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Autore: MaryFangirl    29/10/2018    9 recensioni
A seguito di un affare difficile che si è concluso bene, una cliente propone alla nostra coppia di sweeper di ringraziarli con un soggiorno con tutte le spese pagate in uno dei suoi numerosi hotel. Tutti i nostri amici vi si ritrovano e Ryo decide finalmente di far avanzare le cose, ma un evento interromperà tutti i suoi progetti insieme alle parole della sua bella che gli daranno da pensare.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Questa fanfiction è la traduzione di una storia in francese che potete trovare e leggere nel link che metto di seguito.
 
Titolo originale: Aussi profonde comme l'océan

 
Dopo un caso difficile in cui Akira Izoto aveva fatto appello alla squadra City Hunter per salvare la vita di suo fratello alle prese con una gang di yakuza, la cliente decise di offrire a loro e ai loro amici un viaggio per ringraziarli per il loro aiuto in uno dei suoi famosi hotel, con tutte le spese pagate per una settimana.
 
 
Isola Beyonesu, al largo del Giappone.
 
Dopo quasi tre ore in mare, la barca finalmente arrivò al porto di Beyonesu con a bordo la banda di City Hunter al completo, con Miki e suo marito Falcon, Mick e la sua dolce infermiera Kazue, senza dimenticare Ryo e la sua tenera partner Kaori. La traversata era stata piuttosto tranquilla dopo un inizio difficile a causa delle buffonate di Mick e Ryo che volevano sapere chi dei due avrebbe sedotto il maggior numero di donne, ma ben presto le loro compagne li avevano rimessi a posto col vecchio metodo del martellone. Funzionava sempre. Mick vedeva l'opportunità per godersi il paesaggio idilliaco a spese di altri con la sua dolce compagna Kazue, per Miki e Falcon era come una seconda luna di miele e una prima vacanza dopo parecchio tempo. Per Kaori era un'occasione di riposarsi in pace senza doversi voltare a ogni angolo della strada, senza temere un attacco o una rappresaglia da parte dei nemici, mentre per Ryo era tutta un'altra cosa. L'ultimo caso era stato davvero difficile e l'aveva fatto riflettere a lungo. Dopo una prolungata introspezione e di rimesse in discussione, costellate di molti dubbi, alla fine aveva deciso di far avanzare la relazione con la sua compagna. L'unico problema era come farlo. E sì, dato che per più di sei anni si era comportato in un certo modo con lei, lei sarebbe stata cauta nei suoi cambiamenti di comportamento, e lui non voleva che Kaori pensasse che si prendesse gioco di lei. Perso nelle sue riflessioni, la barca arrivò finalmente al porto quando decise di tornare alla realtà.
"Finalmente siamo arrivati!" disse Ryo alzandosi e stiracchiandosi alla vista del pontone che incombeva in lontananza.
"Era ora" rispose Mick, "iniziavo a soffrire il mal di mare"
"E noi cominciavamo ad averne abbastanza di voi" disse Miki passando vicino a loro. "Siete stati insopportabili per tutta la traversata"
"C'era un modo per calmarci, Miki cara" disse Mick con voce melensa, tendendo le labbra, ma Falcon gli lanciò un borsone in faccia per tutta risposta.
Vedendo ciò, Kazue si colpì la fronte con il palmo della mano. Decisamente, il suo uomo era irrecuperabile. Lei che pensava di poter riposare e godersi quella settimana di tranquillità, si disse che avrebbe dovuto tenerlo d'occhio da vicino. Falcon aiutò la moglie a scendere dalla barca, tendendole la mano. Kazue seguì Mick da vicino, afferrandolo per un braccio per evitargli di combinare qualcosa. Dall'ingresso della barca nel porto nessuno aveva sentito Kaori, nemmeno una volta. Si era seduta al suo posto a guardare il mare e il paesaggio mentre i suoi amici si dirigevano verso l'uscita. La visuale era bellissima e lei voleva godersela. Ryo stava per scendere quando notò che gli mancava qualcosa, ciò che il suo cuore aveva di più caro. Si voltò e vide che Kaori era ancora seduta, non si era nemmeno accorta che gli altri avevano lasciato la barca. La guardò a lungo con un sorriso prima di decidere di andare da lei e metterle una mano sulla spalla.
"Kaori, siamo arrivati" disse piano, facendola uscire dalle sue fantasticherie.
Lei alzò la testa e incontrò lo sguardo dolce del suo partner. Si fissarono per lunghi secondi prima che Kaori, imbarazzata, decidesse di rompere l'incantesimo abbassando il capo.
"Andiamo" riprese Ryo con voce dolce.
"Sì, ti seguo"
Lui le tese la mano per aiutarla a scendere dalla barca, e il gesto la sorprese molto. Da quando Ryo era così premuroso con lei? Lasciarono la barca e si misero a camminare sul pontone finché Ryo non la fermò.
"Cosa c'è?"
"Dammi la tua borsa, la porto io, è troppo pesante per te!"
Lui non attese nemmeno la sua risposta, le tolse il cinturino dalla spalla e prese la borsa sulla propria. Kaori rimase senza parole a fissarlo. Decisamente il suo partner non avrebbe mai smesso di sorprenderla. Era strano da qualche giorno. Lo aveva interrogato, ma lui era rimasto in silenzio come una carpa.
"Grazie" disse lei con una vocina, abbozzando un sorriso dolce.
"Andiamo a raggiungere gli altri, sono già arrivati all'hotel" poi le prese a mano e la trascinò per farla camminare accanto a lui. Avanzò, seguito da vicino da Kaori che non riusciva a staccare gli occhi dal suo partner. Il comportamento che aveva verso di lei sicuramente le piaceva, ma allo stesso tempo la destabilizzava al massimo. Da quando Ryo era gentile con lei? Ryo sentì il suo sguardo fisso su di sé e non gli dispiaceva. Gli piaceva essere il centro del suo interesse, amava quando lo guardava e vedeva solo lui, sapendo che doveva aver voglia di fargli molte domande. Finalmente raggiunsero la hall dell'hotel a cinque stelle, una meraviglia. C'erano fiori dappertutto e un'enorme vetrata che si affacciava sulla spiaggia. Tutto era lusso e abbondanza. Il bancone era laccato e splendidamente scolpito.
"Beh, Akira non ci ha preso in giro!" disse Ryo fermandosi in mezzo alla hall dell'hotel e voltandosi per guardarsi pienamente intorno.
"Effettivamente, questo hotel è eccezionale e deve costare un occhio della testa"
Si diressero verso la reception mentre guardavano l'atrio e l'arredamento lussureggiante che li circondava.
"Benvenuti all'hotel 'Mille e uno desideri" disse loro l'addetto alla reception con un sorriso.
"Merita dannatamente il suo nome" disse Ryo pensando al soggiorno che già immaginava per lui e la sua bella. Lì si sarebbe svolto tutto.
"Buongiorno. Abbiamo prenotato due camere sotto i nomi Saeba e Makimura" fece Ryo posando le borse sul pavimento.
"Mi lasci controllare al computer"
L'addetto alla reception tastò sul computer e alzò lo sguardo sorridendo.
"Ecco, ho trovato" disse, consegnando la chiave a Ryo. "In effetti c'è una suite riservata a nome del signor Saeba, numero 66" gli disse tendendogli la chiave, "ma non c'è nulla a nome della signorina Makimura"
"Ci deve essere un errore" disse Kaori, "Per favore, ricontrolli" si appoggiò al bancone e si sporse in avanti per vedere lo schermo del computer. Quel viaggio cominciava bene.
"Ovviamente, signorina...no, nessun errore. Nessuna prenotazione è stata fatta a suo nome, mi dispiace"
"D'accordo, vorrei una stanza, per favore"
"Temo che questo non sia possibile, siamo al completo"
Kaori, con disappunto, si voltò verso Ryo, pronta a esplodere contro il suo partner che si era incaricato delle prenotazioni con Akira.
"Dì, hai detto ad Akira di riservare due stanze" fece battendo le dita sul bancone con impazienza. Mentre i loro amici erano già diretti nelle loro stanze, loro ancora dovevano uscire da quel guaio.
"Certo" rispose lui, con l'aria più serie possibile. In realtà se l'era completamente dimenticato. A furia di vivere costantemente con lei, non aveva pensato di chiedere due camere da letto, tanto la cosa per lui era ovvia.
"Cosa facciamo adesso?"
Ryo non ebbe il tempo di risponderla. Akira arrivò verso di loro, felice di vederli, finalmente.
"Ah, eccovi finalmente. Buongiorno, avete fatto un buon viaggio?"
"Eccellente"
"Sono felice di darvi il benvenuto nella mia umile casa. Vedrete, trascorrerete una settimana da sogno. Ho visto gli altri, si sono già sistemati. Prendete le vostre chiavi"
Ryo le mostrò la sua chiave, agitandola di fronte a sé tutto orgoglioso.
"Molto bene, vi accompagnerò nelle vostre stanze, seguitemi!"
"Akira, abbiamo un problema. C'è solo una stanza riservata per Ryo. Io sono senza"
"Io ho prenotato una sola stanza, pensavo che voi due..." a quel punto tacque, davanti alle loro facce sconvolte.
"Io con questa, mai nella vita"
Kaori tirò fuori un martello e glielo schiantò senza troppe cerimonie per aver osato chiamarla 'questa'.
"Vedi, Akira, chi vorrebbe una donna così, senza nessuna dolcezza" fece Ryo alzandosi e massaggiandosi le vertebre.
"Te la sei cercata. E pensi forse che una donna normale e sensata verrebbe affascinata da un pervertito come te?" gli occhi di Kaori erano fiammeggianti, così Ryo pensò che avrebbe dovuto comportarsi più dolcemente senza che tutto ciò che aveva progettato per la sua bella rischiasse di fare un buco nell'acqua.
"Ci troviamo di fronte a un enorme problema. L'hotel è al completo, non ho più spazio"
"Ho io la soluzione" disse Ryo, raddrizzandosi e avvolgendo un braccio intorno alla vita di Akira, prendendola da parte per spiegarle all'orecchio.
"Ti ascolto, Ryo"
"Condividi la tua stanza con me e lascia la mia stanza a Kaori"
Per la seconda volta in meno di un minuto, Ryo si ritrovò nuovamente sotto un martello.
"E questa è la tua soluzione!" irritata, Kaori si colpì la fronte col palmo della mano. Quel viaggio rischiava di essere molto lungo e molto laborioso.
"A meno che tu non voglia dormire sulla spiaggia con i granchi, non ne vedo altra"
"Nessuno dormirà sulla spiaggia con i granchi. Ho io un'altra soluzione" disse Akira con un sorriso sul volto che contrastava terribilmente con i suoi occhi luccicanti e provocatori.
"Ti ascoltiamo" disse Ryo.
"Condividerai la tua stanza con Kaori"
"Scusa?" fecero entrambi i partner allo stesso tempo.
"Non c'è altra soluzione. La suite è spaziosa, posso assicurarlo. Non vi ritroverete uno sopra l'altra sul letto. Non farà differenza con le vostre abitudini. Dai, andiamo!"
Kaori non era convinta del nuovo accordo. No, lei che aveva sperato in un po' di intimità e tranquillità, era di nuovo chiamata in causa dal destino. Arrivò all'ascensore per prima, lasciandosi dietro Ryo e Akira. Kaori non cercò nemmeno di discutere, era stanza, voleva riposare. Sì, viveva con Ryo, ma aveva la sua stanza, la sua tana, il suo luogo di riposo dove poteva rilassarsi lontano dagli sguardi beffardi e dalle parole offensive del suo partner. La sua stanza era il suo rifugio, il suo santuario, come avrebbe fatto quella settimana, perché sapeva che non sarebbe trascorso un solo giorno senza che il suo partner la facesse uscire dai gangheri?
"Ryo, eppure ti avevo chiesto se dovevo riservarvi due stanze, ma tu hai rifiutato, e ora..."
"Davvero! Non ricordo, Akira" rispose lui offrendole un bellissimo sorriso allegro, grattandosi la testa con disinvoltura.
"Capisco" si accontentò lei di rispondere, acconsentendo.
Seguì Ryo e tutti e tre presero l'ascensore. Akira poi li indirizzò nella loro suite.
"Ecco la vostra suite per tutta la settimana" disse lei, aprendo le porte, lasciando che passassero davanti a lei in modo che potessero vedere dove avrebbero soggiornato.
"È bellissima!" fece Ryo, "vero Kaori!"
Lei era senza parole, annuì e rimase stupita. Akira non aveva mentito, la suite era immensa, e vi si poteva respirare il lusso. Il pavimento era di marmo, magnifici lampadari adornavano il soffitto, per non parlare dei mobili in mogano. La suite includeva un ampio salone con un bar per la gioia di Ryo e uno spazio cinema per gran piacere di Kaori. Solo il bagno era grande quanto le loro due camere messe insieme a Shinjuku. C'era una vasca idromassaggio e un bocchettone con diversi getti per il massaggio. Kaori ebbe l'impressione di sognare tanto tutto era perfetto e smisurato. Giunsero infine nella loro stanza, che consisteva nell'essenziale, cioè un grande letto al centro circondato da lunghe tende, un armadio e una toletta.
"Non vi ho mentito, è abbastanza spaziosa per due, e il letto enorme, non rischierete di toccarvi"
I due partner si guardarono prima di abbassare rapidamente lo sguardo su qualcos'altro. Il letto era davvero lungo poco più di tre metri, il che risvegliò immediatamente lo spirito lussurioso di Ryo che già vi si vedeva a fare cose non molto cattoliche con la sua partner.
"Bene, vi lascio rinfrescare, avete accesso a tutti i pacchetti dell'hotel, dovete solo presentare queste carte. Vi danno accesso al resort al completo, gratuitamente. Ci vediamo dopo" posò le carte sul tavolino e si preparò a congedarsi dai suoi ospiti.
"Grazie, Akira" disse Kaori prima che lei lasciasse la stanza.
"Non è davvero nulla in confronto a quello che avete fatto per me"
Una volta soli nella suite, un lungo silenzio si stabilì tra i due soci. Kaori appoggiò la borsa sul letto e cominciò a disfare le valigie e a metterle nell'armadio, prima di cadere sul letto e fissare il soffitto.
"Preferisci la parte destra o quella sinistra?" chiese, girandosi verso di lui e appoggiandosi sul gomito.
La mano sosteneva la testa. Aveva una posizione molto seducente e non ne era nemmeno consapevole. La gonna si era leggermente alzata rivelando la perfezione delle sue cosce bianche. A questa vista Ryo pensò di svenire. In quel momento, lei era la tentazione personificata e dovette fare di tutto per mantenere il controllo e soprattutto per calmare il suo potente mokkori che cominciava a sentirsi angusto. Doveva lasciare la stanza prima di tradirsi e saltarle addosso. Si allontanò da lei per nasconderle l'inguine con la sua borsa, dirigendosi verso il bagno. Aveva deciso di dichiararsi, ma non in quel modo. Lei meritava di meglio, meritava di essere corteggiata, dopotutto era colei che il suo cuore aveva scelto e amato per così tanti anni. Perché da quando aveva preso la decisione di far avanzare le cose, aveva sempre meno controllo sul suo corpo, che reagiva ad ogni occasione? Col fatto di essersi controllato troppo, il suo corpo frustrato ora voleva soltanto una cosa, assaggiare ciò che aveva sempre rifiutato di toccare.
"Tieni quella dove ti trovi, io prenderò l'altra. Vado a farmi una doccia, se non vuoi andare tu per prima"
"No, vai! Ne approfitto per finire di sistemare le mie cose. La farò dopo"
Ryo strinse la borsa contro il bacino e scomparve in bagno, lasciando una Kaori ansimante di fronte alla fuga del suo partner. Lo trovava davvero strano quella mattina e il suo comportamento non faceva che confermare il suo giudizio che Ryo stesse tramando qualcosa, ma cosa?
-Una bella doccia fredda- si disse Ryo. -Ce ne vorranno molte se condivideremo la stessa stanza. Ma perché ho voluto prenotarne solo una? Di questo passo, non ci metterò molto tempo, e il peggio è che non si sforza nemmeno di sedurre. Per lei è naturale. Povero Ryo, in cosa ti sei cacciato. Se continua così, non prenderò in considerazione i preliminari-
Si spogliò e fece una lunga doccia fredda che riuscì a calmare i suoi ardori. Uscì dalla vasca e si mise un asciugamano intorno ai fianchi, rendendosi conto che i vestiti erano nella borsa rimasta nella stanza. Quindi uscì dal bagno conciato così e raggiunse la camera. Vide Kaori dormire sul letto. Andò da lei e la guardò con amore. Era così bella e così serena. Le tolse una ciocca di capelli dal viso e fece scivolare la mano lungo la sua guancia, poi sul collo per fermarsi infine sulla sua spalla. Kaori rabbrividì sotto quella carezza. Distese le gambe e si mise sulla schiena. Ryo si sedette accanto a lei, non stancandosi di contemplarla.
"Sei così bella, Sugar" con la punta delle dita, accarezzò le sue labbra, che lei aprì al suo tocco prima di passarsi la lingua sulle labbra. In quel momento era la tentazione personificata, con le sue labbra rosa e umide. Lei gli stava facendo un effetto pazzesco. Si chinò su di lei lentamente e si preparò a baciarla quando lei lo chiamò.
"Ryo" fece in un sussurro.
Sentendo il suo nome, lui si bloccò per qualche secondo. Lei lo stava sognando, e la cosa gli strappò un sorriso di soddisfazione. Più la guardava e più lei suscitava il suo desiderio, così continuò la sua progressione per sfiorare le sue labbra, ma solo appena, con una carezza furtiva ed effimera. Era consapevole che si stava approfittando della situazione, ma era più forte di lui, si era così tanto contenuto che ora aveva ceduto, certamente in modo codardo perché era un gesto rubato, ma la questione era solo rimandata.
-Ryo, stai giocando col fuoco- si disse mentalmente. -Se sa che ti stai approfittando della situazione, ti uccide-
Le aveva appena rubato un bacio, lui il più temuto degli sweeper, le aveva appena rubato un bacio per pura codardia. Si alzò, afferrò la sua borsa e tornò in bagno per fare un'altra doccia fredda. Sentendo la porta chiudersi, Kaori aprì gli occhi e si portò la mano alle labbra. Le aveva dato un bacio, per quanto furtivamente, le labbra del suo partner avevano accarezzato le sue. Il loro primo bacio. Sorrise, rendendosene conto. Le sarebbe piaciuto tanto che lui l'avesse baciata quando era consapevole e non in sordina, nascondendosi da lei. Con questo pensiero, si addormentò per davvero.
Ryo uscì dal bagno quindici minuti dopo, vestito e asciugato. Con uno sguardo morbido avvolse la sua partner. Voleva svegliarla, ma dormiva così pacificamente che preferì lasciarla sola. Scarabocchiò due righe su un foglio che le mise accanto, per avvertirla che stava andando a fare un giro per l'isola, poi lasciò la suite.
Kaori si risvegliò un'ora più tardi. Trovò il biglietto e fu delusa dal fatto che non l'avesse aspettata. Avrebbe voluto andare alla scoperta dell'isola con lui. Guardò l'orologio da parete che indicava le 11.00. Aveva dormito poco il giorno prima, tanto era stata eccitata per il viaggio, e quel sonnellino di un'ora le aveva fatto più che bene. Prese le sue cose e andò a fare un bel bagno. Quando si sentì rilassata, decise di uscire, scelse un costume da bagno, a due pezzi nero, e il pareo coordinato che legò intorno al collo, poi lasciò la suite per andare a cercare gli altri prima di pranzo. Tutti erano intorno alla piscina, alcuni si godevano il sole, altri il panorama.
"Kaori, eccoti finalmente" disse Kazue.
"È da molto tempo che siete qui?"
"Sì" rispose Miki. "Ryo ci ha detto che stavi dormendo"
"Sì, ho fatto un pisolino e mi ha fatto un gran bene. Com'è l'acqua?" chiese, stiracchiandosi.
"Splendida" rispose Kazue uscendo dalla piscina e passandole accanto. Kaori sciolse il pareo sotto lo sguardo penetrante di Mick che la divorava con gli occhi. Si avvicinò a lei.
"Kaori, vuoi che ti metta un po' di crema sulla schiena o da qualche altra parte?" fece togliendole il tubetto dalle mani.
Lei non ebbe il tempo di rispondere, Ryo aveva già preso il tubetto delle mani di Mick e si sedette sulla sdraio accanto a Kaori.
"Non ti disturbare, lo faccio io!"
Kaori lo guardò perplessa. Ryo che si proponeva di mettere la crema sul suo corpo di fronte agli altri. Al pensiero arrossì violentemente, le mani di Ryo che accarezzavano il suo corpo davanti a tutti. Scosse la testa a destra e a sinistra per liberare la sua mente da quei pensieri, non era il momento. Poi mise una mano sulla sua fronte per misurargli la temperatura.
"Cosa stai facendo?" le chiese, fissandola con occhi penetranti.
"Vedo se hai la febbre"
"Posso sapere perché?"
"Tu che proponi di mettere la crema a me, sul mio corpo. Sai, la tavola da surf, il mucchietto d'ossa..." lui non la lasciò finire.
"Volevo solo essere gentile. Se non vuoi, tanto peggio, se ne occuperà Mick" disse disinvolto, scrollando le spalle.
"Non è questo, è solo che oggi sei strano. Ti trovo sempre più strano"
"Da tempo ti dico che questo tipo è strano, mia dolce Kaori, lascialo e vieni da me. Dammi il tubetto, ti metto la crema" disse Mick cercando di strapparla dalle mani di Ryo, che però fu più rapido. La sua faccia prese un'aria da pervertito con la bava gocciolante dalle labbra. Per tutta risposta, Mick ricevette un martello dalla sua metà, su cui era scritto 'Ti stai dimenticando di me!'
"Quando ti lancio le frecciatine non sei contenta, quando cerco di essere gentile non sei contenta. Dovresti capire cosa vuoi, Kaori. E poi ti sorprendi di non avere un ragazzo" si mise gli occhiali da sole e si sdraiò sul lettino, alla destra di quello di Kaori.
"Ryo, lascia stare! Lo farò da sola!"
Si abbassò su di lui, dandogli accesso diretto sulla sua scollatura e gli tolse il tubetto dalle mani prima di guadagnare il suo lettino. Si versò una noce nel palmo della mano, se la strofinò sulle mani e lentamente l'applicò sulle gambe sotto gli sguardi ardenti di Mick ma anche di Ryo che stava cercando di mantenere il controllo di sé e di concentrarsi su tutte le altre belle creature a bordo piscina, ma il suo sguardo tornava instancabilmente su Kaori. Perché nascondersi in vista di quello che aveva programmato per lei? Voleva approfittare della sua bella, soprattutto non condividerla con gli altri, sentire quel brivido di paura e di proibito nel nascondersi agli altri, il che avrebbe reso la loro storia più eccitante e tumultuosa. Lei si passò le mani lungo la schiena e cercò di raggiungere la parte alta, ma ovviamente non ci riuscì. Vedendo che stava faticando, Ryo si alzò, prese il tubetto e si mise della crema sul palmo. Si sfregò le mani, poi si avvicinò a lei.
"Lascia, faccio io!" prima che lei avesse tempo di rispondere, iniziò a massaggiarla.
"Non approfittarne" disse Mick, guardandolo sospettoso.
"Approfittare di cosa" disse Ryo con aria falsamente offesa, alzando le spalle con disinvoltura. Si congratulò con se stesso per aver tenuto gli occhiali da sole che nascondevano agli altri il barlume di desiderio che Kaori gli aveva fatto nascere solamente accarezzandole la schiena. Se bastava un po' di crema spalmata sulla schiena a fargli quell'effetto, non osava immaginare come sarebbe stato dormire accanto a lei senza poterla toccare, cercando piuttosto di resistere al desiderio.
Con la presenza degli altri che lo guardavano, non si soffermò sul corpo della sua bella, per sua grande disperazione. La sua pelle era così morbida e il suo dolce profumo di vaniglia lo aveva intossicato. Miki, di fronte allo spettacolo, non poté fare a meno di sorridere e di dare una piccola pacca a Kazue così che anche lei assistesse alla scena. Gli occhi complici delle donne non sfuggirono a Mick che voleva intervenire, ma il martello che Kazue mostrò nella sua mano lo dissuase. Dopotutto, forse Ryo aveva deciso di far avanzare le cose, il che non era un male, quindi non avrebbe fatto nulla per ostacolare la sua marcia. Una volta che la sua pelle fu protetta, Kaori si stese sulla sdraio e approfittò del sole per mezz'ora prima di andare a nuotare sotto lo sguardo protettivo di Ryo che non la lasciò mai.
"Ryo, vieni a fare il bagno, l'acqua è fantastica"
"Non mi va"
Ci mancava solo che andasse a nuotare con lei, se lo avesse fatto sapeva che non avrebbe potuto trattenersi.
"Che cos'hai ancora?" fece lei uscendo dalla piscina. Vedendola seminuda fuori dall'acqua in tutto il suo splendore, il corpo gocciolante, mise alla prova il suo controllo. "Beh, se non mi vuoi parlare, tanto peggio per te" disse lei, sfidandolo con uno sguardo, portandosi le mani ai fianchi mentre si voltava. "Dite, cosa fate questo pomeriggio?"
"Falcon e io andiamo a fare sci nautico"
"Io ho programmato per me e Mick una lunga sessione di massaggi"
"Ryo, sci nautico o massaggi, cosa ti tenta" chiese Kaori, girandosi verso di lui con le mani ancora sui fianchi. Come era desiderabile in quel momento, fin troppo con i capelli bagnati e sistemati all'indietro e l'acqua che le gocciolava su tutto il corpo.
Per non vederla più, si alzò dalla sdraio e si girò a destra in modo da non vederla quasi più se non oltre la propria schiena.
"Lo sci nautico è troppo noioso ma per il massaggio, se è Kazue a massaggiarmi, mi offro volontario" la sua faccia assunse uno sguardo perverso e si mise a sbavare.
"Tu sogni se pensi che permetterò alla mia donna di massaggiare il tuo putrido corpo" disse Mick, dandogli un colpo sulla spalla per fargli dimenticare quei pensieri.
"Chi è che ha un corpo putrido?" chiese Ryo avvicinandosi a lui, l'aria minacciosa.
"Basta, voi due" gridò Kazue. "Non esiste che tutta la settimana sarà così. Voglio approfittare pienamente di questa vacanza piuttosto che sopportare voi e fare da arbitro" disse con gli occhi infuocato. Si frappose tra di loro e mise una mano sul busto di ciascuno per allontanarli l'uno dall'altro.
"Potresti condividere, egoista" disse Ryo oltre la spalla di Kazue.
"Devi chiedere alla tua di massaggiarti"
"Non ne ho, ma ne troverò una"
"E Kaori?" gli disse Mick con aria di sfida.
"Non è la mia donna, non è una donna e poi con lei sarebbe più una tortura che un momento di relax e piacere"
"Io sarei felice che tu mi massaggiassi, Kaori, mettendo le tue delicate mani sul mio corpo da sogno"
"Smettila di fantasticare, Mick, ti fai del male per niente" rispose Kazue, tirandolo per l'elastico dei boxer e riportandolo sulla terra.
"Né sci nautico, né massaggio, quindi. Troveremo un'attività da fare in cui il signorino eccellerà"
"Non siamo obbligati a fare qualcosa insieme, sai Kaori, non siamo una coppia. Io pensò che rimarrò qui in piscina a godermi la calma, tu puoi fare quello che vuoi"
"A chi vuoi darla a bere" gli disse Miki. "Dì piuttosto che vuoi approfittare delle belle donne in costume da bagno senza che ci sia Kaori a sorvegliarti per infastidire tutti quanti, così alla fine ci butteranno fuori dall'hotel"
"Molto bene, troverò un'attività da fare da sola" disse Kaori con voce piena di tristezza. Ryo non voleva stare con lei, era soprattutto quello che aveva capito. Non poteva costringerlo.
"Puoi venire con noi" le disse Miki, alzandosi.
"No, andate voi. Lo sci nautico non è il mio genere, ma pensò che più tardi andrò a fare un massaggio. Bene, ho fame, andiamo a mangiare"
Prese il suo pareo e se lo legò intorno ai fianchi. Ryo aveva ben sentito la sua tristezza e se ne voleva per quello, ma se avesse trascorso tutto il tempo con lei sapeva che non sarebbe sopravvissuto. Ne aveva avuto dimostrazione in camera, o vicino alla piscina. Inoltre la presenza degli altri vicino a loro lo spingeva ad andare contro tutte le sue buone risoluzioni. Non voleva soprattutto che loro sospettassero di qualcosa e da come era partito, ci era riuscito alla perfezione. Come sbarazzarsi di sei lunghi anni di riflessi utilizzati per stuzzicare la sua partner? Tutto sommato, la cosa rischiava di essere più difficile di quanto avesse pensato.
Il pranzo trascorse nella più grande calma. Kaori fu la prima a lasciare il tavolo in completo silenzio, ancora una volta sottosopra per le parole del suo partner. Tutto la portava a pensare che Ryo non la volesse e la cosa le faceva terribilmente male. Più che le sue parole, era stato il modo in cui le aveva dette, davanti ai loro amici, senza alcun riguardo, come se si stesse rivolgendo a una sconosciuta. No, con una sconosciuta sarebbe stato più gentile. Oppure, semplicemente non voleva la sua compagnia, d'accordo, lei si sarebbe impegnata a occupare il proprio tempo pensando per una volta a se stessa. Mettendo al primo posto le sue voglie e i suoi desideri. Lui voleva stare un po' tranquillo, bene, lei gli avrebbe concesso tutta la pace che voleva. D'ora in poi, non si sarebbe più interessata di lui e avrebbe agito come se lui non fosse lì. Per una volta il suo benessere era in prima fila, prevalendo davanti a quello del suo partner. E chi lo sapeva, magari avrebbe fatto qualche bell'incontro su quell'isola? Con spirito più leggero e sollevato per le sue nuove risoluzioni, decise di partire alla scoperta dell'isola.
  
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