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Autore: Scarlet Jaeger    30/10/2018    1 recensioni
"Ma a volte
l'amicizia fra maschio e femmina non è fatta per
durare a
lungo, perché prima o poi uno dei due finisce per innamorarsi
dell'altro."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14 – I primi problemi
 
 
Ci catapultammo in strada con la potenza di un uragano. Corremmo per le strade affollate, raggruppati, senza neanche pensare o parlare. Seguivamo Rei, in testa, che sembrava quasi sapesse dove poteva essersi cacciato quel cocciuto di Kai. Ma le strade brulicavano di persone ed era veramente difficile scorgerne una sola in quel marasma. In più Hiwatari eccelleva nell’arte di sparire dal mondo. Era a capo degli Shall Killer, che seguivano le loro prede prima di sfidarle e vivevano in un covo che nessuno, probabilmente prima di noi, era riuscito a trovare. Quindi sapeva bene come celarsi agli occhi degli altri, anche in una città a lui sconosciuta. Probabilmente neanche gli sarebbe importato. Avrebbe vagato finché la sua mente non gli avrebbe detto che fosse ora ti rientrare in albergo, probabilmente facendosi indicare la via. Probabilmente l’avremmo visto rientrare a notte fonda. O forse, neanche ce ne saremmo accorti perché non avrebbe fatto alcun rumore. Ma quello che ci premeva, e premeva me, era sapere se l’indomani sarebbe imbarcato con noi alla volta del campionato mondiale o ci avrebbe abbandonato. Qualcosa nella mia testa però, mi disse che Kai era oramai troppo risoluto a battersi con i campioni del mondo per rinunciare così presto al suo sogno, e sperai un minimo di avere ragione. Non ero pronta a salutarlo, correndo magari il rischio di non vederlo mai più, neanche a scuola…
«Potrebbe essere ovunque! Io direi di separarci e cercare» propose Takao quando ci fermammo su un ponte, dove la visuale della città era nettamente migliore rispetto alle stesse vie.
«Secondo me è una pessima idea» gli rispose il Prof Kappa, portandosi una mano al mento «probabilmente tra noi, Rei è l’unico che conosce bene la città. Noi finiremmo solamente per perderci, così ci sarà mezza squadra dispersa chissà dove»
«Ha ragione» gli dette man forte Rei, voltandosi a guardare l’orizzonte.
«Già…quel testone!» rincarò la dose Max.
«Qualcuno ha qualche idea?» mi intromisi anche io, ma vidi la delusione nel volto di ognuno. Solo Rei continuava ad osservare al di là del ponte, con il cervello probabilmente all’opera. Era l’unico che poteva guidarci in quel labirinto di strade.
«Forse ho un’idea» ammise infatti dopo alcuni minuti, in cui il Prof Kappa aveva acceso il computer cercando qualche informazione utile sulle mappe. In più il nostro amico Cinese aveva incredibilmente rivolto la sua affermazione a me, guardandomi con un sorriso che mi fece arrossire all’istante.
«Be-bene!» provai a restituirgli il sorriso, anche se lo sentivo un po’ troppo tirato per colpa del nervosismo.
«Vedrai, riusciremo a riformare la squadra e tranquillizzare tuo nonno. Gli devo molto, ed è grazie a lui se ho la possibilità di giocare il campionato con voi e se posso far ragionare Kai, userò tutte le carte di cui dispongo. Penso che riusciremmo a colpirlo nell’orgoglio» continuò, facendomi un occhiolino. In più le sue parole mi avevano toccato particolarmente. Ricordavo che era stato mio nonno a condurlo in Giappone al torneo nazionale, ma non immaginavo che avesse una reverenza tale nei suoi confronti, quasi quanto quella che avevo io in qualità di nipote. E poi mi ricordai anche che Rei era rimasto solo e lo era stato per tutto il suo peregrinare da un luogo all’altro e, cercando di mettermi nei suoi panni, capivo il perché non volesse rinunciare all’idea del campionato. Finalmente, esattamente come tutti noi, avevamo trovato dei veri amici, con la quale condividere la nostra passione per il Beyblade. E credo che ognuno di loro, esattamente come me, non avrebbe permesso a Kai di rovinarci l’esperienza. Ma se lui avesse disdetto, io sarei stata ben felice di prendere il suo posto e vivere il mio sogno come una vera Blader.
«Da quella parte c’è una zona residenziale, dove il Beyblade è molto praticato. Forse Kai è stato attratto lì. Secondo me vale la pena darci un’occhiata» continuò Rei, indicando la via alla sua sinistra, sorridendoci bonariamente.
«Sì è vero, quella zona residenziale è segnata anche sulla mappa. Io dico che dovremmo provare» gli dette man forte Kappa e gli altri, me compresa, annuirono alle loro parole.
In pochi secondi ci eravamo trovati in mezzo a gruppi di ragazzi in quella che sembrava una piazza, con lo sbocco di alcune delle vie minori direttamente su di essa. I molti blader stavano utilizzando dei veri e propri stadi, anche se nettamente più piccoli di quelli che si vedevano solitamente negli stadi, e nessuno si era accorto di noi.
«Voi dite che può essere qua da qualche parte?» chiese Takao, stranamente sospettoso. Voltava lo sguardo ai suoi lati, ma in effetti di Kai non c’era nemmeno l’ombra.
«Sicuro. Anzi, provo a chiedere a qualcuno di loro se possa averlo visto» ci rese noto Rei, prima di allontanarsi di qualche passo per andare a parlare con alcuni ragazzini apparentemente più piccoli di noi, che ridevano tra loro mentre lanciavano i loro bey in quella specie di tinozze.
Così ci ritrovammo di nuovo indirizzati da un’altra parte, dove il ragazzo interpellato dal nostro compagno sembrava aver visto andare Kai. Il problema però, fu che ci ritrovammo immediatamente in delle vie secondarie, buie ed inquietanti, a camminare guardinghi attaccati l’uno all’altro e circospetti.
«Si sta facendo tardi, è meglio tornare in albergo. A quest’ora anche Kai sarà rientrato» azzardò Max, seguito da un Prof Kappa piuttosto consenziente.
«Un momento» ci fermò invece Rei, bloccandoci sul posto. Aveva un’espressione in un misto tra il preoccupato e il concentrato. Si era inoltre parato di fronte a me, come a proteggermi, ma con lui di fronte non riuscivo a vedere cosa ci fosse davanti a noi, anche se vedevo gli altri interdetti quanto me.
«Cosa c’è Rei?»  chiese Takao, circospetto, e il nostro compagno non ci mise molto ad illuminarci.
«È il suono di un Beyblade che gira…»
«Andiamo via, può essere pericoloso» lamentò Kappa, ma non finì di dirlo che, da un punto indefinito della via, vedemmo sfrecciare una vecchia pentola d’acciaio piuttosto grossa, e feci in tempo solo a vedere e sentire le braccia di Rei afferrarmi prontamente dai fianchi per spostarmi dalla traiettoria dell’oggetto e dal Beyblade lanciato al suo interno.
«Ma che diavolo significa?» sbottai indignata, anche se di nuovo rossa come un peperone per essere finita tra le braccia di Rei, anche se non volontariamente.
Non riuscii a vedere nessuno, almeno finché non uscì dall’ombra uno strano ragazzo. Aveva un’aria seria e imbronciata, era vestito con un tipico vestito Cinese grigio e sembrava anche particolarmente ostile.
Per fortuna ci pensò Takao a prendere parola per tutti, io ancora continuavo ad essere tra le braccia di Rei, che sembrava particolarmente preso dal nuovo arrivato. Lo stava osservando di sottecchi e in silenzio, come se lo conoscesse ma non si ricordava dove lo avesse visto.
«Hey!!» lo richiamò il nostro campione «sei stato tu a lanciare questa pentola?» chiese, anche se pian piano la verità sembrava fin troppo palese.
«Sì» iniziò il nuovo venuto, mettendosi in posizione di lancio, nonostante in mano avesse uno strano lanciatore. Purtroppo non riuscimmo a capire bene le sue intenzioni, anche se potevano essere intuite benissimo, perché lanciò un altro Beyblade, azzurro, proprio dentro la pentola che, a quanto pareva, doveva fungere da stadio.
«Lo sai che prima di sfidare qualcuno è buona educazione presentarsi? E inoltre se vorrai sfidarci dovrai prima iscriverti al torneo» lo rimboccò Max, leggermente interdetto dal comportamento del Cinese. Nel frattempo Rei era rimasto imbambolato ad osservarlo, anche se mi aveva lasciata andare. Io rimasi accanto a lui, in disparte, ad osservare la scena.
«Mi chiamo Bruce e voi, da quanto dicono le mie fonti, siete i Bladebreakers. Magari ancora non conoscete il mio nome, ma diventerò famoso dopo avervi sconfitto» continuò risoluto.
«Allora fatti sotto!» si fece avanti Rei, senza ripensamenti, parandosi davanti a tutti.
«Con molto piacere!» Ghignò Bruce, ma successe una cosa del tutto inaspettata. Soprattutto per Rei.
«Aspetta amico, fai combattere me» si intromise Takao e all’occhiata stralunata del nostro compagno continuò «tu hai già combattuto fuori dal tuo paese natale…io no! Fammi questo favore, Dragoon non vede l’ora di tornare in campo!» gli sorrise e alla fine fummo tutti convinti che dovesse essere Takao a combattere contro Bruce, che sembrava alquanto felice di battersi con lui.
La lotta fu molto combattuta da entrambe le parti, così tanto che non riuscimmo a togliere gli occhi dal campo di gioco. Soprattutto il prof Kappa, che col suo inseparabile pc portatile continuava a riprendere l’incontro e commentare ogni azione.
Finì con Takao vincitore e Bruce fumante di rabbia, quasi spaventato, come se da quell’incontro fosse dipesa la sua intera esistenza. E forse fu proprio così, visti gli eventi che ne seguirono. Ma andiamo per gradi.
Mentre Bruce si crogiolava nella sua disperazione, il Bey di Takao continuava a girare indisturbato nello stadio. Nessuno aveva più l’attenzione su di esso, e forse per questo che il nuovo arrivato lanciò il suo proprio contro Dragoon, che sbalzò fuori dalla pentola in direzione di Rei, che era proprio nella sua traiettoria. Probabilmente avrebbe potuto farsi molto male, visto che neanche il richiamo disperato di Takao, che comunque era troppo lontano da Rei per spostarlo dalla traiettoria del suo Beylade, poté fare qualcosa. A “salvare” Rei dall’impatto ci pensò Dranzer, che Kai aveva prontamente lanciato contro Dragoon, rilanciandolo verso il suo proprietario. Furono anche tutti ben felici di rivederlo, anche se io continuavo a guardarlo imbronciata. In più sembrava come se tra noi non fosse successo assolutamente nulla; come se fosse tornato tranquillo e felice dalla sua passeggiata pomeridiana. Come se avesse finalmente preso una decisione, ed io sperai che fosse a pro della squadra.
Ma di nuovo l’attenzione di tutti fu distolta da Kai, perché un ragazzino coi capelli verdi era letteralmente atterrato di fronte a tutti noi. Si presentò come Kiki e iniziò addirittura a insultare Rei di essere un traditore. Non ci fu però di nuovo tempo di chiedere spiegazioni, perché Takao sfidò anche lui.
L’incontro finì in parità, uno a uno, ma non riuscirono a combattere il terzo perché gli amici di Kiki, o compagni di squadra, arrivarono a passo di carica, inveendo contro il ragazzino, che in stile Tarzan era balzato su un cornicione ed era scappato, e poi trattando Rei alla stessa maniera del compagno di squadra: come un traditore.
Quando finalmente se ne andarono tutti, potemmo tornare in albergo, ma il nostro amico aveva la testa persa tra le nuvole, nonostante le tante domande insistenti di Takao e Max. Io camminavo al suo fianco, lanciandogli a volte qualche sguardo compassionevole. Kai invece camminava davanti a tutti noi, con le mani sui fianchi e il passo quasi urgente, come se non vedesse l’ora di perdersi di nuovo. Però, all’ennesima domanda dei due, si voltò incredibilmente esasperato.
«Basta, lasciatelo in pace, evidentemente non vuole parlarne. Quando si sentirà di farlo, sicuramente lo farà lui stesso» disse, leggermente inacidito, come se avesse voluto finire la frase con un “e io non voglio ascoltare questa storia”.
«Allora parliamo di te!» cambiò vittima Takao, affiancandosi a Kai con la tipica faccia di chi la sapeva lunga «sei tornato, quindi vuol dire che hai cambiato idea!» ridacchiò.
«Tzè, non è per voi che ho cambiato idea. Se mi ritiro adesso non avrò la mia occasione di battermi con i più validi campioni. Ma non fatevi illusioni, non mi importa nulla del futuro della squadra» rispose spicciolo e mi venne da ridacchiare. In ogni caso, se era tornato ed aveva addirittura salvato Rei, vuol dire che pian piano si stava affezionando. Chissà, magari sarebbe anche cambiato e si sarebbe sciolto con noi. Con me…
«D’accordo!» scoppiò a ridere Takao, tornando da Max e il Prof e iniziando a discutere sul torneo e su quanta voglia avevano di iniziarlo.
Io invece ero combattuta. Di fronte a me camminavano sia Rei che Kai, anche se uno da una parte e uno dall’altra. Avevo molto da dire a entrambi, ma decisi di affiancarmi al mio vecchio amico, che balzò appena quando mi vide accanto a lui con la faccia sorridente.
«Cosa vuoi?» mi chiese, sempre con la sua solita gentilezza…
«Nulla, volevo dirti che mi fa piacere che hai rivalutato la cosa» provai a mostrarmi amichevole, ma lui mi scoccò un’occhiata interdetta.
«Non l’ho fatto per te o per loro» voltò leggermente indietro lo sguardo «e neanche per tuo nonno. L’ho fatto per i miei interessi, solo quelli» finì risoluto ma io mi limitai a fare spallucce.
«Ma sei rimasto, questo è l’importante» gli sorrisi appena e gli lasciai la libertà di percorrere la poca distanza da solo. So quanto era solitario Kai Hiwatari, l’avevo visto al torneo nazionale.
In ogni caso non me la sentii di interrompere il silenzio riflessivo di Rei, che sembrava particolarmente accigliato, quindi mi affiancai a Takao e gli altri per parlare di ciò che ci aspettava.
 
 
Una volta in Hotel cenammo di nuovo nella zona ristorante, allo stesso tavolo del pranzo, che probabilmente il nonno aveva prenotato per l’intera permanenza. Non fece domande quando vide Kai sedersi di nuovo accanto a lui, si limitò solamente a sorridergli, come se avesse capito le sue intenzioni, né chiese qualcosa a Rei quando tornò a servirci con aria distratta, nonostante cercasse di sembrare spensierato.
Differentemente da qualche ora prima, perdemmo meno tempo a mangiare e in poco meno di un’ora eravamo già tutti in camera. O meglio, non tutti, visto che Rei non divideva ancora la camera con tutti noi. Aveva una camera personale, donatagli dal proprietario per l’aiuto che gli aveva offerto in quei giorni. Anche il nonno si era rintanato in camera sua, premunendosi solamente di darci un orario per l’indomani mattina.
Takao, Max e il Prof si erano già messi il pigiama e parlottavano del campionato sopra il letto di quest’ultimo, mentre erano tutti presi a riguardare il video che aveva registrato negli incontri con Bruce e Kiki.
Kai invece si era seduto su una poltrona dell’ampio salottino, dopo averla spostata in modo che fosse rivolta verso la portafinestra a vetri ed osservava il panorama fuori, con Dranzer in mano e l’aria distratta, soprattutto di chi non voleva essere disturbato. Credo che per lui fosse già troppo dividere la camera con tutti noi. Inoltre mio nonno mi aveva chiesto se avessi voluto stare in camera con lui, ma io preferii condividerla con i miei compagni. Anche se ero una ragazza, non mi sentivo in imbarazzo, anche perché per cambiarmi usavo il bagno e non erano costretti a guardarmi. Loro invece facevano tutto alla luce del giorno, quasi mi considerassero una di loro, e a me andava bene così. Solo uno di loro continuava a fare il timido, cambiandosi al bagno come me, ed è inutile che vi dica di chi sto parlando…
Ma in ogni caso non me la sentivo di chiacchierare allegramente con i tre, seduti sul letto, né mi andava di disturbare Kai, che molto probabilmente mi avrebbe mandata a quel paese. Volevo starmene un po’ per i fatti miei, senza però disturbare gli altri, così decisi di uscire dalla camera senza far rumore, in modo che non si accorgessero della mia “fuga”. Avevo preso la mia chiave, in modo da poter rientrare senza essere costretta a bussare, e mi diressi senza meta per l’inerpicato labirinto di corridoi. Camminavo tranquillamente per i piani, scendendo quelli che dividevano il nostro (uno dei piani più alti) alla Hall. Ripensavo alla giornata appena conclusa, e a quei strani tizi incontrati sul nostro cammino. In più ero davvero curiosa di sapere perché avessero dato del traditore a Rei. Si conoscevano quindi? Erano amici? Oppure nemici?
Non riuscivo a darmi pace e risposte, ma credo che quella volta ci si mise di mezzo il destino, o la provvidenza. Il caso volle che capitai proprio nel piano dov’era situata la camera di Rei, e che lui stesse salendo le scale proprio in quel momento, incrociandomi a metà strada.
«Ciao», mi disse dopo un momento di stupore. «Dove vai a quest’ora?» mi chiese poi, ridacchiando, e io non potei far altro che arrossire lievemente.
Dove stavo andando?
«In realtà in nessun posto preciso, stavo vagando senza meta. Takao, Max e il Prof stanno sproloquiando a proposito degli incontri di oggi e Kai se ne sta da solo nel salottino. Non volevo disturbare nessuno dei quattro», feci spallucce e lui ridacchiò.
«Ah, capisco», mi sorrise così dolcemente che non riuscii a tenermi dentro la domanda.
«Tu invece dov’eri? Hai finito adesso il turno?»
«Sì, ho finito di pagare il mio debito e sono pronto a partire con voi verso il torneo!» sorrise ancora e di nuovo quell’espressione serena mi fece tornare in mente in mille pensieri che attanagliavano la mia mente a proposito della sua situazione con quegli strani individui.
«Senti Rei…a proposito di oggi…» cercai di iniziare ma lui sospirò sonoramente, cosa che mi fece capire che non ero stata poi così delicata…
«Ma, se non vuoi parlarne lo capisco!» Mi affrettai a mettere in chiaro. Non volevo costringerlo a parlare di cose a lui sgradite, o riaprire vecchie ferite.
La sua espressione però, nonostante fosse seria ed impassibile, non sembrava irata dalla mia risolutezza. Abbassò gli occhi per un momento, nel quale pensai di chiedergli scusa, ma parlò prima ancora che fossi io a farlo.
«No io…è giusto che sappiate…vuoi entrare in camera mia a parlarne? Forse non è il caso farlo sulla rampa di scale», ridemmo e in effetti dovetti dargli ragione e lo seguii fino alla sua camera, ma solo dopo aver chiuso la porta realizzai effettivamente che eravamo soli.
Si sfilò la camicia della divisa e rimase solamente con una canottiera bianca, prima di sedersi di fronte a me sui divanetti di cui era provvista la stanza, anche se nettamente più piccola della nostra ai piani alti.
In più aveva deciso di parlare della sua vita a me, prima di tutti gli altri, e di quello gliene fui assolutamente grata. E mi chiesi anche se si fosse mai aperto con mio nonno. Ma dovetti ammettere che, forse, il suo attaccamento a questo ragazzo doveva derivare proprio da quello che aveva passato nella sua giovane vita…
Fine capitolo 14



°°°°°°°°°°°°
 
 
Angolo autrice:
Ma ciao! Visto? Non ho fatto passare troppo tempo xD
Allora, probabilmente in questo capitolo non è successo nulla di particolare, è stato solo un riassunto della puntata, con l’aggiunta di Saya…adesso però sono rimasti soli in camera, cosa accadrà? :P
Man mano che andrò avanti non descriverò tutte la puntate e probabilmente cambierò qualcosa per non copiare la serie, ma lo vedremo andando avanti ^_^
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e ringrazio chi ha deciso di seguire ancora la storia e chi è arrivato a leggere fino a qua <3
Un bacione
Alla prossima!!
  
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