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Autore: Kajiko TheMagical Sniper    30/10/2018    1 recensioni
Skull era un ragazzo normale, con una volontà abbastanza forte da riuscir a vivere, a non arrendersi mai. Ogni giorno era una lotta, ma non sapeva come altro sopravvivere. Finché non venne introdotto nella famiglia Arcobaleno, che possedeva una forza inarrestabile.
Oppure;
Uno sguardo sulle vite degli Arcobaleno dagli occhi di Skull.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arcobaleno
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Ciaossu~
Ho deciso di tradurre questa storia, in quanto, purtroppo, trovo che ci siano troppe poche storie sugli Arcobaleno, in particolare sul mio amorino Skull e quindi ho voluto rimediare <3
A fine capitolo potrete trovare il commento dell'autrice ^0^/
Storia Originale: Heal the World di k_yuuki.
 
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Capitolo 1: Un Posto nel mio Cuore
 

I suoi primi 14 anni di vita furono pieni di lotte.

Ha combattuto per mangiare, per sopravvivere, per vivere. Si addormentava solo per poi svegliarsi la mattina e ripetere la stessa routine del giorno prima e quel ciclo continuò a ripetersi senza lamentarsi. Combatté con tutte le sue forze, finché un giorno un uomo dai jeans strappati ed una giacca di pelle lo sfidò in una corsa in moto.

2 anni dopo, la sua vita era diversa. Non perfetta, ma migliore. Aveva un tetto sulla testa, non aveva più bisogno di preoccuparsi a come ottenere il prossimo pasto, a razionare i suoi soldi, su che tipo di lavoro avrebbe potuto mettere le mani...

Era ancora pieno di sfide, ma erano combattimenti di diverso tipo.

Doveva solo salire sulla sua moto ed esibirsi di fronte al suo pubblico. Aveva imparato a non spingersi troppo oltre, perché se lo avesse fatto, la sua vita sarebbe finita, sia letteralmente che figurativamente. Se avesse sbagliato una delle sue acrobazie, la sua vita e il suo lavoro sarebbero terminati. Il rischio era alto, ma il gioco valeva la candela.

 

(C'erano delle volte che pensava che stesse imbrogliando. La sua fiamma viola lo aiutava a scappare dalla morte e dalle ferite permanenti. Ne aveva sentito parlare qualche volta. Fiamme dell'ultimo desiderio, ecco come le chiamavano. Se si ha una volontà abbastanza forte le si potevano usare a proprio piacimento. A volte si chiedeva cosa gli sarebbe successo se non le avesse avute.)

 

Incontrò l'Uomo con il Cappello di Ferro tre anni dopo.

Skull de Mort era già famoso allora, un nome, una garanzia. Ogni notte era esilarante, ogni spettacolo pieno di adrenalina. Eppure, era solo.

Era finalmente in cima al mondo, lo Stuntman Immortale, tutti lo riconoscevano sul palcoscenico, eppure non poteva permettere a nessuno di avvicinarsi.

L'Uomo gli sorrise, offrendogli la sua mano e pronunciando le parole che Skull aspettava di sentire da 19 anni.

Vieni con me e non sarai più solo,” aveva sussurrato. “C'è una famiglia che ti aspetta, se sei disposto a lottare per loro.”

E così rimase intrappolato nella ragnatela, incantato da quella dolce promessa.

 

_________________

 

 

Non importa cosa gli Arcobaleno facessero o dicessero, Skull finiva sempre per sorridere in modo autoironico. Oh, certo, si infuriava ogni volta che lo trattavano come se non servisse a niente. Un civile, ecco come lo chiamavano, come se fosse uno dei peggiori insulti che potessero dirgli.

Era sconvolto, nonostante avesse passato anni a costruirsi una sua reputazione, per loro era sempre meno di niente, inferiore alla spazzatura. Non era sopravvissuto fino ad allora solo per sentirsi insultare. Non aveva bisogno del loro riconoscimento per poter giustificare la sua esistenza.

Gli Arcobaleno non avevano bisogno di lui, non lo apprezzavano. Loro erano migliori di lui. Questo era vero, ma neanche lui aveva bisogno di loro.

Eppure era di nuovo lì, con la lettera in cui gli veniva notificato il prossimo incontro. Come se non avesse di meglio da fare, tentando di non avvicinarsi troppo a loro, ma allo stesso tempo non allontanandosi abbastanza da perderli.

Tornava sempre.

Fino a quel giorno, il giorno in cui ebbero bisogno di lui.

La missione non stava andando per niente bene. Viper aveva ricevuto una soffiata che si era rivelata falsa, le macchine di Verde si rompevano una dietro l'altra, Luce non riusciva ad aiutarli con le sue fiamme, Lal, Fon e Reborn stavano combattendo contro numerosi nemici, in un palazzo che stava cadendo a pezzi, e Skull era l'unico che poteva far qualcosa.

Iniziò a correre, voltandosi solo una volta sentito un allarme e vide un esplosione non molto lontano dal palazzo, stavano per morire.

“Seguitemi!” urlò alla squadra.

I sei si voltarono verso di lui con sguardo sorpreso prima di correre verso la macchina che stava puntando Skull “Benvenuti a bordo!” rise la Nuvola, facendo rombare il motore, “Sta per iniziare lo spettacolo del Grande Skull. Vi prego di prepararvi ad una corsa piuttosto turbolenta!”

“Guida!” replicò Reborn con una pistola puntata alla sua testa.

“Non c'è bisogno di dircelo!” gli urlò Viper.

“Guarda davanti, Skull!” lo riprese Lal.

Skull, con uno sguardo beffardo, disse, “Sarà una passeggiata. Voi ragazzi non vi fidate di me?”

“NO!”

“Certo che no.”

“Stai scherzando, vero?”

Ma le voci furono interrotte dalle grida disperate dei sei a bordo.

"Le macchine non possono capovolgersi, idiota!"

“Certo che possono!”

“Skull, se ci fai morire qui, giuro che ti uccido!”

“Per amor del— No! RIMETTI SUBITO LE MANI SUL VOLANTE!”

“Siete voi che mi distraete!”

“Ignorali, guarda— guarda solo avanti, ti prego. Non voglio morire. Sono ancora giovane e non mi sono ancora sposato.”

“Stai pregando Verde?”

“...”

Era divertente come nient'altro. Avrebbe dovuto portare una telecamera solo per poterli filmare in quel momento.

Quella sera la Nuvola aveva dipinto sul volto un largo sorriso, l'adrenalina ancora che scorreva nelle sue vene e tutto all'improvviso divenne un gioco. Uno a cui continuava a perdere, ma che finalmente quel giorno era riuscito a vincere.

“Allora com'è stata la corsa del Grande Skull?” sghignazzò il pilota. Viper e Verde erano accovacciati sulle sponde del fiume a vomitare tutto ciò che avevano mangiato in quella giornata, mentre Fon aveva preso un colorito verdastro. Il sorriso di Luce che gli rivolse si tingeva di esasperazione e sollievo. Lal, dall'altro canto, sembrava estasiata, ma cercava di nascondere quel suo sorriso, mentre il sicario teneva stretto il suo braccio.

Sei sguardi identici era rivolti verso di lui.

 

_________________

 

 

Skull si rivelò essere un cuoco discreto. E... un'eccellente barista.

Queste sue piccole abilità vennero ben presto sfruttate dai restanti membri. Reborn chiedeva senza sosta un espresso. Lal chiedeva dei sandwich a qualunque ora del giorno. Verde a volte era talmente concentrato sul suo lavoro, che Skull era obbligato ad imboccare lo scienziato affinché non morisse di fame. Fon a volte provava a dargli una mano in cucina, ma con scarsi risultati. Il suo cibo veniva rubato in maniera semi-regolare da Viper e Skull era piuttosto sicuro che l'illusionista lo considerasse uno scherzo divertente.

Luce, santa donna, lo aiutava regolarmente in cucina. Gli regalava delle ricette e gli insegnava a cucinare biscotti e torte. Gli diede anche dei consigli sulle missioni, in modo che non si ferisse troppo gravemente e non “morisse”. Gli accarezzava dolcemente la testa dopo una missione completata con successo. Quando nascevano discussioni fra loro prendeva sempre le sue difese e faceva in modo che gli altri non lo prendessero troppo in giro.

Lei era la sua preferita fra i cosiddetti I prescelti sette.

Le cose continuavano solo a migliorare. Non erano esattamente amici, era abbastanza sicuro di non poterli definire tali. Quello che c'era fra di loro era un legame che non sapeva ben descrivere.

C'era un forte rispetto fra di loro, di questo era certo. Anche fiducia, perché quei soldati e sicari si fidavano abbastanza per farsi coprire le spalle l'uno con l'altro, senza contare che lasciavano che Skull si occupasse del loro cibo. Ormai non lo trattavano come uno sconosciuto. Iniziarono ad includerlo nelle missioni e lui ne fu immensamente felice.

Fino a che tutto non finì.

Luce, il loro faro, il loro capo, il loro Cielo, li aveva traditi.

Reborn sparì subito dopo, cancellando ogni sua traccia e chiudendosi in se stesso. Viper scomparse senza farsi più sentire. Lal non aveva compiuto la sua missione a causa dell'intervento del suo fidanzato, ed entrambi presero strade diverse, Lal si unì al CEDEF e il suddetto fidanzato andò nella Mafia Land senza far ritorno. Il sorriso di Fon sparì e tornò di nuovo nella Triade, cercando di spiegare al meglio la situazione ai suoi capi. Verde… Beh il Tuono iniziò a comportarsi come se nulla fosse accaduto.

Per quanto riguardava Luce… Qualsiasi cosa le venisse detto lei non dava segni di spiegazioni.

E Skull? Decise di intraprendere un viaggio. Cercando di capire chi fosse senza i suoi sei compagni. Cercando di capire cosa volesse dire essere di nuovo solo e non più parte degli Arcobaleno, o dei Prescelti Sette.

Si trovava in mezzo alla foresta amazzonica, godendosi la sua bellezza mortale, quando fece un respiro profondo e urlò.

Per la sua perdita e il dolore.

Per il suo profitto.

Per la sua famiglia, calda e accogliente.

Li rivoleva indietro.

Quindi tornò indietro.

 
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Note dell'autrice:
Questo è il risultato della rilettura del manga di KHR, cercando di raccontarlo in modo che sembri più canonico possibile. Ma seriamente, dopo centinaia di capitoli ancora non si hanno informazioni certe su questa famiglia. Ma li amo comunque -3-
Il titolo è tratto dalla canzone di MJ che porta lo stesso nome.

  
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