Spero possiate gradirla! ^^
[Tasty Dreams]
“Sushi.”
Ormai era diventata un’abitudine.
“Ramen.”
Un rituale notturno, sussurrato fra una risatina e l’altra.
“Hamburger.”
Non riusciva quasi più a farne a meno; tanto che svegliarsi nel mezzo della notte per spiare Kanou-san mentre dormiva, chinarsi su di lui, bisbigliargli parole appetitose all’orecchio e ridacchiare in silenzio della sua reazione era diventato il suo sport preferito.
Beh, in ogni caso era l’unico che gli fosse concesso praticare (finché Kanou-san ne fosse rimasto all’oscuro, ovviamente).
“Carne arrosto.”
Inginocchio fra le coperte, l’osservò divertito masticare nel sonno e soffocò malamente una risata.
Perché anche un uomo spaventoso come Somuku Kanou, a volte, poteva sembrare tremendamente buffo. E tanto, tanto carino.
“Ayase.”
Si bloccò, la mano ancora tesa sulla bocca nel vano tentativo di contenere le risa. Oh, non era stato lui a parlare, stavolta.
“Dì Ayase.”
Congelato sul posto, il ragazzo osò appena sollevare lo sguardo sull’uomo con cui, volente o nolente, aveva cominciato da tempo a condividere ogni giorno. Rieccola, la sua espressione truce.
“Dillo.” Ed era un ordine piuttosto palese.
Ayase deglutì a vuoto, già tanto chiari, nella sua mente, i probabili propositi di Kanou-san.
“P-perché?” S’azzardò a chiedere, con un fil di voce.
L’altro non gli rispose subito, preferendo invece fissarlo e percepirne il tremore. Ad Ayase non risultava difficile immaginare a quale punizione stesse pensando il suo proprietario, ma seppure si fosse trattato d’altro - cosa del tutto improbabile - il ragazzo era comunque certo di non poterne uscire illeso. No davvero.
Yukiya chinò lo sguardo sulle proprie mani, ascoltando riecheggiare nella mente quel “Perché?”.
Poco ancora ci volle affinché ottenesse una risposta.
“Perché a forza di masticare m’è venuta fame.”
Detto fatto, Kanou-san lo tirò giù, contro di sé, pronto ad impartirgli una giusta lezione.
E in cuor suo sapeva quanto quel pensiero fosse poco consono, ma Ayase sperò vivamente di riuscire almeno a sedersi, l’indomani mattina.
Owari