Serie TV > 13 Reasons Why - Tredici
Ricorda la storia  |       
Autore: lmpaoli94    30/10/2018    0 recensioni
Hannah Baker, ragazza timida e introversa senza amici.
Justin Foley, il ragazzo più desiderato e intrigante di tutta la scuola.
Clay Jensen, il salvatore di una causa persa già in partenza.
Tre studenti molto diversi tra di loro.
Chi poteva rovinare la loro felicità?
A volte gli amici sanno essere molto viscidi e cattivi quando c’è da prendere di mira una persona.
E nessuno avrebbe potuta salvarla.
Nessuno…
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clay Jensen, Hannah Baker, Justin Foley, Olivia Baker
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hanna Baker si trovava dinanzi la scuola fissando le centinaia di ragazzi che stavano per cominciare un’altra giornata ricca di studi e di pensieri.
Sembrava che la loro vita non avesse nessun problema.
Ma non per lei.
Dopo che i suoi genitori avevano divorziato, Hannah si era chiusa in sé stessa.
Non voleva parlare con nessuno.
Ma la sua situazione insostenibile non poteva rimanere all’oscuro per sempre.
«Hannah…»
Clay, uno dei suoi compagni di scuola, la stava fissando con sguardo pieno di commozione e di sincerità.
«Come stai?»
«Come dovrei stare?»
«Sei stata assente da scuola da quasi una settimana… Nessuno riusciva a sapere che fine hai fatto.»
«Meglio così, no? Sai bene che non mi piace essere al centro dell’attenzione.»
«Già. Siamo in due.»
La loro conversazione fu interrotta fin dall’inizio del suono della campanella.
«Sarà meglio che andiamo in classe. La lezione sta per iniziare.»
«Da quando in qua ti interessa andare a scuola?»
«Da questo momento» replicò seccata la ragazza.
«Perché non vuoi parlare con me? Che cosa ti ho fatto?»
«Non è che non voglio parlare con te… Non voglio parlare con nessuno. Voglio essere lasciata in pace. È così difficile rimanere sola in completa solitudine?»
«La solitudine non fa altro che avvelenarti l’anima.»
«Bella frase. Sei diventato poeta?»
«Sono solo un ragazzo che ultimamente sta impiegando più del suo tempo nella lettura.»
«E perché non continui senza che tu possa disturbarmi ogni volta che sto per entrare da scuola?»
«Perché mi piace molto parlare con te.»
Hannah si stava piano piano spazientendo nel parlare con il suo compagno Clay.
Sembrava quasi che il ragazzo volesse farla innervosire.
«Perché non saltiamo la prima ora e rimaniamo fuori in giardino?»
«Non è una buona idea. Ho già perso fin troppe lezioni.»
«Alla prima ora abbiamo educazione fisica e guarda caso il professore è assente per malattia.»
«Questo non vuol dire che io debba rimanere a perdere del tempo con te.»
«Va bene, vai pure. E scusami tanto.»
Ma prima che Hannh potesse entrare a scuola, uno dei giocatori di basket più famosi della scuola, si avvicinò a Clay squadrandolo malamente.
«Jensen, La devi smettere di dare fastidio ad Hannah.»
«Fatti gli affari tuoi, Justin.»
Per farsi rispettare, Justin diede uno spintone al ragazzo facendolo cadere a terra.
«Che cosa credi di dimostrare? Vuoi farti grande dinanzi ad Hannah? Fai pure. Tanto non ho nessuno interesse per lei» mentì il ragazzo.
«Allora perché sei rimasto tutto il tempo a parlare qui fuori con lei?»
«Perché mi andava di farlo… Da quando in qua devo rendere conto delle mie cose ad uno come te?»
«Da questo momento.»
«Adesso smettetela! Tutti e due!»
«Hannah…»
«Finiscila, Justin.»
«Adoro quando sei così focosa» fece Justin avvicinandosi a lei con modo sensuale.
«Che cosa credi di fare?»
«Non lo vedi? Voglio provarci con te.»
Presa da un moto di collera, Hannah mollò una ginocchiata ai testicoli al povero ragazzo che ci stava provando con lei.
«Ma come cazzo ti sei permessa?!»
«Lasciami in pace. Non te lo dirò una seconda volta.»
Senza controbattere alle parole della ragazza, Justin la guardò entrare a scuola con quella sua aria malinconica e rabbiosa che la contraddistingueva.
«Vedrai quando si spargerà la voce che le hai prese di santa ragione» fece Clay mettendosi a ridere sotto i baffi.
«Fai come ti pare. Ma nessuno ti crederà. Sei peggio di una nullità, Jensen.»
«Questo lo vedremo» ribatté Clay entrando anche lui a scuola.
 
 
Hannah aveva passato la prima ora di scuola rimanendo a guardare le notizie su facebook.
«Adesso non mi saluti più?» domandò Hannah con il suo solito tono serio.
«Scusami, non ti avevo visto.»
«Non occorre che tu mi menti. Lo so anch’io che non siamo più amiche.»
«Questo non è vero…»
«Prima mi rubi Alex e poi lo lasci impunemente senza una valida ragione. Mi credi così stupida?»
«Non sapevo che tu e Alex avevate un rapporto ben oltre l’amicizia.»
«Jessica, quando la finirai di prendermi in giro?»
Scocciata dalla sua presenza, Hannah lasciò il corridoio che dava dinanzi alla sua classe.
«Scappare da me non ti servirà a niente, Hannah.»
«Che cosa?»
«Mettiamo una pietra sopra il nostro passato burrascoso. È la cosa migliore da fare.»
Ma la giovane ragazza non rispose, limitandosi a lasciarla sola in mezzo al corridoio.
«Alla fine vuoi metterti tutti contro, giusto?»
«Fatti gli affari tuoi, Clay.»
«No. Io voglio aiutarti. Ma non me ne vuoi dare l’occasione.»
«Io non voglio essere aiutata da nessuno! Ho solo bisogno di essere lasciata in pace!»
«Non ti lascerà nessuno in pace. E tu lo sai bene… Ormai ti hanno preso di mira, Hannah.»
Ma sembrava che alla ragazza non gli importasse, facendo finta di nulla della situazione che si andava piano piano creando.
«Adesso dove te ne vai?»
«Me ne ritorno a casa. Non ho più voglia di rimanere in questo posto di merda.»
«Hannah, aspetta…»
Ma la giovane Baker non rispose, andandosene da scuola come se niente fosse.
«Clay, che cosa facciamo con lei?»
«Non dobbiamo fare nulla… a parte proteggerla da eventuali malintenzionati.»
«Ti stai riferendo a Bryce e Justin?»
«I bulli della scuola.»
«Zitto! Vuoi che ti sentano?»
«Non me ne importa niente. Loro non mi fanno paura.»
«Adesso smettila di fare il coraggioso, Clay. Non ti si addice proprio.»
«Per ora finiamola qui, Jessica. Andiamo in classe.»
˲
 
Hannah tornò a casa con gli occhi gonfi a causa delle lacrime che gli stavano rigando il viso.
IL caso volle che quel giorno, sua madre era rientrata prima a casa per una visita di una lontana parente.
«Ciao, Hannah. Come mai sei già a casa?»
«Non mi sentivo tanto bene.»
Ma la signora Baker aveva notato che sua figlia stava mentendo.
«Hai bisogno di qualcosa, tesoro?»
«No. Vado a riposarmi in camera mia.»
Insospettita da quello che stava accadendo a sua figlia, la signora Baker la seguì fino in camera.
«Hannah, davvero non vuoi dirmi che cosa ti sta succedendo?»
«Non mi sta succedendo niente, mamma! Non insistere!» gridò spazientita la ragazza.
«Tesoro, lo sai che puoi parlarmi di tutto. Oltre che essere tua madre, io sono anche la tua migliore amica.»
«Fantastico. Mia madre una mia amica…»
«Hannah, devi capire che non puoi fidarti dei tuoi amici. Loro non aspetteranno altro che farsi beffe di te e farti soffrire… Cosa che molto probabilmente stanno già facendo…»
«E tu cosa ne vuoi sapere?»
«Ti conosco, Hannah. E non credere che io non sappi niente di te…»
«Mi stai forse spiando?»
«Spiando no… Ma sono venuta a scuola qualche giorno fa’. Avevo bisogno di parlare con il preside.»
«Che cosa vi siete detti?»
«Hai bisogno di essere controllata… E il preside ha accettato.»
«Mamma, ho diciassette anni! Non credi che sono troppo grande per essere controllata?»
«Allora cerca di aiutarmi e di non remarmi contro! Lo sai che non posso vederti soffrire. Pensi che non abbia notato quando ritorno a casa la tua sofferenza che alberga dentro di te? pensi che io non mi sia mai accorta le volte che ti richiudi in camera a piangere?»
Nel sentire quelle parole, Hannah non poté più trattenersi.
«Dammi retta, Hannah. È la cosa migliore.»
Senza dire niente, la giovane Baker si gettò nelle braccia di sua madre, cercando tutto il conforto di cui gli mancava.
«Ho notato anche il tuo amico Clay che non fa altro che starti dietro…»
«Mamma, lui non è mio amico.»
«E allora come lo consideri? Come un nemico?»
«Certo che no… È solo che…»
«Lui ti piace, non è vero?»
«Sì. È l’unico ragazzo che riesco a sopportare.»
«Ma tu non riesci a confessarglielo, non è vero?»
«Ho paura che il mio cuore non possa più sopportare una disperazione del genere…»
«Perché non provi a parlarci amichevolmente? Sono sicuro che dopo ti sentiresti meglio.»
Dopo essersi asciugata le lacrime, Hannah lasciò la presa di sua madre ritrovando quel sorriso che aveva perso.
«Adoro vederti sorridere, sai?»
«Grazie mille, mamma. Per tutto quello che stai facendo per me.»
«Non devi ringraziarmi… Cerca di fidarti più di me. Io non ti tradirò mai.»
«Va bene. Farò come dici tu.»
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > 13 Reasons Why - Tredici / Vai alla pagina dell'autore: lmpaoli94