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Autore: hapworth    30/10/2018    1 recensioni
«Lan Xichen vieni, voglio presentarti mio fratello!» la voce di Wei Ying lo distrasse dai suoi pensieri, facendoglielo individuare subito lì, di fronte a sé. Gli sorrise, salvo poi vedere arrivare qualcun altro – il Lan Xichen che aveva chiamato, probabilmente – che somigliava incredibilmente a Lan Wangji e non avrebbe avuto neppure il dubbio di chiedere, se già non fosse stato palese.
«Lan Xichen, lui è mio fratello Jiang Wanyin. Jiang Cheng, lui è Lan Xichen il fratello di Lan Zhan.»
[Lan Xichen/Jiang Wanyin] ~ Questa storia partecipa al “Writober” a cura di Fanwriter.it!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Lan XiChen/Lan Huan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo in questo sfigafandom, stavolta con una signora sfigaship, sebbene in realtà essendo un fandom sfigato tutte sono un po' coppie sfigate.
Ho usato una ship che spero di aver reso bene, anche perché Lan Xichen è talmente imperscrutabile ed è apparso così poco che ho paura di essere andata un po' in ooc. Per il resto niente, amate Jiang Cheng come lo amo io. ;;
Buona lettura ai pochi avventurosi.

hapworth

Questa fanfiction partecipa al “Writober” indetto da Fanwriter.it!
Prompts: Matrimonio (red list) || fluff (blue list)


Qualcosa chiamato amore

Ma cosa ci faccio qui?” era da circa una ventina di minuti che se lo stava domandando; Jiang Cheng non aveva alcun desiderio di presenziare al matrimonio di Wei Ying e Lan Wangji. Non ne aveva la minima intenzione perché, di fatto, significava che tutto quello che aveva continuato a covare dentro di sé, non erano altro che sentimenti inutili – anche se di fatto lo erano stati davvero, considerato il legame che lui e Wei WuXian avevano.
Certo, con gli anni aveva smesso di sperare in un cambio di rotta da parte del fratello adottivo, specialmente dopo che durante la scuola aveva conosciuto Lan Wangji e ci si era messo insieme – con alti e bassi che, a volte, gli avevano fatto ben sperare. Non lo conosceva bene: per suo stesso desiderio, aveva sempre cercato di evitarlo o comunque di non essere nei paraggi quando lui e Wei WuXian erano insieme, onde evitare colpi di testa o il fastidioso dolore al petto che, nella piena consapevolezza di quell'amore nascente e duraturo, gli si diffondeva dentro.
Il matrimonio era andato bene, seppure si fosse estraneato per tutto il tempo ed era stato bello, vedere Jiang Yanli felice, soddisfatta: si era sempre data molto da fare dopo la morte dei loro genitori, aveva lavorato tutto il tempo e fatto letteralmente i salti mortali.
«Lan Xichen vieni, voglio presentarti mio fratello!» la voce di Wei Ying lo distrasse dai suoi pensieri, facendoglielo individuare subito lì, di fronte a sé. Gli sorrise, salvo poi vedere arrivare qualcun altro – il Lan Xichen che aveva chiamato, probabilmente – che somigliava incredibilmente a Lan Wangji e non avrebbe avuto neppure il dubbio di chiedere, se già non fosse stato palese.
«Lan Xichen, lui è mio fratello Jiang Wanyin. Jiang Cheng, lui è Lan Xichen il fratello di Lan Zhan.»
«Molto piacere, Jiang Wanyin.»
«Va bene Jiang Cheng.» si limitò a dire, mentre si sitringevano la mano. Erano alti quasi uguale, con uno scarto di qualche centimetro da parte del fratello di Lan Wangji. La sua mano era grande e tiepida, così come la sua pelle era chiara e gli occhi color cioccolato, e lunghi capelli neri... Era chiaramente parte della famiglia Lan.
«Anche tu puoi chiamarmi Lan Huan.» fu un sollievo vederlo sorridere: era diverso da Lan Wangji, sembrava più estroverso e disponibile. Lui e il compagno – ormai marito – di Wei Ying non andavano d'accordo anche per quello. Entrambi chiusi, entrambi poco inclini al dialogo e con lo stesso interesse amoroso.
Wei WuXian lo abbracciò, ringraziandolo, prima di volare letteralmente via.
Jiang Cheng si portò entrambe le mani sul viso, prima di rendersi conto che Lan Xichen non si era ancora allontanato, ma era rimasto lì, di fronte a lui e sorrideva tiepidamente.
Lo guardò confuso, anche un po' ostile forse, cosa che fece sorridere di più l'altro.
«Non ti credevo così.» ammise quello, il tono di voce pacato, ma allo stesso tempo divertito.
«Così come?»
«Facile da leggere.» Uhm? Cosa intendeva? Lo guardò confuso più di prima e Lan Xichen alzò le spalle, prima di indicare la direzione dove era sparito Wei WuXian. «Sei abbastanza ovvio, credo.»
e, sebbene non avesse detto nulla di chiaro, Jiang Cheng capì a cosa si riferiva e sentì le guance scaldarsi.
«Non-»
L'indice di Lan Xichen gli fu sulle labbra in un istante – quando si era avvicinato così? -, così come il suo viso. «Shh, non credo che lo sia per altri.»
Era bastato quello, a farlo tacere e a dare inizio a tutto il resto.

«C'è Lan Xichen!» la voce di Yanli arrivava dall'ingresso e Jiang Cheng affondò il viso contro il cuscino, in chiaro segno di fastidio. Ma cosa diamine voleva?
Era riuscito a farsi dare il suo numero di cellulare da Wei Ying e ora non faceva altro che chiamarlo e andarlo a trovare, come se... Scosse violentemente la testa: erano uomini adulti, dannazione! Non scolarette del liceo eppure...
Il leggero bussare lo fece mettere seduto sul letto, prima di brontolare un “Avanti!” infastidito.
Lan Xichen entrò nella stanza, l'espressione moderata e pacata, ma anche divertita. «Buon pomeriggio, Jiang Cheng.»
«Anche a te, Lan Xichen.» si era sempre rifiutato di dimostrare più intimità al fratello di suo cognato, anche perché non riusciva per niente a capire le sue motivazioni.
Quello parve un po' deluso, ma non si scoraggiò, andandosi piuttosto a sedere al suo fianco, sul letto. «Lan Zhan e Wei Ying saranno presto di ritorno.» cominciò quello. Jiang Cheng lo fissò in tralice, l'enorme desiderio di chiedergli un “e allora?”, sebbene sapesse che non fosse rispettoso, per il poco grado di conoscenza che c'era tra loro.
Si ostinò al silenzio, ma l'altro uomo non parve colpito – forse un po' deluso -, eppure ciò non gli precluse il rimanere lì, fermo al suo fianco. Era strano, perché c'era qualcosa che gli impediva di cacciarlo via e non era di certo per il bene del matrimonio tra i loro fratelli.

«Senti Jiang Cheng...» lui sollevò lo sguardo sull'uomo al suo fianco – era da circa un mese che si ripeteva quel teatrino, con il mutismo selettivo di Jiang Cheng e Lan Xichen che, invece, cercava di intavolare una conversazione.
«Io non ti piaccio, vero?» non sembrava detto con un'accusa, eppure Jiang Cheng si sentì in difetto e in imbarazzo; non era proprio così. Il suo problema era non sapere come affrontarlo, come reagire a quelle chiare attenzioni, a quel modo che aveva Lan Xichen di fare, cercando di metterlo a suo agio o di conoscerlo, quando invece lui non voleva e non per mancanza di interesse, quanto di esperienza e fiducia in se stesso.
«No, non è questo. Solo... Non mi trovi noioso?»
Lan Xichen lo guardò in silenzio per qualche attimo, prima di portarsi una mano alla bocca e ridacchiare. «Più che altro, ti trovo scontroso.»
«Scon-! Non lo sono! E tu hai una grande impudenza!» lo rimbeccò, alzando la voce, pronto a difendere quel poco di onore che aveva racimolato negli anni; l'altro rise più forte, tanto che Jiang Cheng si sentì in dovere di spingerlo giù, sovrastandolo e guardandolo con espressione truce.
Furono gli occhi, ciò che vi lesse dentro quando Lan Xichen si rese conto della loro vicinanza e capì. Probabilmente lo capì ancora prima che le labbra si toccassero tra loro, prima che le mani di Lan Xichen lo tirassero verso il basso e prima che le bocche si schiudessero, dando vita a un bacio più profondo e intimo.
C'era qualcosa che stava sbocciando nel suo petto, qualcosa che Lan Xichen aveva colto prima del tempo e che lui non poteva riavere indietro. Jiang Cheng chiuse gli occhi, abbandonandosi a quel bacio, abbandonandosi a quelle braccia e a quelle mani gentili, cercando dentro di sé la verità di quel sentimento e l'ammissione di ciò che non voleva riconoscere.
«Quindi...?» la voce bassa di Lan Xichen lo fece avvampare.
«Oh, sta zitto!» lo rimproverò, ma le loro labbra tornarono a contatto. Una risposta piuttosto esaustiva, in effetti, per qualcosa che non aveva ancora un nome definitivo.


Fine
   
 
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