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Autore: Ellie_x3    28/10/2018    5 recensioni
Colui che appare dove c’è il caos.

Eppure, anche se la vita di Wei WuXian era stata prevedibilmente una sequenza ininterrotta di disastro e caos e problemi, lui non si era ancora visto. L’aveva chiamato, l’aveva cercato, ma non aveva trovato nulla; cosa se ne faceva di una reincarnazione senza metà del cuore, della mente, senza l’unica cosa che contasse davvero?
Questa storia partecipa a “Una festa in zucca - Challenge di Halloween” indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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“Questa storia partecipa a “Una festa in zucca” - Challenge di Halloween” indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp;

Prompt N. 19: X riceve il suo primo bacio a una festa in maschera… ma non sa da chi” dove WiFi è recidivo.
Note: La Reincarnation AU di cui nessuno sentiva il bisogno. L'avviso Spoiler è per sicurezza, ma non dovrebbero essercene.

 

 

Meet Me Where The Pumpkin Smiles


My shadow's dancing
Without you for the first time

My heart is hoping
You'll walk right in tonight

 

Alla veneranda età di ventitré anni, Wei WuXian non aveva ancora baciato nessuno.
Non perché non ne avesse avuto l’opportunità – era il tipo di persona che veniva definito bello, con la pelle diafana e la mascella ben disegnata, il sorriso sempre pronto e il corpo allenato – o perché non gli piacessero le ragazze. O i ragazzi, naturalmente.
Aveva perso il contro delle lettere anonime che aveva ricevuto, in cui professavano amore eterno ad uno di quelli che dovevano essere tra i più bei ragazzi di tutta la Cina moderna, e degli appuntamenti andati male. Le colleghe e i colleghi non gli davano tregua. Aveva perso il conto delle volte in cui, negli ultimi otto anni, Jiang Cheng lo aveva preso in giro perchè “essere il terzo tra le più distinte personalità della loro generazione non valeva nulla” e perché persino lui, con le sue orribili pretese in fatto di donne, aveva almeno avuto qualche breve storia.
Wei WuXian si complimentava ogni volta.
“Ah, dunque lo sai di essere un pessimo partito?” replicava, con il sorriso di chi sa di stare per infilarsi in una rissa col proprio fratello adottivo “Non hai imparato niente dallo zio.”
Ma la realtà era che Jiang Cheng era preoccupato e Wei WuXian poteva comprendere la ragione.
Anche prima di risvegliarsi dal sonno e dall’ignoranza, quando era solo Wei Ying e niente al mondo lo poteva preoccupare, Wei WuXian aveva sempre seguito l’istinto che gli urlava di non baciare nessuno, non avvicinare nessuno.

“Voglio davvero stare con te. Per sempre.”

Per sempre voleva dire molte cose; voleva dire un mese, un anno, una vita intera, ma forse anche oltre.
Quando fantasticava sul proprio risveglio in un’altra vita, Wei WuXian aveva sempre immaginato che l’avrebbe condiviso con la persona più importante del mondo, quella che l’aveva trovato qualche istante dopo il suo ritorno sulla terra la prima volta e non l’aveva più lasciato andare.
Invece si era risvegliato in un mondo senza Coltivazione e Clan e regole, un mondo meraviglioso dove poteva essere un dio. Ma suo marito non c’era.
Si era risvegliato ed era solo e non aveva baciato nessuno, non aveva sfiorato nessuno; forse non l’avrebbe mai fatto, ma non aveva nemmeno smesso di cercare.

Per sempre.

 


#
 

 

“Perchè?”
Wei WuXian rispose con un ampio sogghigno; aveva vissuto tre vite, ma ne era valsa la pena se il premio era vedere Jiang Cheng pallido come la neve e con indosso un paio di pantaloni in pelle nera, che riflettevano impunemente la luce rossa delle lanterne sparse per tutta la casa.
“Questa è un’attitudine sbagliata alla vita, mio caro. La domanda non è mai perchè, ma perchè no?” rispose, inarcando un sopracciglio quando la mano dell’altro corse a Zidian. Era una fortuna che i cimeli di famiglia fossero rimasti intatti e un mistero come Jiang Cheng se ne fosse riappropriato dopo essersi ricordato delle proprie vite passate, ma Wei WuXian non si era mai fatto troppe domande riguardo le sorti dell’anello nei secoli. Quello che sapeva era che il ventunesimo secolo aveva reso suo fratello più tsundere che mai (e gli aveva fatto la cortesia di dargli finalmente una definizione decente per infastidirlo). “No, non ti avvicinare, non ci provare. Non vorrai ferire il bellissimo viso del padrone di casa poco prima di una festa? Sei così senza cuore? Pensavo che la vecchiaia ti avesse reso più umano.”
Jiang Cheng aggottò la fronte così cupamente che, per un momento, Wei WuXian si disse che forse non aveva bisogno di un costume per apparire un mostro.
“Posso sempre dire che ti sei travestito da redivivo.”
“Ah! Intelligente. E credi che nessuno noterebbe la differenza?”
Con un sorriso illuminato di soddisfazione, Wei WuXian notò una scintilla di paura e realizzazione attraversare lo sguardo di Jiang Cheng.
“Cos—“ l’uomo mosse un passo verso di lui e, istintivamente, Wei WuXian ne mosse uno indietro. “Cosa hai intenzione di fare, idiota?”
Il sorriso di Wei WuXian si fece solo più ampio.
“Vuoi dirmi che la cosa ti sorprende?” rilanciò.
Non osare, Wei WuXian. Su tutto quello che è sacro su questa terra e nel cielo, nemmeno tu puoi aver avuto un’idea così stupida.”
In qualche modo era difficile prendere sul serio Jiang Cheng, con il viso sbiancato dal cerone e i pantaloni in pelle troppo stretti (“Ti sei vestito da punk? Seriamente, Jiang Cheng? Tu SEI un punk! Un punk in giacca e cravatta!”), ma Wei WuXian sapeva che non gli sarebbe piaciuta la sorpresa che aveva in serbo per la serata.
Che poi non era affatto una sorpresa: se il fu Patriarca Yiling organizzava una festa per Halloween era sacrosanto aspettarsi qualcosa di estremamente letterale. Esagerato, naturalmente, e scenografico e con fiumi di Sorriso Dell’Imperatore direttamente da Gusu e Gin dall’America, ma letterale.
Tuttavia, Wei WuXian si fermò per un istante e aggrottò la fronte.
È il mio compleanno; posso fare quello che voglio.
Era un pensiero sciocco, un pensiero egoista che non avrebbe dovuto neanche attraversare la mente di un uomo sopra i vent’anni, ma con tre vite e due volti e troppi nomi e cadaveri sulle spalle aveva imparato che l’età non contava nulla. Oltre al risvegliarsi nel suo vecchio corpo, la cosa più bella della sua prima reincarnazione era sapere che il suo compleanno cadeva nel giorno dedicato alla morte; Jin ZiXuan non l’aveva mai lasciato in pace a riguardo.
Eppure…
“Perchè sarebbe un’idea stupida? Perchè è una festa?” sbottò, con più violenza di quanto non avesse voluto intenzionalmente. “Credevo che festeggiamenti e battaglie fossero due facce della stessa medaglia. Non portavi la spada ai banchetti? E allora, anche se ci saranno un po’ di cadaveri? Rendiamo questa festa più interessante; rendiamola degna di quel che dicevano di me, giusto?
Aveva imparato a camminare sul sentiero della negromanzia anni prima, e le sue mani riconoscevano i rilievi di un flauto come il corpo di un vecchio amante – il pensiero fu sufficiente a stringergli la gola.
“Wei Ying…” la voce di Jiang Cheng si era fatta più dolce. “Perchè?
“Te l’ho detto, Jiang Cheng. Non ci si chiede perchè, ma –“
“È per creare caos?”
Sentendo lo stomaco crollargli come se l’avessero appena lanciato da una scogliera (di nuovo, di nuovo) Wei WuXian distolse lo sguardo. Il difetto più grande di suo fratello era quello di avere sempre un’ottima ragione per leggere le sue azioni.
Improvvisamente, il pavimento era diventato ben più interessante degli occhi grigi di Jiang Cheng, o delle sue mani che l’avevano raggiunto e gli stringevano leggermente le spalle.

Colui che appare dove c’è il caos.

Eppure, anche se la vita di Wei WuXian era stata prevedibilmente una sequenza ininterrotta di disastro e caos e problemi, lui non si era ancora visto. L’aveva chiamato, l’aveva cercato, ma non aveva trovato nulla; cosa se ne faceva di una reincarnazione senza metà del cuore, della mente, senza l’unica cosa che contasse davvero?
“È solo una festa.” Replicò , con un filo di voce.
Non che questo avrebbe mai potuto nascondere la verità a Jiang Cheng.
“Wei Ying…stai per dare la più grande dance macabre del mondo il giorno del tuo dannatissimo compleanno per lui?
Wei WuXian si morse le labbra, i pugni stretti, e non rispose.

 

#

 

Tre vite; tre vite, e finalmente aveva trovato un’occasione per indossare degli stivali con il tacco. Sentiva di aver aspettato anche troppo – perché aveva aspettato così tanto?  -- ma ne era valsa la pena. Se avesse detto di non aver sorriso tra sé e sé sentendo i gridolini di approvazione e i fischi di incoraggiamento, avrebbe mentito; poteva essere cresciuto, poteva essere rinato, ma non avrebbe mai perso l’abitudine di flirtare impunemente con tutto ciò che respirava, uomo, donna, pianta che fosse. Dopotutto, era solo quello: flirtare.
Aveva spezzato cuori, Wei WuXian, ne aveva spezzati molti e di ogni età. Ma era un buon modo per sopperire alla mancanza del proprio.
Jiang Cheng aveva nascosto il viso nelle mani, leggermente cinereo anche sotto il cerone. 
“Non ci posso credere.”
Per fortuna dei suoi invitati, WeiWuXian non era il tipo che si lasciava demoralizzare dal fratello minore.
Quel pomeriggio, con Chenqing tra le mani, Wei WuXian si era seduto sul bordo della finestra della propria camera; quando lui e Jiang Cheng avevano deciso di trasferirsi in una villetta in stile occidentale accanto alla (opulenta, ultra-vigilata e Hollywood-non-mi-spaventa) magione di Jin ZiXuan e YanLi, Wei WuXian aveva insistito per avere la camera con vista sul giardino. La sua finestra dava su un albero di magnolia; ogni primavera, i petali bianchi come la neve gli ricordavano delle vesti funeree che aveva deriso in un’altra vita.
Ma, quando si era seduto alla finestra e si era portato il flauto alle labbra, i rami erano secchi e spogli e le lunghe dita dell’inverno avevano già stretto la loro morsa sul suo albero preferito.
Un momento dopo la prima nota struggente come il lamento di un animale in lontananza aveva spezzato il silenzio; Quiete. Wei WuXian rabbrividì, come se il suo corpo teso fosse stato toccato da un frammento di ghiaccio, e chiuse gli occhi.
Risveglio, si disse, lo conosci. L’hai fatto mille volte.
Una musica dolce aveva inondato l’aria, più alta e roca della singola nota di Quiete che gli era sfuggita dalle labbra.

“Ehy? Ti sei rotto?” Wei WuXian rabbrividì, sbattendo le palpebre. La sua camera era scomparsa, le note del richiamo che aveva suonato un ricordo lontano. La mano di Jiang Cheng gli passò davanti agli occhi. “L’ho sempre detto che questa versione era difettosa. Wen Ning, devi far rottamare questo idiota.”
Wen Ning
Socchiudendo le labbra per la sorpresa, l’uomo incontrò le iridi scure, leggermente fuori fuoco, del vecchio amico. Il cadavere di Wen Ning, i cui polsi erano ancora stretti dai morsi delle catene, aveva aspettato la sua rinascita come già aveva atteso in passato: con pazienza e fedeltà incrollabile.
Pensandoci, il sorriso che curvava le labbra di Wei WuXian si addolcì prima di diventare una risata, cercando di sviare l’occhiata perplessa che gli aveva lanciato Jiang Cheng.
“Devo aver bevuto troppo.”
“Di già?! Sei il padrone di casa!”
Con gioia, segretamente tirando un sospiro di sollievo, Wei WuXian allungò una pacca sulla spalla al fratello minore.
“Siamo i padroni di casa, vorrai dire.” Replicò allegramente “YanLi e quel damerino di suo marito dovrebbero essere qui a momenti. Allora, hai dimenticato come si gestisce un banchetto? Anni di sforzi e di Coltivazione gettati al vento.”
Anche da rinati si erano ritrovati: era stato Jiang Cheng a presentarsi un giorno davanti ai cancelli grigi della sua scuola superiore, con un alto pastore maremmano dal nome ridicolo accanto e l’uniforme di una scuola costosa.


(“Padre ti aspetta per la cena, YanLi ha preparato il maiale che ti piace tanto”, aveva detto lo stupido. Wei WuXian avrebbe detto, in futuro, che aveva gli occhi lucidi a causa della bestia grondante di bava che Jiang Cheng portava al guinzaglio.) 


Si erano ritrovati e potevano chiamarlo destino o legame o semplicemente caso, ma Wei WuXian non poteva non chiedersi perchè.
“I miei sono stati gettati al vento?” la voce di Jiang Cheng era roca per l’imbarazzo e la rabbia – tsundere, mormorò Wei WuXian a Wen Ning, che era sobbalzato – e sembrava sul punto di saltare al collo del fratello. “Hai riempito casa nostra di zombie perchè non hai abbastanza amici e i miei studi sono stati gettati al vento?! E perché hai Suibian alla cintura adesso? Sei stupido?”
“Padron Jiang, io non credo che…”
La voce di Wen Ning si era alzata debolmente in difesa di Wei WuXian, ma questi scosse la testa per interromperlo; era felice che se ne fosse accorto.
“Nessuno mi ha obbligato a portarla. Quindi l’ho portata.” Replicò il ragazzo, lanciando appena uno sguardo a Jiang Cheng e battendo una pacca sulla spalla di Wen Ning. Voleva essere incoraggiante, ma sentì il Generale Demone barcollare appena sotto le sue dita, come se anche il più fievole soffio di vento lo potesse muovere. “Allora, Wen Ning? Ti piace la festa? Vediamo di trovarti qualche bella ragazza con cui ballare, una che non sia troppo decomposta. Ce ne sono un paio che ti piaceranno.”
“Sì, padron Wei.”


#

 

Doveva aver bevuto troppo.
Nascondendo il volto nell’incavo del braccio, Wei WuXian lasciò che dalle proprie labbra sfuggisse un lamento.
Jiang Cheng aveva preteso per sè la stanza più a nord del primo piano, adibendola a studio (“Sono un avvocato, avrò diritto ad uno spazio privato” aveva detto. Wei WuXian aveva replicato che non gli voleva abbastanza bene, e fine della storia.). Era una stanza spoglia dove c’erano poche cose, tutte noiose agli occhi del ragazzo, una scrivania nera ed un divano in pelle a cui Jiang Cheng teneva particolarmente e su cui odiava che la gente si stendesse senza il suo permesso.
Era esattamente il motivo per cui gli stivali con il tacco a rocchetto di Wei WuXian puntavano contro la pelle perfettamente lucidata e il suo corpo era mollemente disteso, di schiena, sul divano.
Il mondo girava vorticosamente, nonostante avesse gli occhi chiusi e schermati dal braccio, e voci continuavano a parlare nella sua testa. Alcuni complimentavano il suo costume (“Sono vestito da me stesso”, replicava Wei WuXian con un sorriso vittorioso) e la festa perfetta, l’alcool e il cibo e la musica e i costumi meravigliosamente credibili degli ospiti. Altri, semplicemente, sorridevano di sfuggita e stringevano calici vuoti tra dita scarnificate. Tra i veri e propri cadaveri, che si rivolgevano agli amici umani di Jiang Cheng in siparietti di “oooh” e “aaah” e si trascinavano da una stanza all’altra senza meta, c’erano anche quelli che avevano preso il proprio posto sulla pista da ballo. Alcuni, i più recenti, conoscevano le canzoni moderne e si muovevano come se la morte non li avesse mai sfiorati.
Una donna in vesti lussuose che l’avvolgevano come una cascata di seta rossa l’aveva avvicinato.
Allora è vero. Siete tornato.” Aveva mormorato, ogni parola che suonava come una canzone in un dialetto che Wei WuXian non aveva sentito per anni. La sorpresa gli aveva fatto perdere la propria compostezza solo per un istante.
“Siete di Lanling.”
“Ho viaggiato, ma la Torre fu la mia casa. È un piacere poter camminare di nuovo su questa terra.” Aveva risposto la donna, nascondendo un sorriso dietro la manica scarlatta. Aveva una ferita che le faceva luccicare la testa di sangue scuro, appena visibile tra i gioielli dell’acconciatura. “Ho conosciuto vostro figlio, prima di morire; non mi sarei mai aspettata di incontrare anche voi e Sandu Shengshou.”
Wei WuXian aveva scoccato un sorriso alla donna – e doveva aver viaggiato molto, con un tale potere spirituale --  e si era scusato per affrettarsi verso il tavolo degli alcolici. Era troppo sobrio per sentire parlare di A-Yuan il giorno del proprio compleanno, quando era completamente solo e il caos di cento vite non sembrava abbastanza per attirare l’unica persona per cui si era voluto reincarnare. Così, il patriarca di Yiling era crollato sul prezioso divano di Sandu Shengshou.
Distrattamente, gli parve di sentire un cigolio.
Immerso nei ricordi recenti, annebbiato dall’alcool e dalla pigrizia che si stava lentamente tramutando in sonno, Wei WuXian rimase in attesa che qualcuno (presumibilmente Jiang Cheng) lo recuperasse e lo obbligasse a tornare alla festa; per come era messo il suo stomaco, probabilmente gli avrebbe vomitato su quei ridicoli pantaloni in pelle. Forse sarebbe svenuto come una dama in difficoltà; se fosse stato ancora Mo XuanYu dopotutto, sarebbe stato uno scenario non così assurdo.
Si limitò ad aspettare, contando i secondi, ma non successe nulla. Wei WuXian si disse che doveva esserselo immaginato.

È tutto perfetto. Hai fatto un lavoro maledettamente perfetto. Se solo--

La voce della donna nel vestito rosso echeggiò nella sua testa.
Ho conosciuto vostro figlio.

Wei WuXian strinse le labbra, sentendo la gola secca ed ostruita; era come se qualcuno gli avesse fatto aprire la bocca e ci avesse infilato dei grumi di cotone. Il volto di un bambino che spuntava dalla terra, piantato come una carota, o che si addormentava in braccio a Lan Zhan apparve nel buio della sua mente, e la nostalgia gli torse le viscere.
Scivolava in un dormiveglia agitato, smosso dalle parole del fantasma e dall’alcool, quando sentì qualcosa di caldo sulle proprie labbra. Era una sensazione familiare e al contempo completamente nuova, quella di una bocca che premeva contro la sua per il più breve degli istanti.
Wei WuXian spalancò gli occhi e cercò di divincolarsi, ma si rese conto di essere troppo stanco per opporsi alle mani che gli avevano bloccato il braccio sugli occhi, o alla bocca che lo invitava a socchiudere le labbra e lasciarsi andare.
Due volte in due vite, pensò Wei WuXian. Solo che questa volta aveva una promessa da rispettare, e il corpo che premeva sul suo sembrava emanare un vago sentore di sandalo e incenso e vesti pulite, ma poteva benissimo essere uno scherzo del vino.
L’idea convinse Wei WuXian a rilassarsi sotto quel contatto e aprire le labbra, leggermente, lasciando che la bocca sconosciuta e il vino e il suo stupido cervello ricreassero il passato e si prendessero gioco di lui. Tutta quella situazione era assurda. Wei WuXian lo pensò mentre si tirava indietro per recuperare il respiro affannato, lo pensò quando le labbra sconosciute catturarono le sue di nuovo, mordendo piano.

Ma i sogni non mordono, realizzò il ragazzo, un istante troppo tardi.

Il bacio terminò com’era iniziato; un cigolio e un soffio di vento, nessuna parola che potesse tradire la presenza di qualcuno nella stanza. 
Devo essere completamente andato. Complimenti, Wei Ying: sei ufficialmente pazzo.
E se fosse…?

Sentendo una scarica di lucidità attraversarlo, Wei WuXian scattò a sedere, premendosi le mani sulle labbra. Erano bollenti, umide di saliva; sulla punta della lingua sentì il sapore ferroso di un morso.
Proprio malgrado lasciò che fosse un sorriso a piegargli le labbra, e si abbandonò alla fitta al petto che ne seguì, come se una mano fantasma gli avesse aperto la cassa toracica per arrivare al cuore. In questa vita non aveva mai compreso profondamente il significato di dolceamaro come in quel momento; la speranza che gli aveva inondato la mente lo tormentava tanto quanto il dubbio che fosse un brutto scherzo giocato dall’alcool.
Strinse gli occhi, piegandosi su sé stesso e lasciandosi avvolgere dalla familiare sensazione del caos e del sangue che gli ribolliva nelle vene, dalla voglia di ridere e di schiaffeggiarsi e di insultare tutto ciò che era sacro in Cielo ed in Terra.

Wei Ying—“

“Sei proprio un vecchio idiota, Wei Ying.” Mormorò a sé stesso, lasciando che le parole e il fantasma di una risata roca sovrastassero l’eco della musica nel resto della casa.

Perché faccio sempre gli stessi errori due volte?

 

#

 

Superato lo stupore iniziale, Wei WuXian si era sentito pervadere da un caldo senso di positività. Aveva cercato Lan Zhan per anni e quello era ciò che si meritava: un assaggio del loro passato. Lo stava mettendo alla prova prima di iniziare un nuovo capitolo della loro vita insieme, vendicandosi per l’infanzia di tormento che gli aveva fatto passare Wei WuXian.
Certo, se il bacio misterioso era davvero di Lan Zhan. 

Per la miseria, si disse, poteva non essere mai successo davvero! Ma Wei WuXian era una persona ottimista – o, meglio, essere sé stesso l’aveva obbligato ad essere ottimista e sperare nel meglio.
“Dov’è?” domandò, sbattendo le porte così forte che persino I cadaveri più vecchi si voltarono nella sua direzione.
Con soddisfazione, Wei WuXian si permise di notare che la sala era gremita di uomini, donne e cadaveri indistintamente, ciascuno beatamente e felicemente ignaro della natura altrui.
Jiang Cheng, che era sempre felice di essere il re delle presenze deprimenti ad ogni riunione sociale, si teneva ben lontano dalla ressa e gli fu accanto in pochi secondi. Aveva un bicchiere di Gin verde tra le mani e le guance, ora che il cerone era leggermente consumato, apparivano d’un rosa tenue che sotto il trucco doveva essere rosso acceso. 
“Cos’è successo?” 
Wei WuXian sentì l’istinto di abbracciare il fratello, ma si trattenne.
“È qui! Dov’è? Ti avevo detto che era un’ottima idea!”
“Chi?” Jiang Cheng esitò, aggrottando la fronte. Mormorò il nome come se avesse paura che lo potesse mordere, e Wei WuXian pensò scioccamente che effettivamente Lan WangJi aveva una certa passione per il modere chiunque non gli andasse a genio. “…Hanguang-jun?”
“Lan Zhan! Sì. L’hai visto? Hai visto qualcosa di sospetto?”

Jiang Cheng si morse le labbra. Dopo aver ascoltato quella farsa di storia, avrebbe voluto chiedere a Wei WuXian perchè credeva che Lan Wangji fosse così crudele da tornare senza mostrare il proprio volto e giocando strani giochetti.
Certo, a detta di Wei WuXian l’aveva già fatto in passato, ma chi erano per non imparare dai propri errori?
“Sei sicuro che fosse lui?”
Wei WuXian scosse la testa, il sorriso inamovibile e le guance arrossate.
“Nient’affatto. Ti ho detto, non ho potuto vedere niente. Ma se c’è anche solo una possibilità…”
“No, non l’ho visto.” rispose, con un filo di voce. Pretese di non notare che le spalle dell’altro erano crollate, per un istante, come se tutto il suo corpo fosse improvvisamente diventato pesante. “Wen Ning?”
“Lo sto per andare a sentire; se c’è un potere spirituale simile a quello di uno delle due Giade di Lan, Wen Ning deve averlo sentito.”
Urlando a sé stesso di non essere troppo brusco – crudele, avrebbero detto alcuni – Jiang Cheng scosse la testa, lanciando uno sguardo nella direzione dei cadaveri e della musica.
Se si era davvero reincarnato, come mai non l’aveva cercato prima?
Che diamine, si disse, perché non era entrato dalla porta principale come tutte le persone normali?
Di fronte al sorriso del fratello, alla speranza che aveva illuminato quella singola area spenta nei suoi occhi scuri, Jiang Cheng abbassò il capo. Era sconfitto; era impotente di fronte a tutta quell’attesa, che faceva fremere Wei WuXian come le corde di un guqin ogni volta che Lan WangJi sembrava sul punto di apparire.
Avrebbe voluto rispondere che era stato ovviamente il vino, e che doveva darsi una svegliata (e non salire mai più sul suo divano, già che c’era), ma tutte quelle parole gli rimasero bloccate in gola.
Invece, annuì, stringendo brevemente la mano del fratello.
“Se è qui, lo troveremo.” Mormorò, sentendo la gratitudine di Wei WuXian comprimergli il petto; odiava vederlo così solo per poi sapere che sarebbe ricaduto una volta svanita la speranza, quando sarebbe stato solo un illuso e Lan WangJi sarebbe stato ancora un miraggio di una vita passata. Ma si sforzò di indirizzare un timido cenno del capo al fratello. “Tenteremo l’impossibile.”




 

Festa di Halloween; 2018.
Wei WuXian lanciò uno sguardo all’albero di magnolia nel giardino, spoglio e illuminato dai raggi di una luna troppo bianca.
Strinse Chenqing, sentendo il legno laccato liscio e freddo sotto le proprie dita, e prese un lungo sospiro. Odiava sé stesso per avere il cuore pesante come una pietra.
Avrebbe potuto avere una torta e qualche amico, starsene felice e sereno e grato di avere una terza opportunità, invece aveva sperato contro la speranza stessa, contro tutti i segni del cielo. Aveva risvegliato più cadaveri per il suo compleanno che per un’intera campagna contro gli Wen, e lui ancora non c’era. L’illusione e la delusione pesavano ogni volta di più, quando non rimaneva nessuna pietra da voltare e nessun angolo da setacciare per cercare Lan WanJi.
Con il dorso della mano, si sfiorò le labbra.
“Tanti auguri, stupido Wei Ying. Avresti dovuto saperlo che il Karma ti avrebbe trovato, prima o poi.” 

All’alba dei suoi ventiquattro anni, Wei WuXian aveva perso il suo primo bacio ad uno sconosciuto. Il sospetto che potesse essere l’uomo che aveva atteso per sempre era solo motivo di nuovo dolore, una volta che le ore avevano lavato via l’euforia e il fantasma di Lan Zhan.
Seguendo i dettami della sua vita passata, della sua famiglia, Wei WuXian sperava ancora di poter tentare l’impossibile.

 

 

   
 
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