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Autore: Kia_1981    28/10/2018    0 recensioni
Megan è arrabbiata: Julian ha preso un impegno con lei, ma non si è presentato.
Un ripensamento improvviso o cause di forza maggiore?
Come sempre troverete riferimenti alle vecchie storie e alle role del GdR Il Presidio.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eloise Weiss, Julian Lord, Megan Linnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We're Simply Meant To Be'
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"Non ti preoccupare, mi faccio vivo prima che finisca il tuo turno!"

Scimmiottando la promessa ricevuta da Julian, Megan sfogava la sua delusione dando strattoni alla divisa che, in quel momento, sembrava non volerne sapere di slacciarsi.

"Ma perchè gli ho dato retta? Come ho potuto essere tanto stupida?"

Con un verso rabbioso e frustrato, riuscì finalmente ad avere la meglio sui bottoni poco collaborativi. Accartocciò il grembiule fra le mani, combattendo contro l'impulso di scagliarlo lontano, per poi lasciarsi cadere su una sedia.

"E, soprattutto, perchè me la sto prendendo tanto?"

Si passò una mano sul volto, rallentando il respiro per ritrovare la calma che aveva perso da tempo. Era difficile riprendere il controllo, specialmente se considerava che quel maledetto idiota avrebbe almeno potuto avere la decenza di avvertirla di aver cambiato i programmi. Invece niente.

Ancora una volta, ripensando all'impazienza con cui lo aveva atteso, si sentì ridicola: avrebbe fatto meglio a toglierselo dalla testa una volta per tutte e a smetterla di comportarsi in modo tanto irrazionale. Decise che non gli avrebbe dato modo di rifilarle qualche assurda giustificazione, non gli avrebbe nemmeno lasciato il tempo di aprire bocca. Si sentiva presa in giro e non aveva intenzione di sopportare oltre.

Convinta delle proprie intenzioni, Megan sollevò la testa e raddrizzò le spalle. Avrebbe affibiato al primo studente che le fosse capitato a tiro il compito di riportare le sue cose in Collegio, mentre lei se ne sarebbe andata a pranzo. Da sola. Marciò decisa verso l'ingresso della Misericordia, ma la sua risolutezza vacillò, costringendola a fermarsi, non appena raggiunse i locali del Pronto Soccorso: davanti alla porta di una delle sale visita per le emergenze, stazionava un'alquanto agitata Sophia Blackmore. La ragazza appariva più o meno come la notte in cui Megan l'aveva conosciuta: piuttosto sconvolta, con i capelli scarmigliati e molto pallida. L'abito che idossava non era in condizioni migliori, quindi la dottoressa immaginò che Bryce, vedendo la sua pupilla così malridotta, avesse sentito la necessità di un ricovero immediato.

"Sophia", la chiamò.

La ragazza si voltò verso di lei: era pallida e tra le mani stringeva convulsamente una racchetta. Osservandola più da vicino, Megan si rese conto che, oltre ad essere angosciata, sembrava covare anche una certa dose di irritazione.

"Onorabile Megan", salutò, rigida, la giovane.

"Ti è successo qualcosa?"

"Sophia scrollò la testa e deglutì, lanciando un'occhiata nervosa alla porta della sala visite.

"Chi sta male? Qualcuno dei tuoi cugini? Gabriel? "

"Se lui fosse arrivato in orario, non sarebbe successo niente", sbottò frustrata la principessa.

"Sofia!"

La voce di Gabriel, colma di apprensione e sollievo, le raggiunse. Quando il giovane si avvicinò, strinse tra le braccia Sophia, sussurrandole parole rassicuranti. Aveva ignorato del tutto Megan, che aveva distolto lo sguardo, provando un vago disagio davanti a quel gesto così intimo. Sophia, però, aveva spinto il fidanzato, allontanandolo stizzita.

"Lasciami stare! Dove diavolo eri, prima? Se ci fossi stato tu, con me, Julian adesso non sarebbe lì dentro!"

Lo sforzo per non mettersi a gridare trasformò la voce di Sophia in un basso ringhio minaccioso. Gabriel osservò con disappunto la sua promessa sposa, seguendo la direzione del dito di lei, puntato in modo accusatorio verso la sala visite.

"Quindi sarebbe colpa mia se tuo fratello..."

"Certo!", sbottò spazientita, "Avevi promesso di accompagnarmi, invece hai mandato Jules, al posto tuo. E adesso io sono qui ad aspettare di avere sue notizie, invece nessuno mi dice niente, e non so più cosa pensare!"

La voce cominciò a incrinarsi e la ragazza chiuse gli occhi per ritrovare il controllo. Sembrava che lo sfogo le avesse prosciugato le energie, convincendola infine ad arrendersi all'abbraccio di Stuart.

"Ha detto che morirà...", esalò in un sussurro carico di angoscia.

Megan si sentì mancare. Quella mattina era di turno in un altro reparto dell'ospedale e non aveva assolutamente idea che Julian fosse stato ricoverato. 

"Sciocchezze! Chi l'ha detto? Un medico?"

Gabriel cercò di minimizzare, ma per un momento sembrò preoccupato.

"L'ha detto Jules. Continuava a lamentarsi e a ripeterlo"

Megan si sentì subito più sollevata: gli uomini fanno sempre dei drammi assurdi per ogni minimo dolore. Probabile che, in fondo, non fosse niente di così grave.

"Oh, se l'ha detto lui, probabilmente l'ha fatto solo per impietosire qualche infermiera o qualche dottoressa"

Sogghignò Gabriel, guadagnandosi un paio di occhiatacce sia da Sophia che da Megan.

"Certo", lo rimbeccò la fidanzata, "Quello che avresti fatto tu stesso, immagino"

"Chi c'è con lui, Sophia?"

L'improvvisa intromissione di Megan nel battibecco tra i due fidanzati colse di sorpresa la giovane principessa, che si voltò interdetta verso la dottoressa.

"L'Onorabile Lara e l'Onorabile Eloise si stanno occupando di lui", rispose per poi rivolgersi, di nuovo indispettita, a Gabriel. "Questo vuol dire che non sta di sicuro cercando di fare impietosire qualche dottoressa!"  

Prima che lui potesse ribattere, la ragazza si rivolse nuovamente a Megan.

"C'è stato un viavai di infermiere fino a poco fa, ma nessuna ha voluto dirmi nulla"

"Sono certo che non sia niente di grave", ringhiò Gabriel, "ma quando verrà fuori da quella stanza potrei ucciderlo con le mie mani per averti spaventata così tanto".

Megan ne aveva più che abbastanza di quel diverbio: stare ad ascoltare quei due le aveva fatto passare qualsiasi pensiero sul proprio futuro che comprendesse la vicinanza costante di un uomo. Tuttavia non potè fare a meno di infilarsi nella sala visite per sincerarsi delle condizioni di Julian.

"Ti farò sapere come sta", promise a Sophia, senza nemmeno accertarsi che la ragazza l'avesse sentita.

Appena entrata, Megan rischiò di scontrarsi con una tirocinante, impegnata a sistemare l'attrezzatura medica su un carrello. Appena la riconobbe, la ragazza si affrettò a terminare il suo compito per sgattaiolare fuori prima di venire investita da qualche aspro rimprovero o, peggio, da una delle tremende punizioni che avevano reso Megan il terrore degli studenti più giovani. La dottoressa liquidò la faccenda con una scrollata di spalle e guardò verso la tenda che nascondeva il paziente alla vista. Mentre era ancora incerta sul da farsi, la tenda si spostò un poco, lasciando uscire Lara che sobbalzò trovandosi davanti l'amica.

"Ancora qui? Credevo fossi già andata via"

Megan non fece in tempo a ribattere che si udì un lamento flebile e angosciato.

"Morirò"

Lara alzò gli occhi al cielo, esasperata. Cominciò a sfilare i sottili guanti di cotone scuotendo la testa. Sebbene il tono di Julian avesse impressionato Megan, la reazione di Lara le aveva fatto supporre che la situazione non fosse poi così grave. 

"Ti prego, Lord, falla finita!"

La voce ironica di Eloise, da dietro la tenda, cancellò gli ultimi dubbi rimasti.

"Dubito che saremo così fortunati", ridacchiò ancora la principessa.

"Tu sì che sai come rincuorare i tuoi pazienti, lady Eloise!"

L'evidente disappunto di Julian strappò un mezzo sorriso a Megan e Lara.

"Visto, Lord? Se riesci a fare lo spiritoso vuol dire che stai bene"

Alla ottimistica constatazione seguì un brontolio indistinto e contrariato.

"Come vuoi, Jules. Sogni d'oro!"

Eloise uscì ridacchiando dalla tenda e la presenza di Megan la sorprese come era successo poco prima a Lara.

"Meg! Credevo che il tuo turno fosse già finito da un pezzo!", sussurrò la giovane per non farsi sentire dal paziente.

"Infatti", confermò Megan, "ma ho incontrato qui fuori Sophia. Credo sia piuttosto turbata perchè non ha ancora avuto notizie sulle condizioni di Jules... di suo fratello, volevo dire"

Jules... Dopo una simile imprevista manifestazione di familiarità, le altre due amiche si scambiarono uno sguardo d'intesa che conteneva la stessa scintilla di curiosità e interesse. 

"Parlo io con Sophia", si offrì Lara affrettandosi a lasciare la saletta.

Eloise annuì, sbirciò rapida dietro la tenda per assicurarsi che il suo paziente fosse finito finalmente fuori gioco, poi guidò Megan verso un paio di sedie sistemate in un angolo e le fece cenno di accomodarsi.

"Cos'è successo?", riuscì a chiedere quest'ultima, sorprendendosi per la calma con cui era stata in grado di porre la domanda. 

"Una brutta caduta, ma in fin dei conti è stato davvero fortunato. Dal momento che Lara si sta occupando di aggiornare Sophia, dubito che sia necessario raccontarti i particolari"

L'ostilità emanata da Megan davanti alla reticenza di Eloise era palpabile. La principessa ne fu quasi divertita, finchè non vide lo sguardo preoccupato dell'amica fisso sulla tenda leggera che nascondeva il giovane Cavaliere.

"Abbiamo dovuto sedarlo", la informò, "la faccenda delle vespe l'ha fatto andare fuori di senno"

La parola vespe bastò a far rabbrividire entrambe: la principessa per il disgusto e Megan per un ricordo improvviso.

"Lui ha il terrore degli insetti che pungono", mormorò Megan tra sè.

"Sarebbe più saggio avere il terrore di tutti gli insetti", affermò con enfasi la principessa.

"E come mai tu sei a conoscenza di questa sua paura?"

Megan sventolò infastidita la mano, come a scacciare tanto l'ennesima domanda indiscreta di Eloise, quanto l'affermazione che lei stessa si era lasciata sfuggire.

"Quante volte è stato punto?", domandò, recuperando il suo tono pratico e sbrigativo.

"Abbastanza da scatenare una reazione allergica piuttosto importante", Eloise fece una pausa, restia ad approfondire l'argomento: Megan sembrava già turbata, anche se non lo avrebbe mai ammesso.

"Ora sta meglio, però", si affrettò a rassicurarla, "Sono sicura che Lara sia già riuscita a tranquillizzare Sophia, a riguardo"

Megan si riscosse e guardò per un momento l'amica come se stesse cercando di capire cosa stesse dicendo.

"Sophia... forse vorrà vedere suo fratello, non credi? Per assicurarsi che stia davvero meglio"

"Certo", convenne Eloise trattenendosi dal ridere: da come l'amica fissava la tenda tirata, appariva chiaro che sophia fosse solo una scusa, ma aveva la sensazione che Megan l'avrebbe negato con decisione.

"Però, come ti dicevo poco fa, al momento Julian è sotto sedativi, quindi non è cosciente. Forse puoi andare a pranzo e tornare fra un paio d'ore, più o meno"

"Con Sophia", precisò la dottoressa più temuta della Misericordia.

"Ma certo, Meg. Ovviamente", concordò Eloise accompagnando l'amica fuori dalla stanza, sperando di riuscire a trattenersi dal ridere finchè lei non fosse stata più nei paraggi.
   
 
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