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Autore: cabin13    30/10/2018    0 recensioni
[Percy Jackson!AU]
Il figlio di Ares ha la fama di essere ribelle e scorbutico, ma è anche il migliore spadaccino del Campo. E un mio caro amico.
– Sei pronta Pidge? – mi chiede mettendosi al centro dello spiazzo e contemporaneamente facendo roteare la spada di legno che usa per gli allenamenti.
***– Lance! – strillo a questo prendendolo per le spalle magre, è più basso di me solo di pochi centimetri. Il mio migliore amico sobbalza preso alla sprovvista e poco ci manca che faccia un infarto, ma finalmente chiude la bocca e sta ad ascoltarmi. – Amico, se ti chiama in fisica ti copro io! Sperando di non farmi beccare da Altean, s’intende…
***Digrigno i denti e stringo i pugni, i muscoli mi stanno chiedendo pietà ma non sono intenzionato a mollare; se proprio devo, preferisco mille volte morire per la fatica che per mano loro. {...} questi corridoi sono tutti uguali per me, senza un mortale è impossibile districarsi in questo dedalo di vie.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Garrison Hunk, Gunderson Pidge/Holt Katie, Kogane Keith, McClain Lance, Takashi Shirogane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Per essere due che sono crollati come due sacchi di patate non appena hanno visto Chirone, i novellini hanno preso piuttosto bene la notizia bomba. Certo, ci hanno impiegato un po’ per afferrare il concetto e quando il mulatto ha chiesto cos’è un semidio ho creduto che ci stesse prendendo in giro. Per un po’ sono stati in un silenzio così tombale che ho temuto fossero svenuti di nuovo, poi il più alto e secco dei due ha iniziato a sproloquiare così velocemente che non ho capito metà delle frasi: qualcosa riguardo l’avvertire una certa Mina – o era Mima? Era un nome assurdo – che lo veniva a prendere a scuola, credo. In seguito ci si è aggiunto anche il ragazzone amico di Shay e a quel punto ho iniziato a preoccuparmi seriamente per i miei poveri timpani.

Si sono zittiti solo quando Coran ha strillato loro dietro. Il satiro li ha portati in bagno e ha mostrato loro i messaggi Iride spiegando che i cellulari e i dispositivi tecnologici non vanno usati perché è come sparare un razzo segnalatore per tutti i mostri nelle vicinanze – qualcosa del tipo “ehi, sono qui, venite pure a sbranarmi”.

L’hanno guardato con tanto d’occhi quando lui ha tirato una dracma nel lavello e ha recitato la solita formula per la dea Iride. Il tizio che mi ha quasi tirato una testata ha fatto un salto quando nel getto d’acqua è apparsa una donna di mezz’età dalla pelle abbronzata e i capelli castani.

– Lance! – ha esclamato sollevata. Ha chiamato poi altri due ragazzi, i fratelli di questo Lance immagino, e sono stati a chiacchierare venti minuti buoni in spagnolo, cosicché nessuno a parte loro ha capito qualcosa di quello che si stavano dicendo.

Dopo Lance è toccato anche all’altro, Hunk, però almeno la sua chiamata è stata più breve e in una lingua capibile. Non sono stata ad origliare l’intera conversazione e non sono andata a domandare i dettagli al ragazzone, ma da quanto ho capito sua madre sa. Esattamente come mio padre.

Coran ha rassicurato entrambe le donne e i ragazzi: “finché sono al Campo non corrono alcun rischio” sono state le sue parole, poi ha chiuso la comunicazione e ha gentilmente sbolognato a me l’ingrato compito di far da guida ai nuovi arrivati.

Abbiamo appena passato il campo di pallavolo, piuttosto affollato per quella che mi sembrava una partita tra le case di Ares e Nike, e adesso stiamo attraversando i campi di fragole. Incrociamo per caso Juniper e Grover e i loro occhi sembrano due palle da biliardo quando si rendono conto che lei ha la pelle verde: spiego che è una driade, uno spirito dei boschi, e giusto per non dovermi ripetere quando arriveremo al laghetto li informo anche dell’esistenza delle naiadi.

Mostro loro la fucina in cui lavorano i figli di Efesto, l’armeria e l’anfiteatro dove ci si riunisce la sera, per poi spostarmi verso la parte più importante: le capanne per i semidei.

– Una volta le casette erano solo dodici come gli dei maggiori, – comincio non appena ci avviciniamo – ma dopo la seconda guerra con i Titani sono state aggiunte anche quelle per i figli delle divinità minori – non mi dilungo troppo nei dettagli, anche perché non sono nemmeno sicura che mi stiano ascoltando. Si stanno guardando in giro come se fossero due bambini al luna park. Tra me e me spero di non essermi comportata come loro la prima volta che io e Matt siamo arrivati qui.

Presento brevemente le varie capanne e le divinità a cui sono dedicate e aggiungo che le capanne di Era e Artemide sono solo onorarie, dato che la prima è fedele solo a Zeus e la seconda ha fatto voto di castità.

– A seconda del loro genitore divino i semidei vivono in una di queste capanne e…

– Tu in quale abiti? – mi interrompe Lance con curiosità squadrandomi dalla testa ai piedi e poi spostando lo sguardo sulle capanne, come se stesse cercando qualcosa nel mio aspetto che possa aiutarlo a collocarmi in una delle casette.

Con un sospiro gli indico la Capanna Sei e vedo le sue sopracciglia corrucciarsi. – Uh, Demetra giusto?

Ma almeno mi stava ascoltando?! Era troppo impegnato a fissare le figlie di Afrodite o mi sta prendendo in giro? Devo ricordarmi che è al Campo da meno di dodici ore e che l’ho appena inondato di informazioni per non mandarlo a farsi un giretto nel Tartaro. – Mmh no. Atena. Quella di Demetra è la Capanna Quattro, quella col tetto d’erba.

– E Shiro e l’altro ragazzo? – chiede Hunk.

– Shiro è figlio di Zeus e Keith di Ares – rispondo indicando le rispettive casette, ma prima che possano fare qualsiasi altra domanda su di loro o sui loro padri riprendo il filo del mio discorso. – Vi stavo dicendo… i semidei vivono nelle capanne a seconda del loro genitore divino, tuttavia per sapere chi è il loro genitore devono venire riconosciuti da quel dio. Voi siete due indeterminati, quindi starete nella casa di Ermes. È il protettore dei viandanti.

I due ragazzi si scambiano uno sguardo indecifrabile, ma proseguiamo senza che loro dicano nulla. Mostro loro il laghetto delle canoe sperando di cavarmela con una semplice e breve spiegazione di quello e anche del padiglione-mensa e del muro di arrampicata.

Ma è qui che succede il finimondo.

---

È da quando abbiamo finito la chiacchierata con Chirone e il signor Coran che Lance non mi sembra lo stesso. Nel senso, siamo rimasti entrambi piuttosto scossi da tutta questa storia dei miti greci, ma il mio migliore amico pare perso nei suoni pensieri ed è parecchio taciturno.

E da quel che so io, Lance non è mai taciturno.

Non ci scambiamo nessuna battuta, neppure parliamo finché la piccola semidea ci fa un tour guidato dell’intero Campo. Chiediamo a Katie qual è il suo genitore divino e quelli di Shiro e del moro che scopro chiamarsi Keith, ma nemmeno in questo frangente Lance mi rivolge direttamente la parola.

Alla fine non ce la faccio più a resistere e, quando ci fermiamo vicino a un laghetto di cui non mi curo neanche tanto, arrivo dritto al punto.

–Ehi, Lance… – lo chiamo titubante.

Lui si volta verso di me al rallentatore, in faccia ha stampata un’espressione indecifrabile che però riesce inspiegabilmente a farmi rabbrividire. Non capisco questo suo repentino cambio d’umore.

– Abbiamo parlato con Chirone e hai pure visto tua mamma, ma… ma sei… sei sicuro che sia tutto okay al cento per cento? – chiedo tutto d’un fiato mentre giocherello nervosamente con le dita.

Inarca un sopracciglio e mi fissa come se mi fossero spuntate tre braccia. – Perché me lo chiedi? – replica dopo qualche di silenzio assoluto, interrotto solo dallo scrosciare dell’acqua nel laghetto.

– No, così. È che ti vedevo strano… Ma… ma se è tutto a posto, perfetto! – esclamo grattandomi la nuca con una mano. Gli sorrido, anche se non sono pienamente convinto dalla sua risposta; è come se stesse tenendo qualcosa di negativo solo per sé. Lo so che spesso fa così perché non vuole pesare sugli altri con i suoi problemi, ma l’ultima volta che si è comportato in questo modo ne è risultato fuori un grandissimo e incasinatissimo equivoco che ci ha fatto litigare.

Le labbra di Lance si uniscono in una linea dura e sottile, le sue pupille si muovono prima a destra e poi a sinistra, i suoi pugni si stringono. Un rumore insolito fa saettare per un breve momento il mio sguardo sulla superficie del lago, ma lo distolgo subito quando la vedo liscia come l’olio.

– Sì, sai… ci sarebbe qualcosa, a dire la verità – parla alla fine, e il suo tono mi inquieta ancora più della sua espressione di prima. È velenoso e sembra quasi che una lama stia raschiando la pietra, mi terrorizza.

Oddio, è sempre Lance, non c’è niente di cui aver paura! Al massimo ti tirerà un cazzotto sul naso come l’altra volta. Eppure non riesco a far meno di tremare quando lo vedo avanzare di due passi verso di me. Rivolgo una disperata occhiata a Katie, ma la piccola castana è sconvolta quanto me.

– Prima, quando stavamo parlano con Chirone… – inizia il mio migliore amico e, quando il rumore mi arriva alle orecchie, è più forte di me, mi volto verso il laghetto e guardo apprensivamente l’acqua agitarsi.

– Hunk, sono io che ti parlo, non il lago! – strilla lui – …Quando prima eravamo da Chirone hai detto che siamo dislessici. Entrambi. Ma da che io ho memoria, tu non mi hai mai detto di essere dislessico! Y no te hagas el distinto conmigo,1 ti ho sentito quando l’hai detto!

Alle orecchie mi giunge la distante imprecazione della figlia di Atena e un rombo mi fa ghiacciare il sangue nelle vene. Il livello del laghetto è aumentato incredibilmente, poco ci manca che superi gli argini. E quel che è peggio è che l’acqua sta ribollendo.

– In tre anni non ti sei mai preso il disturbo di confidarmelo! – continua Lance e, man mano che il suo tono si alza di volume, diventa più intenso anche il rombo – Neanche un minimo accenno, mai, zero. Così a fare la figura di quello che tutti ritenevano el comebolas era siempre yo!2

– Io… volevo parlartene – tento di spiegare, anche se non so bene cosa dirgli. Perché è vero, gliel’ho tenuto nascosto e non ho nemmeno un motivo preciso per averlo fatto.

– Mmh… E quando? – sbotta lui incrociando le braccia. Se le occhiatacce potessero uccidere, a quest’ora sarei morto già tre volte.

– Non lo so, – ammetto alzando i palmi davanti a me – ma ti giuro, ti giuro che volevo. Non riuscivo mai a trovare il momento adatto.

– In tre anni non hai mai trovato il momento giusto?!

Una colonna d’acqua si alza di colpo spaventando noi e gli altri semidei nei paraggi, lo scroscio è assordante e devo lottare contro me stesso per non iniziare a gridare spaventato. Credo che Lance non se ne sia nemmeno accorto, concentrato com’è a sfogare la sua rabbia. – Almeno inventati una scusa migliore!

Dal pilastro parte un getto orizzontale che sfiora la schiena del mio migliore amico e travolge in pieno Katie, è ad altissima pressione e la ragazzina ruzzola lontano, completamente fuori dal nostro campo visivo.

– Sei il mio migliore amico, Hunk, e lo sai quanto sia importante per me la fiducia! – la massa d’acqua si alza ulteriormente e sento prosciugarmisi tutta la saliva che ho in gola, deve essere un incubo quello che sto vivendo. Non è minimamente possibile che quella roba sia stata creata da Lance e vada di pari passo con la sua rabbia.

– Lance – lo chiamo piano, come se lui fosse un animale incattivito e io quello che lo deve fronteggiare – Stai straparlando, capisco che tu sia arrabbiato ma…

La frase rimane interrotta a metà, perché un getto identico a quello di prima mi investe colpendomi nello stomaco e mi sbalza indietro di almeno tre metri. Rotolo sul terreno sassoso cercando di proteggermi alla bell’e meglio, ma rimedio comunque un paio di graffi sui gomiti. Mi rialzo soffocando un’imprecazione tra i denti: ma che cavolo? Si è bevuto il cervello per caso?!

Una saetta arancione mi passa accanto e si lancia contro il mio amico. Ci impiego qualche secondo a realizzare che è Katie e che sta per suonargliele, è totalmente fuori controllo: non l’ho mai visto così, nemmeno nelle nostre litigate peggiori si è comportato in questo modo.

La piccola figlia di Atena schiva abilmente uno schizzo e poi un altro, è così rapida che faccio fatica a seguirla. Con un balzo evita un terzo getto, si porta alle spalle di Lance e gli salta praticamente in groppa.

– A nanna, esagitato!

Ha in mano un coltello e per un momento il fiato mi si mozza in gola, ma la mia tensione diminuisce quando mi accorgo che è al contrario, l’elsa contro il collo del mio amico e la lama dalla parte opposta. Colpisce un punto sulla nuca una volta, ma serve solo a far irritare Lance ancora di più, lui prova a togliersela di dosso, ma la piccola castana resiste. Avvicinandomi mi accorgo che ha le unghie conficcate nella clavicola del moro, sta digrignando i denti e sta caricando un nuovo colpo.

Lance sta imprecando in spagnolo, mi si stringe il cuore a vederlo così furioso e il mio senso di colpa cresce man mano. Definire casino questa situazione è un eufemismo, dire che è successo per causa mia è al cento per cento vero.

Il mio amico riceve una seconda botta sulla testa, e stavolta è abbastanza potente da stordirlo e farlo finire KO. Katie lo posa – più o meno – delicatamente sul terreno a pancia in giù e rinfodera il pugnale.

La colonna d’acqua torna nel lago con un fragore assordante, noi e i semidei nei paraggi ci proteggiamo dagli spruzzi che si sollevano schermandoci il viso con le braccia, ma chi si trova vicino all’argine come noi viene comunque inzuppato dalla testa ai piedi.

Io e la piccola castana ci osserviamo con tanto d’occhi, le strette spalle di lei che si alzano e si abbassano a una rapida frequenza segno che ha il fiatone. L’espressione di Katie è scioccata quanto la mia, ma nasconde una velata… scocciatura?

– Beh, – commenta alla fine con una smorfia che è un misto tra l’infastidito e l’ironico – almeno uno di voi due è stato riconosciuto. Ave allo svenuto Lance, figlio di Poseidone.



 

1e non fare il finto tonto con me

2e lo stupido ero sempre io!




 
Hola gente
Dopo mesi in cui non aggirnavo, speravate di esservi liberati di me e invece no, rieccomi qui a tormentarvi!
Questo capitolo era pronti già da questa estate, ma ho preferito aspettare a pubblicarlo fino a quando il mio pc non sarebbe tornato dalla riparazione perché lì avevo l'unica copia del capitolo 7...
E anche perché, lo ammetto, iniziando My Hero Academia ho un pochino accantonato Voltron. Sto comunque aspettando il 14 dicembre in preda ai peggio scleri perché non so cosa aspettarmi dalla s8 e ci sono un paio di cosette che ho trovato su instagram che mi fanno tirare madonne (e non poche)
Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios

   
 
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