facile accettare di provare simpatia per Wade, una parte di lui non lo tollerava. Non merita il tuo affetto. Era un pensiero ricorrente, come poteva trovare piacevole passare il tempo con un assassino? Una persona che andava contro a tutto quello in cui lui credeva, che faceva della vita e della morte una barzelletta. Questo lo aveva messo in crisi per diverso tempo, le questioni morali erano certamente le sue voci, che non lo abbandonavano mai, parandogli di fronte agli occhi le immagini di Zio Ben, Gwen… si rendeva conto spesso di essere fin troppo ossessionato dal bene e dal male.
– Sì beh, per ora ha rigato dritto. Chissà quanto durerà – commentò con amarezza.
– Non credi che possa farcela?
Peter alzò gli occhi verso destra per non incontrare il suo sguardo. – Non ho molta fiducia in effetti. Non credo di poter vincere una vita di traumi, follia e omicidi con il mio brillante sarcasmo…
MJ gli diede una spinta affettuosa. – Dio, se Wade ti reputa simpatico per quello, allora è davvero irrecuperabile.
 
 
Dopo l’incontro con MJ aveva continuato a rimuginare per l’intera giornata. Quando indossava il costume di Spiderman riusciva a guardare ai problemi di Peter Parker con distacco, quasi con sollievo; questioni così normali, l’affitto, un lavoro, niente a che vedere con le battaglie mortali che affrontava con la tuta. Eppure non poteva continuare così, non poteva continuare ad affrontare la sua vita come se fosse un hobby secondario rispetto all’essere Spiderman. Perché nel bene o nel male avrebbe sempre potuto smettere di essere l’uomo ragno, ma non avrebbe mai potuto smettere di essere Peter Parker.
– Mi sembri di cattivo umore, ti serve un massaggio?
E poi c’era Deadpool, che ormai lo seguiva in ogni retata giornaliera e notturna con le sue follie, con le sue continue chiacchiere deliranti. Come quella sera. Lo aveva contattato sul cellulare che usava come Spiderman, avvertendolo di una qualche vendita illegale e segretissima ai moli di Harlem.

Abbiamo un gruppo di inutili scagnozzi da massacrare al porto, sembra che sia l’unico modo per mandare avanti la trama. Ti aspetto alle otto e mezza tesoruccio 
💗 .

Peter non aveva aperto bocca per l’intera serata, limitandosi a intrappolare i nemici nelle ragnatele e togliendo tutto il divertimento a Deadpool.
Era ancora troppo abbattuto per aver dimenticato il colloquio, perché la verità era quella: non lo aveva perso per aver tardato a causa di qualche impegno come Spiderman, ma se n’era semplicemente dimenticato. Perché?
Non guardò verso Deadpool, ma lo incolpò silenziosamente nella sua testa. Era colpa sua per qualche motivo, come sempre. Perché era una piacevolissima compagnia che lo distraeva e non riusciva neppure a spiegarsi come. Sapeva solo che tornare a pattugliare le strade e i vicoli di notte da solo era un’idea molto spiacevole ora che aveva sperimentato la compagnia di Wade.
E lo ammetto così, senza remore, davvero fantastico Peter.
– Terra chiama Spidey?
Peter guardò gli uomini che avevano sorpreso ai moli vicino a una grossa nave da carico attraccata.
I criminali di quella città erano un branco di mentecatti che non sapevano mai quando gettare la spugna, non era neanche più emozionante tramortirli. Ma poi perché non la finivano di incontrarsi nei porti? Trovare una nuova location per lo smercio di oggetti illegali? Tipo una pista di pattinaggio? No, sempre i maleodoranti porti di Hell’s Kitchen e Harlem. Non capivano di essere diventati prevedibili?
– Mi sento un supereroe trofeo in questo momento, mi tieni solo per espormi – si lagnò Wade, portandosi una mano alla fronte in una posa affranta.
– Tu non sei un supereroe.
– Infatti, io sono un ipereroe. Chi ha stabilito che dobbiamo fermarci al “super”? Eh? Se hanno iniziato a esistere gli ipermercati, perché non possono esistere gli ipereroi?
Peter si stropicciò gli occhi attraverso il costume, cercando di non ascoltare altro.
Disoccupato, senza casa, single. Beh almeno dell'ultimo non m'importa, non più.
A malapena vedeva i suoi amici ormai, la maggior parte del tempo la passava con un assassino pazzo in una tutina rossa.
– Dio, sei talmente di cattivo umore che persino i nemici si stanno deprimendo. Cos’è successo? Hai sparato la ragnatela troppo presto? Il tuo senso di ragno ha fatto cilecca? D’accordo non fanno ridere.
– Dobbiamo chiamare la polizia perché requisisca queste armi – lo interruppe, lanciando il cellulare a Wade.
Si avvicinò al camion scarsamente illuminato da un lampione. Sopra le ante alcuni uomini si dimenavano dentro a ragnatele spesse. Aprì le due portiere con un gesto secco e rimase immobile, pietrificato.
Wade gli arrivò alle spalle sbirciando. – Oh santo chimichanga…
Dentro il camion c’erano quattro bambini malconci seduti e vestiti con jeans e magliette scolorite. Non li stavano guardando, erano in una sorta di stato catatonico.
– Chiama la polizia e un’ambulanza.
Wade ubbidì, calpestando uno degli scagnozzi e fermandosi in piedi sopra di lui mentre digitava i numeri. – Dovevo capire che erano pedofili dal modo in cui puzzavano di merda. Cazzo, ma non potete comprarvi delle bambole gonfiabili come tutte le persone normali?
Peter entrò nel camion, controllando le condizioni dei bambini e cercando di scuoterli. Erano stati drogati e la pelle era ricoperta da un velo di sudore freddo. Si accorse di alcuni lividi sulle braccia e glieli esaminò lentamente.
Li portò fuori tutti e quattro mentre Wade calpestava i genitali dello scagnozzo più vicino, risvegliando singhiozzi involontari. – Quindi?
– Aspettiamo l’ambulanza.
– E non li uccidiamo?
Peter posò i bambini a terra con delicatezza. – No.
Wade tirò fuori la katana, poggiando la punta sulla gola dell’uomo più vicino riverso in terra. – Sicuro?
– Dobbiamo capire cosa stavano facendo con questi bambini. Posa la spada.
La tensione nel corpo di Wade irrigidiva anche lui. Non sapeva dire se avrebbe affondato la lama o se voleva solo provocarlo perché era arrabbiato, la sua imprevedibilità era troppo pericolosa. In ogni caso concentrò tutta l’attenzione su di lui pronto a intervenire.
– Wade…
Ritirò la spada, limitandosi a dargli un calcio in faccia. – Figuriamoci se Santo Spiderman si sporca le mani. Posso dire che non sono assolutamente d’accordo?
– Annotato.
Wade incrociò le braccia. – Non potrai proteggere per sempre questa feccia, Spidey– pie.

 
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L'immagine viene da qui http://mxiiha.tumblr.com/post/171699820417/favorite-bromance
 
   
 
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