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Autore: Ily Briarroot    28/10/2018    3 recensioni
[Terza classificata al contest "Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger" indetto da Shilyss sul forum di EFP].
«Ricordo quella lettera» continua lei, quasi come se tu non avessi parlato. Il sorriso amaro le si forma agli angoli della bocca e un qualcosa di crudele ti trascina via mentre ti parla. «Il tuo cuore era colmo di amore per la stessa persona che non si è mai accorta di te. E che adesso ti ha voltato le spalle».
Ti alzi in piedi di scatto e stringi la busta tra le mani. Percepisci tutto della Chloe di allora; la sua frustrazione e la delusione che ancora esistono, da qualche parte nel tuo cuore.
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Sullivan, Clark Kent, Jimmy Olsen, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nei tuoi occhi capisco finalmente chi sei



Il freddo, quello pungente e disarmante, il gelo che penetra nella pelle e nelle ossa e che non ti fa respirare, non ti lascia in pace.

Non lo fa neanche quando credi di aver voltato pagina, di non aver più bisogno di sfogarti piangendo lacrime che ti distruggono lentamente. Ogni pensiero diventa una lama incandescente e il petto fa male. Fa dannatamente male, ancora una volta.

Non hai affrontato quei ricordi, i passi avanti che hai fatto da allora sono ben pochi, ma preferisci fare finta di nulla.
Ti stringi nelle spalle un istante prima di riempire l'ennesimo scatolone. La stoffa delle magliette di Jimmy è profumata: sa di tenerezza, di dolcezza, di due occhi azzurri sorridenti. Ma il sapore, la sensazione che ti arriva al cuore è un'altra e ha a che fare con la disperazione, con il sangue che hai lavato dal pavimento di quella casa enorme dove avresti vissuto con lui.

Se solo non te lo avessero portato via.

Il peso che hai in gola adesso è un macigno tale da riuscire a sopportarlo a stento.
Dover dire addio alle sue cose è un altro ostacolo che eri convinta di aver superato, ora che finalmente la tua vita è pronta per ricominciare.
Una volta pieno, sposti lo scatolone nell'angolo vicino al divano e ti butti verso gli ultimi oggetti che hai portato dal Talon.

Infili la mano nell'enorme sacchetto di plastica e ne tiri fuori una busta bianca, una di quelle tanto familiari anni fa, quando scrivevi a tutte le testate giornalistiche nei dintorni per chiedere la possibilità di uno stage come reporter. Un altro sogno iniziato e terminato allo stesso modo.
Basta poco per comprendere di cosa si tratti realmente e lo capisci al volo quando leggi la scritta impressa a penna sulla parte posteriore della carta: "A Clark".

È quella lettera: la stessa che avevi scritto al tuo migliore amico, dichiarandogli i tuoi sentimenti. Un pezzo del tuo cuore che gli avevi donato così, senza pretendere nulla, in un gesto che non ha mai avuto un risvolto.
Le parole che avevano fatto soffrire Jimmy, che vi avevano divisi perché, per quanto puoi negarlo, Clark  è sempre stato al primo posto nella tua vita a causa di un segreto che conoscevi solo tu e che ti sei sempre impegnata a custodire con affetto. Tu, la sua sola spalla. La sua amica fidata.

«Hai conservato davvero quella lettera?».
Sussulti quando senti una voce femminile giungerti alle orecchie. Quando ti volti, la fotocopia di te stessa ti sta fissando, in piedi a braccia conserte. Il suo sguardo è serio, duro. Gli occhi verdi privati della luce e della spontaneità che ti ha sempre contraddistinta.
Stai fissando stupefatta una ragazza identica a te, in casa tua. La situazione non ti sconvolge particolarmente, perché sei abituata a certi eventi inspiegabili, ma quell'immagine ti mette in soggezione, una sensazione strana.

«Non sarebbe ora di buttarla? I tuoi sentimenti per Clark ti hanno portato solo problemi».
Ancora in ginocchio, cerchi di comprendere cosa stia succedendo nella tua testa. Sì, probabilmente, ciò che non sta funzionando parte da lì. Nulla di strano, dopotutto.

«Okay, se vuoi farmi credere di essere una persona in carne e ossa e non il frutto della mia psicologia momentaneamente instabile ti avviso subito che non funziona».
Sorridi appena e respiri profondamente perché sai che, a breve, la Chloe che hai davanti sparirà nel nulla. Tuttavia lei è ancora lì e ti scruta con un'espressione che trasmette solo piena convinzione.
«Io non sono una persona in carne e ossa» ti dice, avvicinandosi appena. «Ma questo non significa che non sia vera. Sono te. Sono il tuo dolore e la tua frustrazione, sono la rabbia che trattieni da troppo tempo».

Sollevi lo sguardo, stavolta senza sapere cosa dire. Sgrani ancora gli occhi, immobile. La presenza che ti sta davanti non muta affatto espressione, quasi come se volesse qualcosa da te.
«Come vedi ho già abbastanza problemi nella mia vita per farmi carico anche della mia copia super arrabbiata».
Scuoti la testa e cerchi di tornare alla realtà, ma sai che anche un pizzicotto non funzionerebbe per risvegliarti dal torpore di quella sensazione particolare. A causa di ciò, mantieni il controllo della situazione e la guardia alta.

«Ricordo quella lettera» continua lei, quasi come se tu non avessi parlato. Il sorriso amaro le si forma agli angoli della bocca e un qualcosa di crudele ti trascina via mentre ti parla. «Il tuo cuore era colmo di amore per la stessa persona che non si è mai accorta di te. E che adesso ti ha voltato le spalle».
Ti alzi in piedi di scatto e stringi la busta tra le mani. Percepisci tutto della Chloe di allora; la sua frustrazione e la delusione che ancora esistono, da qualche parte nel tuo cuore.

"... sono la ragazza dei tuoi sogni travestita da migliore amica... ".

Frasi che non hanno più senso, perché - come avevi spiegato a Oliver - dell'amore per Clark rimane solo una vecchia cicatrice che non brucia più, perché poi è arrivato Jimmy e, con lui, un mondo pieno di cose meravigliose che avete condiviso insieme.
Butti la lettera alla rinfusa nello scatolone e ti allontani leggermente dalla ragazza bionda che ti fissa senza scomporsi.

«Clark è sempre stato il mio migliore amico, non mi ha voltato le spalle».
«Oh, sì che lo ha fatto. Gli hai chiesto una cosa sola e, dopo tutto quello che hai fatto per lui in questi nove anni, si è rifiutato. Lo hai implorato e si è voltato dall'altra parte».

Abbassi lo sguardo, mentre cerchi di trattenere le lacrime che ti appannano la visuale e che non ti permettono di riflettere con lucidità.
È successo da poco e, nonostante tutto, nonostante l'impegno per rimettere a posto i cocci di un'amicizia andata in frantumi, siete rimasti distanti.
Lo avevi pregato. L'unica cosa che tu gli abbia mai chiesto; tornare indietro nel tempo con quel maledetto anello e salvare Jimmy da quel mostro che l'aveva ucciso senza pietà. Troppo presto, prima di iniziare sul serio la vostra vita insieme, finalmente da marito e moglie. Ti è stato strappato via durante quel bacio, quell'ultimo bacio, dopo aver riscoperto quell'amore ritrovato, le labbra calde di lui sulle tue. Ma Clark non ha mai avuto intenzione di ascoltare la tua necessità, a causa delle gravi conseguenze che quell'azione avrebbe implicato.

«Saresti stata pronta a morire al suo posto».
La voce della figura continua a parlare, imperterrita.
Un'altra volta. Ancora e ancora.

«Lui non ha voluto, nonostante il peso di ciò che ti ha sempre caricato sulle spalle».

Hai pianto davanti al tuo amico senza che lui battesse ciglio o che provasse a cambiare idea. Non aveva neanche pensato a una soluzione, dopotutto.

«E forse è stata un po' colpa sua se Davis Bloome ha ucciso Jimmy. Non Doomsday, non il mostro. L'essere umano Davis Bloome. »

E poi, di nuovo.

«Clark non è mai stato in grado di uccidere nessuno, neanche per il bene collettivo. Questo lo sapevi e per proteggerlo, per proteggere tutti, hai annullato la tua vita per fuggire con un mostro psicopatico che avrebbe potuto perdere il controllo in qualsiasi momento. Un mostro kryptoniano».

«Stai zitta, non è così! Io e Clark ci siamo chiariti, non è come dici tu».

«L'uomo invulnerabile, il tuo migliore amico, che è fuggito dopo la morte di Jimmy e ti ha lasciato affrontare tutto da sola? Nel tuo dolore, completamente sola. Avevi bisogno di averlo accanto a te. Lui c'era al funerale e non si è avvicinato. Lo hai visto, era lì».

Non vuoi più sentire niente di quei pensieri, di quei sentimenti che ti venivano strappati via dal cuore. Chiudi un attimo le palpebre, sperando di non dover ascoltare altro, ma è complicato. Troppo, troppo complicato.
Quando ti volti e torni a fissarla in viso, noti lo sguardo di pura cattiveria che ti rivolge.

«Cosa sei, Chloe? Da piccola, un'insopportabile curiosa ficcanaso. Poi una giornalista con una carriera buttata al vento per diventare la spalla mediocre di un eroe, un eroe che non ha il coraggio di fare ciò che deve essere fatto, facendola pagare a te. Una contaminata da meteoriti con un potere enorme che la spaventa. Una vedova che piange ancora i propri errori e quelli altrui».

Muovi appena le labbra, ma le parole non ti escono. Percepisci il cuore palpitare, la verità di quelle frasi nel petto, dove sono rimaste fino a questo momento.
Ma non ti lasci abbattere, non così. Tocca a te, adesso.
«Cosa vuoi da me?».

La figura si avvicina, lasciando tra voi solo pochi centimetri.
No, ti sei sbagliata; quelli non sono i tuoi occhi. Sono neri, spenti, annullati. E di colpo capisci il motivo della sua presenza accanto a te, le sue parole.
Lei è la malvagità che ti istiga a un pensiero fisso, che ti muove verso la vendetta pura. È la parte di te stessa che hai sempre accantonato, unita all'arroganza e alla presunzione che hanno fatto parte di te, una volta.

«Voglio anticiparti ciò che accadrà a questo mondo, se non ti allontanerai da Clark Kent. Il tuo rapporto con lui, già compromesso, gli sarà di peso e non riuscirà a realizzare il suo destino» afferma lei, scrutandoti con disprezzo. «Tu sei la voce della sua coscienza, la sua spalla, il suo cammino. Lo tieni ancorato alla sua dimensione umana, quella che non gli permette di osare e di accettare la morte altrui per una salvezza più grande».

Rimani confusa da quelle parole, seguendo il movimento delle due labbra che si muovono appena, monotone. Non vi è enfasi in quel tono di voce, né alcun tipo di sentimento positivo. Il tempo che trascorre in sua compagnia fa tornare quel ghiaccio, quel freddo al quale ti sforzi di non cedere. Ti sta distruggendo i bei ricordi con Clark, la vita che avete condiviso insieme.

«Non è vero, Clark sarà sempre umano. Lui è uno di noi».
«Clark non è un essere umano, è destinato a compiere grandi imprese su questo pianeta» interviene la copia con calma raggelante, mentre non riesci a divincolarti dal suo sguardo. «Finché ci sei tu, Watchtower, lui non potrà farlo. E la Terra raggiungerà presto la totale distruzione, perché il Vaso di Pandora sarà aperto e il Male la governerà interamente. Lui non potrà fare niente contro Darkseid».

«Come fai a sapere tutto questo?» le chiedi seria, mentre un senso d'angoscia si muove nello stomaco fino ad arrivare ai polmoni, mozzandoti l'ossigeno.

«Io sono la Chloe che ha abbandonato il suo lato più debole e inutile, quello umano, quello che ti fa soffrire, perché Darkseid mi ha offerto qualcosa che Clark non ha mai potuto offrirmi. Il tuo difetto è la tua anima, ancora così inevitabilmente fragile» spiega, mentre ti rendi conto di non riconoscere affatto quella figura; di te ha solo l'aspetto. «Lasciala perdere. Lui ti ruba la prima pagina. Ti ruba la scena. Per lui sei una barzelletta. Ora due milioni di persone la pensano come lui. Forse è così. Forse è questo che sei. Una barzelletta».

Ascolti l'istinto e dai un calcio allo scatolone, facendolo finire contro il muro. Sta facendo di tutto per allontanarti da Clark, sta toccando argomenti che vorresti solo dimenticare. Percepisci quella cattiveria forte e chiara, adesso. Devi mandarla via.

«Sei una giornalista, Chloe Sullivan, o lo sei stata. Nel mio mondo la tua debolezza non è ammessa, finirai per soccombere. E con te, tutti quanti».
«Adesso basta, vattene!».
Ti volti, brusca, lanciandole contro il primo libro che ti capita davanti, sull'ammasso di cianfrusaglie da catalogare.
La presenza svanisce improvvisamente, lasciandoti sola nel gelo che ti circonda nuovamente.

«È permesso?».
Una voca familiare giunge alle tue orecchie pochi minuti dopo, ma sei ancora troppo scossa per notarla.
«Ehi, cos'è successo? È passato un tornado o hai solo sfogato la tua rabbia in modo bizzarro?».

Ti risvegli in quel momento e, quando lo fai, Oliver ti sta scrutando in modo strano.
«Ah... sì, scusa» mormori, appoggiando una mano sulla testa. «Mi è scivolato qualcosa di mano mentre trasportavo gli scatoloni e questo è il massimo che sono riuscita a fare, non avendo un uomo dalle mille risorse a mia dispozione».
Il miliardario sorride sornione, gli occhi luminosi che ti sono mancati più di qualunque altra cosa.
«Sono qui proprio per questo, infatti. Prevedevo un danno di qualche tipo... ma non è troppa roba, per essere solo la nostra base?».
«No, direi di no. Per ora va bene così».

Ripensi ancora a quella strana situazione e ti guardi intorno con il timore di vederti comparire davanti lo stesso involucro di malvagità pronto a schiacciarti con i tuoi stessi pensieri, ma non c'è nessun altro nei paraggi.
«Chloe, tutto bene?».

Annuisci e sospiri, prendendo tempo. Il tuo fidanzato ti guarda aspettandosi qualcosa e così cedi.
«Sì, è che... mi è successa una cosa strana» cominci, tentando di trovare le parole giuste per non farti prendere per matta. Impazzire, già, una delle tue più grandi paure. «Ho visto me stessa. Era la mia rabbia e la mia cattiveria, tutto ciò che sento davvero, capisci? Mi ha fatto vedere cosa sarei se lasciassi perdere Clark e la Justice League, ha rivelato cose di me che pensavo di aver cancellato definitivamente dalla mia testa e... ».

«Frena, frena!» esclama Oliver, appoggiandoti le mani sulle spalle. Cerca di incrociare i miei occhi, lo sguardo fisso su di me, ma con scarsi risultati. «Mi stai dicendo di aver visto il tuo fantasma in versione malvagia che ha azzeccato tutto il marasma di pensieri incasinati di Chloe Sullivan?».
Lui sorride, sdrammatizzando. Sai com'è, avresti dovuto aspettartelo. Tuttavia non riesci a evitare di farti contagiare da quello sguardo.

«Sì, conosceva ogni mia debolezza. Mi ha detto che se continuo a stare al fianco di Clark, il mondo sarà distrutto da un certo Darkside. Io gli impedisco di realizzare il suo destino».
Oliver rimane in silenzio qualche attimo, dubbioso, riflettendo sulle tue frasi. Soffermi il tuo viso sul suo petto senza volerlo, per nascondergli le lacrime che minacciano di scivolarti sulle guance da un momento all'altro.

«Quante stupidaggini» dice poi, spezzando il silenzio. «Ascoltami... ognuno di noi sceglie da che parte agire. Questo l'ho imparato a mie spese. Inizialmente cercavo solo vendetta verso Lionel Luthor e mi sono macchiato di un crimine che non mi fa dormire la notte. Ma ci ho riflettuto e sono cambiato. Ho scelto di fare del bene ogni giorno, senza farmi influenzare da niente e nessuno».
Ti solleva lo sguardo con l'indice, riprendendo il suo meraviglioso sorriso.
«Clark ha bisogno di te. Gli sei sempre stata accanto e, nonostante gli screzi che ci sono stati fra di voi, non puoi abbandonarlo. E poi ti conosco troppo bene per sapere che agirai sempre e solo per aiutare il prossimo. Capito, Watchtower?».

Fai un cenno col capo, respirando profondamente. Quell'immagine di te stessa ti ha provocato un susseguirsi di sensazioni sgradevoli alle quali non riesci a dare un freno.
«Tu credi che io possa diventare così, un giorno? Che possa arrivare a detestare te o... Clark?».
Il giovane uomo ride, poggiando la fronte contro la tua.
«Sarebbe più facile convincere il nostro kryptoniano preferito a riposarsi di tanto in tanto, invece di pensare a salvare il mondo ventiquattr'ore al giorno, ma sai che non accadrà mai».

Non puoi resistere a quello sguardo, a quei modi. Agli occhi scuri che si riflettono nei tuoi, chiari e limpidi. Oliver annulla la distanza tra i vostri volti e ti bacia piano, lentamente. All'improvviso, ti ritrovi catapultata in un'altra dimensione. Tu e lui, non esiste altro. La percezione che hai da un po', quel vuoto che permette al freddo di avvolgerti, quella mancanza che ti fa star male, si affievolisce con il contatto delle sue labbra, così morbide e calde.
I fantasmi spariscono, tutti.
Dentro di te, hai già deciso.

"Ti amo".






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Note dell'autrice
Dunque, credo che certe note siano d'obbligo! La oneshot è nata per il contest sul forum di EFP indetto da Shilyss, "Specchi, ombre e presagi: il doppelgänger" e io ho scelto di descrivere Chloe nel particolare momento in cui prende maggiore consapevolezza di se stessa, tanto che il rapporto con Clark subisce una trasformazione che non si ripara del tutto, incrinato dalla negazione di lui alla sua richiesta disperata di salvare Jimmy.

Tante volte vediamo Chloe solare e allegra, l'amica della porta accanto che piuttosto si fa torturare pur di non tradirlo, reggendo il peso di quel segreto e, ahimé, rimettendoci spesso e volentieri. Ebbene, volevo analizzare questa sua psicologia, facendo uscire allo scoperto quel lato piano di rabbia che vuole farla agire da sola, allontanandola da Clark. La delusione, l'irritazione. La frustrazione per nove anni nei quali si è completamente dedicata a lui senza ricevere nulla in cambio, anzi.

Questa fanfic si svolge ben dopo la disfatta di Doomsday e la morte di Jimmy: siamo nella nona stagione inoltrata, dopo che Chloe cerca di ricostruirsi una vita con Oliver nonostante tutto e, soprattutto, nonostante il dolore per ciò che è successo e che l'ha portata ad agire quasi da sola, in modo molto più brusco e tagliente.
Per il titolo, invece, ho preso spunto da una canzone dei Negramaro ("Sei") che trovo ci stia a meraviglia. Grazie a chiunque abbia voglia di leggere e recensire!
Ile
  
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