Cattivo com’è
Questa sera mi si tingono di nero profondo gli abiti.
Avvolta in un’oscurità che stinge, la notte raschia la pelle e si infiltra nei pensieri.
Freddo fastidioso di fine Ottobre, pigia sulle mie braccia, è una stretta opprimente di chi non c’è mai stato ma ritorna sempre.
A volte mi piace distrarmi, consolata dagli schizzi di stelle che illuminano la volta delle prime ore del mattino.
Spero che come lui mi è sempre piaciuto nonostante tutto; magari a volte gli sono piaciuta anche io.
Ma più spesso, il cielo assomiglia ad un inferno ed è un’animale oscuro che ingurgita se stesso.
Dritta al centro di una strada, in piedi come su un palcoscenico con astri a farmi da spettatori.
A un anno di distanza spesso ti rincontro, e quasi, seppur cattivo come sei, mi ricordi casa.
Anche se tu casa non la sei mai stato.
Mi ricordi, se vado indietro nel tempo nei miei pensieri, l’odore della fredda aria invernale e del rumore della pioggia che suona contro le onde del mare.
Il freddo stridente dell’aria piena di umidità, passare attraverso i miei polmoni e infiammarli.
Penso a te a volte, ma non sempre, nei viaggi in macchina sotto i temporali e ti rivedo nel velo d’acqua che ricopre il parabrezza.
Sento il tuo profumo, anche se non mi pare bene di ricordarlo.
Sa di te, la cenere sottile che si disintegra nel vento, appena aspirato il fumo dalla sigaretta.
Ha il tuo sapore l’alcol sciogliersi nel mio sangue.
E ancora quando ti rincontro, cattiva come sono, non ti parlo.
Anche se vorrei ancora una volta chiamarti col tuo nome e non urlarti contro.