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Autore: Lanasgaze    28/10/2018    8 recensioni
Dopo la notte dello strappo lei lo caccia via, poi si ammala e passano anni prima che guarisca completamente. Infine decide di andare a cercarlo, ma tra di loro incombono parole mai dette e sensi di colpa inconfessabili, riusciranno a chiarirsi?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Lucciola 67 che con la sua "Pelle di luna" mi ha ispirata.

INCONTRO
 
Oscar usci' all'aria aperta, il tiepido sole autunnale di Arras le scaldava le gote e finalmente penso', poteva godere di quel tepore senza chiedersi per quanto tempo ancora.
 
Aveva vinto lei.
 
La malattia, come una belva feroce e assetata di sangue, era stata sul punto di divorarle i polmoni a morsi, ma lei non si era arresa!
Aveva lottato con tutte le sue forze, aveva scelto la vita, aveva scelto l'Amore, e per il suo Amore aveva combattuto e sconfitto il male che per anni l'aveva debilitata, ridotta all'ombra di se stessa.
Dopo la guarigione invece, un poco alla volta, era rifiorita, l'oro dei suoi capelli era tornato a splendere invidiato dai raggi del sole, le sue labbra erano soffici e succose come ciliegie mature, gli occhi limpidi come acqua cristallina e la sua pelle di alabastro era nuovamente calda e vellutata, mentre le sue forme di donna si erano addolcite, dopo anni che, costretta ad una forzata immobilita' e a cibarsi regolarmente, non si sottoponeva piu' ad estenuanti allenamenti e cavalcate sfiancanti.
 
Era come rinata, e non era mai stata cosi' bella.
 
Oscar si accingeva a lasciare la sua residenza di Arras, dove aveva trascorso gli ultimi anni della sua vita in completa solitudine, fatta esclusione di pochi fidati servitori e il dottor Lassonne, che in fuga da Parigi, terrorizzato dagli sviluppi della Rivoluzione, era stato suo ospite per lungo tempo, infine aveva comprato una piccola casa di campagna nelle vicinanze di villa Jarjayes per seguire meglio le fasi della malattia di Oscar e poterle essere d'aiuto.
 
Ora lei stava bene e voleva tornare a Parigi, a cercare Andre'.
 
Andre' era infatti rimasto nella capitale, e lei non lo vedeva da quella notte....quella notte in cui la follia si era fatta uomo, e l'uomo aveva agito in preda alla disperazione in nome di un amore respinto.
 
Dopo quella notte non sopportava piu' di averlo vicino, si era sentita ingannata, tradita dall'unica persona di cui si era sempre fidata.
La dichiarazione di amore di Andre' l'aveva gettata in una profonda crisi mentre Oscar voleva vivere come un uomo con tutta se stessa, cercando di negare la propria natura femminile per mettere a tacere il suo cuore di donna che le aveva portato solo sofferenze.
 
Fersen.
 
Per lui si era vestita da donna e aveva sperato di poter essere accettata come tale, invece lui le aveva ricordato quanto poco di femminile ci fosse in lei, definendola il suo migliore amico.
 
Ma il colpo mortale glielo aveva dato proprio lui, Andre', in cui credeva di trovare appoggio e comprensione per la sua decisione di camminare finalmente sulle proprie gambe senza contare sull'aiuto di nessuno, e vivere la vita per cui era stata allevata.
Andre' si era inspiegabilmente ribellato mostrandosi per quello che era: non il fratello, l'amico d'infanzia, non il servo devoto, l'attendente efficiente e tuttofare, bensi' un uomo, un uomo tormentato e pazzamente innamorato....di lei....ma lo aveva fatto scegliendo il modo peggiore, piegandola con la sua superiorita' fisica, ferendola nella sua fragilita' di donna.
L'aveva odiato per questo, e dopo quella notte non lo aveva piu' voluto rivedere, gli aveva fatto recapitare una lettera di raccomandazioni affinche' potesse trovare lavoro presso un nuovo padrone, e senza nemmeno salutarlo lo aveva liquidato.
 
Non sapeva Oscar allora quale disperazione lo avesse portato alla follia di quella notte, una disperazione dai mille volti.
 
Il volto della passione, perche' il desiderio che Andre' aveva di lei era perennemente sveglio e mai soddisfatto, la voleva da impazzire, la voleva sempre, da anni, e per un uomo nel pieno del vigore tutto cio' era sfiancante, sfibrante, estenuante, poiche' il suo ruolo lo costringeva a viverle accanto ogni giorno, senza poterle stare lontano nemmeno se l'avesse voluto.
 
Il volto della speranza, delusa la notte in cui Andre' l'aveva vista indossare abiti femminili per un uomo che non era lui, e l'aveva vista piangere e disperarsi per un uomo che non l'amava e non la considerava nemmeno come donna, e nonostante tutto lei lo preferiva a lui, che la vedeva e l'accettava e l'amava esattamente cosi' com'era e sapeva leggere in lei meglio di chiunque altro.
 
Il volto dell'amicizia, tradita perche' lei lo aveva congedato freddamente e in un istante, dicendogli semplicemente che non aveva piu' bisogno di lui, come se lui fosse per lei nient'altro che un vecchio oggetto di cui liberarsi, un servo, e non il compagno di una vita condivisa, l'amico fraterno pronto a proteggerla dal mondo e da se stessa, sempre e comunque.
 
Il volto della paura, perche' Andre' aveva da poco saputo che presto avrebbe perso anche l'uso dell'occhio destro, dopo che a lei aveva donato il sinistro, per renderle la liberta' e salvarle la vita, glielo aveva donato senza indugio e senza ripensamenti, e lo avrebbe rifatto mille volte per lei, avrebbe fatto qualunque cosa per lei....ma diventare cieco lo terrorizzava, l'idea di non poterla piu' vedere gli era insopportabile, aveva avuto paura Andre', aveva avuto bisogno di lei, della sua amicizia, del suo conforto, del suo affetto, lei che era tutto per lui, amica, madre, sorella, amore, tutto!
Invece lei gli aveva voltato le spalle, lo aveva lasciato solo, non c'era ferita piu' profonda nel suo cuore  di quella infertagli dalla sua indifferenza.
 
Aveva il volto della pazzia, quella di lei, che si ostinava a voler vivere come un maschio quando di maschile non aveva nulla eccetto il nome. E allora quello era stato troppo anche per un uomo placido e ragionevole come Andre'.
Una rabbia folle si era impossessata di lui, che aveva voluto scaricargliela contro tutta, e dimostrarle che lei non era un uomo, e che non immaginava nemmeno cosa potesse essere un uomo, cosa potesse fare un uomo....ad una donna....un uomo....
 
Ma quello non era un uomo era un demone che era emerso dalle tenebre in cui stava sprofondando Andre', e dalle tenebre traeva la sua forza, le stesse tenebre che minacciavano di portargli via la luce, quella degli occhi e quella dell'anima, poiche' Oscar era la sua luce e lui l'ombra che l'accompagnava, che senza di lei lui non poteva esistere...
 
Cio' che le aveva fatto Andre' era imperdonabile, anche perche' era riuscito nel suo intento, le aveva aperto gli occhi su una realta' che lei tentava disperatamente di negare: se n'era resa conto quella notte per la prima volta, quando attraverso il sottile tessuto dei vestiti aveva sentito il calore della sua pelle su di se', aveva tremato al contatto con le sue labbra esigenti mentre le sue narici inalavano quel suo profumo inconfondibile e inebriante, e aveva sentito il suo vigore pulsare contro di se' mentre lui la sovrastava bloccandola sul letto, lo strappo della camicia poi aveva esposto il suo seno candido e illibato allo sguardo famelico di Andre', e in quella tempesta di sensazioni, lei nuda e indifesa si era suo malgrado eccitata, semplicemente donna di fronte ad un uomo, e questo era inaccettabile.
 
Lui piangendo le aveva detto di amarla, da sempre.
 
Lei piangendo lo aveva cacciato.
 
E lui aveva obbedito senza fiatare.
 
Se n'era andato e da allora non lo aveva piu' visto.
 
Era stata la nonna a dirle in seguito del suo problema all'occhio, e di come lo avesse saputo poco prima che lei lo congedasse (nonna non sapeva il perche' di quel congedo ne' osava chiederlo.)
 
Oscar era mortificata.
 
Nei mesi successivi aveva ripensato spesso a quella notte, e si era sentita tremendamente in colpa per averlo trattato in quel modo.
Aveva capito che la sofferenza di Andre' era antica e profonda, e che lei, con la lama della sua proverbiale freddezza, non aveva fatto altro che colpirlo, e colpirlo e colpirlo dritto al cuore.... mentre lui infine, come un animale mortalmente ferito, aveva contrattaccato per trattenere in se' l'ultimo anelito di vita. Lei invece la vita gliel'aveva strappata dal petto a morsi, gli aveva dato il colpo di grazia, senza pieta': Oscar lo aveva ucciso.
 
Dopo aver saputo della sua imminente cecita' si era vergognata di chiedere altro alla nonna, temeva che lei gli dicesse che era accaduto, che Andre' non ci vedeva piu'.
 
Poi si era ammalata, gravemente, e il peso della sua assenza era diventato insopportabile, Andre' le mancava come l'aria in gola, aveva capito di amarlo ora che lo aveva perso, e che tra i due la persona cieca in realta' era stata lei, aveva avuto accanto a se' un uomo meraviglioso che l'amava incondizionatamente, e non se n'era resa conto.
 
Presa dallo sconforto inizialmente si era lasciata andare, la Regina le aveva concesso un congedo per motivi di salute, e lei trascorreva le giornate bevendo in solitudine mentre il Generale suo padre si disperava e tentava di convincerla invano a curarsi. Poi un giorno aveva visto nonna Marie piangere di nascosto, singhiozzando „I miei bambini.....i miei poveri bambini...“
Pochi attimi erano bastati a far scorrere le immagini della sua vita accanto a lui davanti ai suoi occhi, e improvvisamente aveva sentito che per Andre' si, per lui valeva la pena di vivere, per lui sarebbe guarita, perche' lo amava e doveva riuscire a dirglielo, ma non poteva cercarlo adesso per dirgli che stava morendo, e dargli un nuovo dolore, no, doveva curarsi e sconfiggere la malattia, poi lo avrebbe cercato per offrirgli se stessa e il suo cuore.
 
Era partita per Arras, il solo posto al mondo dove sentiva che avrebbe potuto farcela, poiche' in quei luoghi respirava il ricordo di Andre' e del suo amore che ora sapeva, l'aveva sempre cullata e protetta, quell'amore sarebbe stato l'aria che le mancava, di esso si sarebbe nutrita, e grazie a lui sarebbe guarita. Ancora una volta l'infinito amore di Andre' le avrebbe salvato la vita.. .
Si era aggrappata al ricordo di lui con tutte le sue forze, e aveva lottato per vivere e poterlo amare, e ce l'aveva fatta.
 
Ora stava bene, ora voleva tornare da lui.
 
Eppure...dopo tutto quel tempo non aveva piu' certezze.
 
Da nonna Marie aveva saputo che si era arruolato nei soldati della Guardia metropolitana e che viveva con un amico, un certo Alain de Soisson, a Parigi, ma oltre a questo non sapeva altro.
 
Non era certa che Andre' l'amasse ancora, non sapeva neppure se fosse finazato o peggio ancora sposato, la nonna era stata vaga in proposito, forse volendo scoraggiarla a cercarlo (e come biasimarla del resto? Andre' doveva aver sofferto molto a causa sua.)
 
C'era la possibilita' che lui fosse molto arrabbiato con lei, che la odiasse per come lo aveva cacciato, ne era consapevole, ma aveva deciso che niente e nessuno l'avrebbe fermata, doveva andare da lui e dirgli che lo amava, e se lui l'avesse respinta, avrebbe incassato il colpo sapendo di meritarselo, ma prima voleva confessargli il suo amore, glielo doveva.
 
Oscar giunse in citta'  il giorno seguente nel tardo pomeriggio, si era fermata piu' volte per far riposare la sua cavalcatura e per rifocillarsi, a Parigi aveva preso una stanza in una locanda dove era perfino riuscita a farsi un bagno: voleva essere presentabile per Andre', si era vestita con cura, indossando una sobria camicia di batista trattenuta da una fascia di seta, a metter in evidenza la curva dei suoi fianchi e la sua vita sottile,  culotte di foggia maschile ma che le fasciavano le lunghe gambe tornite rendendola irresistibile, come sempre portava i capelli sciolti che ormai erano lunghissimi e splendenti, si sentiva come una ragazzina innamorata, si disse che in realta' era proprio cosi'.
 
Giunse nella zona della citta' specificata da nonna Marie, poi chiese indicazioni ai passanti, infine si trovo' di fronte ad un portone sgangherato che non si riusciva a chiudere. Le avevano detto che la casa che cercava era proprio quella.
Apri' dunque il pesante portone non senza fatica e sali' le scale fino al terzo piano dove sapeva essere l'alloggio del soldato Soisson.
Busso' alla porta, una voce femminile dal tono cortese chiese
 
„Chi e'?“
 
Oscar penso' che forse era la moglie di Soisson, spero' che lo fosse....
 
r „Sono una vecchia amica di Andre' Grandier, mi hanno detto che posso trovarlo a questo indirizzo.“
La porta si apri'. Oscar rimase un istante interdetta: davanti a se aveva una giovane donna nel fiore degli anni, minuta ma molto aggraziata, dai lunghi capelli castani che portava legati dietro la schiena, i suoi occhi erano grandi e molto espressivi, del colore del grano appena mietuto, il suo viso esprimeva infinita dolcezza e il suo incarnato delicato la rendeva semplicemente adorabile. Tremo' all'idea che Andre' potesse pensarla allo stesso modo, e si diede della stupida pazza per aver creduto anche solo per un istante che un uomo come lui non potesse attirare l'attenzione di altre donne. Non esisteva una sola ragione al mondo per cui Andre' avesse dovuto attenderla, nemmeno una....
 
„Salve, io sono Diane, la sorella di Alain, lui e Andre' sono in caserma, ma oggi e' giorno di licenza e tra pochi minuti saranno a casa, prego, accomodatevi pure, gli amici di Andre' sono anche i nonstri amici.“
Nel pronunciare il suo nome arrossi' vistosamente, Oscar si senti' mancare.
 
„Grazie Diane, io sono Oscar Francois de Jarjayes. Andre' ha lavorato per la mia famiglia molti anni fa, non lo vedo da molto, molto tempo. Manco da Parigi da diversi anni e poiche' trascorrero' alcuni giorni in citta' ho pensato di passare a trovarlo, se non vi crea disturbo.“
 
„No, no, nessun disturbo! Anzi, Andre' e' sempre cosi' misterioso sul suo passato, non sapevo che avesse lavorato presso una famiglia nobile, anche se a giudicare dai suoi modi non e' difficile crederlo...“
 
„Gia'...Andre' ha ricevuto un' educazione pari alla mia, in realta' siamo cresciuti insieme.“
 
„Ooooh...“
Diane parve molto sorpresa da questa rivelazione, ma sembro' anche aver compreso altro.
Oscar entro' nella modesta dimora dei Soisson, Diane la fece accomodare in cucina, dove sul fuoco bolliva una brodaglia indefinita che lei intui' essere la cena.
 
„Vi fermerete a cena con noi ?“
 
„No, non credo, ma grazie dell'invito.“
Intanto si sentivano risate sguaiate e passi scoodinati rimbombare sulle scale, le labbra di Diane si allargarono in un sorriso.
 
„Sono arrivati !“
Disse con gioia.
Si affretto' ad aprire la porta senza dar loro nemmeno il tempo di bussare, Alain quasi rovino' al suolo, era un po' alticcio, Andre' invece pareva perfettamente sobrio, anche se ridacchiava, mentre con un braccio sosteneva l'amico che a malapena si reggeva in piedi dicendogli con tono fintamente severo:
 
„Soldato Soisson , per favore, datevi un contegno davanti a una bella signora.“
 
Diane annuncio':
„Abbiamo ospiti.“
 
„Uh?
Fu il verso che usci' dalla gola di Alain che evidentemente non era abituato a ricevere visite.
Andre' alzo' la testa e soltanto allora si accorse della presenza di Oscar in piedi accanto a Diane, il sorriso gli mori' sulle labbra.
 
„Ciao Andre'“
Disse lei arrossendo.
 
„Oscar....“
Fu tutto cio' che riusci' a dire, lo sguardo di chi ha appeno visto un fantasma.
 
„Come stai, Andre'?“
A malapena riusciva a trattenere il desiderio di gettargli le braccia al collo.
Era ancora piu' bello di quanto ricordasse. Nonostante la maturita' era incredibimente attraente: alto, aitante, le spalle larghe, il torace possente, lo sguardo di giada e quei capelli corvini timidamente spruzzati di grigio alle tempie a incorniciargli il bel viso perfetto addolcito da qualche ruga attorno agli occhi e quella barba di pochi giorni a conferirgli un'aria ancora piu' virile, e poi c'era il suo odore di uomo che le era tanto mancato poiche' nella sua vita aveva significato casa, sicurezza, protezione, ma che da quella notte voleva dire desiderio, brama, passione, ...da quella notte non aveva fatto altro che ripensare a lui e alle sensazioni che il suo corpo di uomo aveva risvegliato in lei, e quel suo odore meraviglioso e inconfondibile di cuoio, lavanda misto all'aroma naturale della sua pelle, le era mancato da morire, ed era ora un richiamo irresistibile per i suoi sensi.
Averlo nuovamente cosi' vicino e non poterlo abbracciare fu terribilmente difficile, ma non pote' far altro che guardarlo negli occhi intensamente.
 
Lui ebbe un attimo di smarrimento, il suo primo istinto fu di stringersela al petto e baciarla fino a toglierle il respiro, alzo' un braccio verso di lei accennando un sorriso, poi gli torno' la memoria e con essa la necessita' di mantenere le distanze.
 
Torno' serio in un istante.
 
„Come vedi non me la passo male, anche se non vedo come questo possa riguardarti.“
Disse glaciale.
 
Alain guardo' il suo amico di sbieco, non lo aveva mai visto scortese, nemmeno con chi se lo meritava, e tantomeno con una donna, sembro' capire che quella non era una donna qualunque, ma proprio lei...
Nonostante fosse un po' brillo si rese conto che il suo amico aveva bisogno di affrontarla in privato, fece un cenno a sua sorella e poi disse.
 
„Hei Grandier, mi sono ricordato che abbiamo finito il vino per cena, Diane, vieni con me, voi intanto restate pure qui a chiacchierare come due vecchi amici.“
Diede una vigorosa pacca sulla spalla ad Andre' che pareva imbalsamato, poi si dileguo' dietro la porta.
 
Diane lo segui' incerta sulle scale, mentre Alain chiudeva la porta bofonchiando qualcosa di incomprensibile a sua sorella.
 
Andre' parve non accorgersi di nulla, lo sguardo truce sempre inchiodato in quello di lei che si sentiva allo stesso tempo euforica e terrorizata di trovarsi sola con lui dopo tanti anni in cui non si erano piu' visti.
 
„Andre'...“
 
„Di' cosa vuoi e poi vattene.“
Ringhio' lui.
 
„Andre', lo so che ce l'hai con me, e lo capisco, ma non sono venuta per litigare, sono venuta per chiederti scusa.“
 
„Non ho bisogno delle tue scuse Oscar, sono stato io a sbagliare, e ne ho pagato le conseguenze, delle tue scuse non so che farmene.“
 
„Invece no! Io ho bisogno che tu mi perdoni, sono stata malissimo per quello che ti ho fatto!“
 
Tu?....Sei stata malissimo? Allora sei perdonata, va bene? Ora puoi andartene al diavolo.“
 
„Andre', ti prego, ascoltami, sono stata una stupida insensibile e codarda, non sapevo del tuo problema alla vista e ti ho trattato come se tu non contassi niente per me, ti ho liquidato come uno straccio vecchio quando io in realta' avevo solo paura...“
La sua voce ebbe un tremito.
 
Andre' cambio' leggermente tono di voce sembrando meno distante ma non aveva intenzione di cedere.
„Oscar, lasciamo stare, sono passati molti anni da allora e me ne  sono fatto una ragione, oltretutto come vedi non ho perso la vista, il mio occhio era solo molto affaticato e con il giusto riposo tutto si e' sistemato per il meglio, puoi scaricarti la coscienza ora.“
 
Parlava ancora con una freddezza che lei non gli riconosceva, ma lei aveva fatto tutta quella strada per un motivo ben preciso e intendeva andare fino in fondo.
 
„Andre', so bene di averti ferito, e non sono qui solo per chiederti scusa....vedi, in questi anni di solitudine ho avuto modo di pensare....di capire...“
 
„Non mi interessano i tuoi problemi, Oscar, ora ho una vita, finalmente ho una vita mia, mentre prima vivevo di riflesso la tua...“
Oscar sussulto' colpita dalle sue dure parole, ma si era preparata al peggio, cosi' continuo'.
 
„Capisco anche questo, ma c'e' una cosa che devo assolutamente dirti, poi se tu vuoi usciro' dalla tua vita per sempre e non ci rivedremo mai piu'.“
Si avvicino' a lui, che restava immobile, un'espressione indecifrabile stampata sul volto, lei lo fissava con gli occhi liquidi traboccanti di speranza, azzurri come il cielo sereno in una giornata di sole, mentre lo smeraldo del suo occhio sano s'incendiava di scintille infuocate.
 
„Cosa vuoi Oscar, te lo chiedo per l'ultima volta, cosa vuoi da me? Perche' sei qui?“
La voce usci' roca mentre parlava a denti stretti per soffocare l'emozione travolgente di averla di fronte a se, dopo tutto quel tempo.
 
Lei percepi' una crepa nella corazza di Andre' e senza pensarci gli si getto al collo affondando il viso nel suo caldo petto, le braccia attorno alla schiena, tra le lacrime gli confesso':
 
„Ti amo, sono venuta a dirti che ti amo, che ti ho sempre amato, ci ho messo tanto, troppo tempo a capirlo, ma ora lo so, e anche se tu dovessi perdonarmi, io non mi perdonero' mai di averti lasciato andare via da me per il mio stupido egoismo.... Non pretendo niente da te, ti ho fatto fin troppo male, ma volevo solo che tu... lo sapessi....“
 
Oscar abbasso' gli occhi, tremava come una foglia in balia della tempesta e sentiva lacrime amare bruciarle gli occhi uscendo copiose ad inondare le sue gote accese, desiderava soltanto che lui la stringesse fra le sue forti braccia e che le dicesse che la perdonava e che non aveva mai smesso di amarla.
 
Andre' invece non si mosse, le braccia abbandonate come senza vita lungo i fianchi, tacque per infiniti istanti, chiuse gli occhi a richiamare a se' tutte le sue forze, per non cedere all'appello di quell'amore sopito ma mai spento che ancora sanguinava dalle ferite del suo cuore, per non arrendersi al richiamo di quel corpo caldo e morbido avvinghiato al suo, a quel profumo, alla seta della sua pelle, al contatto sconvolgente del suo seno contro il petto.
Facendo uno sforzo immane rimase immobile come paralizzato, e si concesse solo di guardarla mentre lei si scostava lentamente da lui fissando il pavimento e mordendosi un labbro, noto' che stringeva i pugni fino a sbiancarsi le nocche. E nonostante tutto non riusciva a pensare ad altro che alla sua bellezza indescrivibile, non la ricordava cosi' conturbante, l'aveva sempre trovata bellissima, ma ora negli anni della maturita' invece di sfiorire era come sbocciata, le sue curve non piu' costrette dietro una pesante uniforme, si erano col tempo ammorbidite rendendo il suo corpo sinuoso e tremendamente femminile, di fronte a lui non aveva piu' il gelido Capitano delle Guardie Reali ma una donna in carne ed ossa, sensuale e desiderabile. Pensava a come sarebbe stato meraviglioso poter affondare in lei e perdersi nel paradiso della sua pelle di neve bollente, senti' il profumo dei suoi capelli, un profumo che lo aveva sempre fatto impazzire: rose, lavanda e margherite di prato, guardo' il suo viso, le guance non erano scarne e pallide come le ricordava ma piene e rosee e lisce, le labbra socchiuse, voluttuose, invitanti, eppure....eppure gia' una volta aveva fatto l'errore di cedere alla tentazione di quelle labbra, e l'aveva pagata cara, aveva passato le pene dell'inferno per sopravvivere lontano da lei, aveva addirittura pensato di farla finita, e se non fosse stato per il suo amico  Alain, forse....ma non l'aveva fatto...non l'aveva fatto....ed ora non poteva tornare indietro e rischiare di commettere lo stesso errore, anche se lei diceva assurdita' come il fatto di amarlo.... non poteva essere vero, anche se lei forse ora per qualche arcano motivo ne era convinta, ben presto avrebbe cambiato idea e lo avrebbe cacciato di nuovo via dalla sua vita e lui ne sarebbe morto....questa volta ne era certo, ne sarebbe morto.
 
Non poteva lasciarsi andare, doveva mandarla via a tutti i costi.
 
„Che tempismo!“
Esplose sarcastico.
 
Lei alzo' lo sguardo verso di lui.
„Che significa?“ chiese timidamente.
 
„Beh, tu vieni qui a dichiararmi il tuo amore proprio adesso che sto per sposarmi con la piccola Diane! Il tuo tempismo e' perfetto, non credi? Se rimani qualche settimana fai in tempo a partecipare anche alle nozze.“
Una risata sarcastica accompagno' queste ultime crudeli parole, Oscar senti' il bruciore pungente di una lama avanzare nel petto per conficcarsi lentamente al centro esatto del cuore, si piego' su se stessa dilaniata da quel male, penso' che le fitte dolorosissime provocatele dal fuoco della tisi che le avevano tolto il respiro e divorato l'aria nel petto per anni non erano nulla in confronto al supplizio infertole da quelle poche parole, barcollo', perse la cognizione del tempo, credette di impazzire, chiuse gli occhi per accogliere la morte, o la follia, poi un tonfo sordo: era svenuta.
 
Quando riapri' gli occhi si trovava sdraiata su di un piccolo letto in una stanza minuscola e spoglia ma pulita, arredata semplicemente con un letto cigolante, una sedia sgangherata e un baule scoperchiato contenente pochi abiti femminili di modesta fattura. La stanza non aveva finestre e nella penombra Oscar faticava ad orientarsi. Si guardo' intorno con gli occhi ancora appannati, era sola, ma man mano che recuperava coscienza si rese conto di udire in sottofondo alcune voci maschili provenienti dalla stanza adiacente.
 
„Ma si puo' sapere che ti e' preso? Lei si fa viva dopo tutti questi anni per dirti quello che desideri sentirti dire da una vita e tu che fai? Quasi la uccidi con le tue stronzate?“
 
„Smettila Alain, non e' cosi' semplice, tu non puoi stare dalla sua parte, sai bene che ho vissuto un incubo per colpa sua.“
 
„Per colpa sua e per la tua testardaggine, figlio di un falegname, pensi davvero che non le importasse di te? Lei e' nobile, avrebbe potuto farti impiccare per quello che le hai fatto, invece lei ti ha solo allontanato da casa sua e ti ha pure dato una lettera di referenze per non farti morire di fame in mezzo a una strada.“
 
„Smettila, Alain SMETTILA! Io l'ho dimenticata, voglio vivere libero dall'ossessione di lei, non voglio piu' soffrire.“
 
„D'accordo amico, sei libero di fare cio' che vuoi della tua vita, ma lascia fuori mia sorella! Che bisogno avevi di inventarti la balla del matrimonio? Sai bene che Diane prova dell'affetto sincero per te, ma sappiamo tutti e due che tu non la ami, ed io non ti permetterei mai di usarla per dimenticare un' altra donna, la vita non funziona cosi', le cose non vanno in questo modo, Grandier. Ora tu devi dirle la verita', devi dirle che hai mentito, se non vuoi vedertela con me! Anche se siamo amici non significa che non possa spaccarti quella tua bella testolina di legno, sai? E se non vuoi avere nulla a che fare con lei, trova il coraggio di dirle esattamente questo, ma Diane deve restarne fuori, mi hai capito?“

„Si, si, scusami Alain, non so cosa mi sia preso, sono stato un codardo, volevo ferirla e liberarmi di lei, non potevo resistere un attimo di piu' avendola cosi' vicina, ho perso la testa, ma hai ragione, lo so, hai ragione tu, Diane deve restarne fuori. Dammi solo il tempo di trovare il modo, e le parlero' le diro' la verita'.“
 
„Non ce n'e' bisogno!“
Oscar era in piedi sulla soglia della cucina.
 
„Ho capito perfettamente, valgo talmente poco per te da non meritare nemmeno un po' di sincerita', ma me lo merito sai? Me lo merito, e non ti disturbero' oltre, me ne vado.“
Fece per andarsene dirigendosi verso la porta, quando le gambe cedettero e sarebbe caduta rovinosamente sul pavimento se Alain prontamente non l'avesse sorretta per le spalle.
 
„Grandier, non fare l'idiota, lo vedi che non si regge in piedi, accompagnala tu a casa sua.“
 
„Non ce n'e' bisogno grazie, e poi non torno a casa mia, ho affittato una stanza alla Bonne Table qui' in citta', andro' li' a riposare fino a domani, poi me ne tornero' ad Arras, e' la' che vivo.“
 
Andre' sussulto' alla notizia che lei si fosse trasferita ad Arras... non lo sapeva, da anni non aveva piu' avuto notizie di lei, ma se davvero non sopportava la sua vicinanza quando l'aveva cacciato da casa sua, com'era possibile che poi se ne fosse andata a vivere proprio nel luogo dove avevano condiviso i momenti piu' spensierati e felici della loro vita? Se qualcuno vuole dimenticarti non sceglie forse di vivere il piu' lontano possibile dai ricordi che lo legano a te?
Questo e' cio' che aveva fatto lui, ma lei invece ...perche' aveva scelto Arras? 
 
„Oscar, Alain ha ragione, ora ti accompagno, prendiamo il tuo cavallo, poi tornero' a piedi, la Bonne Table e' a pochi isolati da qui. Andiamo.“
 
Il tono secco con cui parlo' non lasciava spazio a repliche, lei ringrazio' Alain e gli disse anche di salutarle sua sorella che evidentemente non era in casa.
Andre' apri' la porta e con uno sguardo breve ma eloquente le comunico' di seguirlo.
 
.......
 
Andre' monto' a cavallo, poi le offri' una mano affinche' si sistemasse davanti a lui, dovendo condividere l'animale per un breve tragitto.
Il contatto forzato tra le loro mani li fece rabbrividire, entrambi sentivano l'aria satura di una strana energia, c'era una forza invisibile che li spingeva loro malgrado l'uno verso l'altro, tuttavia nessuno voleva cedere.
 
Andre' dovette tenerla stretta per la vita mentre al passo si avviava per le strade buie e maleodoranti della citta'.
Lei si lascio' andare a quella sorta di abbraccio godendo del contatto con il suo petto grande e caldo dietro la sua schiena.
Mentre i loro corpi ondeggiavano assecondando il movimento del cavallo, Andre' sentiva i glutei di lei aderire alla sua virilita' in un dondolare ritmico che rischiava di farlo impazzire. Oscar non faceva nulla per mettere un minimo di distanza tra di loro, e quel contatto proibito risveglio' in lui il desiderio prorompente di lei.
 
Giunsero a destinazione dopo alcuni minuti, troppi per i sensi pericolosamente accesi di Andre', troppo pochi per il cuore trafitto di Oscar, che sapeva bene di dovergli dire addio.
 
Andre' l'aiuto' a scendere da cavallo in silenzio.
Lei evito' di guardarlo in volto, non aveva la forza di affondare in quel mare di smeraldo, si volto' di spalle ringraziandolo per averla accompagnata, fece per andarsene quando lui la trattenne per un braccio.
 
„Aspetta!“
Lei si volto' sorpresa.
 
„Perche' vivi ad Arras? Voglio saperlo.“
 
„Non ci arrivi da solo?“

„No, proprio non capisco, spiegamelo per favore.“
 
Lei esito', poi decise di dirgli tutta la verita'.
 
„Sono stata molto malata Andre', dopo che te ne sei andato sono stata sul punto di morire.... di tisi.“

Andre' sgrano' gli occhi, quello sano e quello spento, lui non lo sapeva! Non ne sapeva nulla! La nonna evidentemente glielo aveva tenuto nascosto, forse intuendo che se lui lo avesse anche solo sospettato si sarebbe precipitato da lei per offrirgli nuovamente tutto di se', e se lei fosse morta di tisi lui certamente l'avrebbe seguita.
 
„Oscar...“
 
„Non lo sapevi, vero? Sono stata io a proibire alla nonna di dirtelo, non volevo la tua pieta', e non volevo nemmeno che mi vedessi morire....Ti amavo troppo per farti questo....“
 
Lui non sapeva cosa dire, degluti' a fatica e la lascio' continuare.
 
„Non sapevo se sarei mai riuscita a guarire, ma sapevo che volevo vivere, per te....per noi....per dirti quanto ti amavo e supplicarti di perdonarmi per il mio egoismo. Volevo vivere, Andre', ma le cure non bastavano, avevo bisogno di te, del tuo amore....sono andata ad Arras, perche' la' c'eri tu, ovunque c'eri tu....ti respiravo nella brezza marina, nelle onde del mare ritrovavo il colore dei tuoi occhi, nel soffio del vento mi giungeva il suono caldo della tua voce, nell'aria profumata dei boschi ricordavo il tuo profumo e nella casa che ci aveva visti crescere insieme...sognavo di noi...di quella notte....“
 
„Quale notte...cosa mi stai dicendo Oscar?“
 
„Quella notte in cui ho capito di essere tua, la notte in cui mi apristi gli occhi...Andre', io da quella notte non sono piu' stata la stessa, ti ho odiato, e' vero, ti ho odiato per avermi messa di fronte alle mie debolezze, e per averlo fatto usando la forza, quella forza che mi hai sempre tenuta nascosta per farmi illudere di essere come te.... Ti ho odiato perche' di fronte al tuo desiderio ho sentito anch'io di volerti, e ne ho avuto paura, una dannata paura...Paura di me stessa, non di te...non di te.....e' per quello che ti ho mandato via, ma ho sbagliato Andre', ho sbagliato, ora lo so !“
 
„Oscar, non dire cosi', io sono stato un mostro, dicevo di amarti e invece ti stavo quasi per prendere con la forza, ma non l'avrei mai fatto, Dio mi e' testimone, non l'avrei mai fatto Oscar, devi credermi...non lo avrei mai fatto....mai...“
Andre' scoppio' in lacrime incapace di trattenere oltre tutta la sofferenza che per anni aveva soffocato negli angoli piu' remoti del cuore, e che ora tracimava dall'anima ringhiando per uscire allo scoperto squassandogli il petto.
 
Le prese le mani tra le sue in un muto e disperato appello, inginocchiandosi di fronte a lei, quasi una richiesta di aiuto, la sua corazza non esisteva piu', ora era Andre' nudo ed indifeso al suo cospetto, sconfitto dal peso di quell' errore, condannato dalla paura di non poter espiare il suo peccato.
 
Ma lei ora capiva, capiva tutto.
Stringendogli le mani si inginochio' a sua volta di fronte a lui.
 
„Amore mio, lo so, lo so.....e so anche di essere stata io la causa della tua reazione, ti ho trattato in un modo indegno dicendoti che non avevo piu' bisogno di te e che volevo vivere come un uomo, ma io cercavo solo di punire me stessa, volevo privarmi di tutto l'amore che avevo intorno, perche' sentivo quell'amore lo sentivo....e credevo di non meritarlo...io non ti ho mai meritato Andre'...come hai potuto mai amare una come me?“
 
Anche i suoi occhi traboccavano di lacrime, e lui si perse in quel dolore, che era anche il suo,  un timido sorriso affioro' sulle sue labbra, le prese il volto tra le mani e con le dita tremanti asciugo' quelle lacrime, poi seguendo il percorso tracciato dalle dita percorse il suo viso con le labbra, lievissimo .
 
„Io ti amo ancora ...ti ho sempre amata, e ti amero' sempre.“
Sussurro' al suo orecchio.
 
„Andre'...oh, Andre'....“
 
Gli getto' le braccia al collo incapace di mantenere oltre la distanza tra di loro che era diventata dolorosa quanto insopportabile, lui la strinse a se' fortissimo, poi si scosto' ma solo per guardarla intenso, adorante, il suo volto finalmente ingentilito dall'amore che infine lui lasciava trasparire, con le mani accarezzava senza sosta le sue gote umide e i capelli impastati di pianto.
 
Andre' non indugio' oltre e vibrando di passione catturo' le sue labbra tremanti, lei rispose al quel bacio con tutta la vita che aveva in se'.
 
Avvinghiati l'uno all'altra in quella notte senza stelle, il cuore finalmente intero, guarito da ogni ferita, si riconobbero infine, Oscar e Andre', un uomo e una donna nati per amarsi in questa vita e in tutte le altre a venire.
 
 
 
 
 
   
 
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